#Alessandria dolci
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pier-carlo-universe · 27 days ago
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La Pasticceria Zoccola rappresenta Alessandria ad Artigiano in Fiera 2024Cannoncini alla crema di panettone, panettoni artigianali e oltre due secoli di eccellenza dolciaria alessandrina
Un’istituzione dolciaria alessandrina in mostra a Milano
Un’istituzione dolciaria alessandrina in mostra a Milano Dal 30 novembre all’8 dicembre 2024, la storica Pasticceria Zoccola di Alessandria parteciperà ad Artigiano in Fiera, l’evento internazionale che celebra l’eccellenza artigianale. Situata al Padiglione 6, Stand F101 di Fieramilano Rho, la pasticceria porterà la tradizione piemontese sotto i riflettori, con una proposta ricca e autentica…
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diceriadelluntore · 2 years ago
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Paljaimmitanu
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Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni? Brillano tra le foglie cupe le arance d’oro, Una brezza lieve dal cielo azzurro spira, Il mirto è immobile, alto è l’alloro! Lo conosci tu? Laggiù! Laggiù! O amato mio, con te vorrei andare!
Questo breve canto contenuto nel romanzo di formazione Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister viene fatto pronunciare da Goethe a Mignon, la ragazzina che Wilhelm incontra in un gruppo di danzatori di strada e decide di prendere sotto la sua protezione. Mignon, di origini italiane, ricorda con nostalgia il suo Paese e diventa personificazione del desiderio del Sud.
Io voglio partire per raccontare la mia breve visita palermitana dalla foto sopra: il treno che da Cefalù mi ha riportato a Palermo era pienissimo di turisti, pulitissimo, dove un bengalese ha richiamato un maghrebino che guardava i video di Tik Tok troppo alti (te le vendo io le cuffiette) ma la cosa sorprendente è che è arrivato alla Stazione Centrale con 10 minuti di anticipo, alle 13.22. 
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In 100 metri o poco più c’è tutto questo, mi permetto di dire uno degli angoli più suggestivi del mondo. E chiedo ai palermitani che mi leggeranno perchè la chiesa dei Teatini, che ha l’entrata principale dal Corso e quella laterale da Via Maqueda è chiusa.
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la Chiesta di Santa Caterina di Alessandria, con annesso convento, ospitava le figlie non primigenie delle famiglie nobili, anche per questo il suo barocco fiorito siciliano è qualcosa di abbagliante. 
Una cooperativa di ragazzi ha ripristinato la leggendaria dolceria
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Che riprende le ricette originali delle Monache, riproponendo anche dolci che quasi nessuno faceva più, come il leggendario Trionfo di Gola, descritto anche ne Il Gattopardo, che è così bello che quasi commuove
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Ne avevo parlato in un Vero O Falso, ecco la Chiesa del Santissimo Salvatore, altro gioiello barocco
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Questa foto l’ho fatta dalle Torri del Duomo di Cefalù, in un lunedi piovosissimo
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Ma è sempre una meraviglia
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«Tra dieci giorni, se non hai niente in contrario, potremmo andare a Palermo» le disse. «Preferisco Ginevra» rispose lei. Stava in piedi davanti al cavalletto ed esaminava una tela iniziata. «Come puoi vivere senza conoscere Palermo?»
Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere.
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Per € 2.50 non credo esistano tante cose più buone
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Andateci, ne vale la pena
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ferris60 · 6 years ago
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Benedetta Parodi smamma proprio ( con i dolci sono sempre stata brava e il forno nuovo devo domarlo, una volta o l’altra) : ciambellone ricotta e gocce di cioccolato fondente, ricetta di @fattoincasadabenedetta - sta ancora raffreddandosi #food #foodporn #homemade #creativity (presso Alessandria, Italy) https://www.instagram.com/p/BrQ5UYVgWbr/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=10m4n67u9nkw1
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aneddoticamagazinestuff · 6 years ago
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TRE ODI DI ORAZIO
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TRE ODI DI ORAZIO
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  § 1. IL MONTE SORATTE (Odi 1,9) Come si stagli (nel cielo), bianco di neve il Soratte, lo vedi tu, né più sostengano il peso le piante affaticate, e per il freddo rigido i corsi d’acqua si siano gelati: lo vedi?
Il freddo scioglilo, legna sul fuoco con abbondanza ponendo, e senza risparmio mesci il vino puro di quattro anni, o Thaliarco, da un’anfora sabina.
Tutto il resto affidalo agli dèi, e, dopo che questi imbrigliano la zuffa tra i venti ed il mare spumeggiante, non più i cipressi si agitano e i secolari ontani.
Sono le prime tre strofe dell’ode n.9 del I libro. Orazio ha pubblicato tre libri di odi + uno. Dico così, perché il progetto era articolato su tre libri, ed infatti a seguire vedremo quella che avrebbe dovuto essere l’ode di congedo dall’opera. Senonché in seguito aggiunse un quarto libro, non resistendo al ritorno della ispirazione poetica. Dalle odi Orazio si aspettava la gloria poetica, e trae ispirazione dalla grande lirica arcaica greca, specialmente da Saffo Alceo ed Archiloco. Però una parte cospicua della sua opera è di ispirazione alessandrina (Alessandria, faro della cultura mediterranea classica, sede della prima biblioteca della Storia, luogo in cui si determinavano le edizioni ufficiali delle opere anti che – Omero ad esempio -, e si elaboravano opere moderne). Il monte Soratte è a nord di Roma, ed è definito anche come monte S.Oreste. prima o poi cercherò con una ricerca di stabilire se Sant’Oreste in realtà non sia una corruzione del nome SORATTE. Thaliarco è uno pseudonimo: nel corso dei banchetti, quelli importanti, si eleggeva un re del convito, il quale sceglieva il tipo del vino, e decideva i brindisi, e tutti si dovevano attenere alla sua autorità, e thaliarco era l’appellativo di tale re del vino. E’ inverno, fa freddo, e la neve ricopre tutto ed i corsi d’acqua si sono gelati, ed il rimedio sono il vino puro, di semplice qualità (è il senso di “anfora sabina”). Gli dèi hanno messo pace tra venti e distese del mare, gli alberi sono addobbati di neve ed immobili, ed i corsi d’acqua si sono fermati per effetto del gelo. Quasi quasi c’è da pensare che anche il tempo abbia interrotto la propria corsa, statico in un presente senza fine…….
