#educazione musicale
Explore tagged Tumblr posts
pier-carlo-universe · 1 month ago
Text
Chitarra e Danze dell'Ispanoamerica per il Sabato del "Vivaldi"Un weekend di musica al Conservatorio "A. Vivaldi" con concerti e seminari dedicati alla cultura ispanica
Il 19 ottobre 2024, il Conservatorio "A. Vivaldi" di Alessandria ospiterà una giornata ricca di eventi musicali con due appuntamenti imperdibili presso l'Auditorium Pittaluga, in via Parma 1.
Il 19 ottobre 2024, il Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria ospiterà una giornata ricca di eventi musicali con due appuntamenti imperdibili presso l’Auditorium Pittaluga, in via Parma 1. La mattinata inizierà alle ore 11 con il Concerto di Gemellaggio degli Allievi di Chitarra, seguito nel pomeriggio dal Seminario sulle Danze dell’Ispanoamerica, che culminerà alle 18:30 con un concerto…
0 notes
muatyland · 2 months ago
Text
Recensione "Il paese di Armonia" di Luca Giribone
«Nel paese di Armonia ogni cosa era musica. I suoi abitanti cantavano insieme al vento e alla pioggia, ai ruscelli e agli animaletti del bosco. Si narrava che in un tempo lontano qualcosa di molto diverso e un po’ spaventoso fosse accaduto, quando il Terribile Vulcano Dodecafonico si era risvegliato. Ma il Vulcano era distante, e la pace regnava da molti anni. Nessuno si ricordava di cosa fosse…
0 notes
campadailyblog · 5 months ago
Text
Scuola di Musica: Consigli utili per aprire la tua scuola
Aprire una scuola di musica è un’opportunità affascinante per gli imprenditori. Questo articolo offre consigli pratici per realizzare il tuo sogno. Ti mostreremo come scegliere la location ideale e assoldare istruttori qualificati. Ti guideremo attraverso tutti i passaggi per lanciare la tua scuola musicale. Punti Chiave Scelta della location ideale per la tua scuola di musica Ottenimento delle…
0 notes
gabbiadicarta · 7 months ago
Text
Tumblr media
io la chiamo educazione musicale.
6 notes · View notes
dedoholistic · 11 months ago
Text
Il Mese Classico con Roberto Roganti: Max Bruch
2 notes · View notes
turuin · 2 years ago
Text
Come un suicidio, o della forza dietro a un'ispirazione inattesa.
Come chi mi segue dovrebbe ormai aver capito, io sono "un ragazzo dei 90s", nel senso che in quella meravigliosa e folle decade che ha visto la fine del ventesimo secolo e l'inizio del ventunesimo io ho avuto la fortuna di avere esattamente tra i dieci e i vent'anni. Nemmeno ve lo spiego cosa sono stati, questi benedetti anni '90; chi c'era, ne porta i segni indelebili e ha visto tante, tantissime, troppe cose - tra cui grandi promesse di mescolanza tra generi, razze, libertà, culture finite tutte con i grandi traumi del 2001 (per me personalmente, 20 Luglio e 11 Settembre) che ci hanno dato un calcio in culo e riportato in un mondo fatto di repressione, razzismo, opportunismo politico e follie generalizzate. Ma sto divagando. Dicevo, sono cresciuto anche musicalmente con tutta la bella musica degli anni '90, marchiato a fuoco dalla sacra trinità Nirvana, Alice in Chains, Soundgarden e poi da tutto il resto a prescindere dalla scena di Seattle - Mudhoney, Korn, Green Day, Jon Spencer Blues Explosion, Pixies, Deftones, Sepultura, Pearl Jam, Sonic Youth, Placebo e così via che non basterebbero venti post a rimetterli tutti in fila. A quindici anni circa, su consiglio del maggiore dei miei fratelli (che viveva fuori e ne capiva - e ne capisce - parecchio di musica rock) sono andato a comprare al buio due CD presso il locale negozietto di dischi (capitemi, parliamo di Catanzaro, ce n'era a malapena uno). Che significa comprare al buio? Che io, di questi due dischi, non sapevo assolutamente nulla: uno era "Fight for your mind" di Ben Harper, che mi ha fatto fare un salto da gigante verso un genere musicale con il quale avevo poca confidenza (e rimane, ad oggi, il mio preferito di Harper) e l'altro era proprio "Superunknown" dei Soundgarden che io, da giovincello ignorante, all'epoca ignoravo. Un fulmine. Un terremoto, una catastrofe naturale. Non voglio parlare del disco in sé, quindi ne dirò solo una cosa che ho sentito dire una volta e che condivido al 100%: chiunque suoni uno strumento e voglia superare la gabbia delle ritmiche o dell'uso convenzionale di strumenti e voce dovrebbe impararlo a memoria (specie i batteristi, ma vale per tutti). Insomma, mi innamoro di Superunknown. E come potrebbe essere altrimenti? Parliamo del disco che contiene, TRA LE ALTRE, "Black Hole Sun" e "Spoonman". E infatti, io quei due pezzi li consumo - gli altri