#Costituzione
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Perché il governo ha varato una legge per il femminicidio rendendolo reato autonomo punibile con l’ergastolo, ben sapendo che è incostituzionale?
Creare un reato specifico che chiaramente viola l’articolo 3 della Costituzione, mentre l’omicidio di una donna per ragioni di genere (ovvero “in quanto donna”) è già un’aggravante che può portare all’ergastolo, è chiaramente un provvedimento spot per la “Festa della Donna”.
Ma la mia ipotesi preferita è un’altra: il governo spera di poter convincere l’opinione pubblica che sono i giudici, e non loro, ad essere contro le donne, quando la Corte Costituzionale ovviamente dichiarerà illegittima la legge.
Così avranno raggiunto il duplice obiettivo di NON avere una legge seria di contrasto a questo orribile fenomeno, e di attaccare la magistratura.
O forse li reputo troppo intelligenti.
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“ Se in Russia era vietato parlare di guerra, in Italia era proibito parlare di pace. La prima risoluzione fatta votare dal governo Draghi al Parlamento per armare l’Ucraina, in barba all’articolo 11 della Costituzione, parlava soavemente di “armi non letali”, come se si potessero inviare fionde, cerbottane, fuciletti a tappo, pistole ad acqua o a coriandoli e lingue di Menelik. Poi si è bandita l’ipocrisia e ammesso che, sì, le armi erano letali, ma servivano alla “de-escalation”. Restava da capire che cosa fosse allora l’escalation, visto che l’avevamo sempre intesa come un aumento delle armi. Di conseguenza, quando il leader 5 Stelle Giuseppe Conte s’è opposto all’aumento della spesa militare fino al 2% del Pil entro il 2024 chiesta da tutti gli altri grandi partiti (circa 15 miliardi di euro in più all’anno), il «Corriere della Sera» titolava sulla sua “escalation anti-armi” e «Repubblica» sulla “escalation grillina”. Quindi ora escalation significa meno armi e de-escalation più armi: basta intendersi. Ancora «Repubblica»: «Pronte nuove armi per Kiev, ma Draghi: “Cercare la pace”»; «Letta: “Le armi fanno vivere la pace”» (è il disarmo che la ammazza, la pace). E «La Stampa»: «L’Anpi è troppo pacifista» (come quella ragazza che era rimasta “un po’ incinta”). A furia di scambiare la guerra con la pace, anche Draghi andava in confusione e intimava agli italiani di «scegliere tra la pace e i condizionatori accesi», come se le due cose non coesistessero pacificamente (in tempo di pace nessuno ha mai messo in dubbio i condizionatori accesi: è la guerra che potrebbe costringere gli italiani a spegnerli; motivo in più per favorire la pace, o almeno una tregua, al più presto). Il Papa – anche lui in odor di putinismo – dissentiva sul riarmo e definiva «pazzi quelli che vogliono aumentare la spesa militare al 2% del Pil» (cioè Draghi, Letta Jr e le altre destre). E il premier? «Draghi ringrazia il Papa» («Corriere della Sera»). Pazzo, ma riconoscente.
In questa follia collettiva gli amici diventavano nemici, i buoni diventavano cattivi, e viceversa. Boris Johnson, da truce sponsor della Brexit, del trumpismo, del sovranismo, del populismo e del negazionismo sul Covid, diventava idolo degli atlantisti per il suo totale asservimento a Washington. Il governo polacco, negatore dei diritti civili e dell’indipendenza della magistratura, da sempre “paria” d’Europa con tanto di procedure di infrazione e minacce di espulsione, veniva elogiato e ossequiato (ma soprattutto perdonato) da tutti per la sua postura bellicista contro gli odiati russi. I nazisti del Battaglione “Azov”, da sempre onta dei governi ucraini per le loro insegne ispirate alla svastica, per l’ideologia suprematista e antisemita, e per i report dell’Onu, di Amnesty International e dell’Osce che li additano come autori di efferati crimini e torture contro i civili russofoni in Donbass e non solo, venivano riabilitati e addirittura esaltati sulla Rai del “servizio pubblico” (da Massimo Gramellini), su «Repubblica», sul «Corriere della Sera» e sul «Foglio» (a firma di un’ex spia prezzolata della Cia: Giuliano Ferrara). In compenso, il vignettista Vauro veniva additato come “antisemita” per aver disegnato il naso un po’ troppo grosso a Zelensky (come sempre avviene nelle caricature). Insomma, il tentativo di trasformare una guerra regionale in una guerra mondiale aveva ottime speranze di successo, grazie a una mirabile divisione dei compiti che Antonello Ciccozzi, docente di Antropologia culturale all’Università dell’Aquila, fotografava così: «In Ucraina, alla rappresentazione dualistica tra invasi e invasori, dovremmo aggiungere un terzo elemento: gli invasati». “
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Dalla prefazione di Marco Travaglio a:
Franco Cardini, Fabio Mini, Ucraina. La guerra e la storia, Paper First, Maggio 2022 [Libro elettronico]
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Nel nome dei Padri

Il Presidente De Nicola firma la Costituzione. Alla sinistra dell'immagine: De Gasperi, alla destra: Terracini.
