#storia tedesca
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Wien - Hofburg - 1279
Hier ist eine Chronologie der wichtigsten Kaiser des Heiligen Römischen Reiches und des Kaiserreichs Österreich.
Ottonen:
Otto I. der Große (962–973)
Heinrich II. (1014–1024)
Salier:
Konrad II. (1027–1039)
Heinrich IV. (1084–1105): Investiturstreit mit Papst Gregor VII., Gang nach Canossa (1077)
Friedrich I. Barbarossa (1155–1190): Versuch, die Kaiserherrschaft in Italien zu stärken. Dritter Kreuzzug
Friedrich II. (1220–1250): Kulturförderer, Konflikte mit dem Papst.
Habsburger:
Rudolf I. (1273–1291)
Adolf von Nassau-Weilburg (1292 - 1298)
Albert I (1298 - 1308)
Heinrich VII. (1308 - 1312). Dante Alighieri wünschte, dass er nach Italien kommt, um die politische Ordnung und den Frieden in einem von Konflikten zerrissenen Land wiederherzustellen.
Ludwig IV von Bayern (1312 - 1347), ein Mittelsbacher, Ludwig unterstützte den Philosophen und Theologen Wilhelm von Ockham sowie andere, die sich gegen die Machtansprüche des Papsttums wandten.
Karl IV. (1355–1378): Die Goldene Bulle regelte, wie die Wahl des Heiligen Römischen Reiches durchgeführt werden sollte, und legte fest, welche Fürsten und Bischöfe das Stimmrecht hatten.
Maximilian II (1493 - 1519)
Karl V. (1519–1556): Schlacht bei Pavia (1525): Karl besiegte Franz I. von Frankreich. Sacco di Roma (1527): Karls Truppen plünderten Rom. Erste Belagerung Wiens (1529). Reformation und Augsburger Religionsfrieden (1555).
sein bruder Ferdinand I. (1556 - 1564)
Maximilian II (1564 - 1576): Krieg mit Suleyman.
Rudolf II. (1576 - 1612) und seine “Magisches Prag”. Rudolf II. in 1576 verlegte den kaiserlichen Hof von Wien nach Prag, wodurch die Stadt zur Hauptstadt des Heiligen Römischen Reiches wurde.
sein bruder Matthias (1612 - 1619): Rudolf II. verlor 1611 den böhmischen Thron an seinen Bruder Matthias, der eine konservativere und katholischere Politik verfolgte. Diese Machtverschiebung schwächte die Stabilität Böhmens und erhöhte die Spannungen zwischen den Religionsgruppen.
Ferdinand II. (1619–1637): Dreißigjähriger Krieg (1618–1648). Der Dreißigjährige Krieg wurde sowohl durch religiöse als auch durch politische Ursachen ausgelöst: die protestantischen Fürsten wollten unabhängig von den Kaisern werden.
Ferdinand III. (1637-1657). Ferdinand III. spielte eine Schlüsselrolle in den Verhandlungen, die den Krieg beendete (Frieden von Westfalen, 1648).
Leopold I. (1658–1705): Zweite Belagerung Wiens (1683), die erste Belagerung, an der Eugen von Savoyen teilnahm.
Joseph I. (1705 - 1711): Im Jahr 1706 die österreichische Armee unter der Führung von Eugen von Savoyen, die französischen Truppen, die Turin belagerten, besiegten. Dieser Sieg, der mit der Kirche Superga gefeiert wurde, war ein Schritt zum Niedergang Frankreichs unter Ludwig XIV.
Karl VI. (1711–1740): Der Friedensvertrag von Rastatt, unterzeichnet am 6. März 1714, war ein bedeutendes Abkommen, das den Spanischen Erbfolgekrieg (1701–1714) zwischen Österreich und Frankreich endgültig beendete. Der Frieden von Rastatt beendete die Kämpfe zwischen Frankreich (unter Ludwig XIV.) und Österreich (unter Kaiser Karl VI.). Österreich erhielt bedeutende Territorien aus der spanischen Erbschaft: Mailand, Sardinien, Neapel und Belgien. Die Schlacht um Belgrad noch von Prinz Eugen von Savoy (1717) markierte den Höhepunkt der habsburgischen Expansion in den Balkanregionen: nach den Russisch-Osmanischen Krieg (1877–1878), die Osmanen verloren die Kontrolle über große Teile des Balkans.
Maria Theresia (1740-1780), mutter von
Joseph II. (1765–1790).
und von sein Bruder Leopold II. (1790–1792), der das italienische Land Toskana als Großherzog regiert hatte.
Franz II. (1792–1806): letzter Kaiser des Heiligen Römischen Reiches und Kaiser von Osterreich als Franz I. (1804–1835): Napoleonische Kriege
Ferdinand I. (1835–1848): vater von Maria Luisa, die die Ehefrau Napoleons war und später Herzogin von Parma wurde. Der Zollverein wurde im Jahr 1834 gegründet und umfasste die Gebiete des deutschen Landes, die Preußen führte, um den freien Handel zu fördern. Er war der erste Schritt zur deutschen Einigung. Abdankung während der Revolution von 1848.
