#unità umana
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aaquilas-blog · 1 year ago
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Dal Comandamento all'Azione: Vivere l'Amore Incondizionato Oggi
Negli anni ’90 Celentano cantava: “Dopo duemila anni poi Voi NON sapete ancora chi era, chi era LUI”.Siamo nel terzo millennio e credo che sia arrivata l’ora che finalmente TUTTI NOI comprendiamo chi era davvero LUI e seguiamo l’UNICO E SOLO COMANDAMENTO che ci ha lasciato, lasciando da parte TUTTE le paturnie delle “religioni” e dei libri scritti e divulgati dagli uomini per tenere sottomessi i…
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diceriadelluntore · 9 months ago
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Duecento Di Gioia
il 7 maggio del 1824, 200 anni fa al Kärntnertortheater di Vienna (il Teatro di Porta Carinzia), uno dei più belli della capitale dell'allora Impero Asburgico, è in programma una prima sinfonica. L'ultimo lavoro di un musicista che già all'epoca era una leggenda vivente. Ma che era stato lontano ben 12 anni dalle scene. Ludwig van Beethoven ha 54 anni, è quasi completamente sordo, soffre di atroci dolori da ulcere che lo porteranno alla morte di lì a due anni. Nonostante sia benestante, vive in uno stato di profonda malinconia, misoginia, tristezza, solitudine, in una stanza con fogli di musica sparsi dappertutto, cibo nei piatti ad imputridire, bottiglie vuote.
Eppure la sua ultima opera, la Nona Sinfonia in re minore per soli, coro e orchestra op. 125, è un percorso mistico, intrigante, misterioso alla fratellanza, al dialogo, al confronto.
Divisa in quattro movimenti, i primi tre puramente sinfonici, e il quarto che include il coro sui versi dell'ode Alla gioia di Friedrich Schiller.
Già quella sera vi fu un tripudio di pubblico: il compositore, che si racconta fu in tensione nervosa per tutta la durata dell'esecuzione (racconto questo che due professori di controfagotto, che parteciparono all'esecuzione, raccontarono nel 1842 alla formazione della prima orchestra della Filarmonica di Vienna, di cui facevano parte) fu richiamato dal pubblico per 5 volte, e gli furono sventolati fazzoletti bianchi in segno di giubilo.
È così leggendaria che esistono moltissimi miti su di essa: tra i più curiosi, che per "rispetto" tutti i compositori successivi si siano fermati a Nove Sinfonie (un caso a volte fortuito, a volte tragico, come nel caso di Mahler morto mentre stava componendo la sua Decima) oppure che la durata di musica in un cd sia di 75 minuti, come la durata della sinfonia (in verità, secondo le varie esecuzioni, dura un po' di meno, e anche questa è una bella leggenda metropolitana). E non si contano i saggi storici, psicoanalitici, i romanzi, su questo che è, con pochi eguali, uno dei pinnacoli della storia culturale umana, come, per fare qualche esempio, l'opera di Shakespeare, il David di Michelangelo, una cattedrale gotica europea del 1300.
Rimane uno una delle opere più note ed eseguite di tutto il repertorio classico ed è considerata uno dei più grandi capolavori della storia della musica, anche in quanto simbolo universale di unità e fratellanza tra gli uomini: il tema finale, nella nota riedizione del Maestro Herbert von Karajan, è stato adottato nel 1972 come Inno europeo.
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Pagina del manoscritto originale della sinfonia, conservato nella Staatsbibliothek di Berlino: la Nona Sinfonia viene conservata in condizioni speciali, nel buio assoluto, ad una temperatura di 18 gradi e a un tasso di umidità del 50%.
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susieporta · 4 months ago
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QUANDO FRANCESCO MORÌ
Frate Rufino consegnò a Chiara, che restò con il Santo fino all’ultimo, la sua bisaccia. Quando Chiara l’aprì, all’interno c’era la sua ciotola di legno, il suo cucchiaio, alcuni semi, una penna, un piccolo vaso d’inchiostro, e poi una pergamena più volte ripiegata, tutta accartocciata. Con le mani che le tremavano Chiara dispiegò la pergamena e decifrò le goffe lettere che Francesco aveva faticosamente vergato negli ultimi istanti della sua vita… e non potè mai più dimenticarne il contenuto!
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All’anima che sa leggere nella mia,
e che ne comprende le gioie e i dolori,
voglio confidare queste parole:
all’alba della mia dipartita, al crepuscolo del sentiero che ho scelto,
posso finalmente affermare, completamente in pace,
che la nostra ferita, in questo mondo,
non sta nè nella ricchezza nè nella povertà,
ma nella nostra dipendenza da uno di questi due strati,
nel fatto di immaginare che l’uno o l’altro possano offrirci gioia e libertà.
Sta anche nel fatto di essere convinti che l’Altissimo Signore
abbia bisogno delle sofferenze di noi creature, per aprirci la porta della sua luce.
La nostra ferita, infine, è il convincimento
che Egli abbia bisogno di sacrificarSi sotto forma di suo Figlio,
o sotto forma umana al fine di salvarci.
Chi mai, tranne noi stessi,
per mezzo della purezza del cuore, potrà salvarci?
In verità il Buon Signore mi ha mostrato
che non vi era alcun riscatto,
alcun sacrificio da perpetuare.
Mi ha insegnato, in silenzio,
che sarebbe bastato uscire dall’ignoranza, dall’oblio, e amare.
Amare la vita in ogni forma,
e con tutti i mezzi che la rendono bella,
amare la sua Unità in ogni cosa e in ogni essere.
Possa tutto questo venir detto, un giorno,
tanto alle donne come agli uomini;
possa venir detto e insegnato meglio di quanto io abbia saputo fare,
senza nulla respingere dell’Acqua nè del Fuoco.
Il mio augurio è che non ci siano più nè Chiese,
nè preti, nè monaci, niente di tutto questo:
che vi sia soltanto l’Altissimo e noi,
perchè sta ad ognuno incontrarlo in se stesso…
Ora che il velo si squarcia,
voglio andarmene nudo come sono venuto al mondo.
E non parlo della nascita del mio corpo,
ma della vera nascita della mia anima,
del giorno in cui ha trovato il coraggio
di scendere più a fondo nella carne
per offrirsi all’Eterno,
così in Alto come in Basso.
- San Francesco
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marcogagnoni · 6 months ago
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Questo mosaico cattura i contrasti del nostro tempo. Da una parte, le Olimpiadi in Francia, con il fumo colorato che rappresenta i colori della bandiera francese. È un simbolo di unità e speranza, un momento di celebrazione e orgoglio. Dall’altra, il fumo nero e grigio che sale dalle città devastate dai bombardamenti nella guerra in Medio Oriente. Questo fumo rappresenta dolore e distruzione, una triste testimonianza della tragedia umana. È un accostamento che mostra l’ironia crudele del nostro mondo. Da un lato, celebriamo momenti di grandezza che uniscono le persone. Dall’altro, vediamo la devastazione che causa sofferenza e distruzione. Il fumo, presente in entrambe le situazioni, cambia significato a seconda del contesto: da simbolo di speranza a testimone della tragedia. Questa dualità mette in luce quanto sia fragile la pace e quanto sia costante la presenza del conflitto. Mosaico su pellicola Instax Square realizzato con la Instax SQ20. Dimensioni 43,2 x 8,5 cm 2024 Instax Square
©️ Marco Gagnoni
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thegianpieromennitipolis · 2 years ago
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SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
LA SCONFITTA DELL'EGO COGITO
Quando Cartesio (1596 -1650) formulava, nel suo "Discorso sul metodo", la celebre proposizione «Ego cogito, ergo sum, sive existo», aveva ben chiaro un concetto: la necessità della riformulazione della conoscenza su un fondamento nuovo e ineccepibile. Eppure, in lui era altrettanto presente quanto fosse impossibile separare la coscienza del pensare dall'oscurità dell'inconscio, e dunque dal baratro delle affezioni, dei sentimenti che costituiscono la complessa figura dell'essere umano. Poco dopo sarà Baruch Spinoza (1632 - 1677) a togliere ogni dubbio a quell'astrazione riconducendola ad unità nel "Deus sive natura", la memorabile espressione che connota il fondamentale testo "Ethica more geometrico demonstrata". In entrambi prende corpo l'esigenza dell'eroico "razionalismo" che percorre la storia moderna, dai prodromi dell'Umanesimo tragico fino all'Idealismo tedesco, passando per il '700 illuminista, incrinandosi nella scia di Schopenhauer e poi del più letto Nietzsche, prorompendo nel '900 in un "falso" irrazionalismo che è, invece, anelito verso la medesima ricerca di un fondamento. Letto così, il "razionalismo" europeo riflette la sua più corposa eredità: trovare non solo le radici della conoscenza ma su questa fare perno per dare vita a un nuovo ordine etico. Da allora, siamo immersi in questa congerie nella quale la pretesa di mutare in imperativo "l'Io penso" ha lungamente lavorato nel flusso linfatico dell'arte alimentando le correnti del "dogmatismo dell'intelletto" radicatesi proficuamente in ogni ambito del vecchio continente. Ma, come per ogni aspetto vanamente illusorio delle vicende umane, emergono dubbi, dissidi, aporie. Nel primo Novecento è, tra gli altri, Carlo Carrà a segnare luoghi posti sul confine tra il riconoscimento di un "nomos" afferrabile e l'evidenza di un'anomia insormontabile. I suoi paesaggi, spenti nella rigida essenzialità delle forme, pronunciano a bassa voce l'insufficienza di un fondamento etico retto dalle proposizioni scientifiche. Vede la desolazione. Racconta silenzi. Così, come in un effetto, osserva i paesaggi scrutandone la presenza nella gravità del tempo, di un tempo logorato che ha compreso il prevalere della tecnica, la potenza di questa sopra ogni sogno proiettato nell'enfasi della conoscenza scientifica. Tecnica aspra, che celebra se stessa, capace di cogliere solo l'utilità e di annullare la figura umana. L'etica dell'ego cogito s'è infranta. Rimane negli scorci lo stanco anelito all'abbandono.
