#Etruschi Italia
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stilouniverse · 2 years ago
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In Italia siamo tutti un po’ Etruschi
Viaggio in un’eredità senza tempo. Valerio Massimo Manfredi ripercorre le tracce di un popolo misterioso Maestri di agricoltura e allevamento, precursori della libertà femminile. di Livia Capponi da il “Corriere della Sera” (8 ottobre 2019) Sarcofago degli sposi (520 a.C.) Gli Etruschi sono tra noi. Nel patrimonio genetico di uomini, paesaggi e città. Nel dna di Roma stessa, città resa grande…
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accademiadegliincerti · 2 years ago
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Re Gustavo Adolfo VI di Svezia impegnato in un cantiere archeologico del sito etrusco di Acquarossa negli anni '60.
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tanogabo · 4 days ago
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matapetre · 9 months ago
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Esiste un popolo come quello italiano che fino a qualche anno fa produceva le automobili più belle del mondo...
I suoi stilisti dettavano legge nell'eleganza dell'abbigliamento.
In cui i cappelli Borsalino erano unici al mondo.
Le scarpe italiane dicevano nel mondo chi eri.
La cui la cucina era proverbiale.
I cui vini erano famosi.
La cantieristica era rinomata tra transatlantici e yacht erano i più lussuosi.
Abbiamo dato al mondo il telefono, il motore a scoppio, la radio, le batterie, gli occhiali, il pianoforte, il violino, la viola, il mandolino, le note musicali, abbiamo inventato le campane, e l'opera, il teatro dell'arte, il teatro di Goldoni, la tradizione del bel canto, perfino il gelato.
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La plastica, il polistirolo, il pail.
Abbiamo la più antica banca e la prima università d'Europa.
La prima laureata donna che era veneziana.
Tutto l'Occidente scrive con caratteri latini, cioè Italiani.
In Toscana gli Etruschi inventarono l'arco.
Pochi sanno che i Romani inventato i chiodi metallici e che il primo PC in assoluto fu dell'Olivetti.
Con Roma antica il nostro Paese portò la civiltà e la cultura al mondo.
Roma fu la capitale della Cristianità.
Coi comuni l'Italia mise fine per prima al feudalesimo.
Con le Repubbliche marinare abbiamo inondato di merci il continente.
Gli italiani con l'Umanesimo e il Rinascimento illuminarono l'Europa spiritualmente e con l'olio lampante del Salento per secoli gli italiani illuminarono le lampade di tutte le case d'Europa.
Prima il latino e poi l'italiano, per secoli, furono lingue internazionali. l'Italia possiede più opere d'arte che tutto il resto del mondo e le sue città sono gioielli di eleganza.
Incredibile ma vero, da sempre e non da ora, come testimonia anche Giacomo Leopardi, questo popolo è complessato, cinico, disincantato, umile, non crede in sé stesso.
Per dire che una cosa è fatta male, talvolta si usa dire che è fatta all'italiana.
Ora che questo popolo sta' morendo, sarà una perdita per il mondo perché non è come dicono che uno vale uno.
A proposito dell'Italia, lo scrittore Henry Sienkiewicz ha detto: "come si potrebbe non amare Italia?
Io credo che ogni uomo abbia due patrie; l’una è la sua personale, più vicina, e l’altra:
...l’Italia."
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yaellaharpe-blog · 3 months ago
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The Golden Orphism Book, the oldest book in the world.
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El Libro del Orfismo de Oro, el libro más antiguo del mundo.
(English / Español / Italiano)
Perhaps the oldest multi-page book in the world, dating from around 660 BC, it was discovered in the Strouma River in Bulgaria. The book is made of six sheets of twenty-four carat gold, each 5x4.5 cm, held together by rings. The Book of Golden Orphism, created over 2500 years ago, contains illustrations of a horse, a mermaid, a harp, soldiers, and text in the Etruscan language. The book was anonymously donated to the National Museum of History in Sofia, where it is currently housed. The authenticity of the book has been confirmed by two experts in Sofia and London, according to the museum's director. The Etruscans were a people originating from Lydia, in what is now Turkey, settling in central Italy about three thousand years ago. Thracian Orphism combined the cult of the Earth and the cult of the Sun, personified by Orpheus and Zalmoxis.