Franz Joseph I. (1848–1916). Es gab zwei konkurrierende Visionen für die deutsche Einheit: Großdeutsche Lösung (ein Deutschland unter österreichischer Führung, das auch Österreichs nicht-deutsche Gebiete einbezieht) und Kleindeutsche Lösung (in Deutschland unter preußischer Führung, ohne Österreich). Im Jahr 1849 die Frankfurter Nationalversammlung, ein geeintes Deutschland mit einer liberalen Verfassung, bot dem preußischen König Friedrich Wilhelm IV. die Kaiserkrone eines vereinten Deutschlands an. Die Schlacht bei Sadowa (1866) markierte einen historischen Wendepunkt: Sie stärkte die Position Preußens und legte den Grundstein für die Gründung des Deutschen Kaiserreichs. Nach dem Sieg über Frankreich in Sedan der preußische König Wilhelm I. wurde im Spiegelsaal von Versailles zum Deutschen Kaiser proklamiert (1871).
Karl I. (1916–1918): Abdankung nach dem Ersten Weltkrieg (1918).
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" Quando si guardano indietro, alla ricerca di un’àncora cui vincolare la festa nazionale – una presa della Bastiglia, una Dichiarazione americana d’indipendenza –, tutti i regimi tedeschi si snervano in un sentimento d’inferiorità, alla vana ricerca di un evento luminoso cui sacrificare con cadenza annuale. E non lo trovano. Persino la caduta del Muro non funzionerà. Il 9 novembre è giorno sfortunato nella storia tedesca. Coincide con la resa di Compiègne alla Francia (1918), con il fallito “putsch della birreria” ordito a Monaco da Hitler e Ludendorff (1923), con la notte dei cristalli (1938), prodromo dello sterminio degli ebrei. Si ripiegherà infine sul 3 ottobre, decretato Giorno dell’Unità Tedesca. Atto amministrativo che non scalderà i cuori germanici. Un popolo senza mito non può farsi davvero nazione. La Bundesrepublik era e resta Stato a nazionalità limitata. Per molti un salutare trapasso dal militarismo prussiano al post-nazionalismo europeisticamente corretto. Ma non per tutti. E comunque per sempre meno. "
Lucio Caracciolo, La pace è finita. Così ricomincia la storia in Europa, Feltrinelli (collana Varia), novembre 2022. [Libro elettronico]
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Recensione de "Gli anelli di Saturno" di W.G. Sebald. Di Alessandria today
Un viaggio tra paesaggi e memorie nel cuore dell'Inghilterra e dell'umanità
Un viaggio tra paesaggi e memorie nel cuore dell’Inghilterra e dell’umanità. “Gli anelli di Saturno” di W.G. Sebald è un’opera unica nel panorama letterario contemporaneo, un libro che sfugge a una classificazione precisa, sospeso tra il diario di viaggio, la riflessione storica e la narrativa autobiografica. In questo testo, Sebald ci accompagna lungo le coste dell’East Anglia, esplorando non…
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Sulle Tracce del Romanticismo: Viaggio lungo la Romantische Straße in Baviera
La Romantic Strasse, o strada romantica, è una delle rotte più affascinanti e suggestive della Germania. Si tratta di un itinerario di circa 400 km che unisce Würzburg e Füssen, passando per borghi medievali, chiese gotiche, rocche imponenti e paesaggi incantevoli. Lungo la strada si possono ammirare le testimonianze della cultura e della storia tedesca, dal Rinascimento al Romanticismo, fino al…
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+++Breaking News+++
Non sono gli enormi rincari di gas/energia e materie prime, non è il crollo delle esportazioni verso la Cina, né tanto meno il fatto di essere il governo più incapace della storia tedesca.
Il problema, anzi, la colpa è del cambiamento climatico.
Tanto ormai funziona con tutto.
Eventualmente fate come in Norvegia e riempite il mare di pale eoliche, funzionano da dio... :D
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La battaglia di Kursk, nota con il nome in codice di Unternehmen Zitadelle (Operazione Cittadella) e Bitva pod Kurskom (battaglia nella regione di Kursk), si svolse durante la seconda guerra mondiale sul fronte orientale, fu parte fondamentale della offensiva estiva sferrata dai tedeschi il 5 luglio 1943; fu il più grande scontro di mezzi corazzati della storia.
Grande manovra tedesca, immane risposta dei russi, oramai soverchianti per numero di mezzi e uomini. Lo scontro infatti si risolse, dopo dieci giorni di violenti combattimenti, con la vittoria delle forze sovietiche che vanificò il successo tedesco precedentemente ottenuto nella terza battaglia di Kark'iv e consegnò definitivamente l'iniziativa delle operazioni all'Armata Rossa.
(via wikipedia)
Attacco nazi, vittoria sovietica. Chi è stato l'analfabeta storico che ha consigliato a Zelenskj di attaccare la regione di Kursk? Come se un attaché francese avesse preso in considerazione la Beresina ...
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Qualche notizia sull’Ucraina
Tra le menzogne che vengono ripetute come se fossero verità ovvie, vi è quella che la Russia avrebbe invaso uno stato sovrano indipendente, senza precisare in alcun modo che quel cosiddetto stato indipendente non soltanto era tale solo dal 1990, ma era stato fin allora per secoli parte integrante prima dell’impero russo (dal 1764, ma già fra il XV e il XVI secolo era incluso del Granducato di Mosca) e poi della Russia sovietica. Ucraino era del resto forse il più grande degli scrittori in lingua russa del XIX secolo, Gogol’, che, nelle Veglie della fattoria di Dikanka, ha meravigliosamente descritto il paesaggio della regione che si chiamava allora «Piccola Russia» e i costumi della gente che vi viveva. Per la precisione occorre aggiungere che, fino alla fine della Prima guerra mondiale, una parte rilevante del territorio che ora chiamiamo Ucraina era, col nome di Galizia, la provincia più lontana dell’impero austro-ungarico (in una città ucraina, Brody, nacque Joseph Roth, uno dei maggiori scrittori in lingua tedesca del novecento).