invece mi faranno compagnia negli anni a venire. Ma c'è uno di questi brani che, invece, nei primi ascolti di Superunknown, mi sfugge. Vai a capire perché: si tratta di "Like suicide". Forse perché il titolo mi inquieta un po'? In fondo, il suicidio di Cobain è davvero "l'altro ieri", vengo pur sempre da una educazione cattolica, la cosa mi inquieta, forse perché è il penultimo pezzo in scaletta, forse perché parte così lenta... la ignoro per molto tempo (che poi, di lì a poco si sarebbe presentato l'ancora più traumatico "Love is suicide" dei Pumpkins di Bodies). Che errore. Fast forward, anni dopo - sull'inizio degli anni zero - scopro il file sharing e inizio a derubare la rete di qualsiasi cosa per me sia una "rarità", vale a dire praticamente ogni bootleg, ogni b-side, ogni registrazione da radio locale si trovi delle band dei miei eroi. Ed è così che scopro questa versione di "Like suicide" acustica, meravigliosa, profondissima. E me ne innamoro perdutamente. E siccome ho internet (56k, poi ISDN, poi ADSL ma qui siamo proprio agli esordi) faccio come sempre un bel giro sui vari siti versione geocities o altavista, con la grafica ammazzaocchi, a scaricarmi il testo per stamparmelo e cantarla e suonarla. E ne scopro la storia. Ma - intermezzo - eccola qui:
Chiaramente non nella versione Napster, ma quella carina bella e rimasterizzata della deluxe edition di Superunknown. La storia mi colpisce tanto da rimanermi in testa a vita: Chris Cornell (che - ed è una ferita assolutamente aperta - morirà suicida pure lui, dopo il suo ultimo concerto, nel 2017, privandoci per sempre del suo meraviglioso timbro vocale) in sostanza sta dormendo a casa sua quando sente un colpo alla porta d'ingresso. Si alza, apre la porta e trova un uccellino - un pettirosso - agonizzante, che si è spezzato il collo volando contro la porta. La cosa lo segna, lo colpisce a tal punto che - ucciso pietosamente l'uccellino agonizzante con un mattone, per evitargli ulteriori sofferenze - rientra in casa e scrive questa canzone, riportando in maniera quasi didascalica l'accaduto:
Heard it from another room Eyes were waking up Just to fall asleep Love's like suicide
Dazed out in a garden bed With a broken neck Lays my broken gift Just like suicide
And my last ditch Was my last brick Lent to finish her Finish her
She lived like a murder How she'd fly so sweetly She lived like a murder But she died just like suicide
Risulta bellissimo, se mi perdonate l'interruzione, l'uso del femminile per indicare gli uccelli. Cosa ne sai se l'uccellino è maschio o femmina? Ma Madonna, ad esempio, fa lo stesso in Frozen: "Love is a bird / she needs to fly". Non è che ci sia una regola grammaticale per questo ma, sospetto, solo puramente poetica. E che dire di "she lived like a murder" per indicare che si tratta di un pettirosso, uccello che da sempre da' l'impressione di avere il petto sanguinante, come se avesse commesso un omicidio? Ma Chris, a questo punto, ci racconta cosa gli succede dopo aver posto fine alla sofferenza del pettirosso:
Bit down on the bullet now I had a taste so sour I had to think of something sweet Love's like suicide
Safe outside my gilded cage With an ounce of pain I wield a ton of rage Just like suicide
With eyes of blood And bitter blue How I feel for you I feel for you
To bite the bullet, mordere il proiettile, mandare giù il rospo in pratica: un gusto così amaro (so sour) che bisogna per forza mandarlo via pensando a qualcosa di dolce: l'amore è simile al suicidio. La corsa verso una porta chiusa, spezzandosi il collo per presentarsi all'altro come un broken gift. E a chi resta non rimane che rifugiarsi al sicuro, fuori dalla propria gabbia dorata, impugnare una tonnellata di rabbia da un grammo di dolore e scrivere una canzone, da dedicare a questo incidente così struggente nel suo essere, comunque, ordinario e non fuori dal comune, per scrivere how I feel for you e mandare via quel maltaciuto senso di colpa - di cosa, poi? - che già mostrava quanto potesse essere sensibile l'animo di Chris, con i suoi occhi iniettati di sangue e amareggiati d'azzurro. Mi è ricapitata stasera, nel mezzo di uno dei minestroni di Spotify (Acoustic rock best o qualcosa del genere?) e ho ripensato a quanto sia bella. Anche nella sua versione elettrica, è bellissima - una grunge ballad con pochissime rivali in assoluto - ma questa, così acustica, sembra quasi di sentirla mentre Chris, ancora mezzo assonnato e preso male per l'accaduto, la compone verso per verso e nota per nota.
Buon ascolto.