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Quizás es el libro de varias páginas más antiguo del mundo, datado hacia el 660 a.C, fue descubierto en el río Strouma, en Bulgaria. El libro está hecho de seis láminas de oro de veinticuatro quilates, de 5 x 4,5 cm cada una, unidas por dos anillos. El Libro del Orfismo de Oro, creado hace más de 2500 años, contiene ilustraciones de un caballo, una sirena, un arpa, soldados, y texto en lengua etrusca. El libro fue donado anónimamente al Museo Nacional de Historia de Sofia, donde se encuentra actualmente. La autenticidad del libro ha sido confirmada por dos expertos en Sofía y Londres, según el director del museo. Los etruscos fueron un pueblo originario de Lidia, en lo que es actualmente Turquía, asentándose en la Italia central hace tres mil años aproximadamente. El orfismo tracio combinaba el culto a la Tierra y el culto al Sol, personificado por Orfeo y Zalmoxis.
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Forse il più antico libro a più pagine del mondo, risalente al 660 a.C. circa, è stato rinvenuto nel fiume Strouma in Bulgaria. Il libro è composto da sei fogli d'oro a ventiquattro carati, de 5 x 4,5 cm ciascuno, tenuti insieme da due anelli.
Il Libro dell'Orfismo d'Oro, creato oltre 2500 anni fa, contiene illustrazioni di un cavallo, una sirena, un'arpa, soldati e testi in lingua etrusca. Il libro è stato donato anonimamente al Museo Nazionale di Storia di Sofia, dove è attualmente conservato.
L'autenticità del libro è stata confermata da due esperti a Sofia e a Londra, secondo il direttore del museo. Gli Etruschi erano un popolo originario della Lidia, nell'attuale Turchia, che si stabilì nell'Italia centrale circa tremila anni fa. L'orfismo tracio combinava il culto della Terra e quello del Sole, personificato da Orfeo e Zalmoxis.
Source: Indika Ki Som. Arqueologia, Historia y Arte
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ferris60 · 2 years ago
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Due ragazze a zonzo su una macchina rossa (6): e non abbiamo finito - ancora
Delle mille mila necropoli etrusche che ci sono in Italia c’è ne mancano tantissime, acne perché gli etruschi vivevano in luoghi insospettabile dalla Toscana all’Emilia Romagna. Ad esempio abbiamo provato a visitare anche Vulsci, ma alla fine il caldo ci ha abbattute prima ancora di cominciare (è tutta al sole). Ho scoperto, a posteriori, che ci sono molte parti della necropoli di Tarquinia che…
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scienza-magia · 6 days ago
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La misteriosa civiltà degli Etruschi
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Gli etruschi erano un popolo misterioso che oggi è possibile conoscere soltanto attraverso le loro necropoli o le sale dei musei. Sebbene più vicini nel tempo sono meno accessibili della gente dell’antico Egitto della Mesopotamia di Creta o di Micene. Inoltre l’Etruria non produsse alcuno Omero. In altre parole gli etruschi mancavano di gloriose leggende tramandate via via dai bardi nel corso di molti secoli. Dobbiamo dire che 700 anni di storia etrusca esistevano soltanto in sommari scritti con prevenzione dai loro nemici ovvero i greci e i romani sopravvissuti ad essi. Gli etruschi arrivarono durante l’epoca di grandi spostamenti di nomadi che caratterizzarono la fine dell’Età del Bronzo. In quella che ora è l’Italia tribù e clan senza nome si spostavano come ombre per tutto, il territorio quasi senza lasciare traccia. Probabilmente durante l’VIII secolo a.C. gli etruschi giunsero in Italia dal mare. Sulla costa occidentale al disopra del Tevere costruirono solide fortezze di roccia del vecchio tipo miceneo. Avendo trovato giacimenti di ferro diedero inizio a una industria del metallo e forgiarono spade e lance