#studiosa
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umi-no-onnanoko · 7 months ago
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deathshallbenomore · 2 years ago
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pensavo fosse amore e invece era una raclette (condivisa)
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scogito · 11 months ago
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Più mi guardo attorno più mi rendo conto che la più grande illusione di cui sono convinti i genitori è che l'educazione dei figli dipenda dalle parole e da quello che dicono loro sia giusto fare e non fare.
Purtroppo allevano cavie perché come cavie sono cresciuti e non essendosi ancora per se stessi svincolati, proseguono nella medesima direzione "formativa".
Da figlia, da studiosa relazionale e da osservatrice diretta di genitori, posso dirvi che la comunicazione senza comportamento ad essa coerente, non serve assolutamente a niente.
Se hanno esempi di merda guarniti con insegnamenti esemplari, seguiranno gli esempi di merda.
I figli, come in generale tutte le persone, apprendono, imparano e diventano, guardando e introiettando i comportamenti e gli atteggiamenti che osservano.
Ovvero gli atti pratici dentro cui crescono.
Il resto è fuffa.
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rideretremando · 1 year ago
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"Mi aveva colpito, al culmine dell'isteria social sul fatto del giorno, la dedica di una donna tra i miei contatti al suo compagno ovvero quanto si ritenesse fortunata ad averlo incontrato, perché lui, fra tutti i degni (cioè indegni) rappresentanti del patriarcato, si distingueva per probità e virtù. Naturalmente mi aveva fatto sorridere l'ingenuità della dichiarazione e mi aveva un po' indispettito l'arroganza, la presunzione manichea di riconoscere e sapersi accaparrare il grano, mentre il loglio toccherebbe alle altre. Queste altre, chi sarebbero. Io, per esempio. Credo di potermi dire emancipata, sono indipendente economicamente, non soffro di deficit affettivi conclamati, e vengo considerata persona dal carattere forte, a torto o a ragione. Questo anche anzi soprattutto vent'anni fa, quando ero in formazione come studiosa, cominciavo a guadagnare da poterci vivere certo senza fasti e avevo una famiglia ancora integra, genitori vivi etc. Eppure. Eppure avevo un fidanzato ossessivo, geloso, qualche volta violento. Per lo più con le cose, che usava sbalestrare sul pavimento o scaraventare contro il muro, ma qualche volta anche contro di me. Mi strattonava, per lo più. Piatti rotti, ogni tanto. Mi controllava il telefono? Sì. Mi permetteva di avere accesso al suo? No. Una volta finse di essere a Roma (abitava in un'altra città) intimandomi di tornare a casa (ero a cena con due amiche). Io gli obbedii. Non c'era nessuno ad aspettarmi al portone. Invece c'era, eccome, la volta in cui mi prese a calci. Uno solo, per la verità, ma con vistoso ematoma, formularmente. Perché lo racconto? Perché questo fidanzato non era affatto un troglodita paracadutato nella civiltà direttamente dalle caverne. Era un intellettuale, colto, raffinato, con una educazione affettiva nutrita di classici e poesia contemporanea. Ora ha un lavoro, una famiglia, figli, vedo dai social. Ma io perché sopportavo le sue scenate, ne subivo il controllo, le scariche di rabbia? Perché ero fragile, debole, vittima del patriarcato insieme a lui? La risposta è molto banale, e anche, mi rendo conto, pericolosa. Perché ero innamorata di questa persona. Non della violenza, logicamente. Non del controllo, che mi esasperava. Ma di tutti gli altri aspetti della sua vita e della nostra relazione che violenti non erano, e tutt'altro. Bianco bianco no, e nero nero nemmeno. Mi avrebbe potuto uccidere, in un accesso di ira? Non lo so, chi può dirlo. Posso dire perché me ne sono andata. Non per istinto di sopravvivenza, ma perchè le cose alle volte si aggiustano da sole, alle volte serve una spinta (una persona a me vicina con diplomazia churcilliana parlò con entrambi e ci convinse ad allontanarci perche insieme eravamo "un sistema instabile"). Lui trovò subito un'altra (che vidi, spero per puro accidente, con una stampella, in un'occasione pubblica). Con questo non voglio sostenere e rappresentare nessuna posizione e nessuna idea definita meno che mai assiomatizzare. Solo riflettere sul fatto che nessuno può dire se non in falsa coscienza ''io no''. Perché io sì, invece, e quasi tutti, nella vita affettiva, abbiamo avuto a che fare con la violenza (controllata, certo, ma forse è anche peggio perché se si ha questo potere, di tenerla sotto la soglia di rischio, si avrebbe anche quello di non lasciarle alcun margine, penso) e non necessariamente in un contesto estremo, retrogrado o patriarcale. La passione è violenta, le relazioni hanno sempre qualcosa di terrificante e patologico (citofonare Groddeck). Io, mio, tuo: moratoria anche su aggettivi e pronomi possessivi? Tutto da rifare, nel discorso soprattutto. La scompostezza, l'egolalia, l'accoramento emotivo e compulsivo. E togliersi i sassetti dalla scarpa, con la trave nell'occhio."
