#sostegno scolastico
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pier-carlo-universe · 4 months ago
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Alessandria: L'Associazione GAPP Lancia il Progetto "SpaziALe" per Adolescenti e Giovani in Difficoltà. Un'iniziativa per il supporto psicologico e sociale rivolta ai più giovani, finanziata dalla Fondazione CRAL
Il 14 ottobre 2024, l'Associazione di Promozione Sociale GAPP ha annunciato il progetto "SpaziALe", un'iniziativa di supporto psicologico e sociale per adolescenti e giovani adulti che affrontano situazioni di disagio
Il 14 ottobre 2024, l’Associazione di Promozione Sociale GAPP ha annunciato il progetto “SpaziALe”, un’iniziativa di supporto psicologico e sociale per adolescenti e giovani adulti che affrontano situazioni di disagio. Il progetto, avviato ad aprile 2024 grazie al finanziamento della Fondazione CRAL di Alessandria, ha l’obiettivo di fornire spazi di ascolto e percorsi terapeutici per giovani in…
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vaerjs · 5 months ago
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La prima settimana di scuola è stata una bomba di informazioni, cose da fare, a cui pensare, organizzare e incastrare. Lo sarà tutto settembre probabilmente.
Ho mille pensieri e perplessità. Si avvicinano le date dell'orale del concorso eppure alla mia mente, che fino a poco fa era in ansia per un esito che anche se positivo avrebbe potuto non significare nulla, non importa più nulla.
La mia cattedra sul sostegno è ciò che ho sempre desiderato. Accogliere un bambinə dal primo giorno della classe prima, sbagliare e riprovare mille volte, costruire una relazione e - chissà - magari riuscire anche ad accompagnarlə per tutto il ciclo scolastico. Se fossi certa di ottenere la stessa cattedra il prossimo anno, e poi quello dopo, a che cosa mi servirebbe questo concorso?
Cara Vita, dove mi vuoi portare?
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missviolet1847 · 8 months ago
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Lettera aperta del personale accademico e amministrativo delle università di Gaza al mondo | il manifesto
4 mesi fa
PALESTINA. Cancellato lo spazio dell'istruzione palestinese. Uccisi 94 accademici, 4.327 studenti, 231 insegnanti. Il campus di Israa tramutato in centro di detenzione. E nelle accademie israeliane sospesi o espulsi i docenti che hanno chiesto il cessate il fuoco.
1 giugno 2024 — Aggiornato alle 10:59
APPELLI
Lettera aperta del personale accademico e amministrativo delle università di Gaza al mondo
Al-Azhar University a Gaza (Ap)
Al-Azhar University a Gaza - Ap
GAZA. Accademici palestinesi e personale delle università «per affermare la nostra esistenza, quella dei nostri colleghi e dei nostri studenti, e l'insistenza sul nostro futuro, di fronte a tutti gli attuali tentativi di cancellarci»
Pubblicato 4 ore fa
Edizione del 2 giugno 2024
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Ci siamo riuniti come accademici palestinesi e personale delle università di Gaza per affermare la nostra esistenza, quella dei nostri colleghi e dei nostri studenti, e l’insistenza sul nostro futuro, di fronte a tutti gli attuali tentativi di cancellarci.
Le forze di occupazione israeliane hanno demolito i nostri edifici, ma le nostre università continuano a vivere. Riaffermiamo la nostra determinazione collettiva a rimanere nella nostra terra e a riprendere l’insegnamento, lo studio e la ricerca a Gaza, nelle nostre università palestinesi al più presto.
Invitiamo i nostri amici e colleghi di tutto il mondo a resistere alla campagna di scolasticidio in corso nella Palestina occupata, a lavorare al nostro fianco nella ricostruzione delle nostre università demolite e a rifiutare tutti i piani che cercano di aggirare, cancellare o indebolire l’integrità delle nostre istituzioni accademiche. Il futuro dei nostri giovani a Gaza dipende da noi e dalla nostra capacità di rimanere nella nostra terra per continuare a servire le generazioni future del nostro popolo.
Lanciamo questo appello da sotto le bombe delle forze di occupazione nella Gaza occupata, nei campi profughi di Rafah e dai luoghi di un nuovo esilio temporaneo in Egitto e in altri paesi ospitanti. La diffondiamo mentre l’occupazione israeliana continua a condurre quotidianamente la sua campagna genocidaria contro il nostro popolo, nel tentativo di eliminare ogni aspetto della nostra vita collettiva e individuale.
Le nostre famiglie, i nostri colleghi e i nostri studenti sono stati assassinati, mentre noi siamo stati ancora una volta resi senza casa, rivivendo le esperienze dei nostri genitori e dei nostri nonni durante i massacri e le espulsioni di massa da parte delle forze armate sioniste nel 1947 e nel 1948.
Le nostre infrastrutture civili – università, scuole, ospedali, biblioteche, musei e centri culturali – costruite da generazioni del nostro popolo, sono diventate rovine a causa di questa Nakba deliberata in corso. La deliberata presa di mira delle nostre infrastrutture educative è un tentativo evidente di rendere Gaza inabitabile e di erodere il tessuto intellettuale e culturale della nostra società. Tuttavia, ci rifiutiamo di permettere che tali atti spengano la fiamma della conoscenza e della resilienza che arde in noi.
Gli alleati dell’occupazione israeliana negli Stati Uniti e nel Regno Unito stanno aprendo un altro fronte scolastico promuovendo presunti schemi di ricostruzione che cercano di eliminare la possibilità di una vita educativa palestinese indipendente a Gaza. Rifiutiamo tutti questi schemi e invitiamo i nostri colleghi a rifiutare qualsiasi complicità in essi. Esortiamo inoltre tutte le università e i colleghi di tutto il mondo a coordinare qualsiasi sforzo di aiuto accademico direttamente con le nostre università.
Esprimiamo il nostro più sentito apprezzamento alle istituzioni nazionali e internazionali che sono state solidali con noi, fornendo sostegno e assistenza in questi momenti difficili.
Sottolineiamo tuttavia l’importanza di coordinare questi sforzi per riaprire effettivamente le università palestinesi a Gaza.