migliori di quelle di qualsiasi altro popolo di quell’epoca storica. Il loro superiore potenziale militare li mise in grado di avanzare nell’entroterra assoggettando a poco a poco le tribù che incontravano tra il Tevere e le Alpi. Misero flotte in mare navigando audacemente e mescolando il commercio con la pirateria. Nel fare questo spesso si scontravano con i greci o con i cartaginesi contro i quali combatterono con impeto e con successo. Il ferro rendeva le prue delle loro navi adatte a speronare le navi nemiche gli etruschi davano a sé stessi il nome di “Rasena” ma il loro nome latino era etruschi che significava pirati essi erano di gran lunga il popolo più civilizzato della penisola italiana. A quel tempo il territorio italiano era in buona parte costituito da foreste e pianure malariche. Gli ingegneri etruschi aprirono gallerie nelle colline per lasciar defluire l’acqua in eccesso dei laghi. Gli etruschi costruirono strade belle come quelle che i romani avrebbero costruito secoli dopo. Tali strade erano ben drenate e progettate in modo da portare il traffico pesante attraverso boschi e zone rocciose. Ben presto città etrusche sorsero sui terreni bonificati: non gruppi di capanne ma comunità circondate da mura con due arterie principali che si intersecavano. Dobbiamo dire che i romani avrebbero imitato tale pianta nei loro accampamenti militari oltre che nelle loro città. Verso il 600 a.C. la civilizzazione etrusca era in piena fioritura. Un certo numero di città etrusche coniavano le loro monete. Non vi fu mai un impero unificato soltanto una libera federazione di città stato ciascuna guidata dal proprio signore feudale. Egli era un tempo generale e sacerdote. Le guerre condotte dagli etruschi furono poche dal momento che la Grecia e Cartagine preferivano parlamentare e trattare con gli etruschi piuttosto che combatterli. La federazione etrusca non intraprese mai una guerra globalmente organizzata. Uno dei misteri più affascinanti riguardanti gli etruschi era la loro origine. Il viaggiatore storico greco era convinto di conoscere l’origine degli etruschi. Erodoto scriveva nel V secolo a.C. quando gli etruschi avevano la supremazia in Italia. Erodoto affermava che gli etruschi un tempo vivevano nella Lidia (oggi Turchia sud occidentale) e che l’avevano abbandonata in seguito a una lunga carestia. Ma un altro storico greco Dionigi Alicarnasso proveniente egli stesso da quella regione turca quattro secoli dopo esprimeva un parere contrario a quello di Erodoto. Dionigi di Alicarnasso sosteneva con fermezza che gli etruschi semplicemente facevano parte di tribù indigene italiche mescolatesi tra loro ma vissute sempre in Italia. Al tempo di Dionigi di Alicarnasso l’etrusco veniva ancora parlato da pochissime persone e i testi sacri e le storie tradizionali di quel popolo erano ancora esistenti. Lo storico greco metteva in evidenza che gli etruschi non avevano mai parlato la lingua della Lidia ne avevano mai venerato divinità della Lidia. La Lidia era la più potente di numerose nazioni situate tra l’Ellesponto e la Siria. La capitale della Lidia era Sardi città famosa e ricca come ancora ci dimostrano le sue rovine. Gli storici che credono che gli etruschi provenissero dalla Lidia fanno notare ad esempio che il nome stesso con il quale gli etruschi si definirono ovvero Rasena si ritrovava in diverse forme nella Turchia preistorica. Da qualunque parte venissero gli etruschi erano indubbiamente civilizzati quando comparvero sulla costa italiana. In ogni caso sia come sia gli etruschi dominarono Roma per i suoi primi 100 anni e lasciarono un numero considerevole di impronte sulle abitudini romane. Di conseguenza senza di essi non si potrebbe quasi comprendere la civiltà romana delle origini. Nonostante tutto ciò la letteratura romana mantenne il riserbo quasi assoluto sul loro