#carlo carrà
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Carlo Carrà The metaphysical muse 1917 Milan Coll Dr Emilio Jesi
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Carlo Carrà
Solitudine, 1917
Oil on canvas.
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Carlo Carrà - Leaving the Theatre (1910)
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Carlo Carrà (Italian, 1881-1966), Ciò che mi ha detto il tram [What the tram told me], 1911. Oil on canvas, 53 x 67 cm. MART, Rovereto
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Carlo Carrà (1881-1966) Canal à Venise 1926. - source Arte Moderna.
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Carlo Carrà (Italian, 1881–1966)
The daughters of Loth / Le figlie di Loth, 1919
oil on canvas
https://www.cultura.trentino.it/Approfondimenti/L-invenzione-del-moderno
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SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
LA SCONFITTA DELL'EGO COGITO
Quando Cartesio (1596 -1650) formulava, nel suo "Discorso sul metodo", la celebre proposizione «Ego cogito, ergo sum, sive existo», aveva ben chiaro un concetto: la necessità della riformulazione della conoscenza su un fondamento nuovo e ineccepibile. Eppure, in lui era altrettanto presente quanto fosse impossibile separare la coscienza del pensare dall'oscurità dell'inconscio, e dunque dal baratro delle affezioni, dei sentimenti che costituiscono la complessa figura dell'essere umano. Poco dopo sarà Baruch Spinoza (1632 - 1677) a togliere ogni dubbio a quell'astrazione riconducendola ad unità nel "Deus sive natura", la memorabile espressione che connota il fondamentale testo "Ethica more geometrico demonstrata". In entrambi prende corpo l'esigenza dell'eroico "razionalismo" che percorre la storia moderna, dai prodromi dell'Umanesimo tragico fino all'Idealismo tedesco, passando per il '700 illuminista, incrinandosi nella scia di Schopenhauer e poi del più letto Nietzsche, prorompendo nel '900 in un "falso" irrazionalismo che è, invece, anelito verso la medesima ricerca di un fondamento. Letto così, il "razionalismo" europeo riflette la sua più corposa eredità: trovare non solo le radici della conoscenza ma su questa fare perno per dare vita a un nuovo ordine etico. Da allora, siamo immersi in questa congerie nella quale la pretesa di mutare in imperativo "l'Io penso" ha lungamente lavorato nel flusso linfatico dell'arte alimentando le correnti del "dogmatismo dell'intelletto" radicatesi proficuamente in ogni ambito del vecchio continente. Ma, come per ogni aspetto vanamente illusorio delle vicende umane, emergono dubbi, dissidi, aporie. Nel primo Novecento è, tra gli altri, Carlo Carrà a segnare luoghi posti sul confine tra il riconoscimento di un "nomos" afferrabile e l'evidenza di un'anomia insormontabile. I suoi paesaggi, spenti nella rigida essenzialità delle forme, pronunciano a bassa voce l'insufficienza di un fondamento etico retto dalle proposizioni scientifiche. Vede la desolazione. Racconta silenzi. Così, come in un effetto, osserva i paesaggi scrutandone la presenza nella gravità del tempo, di un tempo logorato che ha compreso il prevalere della tecnica, la potenza di questa sopra ogni sogno proiettato nell'enfasi della conoscenza scientifica. Tecnica aspra, che celebra se stessa, capace di cogliere solo l'utilità e di annullare la figura umana. L'etica dell'ego cogito s'è infranta. Rimane negli scorci lo stanco anelito all'abbandono.