Gilda Policastro
Sempre bravissima.
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fashionbooksmilano · 7 months ago
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Rara Avis
Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane
a cura di Sofia Gnoli 
testi di Emanuele Coccia, Karen Van Godtsenhoven, Peter McNeil, Natsumi Nonaka e Simona Segre-Reinach
Marsilio Arte, Venezia 2024, 129 pagine, 17x24cm, ISBN 9791254632086
euro 24,00
email if you want to buy [email protected]
Di magia e metamorfosi parlano gli abiti e gli accessori protagonisti della mostra Rara Avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane, dedicata all’arcana corrispondenza che lega la moda al mondo ornitologico. In occasione dell’esposizione visitabile dal 24 aprile al 21 luglio 2024 alle Uccelliere Farnesiane sul Palatino, Marsilio Arte pubblica il catalogo Rara Avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane a cura di Sofia Gnoli, studiosa di moda e curatrice della mostra. Grazie alle ricche illustrazioni e ai testi di Emanuele Coccia, Karen Van Godtsenhoven, Peter McNeil, Natsumi Nonaka e Simona Segre-Reinach, il volume accompagna il lettore alla scoperta di una vera e propria ornitologia della couture, in un creativo e fantasioso dialogo tra mondo umano e mondo animale.
Inquietanti o benevoli, comunque metaforici, gli uccelli fanno parte del lessico delle apparenze sin dall’antichità. Pappagalli, aquile, struzzi e pavoni hanno periodicamente incantato cavalieri e regine, principesse e muse del gusto. Attraverso le stupefacenti creazioni di celebri e innovativi designer, da Dior a Gucci, da Jean-Paul Gaultier a Thierry Mugler, da Chanel a Schiaparelli, come una contemporanea Wunderkammer Rara Avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane racconta un percorso suggestivo che si snoda tra abiti-uccello visionari ed eccentrici e accessori piumati.
Apre il volume il contributo Rara Avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane della curatrice Gnoli, in cui un excursus storico sul rapporto tra moda e mondo ornitologico fa da spunto per un approfondito racconto della mostra e del percorso espositivo. La storica dell’arte Natsumi Nonaka in Le Uccelliere Farnesiane sul Palatino a Roma analizza questi due padiglioni gemelli che sorgono sul colle romano, ripercorrendone la storia e gli utilizzi. Livree da sogno. L’abito come luogo di metamorfosi è il saggio del filosofo Emanuele Coccia, una riflessione storico-antropologica sul rapporto tra moda, metamorfosi e mondo ornitologico. Karen Van Godtsenhoven firma Donne alate, moda e femminismo, testo in cui l’autrice indaga sull’immagine metaforica della donna-uccello come riflesso del fluttuante status del femminile nella società per le sue associazioni con purezza, sessualità, vizio, fragilità, morte, rinascita e immortalità. Segue il contributo Leggera come una piuma: la moda tra desiderio e disgusto dello studioso Peter McNeil, in cui viene affrontata la funzione sociale e culturale delle piume nel promuovere idee sull’abbigliamento e sul corpo umano. Volare alto. Verso un’industria più etica e responsabile è il testo di Simona Segre-Reinach che descrive la il progresso e le conquiste raggiunte nel campo della protezione degli animali impiegati nella moda, dagli uccelli a quelli da pelliccia. Completa il catalogo l’elenco delle opere in mostra.