Ciò che sarà domani, evita di domandarlo, e quanti giorni la Sorte ti darà, nei guadagni registralo, e i dolci amori non trascurarli, finché giovane, né le danze
finché da te virgulto la canizie è lontana, che rende lenti. Adesso il campo Marzio e le piazzette ed i leggeri sussurri sul far della notte si rinnovino nell’ora dell’appuntamento,
ora anche della ragazza dall’angolo nascosto il riso felice e traditore, ed il pegno strappato al braccio o dal dito che resiste per finta.
Orazio non vuole che ci si illuda, che il tempo si fermi come la natura d’inverno. Metti nella colonna degli attivi, quasi da ragioniere, ogni giorno in più che ti si regalerà, ed goditi la danza della fanciulla (gli uomini non danzavano, era sconveniente), finche non sei cauto e rigido. E poi, che delizia la schermaglia d’amore sul far della sera: lei è nascosta e lui la cerca, e lei non trattiene il riso, ed il suono della risata ed il biancore dei denti la svelano. E lui la punisce, togliendole il bracciale o l’anello da un dito, che fa finta di resistere. Inverno pieno, monti innevati: il clima era diverso. Poverini non avevano le bombe d’acqua, le frane micidiali, lo scioglimento dei ghiacci, e le immense isole di plastica, plastica, plastica. E nemmeno le malattie autoimmuni….
§2. ODE DI CONGEDO: MONUMENTO A SE STESSO
Ho innalzato un monumento più durevole del bronzo, e più alto della mole regale delle piramidi, e non lo potranno intaccare la pioggia che scava né la tramontana inarrestabile, né l’innumerevole serie degli anni o la fuga dei tempi.
Ma non morrò del tutto ed una grande parte di me eviterà Libitina: io nel tempo futuro crescerò di lode sempre nuova, finché sul Campidoglio
si inerpicherà un pontefice con una vestale silenziosa. Si parlerà di me, dove violento strepita l’Ofanto e dove povero d’ acque Dauno regnò sui popoli agresti, importante da umile che ero,
e si dirà che per primo la poesia eolica ho introdotto negli italici ritmi. Prendimi la superbia raggiunta con merito, ed a me con la delfica corona d’alloro, o Melpomene, cingi volendolo la chioma.
Nelle Odi Orazio riponeva la speranza della gloria poetica, speranza che qui, nell’ode conclusiva del III libro, a sua volta conclusivo dell’intero progetto delle Odi, ribadisce con forza, presumendo eterna la gloria, perché la collega a Roma, la città eterna, allora più che oggi. Gran parte di me scamperà a Libitina: alla divinità, cioè, della morte, a cui nel foro era dedicato un tempio, nel quale si andavano a registrare i decessi. Melpomene, musa della poesia lirica. Orazio si attribuisce il merito di avere introdotto nella cultura latina i modi ed i metri della grande poesia lirica greca arcaica (Alceo, Saffo. Archiloco), anche se già prima di lui Catullo s’era esibito alla Saffo. Il gusto poetico del tempo è di marca alessandrina: una delle piacevolezze di un componimento era la gara con un originale famoso, a volte con una citazione allusiva. Quando Orazio, ad esempio, per la morte di Cleopatra esulta con un “Nunc est bibendum”, ora ci si deve ubriacare, le persone colte andavano con il pensiero ad Alceo, poeta di Lesbo di sette secoli prima, che esulta con le medesime parole per la morte del tiranno Mìrsilo. Tra i due poeti corrono sette secoli di distanza, durante i quali si è verificato un cambiamento epocale nella cultura: al tempo di Alceo, anche se le poesie erano scritte, erano destinate ad una diffusione quasi esclusivamente orale, mentre, quando opera Orazio, è stato già inventato il libro, come lo pensiamo noi, anche se è un rotolo di papiro (volumen), e la diffusione è scritta. Il libro è costoso, quindi alla portata di un pubblico ristretto, i danarosi, quelli cioè che hanno avuto modo e tempo di acculturarsi. Quindi ciò che è scritto è leggibile quanto si vuole, e dentro vi si vuole trovare cultura: gara con modelli famosi, e citazioni.
§ 3. LA FONTE DI BANDUSIA
O fonte di Bandusia, più luminosa del cristallo, degna di dolce vino puro, nonché di fiori, ti farò dono di un capretto domani, che la fronte turgida delle corna nascenti
destina alle baruffe d’amore. Ma invano, perché ti tingerà l’acqua con il sangue rosso orgoglio del gregge lascivo.
L’ora feroce dell’ atroce Canicola non sa toccarti, tu l’amabile fresco ai tori stanchi per l’aratro offri ed al bestiame vagante.
Diverrai tu pure una delle nobili fonti, perché canto il leccio che gravita sulla grotta, da cui loquaci saltellano le acque tue.
Inserisco qui il testo latino per l’ultima strofa: “Fies nobilium tu quoque fontium,/ me dicente cavis impositam ilicem/ saxis, unde loquaces / limphae desiliunt tuae. “. Perché questa citazione? Perché è un saggio di bravura compositiva, un divertissement, una sinfonia di onomatopee, con quell’alternarsi di sillabe liquide, inframezzate da sillabe dentali e volutamente dure, a rendere l’idea del movimento delle acque chiacchierine. A Roma si celebravano i Fontanalia, feste dedicate alle fontane, presidiate, si credeva, da ninfe e divinità boschive. Bandusia: probabilmente è il nome di una fonte vicina a Venosa. Orazio se ne ricorda, mentre nell’aria imperversa la feroce Canicola, sotto la costellazione del Cane. La poetica dell’epoca alessandrina prevede anche la composizione su tematiche non auliche, come il canto su una fontana.