7 notes · View notes
weekendance · 1 year ago
Text
Tumblr media Tumblr media
“They Were the Robots”. A conclusione di una settimana che si era aperta sabato scorso con Peter Hook, ieri sera i Kraftwerk hanno completato la grande traceyemiana installazione intitolata: “Le Colonne d’Ercole della tua educazione musicale, nella città dove hai ricevuto la tua educazione musicale”. Laddove però Hook e la sua più-che-onesta cover band dei Joy Division era come se provassero a far rivivere l’adolescenza tipo quei paradossi: “preferiresti avere un milione di euro subito o risvegliarti nel corpo di te diciassettenne però pienamente consapevole di tutti i quarant’anni venuti dopo?” (intendiamoci: Hook è colossale, squadratissimo, generoso, e in qualche modo, e forse pure con più fatica di quel che sembra, è come se mettesse in scena a beneficio nostro una sua personale ferita mai del tutto rimarginata e rimarginabile – ferita di oltre quarant’anni fa che possiamo facilmente intuire, e che forse potrebbe esser raccontata a parole solo con qualche sobrio period drama di Apple tipo “The Crowded Room”). Ecco, i Kraftwerk invece è come se ti dicessero che non si sono mai mossi di qua – da quel giorno del 1978 in cui, dopo averli visti un sabato sera in un gala televisivo di Rai1 da Venezia, folgorato soprattutto dai manichini con le loro sembianze parcheggiati in platea (capire Andy Warhol e Jean Baudrillard prima ancora di sospettare dell’esistenza di Andy Warhol e Jean Baudrillard), mandasti tua madre alla Standa di via XX Settembre a comprarti il 45 giri di “The Robots”. Non si sono mai mossi da qua, i Kraftwerk, ma al tempo stesso ti dicono che sono stati in ogni tempo e in ogni luogo: hanno campionato lo struscio della pietra che riapriva la tomba di Yēšūa’ a Gerusalemme nell’anno 33 (“l’abbiamo messa sotto lo tschak di Boing Boom Tschak, non dirlo a nessuno”), hanno già visto il 2425 (“non male, un po’ tipo oggi”), e, insomma, quell’arco esistenziale che Hook risolve facendo rivivere in loop un singolo fotogramma della sua vita, loro lo mettono in scena raccontando come tutto sia un ciclo di allontanamenti e ritorni (“signor Hütter, mi siete piaciuti molto di più stavolta che avete recuperato i bleep vintage, molto più di dieci anni fa con gli occhialini 3D e i suoni moderni che però sembravano più datati di quelli vecchi” “leave Paris in the morning” “scusi?” “mit Iggy Pop und David Bowie”). Tornato a casa ho fatto il conto: il nome che ricorre più spesso nel libro giallo col titolo buffo è “Kraftwerk”. Che non è strano, visto quanto hanno influenzato Stefano “Johnson Righeira”, ma soprattutto è un interessante cambio di prospettiva (il nome che ricorreva di più in “Discoinferno” era: “Silvio Berlusconi”). Prima di fare il conto, tornando a casa, son passato davanti a dove 45 anni fa c’era la Standa e il reparto dei 45 giri dove indirizzai mia madre (adesso c’è lo store di una sottomarca di un celebre retail d’abbigliamento spagnolo: “la deregulation estallò”). Nello svuotamento – ormai anni fa – della casa della mia adolescenza, non è ovviamente venuto fuori il biglietto che avevo scritto a mia madre con le precisissime indicazioni di autore e titolo del quarantacinque giri. E meno male. Se quel 45 giri è l’esatto inizio di tutto quel che è venuto dopo, se la predisposizione ai refusi già si vede dal mattino, come minimo avevo scritto “KRAFTWORK, THE ROBOT”. GOABOA FESTIVAL
4 notes · View notes
carmenvicinanza · 17 hours ago
Text
Trisha Brown
Tumblr media
Trisha Brown ballerina e coreografa statunitense, ha aperto le porte a un nuovo modo di pensare e agire il movimento.
È stata la prima a portare la danza in luoghi non convenzionali, a far ballare in jeans, scalzi, a usare la musica (ma spesso anche a non usarla) in modo libero, a intrecciare il lavoro con altre arti a cominciare da quelle visive, a giocare con l’improvvisazione.
Dagli anni Settanta al 2011 ha creato oltre cento coreografie e sei opere liriche. È stata la prima a creare performance su superfici urbane, trasponendo la danza dal piano orizzontale a quello verticale.
In cinquant’anni di carriera la sua arte, pur sottoposta a un ininterrotto processo d’invenzione e reinvenzione, ha presentato delle coordinate fondamentali che hanno caratterizzarono la sua poetica: la ricerca di un nuovo corpo danzante, la raffinatezza del vocabolario gestuale, l’improvvisazione come modalità creativa, la continua esplorazione dello spazio, l’interdisciplinarità e la riflessione sul rapporto tra musica e danza.
Instancabile sperimentatrice vicina all’élite artistica newyorkese, ha vissuto gli anni dell’esplosione delle avanguardie e assistito all’evoluzione del concetto di musica negli happening di John Cage, compositore e teorico musicale che è stato un guru di quella generazione e una delle personalità più rilevanti e significative dell’intero Novecento.
È stata anche un’importante visual artist, le sue opere sono state esposte in mostre, gallerie e musei di tutto il mondo tra cui la Biennale di Venezia, il Drawing Center di Philadelphia, il Walker Art Center, il Musée d’art Contemporain de Lyon e il Museum of Modern Art.
Nata ad Aberdeen, nello stato di Washington il 25 novembre del 1936, si era diplomata in danza nel 1958. Attratta dagli studi sull’improvvisazione si era trasferita a New York nel 1961 dove ha fondato il collettivo del Judson Dance Theater, identificato come l’origine della danza postmoderna.