10/05/24
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gregor-samsung · 6 months ago
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" Nella primavera del ’90 Akiko è all'inizio del terzo anno di università (l’anno scolastico, come quello lavorativo, comincia ad aprile e finisce a marzo), e riesce a sostenere una semplice conversazione in italiano. Non è una studentessa particolarmente brillante, ma è diligente, studiosa, piena di buona volontà. In classe è sempre attenta, non chiacchiera con le compagne, l’unica cosa che le si può rimproverare è un eccessivo spirito gregario, ma è un difetto comune a molti. Nonostante sia timida, come la maggior parte dei suoi compagni e delle sue compagne di corso Akiko ha in programma di passare le vacanze estive in Italia, a Firenze, dove frequenterà per due mesi una scuola per stranieri. In Maggio viene a trovarmi nel mio studio, per chiedermi consigli riguardo al viaggio imminente, e ho così modo di conoscerla un po’ meglio. All'inizio è un po’ esitante, sta seduta in punta di sedia, cincischia con una mano un bottone della camicetta dal collo di pizzo, l’altra la tiene posata in grembo, sui jeans poco intonati alla camicetta. Ben presto però si rinfranca, e bastano un paio di domande informali da parte mia perché di sua spontanea volontà si metta a parlare di sé.
Vengo così a sapere che abita a mezz’ora d’autobus dall'università, e che divide con un’amica un minuscolo appartamento di una stanza, cucinino, e il solito bagno poco più grande di un armadio. Sistemazione che considera già un lusso, poiché la sua famiglia, che ha un piccolo commercio in provincia, fa un notevole sforzo per pagarle gli studi a Osaka. Per domandare ai genitori meno denaro possibile, come la maggior parte degli studenti Akiko svolge un lavoro part-time, due sere alla settimana fa la cameriera in un ristorante, per una paga equivalente a quella di una collaboratrice domestica in Italia; paga della quale è molto contenta perché prima di trovare questo posto smistava la merce in un supermercato dove guadagnava meno e si stancava di più. Il viaggio in Italia se lo pagherà con il denaro messo da parte negli ultimi due anni. Quando lodo il suo senso di responsabilità, Akiko mi risponde che è normale, i suoi genitori non sono ricchi e fanno già abbastanza per lei. Questa preoccupazione di pesare il meno possibile sulla famiglia una volta terminate le medie superiori è molto frequente nei giovani, e a questa loro esigenza risponde l’ampio mercato di lavoro saltuario e part-time. "
Antonietta Pastore, Nel Giappone delle donne, Giulio Einaudi, 2004. [Libro elettronico]
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tizianacerralovetrainer · 1 year ago
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Sono asperger e questo significa che sono diversa dalla norma. A scuola ero sempre sola, senza amici, mi sedevo in un angolo. A casa lo stesso, stavo male, avevo un disturbo alimentare.
Tutto è passato ora, perché ho capito qual è la mia strada.
Non sono la bambina arrabbiata che urla davanti ai leader mondiali, non sono come alcuni media mi rappresentano, sono una ragazza timida, studiosa, una nerd che ha a cuore il presente e il futuro del Pianeta e dunque anche il mio.
Ho trovato uno scopo in un mondo che spesso sembra vuoto e senza significato a così tante persone. Quando gli haters se la prendono per il tuo aspetto e la tua differenza, significa che non sanno dove andare. E tu sai che stai vincendo.”