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allisonscola · 3 years ago
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This is a special doorway. A lazy-Susan, really. Put your money down with your sweets order, spin it around, and the cloistered nuns turn it back to you with your pastries. No face to face contact, but they speak to you through their ancient recipes. In Palermo, visit the Cloister of Santa Caterina of Alessandria off of Piazza Bellini. @maria.oliveri.7 and her team at @isegretidelchiostroinsta have preserved "The Secrets of the Cloister," making the pastries using the nun's (I say) sacred recipes. So, although this doorway is a thing of the past, your palette can still be reminded of what was (and what is!). When buying sweets here, you are supporting the restoration of the monastery and its soup kitchen. #experiencesicily #sicily #palermo #cannoli #dolci #pastries #isegretidelchiostro #sicilia #siciliabedda #italy #italia #sicilyvacation #sicilians_world #ig_sicily #igerssicilia #instasicilia #gf_italy #siculamenteDoc #sicily_tricolors #ig_visitsicily #Sicilia_PhotoGroup #smallgrouptours #traveltogether #authenticsicily #sicilytour #whatsicilyis #sicilytravel #viverelasicilia (at Chiostro Di Santa Caterina D'alessandria, Palermo) https://www.instagram.com/p/CWWz8LlsXdc/?utm_medium=tumblr
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victorandrini · 3 years ago
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ANDUMA! Soon back on stage for the last performance of JELIN in Alessandria. My cat Barba is a bit annoyed because he won't be able to come and see me and he can't even eat the delicious "Baci di Gallina" because he can't eat sweets (even if he would like to)! I am waiting for all of you "Amis ad Lisondria" See you soon on stage . . ANDUMA ! Tra poco di nuovo in scena per l’ultima recita del JELIN ad Alessandria. Il mio gatto Barba è un po’ scocciato perché non potrà venire a vedermi e non può neppure mangiare i buonissimi “Baci di Gallina” perché lui non può mangiare i dolci (anche se vorrebbe)! Io aspetto tutti voi “Amis ad Lisondria” A tra poco sul palco @opera_jelin #operasinger #opera #bacidigallina #operajelin #alessandria #lisondria #rafaelbarba #blackcat #singer #lirica (presso Teatro Regionale Alessandrino) https://www.instagram.com/p/CT-U9cyg42p/?utm_medium=tumblr
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Pasticceria Voltaggio: Un'eccellenza di dolcezza ad Alessandria. Tra tradizione e innovazione, la Pasticceria Voltaggio è un'icona del gusto e della qualità dal 1909
Nel cuore di Alessandria, in via Milano 26, si trova una delle pasticcerie più amate e rinomate della città: la Pasticceria Voltaggio, un luogo dove la tradizione incontra la qualità e l’innovazione. Fondata nel lontano 1909, questa pasticceria si è affermata nel tempo come sinonimo di eccellenza artigianale, grazie ai suoi prodotti di altissima qualità, realizzati con passione e maestria. La…
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akiratek · 4 years ago
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Vida e akira22arika... mi disegni ogni giorno un alba diversa.. i tuoi bacini e le zampate mattutine sono i tuoi difetti più dolci e amabili.. mentre di pregi sono così tanti che ti rendono la cucciola migliore che potevo scegliere... smak #vida #pensieroperte #cucciola #cane #cagnolinamia #ribelle #pregiedifetti #frasidamore #natura #cuoredizampa #amici #alessandria #fototumblr #fotografer #pic #picoftheday #sketch https://www.instagram.com/p/CCWDtLIok9N/?igshid=1x5nxgnvhdh01
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freedomtripitaly · 5 years ago
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Non c’è bisogno di andare fino in Provenza per ammirare i meravigliosi campi di lavanda in fiore. Il Monferrato, tra i mesi di giugno e luglio, si tinge di lilla. La provincia di Alessandria, in Piemonte, diviene dunque lo spunto per splendide gite d’estate tra colline, borghi, pievi e castelli. E campi di lavanda in fiore. A Castelletto, nell’Alto Monferrato acquese, sulla dorsale che divide la Val Bormida dalla Valle dell’Erro, già vicinissimi al confine con la Liguria, i sette ettari di lavanda dell’azienda di Anna Calviello offrono un colpo d’occhio che incanta. Ma per chi della lavanda vuole conoscere davvero tutto, anche la sua trasformazione e le sue molteplici declinazioni, vale la pena fare un salto a Spigno, alla cooperativa Agronatura, dove si trasformano erbe officinali e si coordina la trasformazione di tutta la lavanda della provincia. Casa Nossa a Viguzzolo @Ufficio stampa Campi di lavanda spettacolari anche nell’Azienda agricola Cascina Ospedale ad Alessandria. Qui si possono fare passeggiate in mezzo alla lavanda che pare essere un toccasana per il mal di testa. Nel cuore del Monferrato c’è poi una strada panoramica che, anche senza lavanda, sarebbe da sola oggetto di meta imperdibile, da percorrere a piedi o in bicicletta: rigorosamente chiusa al traffico – salvo i residenti -, è una strada interna che collega i due borghi di Cuccaro e Lu. Proprio per la sua suggestività, entrambi i borghi hanno apposto le “big bench”, le panchine iper-dimensionate che s’affacciano sui paesaggi più affascinanti del Piemonte e, quella di Cuccaro, proprio come tributo alla distesa profumata, è di un colore blu intenso come la lavanda. Una panchina per ammirare i campi di lavanda a Cuccaro @Ufficio stampa Qui, in direzione Quargnento, assolutamente imperdibile per la gioia degli occhi è il campo a perdita d’occhio dell’azienda lalavandadilu. A metà strada