Ha collaborato con il movimento artistico Fluxus, network internazionale d’arte, musica e design che mescolava diversi media e discipline artistiche e studiato le tecniche di educazione somatica, in particolare la Kinetic Awareness e la Klein technique, che hanno accompagnato il suo lavoro sul corpo segnandone la qualità di movimento.
Nel 1970 ha fondato la sua compagnia che, fino al 1979, era composta da sole donne.
Concentrata sul rapporto del corpo con la gravità e sull’interazione con contesti urbani, allenava a una astrattezza e leggerezza quasi da sogno, come a vincere la gravità. E così ballerine e ballerini, appesi a grandi funi, hanno scalato pareti e ballato sui tetti dei palazzi di New York.
Nel 1979 ha creato Glacial Decoy, il suo primo lavoro ideato per il teatro.
Del 1983 è il capolavoro Set e Reset con le musiche di Laurie Anderson e disegni di Robert Rauschenberg, considerato il manifesto della danza postmoderna.
Nel 1987 ha vinto il Laurence Olivier Award per l’eccellenza nella danza.
Nel suo percorso di ricerca ha sperimentato diversi stili che alternavano momenti di totale controllo ad altri di abbandono al libero flusso delle emozioni.
Alla fine degli anni ottanta ha approfondito il tema del gender e si è cimentata nella produzione lirica, ha curato le coreografie della Carmen diretta da Lina Wertmüller al Teatro San Carlo di Napoli e firmato diverse regie di opere classiche.
Negli ultimi anni ha utilizzato le nuove tecnologie collaborando con il visual artist e robotics designer Kenjiro Okazaki.
Si è spenta il 18 marzo 2017 a Sant’Antonio, in Texas, seguendo di qualche mese la dipartita del marito, l’artista Burt Barr con cui aveva spesso collaborato.
La sua compagnia, oltre a preservare e tenere viva la memoria del suo repertorio, ha avviato il progetto In Plain Site, con cui ha riadattato le sue opere principali, frammentandole e proponendone selezioni in modalità site-specific.
Una strategia di resistenza fedele all’atteggiamento pragmatico, aperto e proiettato nel futuro che ha caratterizzato l’intero percorso di questa grande icona della danza.
0 notes
emilianobertelli · 3 months ago
Link
0 notes
lamilanomagazine · 7 months ago
Text
Verona. Le scuole della città e della provincia cantano Turandot di Puccini giovedì 2 maggio al Teatro Filarmonico.
Tumblr media
Verona. Le scuole della città e della provincia cantano Turandot di Puccini giovedì 2 maggio al Teatro Filarmonico. Giovedì 2 maggio al Teatro Filarmonico oltre 600 bambini e bambine, ragazzi e ragazze porteranno in scena Turandot di Puccini, nel progetto Scuola InCanto del Comune di Verona in collaborazione con Fondazione Arena. È possibile imparare a conoscere, cantare e amare l'opera lirica tra i banchi di scuola? A questa domanda hanno cercato di rispondere docenti e i giovani studenti delle scuole dell'infanzia, primaria e secondaria di I grado di Verona, Provincia e zone limitrofeattraverso il progetto Scuola InCanto organizzato dal Comune di Verona in collaborazione con Fondazione Arena. Il metodo didattico, già sperimentato in numerose città italiane e proposto per il primo anno a Verona, ha l'obiettivo di avvicinare ed appassionare i più piccini all'opera lirica, la forma d'arte più completa che unisce teatro, danza, musica e letteratura, riconosciuta dall'Unesco patrimonio immateriale dell'Umanità. Quest'anno il protagonista del progetto Scuola InCanto è stato il capolavoro incompiuto del genio di Lucca che tra un mese aprirà la 101ma edizione del Festival lirico in Arena. Il percorso è iniziato ad ottobre 2023 con la formazione dei docenti attraverso incontri di educazione al canto e alla musica per avvicinarli a trama, metrica e melodia dell'opera. I formatori di Europa InCanto hanno poi tenuto dei laboratori nelle classi delle scuole veronesi accompagnando la memorizzazione e perfezionando l'esecuzione dei brani dell'opera, svelandone segreti e curiosità. Per facilitare il progetto, insegnanti e alunni hanno avuto a disposizione un libro e una app che li hanno supportati nelle diverse fasi di apprendimento. Ma, come per le grandi star, è la messa in scena che corona un lungo lavoro di studio e impegno. Giovedì 2 maggio, con due spettacoli che si terranno alle 10.30 e alle 12.30, più di 600 bambine e bambini saliranno per la prima volta sul palcoscenico del Teatro Filarmonico e proporranno alla platea l'esecuzione di una speciale versione di Turandot, con apposite coreografie e con costumi da loro realizzati, vestendo i panni del popolo di Pechino. La Cina delle favole, i tre enigmi, una principessa di ghiaccio, l'amore e il coraggio: questi sono gli ingredienti di Turandot, il capolavoro pucciniano che quest'anno spegne le cento candeline. Il cast di giovani cantanti lirici sarà diretto dal Maestro concertatore e Direttore Germano Negri, alla guida dell'Orchestra Europa InCanto. Francesca