conto. Dobbiamo ammettere che gli etruschi fecero di Roma una città. Anche se una famosa legenda sostiene che il nome Roma derivasse da Romolo sembra che la parola fosse di origine etrusca. A tale riguardo è importante anche evidenziare che le tombe etrusche trovate sotto il Foro Romano si sono rivelate antichissime. In ogni caso non esiste nessun dubbio che gli etruschi per un certo periodo dominarono Roma. Gli ingegneri etruschi costruirono le mura e le fogne di Roma trasformandola da paludi in città protetta probabilmente vi costruirono i primi edifici di legno mattone e pietra. Ma gli etruschi non considerano mai Roma come loro capitale dal momento che esse non avevano una capitale. La loro città più antica e più potente era Cortona fondata pare prima di Troia. La loro arte funeraria sottintendeva che vivevano nel lusso e che si godevano la vita. A casa e in società riservavano il posto d’onore alle donne. Inoltre gli etruschi erano estremamente ricchi di cognizione: il grande enciclopedista Marco Terenzio Varrone dichiarò di avere usato testi etruschi nella compilazione dei suoi 490 libri che coprivano ogni campo della scienza e dell’arte. Di tutti i popoli europei gli etruschi erano i più dediti ai riti religiosi essendo probabilmente convinti che le loro cerimonie potessero dare buoni risultati in questo mondo e nell’altro. Essi si ritenevano benedetti dalle loro antiche divinità della natura che promettevano loro vita eterna in un piacevole mondo dell’aldilà. Per gli etruschi la morte era l’inizio di un viaggio e una separazione solo momentanea dalle persone care. Nessuno altro popolo custodiva amorevolmente i suoi morti come l’etrusco. Nessun altro popolo forniva loro ambienti così ameni. I sacerdoti insegnavano che se uno spirito era insoddisfatto lasciava la sua tomba per tormentare i vivi. Pertanto i mausolei erano forniti di tutto ciò che essi potevano desiderare. A differenza dei greci gli etruschi divennero ossessionati dalla religione. Essi non fecero mai il passo dalla superstizione all’indagine scientifica. Con assoluta sottomissione gli etruschi obbedirono sempre ai loro testi sacri e ai loro sacerdoti. I sacerdoti etruschi studiavano i presagi con grande impegno cercando i modi per compiacere gli Dei e leggere il futuro. Anche i romani non solo gli etruschi erano certi che i sacerdoti etruschi chiamati aruspici fossero molto esperti nell’arte della divinazione ovvero di predire il futuro. Quando un aruspice vedeva che la catastrofe era imminente suggeriva i modi per evitarla o per attutirla pur premettendo di non essere certo della buona riuscita dei suoi consigli. Per gli etruschi l’operato degli Dei era come le maree e le stagioni. Niente accadeva per caso il futuro preordinato e pertanto gli uomini dovevano adeguarsi come meglio potevano. La divinazione li aiutava a prevedere il futuro e ad adeguarsi ad esso. Dobbiamo mettere in evidenza che il comportamento degli Dei per gli etruschi aveva ben poco a che fare con il concetto di peccato. Allo stesso modo dobbiamo dire che nella teologia etrusca poca importanza aveva il concetto di punizione divina. Vogliamo chiudere il nostro discorso mettendo in evidenza che gli aruspici sono riusciti a condizionare le menti e il comportamento degli uomini per secoli e secoli. Tra l’altro gli aruspici avevano da lungo tempo agli etruschi che la loro nazione avrebbe avuto una durata di dieci capitoli dopo di che sarebbe scomparsa (i capitoli sarebbero durati all’incirca un secolo l’uno. Prof Giovanni Pellegrino Read the full article
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istitutografico · 6 months ago
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ISTITUTO GRAFICO vuole offrire un suggerimento di lettura su quelli che sono gli articoli scientifici più interessanti e in linea con i nostri argomenti.