- Carlo Carrà (1881 - 1966): "Capanni al mare”, 1927, GAM, Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Torino; "Pioggia al mare", 1929, Collezione privata, Bergamo; “La capanna dell'ostricaro (Tramonto)” 1939, Collezione privata, Milano
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valentina-lauricella · 8 months ago
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Commento di un utente Facebook sulle cause psicologiche del terrapiattismo
Io frequento una pagina di terapiattisti (come troll, ovviamente) e mi son fatto l'idea che almeno per alcuni di loro ci siano delle motivazioni psicologiche profonde dietro il seguire questa visione strampalata (non la chiamo teoria perché di teoria non ha nulla).
Ecco, guardiamo l'universo come ce lo ha rivelato la scienza: uno sconfinato territorio di spazio e tempo di dimensioni incommensurabili per la mente umana e dove il nostro pianeta, il Sole, persino la Galassia non sono che un puntino sperso nell'infinito vuoto.
Vuoto di spazio fatto di miliardi di anni luce, vuoto di tempo fatto di miliardi di anni.
Ma voi, riuscite mentalmente a rappresentarvi cosa possa essere un miliardo di anni o quanto spazio c'è tra noi e Proxima Centauri ? Certe volte fatichiamo anche a renderci conto di quanto sia grande il nostro quartiere, ogni tanto ne scopriamo un angolo a noi sconosciuto.
In termini neurali il nostro cervello non è attrezzato per queste dimensioni, tanto è vero che molti popoli primitivi avevano parole solo per uno, due, tre, di più diventava semplicemente "tanti".
No, la mente vacilla dinanzi ad un simile abisso, e dobbiamo sublimare l'inadeguatezza della nostra mente dietro cifre, numeri ed unità di misura che addomesticano l'abisso.
Ecco, questa realtà rivelataci dalla scienza, quest'enormità di spazio e tempo secondo me crea inquietudine e fa maturare un rifiuto in molti.
Molto più rassicurante che si stia su di un piatto coperto da una cupola, con sole e luna che sono luminarie appese in cielo e spostate da qualcuno (e senza chiedersi cosa ci possa essere oltre la cupola).
Che poi saranno pure i fantomatici poteri forti, ma sono comunque esseri umani, o altri esseri in combutta con degli esseri umani.
Ecco, secondo me questo è quello che potremmo trovare alla base dell'esigenza di credere al terrapiattismo: l'umanità che comunque si rivede ad avere una forma di controllo dell'universo o comunque ad esserne al centro.
E poco importa se tale controllo sia nascosto da complotti e poteri forti, comunque è sotto il controllo dell'uomo.
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gregor-samsung · 1 year ago
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" La morale utilitaristica riconosce negli esseri umani la capacità di sacrificare il proprio sommo bene per il bene degli altri. Rifiuta solamente di ammettere che il sacrificio sia, di per se stesso, un bene. Un sacrificio che non aumenta o non tende ad aumentare la somma totale della felicità, è sciupato: l'unica abnegazione che approva è il consacrarsi alla felicità degli altri, o a tutto ciò che concorre alla felicità dell'umanità collettivamente intesa, o degli individui nei limiti imposti dagli interessi collettivi. Devo di nuovo ripetere, benché i critici dell'utilitarismo di rado lo riconoscano, che la felicità, fondamento della norma utilitaristica come giusto criterio di condotta, non è la felicità personale di chi agisce, ma la felicità di tutti gli interessati. Tra la propria felicità e quella degli altri, l'utilitarismo pretende che colui il quale agisce sia del tutto imparziale come uno spettatore disinteressato e benevolo. Nella regola aurea di Gesù di Nazareth scorgiamo chiaramente lo spirito dell'etica utilitaristica: «Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te» e «Ama il prossimo tuo come te stesso» costituiscono l'ideale perfezione della morale utilitaristica.
Come mezzo per avvicinarsi il più possibile a questo ideale, l'utilità vorrebbe imporre che le leggi e le istituzioni sociali ponessero la felicità, o (in termini pratici) l'interesse di ciascuno, il più possibile in armonia con l'interesse della collettività; e in secondo luogo che l'educazione e l'opinione, che hanno così ampia influenza sul carattere, dovrebbero volgerla a consolidare nell'animo di ogni individuo un'indissolubile unità tra la propria felicità e il bene di tutti; soprattutto fra la propria felicità e la traduzione in pratica di norme di condotta, negative o positive, come prescrive il riguardo per la felicità universale. Cosicché egli non solo può essere incapace di concepire una possibile felicità per se stesso, in antitesi al bene comune, ma può comprendere altresì che un impulso diretto a promuovere il bene comune può essere una motivazione di comportamento abituale in ciascun individuo, e i sentimenti a questa connessi possono svolgere un ruolo preminente nell'esistenza di ognuno.' Se i critici della morale utilitaristica avessero una chiara idea della sua vera natura, non so quali altre norme che mancherebbero nell'utilitarismo potrebbero essere trovate in una qualsiasi altra morale: quale più bello e più nobile sviluppo della natura umana possono supporre in altri sistemi etici, o su quale molla d'azione, sconosciuta all'utilitarismo, tali sistemi si basano per dare effetto alle loro obbligazioni? "
John Stuart Mill, L'utilitarismo, Traduzione di Mario Baccianini e Milojka Saule, SugarCo Edizioni (Collana Tasco n° 165), 1991; pp. 34-35.
Nota: L'opera ebbe origine da tre articoli pubblicati nel 1861 sulla rivista letteraria conservatrice londinese Fraser's Magazine, raccolti in volume (Utilitarianism) nel 1863.