È importante non dimenticare che i confini di quella che chiamiamo dal 1990 Repubblica Ucraina coincidono esattamente con quelli della Repubblica socialista sovietica Ucraina e non hanno alcun possibile fondamento anteriore nelle continue vicende di spartizioni fra polacchi, russi, austriaci e ottomani che hanno avuto luogo nella regione. Per quanto possa apparire paradossale, un’identità dello stato ucraino esiste dunque soltanto grazie alla Repubblica socialista sovietica di cui ha preso il posto. Quanto alla popolazione che viveva in quel territorio, essa era un insieme variegato costituito, oltre che dai discendenti dei cosacchi, che vi erano migrati in massa nel XV secolo, da polacchi, russi, ebrei (in alcune città, fino allo sterminio, più di metà della popolazione), zingari, rumeni, huzuli (che fra il 1918 e il 1919 costituirono una repubblica indipendente di breve durata).
È perfettamente legittimo immaginare che, agli occhi di un russo, la proclamazione dell’indipendenza dell’Ucraina non risulti pertanto troppo diversa dall’eventuale dichiarazione di indipendenza della Sicilia per un italiano (non si tratta di un’ipotesi peregrina, dal momento che non si dovrebbe dimenticare che nel 1945 il Movimento per l’indipendenza della Sicilia, capeggiato da Finocchiaro Aprile, difese l’indipendenza dell’isola ingaggiando scontri con i carabinieri che fecero decine di morti). Per non pensare a quello che accadrebbe se uno stato americano si dichiarasse indipendente dagli Stati Uniti (ai quali appartiene da molto meno tempo di quanto l’Ucraina fosse parte della Russia) e stringesse alleanza con la Russia.
Quanto alla legittimità democratica dell’attuale repubblica Ucraina, è a tutti noto che i trent’anni della sua storia sono stati segnati da elezioni invalidate per brogli, guerre civili e colpi di stato più o meno nascosti, al punto che, nel marzo del 2016, il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ebbe a dichiarare che ci sarebbero voluti almeno 25 anni perché l’Ucraina potesse soddisfare i requisiti di legittimità che avrebbero permesso il suo ingresso nell’Unione.
Giorgio Agamben, 2 agosto 2024
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Varsavia vive in termini di “guerra per procura” la battaglia contro Mosca. Il fine è dissanguare la Russia con armi occidentali, truppe ucraine ed economia europea. Nemmeno gli Usa hanno una strategia di contenimento così attiva. Per la Polonia conta mostrarsi come gendarme atlantico e danneggiare la Russia. I fantasmi della storia ritornano: cambiano i governi, ma resta il principio che rende la russofobia un motore della politica estera polacca. Non è solo l’ostilità a Putin a spingere Varsavia, ma una presa d’atto chiara: nella memoria storica collettiva dei polacchi, il timore di un’espansione russa verso i propri confini evoca un incubo che si è manifestato più volte nel passato. Questo scenario ha segnato 2 momenti cruciali della storia del Paese: alla fine del 700, con le spartizioni della Polonia e nel 39 quando l’invasione sovietica dopo l’aggressione tedesca contribuì a cancellare la sua sovranità. La Polonia ha storicamente collegato i periodi di maggiore stabilità geopolitica a quelli in cui in Europa si trovava di fronte una Russia debole e oggi ritiene che un eventuale fallimento di Putin in Ucraina potrebbe ricreare condizioni favorevoli di equilibrio per la propria sicurezza.
Ora in quell’Ucraina parte integrante delle “terre di sangue” dove si combatté una parte decisiva della 2ww la Polonia vede l’anticamera del suo destino. Mano a mano che la Russia avanza sul campo di battaglia i timori e gli obiettivi geopolitici di breve termine si saldano nella coscienza collettiva polacca, alimentando un atteggiamento che è tutto fuorché improntato alla prudenza. Contribuendo a surriscaldare pericolosamente il gelido inverno esteuropeo.
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Per capire questo post devo parlare prima di due punti totalmente scorrelati.
La Germania ha approvato la riforma della cittadinanza, ci vogliono 5 anni adesso (3 in casi speciali che non ho ben capito), io vivo qui da 6 anni, quindi ci rientro.
Non so se vi è mai capitato all'Uni, o anche alle superiori, che un esame o una materia non vi andasse proprio giù, ma proprio niente, e dicevate "io questo esame lo voglio rubare, 18, 16, il cazzo che è, mi rifiuto di studiarlo!, lo voglio regalato!".
Ecco, per ottenere la cittadinanza tedesca bisogna superare un test di cultura generale tedesca, che tocca vari argomenti, dalla struttura sociale, a quella politica, alla storia, e sicuramente qualche altra stronzata inutile che questo popolo ritiene fondamentale.
Dati i due punti di sopra, quello che intendo dire è che mi rifiuto di studiare seriamente per questa cosa, la voglio rubare, altrimenti non se ne fa niente. Sto già cercando per vie piratesche il materiale dal quale leggiucchiare, non voglio cacciare un euro, voglio rubarla, è l'unico modo che io considero "accettabile" per diventare cittadino tedesco.
