#sistema malato
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Anche lo stereotipo inverso è una disfunzione. Ma qui il punto è che questa roba con tutta probabilità accadrà veramente.
#uomini#donne#stereotipi#tossicità#maschile malato#femminile malato#zombie#società#società malata#svegliatevi#aprite gli occhi#sistema#mondo marcio#disfunzioni#propaganda#rincoglioniti#matrix#fluidi#discernimento#responsabilità#mass media
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Oggi si sta rivelando ciò che c'era da molto tempo.
Ormai sono convinto come Dugin che l'occidente sia caduto in una sorta di possessione demoniaca e abbia bisogno di un esorcismo. Chiamatela possessione demoniaca (implicando il trascendente) o isteria di massa (implicando la psicologia), il risultato è uguale.
Fabristol
#zombie#società#società malata#svegliatevi#aprite gli occhi#sistema#manipolazioni#verità#schiavi#diavoli#rincoglioniti#mondo malato
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Mi chiedo se esista un esponente del governo guidato dal signor presidente Giorgia o qualcuno degli elettori di questi personaggi che rispetti Dio, rispetti la cosiddetta patria e rispetti la famiglia, intesa ovviamente come “famiglia tradizionale”.
Andiamo per ordine.
Ogni volta che parlano di immigrazione insultano Dio, perché l’accoglienza è una delle sette opere di misericordia.
E scorrendo le scritture si potrebbe proseguire a lungo: “Non maltratterai lo straniero e non l’opprimerai, perché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto”, Es 22,21. E ancora: “Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato”, Matteo 25,35.
Insomma, Dio o chi per lui praticava l’accoglienza totale, quindi chi non è per l’accoglienza totale (es. “non possiamo accoglierli tutti…) dovrebbe lasciar perdere Gesù, la Madonna o Padre Pio e iniziare a venerare qualcuno più alla sua portata, tipo Massimo Boldi.
Veniamo alla cosiddetta “patria”.
Cosa c’è di più dannoso per la patria che far diventare più povero e più malato chi la abita?
Secondo le tabelle dell’Eurostat, le famiglie italiane sono sempre più povere e il loro reddito reale è sempre più basso rispetto alla media dell’Unione Europea. Nello stesso giorno, il Gimbe ci comunica che l’Italia è il Paese del G7 che investe meno sulla sanità, mettendo a rischio la stessa tenuta del Sistema Sanitario Nazionale.
E chiudiamo con la famiglia tradizionale.
Tra figli fatti fuori dal matrimonio, fedi che spariscono in alcune foto, tripli e quadrupli matrimoni, threesome e foursome, a occhio è la cosa più bistrattata delle tre. In pratica chi predica bene e razzola malissimo vorrebbe imporre un modello a tutti gli altri. Se tutti prendessimo come modello il signor presidente Giorgia o i suoi ministri, la “famiglia tradizionale” si estinguerebbe nel giro di poco tempo.
Concludendo. Una parte del popolo italiano continua a farsi abbindolare dalla Wanna Marchi di turno, ma continua a non rendersene conto.
@FabioSalamida
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A Roma un uomo è finito in carcere per un errore dell’intelligenza artificiale di un sistema di riconoscimento facciale collegato a una telecamera di una gioielleria (1). A Milano il comune vuole acquistare un sistema di intelligenza artificiale per individuare e multare chi usa lo smartphone mentre guida (2). A Napoli una testata giornalistica ha sottoposto ChatGpt a una prova di dialetto napoletano concludendo che il software ha svolto il lavoro in modo più che sufficiente (3). A Milano alcuni giornalisti hanno usato l’intelligenza artificiale per realizzare un’intervista virtuale con il ciclista Luigi Ganna, morto nel 1957, il quale si è rammaricato per non aver potuto usare le attuali biciclette tecnologiche (4). A San Benedetto del Tronto (Ascoli) un esperto di economia ittica ha avvisato i pescatori che l’intelligenza artificiale troverà da sola le aree di mare più pescose (5). In una scuola di Lecco è partito un progetto per usare in classe l’intelligenza artificiale (6) fornita da Google (7). In una scuola di La Spezia un professore si è accorto che dal controsoffitto cadevano calcinacci e ha fatto evacuare l’aula, dove subito dopo il controsoffitto è crollato (8). A Roma una scuola dell’infanzia è stata chiusa per la presenza di serpenti e topi (9). A Lecce durante un incontro scuola-famiglia una donna ha preso a pugni una professoressa perché riteneva che avesse dato al figlio un voto troppo basso (10). In una scuola di Carrara uno studente di 15 anni ha salvato la vita di una bidella che stava per essere soffocata da una merendina praticandole una manovra appresa dalla madre infermiera (11). Alle isole Tremiti (Foggia) la scuola elementare ha riaperto dopo vent’anni grazie a una maestra precaria che ha accettato l’incarico (12) trasferendosi in un paese di 131 abitanti (13). A Trapani il 10,47 per cento dei ragazzi non finisce gli studi, facendo della città siciliana quella con la più alta dispersione scolastica in Italia (14). In Abruzzo l’84 per cento dei ginecologi degli ospedali pubblici non