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daimonclub · 11 months ago
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Breve storia della lingua latina
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Breve storia lingua latina Breve storia della lingua latina, un articolo che ripercorre le vicende della lingua latina dal primo periodo al latino moderno, con alcune citazioni illuminanti, collegamenti e materiali utili. Il latino è una lingua precisa, essenziale. Verrà abbandonata non perché inadeguata alle nuove esigenze del progresso, ma perché gli uomini nuovi non saranno più adeguati ad essa. Quando inizierà l’era dei demagoghi, dei ciarlatani, una lingua come quella latina non potrà più servire e qualsiasi cafone potrà impunemente tenere un discorso pubblico e parlare in modo tale da non essere cacciato a calci giù dalla tribuna. E il segreto consisterà nel fatto che egli, sfruttando un frasario approssimativo, elusivo e di gradevole effetto 'sonoro' potrà parlare per un’ora senza dire niente. Cosa impossibile col latino. Giovannino Guareschi (1908-1968) Lo studentucolo che sa un po' di latino e di storia, l'avvocatuzzo che è riuscito a strappare uno straccetto di laurea alla svogliatezza e al lasciar passare dei professori crederanno di essere diversi e superiori anche al miglior operaio. Antonio Gramsci La lingua latina così esatta, così regolata e definita, ha nondimeno moltissime frasi ec. che per la stessa natura loro, e del linguaggio latino, sono di significato così vago, che a determinarlo, e renderlo preciso non basta qualsivoglia scienza di latino, e non avrebbe bastato l'esser nato latino, perocch'elle son vaghe per se medesime, e quella tal frase e la vaghezza della significazione sono per essenza loro inseparabili, né quella può sussistere senza questa. Giacomo Leopardi Sia in greco sia in latino, fino a Tertulliano, il significato che si dava al termine persona (che è l'equivalente del greco prosopon) era quello di "maschera" oppure di volto. Battista Mondin Il testo rappresenta il latino di oggi. È attraverso il testo che comunicano le élite (come voi, che state leggendo questo libro). Per le masse, invece, la maggioranza delle informazioni viene raccolta attraverso altre forme mediatiche: TV, film, musica e video musicali. Lawrence Lessig Escludete il Latino ed il Greco dalla vostra scuola e confinerete i vostri alunni entro angusti interessi limitati alla loro generazione e a quella immediatamente precedente, tagliando fuori tanti secoli d'esperienza quasi che la razza umana fosse venuta al mondo nel 1500. Thomas Arnold
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Breve storia del latino Loquendum ut vulgus, Sentiendum ut Sapientes. Parliamo come il volgo e ragionimao come i sapienti. Omnia vincit amor, et nos cedamus amori. L'amore vince ogni cosa; cediamo all'amore. Virgilio Dum inter homines sumus, colamus humanitatem. Finché siamo tra gli esseri umani, cerchiamo di essere umani. Seneca Acceptissima semper munera sunt, auctor quae pretiosa facit. Doni sempre assai ben accetti, è il donatore che li rende preziosi. Ovidio Si vis amari, ama. Se vuoi essere amato, ama. Seneca Amicitiae nostrae memoriam spero sempiternam fore. Spero che il ricordo della nostra amicizia sia eterno. Cicerone Ad turpia virum bonum nulla spes invitat. Nessuna aspettativa può indurre un uomo buono a commettere il male. Seneca Aequam memento rebus in arduis servare mentem. Ricorda quando il percorso della vita è ripido per mantenere la mente calma. Orazio Acclinis falsis animus meliora recusat. La mente intenta alle false apparenze rifiuta di ammettere cose migliori. Orazio Ubi concordia, ibi Victoria. Dove c’è unità, c’è vittoria. Publius Syrus Semper inops quicumque cupit. Chi desidera è sempre povero. Claudian
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Sintesi lingua latina La lingua latina era l'idioma dell'antica Roma e del vicino territorio del Lazio. Con la diffusione del potere romano il latino fu diffuso in ogni parte del mondo antico conosciuto e divenne la lingua dominante dell'Europa occidentale. Era la lingua degli studiosi e della diplomazia fino al XVIII secolo e della liturgia cattolica romana fino alla fine del XX secolo. La lingua latina non era originaria dell'Italia ma fu portata nella penisola italiana in epoca preistorica da popolazioni italiche emigrate dal nord. Il latino è un membro della sottofamiglia italica delle lingue indoeuropee; tra le lingue indoeuropee non italiche, è strettamente imparentato soprattutto con il sanscrito e il greco e con le sottofamiglie germaniche e celtiche. In Italia, il latino era originariamente il dialetto della regione intorno a Roma. All'interno delle lingue italiche il latino, il falisco e altri dialetti formavano un gruppo latino distinto dalle altre lingue italiche, come l'osco e l'umbro. Le prime iscrizioni latine sopravvivono dal VI secolo aC; i testi più antichi chiaramente in latino romano risalgono principalmente al III secolo a.C. Il latino fu influenzato dai dialetti celtici nell'Italia settentrionale, dalla lingua etrusca non indoeuropea nell'Italia centrale e dal greco, parlato nell'Italia meridionale già nell'VIII secolo a.C. Sotto l'influenza della lingua greca e della sua letteratura, tradotta per la prima volta in latino nella seconda metà del III secolo a.C., il latino si sviluppò gradualmente fino a diventare una grande lingua letteraria. Latino letterario antico La lingua letteraria latina può essere divisa in quattro periodi, corrispondenti in generale ai periodi della letteratura latina. Il primo periodo (240-70 a.C.). Questo periodo comprende gli scritti di Ennio, Plauto e Terenzio. L'epoca d'oro (70 a.C.-14 d.C.). Questo periodo è famoso per le opere in prosa di Giulio Cesare, Cicerone e Livio e per la poesia di Catullo, Lucrezio, Virgilio, Orazio e Ovidio. Durante questo periodo, sia nella prosa che nella poesia, la lingua latina si sviluppò in un mezzo di espressione altamente artistico e raggiunse la sua massima ricchezza e flessibilità. L'età dell'argento (14-130). Questo periodo è caratterizzato da una ricerca sia per l'elaborazione retorica e l'ornamento sia per l'espressione concisa ed epigrammatica, qualità queste ultime riscontrabili soprattutto nelle opere del filosofo e drammaturgo Seneca e in quelle dello storico Tacito.
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Breve storia della lingua latina Il periodo tardo latino Questo periodo, che va dal II secolo al VI secolo d.C. (636 circa), comprende la patristica latina dei Padri della Chiesa. Durante il periodo tardo latino le tribù barbare invasori introdussero nella lingua numerose forme e idiomi stranieri; questo latino corrotto era chiamato lingua Romana e si distingueva dalla lingua Latina, la lingua classica coltivata dai dotti. Latino parlato antico Il linguaggio colloquiale dei romani colti appare nelle opere di vari scrittori, in particolare nelle commedie di Plauto e Terenzio, nelle lettere di Cicerone, nelle Satire ed Epistole di Orazio e nel Satyricon di Petronio Arbitro. È caratterizzato dalla libertà di sintassi, dalla presenza di numerose interiezioni e dall'uso frequente di parole greche. Questo linguaggio colloquiale della buona società (sermo cotidianus) non va confuso con il sermo plebeius, la lingua delle classi non istruite, che mostra un maggiore disprezzo per la sintassi, un amore per le parole nuove e una ricerca della semplicità, soprattutto nelle parole ordine. Il sermo plebeius è noto come latino volgare, termine che talvolta include il sermo cotidianus dei romani più colti. Le lingue romanze si svilupparono non dalla lingua latina letteraria ma dal sermo plebeius del periodo tardo latino, quando era conosciuto anche come lingua Romana. Ad esempio, equus ("cavallo") cadde in disuso, e caballus ("nag", "cavallo da soma") fornì le parole romanze per cavallo (cheval, caballo); allo stesso modo, la parola romanza per testa (tête, testa) non deriva dal latino caput, ma da una parola gergale latina per testa (testa), letteralmente “pentola”. Latino medievale Il latino era la lingua delle lettere nell'Europa occidentale nel Medioevo. Il latino di questo periodo è chiamato latino medievale o latino basso. Anche per il popolo in generale il latino continuò ad essere una lingua viva, perché la chiesa forniva un'enorme massa di letteratura ecclesiastica sia in prosa che in poesia. La lingua, tuttavia, ha subito molti cambiamenti. La sintassi fu ulteriormente semplificata, nuove parole furono adottate da varie fonti e vennero all'esistenza nuovi significati; tuttavia, il latino cambiò molto meno durante questo periodo rispetto al francese o all'inglese. Nuovo latino o latino moderno Nei secoli XV e XVI nacque il Nuovo latino, chiamato anche latino moderno. Gli scrittori del Rinascimento produssero una nuova e brillante letteratura latina che imitava da vicino gli scrittori classici latini e in particolare Cicerone. Quasi tutti i libri importanti, scientifici, filosofici e religiosi, furono scritti in latino in questo periodo, comprese le opere dello studioso olandese Desiderius Erasmus, del filosofo inglese Francis Bacon e del fisico inglese Isaac Newton, e il latino era il mezzo di comunicazione. rapporti diplomatici tra le nazioni europee. Solo alla fine del XVII secolo il latino cessò di essere una lingua internazionale. Durante i secoli XVIII e XIX, tuttavia, rimase la lingua degli studiosi classici, e anche nel XX secolo i trattati accademici sono talvolta composti in latino. La Chiesa cattolica romana utilizza ancora il latino come lingua dei suoi documenti ufficiali. Nell'insegnamento moderno del latino sono stati accettati diversi metodi di pronuncia. Il metodo continentale si basa sulla pronuncia delle lingue europee moderne, la principale pronuncia continentale oggi è quella usata dalla chiesa cattolica romana, che favorisce una pronuncia simile a quella italiana. Nel metodo inglese, le parole latine vengono pronunciate come in inglese, ma ogni sillaba viene pronunciata separatamente.
