#Romagna interiore
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STANOTTE
HO SCOPERTO UN BLOG
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IL CARATTERE
DEI ROMAGNOLI
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E niente, volevo dirvelo...
stanotte ho scoperto un Blog.
Un blog che all'inizio non gli daresti un soldo, perchè non ha proprio nulla di particolarmente moderno o tecnologico. Non c'è infatti nemmeno un briciolo di Intelligenza artificiale (A.I.), quella che si scorge è interamente intelligenza e sensibilità U-MA-NA !
Completamente umana.
Come dire? Umanamente si tratta di un prodotto D.OC. E' un blog scoperto per caso alle 4 di notte durante una fase di insonnia conclamata, assai comprensibile dopo l'alluvione che ci ha colpito.
Quindi lo ripeto, se vi aspettate numeri da circo o effetti speciali tecnologici vi dico di no. Non fa al caso vostro.
Da questo punto di vista, siete fuori strada sul blog, di questo, finora sconosciuto, (almeno per me), Francesco Satanassi da Forlì!!
🤷🏻♂️
Eppure io, lì dentro, ci sento come una intera miniera d'oro.
E vi leggo tutto il carattere, la forza indomita, la fierezza, l'anarchica indipendenza di giudizio, tipica dei romagnoli fra i suoi Post.
Perchè lì io sento le radici.
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Le radici di quella pianta bellissima che si chiama " ROMAGNA ".
La solida concretezza e la passionalità dei miei conterranei, che quando credono in certi valori...È PER SEMPRE.
E poi percepisco la medesima qualità, la stessa saggezza antica e contadina dei miei nonni. La loro dignità e la capacità di sentirsi ugualmente in armonia con la Terra, la Natura, con la Storia e con la semplicità e il piacere del vivere attraverso l'assaporare e l'apprezzare ogni tipo di emozione.
In estrema sintesi : il vivere senza freni, a perdifiato.
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Avverto nelle parole di questo Blogger di Forlì, la consapevolezza di non voler mai dimenticare il sacrificio e l' altruismo di chì è venuto prima di noi. Di chi ha saputo scegliere con coraggio e si è schierato per una causa ben precisa: l'antifascismo e la libertà, fino a sacrificare la propria piccola vita a favore di un bene e di valori ben più grandi del proprio misero egocentrismo. E ancor di più, ritrovo la schiettezza tipica delle persone dirette, che vanno dritte al cuore delle cose, perchè apprezzano la semplicità e la poesia e la verità che si nasconde nelle piccole cose concrete .
Così come emerge cosa sia davvero sacro: l'onorare con la nostra memoria i nostri antenati. Così come la capacità di diventare noi stessi "Storia", incarnandola con la passione che esprimiamo coi nostri giorni e col nostro corpo.
Sapere da dove veniamo, e cosa abbia attraversato chi è venuto prima di noi sul pianeta.
Ecco, se oggi penso, agli "angeli del fango" di Cesena e della Romagna intera, ai volontari che senza preavviso sono spuntati come funghi, per venirci ad aiutare nello spalare il fango in ogni cortile, in ogni scantinato, in ogni garage, ritrovo intero il carattere deila gente di Romagna.
Se penso ai ragazzi delle Superiori, agli Universitari che hanno scelto di scendere in strada, in autentici "battaglioni della solidarietà", ecco che io la ritrovo subito la continuità fra i nostri antenati e i romagnoli di oggi e ritrovo nel contempo, tutti i valori che esprime un Blog come " HANNO DETTO CHE PIOVE " di Francesco Satanassi.
Io lo vedo benissimo il filo di continuità che esiste in tutto questo.
È il filo dell'avere i piedi ben piantati per terra! Anzi, nel fango e nella melma. Ma starci dentro, per esserci, per contare, per mostrare alle persone più fragili, agli anziani, a chi ha perso la casa o tutto quel che c'era dentro, che la presenza e la solidarietà, non sono solo vuote parole sulla bocca del Politico di turno, che si lancia nella consueta "marchetta politica" con promesse sconsiderate, ma una pratica diffusa e collettiva. L'attitudine di una intera comunità di persone sensibili e responsabili.
Questi valori devono farsi musica, canzoni, condivisione!
Canzoni da cantare tutti insieme, in coro, non cercando l'impossibile unisono, ma raggiungendo un altro risultato miracoloso che è la coesione sociale, il sentirsi tutti parte di un unico essere, a cui diamo il nome di "collettività".
L'esempio della canzone "ROMAGNA MIA", cantata in mezzo al fango, ai rifiuti e ai detriti dell'alluvione, è illuminante.
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Pur non considerandola un capolavoro nè da un punto di vista poetico nè tantomeno musicale, quella canzone è però una "bomba atomica" dal punto di vista emotivo!
Una bomba di energia sociale, tutte le volte che inspiegabilmente permette l'aggregazione di centinaia di persone che si trovano a lavorare, senza tregua e senza compenso, perchè tutti insieme e ognuno individualmente, si avverte la comune responsabilità di dare una mano alla comunità a cui si appartiene.
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Penso ai volontari giunti da Amatrice, oppure a quelli arrivati da Reggio Emilia ( a cui avevamo dato una mano noi in occasione del terremoto dell'Emilia del 2012 ), o ancora, ai volontari giunti da L'aquila.
Mi coinvolge questa idea: una sorta di " fratellanza nella sventura ".
Avverto in tutte queste persone, al di là della provenienza da una determinata terra, proprio l'appartenenza ad una precisa tipologia umana, ad una "tempra" di cui io stesso, sento di essere parte.
"Chi vive all'incrocio dei venti ed è bruciato vivo" come canta il poeta-cantautore Francesco De Gregori nella sua sublime "Santa Lucia".