Greta Thunberg
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abr · 1 year ago
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(...) Judith Butler, studiosa femminista, esperta di questioni di genere e punta di diamante del pensiero «woke» statunitense, (...) diciassette anni fa durante un convegno all'università di Berkeley: «Hamas e Hezbollah sono movimenti sociali progressisti, parte integrante della sinistra globale». Una saldatura tra frange della sinistra radical e il fondamentalismo islamico (...) che porta alla diffusione di notizie non verificate o fake news anche da parte di quei giornalisti sempre attenti alla deontologia degli altri. Prendiamo il caso di Rula Jebreal, giornalista e scrittrice palestinese con cittadinanza israeliana e italiana (...). L'attivista attacca Israele in tv e dal suo seguitissimo profilo su X. Solo che la foga può fare brutti scherzi. (...) Venerdì Jebreal condivide un video in cui si vedono dei cittadini israeliani intonare cori che inneggerebbero alla distruzione di Gaza. Poi commenta indignata: «Fanatici di destra israeliani celebrano la carneficina a Gaza, esultano per l'uccisione di 4mila bambini palestinesi». (...) Solo che il video è del 2015. Un montaggio di filmati girati otto anni fa durante una manifestazione di un gruppetto di estrema destra contro i matrimoni misti. Ma la cosa più grave è che il video è stato preso dal profilo di Matteo Cocchi, un utente neofascista che twitta citazioni di Adolf Hitler.
E poi c'è la Lucarelli, opinionista del Fatto Quotidiano. Anche lei nell'impazienza di attaccare Israele rilancia una clip in cui si vedono dei civili morti su una strada. Poi scrive: «Sembrano le immagini di Bucha. Ma vedo meno pietà in giro». La fonte del video sostiene che l'esercito israeliano è il responsabile del massacro. Altri accusano Hamas. Lucarelli poi fa marcia indietro e spiega di non sapere chi abbia commesso il crimine. Sicuramente sarebbe stato opportuno evitare di diffondere un filmato non verificato. Ma sui social c'è di tutto. E impazzano giovanissimi tik toker con decine di migliaia di followers, invitati anche dalle tv nazionali, che accostano la Palestina e Hamas alla resistenza contro il nazifascismo. Non manca nemmeno chi si esalta davanti ai lanci di razzi da Gaza contro i civili israeliani. L'odio contro Israele è virale e si nutre di bufale.
Grazie a chiunque Lassù per avermi dato neuroni sufficientemente numerosi e attivi da evitare come la peste i carri in convoglio solidale delle Rula (pro Hamas) e delle Selvaggia (ch'illi so'tutti uguagli).
Ps.: Rula può dire fare girare e attaccare perché é musulmana araba israeliana, come tanti altri in Israele (la maggioranza degli abitanti di Haifa città ad esempio), col 100% dei diritti civili, caso unico per arabi mediorentali (*). Fosse cittadina di Hamas-land , uhmmm, mi viene qualche dubbio che potrebbe.
(*) Alla faccia di quelli che "no allo stato sionista", parificando di fatto Israele all'integralismo islamico (siamo al rovesciamento della realtà).
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kyda · 1 year ago
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mi piace l'idea di rimanere fino a tarda notte da brava studiosa tormentata e appassionata a leggere articoli di linguistica in inglese sulla codificazione degli eventi di moto nelle lingue alla ricerca di tutto quello che può servirmi per fare un confronto ita-eng-rus ma farlo veramente no per favore non mi reggo più in piedi
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pigreco · 1 year ago
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È una italiana studiosa di economia che sostiene la tesi che l'economia è una scienza sociale che debba essere al servizio di tutti non utilizzata capziosamente a favore di pochissimi contro tutti gli altri da considerare semi-schiavi, come pretendono banche e fondi di investimenti sostenuti da professoroni americani e "mezze calzette" italiane in università..di parte a volte pure virtuali, insomma una bravissima "anti-giorgia".
Dir. di satira
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cheregazzinaa · 1 year ago
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"Strega, studiosa, poetessa, sognatrice, e tutto il resto."
Elizabeth Barrett Browning
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libriaco · 2 years ago
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Quel giorno più non vi leggemmo avante
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Reticenza o Aposiopesi:
Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante (Inferno, V, vv. 137-138)
B. Mortara Garavelli, Prima lezione di retorica, Roma-Bari, Laterza, 2011
Bice Mortara Garavelli (Montemagno, 18 maggio 1931 – Torino, 26 gennaio 2023) è stata una grammatica e linguista italiana, studiosa di retorica.