Paoletti vestirà il ruolo del titolo, mentre il giovane innamorato Calaf sarà il tenore SeJoon An. La dolce Liù sarà Cecilia Taliano Grasso, mentre Timur avrà la voce di Luca Sozio. I ministri Ping, Pong e Pang saranno interpretati rispettivamente da Gianluca Failla, Francesco Cuccia e Paolo Mascari. Completano il cast l'Imperatore di Giovanni Adbbadessa e Francesco Nuzzi che condurrà la narrazione. La regia dello spettacolo è affidata a Germano Neri, con il Direttore di scena Sofia Neri, l'aiuto regista Angelica Azzellini e Teresa Gasperi Responsabile della Sartoria. Sono ancora disponibili i biglietti per gli spettacoli, da acquistare inviando una mail a [email protected] o direttamente presso la biglietteria del Filarmonico il giorno di spettacolo. Bambine e bambini potranno vivere un'esperienza a tutto tondo, prendendo parte allo spettacolo in tutte le sue fasi, al pari della creazione del cartellone delle opere che rendono ogni estate Verona il cuore internazionale della lirica: preparazione musicale, regia, realizzazione delle scenografie e dei costumi, fino alla messa in scena nel palcoscenico sotto le stelle più grande al mondo. Quest'anno sono quasi 50.000 gli studenti di tutta Italia che hanno impiegato questo metodo per apprendere l'opera lirica; l'auspicio dell'Amministrazione, al termine di questo primo anno, è far crescere il progetto e riunire in Arena bambine e bambini di tutta Italia, uniti nel segno della grande musica che fa viaggiare nel tempo e nello spazio.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
pier-carlo-universe · 1 month ago
Text
Scuola civica di musica di Cagliari: pubblicato l'elenco degli esiti per l'accesso alla classi di Propedeutica, anno 2024-2025
Con determinazione dirigenziale n. 6078/2024 sono stati approvati gli esiti dell'estrazione pubblica
Con determinazione dirigenziale n. 6078/2024 sono stati approvati gli esiti dell’estrazione pubblica È pubblicato l’elenco contenente gli esiti dell’estrazione pubblica per l’accesso alle classi di Propedeutica musicale della Scuola civica di musica di Cagliari, anno scolastico 2024-2025. Al link più sotto l’elenco esito dell’estrazione e la determinazione dirigenziale n. 6078/2024 di…
0 notes
newtechworld · 9 months ago
Text
Recensione del Tablet Android 13 Pazhonz: Prestazioni Potenziate e Versatilità per Tutte le Esigenze
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Recensione del Tablet Android 13 Pazhonz: Prestazioni Potenziate e Versatilità per Tutte le Esigenze
Il Tablet Android 13 Pazhonz è una soluzione versatile e potente per soddisfare tutte le tue esigenze digitali, offrendo prestazioni elevate e una serie di funzionalità avanzate. Scopri di più su questo dispositivo innovativo e perché potrebbe essere la scelta perfetta per te.
Sistema Operativo Android 13: Il tablet utilizza il sistema operativo Android 13, con funzioni avanzate e un funzionamento più rapido che rende l'avvio delle app più veloce e consente di eseguire più software senza problemi. Che tu sia un professionista o un utente domestico, questo tablet offre un'esperienza fluida e intuitiva.
Prestazioni Potenziate: Certificato da Google Mobile Services (GMS), il tablet è dotato di una CPU quad-core ad alte prestazioni che garantisce velocità e risparmio energetico. Con 6GB di RAM e 64GB di ROM, è possibile memorizzare molti file quotidiani e trasferire dati senza problemi. Inoltre, il tablet supporta l'espansione della scheda fino a 128GB, offrendo ancora più spazio di archiviazione.
Esperienza Multimediale Avanzata: Dotato di doppia fotocamera da 5.0MP+8.0MP e doppi altoparlanti, il tablet offre un'esperienza visiva e musicale coinvolgente per le chat, i video e l'intrattenimento in generale. Che tu stia guardando film, ascoltando musica o partecipando a videochiamate, questo tablet assicura una qualità audio e video eccezionale.
Connessione e Batteria: Il tablet supporta il WiFi 6, consentendo di navigare sul web e di effettuare videochiamate in qualsiasi momento e ovunque. La batteria da 5000mAh garantisce un'autonomia sufficiente per il gioco, il lavoro d'ufficio e l'intrattenimento multimediale, consentendoti di goderti eBook, film, programmi TV e musica ovunque tu sia.
Garanzia e Servizio Clienti: I tablet Pazhonz offrono una garanzia di 1 anno e un servizio clienti a vita. Il team di professionisti è disponibile per rispondere a qualsiasi domanda entro 24 ore, garantendo una completa soddisfazione del cliente.
In conclusione, il Tablet Android 13 Pazhonz rappresenta un'ottima combinazione di prestazioni, versatilità e affidabilità. Con un sistema operativo all'avanguardia, prestazioni potenziate e una serie di funzionalità avanzate, questo tablet è pronto a soddisfare tutte le tue esigenze digitali.
Acquista ora il Tablet Android 13 Pazhonz su Amazon e preparati a vivere un'esperienza multimediale senza pari!