Qui sotto l'elenco dei membri della Commissione per la Costituzione (o Commissione dei 75).
Gruppo democristiano (26 membri)
Gaspare Ambrosini
Giuseppe Maria Bettiol (sostituisce dal 10 aprile 1947 Giacinto Froggio, dimissionario, che il 6 febbraio 1947 aveva sostituito Ezio Vanoni, divenuto ministro)
Pietro Bulloni
Giuseppe Cappi
Giuseppe Caronia (sostituisce dal 22 febbraio 1947 Giuseppe Togni, divenuto sottosegretario di stato)
Giuseppe Codacci Pisanelli
Camillo Corsanego
Luigi De Michele
Francesco Dominedò
Giuseppe Dossetti
Maria Federici
Giacinto Froggio (sostituisce dal 2 luglio 1947 Umberto Tupini, divenuto ministro)
Giuseppe Fuschini
Angela Gotelli (sostituisce dal 6 febbraio 1947 Carmelo Caristia, dimissionario)
Giorgio La Pira
Giovanni Leone
Salvatore Mannironi
Giuseppe Micheli (sostituisce dal 22 febbraio 1947 Umberto Merlin, divenuto sottosegretario di stato)
Aldo Moro
Costantino Mortati
Attilio Piccioni
Giuseppe Rapelli
Ferdinando Storchi (sostituisce dal 2 luglio 1947 Amintore Fanfani, divenuto ministro)
Emilio Paolo Taviani
Egidio Tosato
Giovanni Uberti (sostituisce dal 24 luglio 1946 Giovanni Ponti, dimissionario)
Gruppo comunista (13 membri)
Giuseppe Di Vittorio (sostituisce dal 10 dicembre 1946 Mario Assennato, dimissionario, che il 24 settembre 1946 aveva sostituito lo stesso Di Vittorio, dimissionario)
Edoardo D'Onofrio (sostituisce dal 27 febbraio 1947 Umberto Terracini)
Antonio Giolitti (sostituisce dal 29 maggio 1947 Riccardo Ravagnan, dimissionario)
Ruggero Grieco (Vice Presidente)
Nilde Iotti
Vincenzo La Rocca
Renzo Laconi (sostituisce dal 19 settembre 1946 Fabrizio Maffi, dimissionario)
Concetto Marchesi
Guido Molinelli (sostituisce dal 30 maggio 1947 Carlo Farini, dimissionario, che il 19 settembre aveva sostituito Giorgio Amendola, dimissionario)
Umberto Nobile
Teresa Noce
Antonio Pesenti (sostituisce dal 10 dicembre 1946 Bruno Corbi, dimissionario, che il 24 settembre 1946 aveva sostituito lo stesso Pesenti, dimissionario)
Palmiro Togliatti
Partito Socialista Italiano (7 membri)
Leonetto Amadei (sostituisce dal 10 dicembre 1946 Giovanni Lombardi, deceduto, che il 25 luglio 1946 aveva sostituito Alessandro Pertini, dimissionario)
Lelio Basso
Michele Giua
Ivan Matteo Lombardo
Pietro Mancini
Angelina Merlin
Ferdinando Targetti
Partito Socialista Lavoratori Italiani (6 membri)
Alessandro Bocconi
Emilio Canevari
Eduardo Di Giovanni (sostituisce dall'11 settembre 1946 Alberto Simonini, dimissionario)
Gustavo Ghidini (Vice Presidente)
Edgardo Lami Starnuti
Paolo Rossi
Gruppo Repubblicano (4 membri)
Giovanni Conti
Francesco De Vita (decaduto perché sottosegretario dal 22 dicembre 1947)
Tomaso Perassi (Segretario)
Oliviero Zuccarini
Unione Democratica Nazionale (4 membri)
Aldo Bozzi
Giuseppe Paratore
Giovanni Porzio
Vito Reale (sostituisce dal 16 giugno 1947 Giuseppe Grassi, divenuto ministro)
Gruppo Autonomista (3 membri)
Giulio Bordon
Piero Calamandrei
Emilio Lussu
Fronte liberale democratico dell'Uomo Qualunque (3 membri)
Francesco Colitto
