#Arte Multimediale
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phase shift (andrei jay and paloma kop)
Phase Shift is a media art collective started by Andrei Jay and Paloma Kop https://phaseshift.zone/ explore the link page too: https://phaseshift.zone/friends/
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Arte e Vita: la Mostra Personale di Bona Tolotti. Un viaggio emozionale tra le opere e i ricordi dell'artista
Dal 27 settembre al 26 ottobre 2024, presso lo showroom Zaffiro di Casale Monferrato, si tiene la mostra personale di Bona Tolotti dal titolo "Arte e Vita".
Dal 27 settembre al 26 ottobre 2024, presso lo showroom Zaffiro di Casale Monferrato, si tiene la mostra personale di Bona Tolotti dal titolo “Arte e Vita”. Un’esposizione che attraversa vent’anni di ricerca artistica, sperimentazione e riflessione personale, offrendo ai visitatori uno spaccato autentico delle esperienze vissute dall’artista. Le sue opere, realizzate con tecniche miste,…
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Totentanz - la quarantena: presentazione del libro Biblioteca cantonale Locarno
524 PAGINE, 170 QR CODE PER VIDEO, AUDIO E TESTI SUPPLEMENTARI, CENTINAIA DI FOTOGRAFIE A COLORE
Quattro anni dopo il primo lockdown per la pandemia COVID – 19, la Markus Zohner Arts Company pubblica in forma cartacea il suo progetto di scrittura teatrale, realizzato in primavera del 2020. È nato un libro di 524 pagine, in edizione limitata. Una testimonianza unica di un periodo straordinario.
Totentanz – la quarantena. Una testimonianza del potere della narrazione di fronte all’avversità. Intervengono due degli autori ed editori dell’opera, gli artisti Patrizia Barbuiani e Markus Zohner, e il grafico Edy Ceppi.
Modera la serata Stefano Vassere, direttore delle Biblioteche cantonali.
In un mondo paralizzato da una pandemia globale, le vite di quattro personaggi si intrecciano in un esperimento artistico senza precedenti. Totentanz – la quarantena è un ritratto crudo e intimo dell’umanità in isolamento, creato in tempo reale durante quaranta giorni di reclusione per il lockdown imposto dai governi a causa della pandemia Covid-19.
Mentre le storie di Michele, Giorgia, Sofia e Traugott si dipanano, i lettori sono invitati a testimoniare la danza tra vita e morte, speranza e disperazione, connessione e solitudine. Questa fusione unica di scrittura teatrale improvvisata e diario quotidiano cattura l’essenza della nostra realtà mutata, offrendo uno sguardo nei mondi interiori di coloro che sono confinati dalle circostanze.
Un viaggio inquietante fra i fili invisibili che ci legano, mentre navighiamo attraverso il delicato equilibrio tra isolamento e unità, paura e resilienza. Totentanz – la quarantena non è solo un libro; è una testimonianza del potere della narrazione di fronte all’avversità.
UN’OPERA SENZA PRECEDENTI
Totentanz – la quarantena è un’esperienza immersiva che fonde scrittura teatrale, diario quotidiano e tecnologia multimediale. Con 170 codici QR che collegano a video, audio e testi supplementari, oltre a centinaia di fotografie a colori, l’opera offre un ritratto vivido e multidimensionale dell’umanità in isolamento. Totentanz – la quarantena cattura l’essenza di un periodo straordinario della storia recente.
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Totentanz - la quarantena: presentazione del libro Biblioteca cantonale Locarno
524 PAGINE, 170 QR CODE PER VIDEO, AUDIO E TESTI SUPPLEMENTARI, CENTINAIA DI FOTOGRAFIE A COLORE
Quattro anni dopo il primo lockdown per la pandemia COVID – 19, la Markus Zohner Arts Company pubblica in forma cartacea il suo progetto di scrittura teatrale, realizzato in primavera del 2020. È nato un libro di 524 pagine, in edizione limitata. Una testimonianza unica di un periodo straordinario.
Totentanz – la quarantena. Una testimonianza del potere della narrazione di fronte all’avversità. Intervengono due degli autori ed editori dell’opera, gli artisti Patrizia Barbuiani e Markus Zohner, e il grafico Edy Ceppi.
Modera la serata Stefano Vassere, direttore delle Biblioteche cantonali.
In un mondo paralizzato da una pandemia globale, le vite di quattro personaggi si intrecciano in un esperimento artistico senza precedenti. Totentanz – la quarantena è un ritratto crudo e intimo dell’umanità in isolamento, creato in tempo reale durante quaranta giorni di reclusione per il lockdown imposto dai governi a causa della pandemia Covid-19.
Mentre le storie di Michele, Giorgia, Sofia e Traugott si dipanano, i lettori sono invitati a testimoniare la danza tra vita e morte, speranza e disperazione, connessione e solitudine. Questa fusione unica di scrittura teatrale improvvisata e diario quotidiano cattura l’essenza della nostra realtà mutata, offrendo uno sguardo nei mondi interiori di coloro che sono confinati dalle circostanze.
