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Johann Sebastian Bach - Matthäus-Passion - Erkenne mich, mein Hüter" - 1727
Die Geschichte der Kultur in Deutschland und Österreich ist besonders ab dem 18. Jahrhundert von großer Bedeutung: Zuvor hatten die Religionskriege eine signifikante Entwicklung von Musik, Kunst und Literatur verhindert. Hier sind die wichtigsten Ereignisse.
1722: Das Wohltemperierte Klavier (Bach). Eine Sammlung von Präludien und Fugen, Bahnbrechend für die Entwicklung des modernen Klavierspiels. Es ist eine Musik geordnet wie eine matematische Rätsel mit vielen Schichten, wo mehrere Melodien gleichzeitig gespielt wurden (Polyphonie).
1727: Matthäus-Passion (Bach) mit den choral "Erkenne mich, mein Hüter". Ein Meisterwerk der Kirchenmusik mit emotionaler Tiefe und dramatischer Ausdruckskraft. Höhepunkt der barocken Passionsmusik.
1783: Der Türkische Marsch (Mozart). Es ist ein Meisterwerk der Klaviermusik, das Virtuosität, Humor und musikalische Innovation vereint.
1786: Die Hochzeit des Figaro (Mozart). Mozart zeichnet die Figuren in Le nozze di Figaro mit einer musikalischen Tiefe, die zuvor unerreicht war. Jede Figur hat eine eigene musikalische Sprache, die ihre Persönlichkeit, ihre Gefühle und ihre Beziehungen zu anderen Figuren ausdrückt. Das Libretto von Lorenzo Da Ponte und Mozarts Musik verschmelzen zu einer perfekten Einheit, in der Handlung und Musik sich gegenseitig verstärken.
1787: Eine kleine Nachtmusik (Mozart). Musik wurde einfacher und melodischer. Komponisten wie Mozart und Haydn schufen Stücke, die man besser verstehen konnte.
1791: Die Zauberflöte (Mozart) mit Arien wie "Der Hölle Rache kocht in meinem Herzen" (Königin der Nacht) und die Papageno/Papagena Duett. Mozart kombiniert in Die Zauberflöte volkstümliche Melodien mit anspruchsvoller Kunstmusik. Die Oper ist durchdrungen von freimaurerischen Symbolen wie Brüderlichkeit, Aufklärung und moralischer Prüfung, die wichtige Ideale der Aufklärung repräsentieren. Requiem (Mozart) mit Dies Irae und Lacrimosa. Mozart nutzt die Möglichkeiten der barocken Polyphonie und klassische Harmonien auf meisterhafte Weise, wie im berühmten "Lacrimosa" oder dem eindrucksvollen "Dies Irae".
1800: Hymnen an die Nacht (Novalis). Während die Literatur der Aufklärung rational geprägt war (z. B. Voltaire), betonte der Romantizismus die Emotionen. Wie Kant selbst erklärte, kann die Vernunft allein nur Verständnis, aber keine tiefere Erkenntnis erreichen.
1807: "Im Jahr 1807 veröffentlichte Fichte Reden an die deutsche Nation, in denen das deutsche Volk als besonders hervorgehoben wird. Dies markiert einen wichtigen Wandel vom Kosmopolitismus der Aufklärung (z. B. bei Kant)
1808: Die Fünfte Symphonie Beethovens, mit den “Schicksalsklopfen”, ist ein Beispiel für die außergewöhnlichen Fähigkeiten des Komponisten aus Bonn in der Orchesterkomposition. Die dramatische Natur der Symphonie wird durch den markanten Beginn und den darauffolgenden dynamischen Verlauf geprägt.
1810: Für Elise (Beethoven). Für Elise ist ein Klavierstück, in dem die neuen Klangfarben des Klaviers deutlich werden. Das zuvor verwendete Cembalo konnte die Lautstärke nicht durch Druck auf die Tasten oder die Nutzung von Pedalen variieren.
1852: Das Flötenkonzert Friedrichs des Großen in Sanssouci (Adolph von Menzel). Die romantische Malerei stellt historische Episoden dar, um nationale Besonderheiten zu betonen.
1857: Der Ring des Nibelungen (Wagner). Opern wurden nicht nur zur Unterhaltung geschrieben, sondern um wichtige Geschichten zu erzählen.
1867: An der schönen blauen Donau (Strauss). Ein weltberühmter Walzer, der das musikalische Symbol Wiens und Österreichs wurde.
1908: Der Kuss (Klimt) Symbol der Wiener Secession und der Jugendstilbewegung gegen den konservative, akademische Kunst.
1913: Komposition VII (Wassily Kandinsky). Die Erfindung der Kamera im 19. Jahrhundert zwang die Malerei, darzustellen, was mit bloßem Auge nicht sichtbar ist.