pratica l’interruzione di gravidanza, facendo della regione quella dove è più difficile abortire in Italia (15). A Perugia una donna ha denunciato di aver vissuto un’odissea girando per tre diverse strutture sanitarie per ottenere l’interruzione di gravidanza (16). A Torino c’è stata una manifestazione di donne contro la cosiddetta “stanza dell’ascolto” dell’ospedale Sant’Anna dove gli antiabortisti cercano di convincere le donne a non interrompere la gravidanza usando a questo scopo soldi pubblici (17). A Rapallo (Genova) un uomo che non aveva ottenuto l’eutanasia si è tolto la vita acquistando un kit per il suicidio sul dark web (18). A Vicenza un uomo con un grave tumore ha rivelato di essere andato in Svizzera per ottenere cure palliative con l’Lsd (19) e l’Associazione Coscioni ha chiesto che le terapie psichedeliche vengano autorizzate anche in Italia (20). A Vernio (Prato) una donna di 82 anni ha soffocato con un cuscino il marito malato di Alzheimer (21). Nell’ospedale di Baggiovara (Modena) è in corso l’Alzheimer fest che prevede momenti di svago e la cena finale “Non ti scordar di me” (22). A Bergamo per la Festa dei nonni i gelatai hanno regalato agli ospiti delle rsa centinaia di coni e coppette con un gusto a basso indice glicemico (23). A Peschici (Foggia) una gelateria ha iniziato a proporre il gusto alle cime di rape perché è adatto all’autunno (24). A Milano gli operatori della moda hanno convenuto che quest’autunno bisogna avere nell’armadio almeno un capo bordeaux (25), giacche in stile navajo (26) e cardigan da abbinare ai jeans (27), mentre per quanto riguarda il beauty il rossetto dev’essere color vinaccia o castagna (28). [...]
[...] Continua su: L’innocente arrestato dall’intelligenza artificiale e altre storie - Internazionale
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secondo il mio malato sistema di pensiero, io devo essere sempre la migliore in tutto, la più brava e perfetta
quando tutto questo mi darà tregua?
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Nove di Denari
"La Passione interiore per l'Amore"
Ci stiamo inoltrando nella potente "ondata autunnale".
E le prime "scosse energetiche" sono oltremodo rappresentative di ciò che andremo ad affrontare nei prossimi mesi.
Non sarà certo una passeggiata.
Conosciamo l'intensità di questo Viaggio. Abbiamo percorso lunghi tragitti sottoposti alla forza di queste frequenze.
Sono scombussolanti, travolgenti, a tratti debilitanti.
Esse, quando penetrano nel nostro Sistema, lo modificano.
Per sempre.
I prossimi mesi saranno altamente trasformanti. Si moltiplicherà la potenza di questo movimento cosmico.
E faremo i conti con la Verità più e più volte. Con occhi spalancati. Senza filtri. Senza distorsioni.
Ma tra ieri e oggi questo è stato chiaro.
Siamo oltre la metà del percorso di rinnovamento cellulare e i temi che emergono dalle profondità, sono proprio quelli più reconditi, più sopiti, più nascosti. Quelli che avevano innescato "bombe" distruttive nel corso della nostra Vita, ma che non riuscivamo mai ad afferrare, ad individuare, a riportare alla memoria e all'associazione di Coscienza.
Tutti i nostri gesti, le nostre avventure su questa Terra sono per anni rimaste legate alla "simbologia". Sono frutto di associazioni, di schemi inconsci, di eredità genetiche, di automatismi appresi. Di ricordi.
Siano questi Simboli di origine antica o di "fattura contemporanea", essi si muovono in ogni nostro passaggio di apparente "scelta".
Lo schema sa. Noi spesso non sappiamo.
Siamo totalmente all'oscuro di ciò che muove i nostri passi, i nostri sguardi, le nostre parole, i nostri dolori.
Siamo "analfabeti simbolici".
Imparare ad interpretare i nostri meccanismi inconsci è un lavoro a tempo pieno.
Non si spezza un meccanismo malato, con una pillola.
Occorre perseveranza e lucidità, volontà e coraggio.
Lo schema vorrà sempre "tornare indietro", riportarci nella zona di sicurezza e ripetitività. E' il suo compito preservare i confini del movimento e dell'esperienza.
Occorre la sincera voglia di "risolvere", non di metterci una pezza ogni tanto.
Questo è un Tempo che, se speso nella giusta Direzione interiore, "trasforma il Piombo in Oro".
Ma non da solo.
Non senza l'impegno dell'Incarnazione a partecipare attivamente alla "processo di riabilitazione".
La stanchezza e la fatica, oltre che la Resistenza, fanno parte di questo Viaggio solo se non ci siamo fino in fondo appassionati all'obiettivo, se non lo abbiamo "sentito" dentro come Missione, come Compito, come Opportunità di Rinascita.
Non c'è esperienza più bella che annaffiare giorno dopo giorno le piantine del nostro orto. Anche quando trasportare l'acqua diventa un'impresa. Anche quando fa caldo e vorremmo starcene rintanati in casa. Anche quando non vediamo ancora alcuna pianta germogliare.
La "determinazione muove il Mondo".
La Spada del Maschile ci guida e ci sprona a proseguire con sguardo fiero e posato.
E no.
Non è vero che "capitano tutte a noi".
Non è vero che... "speriamo siano solo cose belle".
Le "cose" accadono. Non sono "né belle né brutte".