Cosa poi ci farò con il mio passaporto rubato lo lascio alla vostra fantasia, ma non vi serve viaggiare troppo lontano.
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LA NATO ATTACCA
L’EUROPA
“Una squadra di sabotatori ha usato la Polonia come base operativa per far saltare i gasdotti Nord Stream che trasportavano gas dalla Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico”: lo ha appurato una indagine ufficiale tedesca, riportata da The Wall Street Journal.
Gli investigatori tedeschi hanno ricostruito la rotta nel Mar Baltico dello yacht Andromeda, proveniente dalla Polonia, a bordo del quale hanno trovato tracce di HMX, esplosivo militare per la demolizione di infrastrutture sottomarine. Si aggiunge così un altro capitolo esplosivo all’inchiesta del giornalista statunitense Seymour Hersh “Come l'America ha fatto fuori il gasdotto Nord Stream”. Tutto ormai è provato. Nel dicembre 2021 viene convocata alla Casa Bianca una task force – composta da ufficiali della CIA, dello Stato Maggiore e del Dipartimento di Stato – con il compito di sabotare il Nord Stream. Nel giugno 2022, durante l’esercitazione NATO Baltops, incursori statunitensi e norvegesi, operando dallo yacht Andromeda inviato dalla Polonia, piazzano le cariche sottomarine. Tre mesi dopo, il 26 settembre 2022, un aereo P8 della Marina norvegese sgancia una boa sonar, il cui segnale fa esplodere le cariche.
Il Wall Street Journal lo definisce “uno dei più grandi atti di sabotaggio in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale”. È una azione bellica compiuta da tre membri della NATO – Stati Uniti, Norvegia e Polonia – contro la Germania, membro della NATO, per impedire all’Europa di importare gas russo a basso costo.
Il Segretario di Stato Antony Blinken ha definito il blocco del Nord Stream “un'opportunità straordinaria per eliminare una volta per tutte la dipendenza dell’Europa dall'energia russa, un'enorme opportunità strategica per gli anni avvenire” e ha sottolineato che “gli Stati Uniti sono divenuti il principale fornitore di gas naturale liquefatto all'Europa”. GNL, ovviamente, molto più caro del gas russo. Ora arrivano alla conquista del mercato energetico europeo la Exxon, la Chevron e altre compagnie USA che “hanno registrato profitti record grazie all'impennata dei prezzi del petrolio”.
A causa del crescente prezzo dell’energia – scrive il Wall Street Journal – “l'Eurozona scivola verso la recessione, perché l'inflazione danneggia i consumi, e l'Europa è bloccata dall'equivalente economico di un lungo Covid”. In questa Europa è iniziato “il più grande dispiegamento multinazionale di forze aeree nella storia della NATO” con l’esercitazione “Air Defender” che si svolge in Germania sotto comando USA.
Di Manlio Dinucci.
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1769: Napoleon wurde geboren.
1786: Tod Friedrichs des Großen. Friedrich Wilhelm II König von Preußen. Friedrich der Große war die zentrale Figur des 18. Jahrhunderts, während Frankreich im vorhergehenden Jahrhundert und Frankreich und Napoleon in der späten Zeit des 18. Jahrhunderts und zu Beginn des 19. Jahrhunderts die Hauptakteure waren. Seit dem 18. Jahrhundert war Frankreich das bevölkerungsreichste Land Europas, das politisch zentralisierteste und aus militärischer Sicht am besten organisierte Land. Das Heilige Römische Reich wurde im letzten Jahrhundert durch Preußen und mehrere deutsche Fürstentümer geschwächt.
1796: Italienische Feldzüge.
1797: Friedrich Wilhelm III König von Preußen. Vertrag von Campoformio. Frankreich sicherte sich die linken Rheinufergebiete, die später zu französischem Territorium wurden. Österreich erhielt Venedig, Istrien und Dalmatien. Damit endete die jahrhundertelange Unabhängigkeit der Republik Venedig.
1798: Der Papst Pius VI wurde auf Firenze verbannt.
1799: Napoleon Erster Konsul
1800: Die Österreicher wurden bei Marengo besiegt
1804: Napoleon Kaiser gekrönt und später König von Italien
1805: Ulm und später Austerlitz. Napoleon besiegte Österreich und Russland und zwang Kaiser Franz II., das Heilige Römische Reich aufzulösen: jetzt Franz I von Osterreich. Unter Napoleon und dem Rheinbund, nach dem Ende des Heiligen Römischen Reiches, profitierten die deutschen Länder von der Säkularisation und der Modernisierung durch den Code Napoléon, obwohl der Handel unter der Kontinentalsperre gegen England stark litt.
1806: Jena und Auerstedt. Diese Doppelschlacht führte zur vollständigen Niederlage Preußens und zur Besetzung Berlins. Die Rheinbund war ein Staatenbund deutscher Fürstentümer, der unter Napoleons Einfluss am 12. Juli 1806 gegründet wurde. Die Napoleonischen Kriege förderten den Geist der Unabhängigkeit in Deutschland. Die Reden an die deutsche Nation von Johann Gottlieb Fichte wurden zu einem Symbol dieser Bewegung.