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" Quando si guardano indietro, alla ricerca di un’àncora cui vincolare la festa nazionale – una presa della Bastiglia, una Dichiarazione americana d’indipendenza –, tutti i regimi tedeschi si snervano in un sentimento d’inferiorità, alla vana ricerca di un evento luminoso cui sacrificare con cadenza annuale. E non lo trovano. Persino la caduta del Muro non funzionerà. Il 9 novembre è giorno sfortunato nella storia tedesca. Coincide con la resa di Compiègne alla Francia (1918), con il fallito “putsch della birreria” ordito a Monaco da Hitler e Ludendorff (1923), con la notte dei cristalli (1938), prodromo dello sterminio degli ebrei. Si ripiegherà infine sul 3 ottobre, decretato Giorno dell’Unità Tedesca. Atto amministrativo che non scalderà i cuori germanici. Un popolo senza mito non può farsi davvero nazione. La Bundesrepublik era e resta Stato a nazionalità limitata. Per molti un salutare trapasso dal militarismo prussiano al post-nazionalismo europeisticamente corretto. Ma non per tutti. E comunque per sempre meno. "
Lucio Caracciolo, La pace è finita. Così ricomincia la storia in Europa, Feltrinelli (collana Varia), novembre 2022. [Libro elettronico]
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Gli anni della polvere di Susanne Abel: un viaggio emozionante tra memoria, amore e perdono. Recensione di Alessandria today
"Gli anni della polvere" di Susanne Abel, pubblicato da Nord e tradotto da Roberta Zuppet, è un romanzo che si addentra nei meandri della memoria, esplorando il delicato rapporto tra madre e figlio e il peso del passato sulle relazioni familiari.
Scoprire il passato per comprendere il presente“Gli anni della polvere” di Susanne Abel, pubblicato da Nord e tradotto da Roberta Zuppet, è un romanzo che si addentra nei meandri della memoria, esplorando il delicato rapporto tra madre e figlio e il peso del passato sulle relazioni familiari. La storia intreccia i ricordi dolorosi di Greta, una donna alle prese con la demenza senile, e la…
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Sulle Tracce del Romanticismo: Viaggio lungo la Romantische Straße in Baviera
La Romantic Strasse, o strada romantica, è una delle rotte più affascinanti e suggestive della Germania. Si tratta di un itinerario di circa 400 km che unisce Würzburg e Füssen, passando per borghi medievali, chiese gotiche, rocche imponenti e paesaggi incantevoli. Lungo la strada si possono ammirare le testimonianze della cultura e della storia tedesca, dal Rinascimento al Romanticismo, fino al…
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+++Breaking News+++
Non sono gli enormi rincari di gas/energia e materie prime, non è il crollo delle esportazioni verso la Cina, né tanto meno il fatto di essere il governo più incapace della storia tedesca.
Il problema, anzi, la colpa è del cambiamento climatico.
Tanto ormai funziona con tutto.
Eventualmente fate come in Norvegia e riempite il mare di pale eoliche, funzionano da dio... :D
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La battaglia di Kursk, nota con il nome in codice di Unternehmen Zitadelle (Operazione Cittadella) e Bitva pod Kurskom (battaglia nella regione di Kursk), si svolse durante la seconda guerra mondiale sul fronte orientale, fu parte fondamentale della offensiva estiva sferrata dai tedeschi il 5 luglio 1943; fu il più grande scontro di mezzi corazzati della storia.
Grande manovra tedesca, immane risposta dei russi, oramai soverchianti per numero di mezzi e uomini. Lo scontro infatti si risolse, dopo dieci giorni di violenti combattimenti, con la vittoria delle forze sovietiche che vanificò il successo tedesco precedentemente ottenuto nella terza battaglia di Kark'iv e consegnò definitivamente l'iniziativa delle operazioni all'Armata Rossa.
(via wikipedia)
Attacco nazi, vittoria sovietica. Chi è stato l'analfabeta storico che ha consigliato a Zelenskj di attaccare la regione di Kursk? Come se un attaché francese avesse preso in considerazione la Beresina ...
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Qualche notizia sull’Ucraina
Tra le menzogne che vengono ripetute come se fossero verità ovvie, vi è quella che la Russia avrebbe invaso uno stato sovrano indipendente, senza precisare in alcun modo che quel cosiddetto stato indipendente non soltanto era tale solo dal 1990, ma era stato fin allora per secoli parte integrante prima dell’impero russo (dal 1764, ma già fra il XV e il XVI secolo era incluso del Granducato di Mosca) e poi della Russia sovietica. Ucraino era del resto forse il più grande degli scrittori in lingua russa del XIX secolo, Gogol’, che, nelle Veglie della fattoria di Dikanka, ha meravigliosamente descritto il paesaggio della regione che si chiamava allora «Piccola Russia» e i costumi della gente che vi viveva. Per la precisione occorre aggiungere che, fino alla fine della Prima guerra mondiale, una parte rilevante del territorio che ora chiamiamo Ucraina era, col nome di Galizia, la provincia più lontana dell’impero austro-ungarico (in una città ucraina, Brody, nacque Joseph Roth, uno dei maggiori scrittori in lingua tedesca del novecento).
È importante non dimenticare che i confini di quella che chiamiamo dal 1990 Repubblica Ucraina coincidono esattamente con quelli della Repubblica socialista sovietica Ucraina e non hanno alcun possibile fondamento anteriore nelle continue vicende di spartizioni fra polacchi, russi, austriaci e ottomani che hanno avuto luogo nella regione. Per quanto possa apparire paradossale, un’identità dello stato ucraino esiste dunque soltanto grazie alla Repubblica socialista sovietica di cui ha preso il posto. Quanto alla popolazione che viveva in quel territorio, essa era un insieme variegato costituito, oltre che dai discendenti dei cosacchi, che vi erano migrati in massa nel XV secolo, da polacchi, russi, ebrei (in alcune città, fino allo sterminio, più di metà della popolazione), zingari, rumeni, huzuli (che fra il 1918 e il 1919 costituirono una repubblica indipendente di breve durata).