Articoli recenti
Recensione del Tablet per Bambini DOOGEE U7: Sicurezza, Intrattenimento e Controllo Genitoriale
Recensione del Tablet Bambini SGIN da 10 Pollici: Educazione e Divertimento in un Dispositivo Sicuro
Bit Reactor conferma lo sviluppo del gioco di strategia su Star Wars per EA
Steam raggiunge un nuovo record di giocatori simultanei: continua la crescita della piattaforma di gioco
Chiuso un altro chatbot di un candidato alla presidenza degli Stati Uniti
Come Accelerare l’Apertura di Cartelle Voluminose in File Explorer di Windows
Recensione Motorola e13 Smartphone: Batteria Potente e Audio Immersivo
Attacco di dirottamento dei thread mira alle reti IT, rubando hash NTLM
0 notes
invisible-show · 1 year ago
Text
Invisible°Show presenta Radio Hito
Tumblr media
Canti per lingue sconfinate
- Signore, deve tornare a valle. Lei cerca davanti a sé  ciò che ha lasciato alle spalle.
(Giorgio Caproni, Conclusione quasi al limite della salita)
domenica 8 ottobre 2023
ore 17:30
Invisible°Show presenta:
Radio Hito (Bruxelles)
+
Antonella Bukovaz (Topolò)
---
Posti limitati: per sapere il luogo esatto e prenotarsi scrivi a [email protected]
---
Tumblr media
RADIO HITO
Radio Hito è la voce musicale dell'artista e scrittrice Y-My Zen Nguyen, nata nel 1985 a Les Ulis, in Francia, da famiglia italo-vietnamita. È docente di educazione artistica alla Haute école des Arts du Rhin di Strasburgo e co-curatrice della rivista di poesia La tête et les cornes insieme a Benoît Berthelier, Maël Guesdon e Marie de Quatrebarbes. Ha studiato incisione, tipografia e pianoforte classico in Francia, Svizzera, Inghilterra e Paesi Bassi. La sua musica, nata “dall'intuizione e dalla necessità di fare di tutto un ritornello”, coglie testi e ispirazioni da versi di poeti nelle loro traduzioni italiane – in particolare, del messicano Octavio Paz e dell'argentina Alejandra Pizarnik. Ha inciso le sue canzoni perlopiù su audiocassetta, in tiratura limitata: Ascoltami (2019), Non Solo Sole (Midi Fish, 2020) e Voce Lillà (Kraak, 2021). Vive e canta tra Bruxelles, Parigi e Strasburgo.
---
Tumblr media
ANTONELLA BUKOVAZ
Originaria di Topolò-Topolove, borgo sul confine italo- sloveno, Antonella Bukovaz è poetessa, autrice teatrale e performer. Dal 1995 ha partecipato a diverse rassegne di arte contemporanea in Italia e in Slovenia, e dal 2005 si dedica alle interazioni tra parola, suono e immagine. Presente nell'antologia Einaudi Nuovi poeti italiani, 6 (con Storia di una donna che guarda al dissolversi di un paesaggio, premio Antonio Delfini 2009), le sue poesie – apparse su riviste web e cartacee (il Verri, Alfabeta, In pensiero…) - sono state tradotte in sloveno, tedesco, inglese, francese e arabo. Ha pubblicato Tatuaggi (Lietocolle, 2006); al Limite (Le Lettere, 2011; con dvd), in collaborazione con il video maker Paolo Comuzzi e con il musicista Antonio Della Marina; i librini koordinate (pulcinoelefante, 2015) e Guarda (pulcinoelefante, 2015);  3X3 parole per il teatro_3X3 besede za teater (ZTT-EST, 2016), raccolta dei testi scritti per il teatro sonoro di Hanna Preuss (per la quale è stata autrice e attrice nelle opere S.E.N.C.E, Sonokalipsa e Pavana za Antigono, con rappresentazioni a Lubiana, Trieste, Kyoto e Cagliari); casadolcecasa_domljubidom (Miraggi, 2021; menzione speciale al premio Rilke), e Compagnevole animale (B#S edizioni, 2022). È inoltre autrice di Tra_in between_Mèd, premio Kristal 2017 al Festival di Letteratura di Vilenica. Collabora con l'elettrorumorista Eva Sassi Croce, con cui ha realizzato le performance casadolcecasa, Lessico elettronico,Utopia del rumore (tributo all'Arte dei rumori di Luigi Russolo),e Femminilizzazione del mondo. Sempre con E.S.Croce ha realizzato una video-lettura da Osip Mandel'stam (Viaggio in Armenia) e con il musicista e artista sonoro Claudio P. Parrino un'audio installazione da un poema di Evgenij A. Evtušenko (La stazione di Zima). Tra i molti altri musicisti e artisti del suonocon cui ha lavorato – tra i quali Marco Mossutto, Teho Teardo, Antonella Macchion - collabora stabilmente con il trombettista Sandro Carta, insieme a cui trova continue dimensioni sonore a testi propri e di altri autori. Ha contribuito alla realizzazione di Stazione di Topolò-Postaja Topolove, per la quale ha curato soprattutto la sezione letteraria Voci dalla sala d’aspetto, ed è stata presidente dell’associazione che ha organizzato tutte le 29 edizioni del festival.  Da sempre, insegna in lingua slovena nella scuola bilingue di San Pietro al Natisone-Špeter.