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Chi vive sporgendosi continuamente verso gli altri, affacciato verso l'universo dell'altro da una comune inquietudine umana ed esistenziale. Chi insomma vive e non ha paura della generosità, della gratuità, del dare aiuto senza chiedere nulla in cambio, e sempre, difendendo il valore del "restare umani" anche nelle situazioni più drammatiche della Storia.
È come avvertire un sangue comune che circola nelle vene di tutte queste persone: dai giovani romagnoli ai meno giovani, dai volontari del posto, a quelli arrivati dalle altre città. Tutte persone che "più li butti giù e più si rialzano" e più energia e carica umana, sono capaci di trasmetterti, consapevoli tutti quanti del valore del lavorare tutti per una buona causa.
Per tutto questo, mi sento grato anche a Francesco e al suo Blog per testimoniare cosa ci sia dietro la "Romagnolità".
Per darci con le sue parole intense e sentite, una lezione di umanità e di passione civile.
Per restituirci il buon sapore di tuttò ciò che è sentito e vissuto con l'anima, che poi é molto simile al sapore del pane caldo, appena sfornato, al suo profumo di buono.
Sono i valori che fanno della nostra comunità, un meraviglioso popolo che sa cos'è la fatica, l'impegno costante e la responsabilità verso gli altri, e insieme verso la propria coscienza di cittadini con gli occhi aperti.
Per noi in fondo è questo ciò che importa: il rimboccarsi le maniche tutti i santi giorni e lavorare finchè un lavoro, un'opera, un'impresa non sia finita, compiuta, realizzata.
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#Romagna interiore#Riflessioni#Blog che valgono#Valori e solidarietà#Volontariato#La Resistenza oggi
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Palazzo Comunale, Modena, February 2020
#my own photos#modena#italy#italia#emilia romagna#interiors#interior spaces#architecture#my photos#dark academia#dark academia aesthetic#photos#europe
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Stagione Teatrale di bari 2023-2024: Questo weekend la celebrazione dei 100 di Italo calvino
Stagione Teatrale di bari 2023-2024: Questo weekend la celebrazione dei 100 di Italo calvino. Il 15 ottobre è il compleanno di Italo Calvino: nato nel 1923, domenica prossima avrebbe compiuto 100 anni. Per #100Calvino, nell’ambito della Stagione teatrale di Bari 2023_24 del Comune di Bari-Assessorato alla Cultura -Teatro Pubblico Pugliese, al Teatro comunale Piccinni, dopo il Prix Rai del 2 ottobre con le letture di Neri Marcorè e dopo lo spettacolo Il Castello del Teatro delle Bambole del 9 ottobre, questo weekend sono in programma una serie di spettacoli e iniziative. Domani, sabato 14 ottobre, alle ore 10.30 (riservato alle scuole/Istituti Superiori) e alle 21, e domenica 15 ottobre, alle 18, il Premio UBU Mario Perrotta porterà il suo “Come una specie di vertigine - Il Nano, Calvino, le libertà”, di cui è regista e interprete, con la collaborazione alla regia di Paola Roscioli. Dopo lo spettacolo rivolto alle scuole, Mario Perrotta incontra gli studenti per un dibattito sui temi dello spettacolo e sulla figura di Calvino (con approfondimento a cura di Giancarlo Visitilli). Domenica 15 ottobre, alle ore 11, sempre sul palco del Piccinni: La Palestra - Edizione speciale “Buon Compleanno Calvino!”, una Lezione spettacolo con la direzione artistica di Francesco Maria Asselta e la consulenza scientifica di Lea Durante. “In questo weekend proseguiremo nel nostro omaggio a Italo Calvino, uno degli scrittori più importanti del ‘900, con l’aiuto di Mario Perrotta, attore, drammaturgo e regista pluripremiato, e con uno speciale appuntamento di La Palestra, il format di approfondimento e confronto che per il terzo anno accompagna alcuni dei temi e degli autori della stagione comunale di prosa - commenta l’assessora alle Culture Ines Pierucci . Abbiamo voluto dedicare all’opera di Calvino, al suo impegno politico e culturale, al suo rigore, alla sua fantasia, l’apertura della stagione di prosa della Città di Bari, lasciando che a condurci alla scoperta del suo mondo fossero alcuni tra i nomi più importanti del panorama culturale contemporaneo, per offrire al nostro pubblico riflessioni ed emozioni di grande valore artistico e civile”. Sabato 14 ottobre alle ore 21 Domenica 15 ottobre alle ore 18 Come una specie di vertigine - Il Nano, Calvino, la libertà; scritto, diretto e interpretato da Mario Perrotta, con la collaborazione alla regia di Paola Roscioli Info a questo link. COME UNA SPECIE DI VERTIGINE Il Nano, Calvino, la libertà durata 75’ Permàr – Compagnia Mario Perrotta / ERT- Teatro Nazionale scritto, diretto e interpretato da MARIO PERROTTA collaborazione alla regia Paola Roscioli mashup e musiche originali Marco Mantovani / Mario Perrotta con il sostegno di Regione Emilia Romagna, Comune di Medicina in collaborazione con Teatro Asioli di Correggio, Duel In scena un uomo, o meglio, la sua voce interiore. È la sua anima che fa spettacolo. Tra i tanti abitanti delle pagine dei romanzi di Calvino, è quello meno libero: ha un corpo, una lingua e una mente che non rispondono alla sua urgenza di dire, di agire. Oggi e solo oggi, però, ha deciso di fare spettacolo della sua esistenza, dei suoi pensieri, dei sentimenti che lo agitano. Lui, inchiodato com’è a una croce che non ha voluto, ha deciso di prendersi un’ora d’aria, un’ora e poco più di libertà. E la cerca, la libertà, tra le pagine delle opere del “signor Calvino Italo”, la racconta come sa e come può, la trasforma in versi, in musica, in parabole e collegamenti iperbolici tra un romanzo e l’altro, in canzoni-teatro sarcastiche e frenetiche e improvvisi minuetti intimi, “scalvinando” quelle opere a suo uso e consumo. Il tutto mentre accanto scorre, amaramente ironica, la sua personalissima storia d’amore, una storia impossibile