È perfettamente legittimo immaginare che, agli occhi di un russo, la proclamazione dell’indipendenza dell’Ucraina non risulti pertanto troppo diversa dall’eventuale dichiarazione di indipendenza della Sicilia per un italiano (non si tratta di un’ipotesi peregrina, dal momento che non si dovrebbe dimenticare che nel 1945 il Movimento per l’indipendenza della Sicilia, capeggiato da Finocchiaro Aprile, difese l’indipendenza dell’isola ingaggiando scontri con i carabinieri che fecero decine di morti). Per non pensare a quello che accadrebbe se uno stato americano si dichiarasse indipendente dagli Stati Uniti (ai quali appartiene da molto meno tempo di quanto l’Ucraina fosse parte della Russia) e stringesse alleanza con la Russia.
Quanto alla legittimità democratica dell’attuale repubblica Ucraina, è a tutti noto che i trent’anni della sua storia sono stati segnati da elezioni invalidate per brogli, guerre civili e colpi di stato più o meno nascosti, al punto che, nel marzo del 2016, il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ebbe a dichiarare che ci sarebbero voluti almeno 25 anni perché l’Ucraina potesse soddisfare i requisiti di legittimità che avrebbero permesso il suo ingresso nell’Unione.
Giorgio Agamben, 2 agosto 2024
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Storia Di Musica #356 - Lou Reed, Berlin, 1973
L'ultimo libro del 2024 è stato lo strepitoso Kairos di Jenny Erpebeck, ambientato nella Berlino Est a fine anni '80, tra gli ultimi anni della DDR e la transizione verso la riunificazione. Quel libro mi ha ispirato per la prima serie di dischi della Rubrica del 2025, che sarà dedicata a dischi che hanno a che fare con Berlino. Due tra i più famosi, Heroes di Bowie, fulcro della cosiddetta Trilogia Berlinese (insieme a Low e Lodger, in verità in primo solo in parte registrato lì, il terzo pensato a Berlino ma finito fuori dalla Germania) e Achtung Baby! degli U2 sono stati già protagonisti delle storie di musica. Ma fortunatamente la città tedesca è stata fonte ispirativa per altri grandiosi capolavori musicali.
Il disco di oggi parte da un assunto: dopo che ci aveva quasi rinunciato, e proprio grazie a Bowie era diventato di nuovo leggenda, Lou Reed è ormai un artista di successo oltre la leggenda che lo accompagnava dai tempi dei Velvet Underground. Dopo Trasformer, ha una necessità particolare di fare un disco particolare, personale, ardito. Lo spunto glielo dà il giovane produttore, che diventerà uno dei più grandi di sempre, Bob Ezrin, chiamato dalla RCA a districare le idee di Reed. Ezrin chiede a Reed: tu scrivi grandi canzoni, che però non hanno mai una fine. Che fine hanno fatto per esempio i protagonisti di Berlin (canzone del primo disco solista, Lou Reed, 1972?). Reed fa sua questa osservazione e costruisce un concept album che racconta la storia dei due protagonisti di quella canzone, Jim e Caroline, coppia di americani che vive a Berlino. Una coppia che vive una vita drammatica, oscura, terribile tra droghe, abusi, maltrattamenti, figli non accuditi. Un viaggio nelle tenebre, nella disperazione, nel caos psicologico (con molti accenni autobiografici) di uno dei maestri narratori di questi viaggi, ricordo a tutti che Reed si laureò cum laude alla Syracuse University in Letteratura Americana.
Musicalmente, Reed in Berlin, che esce nel 1973, registrato tra Londra e New York, ripesca nel suo archivio di bozze, scritte anche per i Velvet Underground, e costruisce con Erzin canzoni dai grandi arrangiamenti, con archi, fiati, accompagnato da un gruppo di musicisti eccezionale: l'ex Cream Jack Bruce, Tony Levin mago del basso, Ainsley Dunbar che fu nel gruppo di Frank Zappa, Steve Hunter e Dick Wagner chitarristi di Alice Cooper, e i fratelli Brecker ai fiati. Berlin, che apre il disco, ha perfino un Happy Birthday, sciorina poi nel suo pianoforte quella sensazione di tristezza e angoscia che, volutamente, permea la storia di Jim e Caroline. Lady Day, un omaggio a Billie Holiday, morta prematuramente per abuso di droghe e alcol, è metafora di ciò che caroline va alla ricerca. Men Of Good Fortune (Men of good fortune often wish that they could die. While men of poor beginnings want what they have and to get it they'll die) è l'amara constatazione della loro condizione materiale. How Do You Think If Feels è il brano più autobiografico di tutto l'album: c'è la drammatica paura di Reed di dormire, dovuta alle serie di elettroshock a cui i suoi genitori lo obbligarono a sottoporsi da adolescente, per curarlo da una latente omosessualità. Oh Jim, è la versione di "autoanalisi" che Jim fa a sè stesso, cosa che Reed fa fare a Caroline in due brani, Caroline Says e Caroline Says II, che partono da una canzone pensata per i Velvet, Stephanie Says: soprattutto la seconda è un pugno nello stomaco per ciò che racconta Caroline: Caroline says\as she gets up off the floor\Why is it that you beat me\it isn't any fun (...) But she's not afraid to die\all her friends call her "Alaska"\When she takes speed, they laugh and ask her (...) as she gets up from the floor\You can hit me all you want to\but I don't love you anymore. Da un lato l'umiliazione sociale (La Gelide Alaska, così la chiamiavano gli amici), dall'altro l'abuso fisico. The Kids, così straziante per il pianto dei bambini, ci descrive la squallida situazione familiare in cui vive la coppia, con i bambini che vengono portati via alla coppia. Il finale è potentissimo: The Bed parte dal suicidio di Caroline, Jim prova una struggente nostalgia per lei e la "racconta" elencando tutti i suoi oggetti rimasti: la cronaca ci dice che in quelle stesse settimane la prima moglie di Reed, Bettye Kronstad, tentò un suicidio tagliandosi le vene. Il disco si chiude con Sad Song, che è tra il dolore e l'assoluzione (I'm gonna stop wasting time, somebody else would have broken both of her arms).