youtube
http://www.ozkyesound.altervista.org/UTOPIADELRUMORECDR.html
---
Posti limitati: per sapere il luogo esatto e prenotarsi scrivi a [email protected]
Per iscriversi alla newsletter di INVISIBLE°SHOW:clicca qui
---
0 notes
tempi-dispari · 1 year ago
Photo
Tumblr media
New Post has been published on https://www.tempi-dispari.it/2023/09/18/le-soluzioni-per-lunderground-maurizio-santini/
Le soluzioni per l'underground: Maurizio Santini
Oggi le soluzioni per l’underground le suggerisce Maurizio Santini. Anche per lui un’analisi lucida effettuata anche alla luce di quanto fino qui proposto da chi lo ha preceduto. Lo fa non attraverso un’intervista ma un intervento diretto. Tutto la leggere.
“Ho letto gli altri interventi e in linea di principio trovo tutto condivisibile. Dal supporto reciproco fino volendo alla “federazione”. Penso anche che il sostegno da utente medio dei social a iniziative come appunto Tempi-Dispari ci costi veramente poco, come anche l’iterazione coi contenuti social degli altri gruppi.
Mi è capitato, però, anche di trovarmi in iniziative che ben poco avevano a che fare con la promozione del prodotto artistico in sé, ma che erano praticamente solo puntate ad “imbrogliare” (in senso buono eh) i vari algoritmi social e delle piattaforme di streaming, giusto per arrivare ad avere appunto qualche stream in più. D’altra parte di iniziative sane ce ne sono, e per fortuna!
Nel mio ragionamento, tuttavia, vorrei tirar dentro anche il discorso legato all’istruzione e all’educazione all’ascolto: ho paura che non si investe veramente nell’istruzione musicale, ma se vuoi culturale in generale, diverrà sempre più difficile far passare il concetto di prodotto artistico meritorio. Mi spiego meglio.
Al momento creare musica e metterla a disposizione è diventato un processo molto democratico e, di questo, non possiamo che rallegrarci. Allo stesso modo però questo favorisce un’immensità di produzioni sia meritorie che meno, ma che non hanno differenziazioni nell’arrivare al possibile ascoltatore. Possibilità che si annullano completamente sui canali mainstream, che poi sono quelli che in effetti veicolano la maggior parte degli ascolti.
Quando manca l’educazione musicale, l’ascoltatore finisce per appiattirsi su quanto viene proposto (dal mainstream o dagli algoritmi), senza neanche avere gli strumenti per poter o voler richiedere dall’ascolto una qualche forma di soddisfazione artistica.
Concludendo, ritengo che potrebbero aiutare il mondo underground anche iniziative di educazione all’ascolto, magari anche nelle scuole, di modo da poter fornire almeno la curiosità nell’ascoltatore di andare a cercare qualcosa di diverso dal mainstream.
Piccolo esempio: mia sorella mi scrive qualcosa sul brano tormentone estivo dei KOLORS, che ovviamente ha sentito fino alla nausea sui canali mainstream. Le ho risposto mandandogli i link delle collaborazioni di Elisa con Muse e SOEN, quindi non propriamente underground, ma che non aveva mai sentito!
Ecco, quello che intendo, è che l’ascoltatore possa avere l’educazione non solo nel capire la differenza tra KOLORS e Muse (che poi è anche una questione di gusti, ben inteso), ma anche nel avere la curiosità e le conoscenze per andare a cercare qualcosa di più artisticamente soddisfacente, compreso anche il nostro underground”.
0 notes
micro961 · 1 year ago
Text
Doppio premio per l’Accademia Arts Factory
Tumblr media
Pluripremiata come miglior scuola di doppiaggio grazie anche al progetto “Dubbing Days”
L’Accademia “Arts Factory” ha recentemente ricevuto un doppio premio come “Miglior Scuola di Doppiaggio” e “Miglior Scuola di Lettura Interpretata” assegnati dall’ Associazione Arti dello Spettacolo. Un meritatissimo traguardo raggiunto da questa rinomata scuola di formazione che rappresenta un’eccellenza nazionale nel campo del doppiaggio, della recitazione e del settore musicale: un riconosciuto “know- how“ costruito con dedizione nel corso degli anni grazie anche a collaborazioni eccellenti con i più importanti “direttori di doppiaggio” (spesso personaggi irraggiungibili) e noti professionisti del settore con i quali la scuola punta ad una formazione degli allievi a 360°.
Attraverso corsi e laboratori di alta qualifica professionale, come ad esempio il progetto esclusivo dei “Dubbing Days”, patrocinati dalla Regione Lazio, la scuola ha ricevuto inoltre diversi premi e menzioni per il supporto dato agli allievi all’inserimento nel mondo del lavoro.