Francesco Marinaro (Segretario)
Ottavio Mastrojanni
Gruppo Liberale (3 membri)
Bartolomeo Cannizzo (sostituisce dal 14 dicembre 1946 Gennaro Patricolo, dimissionario, che il 24 luglio 1946 aveva sostituito Ottavia Penna Buscemi, dimissionaria)
Orazio Condorelli (sostituisce dal 17 ottobre 1947 Roberto Lucifero d'Aprigliano, dimissionario)
Guido Cortese (sostituisce dal 27 giugno 1947 Luigi Einaudi, divenuto ministro)
Gruppo Misto (3 membri)
Gustavo Fabbri
Andrea Finocchiaro Aprile
Meuccio Ruini (Presidente)
Democrazia del Lavoro (2 membri)
Mario Cevolotto
Enrico Molé
Unione Nazionale (1 membro)
Pietro Castiglia
Fonte: Wikipedia.
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Come donne, viviamo in una società basata e costruita nei millenni attorno ad un solo fattore: come permettere al meglio ad un uomo di poter "svuotare il suo liquido seminale su una donna".
Dalla religione, al vestiario, al trucco, dai giochi alle storie per bambine, all'acconciatura, all'educazione familiare, scolastica, parrocchiale, alle norme costituzionali... esiste una continua manipolazione maschile che dice "Tu, donna, sei solo un oggetto per un uomo e questo solo devi essere".
#patriarcato#maschilismo#manipolazione#donne#vivere#società#uomo#liquido seminale#religione#vestiario#trucco#giochi#storie#storie per bambine#acconciatura#educazione familiare#educazione scolastica#famiglia#scuola#parrocchia#educazione parrocchiale#norme#norme costituzionali#Costituzione#Costituzione Italiana#Italia#manipolazione maschile#donna#donna oggetto#oggetto
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La sovranità appartiene al popolo
me ne frego
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Alla fine il referendum abrogativo sulla legge sull'autonomia differenziata su cui l'opposizione aveva puntato le sue carte per dare una spallata e dividere l'attuale maggioranza non si farà. La Corte Costituzionale non lo ha ammesso. E come sempre quando si promuovono in politica iniziative che non hanno una esito felice si è investiti da un effetto boomerang. Perchè a questo punto l'autonomia, espressione che seppure contenuta nella nostra Costituzione (come ha ricordato ieri la Consulta) la sinistra spesso ha scambiato per una parolaccia, è entrata a far parte come riforma nel nostro ordinamento. Qualcuno dirà che in fondo la legge varata dal governo rispetto alle idee della Lega è all'acqua di rose, ma lo era anche quando l'opposizione ha deciso di raccogliere le firme per il referendum, e ora - tanto o poco che sia - con le indicazioni suggerite dalla Consulta qualche settimana fa ha ricevuto il bollino di costituzionalità.
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Se gli uomini potessero partorire, il diritto all'aborto sarebbe in tutte le Costituzioni del mondo; gli assorbenti sarebbero gratuiti e consegnati via Amazon, a domicilio; i contraccettivi sarebbero offerti al bar, nel piattino della tazzina di caffè; e, in caso di gravidanza, il congedo da lavoro, pagato dal datore di lavoro, durerebbe 60 anni.