tra Valenza e Casale Monferrato c’è anche il borgo di Giarole, noto per ospitare uno dei più bei castelli della provincia. Il borgo di Conzano visto da Cuccaro @B. Polito A poche centinaia di metri, l’azienda agricola Pavese Andrea ha inserito tra le sue coltivazioni, proprio al confine con il comune di Pomaro, campi di lavanda biologica, che si snodano tra il torrente Grana, le colline e la valle. Per una passeggiata piacevolissima nel blu profumato. E, infine, ci si sposta nella parte più orientale della provincia di Alessandria, sui dolci colli tortonesi, famosi per il vino timorasso e la coltivazione della frutta, le strade dei campionissimi, oltre che per avere borghi fuori dal tempo, come Garbagna (uno dei Borghi piu belli d’Italia) e Pontecurone, o Volpedo, dove ha sede lo studio del celebre pittore Pelizza. Per seguire la lavanda si deve andare a Viguzzolo. Campi di lavanda a Viguzzolo @Ufficio stampa In strada Castelletto, una piccola visione: su un declivio morbido e sinuoso si stagliano i campi della tenuta di Giancarlo Nossa, giardiniere appassionato, che qui dal 2007 coltiva fragole e lavanda. Perché, come dice lui, non c’è come svegliarsi al mattino e aprire le finestre sul blu. Ormai il suo campo è meta di pellegrinaggi di appassionati. Ma l’esperienza più incredibile per gli appassionati della lavanda è dormire una notte circondati dai campi blu. Lo si può fare a Caiti nell’Agriturismo Verdita, dove sono stati organizzati degli “starsbox”, romantiche capanne di legno. Oppure a Villa Cheti a Monterosso – Spigno Monferrato con le sue camere nella natura, tra le piante officinali, la lavanda e lo zafferano. Un piacerfe per i sensi. Dormire in uno “starsbox” circondati dai campi di lavanda @Simone Mondino https://ift.tt/2YY3rvO Il Monferrato come la Provenza: ecco gli splendidi campi di lavanda Non c’è bisogno di andare fino in Provenza per ammirare i meravigliosi campi di lavanda in fiore. Il Monferrato, tra i mesi di giugno e luglio, si tinge di lilla. La provincia di Alessandria, in Piemonte, diviene dunque lo spunto per splendide gite d’estate tra colline, borghi, pievi e castelli. E campi di lavanda in fiore. A Castelletto, nell’Alto Monferrato acquese, sulla dorsale che divide la Val Bormida dalla Valle dell’Erro, già vicinissimi al confine con la Liguria, i sette ettari di lavanda dell’azienda di Anna Calviello offrono un colpo d’occhio che incanta. Ma per chi della lavanda vuole conoscere davvero tutto, anche la sua trasformazione e le sue molteplici declinazioni, vale la pena fare un salto a Spigno, alla cooperativa Agronatura, dove si trasformano erbe officinali e si coordina la trasformazione di tutta la lavanda della provincia. Casa Nossa a Viguzzolo @Ufficio stampa Campi di lavanda spettacolari anche nell’Azienda agricola Cascina Ospedale ad Alessandria. Qui si possono fare passeggiate in mezzo alla lavanda che pare essere un toccasana per il mal di testa. Nel cuore del Monferrato c’è poi una strada panoramica che, anche senza lavanda, sarebbe da sola oggetto di meta imperdibile, da percorrere a piedi o in bicicletta: rigorosamente chiusa al traffico – salvo i residenti -, è una strada interna che collega i due borghi di Cuccaro e Lu. Proprio per la sua suggestività, entrambi i borghi hanno apposto le “big bench”, le panchine iper-dimensionate che s’affacciano sui paesaggi più affascinanti del Piemonte e, quella di Cuccaro, proprio come tributo alla distesa profumata, è di un colore blu intenso come la lavanda. Una panchina per ammirare i campi di lavanda a Cuccaro @Ufficio stampa Qui, in direzione Quargnento, assolutamente imperdibile per la gioia degli occhi è il campo a perdita d’occhio dell’azienda lalavandadilu. A metà strada tra Valenza e Casale Monferrato c’è anche il borgo di Giarole, noto per ospitare uno dei più bei castelli della provincia. Il borgo di Conzano visto da Cuccaro @B. Polito A poche centinaia di metri, l’azienda agricola Pavese Andrea ha inserito tra le sue coltivazioni, proprio al confine con il comune di Pomaro, campi di lavanda biologica, che si snodano tra il torrente Grana, le colline e la valle. Per una passeggiata piacevolissima nel blu profumato. E, infine, ci si sposta nella parte più orientale della provincia di Alessandria, sui dolci colli tortonesi, famosi per il vino timorasso e la coltivazione della frutta, le strade dei campionissimi, oltre che per avere borghi fuori dal tempo, come Garbagna (uno dei Borghi piu belli d’Italia) e Pontecurone, o Volpedo, dove ha sede lo studio del celebre pittore Pelizza. Per seguire la lavanda si deve andare a Viguzzolo. Campi di lavanda a Viguzzolo @Ufficio stampa In strada Castelletto, una piccola visione: su un declivio morbido e sinuoso si stagliano i campi della tenuta di Giancarlo Nossa, giardiniere appassionato, che qui dal 2007 coltiva fragole e lavanda. Perché, come dice lui, non c’è come svegliarsi al mattino e aprire le finestre sul blu. Ormai il suo campo è meta di pellegrinaggi di appassionati. Ma l’esperienza più incredibile per gli appassionati della lavanda è dormire una notte circondati dai campi blu. Lo si può fare a Caiti nell’Agriturismo Verdita, dove sono stati organizzati degli “starsbox”, romantiche capanne di legno. Oppure a Villa Cheti a Monterosso – Spigno Monferrato con le sue camere nella natura, tra le piante officinali, la lavanda e lo zafferano. Un piacerfe per i sensi. Dormire in uno “starsbox” circondati dai campi di lavanda @Simone Mondino Il Monferrato, tra i mesi di giugno e luglio, si tinge di lilla e regala esperienze per i sensi che non hanno nulla da invidiare alla Provenza.