Il disco all'epoca fu osteggiato dalla RCA, che si convinse a produrlo solo perchè Reed firmò un contratto per altri due dischi (che furono un live, il fantasmagorico Rock'N'Roll Animal del 1973, e il glam rock sbiadito di Sally Can't Dance nel 1974), e snobbato da pubblico e critica, che lo bollò come un disastro. Con il tempo, le continue trasformazioni di Reed e nella generale riscoperta della sua musica (che ha una data precisa, cioè quando gli U2 lo chiamano a cantare Satellite Of Love durante gli show dello Zoo Tv Tour) il disco viene riconsiderato uno dei suoi grandi capolavori, nonostante la sua dolorosa e tragica natura. Che tra l'altro fece una vittima illustre: Bob Ezrin ebbe un esaurimento nervoso dopo le registrazioni, probabilmente per aver osservato troppo tempo quella oscurità, ma avrà comunque una carriera stellare, a fine decennio produrrà un altro concept leggendario, The Wall dei Pink Floyd. E un verso di The Kids, Oh, I am the water boy, the real game's not over yet\Oh, but my heart is overflowin' each and everyday, arriva fino ad un ragazzo scozzese, Mike Scott, che chiamerà la sua band The Waterboys.
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Varsavia vive in termini di “guerra per procura” la battaglia contro Mosca. Il fine è dissanguare la Russia con armi occidentali, truppe ucraine ed economia europea. Nemmeno gli Usa hanno una strategia di contenimento così attiva. Per la Polonia conta mostrarsi come gendarme atlantico e danneggiare la Russia. I fantasmi della storia ritornano: cambiano i governi, ma resta il principio che rende la russofobia un motore della politica estera polacca. Non è solo l’ostilità a Putin a spingere Varsavia, ma una presa d’atto chiara: nella memoria storica collettiva dei polacchi, il timore di un’espansione russa verso i propri confini evoca un incubo che si è manifestato più volte nel passato. Questo scenario ha segnato 2 momenti cruciali della storia del Paese: alla fine del 700, con le spartizioni della Polonia e nel 39 quando l’invasione sovietica dopo l’aggressione tedesca contribuì a cancellare la sua sovranità. La Polonia ha storicamente collegato i periodi di maggiore stabilità geopolitica a quelli in cui in Europa si trovava di fronte una Russia debole e oggi ritiene che un eventuale fallimento di Putin in Ucraina potrebbe ricreare condizioni favorevoli di equilibrio per la propria sicurezza.
Ora in quell’Ucraina parte integrante delle “terre di sangue” dove si combatté una parte decisiva della 2ww la Polonia vede l’anticamera del suo destino. Mano a mano che la Russia avanza sul campo di battaglia i timori e gli obiettivi geopolitici di breve termine si saldano nella coscienza collettiva polacca, alimentando un atteggiamento che è tutto fuorché improntato alla prudenza. Contribuendo a surriscaldare pericolosamente il gelido inverno esteuropeo.
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Per capire questo post devo parlare prima di due punti totalmente scorrelati.
La Germania ha approvato la riforma della cittadinanza, ci vogliono 5 anni adesso (3 in casi speciali che non ho ben capito), io vivo qui da 6 anni, quindi ci rientro.
Non so se vi è mai capitato all'Uni, o anche alle superiori, che un esame o una materia non vi andasse proprio giù, ma proprio niente, e dicevate "io questo esame lo voglio rubare, 18, 16, il cazzo che è, mi rifiuto di studiarlo!, lo voglio regalato!".
Ecco, per ottenere la cittadinanza tedesca bisogna superare un test di cultura generale tedesca, che tocca vari argomenti, dalla struttura sociale, a quella politica, alla storia, e sicuramente qualche altra stronzata inutile che questo popolo ritiene fondamentale.
Dati i due punti di sopra, quello che intendo dire è che mi rifiuto di studiare seriamente per questa cosa, la voglio rubare, altrimenti non se ne fa niente. Sto già cercando per vie piratesche il materiale dal quale leggiucchiare, non voglio cacciare un euro, voglio rubarla, è l'unico modo che io considero "accettabile" per diventare cittadino tedesco.
Cosa poi ci farò con il mio passaporto rubato lo lascio alla vostra fantasia, ma non vi serve viaggiare troppo lontano.
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München - Residenz - XVI sec.