Un viaggio inquietante fra i fili invisibili che ci legano, mentre navighiamo attraverso il delicato equilibrio tra isolamento e unità, paura e resilienza. Totentanz – la quarantena non è solo un libro; è una testimonianza del potere della narrazione di fronte all’avversità.
UN’OPERA SENZA PRECEDENTI
Totentanz – la quarantena è un’esperienza immersiva che fonde scrittura teatrale, diario quotidiano e tecnologia multimediale. Con 170 codici QR che collegano a video, audio e testi supplementari, oltre a centinaia di fotografie a colori, l’opera offre un ritratto vivido e multidimensionale dell’umanità in isolamento. Totentanz – la quarantena cattura l’essenza di un periodo straordinario della storia recente.
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LO GNOMONE
A Siena, la mattina, l'ombra della Torre del Mangia sulla meravigliosa Piazza del Campo offre uno spettacolo unico. Questa si sposta come fosse lo gnomone di una gigantesca meridiana passando da un settore all'altro e allungandosi fino alla fonte Gaia.
Per osservarlo al meglio occorre salire sulla Torre, dove però, per ragioni pratiche, non si può stare molto. Luca Tanzini ne ha realizzato il video, che è stato usato nel 2003 per una installazione multimediale in occasione di una mostra nel Palazzo Pubblico
Luca Tanzini
@agenziadiviaggiinterplanetaria
ISTITUTO GRAFICO
Rivista di approfondimento culturale
Seguite il link, emozionatevi
#istitutografico #rivista #rivistaculturale #magazine #antropologia #scienza #filosofia #ecologia #arte #musica #agricoltura #cibo #sociologia #tecnologia #fotografia #grafica #gnomone #meridiana #siena #toscana #paliodisiena #torredelmangia #palazzopubblico #piazzadelcampo
instagram
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Meggie Royer
Meggie Royer, scrittrice, poeta e artista multimediale statunitense, nelle sue opere, tocca temi forti come la violenza di genere e la malattia mentale.
Nata il 16 settembre 1994, ha una laurea in psicologia e un Master in assistenza sociale presso l’Università del Michigan.
Sopravvissuta a violenza domestica, la scrittura l’ha aiutata ad affrontare e gestire il trauma.
Sin da giovanissima, ha collaborato con diverse associazioni impegnate nel contrasto alla violenza di genere.
La sua prima raccolta di poesie Survival Songs è stata finalista al Goodreads Best Poetry Book 2013.
Ha una tecnica di scrittura che combina elementi fantasy o inventati con fatti o storie vere.
Ha fondato e dirige Persephone’s Daughters, una rivista digitale letteraria e artistica dedicata alle sopravvissute agli abusi.
Vincitrice di diversi premi letterari, è stata più volte nominata per il Pushcart Prize ed è stata finalista al Princemere Poetry Prize 2019.
La sua poesia è stata pubblicata su Plain China: National Anthology of the Best Undergraduate Writing, The Rumpus, The Minnesota Review, Tinderbox Poetry Journal e altre riviste.
Le sue opere sono state esposte in diversi ambiti tra cui l’Octagon Center for the Arts nello Iowa e il Centro per la prevenzione e la sensibilizzazione sulle aggressioni sessuali dell’Università del Michigan, nell’aprile 2022.
I suoi libri, casi editoriali negli Stati Uniti, non sono ancora stati tradotti in italiano.
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Fare business su Instagram è un'opportunità potentissima:
Per un musicista o un artista in generale, fare business su Instagram è un'opportunità potentissima per farsi conoscere e, se gestito correttamente, può portare a un notevole successo. Instagram è diventato una piattaforma indispensabile per chi lavora nel mondo creativo, grazie alla sua capacità di promuovere la propria arte in modo visivo e diretto. Ecco come Instagram può aiutare un artista a crescere e ottenere successo:
1. Visibilità globale
Instagram permette di raggiungere un pubblico globale, rompendo le barriere geografiche. Un musicista o artista può far conoscere il proprio lavoro a persone di tutto il mondo senza la necessità di intermediari tradizionali come case discografiche o gallerie d’arte.
2. Crescita organica e viralità
I contenuti possono diventare virali molto rapidamente, soprattutto grazie a funzionalità come i Reels, le storie e le live. Un video musicale, una performance, o una clip che mostra l'artista al lavoro può essere condivisa e apprezzata da migliaia, o addirittura milioni, di utenti.
3. Connessione diretta con i fan
Instagram consente di instaurare un rapporto personale con i fan. Attraverso i commenti, i messaggi diretti e le interazioni sulle storie, un musicista o artista può creare una comunità intorno alla propria arte, rispondendo direttamente ai fan e coinvolgendoli nel processo creativo.
4. Storytelling del processo creativo
Instagram è perfetto per raccontare la propria storia. Gli artisti possono condividere il dietro le quinte del loro lavoro, mostrando processi di registrazione, prove, sketch, esperimenti e tutto ciò che rende unico il proprio percorso creativo. Questo aumenta l'autenticità e permette ai fan di sentirsi parte dell'evoluzione artistica.