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gelateriasoban · 5 years ago
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Questo weekend Stefano e il suo carrettino dei gelati sono alla Festa della Sbirra ad Alessandria, a sostegno del progetto Socialwood. Il progetto SocialWood dal 2015 lavora per formare e reinserire i detenuti all’interno degli Istituti di Pena “Cantiello e Gaeta” di Alessandria. Si spillerà anche la birra solidale nata dalla collaborazione tra ISES, Fuga di Sapori, Dolci evasioni e il Birrificio Trunasse, sempre a sostegno del progetto SocialWood, da accompagnare con la cucina di Hop mangiare di Birra. Parte del ricavato sarà dedicato alla riqualificazione di piazza Don Soria! Non mancate! . . . #sobanontour #gelatosoban #socialwood #festadellasbirra #piazzadonsoria #carrettinodeigelati #streetfood #dolcievasioni #birrificiotrunasse #birrasolidale #ises #fugadisapori #hopmangiaredibirra https://ift.tt/2FESQwE
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scrivereconlaluce1997 · 5 years ago
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Buongiorno amici 🌞 Oggi sono super felice per due motivi: il primo è che ho scoperto di aver passato l’ultimo esame e quindi a luglio mi laureo 😍👩🏼‍🎓 Il secondo è per il matrimonio della mia bellissima cugina domani 👰🏼❤️ Vi ricordate che qualche giorno fa vi avevo parlato dell’abitudine che ho preso nel fare colazione sul balcone? È appena uscito un post sul blog dove ve ne parlo meglio💻 Correte a leggere e fatemi sapere qual è la vostra risposta 📃📥 Nel frattempo vi lascio con una delle mie torte preferite a base di caffè ☕️ #onthetable#creativityinmybreakfast#plumcake#coffee#coffeeplumcake#breakfast#goodmorning#goccedicioccolato#homemade#fattoamano#baking#dolci#chocolate#lovebaking#fluffy#fluffyfood#tigers#tortasoffice#cake#fattaincasa#colazionesana#plumcakealcaffè#ilovebaking#breakfasttime#dolcirisvegli#colazioneitaliana#coffeebreak#coffeetime#ricettadelgiorno (presso Alessandria, Italy) https://www.instagram.com/p/BzP1ofaoZ8x/?igshid=1dhos5flzr57j
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gargantua · 8 years ago
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DANZA SOLO PER ME QUESTA NOTTE
Danza
solo per me questa notte
danza
donna d’incanto
a piedi nudi
I tuoi occhi scuri
non hanno fine
né la forma delle tue labbra
trova confine
nella notte,
quelle tue labbra
dalla linea sottile
sferica
devono sapere
delle bacche dell’erica
coperte di rugiada,
donna d’incanto
donna sognata,
ed il tuo seno
che nella danza assume forma nuova
che nella alcova
voglio gustare appieno
deve sapere alla mia bocca
di miele di lavanda.
Diversa da tutte le danzatrici brune
sei al mio sguardo nel tempo
diversa da tutte le danzatrici brune
incontrate ad Alessandria.
Diversa dalle danzatrici brune
incontrate un giorno presso il tempio
Danza
solo per me questa notte
danza
donna dei miei sogni
a piedi nudi
I tuoi occhi scuri
voglio seguire
mentre il corpo muovi
sinuoso
e un ritmo magico trovi
impetuoso
fino a svenire
adesso
come svenire si può
in un amplesso
furioso
tra il cielo e il mare,
donna soavissima
che solo voglio amare
pienamente
mentre danzi lievissima,
che voglio adagiare
dolcemente
tra le mie braccia,
che voglio cogliere
tremante
alla fine della caccia
stremata
e vedere ansimare
nella notte
stregata
ed il labbro mordicchiare
pesca pregiata.
Diversa da tutte le danzatrici brune
sei al mio sguardo nel tempo
diversa da tutte le danzatrici brune
incontrate un giorno presso il tempio
Danza
solo per me questa notte
danza
sul mio cuore
a piedi nudi
Affoghiamo nelle bocche
il nostro languore
e ignoriamo il tempo
che nasce e muore.
Voglio dissetarmi
bianca diva,
voglio dissetarmi
del dolce nettare
che tra la tua saliva
si raccoglie
il nettare che lava
le doglie
come il vento
che smuove le dune
Danza
solo per me questa notte
danza
donna d’incanto
a piedi nudi
I tuoi occhi scuri
vedrò alla fine
godendo,
risalendo
dal tuo piede perfetto
lungo i confini
dei nostri corpi
nudi
e la tua bocca
bacerò gemendo
e saremo dolci
e saremo rudi,
nudi
intrecceremo una danza
Danza
solo per me questa notte
danza
donna d’incanto
a piedi nudi
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cloudwine9 · 6 years ago
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Cà del Bric
Cà del Bric è un azienda vitivinicola piemontese con sede a Montaldo Bormida, nel cuore del Monferrato ed in provincia di Alessandria. L’azienda si estende su circa sette ettari vitati, in queste dolci colline. La viticultura è di natura biologica. Nel 2000 Giuseppe ed Erika decidono di restaurare un antica cascina, con la quale danno inizio ad una favolosa storia, tra di loro e con la terra.
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Cà…
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aneddoticamagazinestuff · 6 years ago
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TRE ODI DI ORAZIO
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TRE ODI DI ORAZIO
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  § 1. IL MONTE SORATTE (Odi 1,9) Come si stagli (nel cielo), bianco di neve il Soratte, lo vedi tu, né più sostengano il peso le piante affaticate, e per il freddo rigido i corsi d’acqua si siano gelati: lo vedi?
Il freddo scioglilo, legna sul fuoco con abbondanza ponendo, e senza risparmio mesci il vino puro di quattro anni, o Thaliarco, da un’anfora sabina.