Die napoleonische Ära markierte eine wichtige Transformation der europäischen Wirtschaft und Gesellschaft: Durch wissenschaftliche und industrielle Fortschritte verlagerte sich die Macht von der adeligen Klasse hin zur Bourgeoisie. Die napoleonischen Prinzipien (Verdienst, Freiheit, Gleichheit vor dem Gesetz, …) bildeten die Grundlage für den Aufstieg der Bourgeoisie, während die industrielle Revolution neue wohlhabende Dynastien hervorbrachte. Diese Veränderungen führten zu neuen Konflikten:
* konflikte mit dem Proletariat
* konflikte zwischen den Staaten in Form von “Handelskriegen“ (Protektionismus)
* konflikte mit außereuropäischen Staaten (Kolonialismus), da die europäischen Staaten diese Gebiete invadierten, um Ressourcen zu sichern und die Krise der Überproduktion zu bewältigen.
2. Konflikte zwischen den Staaten
Aus einem politischen Standpunkt betrachtet, war der Konflikt in der deutschen Geschichte zunächst religiös und später sozial und wirtschaftlich geprägt. Z. B. im jahr 1525 die Reformation Luthers begann als religiöser Konflikt, entwickelte sich jedoch schnell zu einem politischen Machtkampf zwischen den deutschen Fürsten und dem Papsttum und später zu einem Konflikt zwischen regionalen Mächten und Kaiser Karl V. Der soziale Konflikt der Bauern wurde im Jahr 1525 mit der Niederschlagung des Deutschen Bauernkriegs beendet. Diese konflikt ist ein beispiele von konflikt von Klassenkampf sowie einen Konflikt zwischen Zentrum und Peripherie.
Im 19. Jahrhundert gelang es Deutschland, die Einigung zu erreichen, dank der kleineren Staaten, die sich Preußen anschlossen, nach mehreren Jahrhunderten von Konflikten zwischen Zentrum und Peripherie.
Die Kriege zwischen den deutschen Fürsten, die zunächst zum Augsburger Religionsfrieden und später zum Dreißigjährigen Krieg führten, waren sowohl religiöse Konflikte als auch Machtkämpfe zwischen der Peripherie (den deutschen Staaten) und dem Zentrum (dem Heiligen Römischen Reich).
Zunächst im Mittelalter galt die deutsche Identität als geprägt durch den Konflikt mit dem Papsttum und den italienischen Städten.
Einige wichtige Ereignisse:
1077: im Jahr 1077 musste Kaiser Heinrich IV. aus der Salierdynastie nach Canossa gehen, um den Papst zu bitten, ihn von der Exkommunikation zu entbinden. Der Investiturstreit war ein Machtkampf um die Vorherrschaft zwischen Kaisertum und Papsttum.
1176: im Jahr 1176 kämpfte Kaiser Friedrich Barbarossa in der Schlacht von Legnano gegen die italienischen Städte, um seine Macht zu festigen. Doch die mittelalterliche kaiserliche Macht konnte nicht so stark werden, wie es ab dem 16. Jahrhundert der Fall sein würde.
Aus einem künstlerischen Standpunkt betrachtet, stellt die romantische Malerei den ersten Eintritt des Individualismus in die Kunst dar, da die Kunst zuvor vor allem der Macht diente. Der Aufstieg einer bürgerlichen Klasse schuf ein neues Publikum, das sich von der vorherigen Noblesse unterschied, und ermöglichte es Künstlern wie Malern und Musikern, unabhängig von der Rolle als Hofkünstler zu werden.
Einige beispiele:
1519: Das Porträt von Kaiser Maximilian I. (Albrecht Dürher)
1537: Hans Holbein der Jüngere war ein Maler von Königen wie Heinrich VIII. von England. Sein berühmtes Porträt Heinrichs VIII. stammt aus dem Jahr 1537, doch allgemein malte er vor allem Adlige und Fürsten.
1818: Der bürgerliche Individualismus prägte auch die Malerei mit Künstlern wie Friedrich, Constable und Hayez, die Emotionen, Antiken und Stürme darstellten, anstatt präziser Landschaften wie zuvor bei Canaletto und Watteau.
1827: Im Jahr 1827 komponierte Franz Schubert Die Winterreise. Wie Beethoven, Chopin und Verdi war Schubert kein Hofmusiker, sondern spielte in öffentlichen und bürgerlichen Salons, im Gegensatz zu Mozart und Haydn, die Aufträge von Adligen und der Kirche annehmen mussten.”
1848: Im Jahr 1848 veröffentlichten Marx und Engels das Kommunistische Manifest, ein programmatisches Werk zur Förderung des Klassenkampfes. Es gab verschiedene sozialistische Perspektiven (den Utopismus Proudhons, den Anarchismus Bakunins, den Reformismus Lassalles), aber in den deutschen Städten galt der Marxismus als die bedeutendste Strömung.
1871: Nach der französischen Niederlage bei Sedan im Jahr 1870 riefen die Bürger von Paris die Pariser Kommune ins Leben, eine kommunistische Republik, die von der französischen Armee mit Unterstützung der deutschen Armee niedergeschlagen wurde.
1920: Im Jahr 1920 wurden die Spartakusbund um Rosa Luxemburg von den Freikorps, einer paramilitärischen Gruppe, verfolgt, die später teilweise im Nationalsozialismus aufging.