Sono schemi. Schemi che risuonano bene, o schemi che vanno modificati nella loro struttura d'origine.
Le "cose" che accadono sono esattamente ciò che il nostro "potere creativo" è in grado di portare nella Materia.
E se siamo ancora ingabbiati dentro a schemi disfunzionali, già possiamo intuire cosa ci proporranno come ennesima esperienza.
La differenza è che l'Autunno amplificherà di cento volte tanto il nostro potere creativo sulla Materia.
La Materia si renderà particolarmente duttile e i nostri piani energetici vedranno moltiplicata la loro forza e capacità di imprimere la Generatività nel quotidiano.
A voi le degne conclusioni.
Completiamo con volontà e passione le pulizie interiori.
Sarà fondamentale "creare" con Coscienza, Purezza d'Intento e Amore nella Materia.
Ci accorgeremo subito se il lavoro tanto sudato nei mesi precedenti, ha davvero scalfito le nostre zone d'Ombra più resistenti e "intoccabili". Sarà chiaro, limpido, lampante.
Non lesinate sul "lavoro interiore". Mai.
Aiutate il vostro nucleo Originale a manifestarsi nel modo più autentico, più connesso, più libero da interferenze possibile.
E non dite: "Sono stanco".
No, non sei stanco. Sei demotivato. E' diverso.
Ritrova la Passione per te stesso e per i tuoi immensi obiettivi e vai.
Sfodera la tua Spada Lucente e, con sguardo fiero, affronta.
Perderai? Apparentemente sì, tante relazioni, tanti luoghi, tante parti di te stesso.
Ma non saranno una "perdita". Esse saranno un tassello in più alla tua crescita e alla tua prossima realizzazione interiore.
Saranno "Vita".
Mirtilla Esmeralda
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Il mese scorso era stato il Cpr di Milano. Oggi ad essere al centro delle cronache è il Cpr di Palazzo San Gervasio (PZ). Il centro di detenzione del potentino è al centro di un’inchiesta portata avanti dalla Procura della Repubblica di Potenza che coinvolge 10 persone, accusate di violenza pluriaggravata nei confronti delle persone detenute nel centro, calunnia, truffa e falso ideologico. Un ispettore della polizia di Stato è stato posto agli arresti domiciliari, un medico ha ricevuto il divieto per un anno di esercitare la professione all’interno dei Centri di permanenza per il Rimpatrio. Accusati anche i gestori del Centro, ai quali è stato disposto il divieto di impresa per un anno in relazione alla Pubblica Amministrazione.
Palazzo San Gervasio: l’ennesima conferma. I CPR sono un sistema malato
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Prendi 4 paghi 8.
Presumo che le nuove varianti saranno scatenate da questi meravigliosi cocktail.
#vaccino#zombie#società malata#società#mondo malato#malati cronici#svegliatevi#manipolazioni#sistema#aprite gli occhi#dittatura#covid#salute#sanità#rincoglioniti#mass media#vax#oms#medici#ospedali#diavoli
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Riporto un commento che riassume una valanga di pensieri simili.
Non mi interessa spiegare i vari motivi di bassezza mentale ed emotiva che emergono fin troppo palesi, voglio piuttosto ribadire l'evidenza del circuito malato di questo sistema che le persone non vedono l'ora di nutrire.
Ciò riguarda sia chi subisce, sia chi infligge, che sono facce dello stesso processo.
La maggior parte delle volte nessuno si occupa di giustizia. In piccolo come in grande, le persone vogliono solo vendetta.
Ciò perché prima di ragionare sul come e sul perché hanno permesso di alimentare certi schemi, danno la piena responsabilità agli altri.
E nel fare questo si credono talvolta superiori, senza capire che si trovano nella stessa stanza di coloro che tanto detestano.
L'auto osservazione ti costringe a vedere anche quanto puoi essere imbecille. Ti obbliga a svincolarti da certe dinamiche e a usare la tua mente e le tue emozioni in modo diverso.
Chi ci riesce apre la porta ed esce da quella stanza, chi resta nei legami distorti si impegna nella "rivincita".
Faccio notare che chi pensa a vincere vuole solo ri-vincere, ovvero ha in sé lo schema del potere disfunzionale e così vive ogni relazione.