5. Promozione di nuove uscite e progetti
Per i musicisti, Instagram è ideale per annunciare nuove canzoni, album, o tour. Per gli artisti visivi, possono promuovere nuove mostre, collaborazioni o vendite di opere. Ogni post o storia può diventare uno strumento di promozione, creando attesa e coinvolgimento per ogni nuovo progetto.
6. Collaborazioni con altri artisti e influencer
Instagram è una piattaforma che facilita le collaborazioni. Un musicista può collegarsi facilmente con altri artisti, produttori o persino influencer del settore musicale, ampliando così il proprio pubblico. Collaborazioni visive tra artisti di diverse discipline possono anche generare contenuti innovativi e di impatto.
7. Monetizzazione e vendite dirette
Instagram offre la possibilità di monetizzare il proprio pubblico. Ad esempio, i musicisti possono vendere merchandise o biglietti per i concerti, mentre gli artisti visivi possono vendere direttamente le loro opere. Attraverso i post con tag di prodotto o gli shop integrati, è possibile trasformare i follower in clienti.
8. Uso di contenuti multimediali
Un musicista o un artista può sfruttare Instagram per condividere vari tipi di contenuti:
Musica: Video di esibizioni, clip in studio, teaser di nuove tracce.
Visivo: Mostrare opere d'arte finite, ma anche sketch o processi di lavoro.
Testimonial: Raccontare esperienze personali o far parlare i fan del proprio lavoro. Questo mix multimediale permette di esprimere la propria creatività in modo vario e coinvolgente.
9. Espandere la propria fanbase
L'uso degli hashtag strategici, il geotagging e la creazione di contenuti rilevanti aiuta a far scoprire l'artista da nuovi follower. Il sistema di raccomandazione di Instagram, come la sezione "Esplora", può far crescere la visibilità del profilo se i contenuti sono interessanti e coinvolgenti.
10. Costruzione di un'identità artistica solida
Instagram è lo spazio perfetto per definire e costruire un’identità visiva coerente. Un profilo curato, con uno stile grafico e una narrazione visuale chiara, trasmette immediatamente la personalità dell’artista. Questo aiuta a distinguersi e a rimanere nella memoria del pubblico.
11. Engagement costante con contenuti freschi
Instagram richiede costanza, ma questo può lavorare a vantaggio degli artisti. Postando regolarmente, mantenendo aggiornati i fan con le ultime novità e creando contenuti accattivanti (come video dietro le quinte o sessioni live), un musicista o artista mantiene alto l'engagement e rafforza la propria presenza online.
12. Accesso agli strumenti di analisi
Instagram offre dati e analisi sul coinvolgimento, i follower, e la performance dei contenuti. Questi dati aiutano a comprendere meglio quale tipo di post piace di più al pubblico e a ottimizzare la strategia social, migliorando la visibilità e l’engagement.
13. Networking professionale
Oltre a promuovere l'arte, Instagram è anche un ottimo strumento di networking professionale. Un musicista può entrare in contatto con etichette discografiche, produttori, manager o altri artisti. Gli artisti visivi possono entrare in contatto con gallerie o curatori d'arte.
14. Accesso a eventi e opportunità
Molti eventi, contest, e opportunità di collaborazioni o sponsorizzazioni vengono pubblicizzati su Instagram. Partecipare attivamente alla comunità su Instagram può aprire porte a concerti, mostre, interviste, collaborazioni e progetti di grande visibilità.
Conclusione
Per un musicista o un artista, Instagram non è solo un modo per condividere opere, ma un vero e proprio strumento di business e promozione. Con la giusta strategia, permette di costruire una fanbase solida, monetizzare il proprio lavoro, e ottenere opportunità di carriera che altrimenti sarebbero difficili da raggiungere. Se usato bene, Instagram può diventare un trampolino di lancio per il successo.
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I finalisti della 5a edizione
La giuria emerita si è espressa e ha scelto i 5 progetti finalisti che accedono alla finale del V Premio Roberto Sanesi il 21 Settembre:
Gemma Marotta in arte Marge è un’attrice-performer e pittrice. Vanta un vasto curriculum, con esibizioni in molti teatri della Sicilia e prestigiosi riconoscimenti che colleziona in parallelo alle numerose estemporanee d'arte, collettive e personali. La sua formazione inizia da piccolissima con la danza per poi girare l’Europa insieme al gruppo Folkloristico Fabaria Folk come performer. È il 2016 quando si laurea con lode menzione e dignità di stampa in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo all'A.B.A.M.A. di Agrigento con una tesi sperimentale sul Museo Contemporaneo. Nello stesso anno, si trasferisce a Bologna, la città in cui ha la possibilità di formarsi con le realtà più importanti del panorama artistico contemporaneo: Teatro Valdoca, Societas, V. Sieni, E. Dante, M. Biagini, Living Theatre Europa. Si laurea con una tesi sul Teatro Sociale alla Magistrale in Scienze dello Spettacolo e Produzione Multimediale. Il primo lavoro teatrale scritto, diretto e interpretato interamente da se stessa si intitola Sugnu, un inno alla creazione nel quale non mancano le sue pennellate.