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canterai · 1 year ago
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Oggi alle 17.51 mi sono ricordata di una lettura del purgatorio di dante nella biblioteca della chiesa di San Francesco di cui avevo visto ieri la locandina, che sarebbe incominciata alle 18. Così ho inforcato la bicicletta e mi sono precipitata là. Non vi dico l'emozione che è stata, mi sono commossa almeno quattro o cinque volte. L'incontro era incentrato sulla parola "Natura", sviluppata a partire dal canto xxviii del purgatorio. C'era una studiosa di dante che ha fatto una introduzione, un attore che ha letto il canto, e poi c'era l'intervento di una ambientalista, nonché presidentessa del WWF. Ecco, questa si presenta come una signora un po' anziana, tutta vestita di verde, con i capelli lunghi lisci che un po' le nascondevano il volto, insomma, un personaggio incantato. Ha detto delle cose meravigliose, ha parlato di come dovremmo tutti vedere il mondo con gli occhi delle api, come lei ha imparato a fare vivendo con esse sempre a contatto. Ha parlato di come lei, alla sua età, stia prendendo una laurea in medicina forestale: discuterà la tesi a novembre, proprio sui luoghi del suo paese di origine. Ha parlato del "terzo paesaggio", di come la nostra visione umana condanni parti di pianeta che invece che annientate andrebbero lasciate respirare. E soprattutto ha parlato di una cosa bellissima, ovvero del linguaggio delle piante. Le piante infatti si trasmettono messaggi attraverso molecole volanti, che hanno un effetto palliativo e anche antidolorifico sull'essere umano. A parte il contenuto in sé, sono rimasta commossa dalla passione e dal sentimento che i discorsi di queste due donne trasmettevano. È stato così emozionante. Insomma, un incontro meraviglioso in un posto altrettanto meraviglioso.
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rideretremando · 8 months ago
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"A mio parere, il tratto fondamentale del nostro tempo è il rifiuto di riconoscere l’umanità dell’altro, un rifiuto che in questo momento colpisce i russi in quanto russi, gli israeliani in quanto israeliani, le donne israeliane a dispetto del loro essere donne. L’esistenza di zone franche, in cui le persone si incontrano come scienziati, scrittori, atleti, musicisti, sarebbe un prezioso contro-veleno rispetto al dilagare dell’odio neo-razzista. Chiara Saraceno, che è stata mia direttrice quando ero al Dipartimento di Scienze Sociali, è una grande studiosa, femminista coerente, donna coraggiosa. Che le ragazze di oggi siano arrivate al punto di contestare Chiara Saraceno, la dice lunga sul livello di faziosità e intolleranza cui si è arrivati."
Luca Ricolfi
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fashionbooksmilano · 9 months ago
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Ciak si sfila
I défilé di moda in trenta film
Grazia d'Annunzio e Sara Martin
Postmedia Books 2023, 126 pagine, 15,21cm, ISBN 9788874903740
euro 19,00
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Sono molti i libri che trattano dell'affascinante, e polimorfa, relazione tra cinema e moda.  Ma nessuno, fino a ora, si era spinto a raccontare e analizzare, in particolare, quei film nei quali viene messo in scena quel momento così magico e rituale che è una sfilata di moda.
A colmare questo vuoto editoriale arriva ora Ciak, si sfila - I défilé di moda in trenta film (Postmedia Books) scritto a quattro mani dalla giornalista Grazia d’Annunzio, docente alla Statale di Milano ma basata a New York, e Sara Martin, professoressa associata all’Università di Parma, studiosa dei rapporti tra il cinema e le altre arti con focus su costume e scenografia.
28/02/24
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deathshallbenomore · 2 years ago
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se accettano il mio abstract hanno un gusto intelligente e sofisticato e sanno apprezzare il potenziale offerto da una giovane e brillante studiosa che viene da lontano. se non lo accettano è perché sono usamericani e non capiscono una minchia. non posso perdere ;)
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