Sottolineiamo l’urgente necessità di riaprire le istituzioni scolastiche di Gaza, non solo per sostenere gli studenti attuali, ma per garantire la resilienza e la sostenibilità a lungo termine del nostro sistema di istruzione superiore. L’istruzione non è solo un mezzo per impartire conoscenze; è un pilastro vitale della nostra esistenza e un faro di speranza per il popolo palestinese.
Di conseguenza, è essenziale formulare una strategia a lungo termine per riabilitare le infrastrutture e ricostruire le strutture delle università. Tuttavia, tali sforzi richiedono un tempo significativo e finanziamenti consistenti, mettendo a rischio la capacità delle istituzioni accademiche di sostenere le operazioni, con la potenziale perdita di personale, studenti e della capacità di operare nuovamente.
Considerate le circostanze attuali, occorre passare rapidamente all’insegnamento online per mitigare le interruzioni causate dalla distruzione delle infrastrutture fisiche. Questa transizione richiede un sostegno completo per coprire i costi operativi, compresi gli stipendi del personale accademico.
Le tasse studentesche, principale fonte di reddito per le università, sono crollate dall’inizio del genocidio. La mancanza di entrate ha lasciato il personale senza stipendio, spingendo molti a cercare opportunità esterne.
Oltre a colpire il sostentamento dei docenti e del personale universitario, questa tensione finanziaria causata dalla deliberata campagna di scolasticidio rappresenta una minaccia esistenziale per il futuro delle università stesse.
Pertanto, è necessario adottare misure urgenti per affrontare la crisi finanziaria che le istituzioni accademiche stanno affrontando, per garantire la loro stessa sopravvivenza. Chiediamo a tutte le parti interessate di coordinare immediatamente i loro sforzi a sostegno di questo obiettivo critico.
La ricostruzione delle istituzioni accademiche di Gaza non è solo una questione di istruzione; è una testimonianza della nostra resilienza, della nostra determinazione e del nostro incrollabile impegno a garantire un futuro alle generazioni a venire.
Il destino dell’istruzione superiore a Gaza appartiene alle università di Gaza, ai loro docenti, al personale e agli studenti e al popolo palestinese nel suo complesso. Apprezziamo gli sforzi dei popoli e dei cittadini di tutto il mondo per porre fine a questo genocidio in corso.
Invitiamo i nostri colleghi in patria e a livello internazionale a sostenere i nostri risoluti tentativi di difendere e preservare le nostre università per il bene del futuro del nostro popolo e della nostra capacità di rimanere nella nostra terra di Palestina a Gaza. Abbiamo costruito queste università partendo dalle tende. E dalle tende, con il sostegno dei nostri amici, le ricostruiremo ancora una volta.
(sotto il testo originale segue traduzione inglese e nomi firmatari)
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—Al-Azhar University a Gaza -
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gregor-samsung · 1 year ago
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" Hamas divenne un attore significativo sul campo anche grazie alla politica israeliana di appoggio alla costruzione di un’infrastruttura educativa islamica a Gaza, che intendeva bilanciare la presa del movimento laico Fatah sulla popolazione locale. Nel 2009 Avner Cohen, che aveva prestato servizio nella Striscia di Gaza nel periodo in cui, alla fine degli anni ’80, Hamas iniziò a prendere il potere, ed era responsabile degli affari religiosi nei Territori occupati, dichiarò al «Wall Street Journal»: «Hamas, con mio grande rammarico, è una creazione di Israele». Cohen spiega come Israele abbia aiutato l’organizzazione benefica al-Mujama al-Islamiya (il «Centro islamico»), fondato da Sheikh Ahmed Yassin nel 1979, a diventare un potente movimento politico, da cui emerse Hamas nel 1987. Sheikh Yassin, un religioso islamico disabile e semi-cieco, fondò Hamas e ne fu il leader spirituale fino al suo assassinio nel 2004. Originariamente venne avvicinato da Israele con un’offerta di aiuto e la promessa del benestare governativo all’espansione della sua organizzazione. Gli israeliani speravano che, attraverso la sua opera di beneficenza e le sue attività educative, questo leader carismatico avrebbe fatto da contrappeso al potere di Fatah nella Striscia di Gaza e altrove. È interessante notare che alla fine degli anni ’70 Israele, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna vedevano nei movimenti nazionali laici (di cui oggi lamentano l’assenza) il peggior nemico dell’Occidente.