MORA è un progetto di spoken music nato nel 2019 dalla collaborazione tra il musicista Giulio Amerigo Galibariggi e il poeta Sebastiano Mignosa, finalista nel 2021 del Premio Dubito e del Premio Nebbiolo nel 2022. Lo stesso anno il gruppo prende parte al festival di musica emergente MIAMI di Milano e nel 2023 partecipa al Metronimie Festival di Torino e al Klohifest di Ostuni. Debito è il primo album e racconta la storia d'amore tra un ragazzo e la sua città. L'intero lavoro segue la struttura di un prestito bancario, nel tentativo di costruire un parallelismo tra il concetto di debito - inteso come senso di colpa - e la questione generazionale e ambientale legata al Polo petrolchimico di Priolo Gargallo (Siracusa).
Mirko Vercelli, nato a Torino nel 2000, è un giovane scrittore e poeta performativo, laureato in antropologia all'Università di Torino. Si occupa di cultura pop, politica e media, collaborando con il Centro Studi Sereno Regis. È fondatore e direttore della rivista indipendente «bonbonniere» e ha pubblicato il romanzo Linea Retta nel 2021, oltre al saggio Memenichilismo nel 2024. Il Maltempo Collettivo è un ensemble di musica contemporanea improvvisata concepito con l'obiettivo di creare e condividere un'esperienza di espressione e creatività. La collaborazione tra Mirko Vercelli e il Maltempo Collettivo rappresenta un'interessante fusione tra improvvisazione musicale e spoken word poetico. Questo progetto combina la sensibilità letteraria di Vercelli con l'approccio sperimentale del collettivo, creando un'esperienza immersiva e unica che sfida le convenzioni sia della poesia che della musica contemporanea. La loro performance congiunta esplora nuove forme di espressione artistica, mettendo in dialogo suono e parola in un flusso creativo spontaneo e dinamico.
Canzoni d’inverno è una raccolta di poesie scritte da Mattia Muscatello, illustrate da Gabriele Sanzo e musicate da Filippo d’Erasmo. Canzoni d’Inverno è un viaggio multisensoriale, un’immersione che permette di leggere, vedere e ascoltare, nel profondo, la consistenza delle emozioni da cui è nato. Mattia, Gabriele e Filippo sono tre persone che sono una persona sola: perché hanno capito come creare un’armonia dalla moltitudine di note, parole e colori che contengono. Restano infatti in tre e, nelle loro individualità, comunicano secondo tre mezzi espressivi diversi uno stesso sentimento condiviso, coeso, coerente ma non omologato. Il progetto ha un’anima analogica, fisica, rappresentata dal libro e una seconda, digitale, riportata nei brani ascoltabili online sulle piattaforme di streaming musicali. Il progetto viene presentato dal vivo come una vera e propria performance, che mescola la lettura delle poesie sulla musica dal vivo, accompagnate dallo spettacolo di live painting proiettato durante l’esibizione.
Mattia Tarantino (Napoli, 2001) codirige Inverso – Giornale di poesia e fa parte della redazione di Atelier. Collabora con numerose riviste, in Italia e all’estero, tra cui Buenos Aires Poetry. Per i suoi versi, tradotti in più di dieci lingue, ha vinto diversi premi. Ha pubblicato Se giuri sull'arca (2024), L’età dell’uva (2021), Fiori estinti (2019), Tra l’angelo e la sillaba (2017); tradotto Verso Carcassonne (2022) e Poema della fine (2020). Maria Ferraro (Napoli, 1997) studia Industrial Chemistry for Circular and Bio Economy all’Università di Napoli “Federico II”. Nonostante l’impronta scientifica dei suoi studi ha sempre coltivato la passione per le discipline artistiche e musicali. Tra la primavera e l'estate 2024 ha messo in scena, con Mattia Tarantino, il concerto "Qualcosa da salvare" e il poema "Se giuri sull'arca". Vieni a votare il tuo preferito allo Spazio211!