Tutto il resto affidalo agli dèi, e, dopo che questi imbrigliano la zuffa tra i venti ed il mare spumeggiante, non più i cipressi si agitano e i secolari ontani.
Sono le prime tre strofe dell’ode n.9 del I libro. Orazio ha pubblicato tre libri di odi + uno. Dico così, perché il progetto era articolato su tre libri, ed infatti a seguire vedremo quella che avrebbe dovuto essere l’ode di congedo dall’opera. Senonché in seguito aggiunse un quarto libro, non resistendo al ritorno della ispirazione poetica. Dalle odi Orazio si aspettava la gloria poetica, e trae ispirazione dalla grande lirica arcaica greca, specialmente da Saffo Alceo ed Archiloco. Però una parte cospicua della sua opera è di ispirazione alessandrina (Alessandria, faro della cultura mediterranea classica, sede della prima biblioteca della Storia, luogo in cui si determinavano le edizioni ufficiali delle opere anti che – Omero ad esempio -, e si elaboravano opere moderne). Il monte Soratte è a nord di Roma, ed è definito anche come monte S.Oreste. prima o poi cercherò con una ricerca di stabilire se Sant’Oreste in realtà non sia una corruzione del nome SORATTE. Thaliarco è uno pseudonimo: nel corso dei banchetti, quelli importanti, si eleggeva un re del convito, il quale sceglieva il tipo del vino, e decideva i brindisi, e tutti si dovevano attenere alla sua autorità, e thaliarco era l’appellativo di tale re del vino. E’ inverno, fa freddo, e la neve ricopre tutto ed i corsi d’acqua si sono gelati, ed il rimedio sono il vino puro, di semplice qualità (è il senso di “anfora sabina”). Gli dèi hanno messo pace tra venti e distese del mare, gli alberi sono addobbati di neve ed immobili, ed i corsi d’acqua si sono fermati per effetto del gelo. Quasi quasi c’è da pensare che anche il tempo abbia interrotto la propria corsa, statico in un presente senza fine…….
Ciò che sarà domani, evita di domandarlo, e quanti giorni la Sorte ti darà, nei guadagni registralo, e i dolci amori non trascurarli, finché giovane, né le danze
finché da te virgulto la canizie è lontana, che rende lenti. Adesso il campo Marzio e le piazzette ed i leggeri sussurri sul far della notte si rinnovino nell’ora dell’appuntamento,
ora anche della ragazza dall’angolo nascosto il riso felice e traditore, ed il pegno strappato al braccio o dal dito che resiste per finta.
Orazio non vuole che ci si illuda, che il tempo si fermi come la natura d’inverno. Metti nella colonna degli attivi, quasi da ragioniere, ogni giorno in più che ti si regalerà, ed goditi la danza della fanciulla (gli uomini non danzavano, era sconveniente), finche non sei cauto e rigido. E poi, che delizia la schermaglia d’amore sul far della sera: lei è nascosta e lui la cerca, e lei non trattiene il riso, ed il suono della risata ed il biancore dei denti la svelano. E lui la punisce, togliendole il bracciale o l’anello da un dito, che fa finta di resistere. Inverno pieno, monti innevati: il clima era diverso. Poverini non avevano le bombe d’acqua, le frane micidiali, lo scioglimento dei ghiacci, e le immense isole di plastica, plastica, plastica. E nemmeno le malattie autoimmuni….
§2. ODE DI CONGEDO: MONUMENTO A SE STESSO
Ho innalzato un monumento più durevole del bronzo, e più alto della mole regale delle piramidi, e non lo potranno intaccare la pioggia che scava né la tramontana inarrestabile, né l’innumerevole serie degli anni o la fuga dei tempi.
Ma non morrò del tutto ed una grande parte di me eviterà Libitina: io nel tempo futuro crescerò di lode sempre nuova, finché sul Campidoglio
si inerpicherà un pontefice con una vestale silenziosa. Si parlerà di me, dove violento strepita l’Ofanto e dove povero d’ acque Dauno regnò sui popoli agresti, importante da umile che ero,
e si dirà che per primo la poesia eolica ho introdotto negli italici ritmi. Prendimi la superbia raggiunta con merito, ed a me con la delfica corona d’alloro, o Melpomene, cingi volendolo la chioma.
Nelle Odi Orazio riponeva la speranza della gloria poetica, speranza che qui, nell’ode conclusiva del III libro, a sua volta conclusivo dell’intero progetto delle Odi, ribadisce con forza, presumendo eterna la gloria, perché la collega a Roma, la città eterna, allora più che oggi. Gran parte di me scamperà a Libitina: alla divinità, cioè, della morte, a cui nel foro era dedicato un tempio, nel quale si andavano a registrare i decessi. Melpomene, musa della poesia lirica. Orazio si attribuisce il merito di avere introdotto nella cultura latina i modi ed i metri della grande poesia lirica greca arcaica (Alceo, Saffo. Archiloco), anche se già prima di lui Catullo s’era esibito alla Saffo. Il gusto poetico del tempo è di marca alessandrina: una delle piacevolezze di un componimento era la gara con un originale famoso, a volte con una citazione allusiva. Quando Orazio, ad esempio, per la morte di Cleopatra esulta con un “Nunc est bibendum”, ora ci si deve ubriacare, le persone colte andavano con il pensiero ad Alceo, poeta di Lesbo di sette secoli prima, che esulta con le medesime parole per la morte del tiranno Mìrsilo. Tra i due poeti corrono sette secoli di distanza, durante i quali si è verificato un cambiamento epocale nella cultura: al tempo di Alceo, anche se le poesie erano scritte, erano destinate ad una diffusione quasi esclusivamente orale, mentre, quando opera Orazio, è stato già inventato il libro, come lo pensiamo noi, anche se è un rotolo di papiro (volumen), e la diffusione è scritta. Il libro è costoso, quindi alla portata di un pubblico ristretto, i danarosi, quelli cioè che hanno avuto modo e tempo di acculturarsi. Quindi ciò che è scritto è leggibile quanto si vuole, e dentro vi si vuole trovare cultura: gara con modelli famosi, e citazioni.