Nel suo libro To Know the Hamas, il giornalista israeliano Shlomi Eldar racconta una storia affine sui forti legami tra Yassin e Israele. Con la benedizione e il sostegno di Israele il Centro islamico aprì un’università nel 1979, un sistema scolastico indipendente e una rete di circoli e moschee. Nel 2014 il «Washington Post» trasse conclusioni molto simili sulla stretta relazione tra Israele e il Centro islamico fino alla nascita di Hamas nel 1988. Nel 1993 Hamas divenne il principale oppositore degli accordi di Oslo. Mentre c’era ancora chi appoggiava Oslo la sua popolarità diminuì, ma non appena Israele cominciò a rinnegare quasi tutti gli impegni assunti durante i negoziati il supporto verso Hamas crebbe, dando nuova linfa vitale al movimento. La politica di insediamento di Israele e il suo uso eccessivo della forza contro la popolazione civile nei Territori giocarono sicuramente un ruolo importante. La popolarità di Hamas tra i palestinesi non dipendeva però unicamente dal successo o dal fallimento degli accordi di Oslo, ma anche dal fatto che l’organizzazione avesse effettivamente conquistato i cuori e le menti di molti musulmani (che sono la maggioranza nei Territori occupati) per via dell’incapacità dei movimenti laici nel trovare soluzioni all’occupazione. Come per altri gruppi politici islamici in tutto il mondo arabo, il fallimento dei movimenti laici nel creare posti di lavoro e nel garantire benessere economico e sicurezza sociale spinse molte persone a tornare alla religione, che offriva conforto e reti stabili di supporto e solidarietà. Nell’intero Medio Oriente, come nel mondo in generale, la modernizzazione e la secolarizzazione hanno giovato a pochi e hanno lasciato molti infelici, poveri e amareggiati. La religione sembrava una panacea, oltre che un’opzione politica. "
Ilan Pappé, Dieci miti su Israele, traduzione di Federica Stagni, postfazione di Chiara Cruciati, Tamu editore, 2022. [Libro elettronico]
[Edizione originale: Ten Myths About Israel, New York: Verso, 2017]
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alephsblog · 7 months ago
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La protervia e la meschinità sono attributi frequenti delle autorità competenti, e la circostanza conferma che a certi impieghi dai quali dipendono, pressoché alla lettera, vita e morte del prossimo – carcerieri, giudici, medici, infermieri, psicologi, badanti, donne e uomini… – ci si candida per tre motivazioni essenziali: o di passaggio, perché gli altri posti sono al momento occupati (insegnanti di sostegno, magistrati di sorveglianza, connotati essenzialmente dall’indifferenza, al male come al bene, non sono fatti loro, sono lì per andarsene); o per una vocazione alla simpatia e alla compassione per il prossimo, se non addirittura alla giustizia sostanziale, e allora sono persone benedette - nelle galere, nel sostegno scolastico, nelle case delle persone invalide, nelle corsie degli ospedali; o per una sentita e frustrata cattiveria, e allora sono persone basse, che infieriscono o si infastidiscono per la pretesa dell’acqua calda (prevista dal regolamento, come ha ricordato il professor Emilio Santoro) in un clima torrido fisicamente per un luglio accanito e torrido moralmente per un ragazzo di vent’anni che a Sollicciano si è appena ucciso. Ha scritto anche, l’Ufficio di Sorveglianza – chiamiamolo così, come se fosse un’entità astratta, disincarnata, dev’esserlo – per respingere una domanda di liberazione anticipata, prevista anche lei dal regolamento, anzi dalla legge, che “il tentativo di togliersi la vita mediante impiccagione è incompatibile con il presupposto della liberazione anticipata che è la partecipazione all’opera educativa”. Se ti suicidi senza intoppi, la liberazione anticipata te la guadagni, e infatti è la strada che i detenuti hanno deciso di imboccare sempre più all’ingrosso. Siamo a 60. Se non ci riesci, ti giochi la liberazione anticipata al minuto, quella dei giorni. E il diavolo di sorveglianza si fa conoscere dai dettagli: “mediante impiccagione”, ha scritto; se ti squarci le vene a morsi l’affare si può riesaminare.
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toscanoirriverente · 1 year ago
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Israele uguale nazismo? Cosa succede quando l’uso politico della storia si incontra con l’ignoranza della storia? L’uso politico della storia non è certo una novità. È sempre stato praticato. Si ricorre strumentalmente all’uno o all’altro esempio storico scegliendo l’interpretazione che si ritiene più conveniente al fine di dare sostegno, di fornire legittimità, alla posizione politica che si sta difendendo. A chi ne fa un uso politico, della storia in sé, di che cosa sia realmente accaduto in passato, non importa un bel nulla: si usa la storia come una clava, è solo un mezzo utile per fare propaganda, per conquistare proseliti, per sconfiggere le posizioni avversarie. Ma se la novità non sta certo nell’uso politico della storia, è nuovo il contesto in cui vi si fa ricorso. (...)
Le ricerche condotte dagli specialisti della comunicazione danno al riguardo indicazioni chiare: una grande quantità di persone che vive immersa nel presente ha perduto la capacità di capire che il presente è influenzato dal passato. A queste persone sfugge la profondità storica di qualunque evento di cui sia testimone. E poiché il passato non conta nulla, non è considerato un mezzo per comprendere il presente, non ha nemmeno senso dotarsi di un minimo di conoscenze storiche. Un tempo l’uso politico della storia, la storia usata come clava, incontrava un limite, ovvero esistevano degli anticorpi. Una parte almeno dei ceti istruiti era dotata di sufficienti nozioni storiche,e disponeva di sufficiente senso storico, da non farsi imbrogliare. Adesso non è più così, gli anticorpi sono svaniti o si sono assai indeboliti. A qualcuno è stato detto che un tempo (il quando, nonché il contesto, ovviamente, sono irrilevanti) è esistita una cosa denominata nazismo e di cui null’altro importa sapere se non che si trattava del male assoluto. Inoltre, quel qualcuno ha sviluppato nel tempo un odio viscerale nei confronti di Israele, Stato percepito come più potente dei suoi vicini e colpevole di essere appoggiato dall’Occidente. L’accostamento diventa automatico: Israele uguale nazismo. Non c’è alcun bisogno di sapere qualcosa né della storia del nazismo né di quella di Israele per stabilire l’associazione. E poiché ignoranza della storia significa anche ignoranza di cosa sia e di quanto abbia storicamente pesato l’antisemitismo, non sorprende che una quantità così elevata di studenti universitari, da Harvard alle università europee, non abbia problemi a fare un simile accostamento. (...)
Per aiutare a comprendere quanto sta accadendo in Medio Oriente occorrerebbe spiegare che si tratta di una vicenda complessa che inizia nel 1948 con la nascita dello Stato di Israele e il conseguente «rifiuto arabo». Nessuna comprensione di quanto è accaduto e accade è possibile se non si parte da lì. Gli stessi errori di Israele (le colonie in Cisgiordania, l’illusione di potere difendere all’infinito lo status quo, ossia i precarissimi rapporti fra due popoli reciprocamente ostili) non si spiegano se non ricostruendo quel quadro generale. Ma, appunto, ciò presuppone che l’interlocutore sia disposto a riconoscere il peso e l’importanza della storia per comprendere il presente. Il che però è impedito o quanto meno reso assai difficoltoso dal clima e dalle tendenze dominanti. La sopra citata ricerca del Cattaneo lascia aperto uno spiraglio. Risulta che gli atteggiamenti negativi verso gli ebrei sono più accentuati fra gli studenti con alle spalle un basso rendimento scolastico. In altri termini, anche nell’epoca dei social, la scuola può fare, almeno in parte, la differenza. Se essa tornasse al rigore di un tempo forse si potrebbero ricostituire gli anticorpi necessari per contenere la diffusione delle credenze più aberranti. L’incontro fra uso politico della storia e ignoranza della storia genera mostri. Ciò, di sicuro, non fa bene alla democrazia.