Li trovate sul sito con la nostra introduzione
Marckalada e le prove della presenza europea nelle Americhe nel 1021 d.C.
Origini ed evoluzione del mtDNA degli Etruschi
Paleolitico Italia. Studio avanzato sui primi adattamenti umani nella penisola appenninica
#marckalada #americhe #etruschi #neanderthal #paleolitico #penisolaappenninica #italia
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cambiolavita · 1 year ago
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Sambuca: dagli Etruschi al Gelato Artigianale
La sambuca, amata in Italia, viene prodotta secondo tradizioni locali e ha ottenuto successo anche all'estero. Viene spesso gustata con il caffè o utilizzata per preparare deliziosi dessert, come il gelato corretto alla sambuca.
Questa variante del normale espresso è una delle più amate e diffuse in tutta Italia: il gusto molto particolare della sambuca (dolce e amaro allo stesso tempo, estremamente speziato, difficile da descrivere), a detta di molti riesce a creare un connubio perfetto con l’aroma del caffè. D’altronde, non sarà certo un caso se all’estero, il caffè con la sambuca è considerato un prodotto tipico del…
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matapetre · 9 months ago
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Esiste un popolo come quello italiano che fino a qualche anno fa produceva le automobili più belle del mondo, i suoi stilisti dettavano legge nell'eleganza dell'abbigliamento. In cui i cappelli Borsalino erano unici al mondo. Le scarpe italiane dicevano nel mondo chi eri. La cui la cucina era proverbiale. I cui vini erano famosi. La cantieristica era rinomata tra transatlantici e yacht erano i più lussuosi. Abbiamo dato al mondo il telefono, il motore a scoppio, la radio, le batterie, gli occhiali, il pianoforte, il violino, la viola, il mandolino, le note musicali, abbiamo inventato le campane, e l'opera, il teatro dell'arte, il teatro di Goldoni, la tradizione del bel canto, perfino il gelato. La plastica, il polistirolo, il pail. Abbiamo la più antica banca e la prima università d'Europa. La prima laureata donna che era veneziana. Tutto l'Occidente scrive con caratteri latini, cioè Italiani.
In Toscana gli Etruschi inventarono l'arco. Pochi sanno che i Romani inventato i chiodi metallici e che il primo PC in assoluto fu dell'Olivetti. Con Roma antica il nostro Paese portò la civiltà e la cultura al mondo. Roma fu la capitale della Cristianità. Coi comuni l'Italia mise fine per prima al feudalesimo. Con le Repubbliche marinare abbiamo inondato di merci il continente. Gli italiani con l'Umanesimo e il Rinascimento illuminarono l'Europa spiritualmente e con l'olio lampante del Salento per secoli gli italiani illuminarono le lampade di tutte le case d'Europa. Prima il latino e poi l'italiano, per secoli, furono lingue internazionali. l'Italia possiede più opere d'arte che tutto il resto del mondo e le sue città sono gioielli di eleganza. Incredibile ma vero, da sempre e non da ora, come testimonia anche Giacomo Leopardi, questo popolo è complessato, cinico, disincantato, umile, non crede in sé stesso. Per dire che una cosa è fatta male, talvolta si usa dire che è fatta all'italiana. Ora che questo popolo sta' morendo, sarà una perdita per il mondo perché non è come dicono che uno vale uno. A proposito dell'Italia, lo scrittore Henry Sienkiewicz ha detto: "come si potrebbe non amare Italia? Io credo che ogni uomo abbia due patrie; l’una è la sua personale, più vicina, e l’altra: l’Italia."