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Modernità del latino Il metodo romano è una ricostruzione congetturale della pronuncia latina del periodo ciceroniano. Questo metodo è in uso nelle scuole e nelle università sia negli Stati Uniti che all'estero. I nomi propri, tuttavia, quando menzionati fuori dal loro contesto latino, vengono ancora pronunciati secondo i principi che governano la lingua del particolare paese; quindi, la pronuncia del nome Cicerone sarebbe in Germania Tsítsero, in Italia Chíchero, in Spagna Thíthero, in Francia Siséro, in Inghilterra Sísero. Il latino nell'antichità ha meno flessibilità e grazia del greco; il suo vocabolario era più limitato ed era meno capace di esprimere idee astratte. I romani si resero conto dei limiti della loro lingua e presero in prestito molte parole dai greci. Il latino, rigoroso nella sintassi e pesante nella dizione, ha vigore e precisione e si è rivelato nel corso dei secoli un mirabile veicolo per l'espressione di un pensiero serio. La sua sopravvivenza è stata duplice: non solo il latino letterario stesso è rimasto in uso fino ai giorni nostri, ma sopravvive anche nelle lingue romanze, che rappresentano l'evoluzione moderna del latino volgare; L'italiano, in particolare, può essere descritto come latino moderno (lingue romanze). L'inglese ha preso ampiamente in prestito dal latino, sia direttamente che indirettamente attraverso il francese. La lingua latina è significativa non solo per la sua letteratura, ma anche perché lo studio del suo sviluppo fornisce informazioni sulla storia della lingua in generale e in particolare sull'origine e lo sviluppo di alcune delle principali lingue dell'Europa moderna. Dal XVII secolo in poi, ma soprattutto durante il XVIII secolo, quando i modelli romani furono copiati in prosa e poesia, gli scrittori usarono parole o costruzioni grammaticali che avevano origine dal latino e che davano un'impressione del latino in inglese. Le parole di derivazione latina sono comunemente più lunghe e di significato più astratto rispetto alle loro controparti anglosassoni: ad es. visione (lat.) = vista (O.E.). In generale la dizione latina, quindi, sarà più astratta e suscettibile di essere polisillabica. La frase periodica è un tentativo di imitare la sintassi latina, lasciando il verbo principale fino alla fine della frase. Due prosatori del XVIII secolo appassionati di latinismo sono il dottor Johnson e Gibbon. Milton è famoso anche per le sue costruzioni latine in Paradise Lost (1667), come in "Him the Almighty Power/ Hurled headlong" che distorce il normale ordine inglese soggetto-verbo-oggetto in oggetto-soggetto-verbo. E per finire eccovi alcune tra le parole latine più famose che usiamo abitualmente tutti i giorni: Alter Ego/Bonus/Bonus/malus/Campus/Curriculum Vitae/Deficit/Et cetera/Ex Equo/Extra/Gratis/Idem/Incipit/In Extremis/Factotum/Junior/Lapsus/Monitor/Post Scriptum/Referendum/Sponsor/Super/Una Tantum/Tabula Rasa/Tutor/Vice Versa/Video/Virus. You can also read: Frasi e citazioni latine Proverbi e detti latini English, Greek and Latin Latin influence in the English language Latin and the English language Latin phrases in English Learn more visiting these useful websites: https://www.latin-english.com   Latin English Dictionary https://www.etymonline.com     Online Etymology Dictionary You can download the following books on Latin at this page: Latin Language: Bennett, Charles E.: New Latin Grammar; D’Oogle, Benjamin L.: Latin for beginners; Wine, women and songs. Medieval Latin Student’s Songs, including translation and commentary by John Addington Symonds. Read the full article
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kiki-de-la-petite-flaque · 2 years ago
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L'artista non può rimanere sordo al richiamo della verità poiché è unicamente questa che determina la sua volontà creatrice, che la organizza. Solo in questo caso egli è in grado di trasmettere la sua fede all'altro. L'artista che non ha fede assomiglia a un pittore cieco dalla nascita...il tema matura dentro di lui come un frutto e comincia a richiedere di essere espresso. E' come un parto... Perciò non c'è di che inorgoglirsi: egli non è padrone della situazione, è un servo. La creazione è per lui l'unica forma di esistenza possibile e ogni sua opera equivale a un gesto che egli non può fare a meno di compiere...Lo scopo dell'arte consiste nel preparare l'uomo alla morte, nell'arare e nel rendere soffice la sua anima in modo che sia atta a rivolgersi al bene.
Quello che mi interessa è l'uomo, nel quale è racchiuso l'Universo; per esprimere l'idea, il senso della vita umana, non è assolutamente necessario costruire una trama di avvenimenti a sostegno di quest'idea. Parlando dell'attrazione che esercita su di me la debolezza umana, alludo all'assenza di un'espansione esteriore della personalità, all'assenza di aggressività verso gli altri e la vita nel suo complesso, all'assenza del desiderio di sottomettere l'altro e utilizzarlo per realizzare i propri intenti allo scopo di affermare se stessi.
Ritengo che il mio dovere consista nello spingere a riflettere su ciò che di specificamente umano ed eterno viva nell'anima di ciascuno. Ma questo elemento eterno e fondamentale, il più delle volte, viene ignorato dall'uomo; sebbene il destino sia nelle sue mani, rincorre fantasmi. Eppure, in ultima analisi, si riduce tutto a questa semplice particella elementare, l'unica su cui l'uomo possa basare la sua esistenza: la capacità di amare. Tale particella può crescere nell'anima di ciascuno fino a costituire l'impostazione centrale della vita, dare un senso alla vita umana. Ritengo che il mio dovere consista nel far sì che l'uomo avverta in sé l'esigenza di amare, di donare il proprio amore, che senta il richiamo del bello nel vedere i miei film.
Quando parlo dell’aspirazione al bello e affermo che l’ideale è lo scopo dell’arte e che è dalla nostalgia dell’ideale che essa nasce, non intendo assolutamente sostenere che essa debba rifuggire dal ‘fango’. Al contrario! L’immagine artistica è sempre un’allegoria, ossia la sostituzione di una cosa con un’altra. Del più grande col più piccolo. Narrando di ciò che è vivo l’artista opera con ciò che è morto; parlando dell’infinito, propone il finito. Si tratta di una sostituzione! Non si può materializzare l’infinito, si può soltanto creare l’illusione di esso, la sua immagine.
L’orribile è sempre racchiuso nello stupendo, così come lo stupendo è racchiuso nell’orribile. La vita è compenetrata dal lievito di questa contraddizione grandiosa fino all'assurdo, che nell’arte si presenta in una unità contemporaneamente armonica e drammatica.
Mi sono sempre piaciute le persone che non riescono ad adattarsi alla realtà in senso pragmatico. Nei miei film non ci sono mai stati eroi, solo uomini forti grazie alla propria convinzione spirituale che si fanno carico degli altri. Le persone di questo genere assomigliano sovente a bambini forniti del pathos di un adulto, tanto irrealistica e disinteressata è la loro impostazione secondo il buonsenso.
Le opere d’arte, a differenza dalle speculazioni scientifiche, non perseguono alcuna finalità pratica quanto al loro significato materiale. L’arte è un metalinguaggio per mezzo del quale gli uomini tentano di entrare in contatto l’uno con l’altro: di comunicare informazioni su se stessi e di far propria l’esperienza altrui. Ma, di nuovo, non in vista di un vantaggio pratico, ma in nome della realizzazione dell’idea di amore, e il significato dell’amore è racchiuso nel sacrificio che contraddice il pragmatismo. Io non riesco assolutamente a credere che l’artista sia capace di creare mosso soltanto dal desiderio di autoespressione. L’autoespressione senza la comprensione reciproca non ha senso. L’autoespressione in nome della realizzazione del collegamento spirituale con gli altri è tormentosa, svantaggiosa e, in ultima analisi, conduce al sacrificio di se stessi. Vale forse la pena di affaticarsi per udire la propria eco?
Andrej Tarkovskij, da Scolpire il tempo - Traduzione di V. Nadai
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newsintheshell · 3 months ago
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⚡LUCCA COMICS 2024: GLI ANNUNCI DI STAR COMICS
Tante novità, un po' per tutti i gusti, già programmate dalla primavera 2025 fino al prossimo autunno!
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Quando i ragazzi di Star Comics hanno chiamato l'evento SEMPRE PIÙ MANGA non scherzavano! Perlomeno sono gli unici che quest'anno al Lucca Comics & Games avevano un elenco di nuovi titoli che non stava tutto sulle dita di una mano. E di tutti è proprio la casa editrice umbra, I'm proud.
Per festeggiare la cosa, mettendo tutto in ordine di uscita, ho ben pensato di piazzare in apertura Jodio che in copertina sta, giustamente, nella posa del meme "Absolute Cinema". Perfect.
📅 PRIMAVERA 2025
THE JOJOLANDS di Hirohiko Araki
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Hawaii, giorni nostri. Il quindicenne Jodio Joestar, assieme al fratello maggiore Dragona, lavora al soldo della preside della sua scuola - in realtà una criminale incallita - partecipando a loschi affari per poter mantenere la famiglia e la madre Barbara Ann Joestar, single disoccupata sorella di Holly e figlia di Joseph. Un giorno assume l'incarico di rubare un diamante dalla villa di un misterioso uomo giapponese da poco trasferitosi lì. Ovviamente gli eventi prenderanno una piega inattesa quando si scoprirà che il giapponese misterioso è il celebre mangaka Rohan Kishibe, e che assieme al diamante in questione sono custoditi dei frammenti di roccia lavica che sembrano possedere degli strani poteri… Che sia solo l'inizio di una nuova concatenazione di eventi assurdi, bizzarri e inspiegabili?