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“ Fuori continuano a sfilare, genitori e bambini. Ma perché diavolo B è venuto a trovarmi? “Perché non sfili anche tu?” chiedo. ���È pure il tuo dovere.” Sogghigna. “Mi sono dato ammalato.” I nostri sguardi s’incontrano. Ci capiamo, dunque? “Non ti tradirò,” dico. “Lo so.” Che cosa sai? penso. “Non mi piace più sfilare e neppure mi va questa storia del comando. Il primo venuto ti riempie la testa di urla semplicemente perché ha due anni più di te. E quei discorsi... sempre gli stessi, pure stupidaggini.” Non posso fare a meno di ridere. “Spero che sarai il solo, in classe, a pensare così.” “Oh, no, siamo già quattro.” “Quattro di già? Da quando?” “Ricorda, professore, quando ha parlato dei negri, in primavera, prima di partire per il campo? Abbiamo tutti firmato che non la volevamo come professore, ma io l’ho fatto dietro comando. Perché lei aveva ragione, naturalmente, per i negri. E poi ce ne sono stati altri tre che si sono espressi nello stesso modo.” “Chi?” “Non lo posso dire, è proibito dal nostro codice.” “Quale codice?” “Abbiamo formato un club. Vi aderiscono altri due, ma non del liceo. Uno è apprendista fornaio, l’altro è un fantino.” “Un club?” “Sì, ci riuniamo settimanalmente, e leggiamo tutto ciò che è proibito.” “Ah, ah!” Che cosa diceva Giulio Cesare? Di nascosto si legge, ma soltanto per riderne. Il loro ideale è il dileggio. Andiamo verso tempi freddi. Domando a B: “Allora vi riunite per ridere di tutto, eh?” “No, l’ironia è severamente proibita dal paragrafo 3. Sì, ci sono dei ragazzi che ridono di tutto, per esempio T, ma noi non siamo di quelli, ci riuniamo per discutere su quello che abbiamo detto.” “E poi?” “E poi parliamo del mondo come dovrebbe essere.” Ascolto. Come dovrebbe essere? Guardo B e rivedo Z. Dice al presidente: “Il professore parla del mondo come dovrebbe essere, non come è.” “
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Ödön von Horváth, Gioventù senza Dio, traduzione di Bruno Maffi, Bompiani, Milano 2003. (Libro elettronico)
[ 1ª edizione originale: Jugend ohne Gott, Amsterdam, 1937 ]
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Backnang: una città ricca di storia e tradizioni nel cuore del Baden-Württemberg (Germania)
Alla scoperta di una gemma nascosta in Germania, tra cultura, natura e modernità.
Alla scoperta di una gemma nascosta in Germania, tra cultura, natura e modernità. Backnang, situata nella regione del Baden-Württemberg in Germania, è una città che sorprende per la sua combinazione di storia, cultura e innovazione. Conosciuta come la “Città delle torri” per i suoi pittoreschi edifici storici, Backnang rappresenta una destinazione affascinante per chi desidera scoprire il lato…
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LA NATO ATTACCA
L’EUROPA
“Una squadra di sabotatori ha usato la Polonia come base operativa per far saltare i gasdotti Nord Stream che trasportavano gas dalla Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico”: lo ha appurato una indagine ufficiale tedesca, riportata da The Wall Street Journal.
Gli investigatori tedeschi hanno ricostruito la rotta nel Mar Baltico dello yacht Andromeda, proveniente dalla Polonia, a bordo del quale hanno trovato tracce di HMX, esplosivo militare per la demolizione di infrastrutture sottomarine. Si aggiunge così un altro capitolo esplosivo all’inchiesta del giornalista statunitense Seymour Hersh “Come l'America ha fatto fuori il gasdotto Nord Stream”. Tutto ormai è provato. Nel dicembre 2021 viene convocata alla Casa Bianca una task force – composta da ufficiali della CIA, dello Stato Maggiore e del Dipartimento di Stato – con il compito di sabotare il Nord Stream. Nel giugno 2022, durante l’esercitazione NATO Baltops, incursori statunitensi e norvegesi, operando dallo yacht Andromeda inviato dalla Polonia, piazzano le cariche sottomarine. Tre mesi dopo, il 26 settembre 2022, un aereo P8 della Marina norvegese sgancia una boa sonar, il cui segnale fa esplodere le cariche.
Il Wall Street Journal lo definisce “uno dei più grandi atti di sabotaggio in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale”. È una azione bellica compiuta da tre membri della NATO – Stati Uniti, Norvegia e Polonia – contro la Germania, membro della NATO, per impedire all’Europa di importare gas russo a basso costo.
Il Segretario di Stato Antony Blinken ha definito il blocco del Nord Stream “un'opportunità straordinaria per eliminare una volta per tutte la dipendenza dell’Europa dall'energia russa, un'enorme opportunità strategica per gli anni avvenire” e ha sottolineato che “gli Stati Uniti sono divenuti il principale fornitore di gas naturale liquefatto all'Europa”. GNL, ovviamente, molto più caro del gas russo. Ora arrivano alla conquista del mercato energetico europeo la Exxon, la Chevron e altre compagnie USA che “hanno registrato profitti record grazie all'impennata dei prezzi del petrolio”.
A causa del crescente prezzo dell’energia – scrive il Wall Street Journal – “l'Eurozona scivola verso la recessione, perché l'inflazione danneggia i consumi, e l'Europa è bloccata dall'equivalente economico di un lungo Covid”. In questa Europa è iniziato “il più grande dispiegamento multinazionale di forze aeree nella storia della NATO” con l’esercitazione “Air Defender” che si svolge in Germania sotto comando USA.