L'Italia è ormai una provincia svuotata di un impero anche lui piuttosto decrepito. Film, musica, libri e tutta la produzione culturale che accompagna solitamente un luogo che si dà arie di nazione sono ormai copie di importazione. Recarsi in Germania, come in Italia o in Spagna o addirittura in Giappone non fa alcuna differenza, tutti i paesi sono uguali, fatte salve le peculiarità climatiche, artistiche, paesaggistiche e culinarie, anch'esse vendute come preziosi souvenir, per il resto gli stessi vestiti, le stesse scarpe, le stesse macchine, gli stessi film, la stessa organizzazione del lavoro, tant'è che su internet c'è pure chi campa girando video dei supermercati incontrati in giro per il mondo. L'unica stranezza concessa è il tè con le bolle o lo stufato di canguro, trofei da inserire nella personale Wunderkammer da condividere sui social, ma i preziosi reperti ormai sono alla portata di tutti, e tempo un lustro non fanno più notizia, sicché si rende continuamente necessario scovare nuove eccentricità. È già una fortuna, nel bel mezzo di questa monotonia organizzata, riuscire a conservare in un cofanetto le proprie cose preziose.
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stilouniverse · 3 months ago
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I top ten di gennaio 2025
tuttatoscana I 10 articoli più letti del mese di gennaio 2015 Leggende, aneddoti, proverbi e personaggi Piatti tipici toscani, la loro storia e le loro ricette Da via Francigena a Strada Regia Romana Il Pantheon degli Etruschi Il banchetto in Etruria e le peculiarità della iconografia etrusca Stendhal, “Guida ad uso di chi viaggia in Italia” Alla ricerca e alla scoperta di quel che resta…
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cucinamoderna · 2 years ago
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La Pasta: Un Viaggio nella Storia dell'Alimento Italiano per Eccellenza
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La pasta, un alimento che incarna l'essenza stessa della cucina italiana, ha una storia millenaria che attraversa continenti e culture. In questo articolo, esploreremo le origini della pasta, dalla sua presunta nascita in Cina al suo trionfante arrivo in Italia e il suo ruolo nella creazione di uno dei piatti più amati al mondo: la pasta al pomodoro.
Un'Origine Antica
La pasta, nel suo nucleo, è il risultato della mescolanza tra semola (farina grossolanamente macinata da grano) e acqua, unita da una piccola quantità di sale. Le leggende suggeriscono che la pasta sia stata inventata dai Cinesi e portata in Europa da Marco Polo nel 1295, dopo il suo viaggio nell'Impero del Gran Khan. Tuttavia, la storia della pasta è ancora più antica, con radici profonde nella tradizione mediterranea.
È un compito arduo attribuire la paternità della pasta a un solo popolo. Mentre gli antichi millenni a.C. ci hanno lasciato prove di pane e focacce cucinate su pietre roventi, i primi indizi della pasta sono rintracciabili nella civiltà persiana e soprattutto in quella greca. Aristofane, commediografo del V secolo a.C., menziona in una delle sue opere un tipo di pasta simile agli attuali ravioli. Gli Etruschi, in una tomba a Cerveteri, conservavano strumenti da cucina simili a quelli moderni, utilizzati per preparare ravioli. Ma è con i Romani che la pasta inizia a guadagnare notorietà. Autori come Orazio e Terenzio Varrone, nel I secolo a.C., la menzionano nelle loro opere, descrivendo strisce di pasta, spesso farcite con verdure.
Il Medioevo della Pasta
Il periodo medievale segna una scomparsa temporanea della pasta. Questo potrebbe essere attribuito al fatto che gli scrittori dell'Impero Romano tardo non avevano un particolare interesse per le abitudini alimentari quotidiane. Tuttavia, con la caduta dell'Impero Romano e la crisi economica che ne seguì, la produzione di grano, e quindi di pane e pasta, diminuì. Fu solo nel IX secolo, nell'Africa settentrionale influenzata dalla civiltà araba, che la pasta ritornò, stavolta nella forma di pasta secca, grazie alla sua capacità di conservazione. Fino ad allora, la pasta era principalmente consumata fresca.