per quel corpo e quella lingua incapaci di parlare. “Il personaggio in scena è un abitante del Cottolengo, il Nano del romanzo autobiografico La giornata d’uno scrutatore, personaggio cui Calvino dedica una sola pagina se pur memorabile. Ho scelto lui e ne ho immaginato tutta l’esistenza - esistenza che Calvino non ci racconta - proprio perché il mio intento era ragionare intorno al concetto di libertà e il Nano del romanzo ne è totalmente privo”, scrive Mario Perrotta. Domenica 15 ottobre alle ore 11 LA PALESTRA edizione speciale BUON COMPLEANNO CALVINO! direzione artistica a cura di Francesco Maria Asselta consulenza scientifica di Lea Durante interventi di Silvio Perrella e Lea Durante letture di Paolo Panaro al pianoforte Mirko Signorile Ingresso libero con prenotazione su eventbrite Il progetto “Buon compleanno Calvino!”, questa occasione straordinaria del centenario della sua nascita, sarà un’opportunità per parlare della sua vita, delle sue opere, ma soprattutto della sua idea tutta personale di rappresentare un modello di intellettuale integralmente disorganico, lontano dall’impegno diretto, discutendone non solo con studiosi, critici e specialisti della letteratura calviniana (Silvio Perrella e Lea Durante), ma aprendoci anche alle sue parole con le letture di Paolo Panaro (che ha portato in scena Il Barone Rampante), e all’incontro con progetti musicali dedicati a “Le città invisibili”, interpretati da Mirko Signorile in duo con Giovanna Carone.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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ISTITUTO GRAFICO
INSERIRE FLOPPINO
HOTEL SOLARIZE
Hotel Solarize è un racconto interiore dei luoghi attraverso la fotografia analogica
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@inserirefloppino
#fotografia #fotografiaanalogica #paesaggio #provinciaitaliana #paesi #colline #natura #romagna #adriatico
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TORTELLI SPECIALITIES
Tortellini is a type of pasta that originated in the Italian region of Emilia-Romagna. It's typically made from a mixture of egg and flour dough, filled with a variety of ingredients, and often served in a broth or with a sauce. There are several popular tortellini specialties, both in terms of filling and how they're prepared:
Tortellini en Brodo (Tortellini in Broth): This classic dish involves serving tortellini in a flavorful broth, often made with chicken or beef, and sometimes garnished with grated Parmesan cheese or fresh herbs.
Tortellini alla Panna (Tortellini with Cream Sauce): Tortellini is cooked and then tossed in a creamy sauce, usually made with heavy cream, butter, and Parmesan cheese. It's a rich and indulgent preparation.
Tortellini al Forno (Baked Tortellini): After cooking the tortellini, they're baked in the oven with a sauce (like marinara or Alfredo) and cheese until bubbly and golden. It's similar to a baked pasta dish.
Tortellini al Sugo (Tortellini with Tomato Sauce): Tortellini is served with a tomato-based sauce, often made with fresh or canned tomatoes, garlic, onions, and herbs.
Tortellini al Burro e Salvia (Tortellini with Butter and Sage): Cooked tortellini is tossed in melted butter and sage leaves, creating a simple yet flavorful sauce.
Tortellini con Prosciutto e Piselli (Tortellini with Prosciutto and Peas): Tortellini is combined with sautéed prosciutto and peas in a creamy sauce, creating a delicious and hearty dish.
Tortellini di Ricotta e Spinaci (Tortellini with Ricotta and Spinach): This filling combines ricotta cheese and spinach, creating a creamy and flavorful interior for the tortellini.
Tortellini di Carne (Meat-filled Tortellini): The traditional filling for tortellini often includes a mixture of meats such as pork, prosciutto, and mortadella, combined with Parmesan cheese and spices.
Tortellini ai Funghi (Tortellini with Mushrooms): Tortellini is paired with a mushroom-based sauce, often featuring sautéed mushrooms, garlic, cream, and herbs.
Tortellini with Pesto Sauce: Tortellini is tossed in a vibrant and aromatic pesto sauce made from fresh basil, garlic, pine nuts, Parmesan cheese, and olive oil.
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The North
As many of you might know, I completed my year abroad in the Deep South of Italy– more specifically the city of Lecce in the beachy Puglia region. There are many stereotypes about Southern Italians– not just from snooty northerners but from global onlookers. This is conversation for another blog post, however. For now I’ll review a couple of my visits to cities in the north of Italy and brief the contrasts between the north and south.
In general:
Architecture is much darker. Southern antique architecture is usually in light colored stone or white, leaning towards more baroque and romanesque styles, always with relatively short structure and large facades for an interior that was usually less grand. whereas most of the architecture I saw in the north was dark, often gothic or bricky, and reached up very tall.
The weather is much colder/ rainy as to be expected.
People are less hospitable.
The cities have odd sewer smells.:(
In order of increasing size….
Bobbio
A village in the mountains of Emilia-Romagna. A population of about 3K. Despite the size, very historic. It rests next to the river Trebbia and hides an ancient and beautiful church/ monestary. Had some lovely farm bread and salumi with a Bobbio cake here.
Crema
The small town in which a little movie by the name of Call Me By Your Name was filmed! This was a treat to see. With the help of a friends short term host mom we managed to finagle our way into the gardens of the CMBYN house itself. The center of the city was surprisingly quaint and filled with a duo of beautiful churches and kind people who were very proud of their city’s reputation.