1807: Die Schlacht bei Eylau zeigte Napoleons Verwundbarkeit, doch bei Friedland stellte er seine militärische Überlegenheit erneut unter Beweis. Der daraus resultierende Frieden von Tilsit zementierte Napoleons Macht in Europa und schwächte Preußen und Russland erheblich, auch wenn dieser Frieden nur von kurzer Dauer war. Königtum von Vestaflien.
1808: Papst Pius VII. wurde französischen Truppen unter dem Kommando von General Miollis gefangen genommen.
1809: Wagram. Die Schlacht bei Wagram fand am 5. und 6. Juli 1809 während des Fünften Koalitionskriegs zwischen Napoleon Bonaparte und der Habsburger Monarchie statt. Sie war eine der größten und bedeutendsten Schlachten der Napoleonischen Kriege und endete mit einem entscheidenden Sieg für die französischen Truppen. Der Papst wurde in Savona verhaftet.
1810: Ehe mit Maria Luisa von Habsburg.
1812: Russiache Feldzüge. Nach der Schlacht von Borodino und der Besetzung Moskaus im September musste Napoleon feststellen, dass die Russen nicht kapitulierten. Beim Fluss Beresina (im heutigen Belarus) wurde der Rückzug der Franzosen durch russische Truppenm blockiert.
1813: Leipzig. Führte zum Rückzug der französischen Truppen aus Deutschland und markierte den Beginn seines Endes.
1814: Napoleon blieb während der Hundert Tage auf der Insel Elba, bevor er nach Frankreich zurückkehrte.
1815: Waterloo. Die preußischen Soldaten unter dem Kommando von von Blücher spielten eine entscheidende Rolle in der Schlacht von Waterloo.
1821: Napoleon starb 1821 auf der Insel St. Helena. Obwohl Preußen durch Napoleon zunächst gedemütigt und geschwächt wurde, führte die Krise zu einer umfassenden Modernisierung des Staates. Die Preußischen Reformen legten den Grundstein für den späteren Aufstieg Preußens zur führenden Macht in Deutschland und zur Gründung des Deutschen Reiches im Jahr 1871.
1834: Trotz der politischen Restauration begann sich die Wirtschaft in Deutschland zu entwickeln. Der Handel wuchs, und es entstanden erste Industriezentren. Preußen führte den Zollverein ein, ein Wirtschaftsverband, der die Zölle zwischen den deutschen Staaten abschaffte und den Binnenhandel förderte. Diese Machtbalance zwischen Preußen und Österreich prägte die Politik des 19. Jahrhunderts.
1840: Friedrich Wilhelm IV König von Preußen.
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“ Fuori continuano a sfilare, genitori e bambini. Ma perché diavolo B è venuto a trovarmi? “Perché non sfili anche tu?” chiedo. “È pure il tuo dovere.” Sogghigna. “Mi sono dato ammalato.” I nostri sguardi s’incontrano. Ci capiamo, dunque? “Non ti tradirò,” dico. “Lo so.” Che cosa sai? penso. “Non mi piace più sfilare e neppure mi va questa storia del comando. Il primo venuto ti riempie la testa di urla semplicemente perché ha due anni più di te. E quei discorsi... sempre gli stessi, pure stupidaggini.” Non posso fare a meno di ridere. “Spero che sarai il solo, in classe, a pensare così.” “Oh, no, siamo già quattro.” “Quattro di già? Da quando?” “Ricorda, professore, quando ha parlato dei negri, in primavera, prima di partire per il campo? Abbiamo tutti firmato che non la volevamo come professore, ma io l’ho fatto dietro comando. Perché lei aveva ragione, naturalmente, per i negri. E poi ce ne sono stati altri tre che si sono espressi nello stesso modo.” “Chi?” “Non lo posso dire, è proibito dal nostro codice.” “Quale codice?” “Abbiamo formato un club. Vi aderiscono altri due, ma non del liceo. Uno è apprendista fornaio, l’altro è un fantino.” “Un club?” “Sì, ci riuniamo settimanalmente, e leggiamo tutto ciò che è proibito.” “Ah, ah!” Che cosa diceva Giulio Cesare? Di nascosto si legge, ma soltanto per riderne. Il loro ideale è il dileggio. Andiamo verso tempi freddi. Domando a B: “Allora vi riunite per ridere di tutto, eh?” “No, l’ironia è severamente proibita dal paragrafo 3. Sì, ci sono dei ragazzi che ridono di tutto, per esempio T, ma noi non siamo di quelli, ci riuniamo per discutere su quello che abbiamo detto.” “E poi?” “E poi parliamo del mondo come dovrebbe essere.” Ascolto. Come dovrebbe essere? Guardo B e rivedo Z. Dice al presidente: “Il professore parla del mondo come dovrebbe essere, non come è.” “
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Ödön von Horváth, Gioventù senza Dio, traduzione di Bruno Maffi, Bompiani, Milano 2003. (Libro elettronico)
[ 1ª edizione originale: Jugend ohne Gott, Amsterdam, 1937 ]
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Recensione de "Il Secondo Piano" di Ritanna Armeni. Di Alessandria today
Un racconto di coraggio e umanità durante l'occupazione nazista a Roma
Un racconto di coraggio e umanità durante l’occupazione nazista a Roma. “Il Secondo Piano” di Ritanna Armeni è un romanzo che ci trasporta nel cuore della Roma del 1944, durante uno dei periodi più bui della storia italiana, segnato dall’occupazione nazista. La storia ruota attorno a un convento di suore che accoglie e nasconde ebrei, rischiando la propria vita per offrire protezione e speranza…
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Sprechen Sie Deutsch?