L’ Arts Factory è infatti presente nella piattaforma di recruitment Job Soul dell’Università La Sapienza, una delle più accreditate per la possibilità di svolgere tirocini, accompagnando con consigli pratici e mirati, sia i laureandi che i propri corsisti, sulle strade da intraprendere. Oltre alle specifiche discipline dei corsi, gli allievi della scuola si formano anche da un punto di vista di educazione del lavoro riuscendo così ad avere un quadro ampio e dettagliato del loro futuro settore lavorativo. Ubicata nel centro di Roma e facilmente raggiungibile, l’ Accademia riprenderà la sua attività nei mesi di settembre / ottobre con la partenza dei nuovi corsi e delle masterclass condotte da docenti di eccellenza; il corso di “Lettura Interpretata” è rivolto non solo ai principianti ma anche agli attori già in carriera che vogliono approfondire e migliorare le loro qualità personali, attraverso lo studio della modulazione della voce e dell’intensità espressiva che può caratterizzare maggiormente un qualsiasi testo o copione.
Isabel Zolli Promotion Agency Sede Operativa: via Simone De Saint Bon 47 – Roma
0 notes
sounds-right · 1 year ago
Text
Tumblr media
L’11 luglio 2023 Giorgia @ Ferrara Summer Festival
Giorgia, con la sua voce potente e graffiante, l'11 luglio 2023 regala emozioni al pubblico del Ferrara Summer Festival. L'artista ha conquistato il pubblico italiano e non solo, diventando negli anni una delle più amate protagoniste della scena musicale italiana. 
Il repertorio di Giorgia spazia dalla musica pop al soul, passando per il rock e il blues e mette sempre in evidenza una tecnica vocale unica.  Tra i suoi tanti successi, ecco la recente "Neve", interpretata con Marco Mengoni, ma la sua carriera è semplicemente infinita. Nel novembre del 1993 vince la prima edizione di Sanremo Giovani, mentre l'anno successivo vince il Festival con "Come saprei" aggiudicandosi anche il Premio della Critica. Giorgia è molto stimata anche dai colleghi, non solo dal pubblico: nel '97 Pino Daniele produce l'album "Mangio troppa cioccolata" (multiplatino), Zucchero le scrive di "Di sole e d'azzurro", seconda al Festival di Sanremo 2001, nel 2007 duetta con Mina in "Poche parole" contenuto nell'album "Stonata". Giorgia, in concerto al Ferrara Summer Festival l'11 luglio, è una convinta ecologista già da molti anni animalista, attenta ai diritti degli animali e dei bambini. In passato è stata ambasciatrice Unicef, adesso è una ferma sostenitrice di associazioni quali Greenpeace, Animal Equality, ENPA, LAV, sostiene il Karibu Village in Kenya ed è socia fondatrice di un'associazione che si occupa di educazione e assistenza a bambini e famiglie a Cinecittà (Roma).
In Piazza Trento Trieste, nel pieno centro di una città simbolo del Rinascimento italiano nel mondo, Ferrara Summer Festival porta la firma di Fabio Marzola, presidente dell'Associazione Musicale Butterfly ed il patrocinio di Comune di Ferrara e Regione Emilia-Romagna.
Un weekend o una pausa durante la settimana a Ferrara, una città meravigliosa, è sempre un'ottima idea. Se poi tutto questo succede d'estate e c'è la possibilità di vivere anche un concerto o uno show in Piazza Trento Trieste, in pieno centro città, grazie ad una rassegna decisamente eterogenea come Ferrara Summer Festival, il risultato sono momenti di puro relax tutti da vivere... e poi da ricordare. 
Tutti gli appuntamenti di Ferrara Summer Festival
Info e biglietti
+39 0532 473033 – +39 351 5952501
Ferrara Summer Festival, cos'è
Ferrara Summer Festival è una manifestazione che punta a proporre Artisti ed Eventi presentando una Rassegna di Spettacoli Musicali, e non, nel periodo estivo all'interno del Centro Storico di Ferrara. La cornice rinascimentale della città di Ferrara crea la suggestione per vivere serate di spettacolo uniche. L'organizzazione del Ferrara Summer Festival porta la firma di Fabio Marzola, presidente dell'Associazione Musicale Butterfly ed il patrocinio di Comune di Ferrara e Regione Emilia-Romagna.
17.06 – PEGGY GOU
18.06 – MAX ANGIONI
20.06 – UMBERTO TOZZI
22.06 – DRUSILLA FOER
23.06 – MODÀ
24.06 – THE LUMINEERS
28.06 – SALMO
29.06 – NU GENEA & COMA COSE + GINEVRA
30.06 – BIAGIO ANTONACCI
01.07 – TEENAGE DREAM
02.07 - COMFORT FESTIVAL
05.07 – EROS RAMAZZOTTI
06.07 – EUROP
07.07 – FLUO RUN FERRARA
08.07 – PAUL KALKBRENNER
09.07 – LAZZA
11.07  – GIORGIA
12.07 – STEVE HACKETT
13.07 – I SOLITI IDIOTI
14.07 – BLACK EYED PEAS + PAOLA & CHIARA
15.07 – GUÈ + GEOLIER + ERNIA + SHABLO
16.07 – FIORELLA MANNOIA / DANILO REA
18.07 –  GIACOBAZZI & FRIENDS
19.07 – VOGLIO TORNARE NEGLI ANNI 90
20.07 – GIANNI MORANDI
21.07 –  MADAME
MEDIA INFO E CONTATTI UFFICIO STAMPA FERRARA SUMMER FESTIVAL: [email protected]
0 notes