- Carlo Carrà (1881 - 1966): "Capanni al mare”, 1927, GAM, Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Torino; "Pioggia al mare", 1929, Collezione privata, Bergamo; “La capanna dell'ostricaro (Tramonto)” 1939, Collezione privata, Milano
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Study of L'ovale delle apparizioni by Carlo Carrà 3/27/24
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MWW Artwork of the Day (6/20/23) Carlo Carrà (Italian, 1881-1966) The Engineer’s Mistress (L’amante dell’ingegnere)(1921) Oil on canvas, 55 x 40 cm, Peggy Guggenheim Collection, Venice
This powerful and strange small painting closed the period of Carlo Carrà's "pittura metafisica," of which he was one of the leading exponents together with Giorgio de Chirico. Although evidently a mere sculpture, the upright female head is invested with an aura of semi-consciousness, as if hypnotized —- the eyes closed but the mouth open in readiness to speak. The preternaturally long neck appears frequently in Carrà's work prior to this. Certainly the tension between the dead and the live in an indeterminate interior-exterior space and in a pre-dawn light evokes a Metaphysical dream state with masterly brevity. No explanation of the title has ever been given. To suggest that the square and compass represent the engineer's profession and the plaster head his secret life impoverishes the richly evocative mystery of the painting. The goal of Metaphysical painting was to make ordinary objects transcend reality and induce an elevated state of consciousness.
More of this artist's work is included in this MWW gallery/album:s https://www.facebook.com/media/set/?set=a.2546346572137363&type=3
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Horseman of the Apocalypse - Carlo Carrà
1908
Image taken from the Art Institute of Chicago's website
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100+ Very High Resolution Art Pics
Funeral of the Anarchist Galli Carlo Carrà. (Italian, 1881-1966). Funeral of the Anarchist Galli. 1910-11. Oil on canvas, 6' 6 1/4" x 8' 6" (198.7 x 259.1 cm).
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QUARGNENTO. 13^ ESTEMPORANEA DI PITTURA. L'ASSEDIO DEI PITTORI IN CERCA DI ISPIRAZIONE.(PHOTOGALLERY)
Servizio Giuseppe Amato/Quotidiano On Line; comune di Quargnento, Luigi Benzi, assessore e collezionista. Fotoservizio Giuseppe Amato/Quotidiano On Line/PhotoAgency Anche quest’ anno, il Comune di Quargnento in collaborazione con l’Associazione Culturale Gian Stefano Primo Raiteri, la S.s.a. San Martino e il Dott. Pasquale Zanellato, organizza la 13ª Estemporanea di pittura Carlo Carrà “LA…
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L’estate veneziana del 1946, seppur senza la Biennale d’arte, si presentava ricca di iniziative
Finita la Guerra nel 1945, a pochi giorni dalla firma dell’armistizio, a Venezia nelle sale delle Procuratie Nuove e nell’Ala Napoleonica (Museo Correr) si inaugura la grande mostra “Cinque secoli di pittura veneta”, curata dal direttore delle Belle Arti di Venezia, Rodolfo Pallucchini <202. L’incredibile esposizione si è potuta realizzare per una fortunata coincidenza dovuta al periodo bellico:…
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#1945#1946#antica#Armando Gavagnin#arte#Biennale#Carlo Cardazzo#Carlo Carrà#Cavallino#contemporanea#critici#Democrazia Cristiana#Diego Valeri#Felice Casorati#Francesco Flora#Galleria#Giovanni Comisso#Giovanni Ponti#Giulio Lorenzetti#Milena Milani#Mostra#Pietro Feroldi#pittura#Rodolfo Pallucchini#scrittore#Silvio Branzi#venezia#Vittorio Pajusco
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L’estate veneziana del 1946, seppur senza la Biennale d’arte, si presentava ricca di iniziative
Finita la Guerra nel 1945, a pochi giorni dalla firma dell’armistizio, a Venezia nelle sale delle Procuratie Nuove e nell’Ala Napoleonica (Museo Correr) si inaugura la grande mostra “Cinque secoli di pittura veneta”, curata dal direttore delle Belle Arti di Venezia, Rodolfo Pallucchini <202. L’incredibile esposizione si è potuta realizzare per una fortunata coincidenza dovuta al periodo bellico:…
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