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piusolbiate · 1 year ago
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SERVIZI SOCIALI Luglio-Settembre 2023
Solbiate Olona - Ufficio Servizi Sociali - Determine Luglio-Settembre 2023 - SOSTEGNO EDUCATIVO SCOLASTICO A FAVORE DI N. 2 MINORI AFFIDATI ALL'ENTE                         - RICONOSCIMENTO ECONOMICO A FAVORE DI  NUCLEO FAMILIARE CON DISAGIO SOCIO FAMILIARE ED ECONOMICO      
- EROGAZIONE DI CONTRIBUTO ECONOMICO A FAVORE DI PROFUGO PER BISOGNI PRIMARI                        
- IMPEGNO DI SPESA AD INTEGRAZIONE DELLA RETTA DI RICOVERO DI D.S.G. PAZIENTE ADULTO CON DISABILITA'                 
- IMPEGNO DI SPESA PER SERVIZIO DI REFEZIONE A DOMICILIO A SOGGETTI IN CARICO AL SERVIZIO SOCIO ASSISTENZIALE                                   - INTERVENTO EDUCATIVO IN FAVORE DI N.1 MINORE                          - IMPEGNO DI SPESA AD INTEGRAZIONE DELLA RETTA DI RICOVERO PAZIENTE ANZIANA CON DISABILITA'                        
- IMPEGNO DI SPESA SETTORE POLITICHE SOCIALI PER PRESTAZIONI SVOLTE DALL'AGENZIA PER L'ABITARE ANNO 2023
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miniatdetective · 2 years ago
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Fermata a Snohomish ツ
La città di Snohomish si trova alla confluenza del fiume Pilchuck con il fiume Snohomish. 
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I primi coloni dell'area furono gli Sdohobsh, pescatori, cacciatori e raccoglitori nativi americani che erano una suddivisione della tribù dei nativi americani di lingua Snohomish Lushootseed. 
Nel 1855, i membri della tribù Snohomish erano presenti a Mukilteo per firmare il Trattato di Point Elliott. 
Lo scopo del trattato era risolvere le controversie sulla terra in cui nativi e coloni erano immediatamente adiacenti l'uno all'altro e risolvere altre questioni con i nativi americani. Il trattato prevedeva l'istituzione di quattro riserve. Quando i coloni bianchi iniziarono ad arrivare alla confluenza dei fiumi Snohomish e Pilchuck alla fine del 1850, la maggior parte dei nativi americani si era trasferita nella riserva di Tulalip vicino a Marysville.
I primi coloni bianchi in quella che oggi è la città di Snohomish includevano Heil Barnes e Edson Cady: il loro obiettivo era stabilire un insediamento alla foce del fiume Pilchuck, dove sfocia nel fiume Snohomish. 
Cady rivendicò la sua terra e chiese un permesso postale per Cadyville. Nel frattempo, Barnes rivendicava Emory C. Ferguson proprio accanto a quella di Cady; nel 1859, fece spedire un cottage in barca da Steilacoom alla terra rivendicata e lo rimontò per l'uso di Ferguson. Quel cottage è ancora in piedi. Ferguson arrivò un anno dopo, nel marzo/aprile 1860, e stabilì un mercantile a Cadyville.
Con l'arrivo di più coloni nella regione, la contea di Snohomish fu fondata il 14 gennaio 1861. Il primo capoluogo della contea fu Mukilteo, ma nel luglio 1861 fu trasferito a Cadyville dopo un voto popolare.
Woodbury Sinclair acquistò la quota di Cady nel 1864 con l'intenzione di aprire un negozio a sostegno della fiorente industria del legname della zona. Quando sua moglie, Mary Low Sinclair, arrivò a Cadyville il 1 maggio 1865, divenne la prima donna bianca residente permanente di Cadyville. 
Nel 1871, Ferguson avanzò la sua affermazione dando un numero alle strade che correvano da est a ovest e una lettera ai viali nord-sud; un anno dopo, Mary e Woodbury Sinclair firmarono il reclamo che avevano acquistato da Cady, e diedero un nome ai viali dopo gli alberi.
Cadyville divenne nota come Snohomish nel 1871, quando il plat di Snohomish City Western Part si unì alla rivendicazione orientale di Ferguson con la rivendicazione occidentale di Sinclair a Union Avenue. Ferguson è spesso chiamato il padre di Snohomish mentre Mary Low Sinclair è ricordata come la madre delle scuole di Snohomish.
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Originariamente, Snohomish fu fondata per sostenere la comunità agricola circostante, ma presto divenne anche una città di disboscamento a causa delle fitte foreste di Douglas Firs della zona. 
I fratelli Alanson, Elhanan e Hyrcanus Blackman migrarono a Snohomish dal Maine e stabilirono il loro primo campo di disboscamento nel 1875 su quello che allora era chiamato Stillaguamish Lake, ora è noto come Blackmans Lake. 
Hyrcanus divenne il primo sindaco della città dopo un'elezione speciale nel giugno 1890 per incorporare la nuova città (tuttavia, cinque mesi dopo, durante le elezioni generali di novembre, Ferguson fu eletto primo sindaco a tempo pieno di Snohomish). La prima segheria di Snohomish iniziò le sue operazioni sul fiume Pilchuck nel 1876. Nel 1878, i Blackman aprirono la loro segheria che si trovava sul fiume Snohomish. 
Nel 1884, 700 persone chiamarono Snohomish casa: c'erano un tribunale, un edificio scolastico, sei saloon e una chiesa in città. 
La stazione ferroviaria di Snohomish fu costruita nel 1888. Il primo treno ad arrivare in città fu un treno Seattle, Lake Shore & Eastern Railway. L'illuminazione elettrica seguì l'arrivo del primo treno nel 1889. Nel 1893, fu completata la Great Northern Railway da St. Paul a Seattle, inclusa una fermata a Snohomish.
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Nel 1897, il capoluogo della contea si trasferì a Everett dopo un'elezione contestata.
Intorno alla fine del secolo, l'economia di Snohomish si è diversificata per includere l'industria conserviera, poiché il suolo e il clima dell'area sono ideali per la coltivazione di frutta.