§ 3. LA FONTE DI BANDUSIA
O fonte di Bandusia, più luminosa del cristallo, degna di dolce vino puro, nonché di fiori, ti farò dono di un capretto domani, che la fronte turgida delle corna nascenti
destina alle baruffe d’amore. Ma invano, perché ti tingerà l’acqua con il sangue rosso orgoglio del gregge lascivo.
L’ora feroce dell’ atroce Canicola non sa toccarti, tu l’amabile fresco ai tori stanchi per l’aratro offri ed al bestiame vagante.
Diverrai tu pure una delle nobili fonti, perché canto il leccio che gravita sulla grotta, da cui loquaci saltellano le acque tue.
Inserisco qui il testo latino per l’ultima strofa: “Fies nobilium tu quoque fontium,/ me dicente cavis impositam ilicem/ saxis, unde loquaces / limphae desiliunt tuae. “. Perché questa citazione? Perché è un saggio di bravura compositiva, un divertissement, una sinfonia di onomatopee, con quell’alternarsi di sillabe liquide, inframezzate da sillabe dentali e volutamente dure, a rendere l’idea del movimento delle acque chiacchierine. A Roma si celebravano i Fontanalia, feste dedicate alle fontane, presidiate, si credeva, da ninfe e divinità boschive. Bandusia: probabilmente è il nome di una fonte vicina a Venosa. Orazio se ne ricorda, mentre nell’aria imperversa la feroce Canicola, sotto la costellazione del Cane. La poetica dell’epoca alessandrina prevede anche la composizione su tematiche non auliche, come il canto su una fontana.
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    La Pasticceria Alessandrina
una spinta militare
a creare eccellenze
    La Pasticceria Alessandrina un’eccellenza piemontese
    Immaginate di essere seduti sul vostro divano, con una tazza di tè in mano e con l’altra di portare alla bocca una delizia della Pasticceria Alessandrina, niente è più appagante di un “Bacio di Gallina” o un “Cannoncino” ripieno o una fetta di “Polenta Dolce” o “Polenta di Marengo” o una delle tante varietà di Pasticceria Mignon che vengono prodotti ad Alessandria, proclamata nel 2005, col marchio De. Co. Denominazione Comunale.
    La storia dell’eccellenza della pasticceria Alessandrina
    Responsabile, se non al 100%, per un buon 70-80%, è la Cittadella ad Alessandria, straordinaria cittadella militare, una delle più grandi d’Europa e la meglio conservata, nelle sue strutture originali.
La sua costruzione, voluta da Vittorio Amedeo II di Savoia, continuata da Carlo Emanuele III di Savoia, re di Sardegna, ebbe inizio a partire dal 1728.
Con la sua pianta stellare, si compone di sei fronti bastionati forniti di cavalieri, collegati da spesse cortine rettilinee e percorsi da gallerie e casematte.
Furono proprio le famiglie degli ufficiali di stanza ad Alessandria, francesi, austriaci e logicamente italiani, a popolare per decenni le pasticcerie alessandrine, che andavano migliorandosi, ognuna con proprie specialità.
  La Cittadella presidio militare ad Alessandria
    I Baci di gallina della pasticceria Gallina
    Presente dal 1935, la pasticceria Gallina, prepara una speciale varietà di “Baci di Dama” i famosi “Baci di Gallina”, la loro forma è più allungata rispetto a quelli tradizionali e l’impasto oltre a essere realizzato, amalgamando insieme zucchero, farina, burro e nocciole, della qualità “tonda e gentile delle Langhe”, quella che si utilizza per  fare i gianduiotti, prevede l’aggiunta di un po’ di cacao e sono confezionati con involucro rosso.
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Pasticceria Gallina i Baci di Gallina
Pasticceria Bonadeo la Polenta di Marengo
    La Polenta di Marengo della pasticceria Bonadeo
    Con origini all’epoca della battaglia di Marengo, nel 1933 il pasticcere Dante Chiabrera, dell’Antica Confetteria Chiabrera, la perfeziona e come altri prodotti della pasticceria alessandrina, si afferma tra l’ottocento e il novecento, periodo in cui era diffusa in città la presenza in città della borghesia militare di stanza ad Alessandria, all’interno della Cittadella.
Oggi la Pasticceria Bonadeo dispone del brevetto esclusivo per la preparazione di questo dolce, avendolo acquistato direttamente dal proprietario.  
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  Ingredienti
  150 grammi di mandorle sgusciate in forno senza farle colorire.
200 grammi di zucchero
80 grammi di farina gialla
40 grammi di farina bianca 00
Pan di spagna sbriciolato
20 grammi di fecola di patate
Una manciata di uva sultanina
60 grammi di burro
100 grammi di zucchero a velo
5 uova
Pasta di mandorle
Scorza di limone grattugiata
Mezzo bicchiere di maraschino
  Preparazione
  Frullare 100 grammi di mandorle con 50 grammi di zucchero.
Sbattere 5 tuorli d’uova con 150 grammi di zucchero e incorporare con i 5 albumi montati a neve ben sodi.
Aggiungere la farina di mais, la farina bianca, la fecola, il sale e le mandorle, il maraschino e la scorza di limone grattugiata, poco per volta e amalgamando con dolcezza, dal basso verso l’alto per mantenere ben soffice e spumoso il composto.
Aggiungere il burro appena fuso, imburrare una teglia e infarinarla, versarvi il composto e infornare a forno caldo a 160° per circa 60 minuti.
Quando la torta è pronta e fredda ricoprirla con della pasta di mandorle, gli altri 50 gr. di mandorle tritate e del pan di spagna sbriciolato.
Volendo poi potete ricoprire il tutto con dello zucchero a velo.