Di Manlio Dinucci.
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Se non fossimo che degli umili servi, dovremmo farci ripagare i danni e gli esborsi subiti
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Sprechen Sie Deutsch?
La mia battaglia con la lingua tedesca cominciò a metà ottobre e durò quasi tutto l'anno accademico. In quanto figura di maggior rilievo degli studi hitleriani in nord America, era da molto tempo che cercavo di nascondere il fatto che non conoscevo il tedesco. Non lo parlavo e non lo leggevo, non lo capivo e non sapevo neanche da che parte cominciare per mettere su carta la frase più elementare. I più scarsi fra i miei colleghi in Hitler lo sapevano un po', altri o lo parlavano bene o sapevano usarlo in maniera ragionevole a fini di conversazione. Nessuno poteva specializzarsi in studi hitleriani, al College-on-the-Hill, senza un minimo di un anno di tedesco. In breve: vivevo ai margini di un territorio di ampia vergogna. Il tedesco. Carnoso, distorto, sputacchione, porporino e crudele. Ma bisognava finalmente affrontarlo.
D. DeLillo, [White noise, 1985], Rumore Bianco, Torino, Einaudi, 2006 [Trad. M. Biondi]
Se il personaggio di DeLillo è quello di un professore universitario che tiene un corso di Studi Hitleriani senza conoscere minimamente il Tedesco, alcune storie di cui sono a conoscenza abbassano, tragicamente, il senso di ironia e sarcasmo del libro perché ci sono, ahimè, vicende simili realmente accadute.
La prima è una cronaca di un amico di famiglia che, appena laureato in Legge, accettò a occhi chiusi l'incarico di insegnante di Tedesco in una scuola di un paesetto quasi sperduto, ringraziando Dio per la fortuna che lo avessero prescelto. Di Tedesco non sapeva assolutamente nulla, mentre se la cavava piuttosto bene con il Francese, lingua che gli risultò poi molto utile durante la lunga carriera diplomatica; raccontava di aver studiato, in quel primo anno, come non mai e di non aver fatto una figura particolarmente brutta.
La seconda storia, più recente, ce l'ha raccontata, durante una ristretta riunione di amici, uno scrittore che vanta ottimi editori nazionali; lui, laureato in Lettere ma con provenienza da un Liceo Scientifico (dove, se va bene, si impara un po' di latino), piuttosto che fare la fame, accettò il suo primo incarico di insegnante a centinaia di chilometri da casa, in un Liceo Classico dove gli fu assegnato il corso di Greco, per lui fino a quel momento una lingua assolutamente ignota.
Infine, io stesso mi sono trovato a insegnare Laboratorio di Misure Elettroniche, senza aver mai avuto all'università la possibilità di metter mano a un banco per i test e agli strumenti di misura.
E sì, è vero che all'inizio si studia come pazzi (io mi ero anche attrezzato in casa un piccolo laboratorio) e ci si creano competenze impensabili ma come poteva permettere un Ministero della Pubblica Istruzione che accadessero fatti simili? Si spiegano molte cose sulla Scuola, anche se di qualche decennio fa, no?
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L'amore ai tempi dei lupi
– Sono nato nel 1926, un tempo su queste colline che vedi di fronte a te c’erano dei carbonai, estraevano il carbone necessario per far partire i treni – mi disse poco dopo essersi seduto accanto a me.
Mi aveva chiesto di potersi accomodare su una di quelle panchine della villetta comunale, dove andavo spesso a leggere un libro, perché lì giungeva l’ultimo raggio di sole di quella giornata di ottobre. Oggi non ricordo il suo volto, né so se l’ho mai più incontrato. Cominciò a raccontare senza che gli avessi chiesto nulla, era spinto da un’urgenza comunicativa e non me la sentii di oppormi.
– Devi sapere che sulle colline arrivarono dei lupi, forse scappati dal freddo dell’Abruzzo. Un giorno un carbonaio trovò un piccolo lupetto ferito a una gamba, che cercava di riscaldarsi sulla cenere ancora tiepida, e che era residuo del fuoco che gli uomini, i carbonai, avevano acceso la sera precedente. L’uomo si prese cura del lupetto, lo accudì, gli dava da mangiare, lo metteva a dormire al riparo, finché guarì dalla ferita. La sua natura lo riportò dai suoi simili un giorno che sentì un ululato provenire da un punto imprecisato del bosco.
Non sapevo perché avesse deciso di parlarmi di quella vicenda del lupetto, non sapevo nemmeno quanto di leggendario ci fosse nel suo racconto. Il tono con cui raccontava era così privo di enfasi, ma al tempo stesso così partecipato, che restavo ad ascoltarlo con piacere.
– L’anno successivo quello stesso carbonaio aveva posto della carne all’interno del suo accampamento di fortuna. Una sera, rientrando dal lavoro, trovò sei lupi affamati che gli stavano sottraendo il cibo. Si sentì spacciato. Sbagliava. Il capo – branco era il lupo che egli aveva salvato l’anno precedente. Con una serie di ululati strani, il lupo riconoscente quietò i suoi compari, che continuarono a mangiare la carne senza avventarsi sull’uomo. Il lupo ha buona memoria, a quanto pare.
Anche “l’uomo con gli occhi del 1926” ne aveva, a giudicare da quel che mi raccontava. Non indagai sulla veridicità della storia, del resto lui si limitava a riferirmela, e se anche avesse aggiunto elementi romanzeschi, che ci sarebbe stato poi di tanto grave?
