#Renata Viganò
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italian-lit-tournament · 2 months ago
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Italian literature tournament - First round.
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Propaganda in support of the authors is accepted, you can write it both in the tag if reblog the poll (explaining maybe that is propaganda and you want to see posted) or in the comments. Every few days it will be recollected and posted here under the cut.
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gregor-samsung · 10 months ago
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“ Si volevano bene: adesso lei non aveva più nessuno, e parlavano della fine della guerra, di quando si sarebbero sposati. Poi una volta Tom disse che era meglio sposarsi subito, in brigata si poteva fare, il Comandante era come un ufficiale di stato civile. Si sposarono una sera che un aereo inondava la valle di bengala. Pareva che volesse illuminare la cerimonia. Ma tutti dovettero mettersi a terra e stare immobili in quella luce; era pericoloso farsi vedere in tanti, potevano prenderli per tedeschi. Poi l'aereo se ne andò, rimase il buio, più buio dopo tanto bianco. - Forza! - disse Clinto. - Sta' in gamba, Rina, che tu non sposi un altro. - Attenti! - comandò Gim. In mezzo al quadrato dei partigiani disarmati, sull'attenti, c'erano Tom e la Rina, muti e commossi come in chiesa. Ma era una notte scura, non si vedevano che macchie nere, e una macchia più chiara, il vestito di lei. Il Comandante disse, con la sua voce quieta: - Voi tutti siete testimoni che quest'uomo che noi chiamiamo Tom vuole sposare questa donna che noi chiamiamo Rina. Tom, la vuoi sposare? - Si, - rispose Tom. La voce riprese: - Voi tutti siete testimoni che la Rina vuole sposare Tom. Rina, lo vuoi sposare? - E anche lei rispose: - Si. - Allora, - disse il Comandante, - in nome del governo libero che qui io rappresento, vi dichiaro uniti in matrimonio. Buona fortuna, ragazzi. - Riposo, - comandò Gim. E si udì lo scalpiccio dei piedi che si muovevano. - Bello, - commentò il Cino. - Ma potevate sposarvi di giorno. Siamo testimoni, e non abbiamo visto niente. Versavano il vino levando in alto il bicchiere per distinguere quando era pieno. Ridevano e dicevano delle frasi, qualcuna un po' ardita. Clinto domandò: - E l'Agnese? Non c'è? Non si vede la vestaglia dell'Agnese! - Sono qui, rispose lei. Era una grossa cosa bruna, confusa coll'ombra. Per fare onore agli sposi, s'era tolta la vestaglia e aveva indossato il suo logoro vecchio vestito di casa. “
Renata Viganò, L'Agnese va a morire, Einaudi (collana Nuovi Coralli, n° 23), 1976⁴; pp. 88-89. [Prima edizione: Einaudi, 1949]
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princessofmistake · 9 months ago
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Oggi veniamo dai prati strani della memoria, entriamo nelle lacrime stanche di chi piange ancora per noi: siamo antichi come la terra, giovani come le stagioni.