La mia battaglia con la lingua tedesca cominciò a metà ottobre e durò quasi tutto l'anno accademico. In quanto figura di maggior rilievo degli studi hitleriani in nord America, era da molto tempo che cercavo di nascondere il fatto che non conoscevo il tedesco. Non lo parlavo e non lo leggevo, non lo capivo e non sapevo neanche da che parte cominciare per mettere su carta la frase più elementare. I più scarsi fra i miei colleghi in Hitler lo sapevano un po', altri o lo parlavano bene o sapevano usarlo in maniera ragionevole a fini di conversazione. Nessuno poteva specializzarsi in studi hitleriani, al College-on-the-Hill, senza un minimo di un anno di tedesco. In breve: vivevo ai margini di un territorio di ampia vergogna. Il tedesco. Carnoso, distorto, sputacchione, porporino e crudele. Ma bisognava finalmente affrontarlo.
D. DeLillo, [White noise, 1985], Rumore Bianco, Torino, Einaudi, 2006 [Trad. M. Biondi]
Se il personaggio di DeLillo è quello di un professore universitario che tiene un corso di Studi Hitleriani senza conoscere minimamente il Tedesco, alcune storie di cui sono a conoscenza abbassano, tragicamente, il senso di ironia e sarcasmo del libro perché ci sono, ahimè, vicende simili realmente accadute.
La prima è una cronaca di un amico di famiglia che, appena laureato in Legge, accettò a occhi chiusi l'incarico di insegnante di Tedesco in una scuola di un paesetto quasi sperduto, ringraziando Dio per la fortuna che lo avessero prescelto. Di Tedesco non sapeva assolutamente nulla, mentre se la cavava piuttosto bene con il Francese, lingua che gli risultò poi molto utile durante la lunga carriera diplomatica; raccontava di aver studiato, in quel primo anno, come non mai e di non aver fatto una figura particolarmente brutta.
La seconda storia, più recente, ce l'ha raccontata, durante una ristretta riunione di amici, uno scrittore che vanta ottimi editori nazionali; lui, laureato in Lettere ma con provenienza da un Liceo Scientifico (dove, se va bene, si impara un po' di latino), piuttosto che fare la fame, accettò il suo primo incarico di insegnante a centinaia di chilometri da casa, in un Liceo Classico dove gli fu assegnato il corso di Greco, per lui fino a quel momento una lingua assolutamente ignota.
Infine, io stesso mi sono trovato a insegnare Laboratorio di Misure Elettroniche, senza aver mai avuto all'università la possibilità di metter mano a un banco per i test e agli strumenti di misura.
E sì, è vero che all'inizio si studia come pazzi (io mi ero anche attrezzato in casa un piccolo laboratorio) e ci si creano competenze impensabili ma come poteva permettere un Ministero della Pubblica Istruzione che accadessero fatti simili? Si spiegano molte cose sulla Scuola, anche se di qualche decennio fa, no?
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Farine
Ogni anno, quando ci sono gli sconti Adelphi (tra Fine Gennaio e Fine Febbraio), compro un libro che sta in una ormai ingiallita lista di titoli, alcuni irrecuperabili, altri fuori catalogo e altri non ancora presi per vari motivi (disponibilità, tempo, anche a volte economiche).
Tra questi c'era questo libro
Nella presentazione sinottica di Adelphi, c'è scritto: Il libro che finalmente ci ha fatto capire che cosa vedessero gli antichi nel cielo.
Giorgio De Santillana è stato un fisico italiano, nato a Roma nel 1901, e costretto dalle leggi razziali a fuggire dal nostro Paese nel 1938 verso gli Stati Uniti. Lì insegnò a lungo al MIT di Boston, occupandosi soprattutto di Storia del Pensiero Scientifico.
E quando nel 1969 l'uomo sbarca sulla luna pubblica un saggio, insieme alla etnologa tedesca Hertha von Dechen, dal titolo suggestivo: Il Mulino Di Amleto. Saggio sul mito e sulla struttura del tempo.
La tesi di fondo degli autori è affascinante: la mitologia antica non è solo un racconto epico, ma è il modo in cui dei saggi arcani hanno trasmesso le loro idee e conoscenze sul cosmo e sulla misurazione del tempo. Un pensiero come quello antico non poteva che esprimere in termini mitici quelle che sono verità razionali, matematiche: in una parola, scientifiche. Per questo lo fa attraverso animali nei cieli, storie di Giganti, maghi, fiumi, oceani. Per dimostrare ciò, De Santillana e von Dechen si prodigano in un colossale, erudito e sorprendentemente ricco tesoro di miti, storie, brani che vanno dai miti Norreni a quelli Greci e Romani, da quelli babilonesi a quelli Indiani, dalla Cina fino ai miti Polinesiani e delle grandi civiltà sudamericane, alla ricerca di un fattore comune, una "tragedia cosmologica" che gli antichi erano stati capaci di individuare: la lenta ma inesorabile trasformazione del cielo delle stelle fisse causata dalla precessione degli equinozi. Questa capacità secondo gli autori era già presente in "arcaici saggi" circa 5 mila anni fa, e la saggezza del mito simbolico è stata una pratica che si è perpetuata almeno fino a Platone, secondo loro ultimo "discendente" di questi saggi astronomi.