Piacenza
The city I stayed in for my ‘Settimana di Scambio’ (exchange week). A city of about 100K. While the dark brick architecture is lovely (another great church!) and it had the culture of a small city trying to rise (bi-weekly antique markets, bio-friendly food fairs, public parks, etc.), the city was not much to discuss. It was more spread out and less accessible by foot, and had an odd smell throughout the whole city.
Bologna
One of THE MOST underrated cities for international visitors, however this is becoming less and less true every day. Bologna is built around one of the oldest and largest universities in continental Europe. The city is antique and concentrated but houses a spirit of youth and life coming from its student presence. The large, dark architecture heavily spotted with greenery and art make it a lovely place to visit, and I could see myself living there.
Milan
Much to metropolitan for me. As an Italian city it lacks a real metro core, and seems like a small Italian town with one beautiful church dressing up in a suit and tie for business work. Everyones constantly in a rush to be somewhere and the city itself is dirty. Some small areas were quite nice and seemed livable but overall Ive seen many cities with more charming hearts.
Florence
Perhaps my favorite looking city I visited. I was quite disappointed that I didn’t get to go back there after my family trip was cancelled. Il Duomo di Firenze is likely the most breathtaking work of architecture I have ever seen, and I would have loved to have time to see the inside or climb the clock tower. Firenze is also home to a vast array of legendary artwork and continues to expand its collection. Very very touristy and crowded.
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Renata Viganò
https://www.unadonnalgiorno.it/renata-vigano/
Renata Viganò scrittrice, poeta e partigiana italiana, passata alla storia per il libro L’Agnese va a morire, romanzo neorealistico tra i più intensi della narrativa ispirata alla Resistenza.
Il suo è uno stile antiletterario, dalla cifra antieroica, mai retorico, asciutto ed efficace che ritrova il paesaggio e l’azione umana segnata dalla violenza della guerra come una lingua nuova.
Nata a Bologna il 17 giugno 1900, sin da piccola, amava scrivere e sognava di studiare medicina.
A tredici anni ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie, Ginestra in fiore, seguita da Piccola Fiamma, del 1916.
Durante l’adolescenza, però, ha dovuto ben presto fare i conti con la realtà, la sua famiglia era andata in rovina, costringendola a crescere all’improvviso. Interrotto il liceo ha cominciato a lavorare come inserviente e poi infermiera.
L’incontro col marito, Antonio Meluschi, poeta e partigiano, ha avuto una grande importante sulla sua maturazione politica.
Impegnata concretamente al servizio delle persone bisognose, ha continuato a scrivere poesie e racconti e per quotidiani e periodici, fino all’8 settembre 1943 quando, con la firma dell’armistizio, la sua vita ha avuto una svolta esistenziale: assieme al marito ha partecipato alla lotta partigiana col nome di Contessa, prima in Romagna e poi nelle valli di Comacchio, tenendo con sé il figlio Agostino, di soli sette anni. Faceva la staffetta, curava le persone ferite e collaborava con la stampa clandestina, a quel periodo risalgono gli scritti Le donne e i tedeschi, Le donne e i fascisti, Le donne e i partigiani, pubblicati su La Comune nel 1944.
Di questo periodo disagiato, ma intriso di sano idealismo esistenziale, è stata pervasa la sua successiva produzione letteraria.
L’Agnese va a morire, del 1949, tradotto in quattordici lingue che ha vinto il Premio Viareggio, ha rappresentato il punto più alto della sua opera, nel 1976 ne è stato tratto l’omonimo film diretto da Giuliano Montaldo.
Il romanzo racconta vicende partigiane con onesta semplicità da cronista e spirito di sincera adesione agli eventi.
La protagonista è una donna che aderisce alla causa antifascista dopo l’uccisione della sua gatta da parte dei nazisti, l’animale rappresentava il legame con il marito ucciso dai tedeschi. Dopo quel brutto episodio, si unisce ai partigiani e diventa il simbolo di un mondo umile offeso, che reagisce alla violenza come può, con una forza interiore che è qualcosa di ancor più primordiale di una coscienza politica. Tra i partigiani si muove per un istinto naturale, umano, di giustizia, come una necessità, senza costruzioni ideologiche o intellettuali. Il personaggio, molto simile alla scrittrice, era in realtà la memoria di una vera partigiana conosciuta durante la Resistenza.
La condizione delle donne ha permeato tutta la sua opera.
Nel 1952 ha pubblicato Mondine, la sintesi di un’inchiesta svolta durante la campagna di monda in Lomellina.
Nel 1955 ha visto la luce Donne della Resistenza, ventotto ritratti di antifasciste bolognesi cadute per salvare il nostro paese.
Ha collaborato con il Pioniere tra il 1960 e il 1962 pubblicando i racconti La Bambola brutta, La bambina negra e La Fuga.
Del 1962 è il romanzo, Una storia di ragazze, che narra le vicende dolorose di giovani di diversa provenienza sociale, tutte sottomesse al mondo maschile.
Il suo ultimo lavoro è stato Matrimonio in brigata del 1976, una raccolta di racconti partigiani.
Due mesi prima della morte, avvenuta a Bologna il 23 aprile 1976, le è stato assegnato il premio giornalistico Bolognese del mese, per il suo stretto rapporto con la realtà popolare della città.
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La retirada de las medidas anticrisis elevará la inflación un 0,7% este año
Los líderes del G7 han pedido este sábado al Gobierno chino que presione a Rusia para detener la guerra de Ucrania en un comunicado que incide en su deseo de preservar las relaciones con Pekín al tiempo que anticipa medidas para reducir "dependencias excesivas" de carácter comercial, concretamente en las cadenas de suministro, descartando una desvinculación comercial con el gigante asiático.