Un libro di cucina dell'anno Mille, intitolato "De arte coquinaria," scritto da Martino Corno, cuoco del patriarca di Aquileia, menziona la prima ricetta a base di pasta, importata dalla Sicilia. Gli Arabi, che governarono l'isola per molti decenni, contribuirono in modo significativo alla diffusione della pasta nel Mediterraneo. L'introduzione dei mulini semplificò la produzione di farina, dando vita a una produzione abbondante di pasta. Nel 1154, lo storico arabo al-Idrisi descrisse dettagliatamente Palermo e menzionò Travia, una località dove i pastai producevano pasta a forma di fili, forse i precursori degli spaghetti. Alla fine del XII secolo, la produzione di pasta divenne un'industria vera e propria, con navi cariche di pasta che partivano dalla Sicilia verso l'Italia meridionale, la Sardegna, l'alto Tirreno e la Provenza.
L'Arrivo in Italia
La tradizione narra che Marco Polo abbia introdotto la pasta in Occidente nel 1295, dopo averla scoperta in Cina. Già all'inizio del XIV secolo, esistevano pastifici a Genova. Tuttavia, fino alla fine del Cinquecento, la pasta era riservata principalmente alle classi sociali più abbienti a causa dei suoi costi elevati. Solo nel XVII secolo, con l'avvento della gramola, uno strumento per rendere la pasta morbida e omogenea, e l'invenzione del torchio meccanico, la produzione di pasta divenne abbondante e accessibile a tutti. In questo periodo, nacquero numerosi pastifici nella zona di Napoli, grazie alle condizioni climatiche favorevoli che permettevano una produzione abbondante di pasta secca.
La Pasta al Pomodoro
La vera rivoluzione nella storia della pasta avvenne nella prima metà del Seicento, quando furono introdotti i pomodori nell'area napoletana sotto il dominio spagnolo. Originari delle Americhe, i pomodori furono inizialmente considerati velenosi e utilizzati solo come piante ornamentali. Tuttavia, superate le paure e le superstizioni, il pomodoro divenne un accompagnamento naturale per la pasta, data la sua abbondanza e il costo accessibile. L'area napoletana superò rapidamente la Sicilia sia nella produzione che nel consumo di pasta. Tuttavia, la pasta non era ancora un piatto aristocratico e veniva venduta per strada da venditori ambulanti, spesso mangiata con le mani. Fu solo all'inizio del Settecento che la forchetta, con quattro rebbi invece di due, rese possibile l'approccio nobile alla pasta. Questa innovazione si diffuse rapidamente in Italia e in Europa.