Renata Viganò — Bambini di Marzabotto, in Premio Marzabotto, catalogues, 1960/61
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ilquadernodelgiallo · 1 year ago
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Le staffette portavano all'accampamento il pane, il vino, gli ordini, e le circolari, la stampa, le notizie di radio Londra. Le notizie erano sempre le stesse: «Continua la vittoriosa avanzata delle nostre truppe. Su tutto il fronte scontri di pattuglie», e voleva dire che non avevano fatto niente. «Gli scali ferroviari di X... martellati», e voleva dire che gli aerei avevano distrutta una mezza città. _______________ Pedalando nel giorno scuro pensava a Walter, così piccolo di statura, apparentemente inadatto, inadeguato, e invece tanto forte e onesto e bravo, col suo viso da bambino e i capelli quasi grigi. Si chiedeva che cosa volevano fare di lui quelli della «brigata nera», che certo non l'avevano preso a casaccio, ma dietro un'indicazione precisa, una spiata. I tedeschi erano feroci, colpivano qua e là, a onde, come il vento del temporale quando sradica le piante. Ma i fascisti sceglievano i «sospetti», gli «schedati», i più noti per antifascismo. Così cadevano i migliori compagni, i capi, e per ognuno che spariva bisognava rammendare gli strappi nella resistenza, spesso ricostruire tutto raccogliendo i brandelli. Per questo faticoso fare e rifare ci si trovava dopo tanto tempo col cervello più pronto e il corpo più debole. Come lei, anche i compagni, i dirigenti, i «responsabili»: ognuno pagava duramente la propria responsabilità. E intanto gli inglesi gridavano da radio Londra: - Partigiani tenete duro, combattete, veniamo, - e non arrivavano mai. - Maledetta la guerra e chi l'ha voluta, - concluse Agnese stanca di pensare. _______________
La forza della resistenza era questa: essere dappertutto, camminare in mezzo ai nemici, nascondersi nelle figure più scialbe e pacifiche. Un fuoco senza fiamma né fumo: un fuoco senza segno. I tedeschi e i fascisti ci mettevano i piedi sopra, se ne accorgevano quando si bruciavano. [...] I partigiani, i loro capi, i loro servizi indispensabili, i loro movimenti di truppa, tutta la vasta organizzazione di un esercito erano lì, nel territorio, nella zona, vicini, lontani, premevano col peso di un'attività costante, sfuggivano al controllo con la lievità di una presenza invisibile. C'erano, e non si conosceva il luogo: comparivano e scomparivano come ombre, ma ombre col fucile carico, col mitra che sparava. Ogni uomo, ogni donna poteva essere un partigiano, poteva non esserlo. Questa era la forza della resistenza.
Per difendersi, per sciogliere quei vincoli che legavano sempre più stretti, per distruggere i nidi da cui nasceva la morte, bisognava dar fuoco a un paese intero, ammazzare tutti, partigiani e civili, innocenti e traditori, amici e nemici. I tedeschi lo facevano. Un giorno, all'improvviso, bruciavano un villaggio, e non sapevano perché proprio quello e non un altro. Erano tutti uguali: c'era in tutti l'odio contro i tedeschi, l'azione armata, la cospirazione, il terrore, eppure bruciavano quello e non un altro («Un lavoro della paura», come diceva l'Agnese). _______________ Sapeva molto di più. Capiva quelle che allora chiamava «cose da uomini», il partito, l'amore per il partito, e che ci si potesse anche fare ammazzare per sostenere un'idea bella, nascosta, una forza istintiva, per risolvere tutti gli oscuri perché, che cominciano nei bambini e finiscono nei vecchi quando muoiono. [...] Lei adesso lo sapeva, lo capiva. I ricchi vogliono essere sempre più ricchi e fare i poveri sempre più poveri, e ignoranti, e umiliati. I ricchi guadagnano nella guerra, e i poveri ci lasciano la pelle. Lei, quando andava per il bucato, i signori del paese la salutavano appena, la lasciavano sulla porta. E non ci si azzardava a dir niente, per paura di sbagliare, di far ridere, di perdere anche il pane di tutti i giorni. C'era però chi diceva qualche cosa: il partito, i compagni, tanti uomini, tante donne, che non avevano paura di niente. Dicevano che così non poteva andare, che bisognava cambiare il