"Seguimos preparados para fomentar una relación estable y constructiva, al tiempo que reconocemos la importancia de implicarse con franqueza y expresar directamente nuestras preocupaciones", explicaron los líderes internacionales en el comunicado publicado este sábado tras las primeras reuniones del que es su segundo día en la ciudad japonesa de Hiroshima.
El G7 ha pedido, con ello, a China que tome parte en los foros internacionales para tratar aspectos que van desde la protección medioambiental hasta el comercio, pasando por los conflictos internacionales, recalcando no obstante los desafíos que representa China para las economías occidentales por sus políticas extramercantiles, que, aseguran, distorsionan la economía global.
Ha habido tiempo para tratar otras cuestiones internacionales de actualidad, el G7 ha aprovechado este último encuentro para reafirmar su postura sobre el estatu quo de Taiwán, cuya soberanía reclama Pekín desde hace décadas, al tiempo que han manifestado su contundente oposición a la expansión que viene desarrollando el 'gigante asiático' en el Indo-Pacífico. "China no tiene ningún tipo de base legal para defender sus reclamaciones marítimas en la zona y nos oponemos a la militarización de sus actividades", han señalado contundentes.
Con todo, los líderes del G7 han querido también aclarar que estos posicionamientos políticos de los siete principales gobiernos considerados del bloque occidental no persiguen en ningún caso dañar a China "ni frustrar sus esfuerzos de progreso y desarrollo económicos".
El objetivo del G7, han insistido, como en anteriores ocasiones, es que China crezca económicamente como lo está haciendo, pero que se rija por las reglas internacionales de interés mundial.
Reclaman a Xi Jiping que presione a Putin para poner fin a la guerra de Ucrania
Ucrania ha emergido como una de las cuestiones fundamentales del encuentro de los siete países, que han requerido directamente al gobierno de Xi Jiping para que presione a Rusia con el fin de convencer a Putin de la conveniencia de detener su guerra contra Ucrania. En esta misma línea, han alentado a China a que apoye una paz integral, justa y duradera basada en el respeto por la integridad territorial del país del Este, de acuerdo en los principios y propósitos de la Carta de la ONU. Han puesto en el centro del posible diálogo la necesidad de que se produzca "en diálogo directo" con el gobierno de Zelenski.
El presidente de Ucrania, Volodimir Zelenski, ha llegado este sábado al país nipón para estar presente personalmente en la cumbre del G7. Ha anunciado que afronta la cumbre desde la intención de lograr una "cooperación" y con el final del conflicto en mente. "Japón. G7. Reuniones importantes con socios y amigos de Ucrania. Seguridad y cooperación mejorada para nuestra victoria. La paz quedará hoy un poco más cerca", ha hecho saber a través de su cuenta de Twitter.
Zelenski llega a Japón en una nueva escala de la gira internacional que comenzó hace aproximadamente una semana y que le ha llevado por varios países europeos y Arabia Saudí, donde este pasado viernes participó como invitado en la cumbre de la Liga Árabe.
Meloni abandona la cumbre antes de tiempo por las inundaciones de Emilia-Romagna
El presidente francés, Emmanuel Macron, y la primera ministra italiana, Giorgia Meloni, han tenido una reunión para tratar de pasar página después de que un ministro francés acusara a Roma de manejar mal la afluencia de inmigrantes. El ministro del Interior francés, Gerald Darmanin, dijo a principios de mayo que el gobierno derechista de Meloni no había podido resolver los problemas migratorios por los que fue elegida y que les había mentido a los votantes que podía poner fin a la crisis migratoria.
Los dos líderes han tenido una reunión de 45 minutos en el G7. Los dos parecían relajados y Macron ha preguntado a Meloni sobre las inundaciones que azotaron el norte de su país esta semana. De hecho, la premier italiana abandonará la cumbre en Hiroshima un día antes para intentar dar una solución a los afectados por las inundaciones en la región de Emilia-Romagna.
Fuente: http://www.lavanguardia.com/
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Ad Hebe Munoz il Trofeo Donna del Premio di Poesia Montegrotto Terme
Ad Hebe Munoz il Trofeo Donna del Premio di Poesia Montegrotto Terme
Ad Hebe Munoz il Trofeo Donna del Premio di Poesia Montegrotto Terme La Giuria della IV Edizione del Premio Internazionale di Poesia Città di Montegrotto Terme 2021, composta da Prof. Francesco Salata (docente materie letterarie Licei ed Istituti tecnici commerciali), Prof. Adriano Smonker (storico, ricercatore e scrittore, Fondatore del «Wigwam Circolo Vecchioponte»), Rosanna Perozzo (Poetessa,…
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#Ad Hebe Munoz il Trofeo Donna del Premio di Poesia Montegrotto Terme: alla Poetessa Italo Venezuelana il prestigioso riconoscimento internaz#Ande#armando rojas guardia#associazione culturale tracce per la meta#autorità amministrazione comunale monte grotto terme#bookcity milano#caffè letterario le murate firenze#cammino interiore poesia#Caraibi#cerimonia premiazione premio poesia monte grotto terme#Claudia Palombi#danza#dario ruben#emilia romagna#gabriel garcia marquez#giornalista luisa pace#ilmiolibro.it#impressioni e certezze#impressioniecertezze#instancabile corsa verso la luce#irene nasoni exiliados racconti della diaspora venezuelana#isabel allende#iv edizione premio internazionale poesia città montegrotto terme 2021#joaquin sabina#josè pulido#la feltrinelli#libro poesie escudos de la libertad#libro poesie pegasa#Lucia Rosso#lumiere internationals magazine france paris
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Back to the mid-1600s (from top to bottom) -
Woman Washing her Hands by Eglon van der Neer (Mauritshuis - Den Haag, Zuid-Holland, Netherlands). From pubhist.com/w40585 807X1000 @72 309kj.
ca. 1660 Lady playing a lute with a gentleman seated at a table in an interior by Eglon Hendrik van der Neer (Sotheby's - 28Jan16 auction Lot 28)2880X3782 @72 3.3Mj.