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Una Carnegie Library fu costruita nel 1910 sul sito di una scuola con una sola stanza in Cedar Avenue. Il Carnegie Building esiste ancora, anche se non ospita più la biblioteca; è l'edificio pubblico più antico della città.
Nel 1911, molti degli edifici di First Street furono distrutti da un incendio che si estese lungo le Avenue B e C; furono in gran parte sostituiti da edifici in mattoni e muratura.
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Uno dei maggiori datori di lavoro, all'inizio di Snohomish, era la Bickford Ford in First Street, fondata da Lawrence Bickford nel 1934. La concessionaria è ancora aperta e a conduzione familiare, sebbene si sia trasferita dal distretto storico di Snohomish a Bickford Avenue all'estremità settentrionale della città. 
Snohomish apprezza e celebra la sua storia attraverso vari gruppi dedicati alla conservazione del suo patrimonio e del suo carattere unico. Negli anni '60 c'è stata una spinta per preservare il carattere storico di Snohomish e per incoraggiare la vitalità commerciale dell'Historic Business District. La Snohomish Historical Society è stata fondata nel 1969 e ha sede presso il Blackman House Museum, la vecchia casa di Hyrcanus Blackman. Il legname locale, il primo lavorato dai Blackman, fu utilizzato per costruire la casa nel 1878.  
Nel 1973, Snohomish è stata la prima città della contea ad approvare un'ordinanza che istituisce un distretto storico, che è elencato nel registro nazionale dei luoghi storici. Il quartiere storico è un'area di 26 isolati lungo il fiume Snohomish, contenente un mix di usi commerciali e residenziali. Il Design Review Board della città di Snohomish, un organo consultivo, è stato creato nel 1979 per garantire che lo sviluppo nel distretto storico sia coerente con gli standard storici stabiliti. 
Historic Downtown Snohomish, fondata nel 2004, è un'organizzazione senza scopo di lucro di volontari e aziende che lavorano per promuovere, preservare e migliorare il quartiere degli affari del centro storico della città.
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qualificagroup · 12 days ago
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Mentoring e Orientamento Scuola
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Il Potere del Mentoring e dell’Orientamento
Il mentoring e l’orientamento sono due strategie fondamentali per aiutare i giovani a scoprire le loro passioni e talenti, e a costruire una carriera soddisfacente. Attraverso il mentoring, i giovani possono beneficiare dell’esperienza e della guida di un mentore esperto, che li aiuta a identificare e raggiungere i loro obiettivi.
L’orientamento scolastico, in particolare, gioca un ruolo cruciale per i giovani nella scelta della carriera e nel loro percorso di formazione. Infatti, come sottolineato da Mentoring e Orientamento Scuola, l’orientamento scolastico può aiutare i giovani a scoprire le loro inclinazioni e interessi, e a prendere decisioni informate sulla loro carriera.
Inoltre, il mentoring e l’orientamento possono anche aiutare i giovani a sviluppare abilità importanti, come la comunicazione, il problem-solving e la gestione del tempo. Queste abilità sono essenziali per il successo in qualsiasi campo, e possono aiutare i giovani a costruire una carriera soddisfacente e a raggiungere i loro obiettivi.
In sintesi, il mentoring e l’orientamento sono strumenti potenti per aiutare i giovani a raggiungere il successo. Attraverso l’utilizzo di queste strategie, i giovani possono ricevere la guida e il sostegno di cui hanno bisogno per costruire una carriera soddisfacente e raggiungere i loro obiettivi.
Il valore del mentoring
Il mentoring è un rapporto di guida e sostegno tra un mentore esperto e un giovane che sta iniziando il suo percorso professionale o personale. Questo tipo di relazione può essere molto utile per i giovani che cercano di scoprire le loro passioni e interessi, e di costruire una carriera soddisfacente.
Un buon mentore può offrire consigli, esperienze e feedback costruttivi, aiutando il giovane a prendere decisioni informate e a superare gli ostacoli. Inoltre, il mentore può anche fornire una rete di contatti e opportunità che altrimenti potrebbero essere difficili da ottenere.
Il mentoring può essere particolarmente utile per i giovani che stanno cercando di orientarsi nel mondo del lavoro o dell’istruzione. Ad esempio, un programma di Mentoring e Orientamento Scuola come quelli offerti da Mentoring e Orientamento Scuola può aiutare gli studenti a scoprire le loro passioni e a prendere decisioni informate sulla loro carriera.
In generale, il mentoring può essere un’esperienza molto arricchente per entrambe le parti coinvolte. Il mentore può imparare nuove cose e approfondire la sua comprensione delle esigenze dei giovani, mentre il giovane può ottenere una guida preziosa e un sostegno nel suo percorso di crescita personale e professionale.
L’importanza dell’orientamento
L’orientamento è un processo fondamentale per aiutare i giovani a scoprire le loro passioni, interessi e abilità, e a identificare le opportunità di carriera e di sviluppo che meglio si adattano alle loro esigenze. Questo processo può aiutare i giovani a prendere decisioni informate sulla loro carriera e a costruire un futuro più sicuro.
Inoltre, un’orientamento efficace può anche aiutare i giovani a identificare gli obiettivi a breve e lungo termine, e a creare un piano d’azione per raggiungerli. Ciò può includere l’identificazione delle risorse necessarie, come ad esempio corsi di formazione o esperienze lavorative, per raggiungere gli obiettivi desiderati.
È importante notare che l’orientamento non è un processo che si conclude una volta per tutte, ma piuttosto un percorso che accompagna i giovani nel loro cammino di crescita e sviluppo. Infatti, le esigenze e gli interessi dei giovani possono cambiare nel tempo, e un’orientamento efficace deve essere in grado di adattarsi a queste modifiche.
Per questo motivo, è fondamentale che i giovani abbiano accesso a risorse e strumenti di orientamento di qualità, come ad esempio il Mentoring e Orientamento Scuola offerto da Qualifica Group, che possono aiutarli a prendere decisioni informate sulla loro carriera e a costruire un futuro più sicuro.