#relazioni#potere corrotto#potere#disfunzioni#zombie#società#società malata#svegliatevi#schiavi#rincoglioniti#responsabilità#lavoro su di sé#crescita personale#crescita interiore#aprite gli occhi#sistema#illusioni#tossicità#manipolazioni#controllo#consapevolezza
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" Nel 1925, un manifesto di artisti francesi che si firmavano la « revolution surrealiste », indirizzato ai direttori dei manicomi, cosi concludeva: « Domattina, all’ora della visita, quando senza alcun lessico tenterete di comunicare con questi uomini, possiate voi ricordare e riconoscere che nei loro confronti avete una sola superiorità: la forza ». Quarant’anni dopo - legati come gran parte dei paesi europei, ad una legge antica ancora incerta fra l’assistenza e la sicurezza, la pietà e la paura - la situazione non è di molto mutata: limiti forzati, burocrazia, autoritarismo regolano la vita degli internati per i quali già Pinel aveva clamorosamente reclamato il diritto alla libertà… Lo psichiatra sembra, infatti, riscoprire solo oggi che il primo passo verso la cura del malato è il ritorno alla libertà di cui finora egli stesso lo aveva privato. La necessità di un regime, di un sistema nella complessa organizzazione dello spazio chiuso nel quale il malato mentale è stato isolato per secoli, richiedeva al medico il solo ruolo di sorvegliante, di tutore interno, di moderatore degli eccessi cui la malattia poteva portare: il valore del sistema superava quello dell’oggetto delle sue cure. Ma oggi lo psichiatra si rende conto che i primi passi verso la « apertura » del manicomio producono nel malato una graduale trasformazione del suo porsi, del suo rapporto con la malattia e col mondo, della sua prospettiva delle cose, ristretta e rimpicciolita, non solo dalla condizione morbosa, ma dalla lunga ospedalizzazione. Dal momento in cui oltrepassa il muro dell’internamento, il malato entra in una nuova dimensione di vuoto emozionale… viene immesso, cioè, in uno spazio che, originariamente nato per renderlo inoffensivo ed insieme curarlo, appare in pratica come un luogo paradossalmente costruito per il completo annientamento della sua individualità, come luogo della sua totale oggettivazione… "
Franco Basaglia, Le istituzioni della violenza, in:
AA. VV., L'istituzione negata. Rapporto da un ospedale psichiatrico, (a cura di Franco Basaglia; collana Nuovo Politecnico, n° 19), Giulio Einaudi editore, 1974⁷ [1ª edizione 1968]; il brano citato si trova alle pp. 129-130 (corsivi dell’autore).
#Franco Basaglia#Le istituzioni della violenza#psichiatria#vita#L'istituzione negata#malattia#società#istituzione totale#istituzioni totali#antipsichiatria#biopotere#surrealismo#L'istituzione negata. Rapporto da un ospedale psichiatrico#1968#esclusione sociale#saggistica#saggi#letture#leggere#libri#ospedali#potere#violenza#esclusione#tecnocrazie#devianza#neuropsichiatria#malattia mentale#umanità#manicomi
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giovanni battista cutolo è un nome proprio di persona, per molti non dirà nulla, altri magari l’hanno sentito di sfuggita, in ogni caso giovanni era un ragazzo della mia età, era, perché è morto, ucciso, a napoli
napoli, quella città che molti ultimamente hanno riscoperto per mare fuori o prima ancora per gomorra, sui social negli ultimi anni spopola la gente che si sente “napoletana”, ma solo perché non la vive, è questo il punto, è facile dire napoli è bella, si mangia bene, la gente è simpatica, ma voi che non la vivete non sapete cos’è napoli davvero, o meglio cosa sono i napoletani, i napoletani (per gran parte) sono quelli che ti ammazzano dopo un litigio per un parcheggio perché sì, giovanni, 24 anni, musicista, è stato ucciso per un litigio da un sedicenne (16 anni, io a 16 anni andavo appresso alle ragazze, stavo con i miei amici nell’oratorio, non andavo in giro con una cazzo di pistola) a causa di un parcheggio, un sedicenne che tira fuori una pistola, “me rutt o cazz” e spara, davanti agli occhi della fidanzata di giovanni, che lascia su quell’asfalto insanguinato i suoi sogni, una madre, un fratello, un padre, una famiglia distrutta
“giovanni vive” scrivono con una colomba e un cuore sui social, no, giovanni non vive e non vivrà mai più, per colpa di una città malata, di un sistema malato, napoli e i napoletani (io compreso) dovremmo solo chiedere scusa a giovanni, ma alla fine giovanni è solo un nome proprio di persona, oggi è lui, ieri era francesco pio maimone, domani sarà qualcun altro, vittime innocenti di una città irrecuperabile perché le persone cattive saranno sempre più di quelle buone, a napoli ogni persona ignorante e pregna di cattiveria non fa un figlio, ne fa 10, una sola famiglia fa decine di figli e crescono decine di potenziali criminali, chi è “buono” se ne sta in disparte o almeno ci prova, oppure scappa via da questo posto
napoli non è (solo) il mare, la pizza, il sole, il caffè e quant’altro, napoli è una città bellissima ma popolata da troppi mostri che ne oscurano la bellezza, a napoli i sogni te li strappano dalle mani e te li fanno a pezzi per un parcheggio e tu non puoi fare nulla, sei impotente, perché dall’altra parte ci sono ragazzi o addirittura ragazzini che sono frutti marci, nati da altri frutti marci, che avvelenano giorno dopo giorno, come parassiti, una città
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Ho Caldo, sto male
Mi sveglio nelle 8 per prendere le medicine. Non avere piu' una tiroide non aiuta a svegliarsi presto e bene, cosi' come non aiuta a combattere il caldo.
Trascino il mio fisico da leone marino verso la poltrona, per godermi un altro po' il silenzio di un sabato mattina e dare sollievo alla schena ferma da troppo tempo nella stessa posizione. In camera loro, mia madre e mio padre dormono ancora.
Meglio cosi'.
Lui, ingegnere con alzheimer, non ricorda piu' un cazzo se non che ha ragione lui. Sempre. Su tutto.