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SAODAT ISMAILOVA
Artista uzbeka della generazione post-sovietica, l’artista multimediale SAODAT ISMAILOVA crea narrazioni che si sviluppano al confine tra cinema, suono e arte visiva
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Video
Nella cerimonia inaugurale atleti ai margini e cadute di gusto kitsch Se volevano stupirci con la loro proverbiale grandeur, beh gli organizzatori, registi, coreografi, i nani e le ballerine della cerimonia d’apertura di Parigi 2024 ci sono riusciti, ma niente affatto alla grande. Portiamo ancora i postumi della sbronza multimediale della parata parigina. Effetti collaterali per la salute degli stoici spettatori della maratona inaugurale: rischio polmoniti per chi sedeva nei posti delle tribune scoperte, riservate anche al nostro capo di Stato Sergio Mattarella, e coliti per alcuni passaggi nauseabondi che mortificano secoli di grande arte francese. Dagli spalti del Trocadero (mi raccomando da casa calcare la erre e porre il dovuto accento sulla ò) alla fine della tempestosa quanto pirotecnica – anche senza fuochi finali per le polveri bagnate - inaugurazione, il pubblico è andato via allucinato dalle mille paillettes con cui è stata addobbata la Ville Lumière, ma anche bagnato fradicio di inquietudine, spiazzante. Lo smarrimento di chi ha assistito a un megashow in piena regola in cui c’era di tutto, tranne che il vero spirito olimpico che di solito è il protagonista assoluto. Invece no, Parigi traccia il solco e si riprende la sua Bastiglia sciovinista anche in campo sportivo. Le squadre, gli atleti, dopo Parigi 2024 faranno parte del mero contorno coreografico e chi non ha un fiume a disposizione come la Senna – depurata e portata ai livelli di trasparenza del fondale di Stintino, pensa la sindaca Hidalgo - e non si procura i battelli o al limite dei barconi di salvataggio, da questo momento è squalificato. Parola di “Re Sòla” Macron e di tutti i suoi cortigiani salvapoltrone all’Eliseo. Gli unici gongolanti dopo oltre quattro ore di parodie, passando da un ponte all’altro del kitsch e dell’effimero gigantismo spettacolare. Frutto di effetti specialissimi di una tecnocrazia-tecnologica ormai padrona assoluta dei Giochi. Come un piatto di nouvel cousine gli chef della serata hanno messo in pentola di tutto: pop, rock, lirica. E poi hanno scekerato gli ingredienti con un pizzico fin troppo abbondante di imprescindibile “fluidismo”. I nostalgici non hanno fatto in tempo a versare la lacrimuccia sulle note romantiche de Il tempo delle mele (qui ormai i poeti della musica Brassens, Gainsbourg, Trenet, Brel sono dinosauri da museo antropologico) che implacabile dall’altra parte dell’Oceano è planata a pelo d’acqua l’adrenalinica e postmoderna Lady Gaga. Un’americana a Parigi, una star strapagata dalla Coca-Cola come se dovesse esibirsi alla festa di compleanno di un presidente Usa o meglio ancora alle nozze di uno dei tanti sceicchi piazzati in tribuna che hanno applaudito la versione 3.0 di Mon truc en plumes , omaggio almeno alla francesissima Zizi Jeanmaire, ballerina, attrice e showgirl scomparsa in piena pandemia, nel 2020. Dal cabaret si è passati ad attimi di malvasia e champagne, in cui il nuovo motto coniato per l’occasione unica e irripetibile, si spera, è stato “egalitè-fraternitè-diversitè”. Che non è quel tipo di diversità invocato alla vigilia dal presidente della Ue Ursula Von der Layen: “Come la nostra Unione europea, le Olimpiadi mostrano la forza della diversità e dello spirito di squadra”. No qui si è andati giù pesante di trucco e parrucco a ridisegnare un’umanità che ormai pare aver senso solo se trasgredisce. Non prendeteci per biechi bacchettoni moralistici, ma che senso ha dover vivere ogni singolo evento planetario, per di più sportivo, come se fosse un Gay Pride? Perché il Villaggio olimpico deve essere scambiato a tutti i costi per la nuova residenza dei vecchi cari Village People? (per i millennials quelli dell’intramontabile brano Y.M.C.A.). Perché questa necessità ossessiva di sbandierare ad ogni costo il vessillo della “diversità” e appendersi delle medaglie al collo che diventano delle ineleganti collane bixes da far luccicare in mondovisione. E poi sbertucciare anche L’ultima cena (povero Leonardo che qui al Castello del Clos Lucè era già morto nell’anno non olimpico 1519) con un apostolato di drag queen che in confronto le ballerine del Moulin Rouge passano per delle educande. Il catastrofismo mal denunciato dal megashowbiz di Parigi ci dice che forse siamo davvero agli ultimi giorni dell’umanità… No, la speranza c’è, ma sta solo nel finale della patetica tragicommedia di Paris 2024. Sta nella foto memorabile della torcia accesa sotto la pioggia battente del penultimo tedoforo: la leggenda del ciclismo Charles Coste, classe1924, oro nell’inseguimento a Londra 1948: con lui storia e il paralimpismo (era in carrozzina) almeno sono salvi. La speranza sta nel toccante ed eterno L’inno dell’amore di Edith Piaf interpretato dalla rediviva Celine Dion che ha chiuso il sipario. Questi due attimi di vera “eternitè” fanno sperare che ci sia ancora, arte, poesia, amore e spirito olimpico, perfino sotto la Torre Eiffel.
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Collectif D'Artistes Mediterraneens: il sound del Mediterraneo per RSoul DJ
Raoul Girometta, al mixer RSoul DJ, sta sviluppando un nuovo progetto dal carattere collettivo: E' Collectif D'Artistes Méditerranéens. Si tratta di un progetto che unisce musica e arte multimediale, con l'obiettivo di riportare in luce le tradizioni e i territori del Mediterraneo. Negli ultimi vent'anni, soprattutto dall'introduzione dell'euro, l'Unione Europea ha privilegiato l'aspetto economico a scapito di quello sociale. Di conseguenza, le nazioni mediterranee hanno visto diminuire la loro sovranità culturale. E questo, secondo RSoul, è un male. La crisi, in paesi come la Siria e la Grecia, ad esempio, ha toccato duro.