Sono gli uomini a causare il problema "incinta", non le donne: quindi sono gli uomini a doversi fare, tutti!, la vasectomia!
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#diritto#politica#costituzione#vaccino#zombie#società#società malata#svegliatevi#sistema#aprite gli occhi#manipolazioni#schiavi#controllo#legge#buonsenso#discernimento#covid#verità#catene
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Certamente la sicurezza e l’incolumità dello Stato và garantita, ma nel farlo non è consentito ai pubblici poteri calpestare i diritti fondamentali della persona
Nel 1927 nacque il primo nucleo istituzionalizzato: “l’ispettorato speciale di polizia”, costituito presso la Divisione Affari Generali e Riservati del Ministero dell’Interno, che nel 1930 prenderà la denominazione di OVRA <16.Lo studioso De Lutiis, riprendendo quanto affermato da Guido Leto <17 (capo storico dell’OVRA), riporta come la struttura dell’organizzazione fosse articolata in circa…

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" Abbiamo sempre saputo e sappiamo che l’avanzata delle classi lavoratrici e della democrazia sarà contrastata con tutti i mezzi possibili dai gruppi sociali dominanti e dai loro apparati di potere. E sappiamo, come mostra ancora una volta la tragica esperienza cilena, che questa reazione antidemocratica tende a farsi più violenta e feroce quando le forze popolari cominciano a conquistare le leve fondamentali del potere nello Stato e nella società. Ma quale conclusione dobbiamo trarre da questa consapevolezza? Forse quella, proposta da certi sciagurati, di abbandonare il terreno democratico e unitario per scegliere un’altra strategia fatta di fumisteria, ma della quale è comunque chiarissimo l’esito rapido e inevitabile di un isolamento dell’avanguardia e della sua sconfitta? Noi pensiamo, al contrario, che, se i gruppi sociali dominanti puntano a rompere il quadro democratico, a spaccare in due il paese e a scatenare la violenza reazionaria, questo deve spingerci ancora più a tenere saldamente nelle nostre mani la causa della difesa delle libertà e del progresso democratico, a evitare la divisione verticale del paese e a impegnarci con ancora maggiore decisione, intelligenza e pazienza a isolare i gruppi reazionari e a ricercare ogni possibile intesa e convergenza fra tutte le forze popolari. È vero che neppure l’attuazione coerente di questa linea da parte dell’avanguardia rivoluzionaria esclude l’attacco reazionario aperto. Ma chi può contestare che essa lo rende più difficile e crea comunque le condizioni più favorevoli per respingerlo e stroncarlo sul nascere? "
Brano tratto da Via democratica e violenza reazionaria, articolo di Enrico Berlinguer pubblicato il 5 ottobre 1973 su Rinascita, periodico politico-culturale del Partito Comunista Italiano.
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La Russa "L'antifascismo non è nella costituzione".
Come se lui l'avesse letta
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PRIMA PAGINA Unita di Oggi venerdì, 28 febbraio 2025
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Le toghe si alzano in piedi… per uscire di scena http://dlvr.it/THcnrv
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DALLA PARTE DELLA COSTITUZIONE QUINDI DEI MAGISTRATI CHE LA DIFENDONO
Noi comunisti che abbiamo contribuito alla costruzione dell’Italia antifascista diamo la massima solidarietà alla lotta democratica dei magistrati contro l’attacco massonico-piduista contro il sistema giudiziario italiano e che voglione con la separazione delle carriere dei magistrati mettere sotto controllo della politica la Giustizia. Siamo stupiti che davanti al coraggio dei magistrati non ci…
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Anche quest’anno ho partecipato alla inaugurazione dell’anno giudiziario presso la Corte di Appello di Potenza.
La qualità della democrazia si misura anche dalla qualità del sistema giudiziario.
Passi avanti e criticità fanno parte dell’evoluzione del sistema.
L’importante, quando si tratta di uno dei pilastri del nostro Stato, è dialogare senza fare processi alle intenzioni.


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