Come il mentoring e l’orientamento possono aiutare i giovani
Il mentoring e l’orientamento sono strumenti fondamentali per aiutare i giovani a scoprire le loro passioni e interessi, e a sviluppare le competenze necessarie per raggiungere il successo. Attraverso il mentoring, i giovani possono beneficiare dell’esperienza e della guida di un mentore che li aiuti a identificare e a raggiungere i loro obiettivi.
Inoltre, l’orientamento scolastico e professionale può aiutare i giovani a prendere decisioni informate sulla loro carriera, grazie all’analisi delle loro abilità e interessi. Ad esempio, il servizio di Mentoring e Orientamento Scuola può offrire ai giovani una guida personalizzata per scegliere la carriera giusta.
I benefici del mentoring e dell’orientamento non si limitano solo allo sviluppo delle competenze e alla scelta della carriera, ma possono anche avere un impatto positivo sulla autostima e sulla fiducia in se stessi dei giovani. Infatti, secondo uno studio pubblicato sul sito dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), i giovani che hanno ricevuto un’adeguata guida e sostegno sono più propensi a raggiungere i loro obiettivi e a sentirsi più soddisfatti della loro vita.
In sintesi, il mentoring e l’orientamento sono strumenti essenziali per aiutare i giovani a raggiungere il loro pieno potenziale e a costruire una carriera soddisfacente. Grazie a questi strumenti, i giovani possono sviluppare le loro abilità, migliorare la loro autostima e prendere decisioni informate sulla loro carriera.
Conclusione: Il potere del mentoring e dell’orientamento
Il mentoring e l’orientamento scolastico sono due strategie fondamentali per aiutare i giovani a scoprire le loro passioni e a sviluppare le loro abilità. Attraverso il Mentoring e Orientamento Scuola, gli studenti possono ricevere sostegno e guida personalizzati per prendere decisioni informate sulla loro carriera e sul loro percorso di studi.
Inoltre, il mentoring e l’orientamento possono aiutare i giovani a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé stessi, delle loro forze e delle loro debolezze, nonché a migliorare la loro autostima e la loro fiducia in sé stessi. Ciò può avere un impatto positivo sulla loro motivazione e sul loro impegno nello studio e nel lavoro.
È importante notare che il mentoring e l’orientamento non sono solo utili per gli studenti, ma anche per gli insegnanti e i professionisti che li supportano. Infatti, possono aiutare a identificare le esigenze individuali degli studenti e a sviluppare strategie personalizzate per aiutarli a raggiungere i loro obiettivi.
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inclusivita · 1 month ago
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L’AGENDA DEL DOCENTE DI SOSTEGNO
Disponibile per l’anno scolastico 2024/25 la 2° edizione dell’AGENDA DEL DOCENTE DI SOSTEGNO di ogni ordine e grado (infanzia, primaria e secondaria), con espansioni on line, utile per documentare l’intero operato, nonché per raccogliere osservazioni, verifiche e valutazioni. In questa pagina i dettagli.
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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"Fai la Mossa Giusta": La Polizia di Stato Protagonista a Casale Monferrato
Un evento per l'orientamento e il sostegno ai giovani e adulti nella scelta del loro futuro
Un evento per l’orientamento e il sostegno ai giovani e adulti nella scelta del loro futuro Il 16 novembre 2024, al Palafiere Riccardo Coppo di Casale Monferrato, si è svolto l’evento “Fai la Mossa Giusta”, una giornata dedicata all’orientamento scolastico, formativo e lavorativo, rivolta agli studenti delle scuole secondarie e agli adulti in cerca di occupazione. Tra i protagonisti, la Polizia…
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siciliatv · 4 months ago
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Ultimi giorni per richiedere i contributi per i libri scolastici in Sicilia
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Mancano pochi giorni alla scadenza per la presentazione delle domande di contributo per l'acquisto dei libri di testo per l'anno scolastico 2024/2025. Entro e non oltre il 25 ottobre 2024, le famiglie siciliane con figli che frequentano le scuole Medie e Superiori e che possiedono un ISEE inferiore a € 10.632,94 possono fare richiesta per accedere al contributo. L'Assessorato dell'Istruzione e della Formazione Professionale della Regione Siciliana ha avviato, tramite la Circolare n. 18 del 30 agosto 2024, le procedure per l'erogazione di questo sostegno economico, che prevede la fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo, in conformità con l'articolo 27 della legge 448/98. Beneficiari dell'iniziativa sono gli studenti delle Scuole Secondarie di 1° e 2° grado, sia statali che paritarie. Le domande devono essere accompagnate da un'attestazione ISEE in corso di validità e priva di annotazioni, pena l'esclusione. Inoltre, è necessario indicare l'IBAN del conto corrente su cui verrà versato il contributo. I richiedenti devono anche allegare una copia del documento di riconoscimento e del codice fiscale, oltre alla fotocopia dell'attestazione ISEE. Non è richiesta la documentazione di spesa per l'acquisto dei libri, ma le famiglie dovranno conservare le ricevute per almeno cinque anni, da esibire su richiesta dell'Amministrazione regionale. Read the full article
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pinojangany-annunziata · 4 months ago
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7 ottobre 2024
Festa della Madonna del Rosario e anniversario della nascita della Ecole Sainte Marie di Jangany
Sono passati ormai 18 anni da quando la nostra comunità parrocchiale SS. Annunziata si è legata al percorso di crescita del villaggio di Jangany, seguendolo ogni anno con il sostegno scolastico in occasione delle Adozioni Internazionali che prendono avvio il giorno dell’Epifania e in occasione di particolari momenti di difficoltà come la mancanza di acqua (per quattro anni non ha piovuto) e alle carestie legata ai cambiamenti climatici o ai danni sulla scuola portati dai cicloni (alcune Quaresime di fraternità).
Non si è trattato solo di un importante aiuto economico, ma di un vero legame che, come abbiamo definito in occasione delle visite annuali del missionario padre Tonino e delle più recenti di padre Fahamaro, è un legame tra Chiese locali, distanti geograficamente (Jangany è nel profondo sud del Madagascar), ma non nell’affetto e nella preghiera.