mondo, che è ora di farla finita con la guerra, che tutti devono avere il pane, e non solo il pane, ma anche il resto, e il modo di divertirsi, di essere contenti, di levarsi qualche voglia. I fascisti non volevano, e loro ci si buttavano contro malgrado la prigione e la morte. I fascisti avevano fatto venire in Italia i tedeschi, avevano scelto per amici i più cattivi del mondo, e loro si buttavano anche contro i tedeschi. Ed era tutta gente come Magòn, come Walter, come Tarzan, come il Comandante, gente istruita, che capisce e vuol bene a tutti, non chiede niente per sé e lavora per gli altri quando ne potrebbe fare a meno, e va verso la morte mentre potrebbe avere molto denaro e vivere in pace fino alla vecchiaia. E appena si arriva, dice: - Hai mangiato? Hai bisogno di qualche cosa? - e prima di andar via dice: - Buona notte e buon Natale, mamma Agnese. _______________
Una specie di festa paesana, ma più commovente - le madri abbracciavano i figli, i compagni si ritrovavano -, e più triste per la mancanza di quelli che erano morti, il povero Cino per esempio, se ci fosse stato, quanti salti e gridi avrebbe fatto e mangiato i suoi grandi piatti di pasta asciutta. Ma era bello lo stesso, per i vivi; avevano diritto a quella giornata, lasciamogliela godere, dei morti non parliamone: basta ricordarli, e ricordarsi perché sono morti. Così vedeva l'Agnese il giorno della liberazione. ________________
- Tu credi che la guerra finisca presto? - Non so, - rispose Clinto. - Speriamo. Perché, se non finisce la guerra, finiamo noi. - Noi non finiamo, - assicurò l'Agnese. - Siamo troppi. Più ne muore e più ne viene. Più ne muore e più ci si fa coraggio. Invece i tedeschi e i fascisti, quelli che muoiono si portano via anche i vivi.
Renata Viganò, L'Agnese va a morire
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carmenvicinanza · 2 years ago
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Renata Viganò
https://www.unadonnalgiorno.it/renata-vigano/
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Renata Viganò scrittrice, poeta e partigiana italiana, passata alla storia per il libro L’Agnese va a morire, romanzo neorealistico tra i più intensi della narrativa ispirata alla Resistenza.
Il suo è uno stile antiletterario, dalla cifra antieroica, mai retorico, asciutto ed efficace che ritrova il paesaggio e l’azione umana segnata dalla violenza della guerra come una lingua nuova.
Nata a Bologna il 17 giugno 1900, sin da piccola, amava scrivere e sognava di studiare medicina.
A tredici anni ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie, Ginestra in fiore, seguita da Piccola Fiamma, del 1916.
Durante l’adolescenza, però, ha dovuto ben presto fare i conti con la realtà, la sua famiglia era andata in rovina, costringendola a crescere all’improvviso. Interrotto il liceo ha cominciato a lavorare come inserviente e poi infermiera.
L’incontro col marito, Antonio Meluschi, poeta e partigiano, ha avuto una grande importante sulla sua maturazione politica.
Impegnata concretamente al servizio delle persone bisognose, ha continuato a scrivere poesie e racconti e per quotidiani e periodici, fino all’8 settembre 1943 quando, con la firma dell’armistizio, la sua vita ha avuto una svolta esistenziale: assieme al marito ha partecipato alla lotta partigiana col nome di Contessa, prima in Romagna e poi nelle valli di Comacchio, tenendo con sé il figlio Agostino, di soli sette anni. Faceva la staffetta, curava le persone ferite e collaborava con la stampa clandestina, a quel periodo risalgono gli scritti Le donne e i tedeschi, Le donne e i fascisti, Le donne e i partigiani, pubblicati su La Comune nel 1944.
Di questo periodo disagiato, ma intriso di sano idealismo esistenziale, è stata pervasa la sua successiva produzione letteraria.
L’Agnese va a morire, del 1949, tradotto in quattordici lingue che ha vinto il Premio Viareggio, ha rappresentato il punto più alto della sua opera, nel 1976 ne è stato tratto l’omonimo film diretto da Giuliano Montaldo.
Il romanzo racconta vicende partigiane con onesta semplicità da cronista e spirito di sincera adesione agli eventi.