Tornano finalmente in Italia la stirpe dei Joestar e il loro geniale creatore, il solo e unico maestro Hirohiko Araki, con la nona parte del manga più longevo in Italia, nonché fenomeno mondiale che non sembra conoscere tramonto: Le bizzarre avventure di JoJo!
4 vol, serie in corso
DRAGON QUEST – THE ADVENTURE OF DAI di Koji Inada, Riku Sanjo, Yuji Horii
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Sulla solitaria isola dei mari del sud chiamata Dermlin, dove i mostri vivono in pace, abita un ragazzo che aspira a diventare un eroe. Il suo nome è Dai. Grazie all’incontro con il “precettore di eroi” Avan, apparso quando il mondo è stato nuovamente invaso dal male, il destino di Dai si mette in moto...
Dopo una lunga attesa, torna l’epica avventura di Dai!
Dal vol. 6
DR.STONE N. 27 di Boichi, Riichiro Inagaki
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Senku e i suoi compagni accettano la sfida di costruire una macchina del tempo, il più ambizioso obiettivo della scienza. Nel bel mezzo dei loro sforzi, ricevono un "messaggio" dal futuro da parte di una persona inaspettata… Cosa attende i nostri eroi? Riusciranno a completare la loro missione? Pensavate che le avventure di Senku e compagni fossero finite?
A sorpresa, i maestri Inagaki e Boichi ci regalano un "nuovo" ultimo emozionante volume, con l'epilogo dell'avventura scientifica più emozionante e coinvolgente che si sia mai vista!
RIPPER di Jéronimo Céjudo
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L'umanità è stata sconfitta! In seguito a un cataclisma senza precedenti, l'aria sulla Terra è diventata irrespirabile, e creature ostili e mostruose note come "Wendigos" si sono diffuse prendendo il controllo del pianeta, attaccando ogni forma di vita umana e costringendo i pochi sopravvissuti a rifugiarsi in una torre improvvisata. Tra loro ci sono i "Ripper", un gruppo di guerrieri dotati di poteri straordinari in grado di fronteggiare i Wendigos. Durante una missione di ricognizione, una unità di Ripper si imbatte in Junk, un giovane ragazzo energico e ottimista dalla forza sovrumana che sembra essersi adattato al nuovo ecosistema terrestre. E quando il ragazzo ritrova una strana maschera dalla provenienza misteriosa…
Azione, adrenalina e spettacolari trasformazioni in uno dei migliori battle-action global manga che si siano mai visti, vincitore del "Daruma Award" al Paris Japan Expo 2024 come miglior produzione manga francese!
4 vol, serie in corso
UNA RAGAZZA ALLA MODA di Waki Yamato
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Giappone, era Taisho. Benio Hanamura, la figlia del maggiore dell'esercito imperiale, è una ragazza allegra e vivace, un vero e proprio spirito libero, che fa fatica ad adeguarsi ai codici di grazia e femmininiltà previsti dalla sua educazione e che non manca mai di combinare qualche pasticcio. Le sue giornate vengono sconvolte il giorno in cui scopre di essere stata promessa in sposa al tenente Shinobu Ijuin, un affascinante tenente nippo-tedesco, ma Benio è una ragazza moderna, che non si piega ai vecchi metodi di un Giappone ormai "passato", e ne farà passare delle belle al promesso sposo, pur di mandare il matrimonio a rotoli!
A 50 anni dalla sua prima pubblicazione in Giappone, Star Comics è orgogliosa di presentare la nuova edizione di una delle pietre miliari dello shojo manga, firmato da una delle più importanti rappresentanti del "Gruppo 24", Waki Yamato.
Preparatevi a rivivere le avventure di Benio, Shinobu, Ranmaru, Tousei e compagni in questa nuova edizione, completa in 4 preziosi volumi di grande formato.
4 vol, serie conclusa
HITORI TO HITORI NO 3650 NICHI di hitomi
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“Sei disgustoso.” Con queste parole Katsumi rifiuta la dichiarazione dell’amico Maki il giorno del diploma. Le loro strade si dividono e si rincrociano in modo del tutto casuale 10 anni dopo, ma Katsumi non è più lo stesso… Sembra che per punirsi per le parole dette a Maki quel giorno ora vada a letto con uomini poco raccomandabili, finendo per essere spesso vittima di violenza. Come reagirà Maki e come si evolverà il suo rapporto con Katsumi? Potrà l’amore vero curare anche le ferite più profonde?
Dopo il commovente TRANSPARENT LOVE, hitomi torna a emozionare i lettori Boys’ Love con l’opera che ha segnato il suo esordio!
volume unico
WILD STRAWBERRY di Ire Yonemoto
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In un giorno di aprile Tokyo viene misteriosamente avvolta dalle piante. Dopo accese discussioni su quale possa esserne la causa, gli abitanti ella metropoli si sono trovati a fronteggiare una realtà ben più spaventosa di quanto potesse apparire: queste piante si sono evolute per assorbire nutrienti dagli esseri umani, mutando in raccapriccianti parassiti ribattezzati "jinka". Le spore s'insidiano dapprima in ospiti umani, e lì lentamente e invisibilmente crescono fino a "germogliare". trasformando l'ospite in un'orrenda creatura antropofaga e rilasciando contemporaneamente nuove spore nell'aria. Trentasei anni dopo un vaccino è stato scoperto e la società è ripartita, ma il costo proibitivo del farmaco ha acuito ancor più le differenze sociali. Nelle zone povere il pericolo jinka è ancora attuale, e per fronteggiarlo sono stati istituiti dei gruppi paramilitari specializzati chiamati "squadre funebri". In uno di questi sobborghi, i fratellastri Kingo e Kayano, rimasti soli al mondo, tirano a campare di furtarelli sognando un futuro felice, ma nascondendosi agli occhi della gente, e soprattutto. Questo perché Kayano, la sorella minore, è diventata un'ospite, sviluppando una sorta di unica simbiosi che la fa convivere col jinka senza venirne sopraffatta. Ma è solo questione di tempo perché vengano scoperti dalle squadre funebri, e quando gli eventi precipitano Kayano fiorisce infine in tutta la sua travolgente e meravigliosa potenza per salvare il fratello, fondendosi con lui e diventando una sorta di arma biologica senziente. A Kingo non rimane altro che unirsi agli squadroni per combattere i jinka grazie al potere donatogli da Kayano e, al contempo, cercare un modo per farla tornare umana.
Horror, fantascienza, combattimenti e disegni assolutamente spettacolari in una delle opere più travolgenti, vibranti e d'impatto attualmente serializzate su Shonen Jump+! Il primo volume sarà disponibile anche in edizione Variant Cover.
3 vol, serie in corso
MY LOVE STORY WITH YAMADA-KUN AT LV.999 di MASHIRO
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"A volte l'amore è come il boss finale di un videogioco." Akane Kinoshita, studentessa universitaria appassionata di videogiochi, è stata appena lasciata dal suo fidanzato, che l'ha tradita dopo aver perso la testa per un'altra ragazza conosciuta giocando online. Determinata a vendicarsi col suo ex, Akane decide di partecipare a un evento offline del videogioco "Forest of Savior", ma le cose prendono una piega del tutto inaspettata!
A grandissima richiesta, Star Comics è orgogliosa di presentare una delle serie sentimentali di maggiore successo degli ultimi anni, che ha ispirato anche l'omonima serie anime su Crunchyroll!
9 vol., in corso
KAGURABACHI di Takeru Hokazono
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Chihiro Rokuhira è un giovane che studia l'arte della forgiatura della katana dal padre Kunishige, un artigiano leggendario fautore di sei famigerate spade intrise di spaventosi poteri magici. A causa della fama dell'uomo e del suo ruolo chiave durante un conflitto passato, i due vivono di nascosto, lavorando i metalli e conducendo una vita semplice. Anni dopo, lo sguardo di Chihiro è cambiato, l'innocenza è perduta e a guidare la sua vita ora è la sete di vendetta. Scoperto da una misteriosa associazione criminali di stregoni, Kunishige è stato massacrato e le sei katana rubate. Ma una settima katana, l'ultima forgiata prima della sua morte, di cui si ignorava l'esistenza, è rimasta nelle mani di Chihiro…
Azione, violenza e spettacolari combattimenti in una storia a cavallo fra il sovrannaturale e il noir che ha fatto letteralmente impazzire il popolo della rete in tutto il mondo, creando un buzz senza precedenti!