Così, in questi giorni, il 7 ottobre 2024 a Jangany c’è stata una processione (3 chilometri di percorso) in onore della Madonna del Rosario (istituita nel 1571 all’indomani della battaglia di Lepanto). La data non è però casuale ma coincide con l’avvio della scuola Sainte Marie, scuola che è stata una leva del cambiamento per le persone del villaggio di Jangany, scuola che prima di ogni altra cosa abbiamo sostenuto considerando nella formazione, culturale ed etica, la carta vincente.
In questo post ecco qualche foto della processione e il commento di padre Elysè, da alcuni anni a Jangany, giovane confratello di padre Tonino e padre Fahamaro.
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Sur le chemin vers le jubilé de 2025, sur le thème ''pèlerin de l'espérance'', les chrétiens catholiques de Jangany et toutes les familles du Lycée Sainte Marie (professeurs et lycéens) ont témoigné leur unité dans la foi, et surtout leur dévotion pour rendre hommage à Notre Dame du Rosaire.
C'est une démarche fraternelle vers la Grotte, durant laquelle, nous avons ramené la statue de la Vierge Marie qui était perdue pendant plusieurs jours et retrouvée, grâce au travail d'équipe des élèves de l'Ècole Sainte Marie. Notre maman du ciel ne nous laisse jamais tomber dans le désespoir ! Elle est toujours là, avec nous et ne cesse de prier pour nous... Dieu ne lui refuse aucune demande. Padre Viktor Elysé
In cammino verso il Giubileo del 2025, sul tema "pellegrino della speranza", i cristiani cattolici di Jangany e tutte le famiglie del Lycée Sainte Marie (insegnanti e studenti delle scuole superiori) hanno dimostrato la loro unità nella fede, e soprattutto la loro devozione per rendere omaggio alla Madonna del Rosario.
È stata una camminata fraterna verso la Grotta, lungo la quale abbiamo portato la statua della Vergine Maria, che era stata perduta da molti giorni e ritrovata, grazie al lavoro di squadra degli allievi della Scuola Sainte Marie. La nostra Madre celeste non ci lascia mai cadere nella disperazione! Lei è sempre lì, con noi e non smette mai di pregare per noi... Dio non le rifiuta nessuna richiesta. Padre Viktor Elysé
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olitaly · 4 months ago
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oltrearcobaleno · 5 months ago
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L’integrazione scolastica delle persone con disabilità: un percorso verso l’inclusione e l’apprendimento
L’integrazione scolastica delle persone con disabilità rappresenta un diritto fondamentale garantito dalla normativa italiana, che ha come obiettivo quello di promuovere l’inclusione e l’autonomia degli alunni con disabilità all’interno delle scuole di ogni ordine e grado. Questo processo si basa su una serie di strumenti e figure professionali, come l’insegnante di sostegno, che collaborano con le famiglie e le istituzioni per favorire il benessere e lo sviluppo dei minori con disabilità.
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Il successo dell’integrazione scolastica delle persone con disabilità si realizza attraverso il coinvolgimento attivo di un operatore qualificato che, inserito nell’ambiente scolastico, affianca l’alunno nelle attività quotidiane. L’operatore ha il compito di facilitare il processo di apprendimento, non solo attraverso l’assistenza didattica, ma anche promuovendo la socializzazione e la relazione con i compagni di classe. L’attività scolastica per gli alunni con disabilità viene quindi adattata alle loro esigenze, in modo da garantire una partecipazione attiva e significativa all’interno della comunità scolastica.
Il ruolo centrale della scuola nell’integrazione
La scuola riveste un ruolo essenziale nel processo di integrazione delle persone con disabilità, fungendo da comunità inclusiva e accogliente. L’obiettivo primario è garantire il diritto all’istruzione per tutti gli alunni, indipendentemente dalle loro capacità o condizioni. Per far sì che ciò avvenga, è fondamentale che l’intero ambiente scolastico, a partire dagli insegnanti fino ai compagni di classe, contribuisca alla creazione di un clima di partecipazione e inclusione.
Affinché l’integrazione scolastica delle persone con disabilità abbia successo, il progetto educativo deve essere concepito in modo personalizzato. Ciò implica che le attività didattiche vengano calibrate per stimolare al massimo le potenzialità degli alunni con disabilità, promuovendo sia l’apprendimento che lo sviluppo di competenze sociali e relazionali. La collaborazione tra scuola e famiglia è anch’essa un elemento chiave: i genitori devono essere coinvolti attivamente nel percorso educativo dei propri figli, così da garantire una continuità tra il contesto scolastico e quello familiare.
Chi può beneficiare dell’integrazione scolastica?
L’integrazione scolastica si rivolge a tutti i minori con disabilità, indipendentemente dalla gravità della loro condizione. Ogni bambino ha il diritto di accedere all’istruzione e di partecipare alle attività scolastiche, dalla scuola materna fino all’università. La legge italiana, in particolare la Legge 104/92, sancisce il diritto all’integrazione scolastica per tutti gli alunni con disabilità, garantendo un sostegno continuo lungo tutto il percorso educativo.
Oltre all’alunno, l’integrazione scolastica sostiene anche le famiglie, offrendo loro supporto e strumenti per affrontare le sfide che derivano dall’assistenza e dall’educazione di un figlio con disabilità. La scuola diventa così un punto di riferimento, non solo per l’alunno, ma per tutti coloro che lo circondano.
L’evoluzione dell’integrazione scolastica
Il concetto di integrazione delle persone con disabilità è cambiato profondamente nel corso del tempo. Agli inizi del Novecento, le persone con disabilità venivano considerate inferiori e non integrate pienamente nella società. Solo negli anni ’80 si iniziò a parlare di integrazione scolastica come diritto fondamentale, riconoscendo che le scuole speciali non consentivano una reale inclusione.
Con l’introduzione della figura dell’insegnante di sostegno, la scuola italiana ha compiuto un passo avanti significativo. Questo professionista, altamente qualificato, svolge un ruolo cruciale nell’integrazione degli alunni con disabilità, lavorando a stretto contatto con gli altri docenti per garantire un’educazione inclusiva e partecipativa. L’insegnante di sostegno non si limita a fornire assistenza didattica, ma è anche responsabile della redazione del Piano Educativo Individualizzato (PEI), uno strumento fondamentale per la definizione degli obiettivi di apprendimento e delle modalità di verifica dei progressi degli alunni con disabilità.