La protagonista è una donna che aderisce alla causa antifascista dopo l’uccisione della sua gatta da parte dei nazisti, l’animale rappresentava il legame con il marito ucciso dai tedeschi. Dopo quel brutto episodio, si unisce ai partigiani e diventa il simbolo di un mondo umile offeso, che reagisce alla violenza come può, con una forza interiore che è qualcosa di ancor più primordiale di una coscienza politica. Tra i partigiani si muove per un istinto naturale, umano, di giustizia, come una necessità, senza costruzioni ideologiche o intellettuali. Il personaggio, molto simile alla scrittrice, era in realtà la memoria di una vera partigiana conosciuta durante la Resistenza.
La condizione delle donne ha permeato tutta la sua opera.
Nel 1952 ha pubblicato Mondine, la sintesi di un’inchiesta svolta durante la campagna di monda in Lomellina.
Nel 1955 ha visto la luce Donne della Resistenza, ventotto ritratti di antifasciste bolognesi cadute per salvare il nostro paese.
Ha collaborato con il Pioniere tra il 1960 e il 1962 pubblicando i racconti La Bambola brutta, La bambina negra e La Fuga.
Del 1962 è il romanzo, Una storia di ragazze, che narra le vicende dolorose di giovani di diversa provenienza sociale, tutte sottomesse al mondo maschile.
Il suo ultimo lavoro è stato Matrimonio in brigata del 1976, una raccolta di racconti partigiani.
Due mesi prima della morte, avvenuta a Bologna il  23 aprile 1976, le è stato assegnato il premio giornalistico Bolognese del mese, per il suo stretto rapporto con la realtà popolare della città.
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unmatto · 6 days ago
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ecco una lista più o meno esaustiva dei libri che in un modo o nell’altro mi sono rimasti impressi in quest’anno di letture.
quelli belli:
American Psycho, Bret Easton Ellis
Invernale, Dario Voltolini
I giorni di vetro, Nicoletta Verna
Alma, Federica Manzon
Il male oscuro, Giuseppe Berto
M. Il figlio del secolo, Antonio Scurati
Atti umani, Han Kang
Intermezzo, Sally Rooney
L’amica geniale, Elena Ferrante
Triste tigre, Neige Sinno
menzioni speciali:
La ricreazione è finita, Dario Ferrari
Se questo è un uomo, Primo Levi
Meno di zero, Bret Easton Ellis
Cattedrale, Raymond Carver
Gomorra, Roberto Saviano
L’Agnese va a morire, Renata Viganò
The Shining, Stephen King
qualche delusione:
I miei stupidi intenti, Bernardo Zannoni
L’uomo che cade, Don DeLillo
Il vecchio al mare. Domenico Starnone
McGlue, Ottessa Moshfegh
La signora Dalloway, Virginia Woolf,
Il canto del profeta, Paul Lynch
La ferocia, Nicola Lagioia
Settembre nero, Sandro Veronesi
Chi ride e chi tace, Chiara Valerio
Non per sempre, ma per ora, Chuck Palahniuk
non mi sono piaciuti:
Abel, Alessandro Baricco
Dalla stessa parte mi troverai, Valentina Mira
Storia dei miei soldi, Melissa Panarello
Autobiogrammatica, Tommaso Giartosio
Che tu sia per me il coltello, David Grossman
La reputazione, Ilaria Gaspari
Il talento degli scomparsi, Claudio Bisio
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abatelunare · 9 months ago
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Adesso gli aerei venivano molte volte di giorno e di notte a bombardare il ponte (Renata Viganò, L'Agnese va a morire, Torino, Einaudi, 1974).