4 vol, serie in corso
📅 ESTATE 2025
MAGIC KNIGHT RAYEARTH (CLAMP PREMIUM COLLECTION) di CLAMP
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Un giorno, durante una gita scolastica alla Tokyo Tower, la vita di tre studentesse delle medie cambia per sempre. Hikaru, Umi e Fuu sentono il misterioso richiamo di aiuto di una voce, poi, con un lampo di luce, le ragazze vengono trasportate nel mistico mondo di Cephiro. L'incontro con Clef, un saggio monaco, rivela loro una grande missione: le tre dovranno diventare i leggendari "Magic Knights"e salvare il mondo. Luce, mare e vento splendono ora di una nuova energia e sono pronti a combattere. Quale sarà il loro destino?
Star Comics è orgogliosa di presentare la CLAMP PREMIUM COLLECTION dell'iconica serie Magic Knight Rayearth. Un'edizione nuova di zecca, con illustrazione di copertina ridisegnata appositamente dalle CLAMP!
La serie, completa in 3 volumi, sarà raccolta anche all'interno di un prezioso cofanetto da collezione.
3 vol., serie conclusa
BRAVE BELL di Mebu e Kogane
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Souji Sanada frequenta il terzo anno delle superiori, ha una mente brillante, è atletico, gentile e non esita mai a dare una mano a chi ne ha più bisogno. Nonostante la sua bontà d'animo, viene sempre guardato con freddezza e diffidenza dagli altri a causa delle sue origini. Suo padre, infatti, è il boss della yakuza! Un giorno, una telefonata a scuola sconvolge per sempre la sua vita. Quello che trova al ritorno a casa è la realizzazione del suo incubo peggiore, un inferno che ha odore di sangue. Sotto una pioggia battente, in una casa che porta ancora le cicatrici dello sterminio della sua famiglia, Souji giura di vendicarsi…
5 vol., serie in corso
ANO KO NO KODOMO di Mamoru Aoi
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Sachi e Takara sono una giovane coppia. Innamoratissimi l'uno dell'altro, non possono fare a meno di passare le loro giornate insieme, fra scuola e dolci momenti d'intimità. Qualche tempo dopo un pomeriggio passato a letto insieme, Sachi non si sente bene e decide di comprare un un test di gravidanza in una farmacia lontano da casa. Poco dopo, nel bagno di un ristorante per famiglie vede comparire due linee rosse che cambieranno per sempre la sua vita e quella di Takara.
Un'emozionante storia d'amore di due ragazzi alle prese con un'inaspettata gravidanza firmata dalla talentuosa Mamoru Aoi, vincitrice anche dei "Kodansha Manga Awards" come Miglior Shojo Manga del 2023.
5 vol, serie conclusa
FUTARI SWITCH di Akira Hiramoto
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Shinichi e Ichigo sono praticamente inseparabili. Sono amici d'infanzia, i loro appartamenti sono l'uno accanto all'altro e frequentano pure la stessa scuola superiore. Shinichi è innamorato perso di Tesu, la ragazza più bella della scuola, mentre Ichigo ha una cotta per Yuto, il migliore amico di Shinichi. Un giorno, mentre Ichigo cerca di origliare la conversazione di Shinichi e Yuto dalla stanza accanto… succede qualcosa di terribile!
Il maestro dell'ecchi Akira Hiramoto, autore di PRISON SCHOOL, vi catapulterà in una storia assurda e imprevedibile! Siete pronti ad assaporare una nuova sensuale commedia romantica al sapore di… zucca amara?
4 vol, serie in corso
SUPER BALL GIRLS di Akira Hiramoto
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"Sono sicuro che non succederà mai nulla di speciale nella mia vita." Ichiyoshi è impiegato in una fabbrica di cioccolato e vive la sua vita senza troppe aspettative per il futuro. La notte di Natale, mentre torna a casa, s’imbatte in una misteriosa sfera che rotola nell'oscurità tra i fiocchi di neve. Quasi a voler sfogare tutta la sua frustrazione per la vita, afferra la palla e la lancia più forte che può e all'improvviso compare davanti ai suoi occhi una donna bellissima…
Un harem? Un horror? Una serie di fantascienza? Dalla mente geniale di Muneyuki Kaneshiro, sceneggiatore di BLUE LOCK, e dalle inconfondibili matite di Akira Hiramoto, autore di PRISON SCHOOL, nasce una serie completamente fuori dagli schemi! Vi presentiamo le Super Ball Girls che cambieranno il mondo!
4 vol, serie in corso
📅 AUTUNNO 2025
MAGIC KNIGHT RAYEARTH 2 (CLAMP PREMIUM COLLECTION) di CLAMP
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"Nel mio cuore c'è ancora una ragione per combattere!" Pensavate che le avventure delle guerriere Hikaru, Umi e Fuu si fossero concluse? È giunto il momento di impugnare nuovamente la spada…
Si aggiunge alla CLAMP PREMIUM COLLECTION anche la seconda serie di Magic Knight Rayearth. Un'edizione nuova di zecca, con illustrazione di copertina ridisegnata appositamente dalle CLAMP! La serie, completa in 3 volumi, sarà raccolta anche all'interno di un prezioso cofanetto da collezione.
3 vol., serie conclusa
HEAVEN’S OFFICIAL BLESSING di Mo Xiang Tong Xiu e STARember
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Ottocento anni fa, sorgeva Xianle, un regno pacifico e prosperoso. Il Principe Ereditario Xie Lian, bello, forte e amato da tutto il suo popolo, aveva un unico grande sogno, quello di salvare l’umanità. Dopo la sua ascesa al Regno Celeste come una divinità, venne esiliato nel Regno Mortale per ben due volte a causa di alcune sfortunate circostanze. Ora che è alla sua terza ascensione ha ancora molti debiti da ripagare per mantenere il suo status divino, decide dunque di tornare tra gli uomini, per dare la caccia a fantasmi e spiriti malvagi. In una delle sue missioni incontra San Lang, un ragazzo affascinante e molto più saggio della sua giovane età, con il quale scatta un’immediata sintonia. Quali misteri si nascondono dietro il suo irresistibile sorriso?
Finalmente arriva in Italia uno dei webcomic cinesi di maggiore successo al mondo. Basato sulla serie di romanzi firmati Mo Xiang Tong Xiu e magnificamente illustrato da STARember, l’opera ha già ricevuto un adattamento animato disponibile su Netflix e Crunchyroll, diventando in breve tempo una delle opere Boys’ Love più amate degli ultimi anni.
5 vol, serie in corso
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Autore: SilenziO))) Se usate Twitter, mi trovate lì! 
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scienza-magia · 4 months ago
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Miliardi di investimenti in AI nel settore bancario
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Banche, intelligenza artificiale e lavoro: così la formazione diventa decisiva. La riduzione del personale già in atto da più di un decennio potrebbe subire un’accelerazione. La sfida è un’integrazione per affiancare le nuove tecnologie ai dipendenti. La preoccupazione per l’impatto dell’intelligenza artificiale serpeggia in tutto il mondo del lavoro e delle professioni. Per quanto riguarda la finanza, non mancano gli elementi di allarme. A fine agosto la fintech svedese specializzata nel buy now pay later, Klarna ha annunciato di voler portare i propri dipendenti a circa 2.000 dai 3.800 attuali. Cifra quest’ultima a cui si è arrivati già con la riduzione da più di 5mila di un anno fa. L’azienda spiega che è solo il blocco del turn over, ma la motivazione è la maggiore efficienza dell’intelligenza artificiale (AI) rispetto agli umani. Come segnalano dal sindacato dei bancari, Fabi: «Una ricerca appena pubblicata in Spagna e realizzata da Randstad Research prevede che l’intelligenza artificiale cancellerà nei prossimi anni 14.890 posti di lavoro nel settore bancario nel paese iberico, pari a un calo dell’occupazione del 5,1 per cento». Il ruolo dell’Ia nel lavoro bancario Dunque i motivi di allarme ci sono tutti. Considerando che le banche italiane comunque stanno facendo rilevanti investimenti nell’ammodernamento tecnologico e anche dell’intelligenza artificiale e che da anni è già in corso la riduzione del personale, in genere gestita attraverso gli ammortizzatori del settore. In molti vedono l’intelligenza artificiale certamente come un supporto per l’attività umana, senza sbilanciarsi su effetti occupazionali. Giuseppe Maifredi, Chief Data & Analytics Officer di Bper - una banca molto impegnata nell’innovazione tecnologica - afferma: «Nel settore ci sono delle trasformazioni in corso, che non dipendono solo dall’intelligenza artificiale e che determineranno il futuro dell’occupazione. Quello che è certo è che l’intelligenza artificiale ha un ruolo di supporto rispetto alle attività dei dipendenti nelle nuove modalità di svolgimento del lavoro bancario». Anche l’Abi, l’associazione delle imprese bancarie, in un’audizione al Cnel nel mese di giugno, si era mantenuta (comprensibilmente) sulle questioni di principio, senza fare stime su possibili riduzioni del personale. In particolare l’Abi ha sostenuto che «l’intelligenza artificiale può contribuire a migliorare i servizi bancari a supporto di famiglie e imprese ma non si può prescindere dal mantenere la persona al centro, non essendo possibile rinunciare all’impiego delle capacità intellettive e professionali delle persone. Anche nella prospettiva del mondo bancario l’intelligenza artificiale può supportare e facilitare i compiti delle persone ma non sostituirle».