1665 La Grande Dame by Eglon Van der Neer (private collection). From Wijimedia; fixed some cracks, spots, & veiling reflections w Pshop 1721X2048 @72 1.7Mj.
ca. 1666-1670 Isabella d'Este by Frans Denys (Galleria Nazionale - Parma, Emilia Romagna, Italy). From tumblr.com/roehenstart; fixed spots w Pshop 1022X1280 @72 394kj.
1669 Woman at a virginal with a cittern on her lap, accompanied by a man by Eglon van der Neer (Museum Boijmans Van Beuningen - Rotterdam, Zuid-Holland, Netherlands). From Wikimedia 2802X3430 @72 2.1Mj.
#1600s fashion#Louis XIV fashion#Baroque fashion#middle 1600s fashion#1660s fashion#Eglon van der Neer#off shoulder neckline#petticoat#Eglon Hendrik van der Neer#paned sleeves#Isabella d'Este#Frans Denys#sheer bertha#jacket
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STANOTTE
Ho scoperto un Blog
.
youtube
.
" per chi beve di notte
E di notte muore e di notte legge
E cade sul suo ultimo metro
Per gli amici che vanno
e ritornano indietro
E hanno perduto l'anima e le ali
Per chi vive all'incrocio dei venti
Ed è bruciato vivo..."
[ da Santa Lucia - Francesco De Gregori ]
.
Il carattere
dei romagnoli
.
E niente. Volevo dirlo...
Stanotte ho scoperto un Blog.
.
Un blog che all'inizio non gli daresti un soldo. Non ha nulla di particolarmente moderno. Nulla di tecnologico. Non c'è proprio nessuna traccia di Intelligenza Artificiale nel Blog di questo, (per me, finora, "sconosciuto" ) Francesco Satanassi da Forlì.
Eppure, io ci trovo una miniera d'oro.
Ci trovo tutto il carattere, la forza, la fierezza indomita, l'anarchica indipendenza di giudizio, del carattere tipico dei romagnoli.
Ci sento le radici.
Le radici di quella pianta bellissima che si chiama "ROMAGNA".
La solida concretezza, e la passionalità dei miei conterranei che quando sentono dei "valori", ... È PER SEMPRE.
E poi percepisco la medesima qualità, la stessa saggezza antica e contadina dei miei nonni.
La loro Dignità, la capacità di sentirsi in armonia con la Natura, con la Terra, con la Storia, con la Semplicitá del Vivere e con l'assaporare e apprezzare ogni tipo di emozione .
Il vivere senza freni, il vivere a perdifiato.
Avverto nelle parole di questo romagnolo, lo stesso coraggio intrepido di accogliere e onorare la Vita, per la Bellezza che ci sa donare ogni giorno. Ma anche la chiara consapevolezza e l'intera responsabilità della nostra Storia.
Il non dimenticare il sacrificio e l'altruismo di chi è venuto prima di noi e ha saputo schierarsi per una causa ben precisa, fino a sacrificare la propria piccola vita, per un bene e per dei valori, più grandi del proprio misero egocentrismo.
E sto parlando dell'antifascismo, della libertà, del rispetto per i chi lavora, della dignità del lavoro e della persona, e poi sto parlando del battersi in prima persona per l'eliminazione delle ingiustizie sociali ed economiche. Per una eguaglianza di fatto: quella delle pari opportunità, indipendentemente dal censo della propria famiglia di origine.
Una uguaglianza delle possibilità di avanzamento sociale, di cui, tutti i politici di oggi, non hanno più il fegato di parlare.
Ma soprattutto, in questo Blog, trovo la schiettezza tipica delle persone dirette, che vanno al cuore delle cose, e che apprezzano la poesia che sta dentro le cose conxrete e dentro la Semplicità.
Il sacro è onorare i propri antenati. La capacità di "essere Storia", incarnandola con la passione dei propri giorni, e dei proprio corpo.
Sapere da dove veniamo e cosa ha attraversato, chi ci ha preceduto su questo pianeta.
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Ecco, se oggi, penso agli angeli del fango di Cesena e della Romagna intera, ai volontari che senza chiedere nulla in cambio, sono arrivati a spalare il fango in ogni strada, in ogni cortile, in ogni scantinato e garage ritrovo intero il carattere dei romagnoli.
Se penso ai ragazzi delle Superiori e agli Universitari che hanno scelto di scendere in strada, in autentici battaglioni della solidarietà, ecco io lo trovo un filo di continuità con i valori che esprime il Blog "HANNO DETTO CHE PIOVE" di Francesco Satanassi.
Io lo vedo benissimo il filo di continuità.
È il filo dell'avere i piedi ben piantati per terra! Anzi nel fango e nella melma. Ma starci per esserci, per contare, per mostrare alle persone più fragili che hanno perso la casa e tutto quel che c'era dentro, che la presenza e la solidarietà non sono solo vuote parole sulla bocca del politico di turno, ma una pratica diffusa. L'attitudine di un'intera comunità di persone responsabili.
Presenza e solidarietà non esistono, se non camminano sulle gambe della gente.
Se non diventano dedizione e cura quoridiana del prossimo.