Continuò in una sorta di flusso di coscienza ininterrotto, come spesso accade a coloro che hanno una certa età e che ricordano episodi lontani nel tempo in ogni minimo dettaglio.
Mi raccontò anche la sua personale storia di guerra, che in quanto personale è inevitabilmente soggettiva, condizionata, limitata, ma non per questo meno reale.
Dove oggi sorge un campo di calcetto, all’epoca della seconda guerra mondiale c’erano, almeno stando a quel che mi raccontò l’uomo, quattro cannoni della contraerea tedesca.
– I tedeschi, quelli che stavano nella mia zona, avevano un buon rapporto con la popolazione. Mussolini aveva emanato una legge per razionare il grano, quello in eccesso doveva essere portato all’ammasso.
Sui tedeschi e su Mussolini avevo da ridire, strabuzzai gli occhi e lui colse il mio sgomento, ma poi capii che lui non era un nostalgico fascista, che non ignorava, adesso, quel che il nazismo e il fascismo hanno rappresentato. Solo che “quei” tedeschi, quelli della sua minima e privata storia, non erano orchi, almeno a lui non apparvero tali.
– Gli americani, che erano giunti per liberarci, bombardarono senza stare troppo a distinguere i veri obiettivi delle bombe. Un giorno vidi a 40 – 50 metri da me cadere qualcosa dal cielo, pensavo fossero pacchi di pane o comunque cibo, invece erano bombe, ed è solo per un miracolo che sono qui a raccontarti questa storia. C’era un mulino, le madri di famiglia andavano lì a prendere il pane per sfamare i figli. Un giorno un bombardiere americano sganciò una bomba uccidendo una settantina di persone.
Ascoltavo ripromettendomi di indagare più a fondo sulle vicende, anche se temevo (cosa che infatti accadde) che di lì a pochi giorni mi sarei dimenticato di questo proposito, preso dalle mie questioni personali.
– Poi c’erano i tedeschi cattivi, lo so. C’erano anche tanti italiani che saltarono da un carro all’altro non appena si presentava l’occasione, gli apparati che avrebbero dovuto proteggerci erano tutti corrotti.
Parlava, ripeto, senza retorica, nonostante stesse descrivendo avvenimenti enormi. Pensavo a un uomo di oggi, mediamente inserito, né guerrafondaio né troppo impegnato politicamente, che all’improvviso si trova in mezzo a eserciti, bombe, armistizi, razzie, soprusi, stupri. Per quanti sforzi potessi fare, però, il mio pensiero non poteva neanche minimamente paragonarsi al suo ricordo. Lui aveva vissuto certe situazioni, io no, e questo scava un abisso.Lo ascoltavo, ogni tanto facevo qualche domanda ma lasciavo che fosse lui, se voleva, a raccontare, perché non avevo intenzione di risvegliare ricordi terribili oltre a quelli che già aveva.
Poi, improvvisamente, dopo un po’, cambiò discorso. Prese a parlarmi della sua vita sentimentale, di come aveva conosciuto sua moglie, della sua vita da esule all’estero, per lavoro, dove aveva incontrato italiani disonesti che l’avevano raggirato.
– L’uomo e la donna sono piccole colture selvagge, destinate a rimanere tali fino a che non s’incontrano per germogliare altri fiori. Mia moglie l’ho conosciuta in un pomeriggio del 1950. C’era il sole, come oggi. La vidi seduta di fronte a una bottega. Chiesi a un mio amico di accompagnarmi, mi vergognavo di dirle che mi ero innamorato.
Sorrisi, ripensando a quante volte mi ero sentito stupido nell’infatuarmi così, al primo sguardo. Ebbi la conferma che questo genere di follie erano sempre accadute.
– La mamma della ragazza mi disse che non era il caso. Poi, però, ci frequentammo, ci innamorammo l’uno dell’altro e dalla nostra unione nacquero dei figli. Le piccole colture selvagge avevano dato frutti.
L’uomo con gli occhi del 1926 mi aveva raccontato tutto questo, quel giorno, e ancora oggi non so perché.
– Tu ce l’hai una ragazza? – mi chiese poi alla fine del racconto.
– No – gli risposi sorridendo.
– Quanti anni hai?
– Trentadue.
– Ti facevo più giovane! Ti devi sbrigare, devi trovare una ragazza! – mi disse colpendomi affettuosamente sulla spalla sinistra.
Passeggio ancora per le strade del mio paese. Mi siedo spesso su quella panchina dove due anni fa “l’uomo con gli occhi del 1926” mi affiancò. Non sempre c’è il sole. Quasi mai c’è compagnia.
Oggi pomeriggio ho ripensato a quel giorno, alla sua pacca sulla spalla, alla storia delle “piccole colture selvagge”, alla bottega aperta in una domenica pomeriggio del 1950.
La strada principale del mio paese è illuminata a festa.Fa freddo. Pochi temerari girano per le strade. Ogni tanto passa una coppia. Allora può accadere che mi torni alla mente quella domanda.
– Tu ce l’hai una ragazza?
E’ strano come ciò che un tempo ti avrebbe ferito, solo due anni dopo ti fa sorridere. Non credo che la “maturità” in tutto questo c’entri qualcosa. Piuttosto penso che si tratti di “oblio”. Per essere più preciso: non penso più. Sorrido.
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