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Gli investimenti sul piatto Secondo i dati raccolti dalla Fabi, il gruppo Intesa Sanpaolo ha pianificato 5 miliardi di investimenti nel piano industriale 2022-2025, Unicredit 3 miliardi tra il 2022 e il 2024. Per Banco Bpm la cifra messa a bilancio per il periodo 2023-2026 è di 600 milioni, non troppo diversa dai 500 milioni pianificati dal gruppo Bper nell’arco temporale che va dal 2022 al 2025, mentre ammonta a 350 milioni l’investimento del Monte dei Paschi di Siena (2022-2026). In queste cinque banche il numero degli occupati dal 2012 a oggi si è ridotto già di circa 33mila unità, considerando la differenza tra le uscite e le nuove assunzioni. Più in generale nello stesso periodo per l’intero settore a circa 90mila uscite sono corrisposte circa 40mila assunzioni. Secondo Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi: «L’AI guida da tempo l’attività automatizzata allo sportello, ma non ha ancora conquistato del tutto il mondo del credito. E l’occupazione? La trasformazione sarà gestita con la formazione e la riqualificazione del personale, poi gestendo le uscite volontarie col fondo di solidarietà e garantendo il ricambio generazione con l’ingresso di giovani under 36». Per il sindacato si tratta di uno «strumento di competitività non può che passare per lo sviluppo delle competenze di chi ci lavora e per la riqualificazione professionale» e ricorda che nel solo 2023 i primi gruppi bancari hanno investito più di 17 milioni di ore in formazione del personale.
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Dal canto suo Giuseppe Bilanzuoli, segretario nazionale Uilca, afferma: «La digitalizzazione e l’utilizzo sempre crescente dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro fanno parte di un processo inarrestabile che, come Sindacato, abbiamo il dovere di governare. Il maggiore utilizzo della tecnologia può produrre effetti positivi anche in termini occupazionali a condizione che si eviti un’applicazione miope che guardi solo al taglio del costo del lavoro. Un utilizzo regolamentato e ben gestito della digitalizzazione può dare vita a un miglioramento delle competenze e innescare un processo di aggiornamento professionale continuo che ad oggi è la miglior risposta per tutelare i posti di lavoro e la competitività delle imprese. Guidare scenari complessi in arrivo, come quelli determinati dalla digitalizzazione dei processi, è possibile e in quest’ottica sono stati individuati strumenti che consentono una contrattazione collettiva permanente. Tra questi in primis la Cabina di Regia prevista nel Contratto Nazionale del Credito rinnovato lo scorso novembre 2023». Read the full article
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medicomunicare · 5 months ago
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Geni: Fondamenti, Funzioni e Importanza nella Biologia Umana
Introduzione I geni sono la base fondamentale della biologia molecolare, rappresentando le unità ereditarie della vita che governano lo sviluppo, la crescita, il funzionamento e la riproduzione degli organismi viventi. Essi codificano le informazioni necessarie per la sintesi delle proteine, che a loro volta svolgono un ruolo cruciale in tutte le funzioni cellulari. Comprendere cosa siano i geni…
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nusta · 6 months ago
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In questi giorni ho letto un libro disturbante, L'unità di Ninni Holmqvist, tra l'altro molto rapidamente perché era in prestito dalla biblioteca di e-book che lo lascia solo 15 giorni ed era già prenotato da altri, quindi non avrei potuto rinnovarlo. Ma l'ho letto rapidamente anche perché volevo vedere come andava avanti, nonostante non fosse il mio genere e forse, se non fossi rimasta d'accordo con un'amica che poi l'avremmo commentato insieme, l'avrei interrotto dopo i primi capitoli. Speravo in un altro finale e, tutto sommato, non mi ha lasciata soddisfatta, anche se la conclusione è coerente con la storia. Però che frustrazione >_<
La storia è ambientata in un futuro distopico relativamente prossimo, quasi contemporaneo, in cui è stato stabilito democraticamente che le persone possono essere classificate come "dispensabili" nel caso in cui non abbiano legami familiari solidi, ovvero non siano in coppia o non abbiano figli (o anziani genitori di cui occuparsi), o non abbiano professioni di un certo tipo (ossia "utili" per la società). Passata una certa età, se si viene considerati "dispensabili", si viene inseriti obbligatoriamente in un programma di sperimentazione scientifica, in cambio di vitto e alloggio in una sorta di villaggio vacanze da cui sono impediti i contatti col mondo esterno, anche se si possono vedere film e TV. Praticamente si diventa cavie e fonte di organi da destinare alle altre persone, quelle considerate "utili".
Su questa premessa si innesta il racconto in prima persona della protagonista, che compone un memoriale molto dettagliato delle sue vicissitudini dopo il suo ingresso nella cosiddetta Unità, con alcune riflessioni e ricordi del periodo precedente della sua vita.
Ecco, io speravo in una svolta rivoluzionaria, esplosiva, incendiaria, catartica, perché la premessa è talmente disturbante che portarla avanti sino alla fine mi sembrava insostenibile. Invece mi sono dovuta accontentare di un accenno e la scelta finale della protagonista è in linea con tutto quello che viene raccontato prima. Triste, ingiusta, angosciante, ma in linea, proporzionale a quelle che sono le possibilità lasciate in campo.
È angosciante proprio perché non lascia alternative, ti trovi ingabbiato in una rete e non puoi scappare. Che senso avrebbe? Con quali mezzi? Cosa ti resta allora a disposizione? Nel suo caso la diffusione delle informazioni, senza nemmeno sapere se avrà seguito. La speranza che qualcuno mantenga la parola data. La speranza che qualcuno capisca la tragedia che si è compiuta e che si continua a compiere, quando si considera la vita umana come qualcosa di collaterale all'utilità, al ruolo sociale che ci viene attribuito, che ci troviamo a interpretare, volenti o nolenti.
Dove si ferma la responsabilità individuale, dove si mette il confine tra il singolo e il gruppo, quali diritti inalienabili possono essere concordati e quali sono invece i diritti revocabili in nome del bene collettivo?
In questo romanzo non c'è spazio per ragionamenti o polemiche, e forse per questo mi ha lasciato insoddisfatta, ci sono gli estremi delle situazioni raccontate, ma non si affrontano esplicitamente più di tanto le premesse, né sembra ci sia abbastanza frustrazione o insofferenza di fronte a queste situazioni. Si accetta che è così e al massimo si fa una battuta.
E forse la parte più angosciante è proprio rendersi conto che anche nella realtà le persone reagiscono così alle ingiustizie e alla violenza strutturale, quando sei all'interno di un sistema, anche se ti rendi conto di essere vittima di una forma di prevaricazione, non hai la forza o la possibilità di cambiare le cose. Di fare gesti estremi. Forse al massimo ti è concesso di parlarne, se nei hai tempo e occasione.
È una lettura scorrevole, ma troppo cronicistica e fotografica per me. Avrei volentieri scambiato alcune descrizioni con dialoghi e riflessioni che consentissero un cambio di prospettiva. Ce ne sono, ma troppo pochi per i miei gusti.
Il tema è interessante, ma l'insistenza sulla questione dei figli a scapito di altre motivazioni usate in questa realtà per la classificazione degli "utili" mi ha lasciato ancora più amarezza. Forse sono io, anche, a non essere nel momento giusto della mia vita per leggere questo tipo di considerazioni, forse ne soffro più di quanto mi sarebbe successo 10 anni fa e magari di quanto ne soffrirei tra 10 anni. È abbastanza chiaro che la morale sottintesa sia di condanna alla premessa della storia, ma l'aspetto relativo alla prole e alla necessità di fornire il proprio contributo alla crescita demografica passa alla fine più indenne di quanto mi sarebbe piaciuto leggere. È un messaggio talmente pericoloso, trattandosi di un argomento intrinsecamente intimo e potenzialmente molto doloroso, che avrei voluto una narrazione più drastica ed esplicita nel rigetto di questa logica. Non mi basta cercare tra le righe, ora come ora. Ma forse sono io, sono io ora come ora.
Non so, nel complesso, se lo consiglierei. È una premessa interessante, ma forse avrei voluto una storia diversa. Magari con una bella rivoluzione finale.