Lei, la ragazza immagine della tossicita' relazionale, nota al mondo per aver appreso del lockdown esclamando "oddio, ma come faccio a fare scorta, che ho il freezer pieno?!", al momento in leeeeenta ripresa da un femore rotto. Segretamente, crede di essere la Romanov scappata ai Bolscevichi. Apertamente, pretende di essere trattata come tale.
Ho caldo, sto male.
Sono in poltrona da 5 minuti e compare mio padre, vestito, pronto per andare a fare un giro. Con "Pronto" intendo che si mette a girare per casa brontolando ad alta voce perche' non trova cellulare, portafoglio, chiavi di casa, etc etc, salvo poi ricordarsi di averli gia' in tasca e ripartire in una rumorosissima caccia al tesoro.
Niente, non ci riposa in poltrona. Lo aiuto, sistemo tutte le cose fatte a meta' che ha lasciato in giro, poi passo a sentire mia madre. Doveva preparare una lista di cose da fare entro domani per aiutarli a partire per le ferie. Ovviamente, non l'ha fatta.
"Mentre ti vado a prendere le medicine, falla" "Certo"
Nel mentre suona mio padre alla porta. E' con una tizia, una vicina di qualche casa piu' in la, che si e' chiusa fuori di casa e non riesce piu' ad aprire la porta. Cerca il mio parente falegname, che pero' non c'e'. Chiede se so aprire le porte, rispondo "Certo, ma immagino voglia anche richiuderla, dopo" e vengo accolto da uno sguardo stupito, appannato dall'afa. Provo a cercare un fabbro, ma ovviamente non se ne trova. L'arzilla signora blocca un altro vicino e chiede se lui sa smontare serrature. Incredibilmente, questo dice di sapersela cavare e si offre di aiutarla.
Ho caldo, sto male.
Recuperato un vecchio, vado a prendere le medicine per l'altro. A mezzogiorno, sotto il caldo di una citta' inadatta all'estate. Arriva il mio turno e scopro tutta una serie di piacevolezze tipiche della gestione materna delle cose, nota come "Oddio, e ora come faccio?". Il piano terapeutico scaduto, la ricetta del medico che non si vede a sistema, il gomito che fa contatto col ginocchio e bla bla bla, mi danno un blister che copre 10 giorni piu' per gentilezza che altro. A nulla vale far presente che col medico in ferie 15 giorni e i parenti indirizzati in montagna, con quel blister non dico che mi ci spazzo il culo, ma insomma...
Niente da fare.
Ho caldo, sto male.
Rientro a casa e cado nell'imboscata, per strada, di una amica di famiglia logorroica, che mi chiede dei miei pur avendo il numero di telefono e che mi attacca una pezza assissina sulla salute. Scappo fingendo un virus intestinale.
Ho caldo, sto male
In casa i due vecchi sono riusciti si e no ad iniziare ad apparecchiare. Non so se avete mai visto come apparecchia un malato di Alzheimer, ma "la fantasia al potere" rende l'idea. Nel mentre, la Romanov sputa ordini e sentenze. Tutto infarcito da termini generici, indicatissimi per dare spiegazioni a uno che non trova un coltello rosso su una tavola bianca.
Ho caldo, sto male, e ho esaurito la pazienza.
Chiedo un bombardamento orbitale sulle mie coordinate.
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La parabola dell'ex capo della procura di Trani, appena condannato in primo grado, sempre promosso in una carriera costellata da disastri, incarna chiaramente le disfunzioni della giustizia italiana e del Csm
(...)
In questa sede non ci interessano molto i processi e le sentenze, che peraltro non sono definitive. Ma le disfunzioni della giustizia che emergono da queste inchieste e su cui la magistratura dovrebbe fare un’autocritica e una riflessione profonda. Ciò che sorprende, e dovrebbe allarmare, ripercorrendo l’intera carriera di Capristo dagli inizi a oggi, è come sia stato possibile che il Csm lo abbia sempre promosso e nominato al vertice di importanti procure nonostante i risultati disastrosi. Da Bari a Trani fino a Taranto, facendo diventare metastatico un sistema basato sulla prevaricazione e il senso d'impunità.
La storia di Capristo parte negli anni Novanta, quando diventa una star nazionale della magistratura per l’inchiesta sull’incendio del teatro Petruzzelli di Bari. Il rampante pm fece arrestare l’ex gestore del teatro, Ferdinando Pinto – colui che aveva rilanciato il Petruzzelli – con l’accusa di aver commissionato il rogo del suo teatro alla malavita barese con lo scopo di intascare i soldi dell’assicurazione. L’accusa di Capristo si basava sulla fondamentale testimonianza di un malato terminale, che rappresenta una delle pagine più raccapriccianti della storia della giustizia italiana. La storia fu raccontata, proprio sul Foglio, da Lino Jannuzzi. Capristo si presentò in una clinica, accompagnato da un informatore incappucciato che faceva il “cartomante”, per interrogare un musicologo amico di Pinto malato di Aids, moribondo e incapace di parlare. Sulla base di quei rantoli estorti a una persona in fin di vita Pinto venne arrestato: sarà completamente assolto solo dopo 20 anni.
(...) Ma mentre il cancro del “sistema Trani” si faceva sempre più grande, il Csm decise di farlo diventare una metastasi promuovendo Capristo alla guida della procura di Taranto, quella che di fatto decide della vita e della morte dell’Ilva. Ma le responsabilità non riguardano solo la magistratura. Il principale sponsor di Capristo nel Csm è stato Maria Elisabetta Alberti Casellati, attuale ministro per le Riforme del governo Meloni, che sottolineava lo “straordinario profilo professionale” di Capristo. E il Csm ha approvato.