Gli Italiani e la Pasta
Nei secoli successivi, la produzione di pasta ha continuato a migliorare, passando da macchine idrauliche a macchine a vapore, elettriche e computerizzate. La tradizione della pasta artigianale è rimasta saldamente italiana, con alcune grandi aziende produttrici in Emilia-Romagna e nel Centro-Sud. Gli Italiani sono i principali consumatori di pasta al mondo, spesso condita con pomodoro o sughi a base di vari ingredienti, o cotta nel brodo. La pasta è alla base della dieta mediterranea, un modello di alimentazione equilibrato riconosciuto in tutto il mondo per il suo apporto bilanciato di carboidrati, vitamine e sali minerali, con un bass
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personal-reporter · 2 years ago
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La zucca, ortaggio di metà autunno
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Simbolo dell’autunno e di Halloween, la zucca fa parte delle specie vegetali appartenenti alla famiglia delle Cucurbitaceae, e la sua  storia  cominciò grazie alla lagenaria (Lagenaria siceraria), una specie caratterizzata da un frutto cilindrico e allungato, importata dai popoli fenici, i quali cominciarono a coltivarla lungo le foci dei fiumi italiani. In seguito la coltura della lagenaria si ampliò tanto che prima gli etruschi e poi gli antichi romani furono affascinati da questo frutto. sono infatti molte le testimonianze che esaltano la zucca, come quella di Plinio, che ne sottolinea le doti definendola come un balsamo. Nei secoli le credenze e le superstizioni intorno alla zucca si moltiplicarono, a causa delle sue caratteristiche, infatti si sviluppa con estrema velocità e ha un frutto di grandi dimensioni, che talvolta presenta forme e colori molto particolari. Queste qualità fecero che nell’immaginario collettivo la zucca divenisse simbolo della resurrezione ma si perse l’abitudine di utilizzarne la polpa, a favore dei semi, spesso tostati prima di essere consumati. Citata nella Bibbia, da Dante Alighieri e persino da Leonardo da Vinci, la storia della zucca ebbe però una svolta dopo la scoperta delle Americhe e intorno al XVI secolo, quando vennero importate le zucche tonde e arancioni. Da allora la zucca divenne una vera e propria prelibatezza tanto da ricoprire ruolo primario in cucina ed è protagonista di numerose credenze e riti, tanto che anche in Italia il 31 ottobre è divenuta abitudine festeggiare Halloween,  una festività dalle origini antichissime che si è mantenuta e evoluta nei secoli arrivando fino ai giorni nostri. Pare che Halloween fosse festeggiato  in Irlanda già intorno al 500 a.C., quando i popoli autoctoni erano soliti festeggiare il Samhain, cioè la fine dell’estate, verso fine ottobre. Durante l’ultima notte del mese si dovevano spegnere tutti i focolari tranne i fuochi sacri dei druidi, che avrebbero avuto la forza di allontanare gli spiriti nefasti e assicurare raccolti abbondanti nella stagione seguente e l’arrivo del cristianesimo nell’isola britannica il rito venne modificato, mantenendo l’usanza di accendere dei fuochi propiziatori contro le sventure durante la notte precedente il giorno di Ognissanti. Fu così che gli irlandesi cominciarono a coltivare rape e patate dove inserivano fuochi che, protetti e alimentati dagli ortaggi, potevano rimanere accesi per molte ore durante la notte. Nacque così la tradizione di Halloween, da una contrazione dell’inglese All Hallows’ eve che in italiano si traduce come Vigilia di Ognissanti. La storia della zucca di Halloween cominciò solo nell’Ottocento, quando molti irlandesi emigrarono verso gli Stati Uniti d’America di seguito alla carestia, cos’ la tradizione mutò e le luci propiziatorie vennero inserite all’interno della zucca arancione. Data la facilità con cui la zucca  si poteva lavorare, si aggiunsero altri  significati e la figura antropomorfa incise sulle zucche di Halloween divenne un simbolo per scongiurare l’avvento degli spiriti funesti. La tradizione di Halloween si diffuse rapidamente in tutti gli Stati Uniti tanto da divenire simbolo del popolo e, successivamente, fu esportata in tutto il mondo occidentale. Read the full article
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mariuskalander · 2 years ago
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RT @horusarcadia: ITALIA: unificata da Roma (con la spada Cesare ci ha messo dentro anche i Galli Padani) ITALICI: le razze appenniniche (Umbri,Oschi,Latini, Etruschi,Campani,SANNITI ! ,Lucani,Apuli) : gli unici veri Italici https://t.co/sTng9vksb5
— Mario Calandra (@MariusKalander) May 13, 2023
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guidosileoni · 3 years ago
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Terme del Corallo, Livorno FEDERICA GIORDANO PHOTOGRAPHY INSTAGRAM - @federicagiordanoph | @chicagiordano
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