La normativa italiana a supporto dell’integrazione
L’Italia è uno dei Paesi all’avanguardia nell’integrazione scolastica delle persone con disabilità. Già con la Legge 118/1971 si stabiliva che l’istruzione dei soggetti con disabilità dovesse avvenire nelle classi comuni della scuola pubblica. Tuttavia, è con la Legge 517/1977 che si è introdotto il concetto di integrazione scolastica vera e propria, prevedendo l’inserimento degli alunni con disabilità nelle scuole ordinarie e la figura dell’insegnante di sostegno.
Un ulteriore passo avanti è stato compiuto con la Legge 104/1992, che regola il diritto allo studio delle persone con disabilità e ne promuove l’integrazione nella scuola, nella società e nel mondo del lavoro. Questa legge stabilisce una serie di misure a favore degli alunni con disabilità, tra cui il diritto all’assistenza e alla personalizzazione dell’insegnamento, garantendo che ogni alunno possa accedere a un’educazione di qualità.
Il Piano Educativo Individualizzato (PEI)
Il PEI è uno strumento fondamentale per l’integrazione scolastica delle persone con disabilità. Redatto in collaborazione tra insegnanti, famiglia e operatori socio-sanitari, il PEI definisce gli obiettivi educativi specifici per ogni alunno con disabilità, tenendo conto delle sue potenzialità e delle sue esigenze particolari. La sua funzione principale è quella di monitorare il progresso dell’alunno e di adattare le attività scolastiche in base ai risultati ottenuti.
Grazie a questo strumento, l’integrazione scolastica delle persone con disabilità diventa un processo dinamico e personalizzato, che si evolve nel tempo in base alle necessità dell’alunno e ai suoi progressi. Il PEI rappresenta, quindi, un elemento chiave per garantire che l’integrazione scolastica non si limiti all’assistenza, ma promuova attivamente l’apprendimento e la crescita personale.
Conclusione
L’integrazione scolastica delle persone con disabilità è un diritto fondamentale che mira a garantire a tutti i bambini e ragazzi un’educazione inclusiva e di qualità. Grazie al lavoro congiunto di scuole, famiglie e operatori socio-sanitari, gli alunni con disabilità possono sviluppare appieno le loro potenzialità, partecipando attivamente alla vita scolastica e sociale. L’Italia, con il suo avanzato sistema normativo, rappresenta un esempio di come l’integrazione scolastica possa contribuire a costruire una società più inclusiva e giusta.
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m2024a · 7 months ago
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«Sei sporca, brutta e grassa»: 12enne bullizzata in classe, la scuola condannata a risarcire 60mila euro «Tu sei una ragazza sporca, come tu madre, fai cose sporche, se i un p... Sei brutta, grassa, guardati». Presa di mira da un bullo, un coetaneo di 12 anni che frequentava la sua stessa classe, la seconda media di un istituto di Pescara. Per giorni, diventati mesi, lunghissimi e pesanti, la bambina è stata bersaglio di offese volgari e costanti, in classe, durante la ricreazione, quando camminava lungo i corridoi, quando usciva o entrava a scuola terrorizzata, con il cuore gonfio di angoscia per qualcosa che non sapeva spiegarsi. «Perché a me? Cosa ho di sbagliato?» si domandava quando mamma e papà la lasciavano davanti all'istituto scolastico. Quella scuola che l'ha abbandonata rendendola quasi invisibile, fatta diventare il bersaglio di un bullo, e che oggi per questo è stata condannata anche secondo grado, dalla Corte d'appello dell'Aquila, a risarcire la bambina (oggi è una ragazza di 23 anni che lavora e ha ripreso in mano la sua vita dopo anni di cure e sostegno psicologico) e i suoi genitori con 60 mila euro, dopo che la famiglia ha fatto causa alla scuola affidandosi all'avvocaro Giacomo Cecchinelli di Pescara. Ci sono voluti otto anni di udienze - uno strazio ripercorrere le sofferenze - per avere giustizia. Bullismo, bambino si suicida: i genitori si erano lamentati con la scuola almeno 20 volte. Sammy Teusch aveva 10 anni Si tratta di una sentenza di appello che ha confermato la decisione di primo grado di condannare al risarcimento del danno la scuola di Pescara per non aver vigilato e non aver preso provvedimento immediati e sufficienti a neutralizzare il bullo già nel 2015, quando iniziarono i primi episodi in classe di offese e vessazioni verso la bambina che aveva la sola colpa di avere un animo senbibile, all'apparenza timida, studiosa e riflessiva. Perché, si sa, i bulli scelgono come vittime quelle che riconoscono come più fragili, incapici di difendersi. Le continue violenze verbali hanno provocato danni gravi alla bambina che allora perse addirittura 20 chili, ebbe un contraccolpo psicologico serio e fu costretta a cambiare scuola, perdendo l'anno scolastico. La scuola, al tempo, sospese il ragazzino bullo per una settimana, ma i giudici hanno considerato questa decisione non adatta, da sola ad arginare il comportamento vessatorio del ragazzino. I compagni di classe della ragazzia bullizzata con le loro testimonianze sono stati fondamentali per arrivare alla sentenza: «Lei piangeva nei corridoi, era esasperata, andai dal preside e disse che avrebbe preso provvedimenti, capì che era a conoscenza del comporamento del ragazzino in classe» ha detto un'amica in Tribunale. «Sei nera, lei non è tua madre perché è bianca»: bimba bullizzata dai compagni costretta a lasciare la scuola di Roma I giudici sono stati molto duri con la scuola scrivendo che «a nulla rileva l'aver adottato un rigido regolamento scolastico e la sanzione inflitta a carico dei ragazzino solo dopo che la vittima  aveva trovato la forza di  informare il preside e denunciare l'accaduto. Il compito della scuola era quello di tutalare la minore, adempiendo all'obbligo di controllo e vigilanza prima che si verificasse la situazione di pericolo e non intervenire in un momento successivo». E ora all'istituto scolastico non resta che pagare i danni.
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