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Come al solito questo paese mi ruba il tempo, la vita, le parole e la voglia di scrivere. Forse perché non c'è niente da dire eppure come 5 anni fa da una parte avrei così tanto da dire da poter diventare un fiume in piena, ma, appunto, non ho il tempo di ordinare nessuno dei centomila pensieri e metterli per iscritto.
Oggi sono andata a lavorare, in sede. Con divisa fatta da giacca, camicia a maniche lunghe, pantaloni e tacchi da 5cm. Quindi sveglia alle 6:30 perché Tokyo è lontana e solo così puoi arrivare in orario (che non è alle 9, ma alle 8:45 perché essere in orario qui vuol dire essere in ritardo). Il lavoro consisteva in un training su come creare una rete LAN. In cosa è consistito? Hanno dato delle slide con dei comandi scritti e mezze istruzioni, ci hanno dato i PC, i router, gli switch e hanno detto: fate. Io uno switch so a malapena cos'è e qual è la sua funzione (solo perché mi sono messa a vedere qualche video prima di partire, sennò non saprei nemmeno quello). Fortuna che c'erano due ragazzini giapponesi volenterosi e insieme ci siamo messi e siamo riusciti a fare qualcosa, sennò fossi stata sola non avrei saputo nemmeno da dove cominciare. Gli altri due cinesi, entrati in azienda 2 anni fa, erano più ignoranti di me. Molto poco chiaro che cazzo si faccia in questa azienda e come funzioni il sistema.
Martedì si è concluso il "training" di 8 giorni che è consistito per l'80% in "filosofia aziendale", questionari giornalieri e settimanali su cosa si è imparato (spoiler: un cazzo), lavori di gruppo inutili, spiegazioni su come fare carriera aziendale (tramite un sistema di punteggi assurdo e complicato) e giusto qualche volta ci hanno parlato delle piattaforme che si utilizzano per "timbrare" o per richiedere i rimborsi ecc (uniche cose utili). Il resto dei giorni? Meeting alle 9 per check di: 1. Che non stai dormendo 2. Che sei vestito correttamente e che sei "sistemato" 3. Per sapere se fisicamente stai bene o sei malato. Il resto della giornata: rispondi alle email degli uffici, fai qualche meeting e studia per prendere le certificazioni - che non ti pagheremo noi e che non dovrai fare durante l'orario di lavoro. Perché mica le sto prendendo per lavorare, le prendo per sport personale giustamente. Va bene.
In tutto questo pagheranno il primo stipendio 25 Agosto e non avremo la possibilità di chiedere nessun permesso per 6 mesi. Fortunatamente ci hanno recentemente pagato il supporto per il trasloco perché sennò stavamo freschi.
Benedico un po' il cielo per aver conosciuto questo indiano che è mio collega e che vive nel mio stesso dormitorio. L'India a quante parte è il Sud Italia del Sud-est asiatico, per molti aspetti (non c'è niente di stupefacente in fondo). Malediciamo questo paese, questa azienda e noi stessi per essere venuti tutti i giorni. Qui è tutto così caro che non ci facciamo capaci di come la gente riesca a vivere. Si pensa sia il paese del pesce e del riso e invece il pesce è quasi inacquistabile da quanto costa (filetti di soli 200gr intorno a 4/5€), il riso che dovrebbe essere come la nostra pasta e invece 5kg costano 15€ (5€/kg). Non è un caso infatti che il tasso di povertà stia salendo alle stelle: gli stipendi sono gli stessi da 25 anni. Questi di che cazzo dovrebbero vivere?
Personalmente, non so mai che cazzo mangiare e vivo di tofu e pesce -che compro solo perché mi piace e perché sono anni che evito la carne nella mia quotidianità. Ma qui è quasi impossibile evitarla, dato che la carne rossa è persino nei contorni di verdure (che non so mai come cazzo cucinare e ogni volta che trovo una ricetta di verdure taaac carne di manzo dentro machecaaaazz - viva il paese del sushi come sempre insomma).
Soffro perché mi manca già la palestra e non è passato nemmeno un mese. Ma con la situazione economica di adesso non mi sembra il momento adatto per ricominciare. Oltretutto non ho ancora una routine e non ho ancora capito come cazzo funziona in questa azienda. Avere un quantitativo proteico adeguato è stato difficile perché le mie fonti proteiche preferite (ovvero yogurt greco e albumi) qui sono inesistenti o insostenibili economicamente nelle quantità che mi servono (tipo yogurt greco a 20€/kg). Mi manca fare le mie colazioni specie le mie omelette e i miei pancakes di albumi.