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rosamannetta · 8 months ago
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Gli accordi di Jalta di ROSA MANNETTA
Nel mese di febbraio 1945, Churchill, Roosvelt e Stalin, si riunirono per prendere decisioni importanti riguardo al futuro dell'Europa. In quel contesto emersero varie posizioni che poi condussero al blocco occidentale e a quello orientale, guidato dall'Unione Sovietica. Attualmente, il quadro è devastante: una guerra in corso tra Ucraina e Russia; una guerra in Medio Oriente tra Hamas e Israele. Le complicazioni sono numerose. E poi, il recente attacco dell' Iran su Israele, è un invito a fomentare il terrorismo in Occidente e nei paesi satelliti. Vige il "tutti contro tutti", ma lo scenario è lo stesso di quel febbraio 1945. La seconda guerra mondiale fu una catastrofe per ogni nazione. Il suo ricordo è storia. Leggiamo la storia: il monito ci aiuterà a vivere la quotidianità. Renata Viganò scriveva: "Il desiderio di pianto in un prato fiorito...".
Rosa Mannetta
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oubliettederien · 1 year ago
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“… Agnese è la contadina protagonista del romanzo ed è anche un’immagine collettiva, è uno e molti, è soggetto e oggetto del sacrificio, è un personaggio assai reale sotto certi punti di vista ma poi disumano per a sua grandezza, la sua capacità spinta fino all’assoluto di annullarsi nei fatti e nelle vicende…” – è un personaggio che incute timore allo stesso lettore, ma “Che cos’è l’Agnese?"
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oubliettemagazine · 1 year ago
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L’Agnese va a morire di Renata Viganò: seguendo il tragico destino
Provo a esaminare alcuni punti della Prefazione di Sebastiano Vassalli del libro “L’Agnese va a morire” di Renata Viganò. L’Agnese va a morire di Renata Viganò Innanzi tutto l’encomio: “L’Agnese va a morire è una delle opere letterarie più limpide e convincenti che siano uscite dall’esperienza storica e umana della Resistenza.” – essendo una prosa limpida e convincente. Dopo aver letto poco più…
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italian-lit-tournament · 5 months ago
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The participating authors for the Italian Lit(erature) Tournament: the general list + a google form to add other proposals
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Podesti Francesco - Torquato Tasso reading Jerusalem Delivered to the Estensi court
The start of the Italian Lit(erature) Tournament (first edition) is getting closer, but first I want to post the general list of the authors partecipants.
The principal issue is that every literary canon is constantly changing, with more critical studies over the years. I've thought about it, read and searched, and the solution I found has two parts:
I will take the principal authors from this list, which in turn is based from the studies of Gianfranco Contini and Asor Rosa. The list is too long and many names are only chronicles and essayists, so I'll chose the principal ones, trying to balance between north/south Italy and male/female authors (taking into account that many authors that we study are men). As you will see below under the cut, the list is already pretty long, doing some math the challenge will be 2/3 months long.
Still, I recognise that this isn't 100% unbiased and fair, so I opened a free and quick google form when you can add a maximum of two authors that you don't see in the list. This considerable limit is to avoid having too many names - if in some answers I see more than 2 names, I'll take into account only the first 2 listed.
IMPORTANT! 👇
After much thoughts, I also chose to don't include living authors or authors death only recently (before January 2023). The reason is simply to avoid potential issues in the community, like bashing between fandom or admirers of some specific author, or going too far like offending some people near the author still alive or recently deceased. Maybe if this tournament will end well, a second edition could be made next year and maybe with the addition of living authors! (I'm already thinking to do an italian or european cinema tournament in the future but this is still in the draft).
Under the cut, you will find the list of the authors already part of the challenge, name-surname with the surname in alphabetical order. If you don't see a name that you want to see, use the form to add it!
edit: I added the ones from the surbey so far, all in italics. There are names that have been sent but already on the list.