Dietro il progetto di RSoul, quindi, non c'è solo un fine artistico e musicale. Artisti, scuole e enti territoriali, soprattutto nelle regioni pacificate, secondo questo artista, hanno il dovere di restituire dignità al passato di questi territori. Le tradizioni artistico-culturali hanno per lungo tempo reso l'Europa e le sue nazioni protagoniste di un'immensa fioritura. È necessario un nuovo rinascimento culturale europeo e mediterraneo. Come cittadini, dobbiamo prenderci cura di noi stessi e della bellezza di questi luoghi.
C'è spazio per chiunque abbia voglia di contribuire a questo progetto, Collectif D'Artistes. "A Milano, la città in cui vivo, alcuni cittadini ed entità pubbliche o private hanno preso in custodia alcune aiuole con obiettivi di salvaguardia e sviluppo", spiega RSoul. "E' un bel progetto, e credo meriti di avere sostegno. Credo nella creazione di una rete estesa di artisti che attraverso i linguaggi contemporanei - musica, visual e creazioni multimediali, possa risvegliare l'interesse per questi territori, la loro storia, il loro destino di rinascita. La storia e la consapevolezza culturale sono le uniche vere armi in grado di risvegliare i nostri sensi".
In altre parole, Collectif D'Artistes Mediterraneens, usando le parole di RSoul "è un progetto visionario, emozionale, universale". Può essere sviluppato lungo una filiera estesa che sfrutta tutte le sue potenzialità: dagli spettacoli multimediali alla produzione musicale, fino alle esperienze digitali immersive. Tutto Nasce da una traccia composta, arrangiata e mixata nell'Hog Studio di Gianni Bini, intitolata "Mediterranea". Il brano prende vita da un giro armonico di synth avvolgente e immersivo. Rsoul lo compose di notte, con il sottofondo del mare. "Fu una vera e propria 'visione in musica".
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Collectif D'Artistes Mediterraneens: il sound del Mediterraneo per RSoul DJ
Raoul Girometta, al mixer RSoul DJ, sta sviluppando un nuovo progetto dal carattere collettivo: E' Collectif D'Artistes Méditerranéens. Si tratta di un progetto che unisce musica e arte multimediale, con l'obiettivo di riportare in luce le tradizioni e i territori del Mediterraneo. Negli ultimi vent'anni, soprattutto dall'introduzione dell'euro, l'Unione Europea ha privilegiato l'aspetto economico a scapito di quello sociale. Di conseguenza, le nazioni mediterranee hanno visto diminuire la loro sovranità culturale. E questo, secondo RSoul, è un male. La crisi, in paesi come la Siria e la Grecia, ad esempio, ha toccato duro.
Dietro il progetto di RSoul, quindi, non c'è solo un fine artistico e musicale. Artisti, scuole e enti territoriali, soprattutto nelle regioni pacificate, secondo questo artista, hanno il dovere di restituire dignità al passato di questi territori. Le tradizioni artistico-culturali hanno per lungo tempo reso l'Europa e le sue nazioni protagoniste di un'immensa fioritura. È necessario un nuovo rinascimento culturale europeo e mediterraneo. Come cittadini, dobbiamo prenderci cura di noi stessi e della bellezza di questi luoghi.
C'è spazio per chiunque abbia voglia di contribuire a questo progetto, Collectif D'Artistes. "A Milano, la città in cui vivo, alcuni cittadini ed entità pubbliche o private hanno preso in custodia alcune aiuole con obiettivi di salvaguardia e sviluppo", spiega RSoul. "E' un bel progetto, e credo meriti di avere sostegno. Credo nella creazione di una rete estesa di artisti che attraverso i linguaggi contemporanei - musica, visual e creazioni multimediali, possa risvegliare l'interesse per questi territori, la loro storia, il loro destino di rinascita. La storia e la consapevolezza culturale sono le uniche vere armi in grado di risvegliare i nostri sensi".
In altre parole, Collectif D'Artistes Mediterraneens, usando le parole di RSoul "è un progetto visionario, emozionale, universale". Può essere sviluppato lungo una filiera estesa che sfrutta tutte le sue potenzialità: dagli spettacoli multimediali alla produzione musicale, fino alle esperienze digitali immersive. Tutto Nasce da una traccia composta, arrangiata e mixata nell'Hog Studio di Gianni Bini, intitolata "Mediterranea". Il brano prende vita da un giro armonico di synth avvolgente e immersivo. Rsoul lo compose di notte, con il sottofondo del mare. "Fu una vera e propria 'visione in musica".
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Collectif D'Artistes Mediterraneens: il sound del Mediterraneo per RSoul DJ
Raoul Girometta, al mixer RSoul DJ, sta sviluppando un nuovo progetto dal carattere collettivo: E' Collectif D'Artistes Méditerranéens. Si tratta di un progetto che unisce musica e arte multimediale, con l'obiettivo di riportare in luce le tradizioni e i territori del Mediterraneo. Negli ultimi vent'anni, soprattutto dall'introduzione dell'euro, l'Unione Europea ha privilegiato l'aspetto economico a scapito di quello sociale. Di conseguenza, le nazioni mediterranee hanno visto diminuire la loro sovranità culturale. E questo, secondo RSoul, è un male. La crisi, in paesi come la Siria e la Grecia, ad esempio, ha toccato duro.