Ho pensato a quanto sia difficile andare a vivere in un altro paese. Sembra di diventare bambini viziati perché le cose minuscole, quotidiane, che davi per scontato, diventano voragini. E per me la voragine è legata soprattutto al cibo. Persino sui biscotti: noi abbiamo pacchi minimo da 350gr, oltre a una varietà da fare invidia a un biscottificio. Qui i biscotti oltre ad essere di pochissimi tipi (quasi solo cookies/biscotti al burro) hanno pacchi sono da massimo 150gr e finemente impacchettati singolarmente creando bustoni enormi ma leggeri come una nuvola perché sono 80% plastica. I loro dolci sono bombe a mano di carboidrati: mangi 2 daifuku o 2 dorayaki e hai mangiato la stessa quantità di carboidrati di un piatto di pasta da 100/120gr. Ti viene da pensare: se mi mangio la pasta almeno mi sazio, con ste cacatine piccoline mi faccio salire solo la fame. Per le verdure o piatti già pronti idem, vedi i valori nutrizionali e hanno una quantità di zucchero all'interno che manco una fetta di torta.
Banalità... eppure no. Ci vuole tanto spirito di adattamento, tanta pazienza e tanto coraggio ad andare via dal proprio paese. Andare al Nord è letteralmente NIENTE in confronto (sebbene la sofferenza ci sia sempre).
L'unica cosa che potrebbe migliorare di gran lunga la situazione è avere così tanti soldi da permettermi tutto quello che voglio. Ma a volte nemmeno quello basta.
#ovviamente parlo di cibo#my life in tokyo#pensieri notturni#Giappone#real Japan#situazione attuale#palestra#alimentazione#pensieri#expat#lavoro#non sono cose che ho scoperto adesso#sono cose che sto RACCONTANDO solo adesso
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I colori della differenza
Tendiamo un po' tutti ad associare gli stessi colori agli stessi oggetti, agli stessi luoghi, alle stesse persone e via discorrendo.
Al cielo l'azzurro, all'erba il verde, il giallo al sole, il bianco alla neve. Il nero alla persona che proviene dall' Africa, il rosso agli indiani d'America.
La domanda da porsi tuttavia è la seguente: ma ciò che indichiamo come colore caratterizzante un oggetto, un popolo, un sentimento, è il solo colore che possiede? L'unico che lo caratterizza?
Prendiamo il cielo, il cielo è solo azzurro? Se colorassi un cielo di rosso, di nero o di rosa sarebbe sbagliato?Il cielo non si colora di rosa quando la notte lascia spazio all'alba? Non diventa grigio o nero quando si carica di nuvole temporalesche?Forse non prende un colorito porpora quando volge alla sera con il tramonto? Non è blu quando ormai è notte o biancastro perché riflette la neve nelle giornate invernali?
Il mare? Non è forse verde, blu, celeste, rosso, nero, trasparente, a seconda della temperatura delle sue acque, del micro e macro sistema che la popola, del maggiore o minore inquinamento ambientale e delle diverse stagioni?
L'erba non può bruciarsi e diventare color paglia? Non può animarsi di fiori e insetti e diventare arcobaleno o coprirsi di foglie e diventare autunnale oppure bianca perché sepolta sotto la coltre nevosa?
Il sole non può essere pallido oppure arrossire? La neve non può essere colorata dalle risate dei bambini e scurirsi per i tanti passi che l'hanno sporcata?
E l'uomo? Non siamo forse noi, gli "uomini bianchi", quelli più colorati?
Mi sovviene alla mente una bellissima poesia di Senghor, poeta senegalese che recita così:
" Caro fratello bianco
quando sono nato ero nero
quando sono cresciuto ero nero
quando sto al sole sono nero
quando sono malato sono nero
quando io morirò sarò nero.
Mentre tu uomo bianco
quando sei nato eri rosa
quando sei cresciuto eri bianco
quando vai al sole sei rosso
quando hai freddo sei blu
quando hai paura sei verde
quando sei malato sei giallo
quando morirai sarai grigio.
Allora, di noi due, chi è l'uomo di colore?"
Perciò, ogni cosa ha un solo colore oppure tutti, il mondo intero, ha milioni di sfumature? C'è solo il bianco ed il nero, il rosso ed il giallo oppure esiste il rosso corallo, il rosso porpora, il giallo canarino, il ciano e così via? È diverso chi vede il mondo con tutte le sue sfumature oppure chi solo in un unico colore?
È meglio essere un colore in una scatola di pennarelli tutti uguali oppure è meglio mischiare insieme più colori ed essere un pennarello unico al mondo?
Se coltiviamo la nostra unicità, se impariamo a vivere a colori, a conoscerne le sfumature, a proiettarle dentro di noi e proiettare all'esterno le nostre, coltivando come un dono la nostra diversità siamo prodi o siamo stolti?
Forse solo noi stessi.
-umi-no-onnanoko (@umi-no-onnanoko )
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Sei di Coppe
"Il Passaggio dall'Amore Malato alla Purezza e Regalità del Cuore".
Dobbiamo avere cura di noi stessi.
Ci dobbiamo regalare Amore e Rispetto.
La nostra Vita è preziosa.
Tanto quanto quella dell'Altro.
Non vale di meno. Non è in vendita. Non è manipolabile e non è ricattabile.
Il nostro Cuore, seppur spinto a riflettersi negli automatismi del Passato, può scegliere una Strada diversa.
Lo può fare nella piena Coscienza.
Ancora oggi, dopo tanti mesi di viaggio e di rivoluzione interiore, le persone faticano a scorgere dietro alle loro espressioni quotidiane, l'immaturità che manifestano nell'approccio alla Relazione.