Dante Alighieri
Sibilla Aleramo
Vittorio Alfieri
Cecco Angiolieri
Pietro Aretino
Ludovico Ariosto
Matteo Bandello
Anna Banti
Giambattista Basile
Giorgio Bassani
Cesare Beccaria
Maria Bellonci
Pietro Bembo
Matteo Maria Boiardo
Giovanni Boccaccio
Giordano Bruno
Dino Buzzati
Italo Calvino
Andrea Camilleri
Giosuè Carducci
Guido Cavalcanti
Carlo Collodi
Vittoria Colonna
Gabriele D'Annunzio
Giacomo da Lentini
Caterina da Siena
Alba de Céspedes
Cielo (Ciullo) d'Alcamo
Edoardo De Filippo
Federico de Roberto
Grazia Deledda
Umberto Eco
Beppe Fenoglio
Marsilio Ficino
Dario Fo
Ugo Foscolo
Veronica Franco
Carlo Emilio Gadda
Natalia Ginzburg
Carlo Goldoni
Antonio Gramsci
Francesco Guicciardini
Tommaso Landolfi
Giacomo Leopardi
Carlo Levi
Primo Levi
Carla Lonzi
Niccolò Machiavelli
Alessandro Manzoni
Giovanbattista Marino
Giovanni Meli
Pietro Metastasio
Eugenio Montale
Elsa Morante
Alberto Moravia
Anna Maria Ortese
Giuseppe Parini
Goffredo Parise
Giovanni Pascoli
Pier Paolo Pasolini
Cesare Pavese
Francesco Petrarca
Luigi Pirandello
Angelo Poliziano
Luigi Pulci
Salvator Quasimodo
Gianni Rodari
Lalla Romano
Amelia Rosselli
Umberto Saba
Emilio Salgari
Jacopo Sannazaro
Goliarda Sapienza
Leonardo Sciascia
Matilde Serao
Gaspara Stampa
Mario Rigoni Stern
Italo Svevo
Antonio Tabucchi
Torquato Tasso
Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Pier Vittorio Tondelli
Giovanni Verga
Giambattista Vico
Renata Viganò
Elio Vittorini
Giuseppe Ungaretti
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thebooksareinthehouse · 2 years ago
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10 romanzi + 1 per capire la Resistenza
Parto da uno dei primi libri che ho letto su questo periodo cruciale della storia italiana, il romanzo di Renata Viganò L’Agnese va a morire (vai …10 romanzi + 1 per capire la Resistenza
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gregor-samsung · 3 years ago
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“ Avvicinandosi a casa, videro della gente sulla strada: tutti apparivano sconvolti e affaticati, sotto grossi carichi di sacchi, fagotti e valige. Qualche donna piangeva. - Andate a L...? - disse un uomo all'Agnese. - Hanno bombardato il paese due ore fa. Ci sono dei morti -. L'Agnese spinse forte con le sue vecchie gambe per accelerare l'andatura. Incontravano sempre altra gente, ma non domandarono più nulla. Non erano in pena per Walter e i suoi: per fortuna stavano fuori dal paese, pensava l'Agnese, una casa isolata. - Disgraziati quelli che ci sono rimasti sotto le bombe. Morti, sempre morti. Maledetta la guerra e chi l'ha voluta. - Chissà se hanno bombardato anche dove sto io, a San P..., - disse la staffetta. - Si viene via e si ha paura di ritornare e di trovare una disgrazia, - e anche lei ripete il pensiero dell’Agnese: - Meno male che la casa di Walter è sicura -. Era notte quando fecero l'ultima voltata: ci si vedeva bene, con un quarto di luna, bianco, una piccola barca lucente in un gran mare nero. La ragazza si fece avanti, guardava in giù, verso l'arrivo, perché era stanca. Aveva voglia di mangiare e di dormire. Anche l'Agnese era stanca, aveva messo via tutti i pensieri del lavoro, e pensava solo alla stanza e al letto. Ma la ragazza a un tratto dette una scossa che per poco non la rovesciò dalla bicicletta, e gridò: - Agnese, Agnese, non c'è più la casa! Un mucchio di macerie tra l'orto e il frutteto. Dove erano state le belle camere e la grande cucina, il forno e il portico, non c'era più niente: in pezzi anche le pietre. Una linea di meno nel paesaggio, un vuoto che lo rendeva strano, sconosciuto, un posto cambiato. E un'altra famiglia che due ore prima aveva tante