Dietro il progetto di RSoul, quindi, non c'è solo un fine artistico e musicale. Artisti, scuole e enti territoriali, soprattutto nelle regioni pacificate, secondo questo artista, hanno il dovere di restituire dignità al passato di questi territori. Le tradizioni artistico-culturali hanno per lungo tempo reso l'Europa e le sue nazioni protagoniste di un'immensa fioritura. È necessario un nuovo rinascimento culturale europeo e mediterraneo. Come cittadini, dobbiamo prenderci cura di noi stessi e della bellezza di questi luoghi.
C'è spazio per chiunque abbia voglia di contribuire a questo progetto, Collectif D'Artistes. "A Milano, la città in cui vivo, alcuni cittadini ed entità pubbliche o private hanno preso in custodia alcune aiuole con obiettivi di salvaguardia e sviluppo", spiega RSoul. "E' un bel progetto, e credo meriti di avere sostegno. Credo nella creazione di una rete estesa di artisti che attraverso i linguaggi contemporanei - musica, visual e creazioni multimediali, possa risvegliare l'interesse per questi territori, la loro storia, il loro destino di rinascita. La storia e la consapevolezza culturale sono le uniche vere armi in grado di risvegliare i nostri sensi".
In altre parole, Collectif D'Artistes Mediterraneens, usando le parole di RSoul "è un progetto visionario, emozionale, universale". Può essere sviluppato lungo una filiera estesa che sfrutta tutte le sue potenzialità: dagli spettacoli multimediali alla produzione musicale, fino alle esperienze digitali immersive. Tutto Nasce da una traccia composta, arrangiata e mixata nell'Hog Studio di Gianni Bini, intitolata "Mediterranea". Il brano prende vita da un giro armonico di synth avvolgente e immersivo. Rsoul lo compose di notte, con il sottofondo del mare. "Fu una vera e propria 'visione in musica".
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Es Devlins neues multimediales Werk SURFACING, in Auftrag gegeben von BMW
Eine bahnbrechende Kombination aus nachhaltiger Energie und Bewegung in einer Installation aus Wasser, Licht, Klang und Tanz. Wasserstoff als nachhaltige Energie- und Bewegungsquelle ist das zentrale Thema des Programms von BMW auf der diesjährigen Art Basel in Basel. BMW, seit 20 Jahren Partner der Art Basel, hat die Londoner Künstlerin Es Devlin beauftragt, eine Reihe von multimedialen…
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Bologna, torna la rassegna per la Giornata mondiale del Rifugiato
Bologna, torna la rassegna per la Giornata mondiale del Rifugiato Anche quest'anno la Giornata Mondiale del Rifugiato diventa l'occasione per proporre un programma di eventi organizzati dal Comune di Bologna, nell'ambito del Progetto SAI coordinato da ASP Città di Bologna e da diversi enti impegnati sui temi dell'accoglienza e della migrazione. La Piazza dell'accoglienza è l'evento "ufficiale", organizzato dal Comune di Bologna insieme a BolognaCares!, in programma mercoledì 19 giugno in piazza Lucio Dalla, a partire dalle 17:30 con i laboratori di fumetto per bambini/e e ragazzi/e a cura di Salvatore Giommarresi "Ogni valigia un viaggio" (6-10 anni) e Mirka Ruggeri "Superpoteri che cambiano il mondo" (11-15 anni), seguiti dalla presentazione libro a fumetti 10 storie di accoglienza con firmacopie degli autori (Mirka Ruggeri, Salvatore Giommarresi e Alice Facchini). Dopo i saluti di Erika Capasso, delegata del Sindaco, Stefano Brugnara, amministratore unico di ASP Città di Bologna, e Cristina Francucci, direttrice dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, è prevista la proiezione del documentario MistArt. Migranti della street art, sul laboratorio rivolto a beneficiari del Progetto SAI condotto dall'Accademia di Belle Arti di Bologna. La serata culminerà nel concerto Maqeda, di Gabriella Ghermandi e Atse Tewodros Project unica band italo-etiope esistente. Il calendario completo degli eventi in programma dall'11 al 24 giugno è visibile a questo link. Tra gli appuntamenti segnaliamo: mercoledì 12 giugno (piazza Lucio Dalla), Caro migrante, il Tavolo Migranti dell'Arcidiocesi di Bologna mette a confronto Pif (Pierfrancesco Diliberto) con migranti, operatori e volontari dell'accoglienza, e il Cardinale Matteo Maria Zuppi; lunedì 17 giugno, (Cinema Arlecchino, via delle Lame 59/A) la proiezione di Telling them about us, film realizzato da Rand Beiruty con un gruppo di ragazze arabe, curde e rom in Germania dell'Est (nell'ambito del Biografilm Festival, con Arca di Noè); sabato 22 giugno, la crisi in Medio Oriente sarà al centro della proiezione del film A world not ours, di Mahdi Fleifel (2012), nell'ambito della rassegna "In Barca verso Est" nella sede dell'Associazione Hayat (via Leonardo da Vinci, 2/B Bologna); domenica 23 giugno, al Cinema Bristol (via Toscana 146 Bologna), con il Il secolo è mobile, monologo multimediale scritto e realizzato dal giornalista Gabriele Del Grande (produzione