Devono farsi sudore, fatica, ironia e allegria, da estendere anche a chi non avrebbe più nulla da ridere, dopo che gli è stato portato via tutto, dalla recente alluvione. Devono farsi musica, canzoni da cantare, come "ROMAGNA MIA" che io non apprezzo certo per essere un capolavoro poetico o altro, ma so considerare un capolavoro quando permette l'aggregazione di centinaia di persone che lavorano senza tregua e senza alcun compenso, ma solo perchè sentono la responsabilità di dare una mano alla comunità a cui appartengono.
Questo sì che allora è un vero capolavoro!
Sono questo i romagnoli.
Persone che vogliono restare in piedi.
Con la schiena dritta davanti ad ogni avversità o ad ogni potente di turno.
Io la vedo bene, in tutto questo che è avvenuto, la concretezza tipica di chi abita la mia terra.
Penso a tutti questi volontari, con i badili ed i secchi per svuotare gli scantinati, all'improvviso, materializzatisi il giorno dopo l'esondazione del Savio.
Penso a quel loro scegliere una pala, una cariola, dei guanti per venire a darci una mano a rialzarci e non posso non associare tutto questo, al carattere tipico romagnolo ma anche al carattere di chi, nei valori di questa Romagna solidale, ha creduto fino in fondo, pur provenendo da altre parti d'Italia.
Penso ai volontari di Amatrice, o a quelli di Reggio Emilia a cui avevamo dato una mano noi, nel 2012 in occasione del loro terremoto. E poi ai volontari venuti da L'aquila.
A questa fratellanza nella sventura.
Avverto in tutti loro, la particolarissima tipologia umana, la tempra, a cui sento di appartenere anch'io.
"Chi vive all'incrocio dei venti" e non ha paura della generosità, dell'aiutare, e insieme del rimanere "umano", anche nei momenti più drammatici della Storia.
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SIAMO NOI
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È come un sangue comune che circola nelle vene di questi maledetti giovani o meno giovani romagnoli, quelli che "più li butti giù e più si rialzano", consapevoli del valore di lavorare tutti insieme per una buona causa.
Per questo, mi sento grato a Francesco Satanassi e al suo preziosissimo Blog, per il suo testimoniare la "ROMAGNOLITÀ".
Per darci con le sue parole, con i suoi Post, una lezione di umanità concreta e di passione civile.
Per restituirci il buon sapore delle cose sentite e vissute, che è molto simile a quello del pane caldo, appena sfornato. Al suo profumo di buono.
Sono i valori che fanno del nostro popolo una meravigliosa comunità che sa cos'è la fatica, l'impegno, l'essere responsabili verso gli altri e insieme verso la propria coscienza personale.
Per noi, ciò che è importante è l'esempio, è l'impegno quotidiano nei fatti di tutti i giorni.
Il rimboccarsi le maniche e lavorare finchè un lavoro, un'opera, una impresa, non sia finita, completata, realizzata!
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GRAZIE FRANCESCO
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Per ricordarci tutto questo
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Ecco il blog di cui parlo:
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#Romagna interiore#il carattere e la forza di certa gente#Radici#riflessioni#Blog che valgono#poesia dell'Umano#i valori e i giorni#Youtube
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Germany’s minister backs Bundesliga restart Germany's interior minister backs Bundesliga restart IMAGE: Bayern Munich coach Hans-Dieter Flick and Robert Lewandowski during training despite most sport being cancelled around the world as the spread of coronavirus continues.
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Emilia-Romagna, "Come una specie di vertigine Il Nano, Calvino, la libertà" scritto, diretto e interpretato da Mario Perrotta
Emilia-Romagna, "Come una specie di vertigine Il Nano, Calvino, la libertà" scritto, diretto e interpretato da Mario Perrotta La lunga tournée di Come una specie di vertigine. Il Nano, Calvino, la libertà dell’autore e regista Mario Perrotta fa tappa al Teatro Ermanno Fabbri di Vignola mercoledì 31 gennaio alle ore 20.30. Lo spettacolo nasce in occasione del centenario della nascita di Italo Calvino (1923-1985) ed è una coproduzione di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale con Permàr - Compagnia Mario Perrotta. Perrotta sceglie di interpretare il Nano, un personaggio minore a cui è dedicata una sola pagina memorabile del più autobiografico fra i libri di Calvino, La giornata d’uno scrutatore. Ambientato durante le elezioni del 1953, il protagonista del romanzo breve è Amerigo Ormea, intellettuale comunista alter ego dello scrittore, che lavora in un seggio nella Piccola Casa della Divina Provvidenza "Cottolengo" di Torino, istituto religioso dove erano ricoverate migliaia di persone con problemi fisici e mentali, e rimane profondamente scosso dall’incontro con il mondo di coloro che sono lì rinchiusi. «Ho scelto il Nano – scrive Perrotta – e ne ho immaginato tutta l’esistenza, che Calvino non ci racconta, proprio perché il mio intento era ragionare intorno al concetto di libertà e lui ne è totalmente privo». Come una specie di vertigine, infatti, non è solo un omaggio a Calvino, ma soprattutto un lavoro che, attraversando molte delle opere dell’autore, si interroga sul senso profondo dell’autodeterminazione. È un tema che occupa da molto tempo la ricerca artistica di Perrotta e la sua riflessione sull’uomo “animale sociale”, immerso nelle storture del nostro convivere quotidiano. «Per mia fortuna – continua l’artista – lo stesso tema ha assediato i pensieri di Italo Calvino lungo tutta la sua parabola letteraria, attraversando ugualmente i romanzi realistici, così come quelli fantastici e l’epoca combinatoria. Questo mi ha consentito di coniugare il mio “ragionare di libertà” con la possibilità di affrontare un autore che ho molto amato ma che mai avevo osato accostare al mio teatro. Ho sempre pensato, infatti, che Calvino fosse impossibile da rappresentare, almeno così com’è. È stato questo confluire delle mie riflessioni e di quelle di Calvino