cose, adesso se ne andava a cercare un ricovero per la notte, con le mani vuote e il vestito che portava addosso; e contentarsi se erano tutti salvi. Una casa bianca fra l'orto e il frutteto, lontano dalle altre case con intorno soltanto dei campi, non è un obbiettivo militare, non conta per la guerra, né intatta né distrutta. Ma passarono gli aerei alleati, sopra, al ritorno dal bombardamento, e avevano qualche bomba rimasta. Forse un aviatore, di buon umore perché rientrava al campo, disse al compagno di volo: - Scommetto che ci prendo in quella casa là, - (agli anglo-americani piacciono le scommesse), - e il collega rispose: - Scommetto di no. - Allora proviamo? - Proviamo, - e fissarono la posta in dollari o sterline, o frazioni di dollari e sterline. Poi giù in picchiata contro la casa bianca. Una bomba, due bombe, niente. E il collega sorrise. Un giro, e di nuovo giù in picchiata: una, due, tre bombe, le ultime, dopo non ce n'erano più. Un altro giro sulla nuvola di fumo e di terra, e il collega s'era fatto serio: - Bravo. Bel tiro. Hai vinto la scommessa - . E via, in rotta, verso il campo, la mensa, il comodo letto degli ufficiali e sottufficiali aviatori inglesi e americani. Dice il rapporto: tutti gli obbiettivi sono stati colpiti. Incontro all'Agnese e alla compagna, ferme davanti al cancello scardinato, veniva Walter in bicicletta: - Hai visto? - disse indicando il mucchio. - Siete tutti sani? - domandò l'Agnese, e Walter rispose: - Eravamo fuori. Bisogna dire: che fortuna per noi. In paese ci sono quattordici morti - . Tacque un momento guardando in alto il vuoto dove erano state le finestre della sua casa. - Venite adesso, - aggiunse. - Ci siamo messi in una stalla poco lontano di qui. Mentre rimontava in bicicletta, l'Agnese si sentì il cuore pesante, malato, e le gambe flosce come due stracci. Pensava: «Il Comandante ha detto: farai il deposito a casa di Walter. È un posto sicuro... » e disse forte, premendo con fatica sui pedali: - Tutto da ricominciare. “
Renata Viganò, L'Agnese va a morire, Einaudi (collana Nuovi Coralli, n° 23), 1976⁴; pp. 115-117. [Prima edizione: Einaudi, 1949]
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blrandav · 4 years ago
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“Si sentiva un po’ stanca, le pareva che il cuore fosse diventato troppo grande, una macchina nel petto, una cosa estranea e meccanica che andava per suo conto, e lei faticava a portarla in giro.”
Renata Viganò, L’Agnese va a morire
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ilquadernodelgiallo · 1 year ago
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Aprile - Giugno 2023
Film: Il ritorno di Casanova (Gabriele Salvatores) Beau ha paura (Ari Aster) Grazie ragazzi (Riccardo Milani) I Guardiani della galassia 3 (James Gunn) Mixed by Erry (Sydney Sibilia) Spiderman - Un nuovo universo (Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman)
Serie: Extraordinary Questo mondo non mi renderà cattivo
Libri: L’Agnese va a morire (Renata Viganò) La madre assassina (Ernanno Cavazzoni) Breve storia del verbo essere (Andrea Moro) La ricreazione è finita (Dario Ferrari)
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heygirldontdreamitbeit · 4 years ago
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“Ma era bello lo stesso, per vivi; avevano diritto a quella giornata, lasciamogliela godere, dei morti non parliamone: Basta ricordarli, e ricordarsi perché sono morti. Così vedeva l'Agnese il giorno della liberazione. "
(L’Agnese va a morire - Renata Viganò)
Buon 25 aprile
.... E ricordiamoci sempre perché sono morti
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