di Zalab), a cura di CIDAS. La Giornata del Rifugiato, istituita il 4 dicembre 2000 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite in occasione del cinquantennale della Convenzione di Ginevra che nel 1951 definì lo status di rifugiato, è celebrata in tutta Italia. Come l'anno scorso, l'immagine ufficiale della rassegna è stata realizzata nell'ambito del progetto POSTER FOR THE CITY, realizzato in collaborazione con l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Tra le diverse immagini proposte dalla classe del corso di Design Grafico del prof. Danilo Danisi, è stata selezionata quella di Flavia Badiali, che rimanda al primo dei tanti drammi che vivono le persone rifugiate: lasciare la propria casa. "Anche quest'anno Bologna sceglie di celebrare la Giornata Mondiale del Rifugiato con un cartellone di eventi, frutto della collaborazione tra Comune, Asp Città di Bologna, Comuni dell'Area metropolitana ed enti del terzo settore che partecipano attivamente al nostro Sistema di Accoglienza e Integrazione – sottolinea Luca Rizzo Nervo, assessore welfare e salute – Bologna ha il progetto SAI più grande del nostro paese; un sistema che si fonda sulla scelta di costruire un'accoglienza diffusa, comunitaria, con l'obiettivo ambizioso di promuovere cittadinanza sin dal primo giorno attraverso l'integrazione delle persone migranti e rifugiate sul nostro territorio, grazie anche a un lavoro costante di raccordo e collaborazione interistituzionale e con la comunità territoriale. Le iniziative che ogni anno organizziamo per la Giornata Mondiale del Rifugiato rappresentano un'importante testimonianza di questo impegno, che da sempre portiamo avanti assieme a cittadine e cittadini e a tutti gli attori, che, in ragione delle loro competenze, giocano un ruolo essenziale nel facilitare i percorsi di inclusione dei rifugiati". "In questi giorni si chiude il primo anno del nuovo progetto 2023-2025 del SAI - Sistema Accoglienza Integrazione Area Metropolitana, coordinato da ASP Città di Bologna su delega del Comune - ricorda Stefano Brugnara, amministratore unico di ASP -. I servizi e la governance del SAI sono il frutto di un percorso di co-progettazione che ci vede protagonisti insieme a tutti gli enti partner e alle istituzioni del territorio per offrire oltre 2000 posti di accoglienza nel Sistema metropolitano bolognese. Il ricco programma di eventi per la Giornata Mondiale del Rifugiato 2024 testimonia come i servizi del SAI vanno ben oltre dare un vitto e un alloggio alle persone rifugiate ma siano un'occasione anche per attività culturali che sono fondamentali per favorire l'inclusione e gli scambi. Lo scopo infatti non è solo aprirsi alla cultura di chi viene accolto ma aprire ai rifugiati la cultura di chi accoglie, in un reciproco scambio che arricchisce tutti". ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Últimos días para postular al ciclo de videoarte 2024 de la Bienal SACO
Si es así, o no es así es el nombre del ciclo al cual la Bienal de Arte Contemporáneo SACO invita a artistas chilenos o residentes en Chile a postular con obras en formato audiovisual, con el objetivo de ser exhibidas durante la programación 2024 del espacio expositivo ISLA+en Antofagasta, una pantalla que mira hacia la vereda y permite a los transeúntes el contacto directo con las obras.
El llamado está dirigido a artistas multimediales, audiovisualistas, animadores y cualquier persona afín a la expresión visual y audiovisual, sin importar edad, formación o dedicación laboral, y les invita a explorar lo invisible e inspirarse en la resistencia de los extremófilos, para cuestionar las autolimitaciones que imponemos a nuestras percepciones de la realidad.
Pueden postular creadores de manera individual, en parejas o colectivos, siempre y cuando los participantes sean de nacionalidad chilena o residan permanentemente en el país. También podrán hacerlo los chilenos que residen en el extranjero.
Se aceptarán tanto obras inéditas como previamente estrenadas, siempre y cuando el postulante tenga los derechos de autor correspondientes. El principal criterio de selección será la calidad de la propuesta, su nivel creativo, coherencia con la temática curatorial y su capacidad para generar un diálogo con un espacio de exhibición urbano.
Además de formar parte del ciclo, se invitará a un representante de cada una de las siete obras seleccionadas a participar de una jornada de videoarte el 15 de noviembre, instancia en la que se llevará a cabo un conversatorio y se proyectarán las siete obras que formaron parte del ciclo. Los artistas o agrupaciones que quieran enviar sus propuestas podrán hacerlo hasta el 8 de mayo a las 23:59 horas a través de la página web de SACO https://bienalsaco.com/, sitio web donde están disponibles las bases y formulario de postulación.
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