intorno a quella parola fragile che è “libertà” che mi hanno convinto a provarci». Quello di Mario Perrotta non è un tributo di circostanza alla figura dello scrittore, ma il frutto di un’affinità elettiva con il suo straordinario percorso artistico e intellettuale. In scena, un uomo privato della libertà, o meglio, la sua voce interiore: l’attore Perrotta diventa il Nano in un monologo in cui confluiscono episodi tratti anche da Palomar, Le Cosmicomiche, Le città invisibili, cuciti insieme per un personaggio che, partendo da un corpo, una lingua e una mente che non rispondono alla sua urgenza di dire, cerca la libertà tra queste pagine. Mescola versi, parabole, sarcastiche canzoni-teatro e improvvisi minuetti intimi, con collegamenti iperbolici tra un romanzo e l’altro. «Parto dalla sua condizione antitetica di disabile totale – racconta Perrotta – per parlare della condizione di noi “abili” che la libertà la sprechiamo ogni giorno. E affondo le mani liberamente negli altri scritti di Calvino “scalvinandoli”, scompigliandogli e ricomponendoli, così come serve al Nano per procedere nella sua serata di spettacolo. Ne è venuto fuori uno spettacolo profondamente mio che, al contempo, mi sembra rispettare nella sua sostanza profonda la lezione calviniana sulla libertà. Un omaggio personalissimo a un autore che ha saputo modellare la mia visione delle cose del mondo». Mario Perrotta è autore, attore e regista teatrale. Le sue drammaturgie, da lui dirette e interpretate in Italia, sono tradotte e messe in scena anche all'estero in diverse lingue e in vari contesti, tra gli altri il Festival d’Avignone e il New York Solo Festival, dove riceve il Premio come Migliore drammaturgia straniera nel 2018. Vince più volte il Premio Ubu, nel 2011, 2013, 2015 e nel 2022 come Migliore nuovo testo o scrittura drammaturgica per Dei figli. Premio Hystrio nel 2008 e nel 2014 per il Migliore spettacolo dell’anno, nel 2015 ottiene il Premio Nazionale della Critica per il Progetto Ligabue. Fra i riconoscimenti istituzionali, quelli della Presidenza del Consiglio e della Camera dei Deputati per “l’alto valore civile del testo e per la straordinaria interpretazione” con il progetto Cìncali, dedicato all’emigrazione italiana nel secondo dopoguerra. Come una specie di vertigine - Il Nano, Calvino, la libertà - scritto, diretto e interpretato da Mario Perrotta - collaborazione alla regia Paola Roscioli - mashup e musiche originali Marco Mantovani / Mario Perrotta - produzione Permàr - Compagnia Mario Perrotta, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale - con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Comune di Medicina - in collaborazione con Teatro Asioli di Correggio, Duel Prossime date - 1-2 febbraio 2024 – Teatro degli Atti, Rimini - 3 febbraio 2024 – Teatro di Ragazzola, Ragazzola - 7 febbraio 2024 – Cinema Teatro Giardino, San Giorgio delle Pertiche - 8 febbraio 2024 – Teatro Ruggeri, Guastalla - 2 marzo 2024 – Teatro Sociale, Pinerolo - 3 marzo 2024 – Teatro Alfieri, Asti Informazioni - Teatro Ermanno Fabbri - Via Pietro Minghelli 11 – Vignola - tel. 059 9120911 | link - Orari biglietteria martedì, giovedì e sabato ore 10.30-14 - [email protected] | link biglietti... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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ISTITUTO GRAFICO
INSERIRE FLOPPINO
HOTEL SOLARIZE
Hotel Solarize è un racconto interiore dei luoghi attraverso la fotografia analogica
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palazzo ducale
sassuolo (modena, italia)
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~ Born in Santarcangelo di Romagna on January 19, 1601 to a family of merchants, Guido Cagnacci - one of the great painters of the seventeenth century - studied painting in Bologna and Rome, great capitals of European art. He had numerous commissions from the main churches of Rimini, thanks to the undisputed charm of his works, steeped in naturalism and sentiment. However, he was guilty of falling in love with a rich countess, somewhat talked about - Teodora Stivivi, widow Battaglini - and tried to escape with her after secretly making a marriage pact. The escape was averted. Cagnacci, now persecuted and abandoned by the clergy, was forced to look for work elsewhere. During his wanderings he definitively abandoned ecclesiastical commissions and devoted himself to the creation of works depicting various female heroines - such as Cleopatra and Magdalene, as well as various allegories, commissioned by private individuals. The excellent fame achieved by the artist led Emperor Leopold I to host him at his court in Vienna, where he died after a few years, in 1663. In this painting - with Cleopatra as subject, at the Kunsthistorisches Museum in Vienna - two opposite pictorial concepts are combined, the realism of the expressive servants and the classic posture of the dying queen. The dating, hypothesized on a stylistic basis, must be traced back to the artist's late maturity - in the years 1660-1662 - corresponding to the Viennese stay at the court of Emperor Leopoldo I. This also refers to the canvas of a similar subject at the Brera Academy - probably just anterior. The composition is clear and the clear light softly enhances the volumes and surfaces rendered with almost tactile effects. In Cagnacci's paintings of the mature phase, action is almost completely absent, as instead was required by the classicist principles of history painting. A characteristic reproached by his contemporaries and which is today considered one of the most modern aspects of his painting. The representation of the subject is original and not rhetorical: the figure of Cleopatra is rendered as a still life, in a bright and bare interior, where only the painful figures suggest a “narration”; the observer is instead led to a sort of contemplation of the woman's body abandoned on the red velvet backrest, stylistically described sublimating - even more in the example of Milan - Renian and Caravaggesque influences. ~
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