Invito chiunque sia arrivato a leggere fino a qui a vedere i commenti che il libro ha sui siti sia di lettori che di vendita dei libri. Nella quasi totalità dei casi è considerato un libro capolavoro, un geniale saggio che scardina gli studi del settore, un classico di mitologia comparata.
Quello che invece ho sentito io è che, nonostante lo studio francamente gigantesco e ammirevole delle fonti (che farà aumentare la ingiallita lista di almeno una cinquina di raccolte di racconti mitologici) la tesi del libro (che è di 420 pagine, più 120 di Appendice e 100 di bibliografia) non solo non è dimostrata, ma non è affatto dimostrabile. Detto che è dal punto di vista filologico molto discutibile la qualità e la scelta delle traduzioni e gli autori che sono stati usati per rafforzare l'ipotesi di base, ci sono almeno tre punti storico-critici incontrovertibili:
non è mai stato dimostrato che la precessione degli equinozi sia stata scoperta prima di Ipparco, nel 127 A.C., cosa che invece il saggio pone almeno due millenni prima;
la divisione dello zodiaco in dodici segni da trenta gradi ciascuno, altro punto centrale di tutto il discorso astronomico del saggio, è quasi certamente una convenzione che inizia soltanto nel V secolo a.C. a Babilonia, e non ci sono a 60 anni di distanza dalla pubblicazione di questo libro ipotesi che sia stata architettata 3 mila anni prima;
l’ipotesi di un unico Ur-mito di migliaia di anni fa di natura astronomica è essa stessa un mito, nato nell’Ottocento e ormai improponibile in ambito accademico.
Credo sia la prima volta che parlo di un libro che, per quanto mi abbia stuzzicato e in molti punti anche provocato ammirazione, è davvero complicato, in molti punti intellegibile sotto la cascata infinita di citazioni in lingue più o meno morte, e di rimandi che molto spesso è palese fossero prese per i capelli, e niente affatto evidenti le corrispondenze. A tale riprova, va detto che il libro non uscì mai in ambito accademico, che di per sé non è un male, ma che alla fine è diventato il testo "culto" di un certo fanatismo occultista.
Non mi resta che spiegare il titolo. Amleto prima di essere il protagonista indimenticabile della tragedia di William Shakespeare, è stato uno dei miti fondativi delle popolazioni scandinave. Il racconto più bello è quello che fa Saxo Grammaticus nel De Gesta Danorum (XIII secolo), ma probabilmente si rifà a miti molto più antichi: infatti è possibile risalire da Amleth a Amblothæ, Amladhe ed Amlaighe fino alle saghe islandesi di Amlóði il quale, secondo quanto si racconta nel medievale discorso sull’arte scaldica, “fuori dall’orlo terrestre” possedeva un crudele “mulino di scogli”, mosso da nove fanciulle: per questo una delle kenning – le avviluppate metafore della lirica norrena – per significare il mare è Amlóða kvren, il mulino di Amleto.
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L'amore ai tempi dei lupi
– Sono nato nel 1926, un tempo su queste colline che vedi di fronte a te c’erano dei carbonai, estraevano il carbone necessario per far partire i treni – mi disse poco dopo essersi seduto accanto a me.
Mi aveva chiesto di potersi accomodare su una di quelle panchine della villetta comunale, dove andavo spesso a leggere un libro, perché lì giungeva l’ultimo raggio di sole di quella giornata di ottobre. Oggi non ricordo il suo volto, né so se l’ho mai più incontrato. Cominciò a raccontare senza che gli avessi chiesto nulla, era spinto da un’urgenza comunicativa e non me la sentii di oppormi.
– Devi sapere che sulle colline arrivarono dei lupi, forse scappati dal freddo dell’Abruzzo. Un giorno un carbonaio trovò un piccolo lupetto ferito a una gamba, che cercava di riscaldarsi sulla cenere ancora tiepida, e che era residuo del fuoco che gli uomini, i carbonai, avevano acceso la sera precedente. L’uomo si prese cura del lupetto, lo accudì, gli dava da mangiare, lo metteva a dormire al riparo, finché guarì dalla ferita. La sua natura lo riportò dai suoi simili un giorno che sentì un ululato provenire da un punto imprecisato del bosco.
Non sapevo perché avesse deciso di parlarmi di quella vicenda del lupetto, non sapevo nemmeno quanto di leggendario ci fosse nel suo racconto. Il tono con cui raccontava era così privo di enfasi, ma al tempo stesso così partecipato, che restavo ad ascoltarlo con piacere.
– L’anno successivo quello stesso carbonaio aveva posto della carne all’interno del suo accampamento di fortuna. Una sera, rientrando dal lavoro, trovò sei lupi affamati che gli stavano sottraendo il cibo. Si sentì spacciato. Sbagliava. Il capo – branco era il lupo che egli aveva salvato l’anno precedente. Con una serie di ululati strani, il lupo riconoscente quietò i suoi compari, che continuarono a mangiare la carne senza avventarsi sull’uomo. Il lupo ha buona memoria, a quanto pare.
Anche “l’uomo con gli occhi del 1926” ne aveva, a giudicare da quel che mi raccontava. Non indagai sulla veridicità della storia, del resto lui si limitava a riferirmela, e se anche avesse aggiunto elementi romanzeschi, che ci sarebbe stato poi di tanto grave?