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decadentdjentleman · 1 year ago
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I POVERI MUOIONO PRIMA
I comunisti e i problemi di oggi
Riforme assistenziali e riforme sociali
A queste domande neppure il Partito socialista unificato, che ha diretto il Ministero della Sanità negli ultimi anni, ha saputo dare risposta: sia perché ha nutrito l'illusione di poter strappare alla DC alcune riforme degli ordinamenti sanitari senza contestare il suo predominio politico, anzi consolidandolo, sia perché ha perduto di vista lo stretto collegamento fra tutela della salute e modifica della condizione umana, fra politica sanitaria e trasformazione generale della società. Il Ministro della Sanità sen. Mariotti ha esposto la tesi che << l'economia di mercato rimane insostituibile come produttrice di benessere >> (cioè che il capitalismo è capace di garantire i diritti dell'uomo), e che perciò << è inutile, e può essere pericoloso, continuare a chiamarla in causa >>. Da ciò deriverebbe che << non una rivoluzione economica può e deve fare in Italia il movimento operaio moderno, ma una grande rivoluzione sociale, per la quale il paese è maturo: la rivoluzione dell'assistenza >>. In questa separazione fra riforme assistenziali e riforme economiche si perde di vista l'unitarietà del tessuto sociale, le implicazioni dell'economia sullo stato di salute (occupazione o disoccupazione, scelta di determinati consumi o di altri, condizioni ambientali di lavoro, rapporti fra città e campagna, e così via), si perde di vista l'esigenza che per sottrarre non solo la salute, ma perfino le istituzioni assistenziali alle leggi del mercato, cioè alle disponibilità finanziarie di ogni individuo, la << rivoluzione dell'assistenza >> debba spingersi in campi collaterali, intaccare profitti economici e poteri politici assai intrecciati con quelli delle classi dominanti del paese. E' sufficiente fare tre esempi. Uno dei punti di contrasto nella politica sanitaria è quello della scelta delle istituzioni alle quali deve essere affidata la protezione della salute. Vi è una tendenza unitaria, che attribuisce i servizi al Ministero della Sanità, ed alle articolazioni democratiche dello Stato (Regioni, Provincia, Comuni), e che fa perno sulle Unità sanitarie locali, organizzate su base territoriale. Vi è un'opposta tendenza, secondo la quale i diversi momenti dell'intervento sanitario dovrebbero essere demandati a diverse istituzioni: la prevenzione ambientale fuori dalle fabbriche ad organi dello stato, la salute nei luoghi di lavoro all'Ente nazionale prevenzione infortuni, il ricovero dei malati ad Enti ospedalieri autonomi, il restante delle cure alle mutue ed ai medici convenzionati. Si tratta, in sostanza, di scegliere fra un sistema di assunzione diretta di responsabilità da parte dello Stato, e un sistema di deleghe a centri di potere autonomi ed incontrollati. La tendenza unitaria è affermata nella Costituzione, e prevale nell'opinione pubblica e fra gli studiosi, ma incontra fortissime resistenze nella sua attuazione pratica, perché la DC non è disposta a rinunciare alle << zone d'influenza >> che è riuscita a creare intorno alle istituzioni sanitarie, amministrate in prevalenza da suoi uomini. Senza un allargamento della democrazia in tutto il paese, queste resistenze non potranno essere vinte. Il secondo esempio è quello della produzione e dei prezzi dei medicinali. Il PCI ha proposto la nazionalizzazione di questo settore, per garantire farmaci accessibili e controllati a tutta la popolazione, per salvare le mutue dal dissesto finanziario causato dagli altissimi profitti dei monopoli. Ma anche senza giungere subito a questa misura, il ministro della Sanità avrebbe già i poteri per ridurre i prezzi dei prodotti in commercio fino al 50-70 per cento, pur lasciando con ciò un certo << onesto >> utile all'industria; oppure i grandi enti mutualistici e gli ospedali potrebbero unirsi per contrattare direttamente con l'industria i prodotti, o indire aste pubbliche che consentirebbero analoghe riduzioni. Ma questo significa porre limiti all'economia di mercato, che il ministro della Sanità considera invece fonte insostituibile di benessere.
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Continua...
Testo di Giovanni Berlinguer, 1968
-A cura della Sezione centrale stampa e propaganda del PCI
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thegianpieromennitipolis · 1 year ago
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EVENTI - di Gianpiero Menniti
L'ORIGINE DEL TEATRO GRECO E L'IRRAZIONALE
A Squillace, borgo di antichissime origini, ai primi di settembre. Racconto le "Origini del teatro greco" e la connessione con l'irrazionale, il caos primordiale che ne avrebbe ispirato la fondazione. Ecco uno stralcio della conferenza:
«Il mondo greco al quale con crescente approssimazione si fa appello frequentemente, per indicare l’origine della civiltà occidentale e dunque del nostro modello culturale, era ben lontano dalla rappresentazione che se ne fa ai nostri giorni. La nostra civiltà, intrinsecamente cristiana, ha certamente attinto, in molte forme (linguistiche, mitico-letterarie e rituali, politiche e sociali, scientifiche e filosofiche) a quella non consueta civiltà. Tuttavia, il “noi” contemporaneo è immemore delle limpide e coraggiose acquisizioni dell’uomo greco, del suo attestarsi su una linea di separazione tra l’evidenza caotica dell’esistenza e i tentativi di fornirla di un modello razionalmente adeguato. Di più: il caos non è l’effetto ma l’origine, la condizione primigenia, l’informe infinito della materia che preesiste e che preclude ogni conoscenza: questa è figlia del determinato e non ha alcuna possibilità di designazione dell’indeterminato. Non ha linguaggio, non ha parola, non possiede alcun segno. Se non un sussulto. Il sussulto che la lunghissima, ancestrale tradizione dei miti e dei riti eleusini ha tramandato oralmente fino a VII – VI secolo a.C. ma a partire da almeno 1500 anni prima nel contesto inattingibile della tradizione orale. Tradizione orale coperta dal segreto dell’origine che solo il racconto dei miti poteva parzialmente rivelare come in una lenta e attenta marcia di avvicinamento alla verità terrificante dell’informe. La consapevolezza di un disordine originario non è rassegnazione ma, paradossalmente, razionale costruzione di un ordine che contempla il suo contrario. E con esso convive. In questa condizione originaria e incontrovertibile, nasce il “sacro”, il separato che, tuttavia, abita gli abissi della natura fenomenica e della natura umana. Così, nasce anche il teatro - dal gr. ϑέατρον, der. del tema di ϑεάομαι «guardare, essere spettatore» - come rivelazione di questo stato di coesistenza, il celebre modello di relazione tra dionisiaco e apollineo di Nietzsche. Ma l’origine della tragedia greca – la prima forma di teatro – non è come si potrebbe immaginare, nella scena, nella skenè (σκηνή) che racconta le vicende del dramma: la tragedia nasce dal coro, dal coro dei satiri che irrompono dai parodoi con urli e canti, al ritmo di danza. Metà uomini e metà bestie, i satiri incarnano la mimesi di ciò che è ormai memoria, del passaggio dell’uomo dalla selva alla condizione dell’essere consapevole. Consapevole di cosa? Soprattutto della sua finitezza, della morte, del cadavere che inerte può essere vinto solo dal suo contrario, dall’arte che è vita, che per questo è gioia, è danza, è canto, è parola, è unità “corale” del flusso e dell’energia che anima gli esseri umani distanti dalla loro insormontabile caducità. Il coro è dunque il protagonista della tragedia, il coro che evoca il dio, Dioniso, che non a caso è il dio della vita e della morte, del maschile e del femminile, del divino e del bestiale: la sua è una natura incessantemente polimorfica. Incarna, dunque, il caos dell’inizio, il caos che non possiede storia, che non possiede Chronos ma che si attesta in una sorta di Kairos infinito, nell’istante senza tempo. Il canto ditirambico dei satiri è l’effetto di quel sussulto ancestrale e dell’ingresso nella vita che da quel momento “conta” il tempo, che accoglie l’esistenza come atto collettivo, corale, che a questa dimensione pre-consapevole vuole tornare sapendo che non c’è possibile ritorno se non nella mimesi della danza, della parola, della rappresentazione che colma la scena lasciando ai satiri l’altare posto in basso nello spazio dell’orchestra, in un “mondo altro” che tutto ha preceduto e che solo il ricordo, il riportare al cuore, può rendere vivida espressione nella malinconia della mimesi, stratagemma del sopportabile fino alla sua trasformazione nell’estasi dell’evocazione del Dio.»
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lettieriletti · 1 year ago
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Nathan Never 383 – Cover B
Nathan Never 383 – Cover B
La propulsione a curvatura ha spalancato le porte all’esplorazione umana del cosmo. Nathan Never, al comando di una squadra di unità robotiche, giunge su Clavius, distante centinaia di migliaia di anni luce dalla Terra e dalle dimensioni equivalenti a quelle del nostro pianeta. Lo scopo della missione è soccorrere una spedizione scientifica, finanziata da un consorzio di imprese private, che ha…
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