L'Umano fatica a riconoscere che lo Spirito non risolve le problematiche connesse alla Personalità.
E' la "Struttura contenitore" a dover ripulire le zone di malattia e di disfunzione. Non lo Spirito.
Esso ci dona Fortezza, Sapienza e Intelletto.
Ma nulla può contro i disturbi cristallizzati e irrisolti della Personalità.
E ciascuno di noi, a fronte della straordinaria opportunità di Crescita che ci è stata offerta, dovrebbe fermarsi, scendere dal suo trono di "sapienza spirituale" e aiutarsi a compiere quel passo umile e sincero verso la parte Malata.
Siamo tutti stati "disabili" per diverso tempo, per anni, per generazioni.
La nostra "Struttura emozionale e cognitiva" si è agganciata, fin dall'infanzia, a traumi e dolori generazionali di portata disumana.
Siamo in qualche modo sopravvissuti all'invalidazione costante dei bisogni emotivi e affettivi. Ci siamo assicurati la sopravvivenza, ma abbiamo necessariamente abdicato alla Vita.
E poi ci siamo riempiti di "illusioni", idealizzando l'Altro e appiccicandogli addosso di volta in volta il ruolo di "Padre salvatore" o di "Madre simbiotica surrogata".
Per Amare l'Altro, dobbiamo aver sperimentato l'Amore.
E chi di noi può davvero sostenere di essere stato amato veramente?
Non nella forma, nell'illusione, nel bisogno, o nell'atto compensativo. Ma nell'Amore.
Che non sovrasta, non giudica, non si rende simbiotico, non idealizza, non pretende, non sostituisce, non compensa, non ignora, non ricatta e non manipola.
Chi di noi ha veramente potuto sperimentarsi nella Verità? Di se stesso e dell'Altro.
La realtà è che siamo ancora in riabilitazione.
E lo saremo fino a quando il nostro meraviglioso Sistema si sarà "risolto", avrà maturato le basi dell'Amore e dell'Accettazione verso noi stessi.
Allora tutto intorno a noi prenderà nuova Forma.
Ma noi vogliamo tutto e subito. Vogliamo sopprimere il senso di Paura e di Impotenza attraverso un atto violento di Potere, vogliamo allontanare il senso di Abbandono attraverso la "relazione compensativa", vogliamo tornare alla Simbiosi dell'innamoramento per lenire il dolore della "distanza" e della "separazione".
E riproponiamo modelli di Relazione che, al di là dei grandi "sermoni evolutivi", stringi stringi, sono solo "antiquariato", magari ristrutturato con qualche pennellata di vernice.
Giugno ci invita a sperimentare l'Amore vero. Quello che a tutt'oggi non sappiamo costruire dentro di noi. Quello che si muove ancora schiavo delle Emozioni e dei traumi del Passato.
No. Non potete sperimentare ciò che avete solo immaginato, se non l'avete vissuto.
Abbiamo idealizzato i genitori per salvarli. Questo sì, lo abbiamo fatto.
Una madre ed un padre sani e amorevoli, competenti a livello emozionale e disponibili a riconoscerci nel profondo, sono stati una rarità in quest'epoca evolutiva. Difficile averli incontrati.
Siamo stati per lo più "orfani dell'Amore". Quasi tutti.
Eppure, ciò che ci è mancato, continuiamo a "pretenderlo" dal compagno di turno, dal figlio, dal nipote, dall'amico.
Senza conoscerci, senza saper interpretare ciò che "seminiamo energeticamente" in giro, senza assumerci alcuna responsabilità su ciò che tiriamo addosso all'Altro, senza Presenza alcuna.
Si può Amare. E' nelle nostre facoltà. Ma dobbiamo "disimparare tutto". Spogliarci dei nostri apprendimenti insani. Giorno dopo giorno. Passo dopo passo. Consapevolezza dopo consapevolezza.
Non si può usare schemi Vecchi per affrontare il Nuovo.
Passa chi è pronto. Ed ha lavorato con Vera Umiltà su se stesso.
Giugno sarà potente. Ci inviterà a sentire ciò che ancora non riusciamo ad ammettere.
Per Amare veramente bisogna prima spogliarsi delle Vesti Antiche, prendere coscienza dei nostri limiti, conoscerci, osservarci, capirci.
E' necessario ripulire l'apprendimento precedente, smontarlo pezzo per pezzo, ritornare integri e competenti a livello emozionale. E solo allora, completato il lavoro interiore, con delicatezza e cautela, avvicinarsi all'Altro.
Gli accadimenti di Giugno ci aiuteranno a sentire dove ancora siamo carenti, dove ancora idealizziamo, dove ancora sovrastiamo l'Altro con le nostre immaturità e bisogni irrisolti.
Sarà un mese molto "istruttivo".
E ci aiuterà a smaltire gli ultimi pesi rimasti incastrati nella fase di espulsione del Rilascio.
Non è un "ricominciare da capo". E' un "completare". Ma richiede comunque la nostra piena attenzione e partecipazione. Quindi sì, un po' di fatica ci sarà.
Ma oltre la fatica, un po' di aria fresca accarezzerà il nostro viso.
E staremo meglio. Anche fisicamente.
Giugno ci vuole riportare all'Amore. Per noi stessi.
E lo farà. Eccome se lo farà.
Mirtilla Esmeralda
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