Continuò in una sorta di flusso di coscienza ininterrotto, come spesso accade a coloro che hanno una certa età e che ricordano episodi lontani nel tempo in ogni minimo dettaglio.
Mi raccontò anche la sua personale storia di guerra, che in quanto personale è inevitabilmente soggettiva, condizionata, limitata, ma non per questo meno reale.
Dove oggi sorge un campo di calcetto, all’epoca della seconda guerra mondiale c’erano, almeno stando a quel che mi raccontò l’uomo, quattro cannoni della contraerea tedesca.
– I tedeschi, quelli che stavano nella mia zona, avevano un buon rapporto con la popolazione. Mussolini aveva emanato una legge per razionare il grano, quello in eccesso doveva essere portato all’ammasso.
Sui tedeschi e su Mussolini avevo da ridire, strabuzzai gli occhi e lui colse il mio sgomento, ma poi capii che lui non era un nostalgico fascista, che non ignorava, adesso, quel che il nazismo e il fascismo hanno rappresentato. Solo che “quei” tedeschi, quelli della sua minima e privata storia, non erano orchi, almeno a lui non apparvero tali.
– Gli americani, che erano giunti per liberarci, bombardarono senza stare troppo a distinguere i veri obiettivi delle bombe. Un giorno vidi a 40 – 50 metri da me cadere qualcosa dal cielo, pensavo fossero pacchi di pane o comunque cibo, invece erano bombe, ed è solo per un miracolo che sono qui a raccontarti questa storia. C’era un mulino, le madri di famiglia andavano lì a prendere il pane per sfamare i figli. Un giorno un bombardiere americano sganciò una bomba uccidendo una settantina di persone.
Ascoltavo ripromettendomi di indagare più a fondo sulle vicende, anche se temevo (cosa che infatti accadde) che di lì a pochi giorni mi sarei dimenticato di questo proposito, preso dalle mie questioni personali.
– Poi c’erano i tedeschi cattivi, lo so. C’erano anche tanti italiani che saltarono da un carro all’altro non appena si presentava l’occasione, gli apparati che avrebbero dovuto proteggerci erano tutti corrotti.
Parlava, ripeto, senza retorica, nonostante stesse descrivendo avvenimenti enormi. Pensavo a un uomo di oggi, mediamente inserito, né guerrafondaio né troppo impegnato politicamente, che all’improvviso si trova in mezzo a eserciti, bombe, armistizi, razzie, soprusi, stupri. Per quanti sforzi potessi fare, però, il mio pensiero non poteva neanche minimamente paragonarsi al suo ricordo. Lui aveva vissuto certe situazioni, io no, e questo scava un abisso.Lo ascoltavo, ogni tanto facevo qualche domanda ma lasciavo che fosse lui, se voleva, a raccontare, perché non avevo intenzione di risvegliare ricordi terribili oltre a quelli che già aveva.
Poi, improvvisamente, dopo un po’, cambiò discorso. Prese a parlarmi della sua vita sentimentale, di come aveva conosciuto sua moglie, della sua vita da esule all’estero, per lavoro, dove aveva incontrato italiani disonesti che l’avevano raggirato.
– L’uomo e la donna sono piccole colture selvagge, destinate a rimanere tali fino a che non s’incontrano per germogliare altri fiori. Mia moglie l’ho conosciuta in un pomeriggio del 1950. C’era il sole, come oggi. La vidi seduta di fronte a una bottega. Chiesi a un mio amico di accompagnarmi, mi vergognavo di dirle che mi ero innamorato.
Sorrisi, ripensando a quante volte mi ero sentito stupido nell’infatuarmi così, al primo sguardo. Ebbi la conferma che questo genere di follie erano sempre accadute.
– La mamma della ragazza mi disse che non era il caso. Poi, però, ci frequentammo, ci innamorammo l’uno dell’altro e dalla nostra unione nacquero dei figli. Le piccole colture selvagge avevano dato frutti.
L’uomo con gli occhi del 1926 mi aveva raccontato tutto questo, quel giorno, e ancora oggi non so perché.
– Tu ce l’hai una ragazza? – mi chiese poi alla fine del racconto.
– No – gli risposi sorridendo.
– Quanti anni hai?
– Trentadue.
– Ti facevo più giovane! Ti devi sbrigare, devi trovare una ragazza! – mi disse colpendomi affettuosamente sulla spalla sinistra.
Passeggio ancora per le strade del mio paese. Mi siedo spesso su quella panchina dove due anni fa “l’uomo con gli occhi del 1926” mi affiancò. Non sempre c’è il sole. Quasi mai c’è compagnia.
Oggi pomeriggio ho ripensato a quel giorno, alla sua pacca sulla spalla, alla storia delle “piccole colture selvagge”, alla bottega aperta in una domenica pomeriggio del 1950.
La strada principale del mio paese è illuminata a festa.Fa freddo. Pochi temerari girano per le strade. Ogni tanto passa una coppia. Allora può accadere che mi torni alla mente quella domanda.
– Tu ce l’hai una ragazza?
E’ strano come ciò che un tempo ti avrebbe ferito, solo due anni dopo ti fa sorridere. Non credo che la “maturità” in tutto questo c’entri qualcosa. Piuttosto penso che si tratti di “oblio”. Per essere più preciso: non penso più. Sorrido.
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