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Pasticceria Zoccola i Cannoncini
Pasticceria Rolando gli Amaretti
    I Cannoncini della pasticceria Zoccola
    Sette generazioni di pasticceri, si sono affaccendati in questa storica pasticceria d’Alessandria, famosi e ricercatissimi i suoi Cannoncini con 19 varietà di ripieno, dalla fragola, albicocca, pesca, cocco, liquirizia, barbera,crema chantilly, menta, yogurt bianco al naturale e pistacchio, questi gli ultimi abbinamenti di ripieno creati.
Composto da pasta sfoglia arrotolata e ripieno di crema o zabaione, decorato agli estremi, con granella di biscotto o Nocciole Piemonte, vengono anche farciti con panna montata oppure cioccolata.
Ricetta per preparare i cannoncini, per il ripieno potete sbizzarrirvi come più vi piace, preparando una crema pasticcera, o panna montata, o crema pasticcera unita a panna montata per fare la chantilly, crema nocciola, avete mille possibilità in base al vostro gusto e fantasia.
  Ingredienti
  Un rotolo di pasta sfoglia rettangolare
1 uovo
Zucchero semolato q.b.
  i Cannoncini sui tubicini
  Preparazione
  Stendete il rotolo di pasta sfoglia e ritagliate delle strisce, con una rotella, di circa 3 centimetri di larghezza.
A questo punto necessitano i tubicini per cannoncini e avvolgete a spirale la striscia di pasta sfoglia, dopo averla spennellata per la lunghezza con l’uovo.
Poggiateli su una teglia da forno, facendo attenzione che non si tocchino, infornateli per 15 minuti a 200°, una volta pronti sfilate senza scottarvi, i tubicini e una volta freddi riempiteli come più vi aggrada.  
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  Gli Amaretti della Pasticceria Rolando
    In centro ad Alessandria, una piccola pasticceria, si distingue per la produzione degli Amaretti, la pasticceria Rolando.
Di piccole dimensione, morbidi e delicati, i classici alla Mandorla, sono quelli che la fanno da padroni ma non sono da meno, quelli al caffè, cioccolato, nocciola e quelli ripieni di crema o ricoperti.
Poi la Pasticceria Mezzaro con le sue “Delizie”, cialde croccanti e friabili alla mandorla unite due a due da una pasta gianduia.
Tutta la pasticceria e il prestigio dei maestri artigiani di Alessandria, vengono rappresentati al Salone Nazionale del Biscotto ad Alessandria, un evento che gli amanti del dolce non si possono perdere.  
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  Pasticceria Alessandrina l’eccellenza piemontese La Pasticceria Alessandrina una spinta militare a creare eccellenze Immaginate di essere seduti sul vostro divano, con una tazza di tè in mano e con l’altra di portare alla bocca una delizia della…
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ALESSANDRIA.Qualcosa inizia a muoversi o meglio a scomparire dall’agenda degli eventi alessandrini e per gli amanti del cioccolato si fa strada la perdita di un evento atteso per un anno intero.  Alé Chocolate quest’anno non lastricherà di dolcezze le strade e i marciapiedi del centro cittadino o comunque non a ottobre. L’evento più dolce dell’anno è stato congelato. 
Lo scontro sui motivi del mancato appuntamento secondo l’assessore alle manifestazioni del comune di Alessandria,Cherima Fteita Firial sono da ricercare nei  “Problemi organizzativi di Pro.com”. Palazzo Rosso spiega l’assessore: “non sono arrivate richieste” per fare la tradizionale fiera del cioccolato artigianale e l’amministrazione “non è che può spingere più di tanto” .
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Quello ad Alé Chocolate non sembra comunque ‘un addio’ ma più che altro un ‘arrivederci’. L’idea, ha aggiunto l’assessore alle manifestazioni, è di “rinfrescare” l’evento e riproporlo, magari in primavera.
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Manuela Ulandi ha invece ribattuto che Alé Chocolate non si farà nel primo week end di ottobre, “ma non per problemi organizzativi” di Pro.com. A quindici giorni dalla tradizionale data dell’evento “non ci sono le condizioni” per dare alla fiera del cioccolato artigianale “il risalto che merita”.“Da tempo segnaliamo l’esigenza di avere una attenta programmazione delle manifestazioni in città. Alé Chocolate promuove grandi eccellenze artigianali ma ha bisogno di essere valorizzata e rilanciata. Ovviamente questa amministrazione raccoglie un’eredità perché già l’anno scorso avevamo fatto Alè Chocolate ‘per senso del dovere’. Ormai a ridosso dell’evento oggi non ci sono le condizioni”.
Durante le vacanze estive,nonostante la squadra della giunta Cuttica fosse sempre all’opera,ma per altri motivi ed avendo altre priorità non è stato possibile programmare un incontro con gli organizzatori di Ale Chocolate. La presidente di Pro.com  ha spiegato:“è stato impossibile incontrarsi per riprogrammare gli eventi”, comunque “disponibile” a sedersi attorno a un tavolo per discutere del rilancio dell’evento. “Noi, ovviamente, abbiamo idee e proposte ma spetta in primis all’amministrazione fare le sue valutazioni. Noi siamo come una sarta. Confezioniamo l’abito migliore sulla base di quello che chiede il committente. In questo caso, deve essere il Comune a dirci che tipo di vestito deve avere Alé Chocolate. Siamo disponibili anche a farlo a inizio primavera, ma né noi né i protagonisti di questa manifestazione, che ricordo sono i migliori cioccolatieri della città e della regione, siamo disposti a veder ridotto questo evento a semplice esposizione commerciale”.
ALESSANDRIA. OTTOBRE SENZA CIOCCOLATO:LA COLPA E’…NON SAPERE ESSERE DOLCI. ALESSANDRIA.Qualcosa inizia a muoversi o meglio a scomparire dall'agenda degli eventi alessandrini e per gli amanti del cioccolato si fa strada la perdita di un evento atteso per un anno intero.  
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