#manicomi
Explore tagged Tumblr posts
Note
hello! im new to your blog and really interested in the things that you post! i want to know if you are aware of nise da silveira and the movimento anti manicomial. nise da silveira revolutionized psychiatry in brazil during the 40s-50s when she created the museu de imagens do inconsciente and casa das palmeiras, the later being an outpatient clinic for formerly institutionalized people. the movimento anti manicomial is a movement against psychiatric hospitals. anyway, i think you would like to research both of these things!!
okay answering this ask so late but YES the movimento anti manicomial is so important to me and i think is honestly one of the biggest and most successful examples of like, building radical alternatives to psychiatry. ik it's defintely not perfect and there's still many problems with institutionalization in Brazil today, but it's still such important work and history. i was just watching a documentary about it a couple months ago--i should see if i can find a public version of it to share.
it would absolutely be amazing to visit the museu de imagens do inconsciente in person someday, i've looked through the art on the website but would love to visit and connect with people there.
i actually have an acquaintance that's working on getting a lot of writing from the movimento anti manicomial translated into English and i'm really excited to keep reading and learning more!!
anyway defintely recommend people looking into nise da silveira, franco basaglia and the trieste movement, and bethel house in Japan to learn more about successful examples of deinstitutionalization.
Storming Bedlam: Madness, Utopia, and Revolt by Sasha Warren is a great book that gives a really good overview of a lot of radical movements within psychiatry and antipsychiatry, and talks about Nise da Silveria, Trieste, and just so much psychiatry history/analysis of how psychiatry functions.
thanks so much for the ask, i absolutely LOVE getting to talk with other people about mad liberationist movements like this one :)
20 notes
·
View notes
Link
⚠️Appello: Fermare una tragica nostalgia di manicomio, e reagire⚠️ Abbiamo aderito all’appello promosso dalla conferenza nazionale per la salute mentale.👇🏾 Il disegno di legge Zaffini, intitolato “Disposizioni in materia di tutela della salute mentale”, rappresenta un grave passo indietro e introduce misure reazionarie e repressive. Prevede infatti la normazione della contenzione meccanica, la reintroduzione della pericolosità sociale e un peggioramento delle condizioni del TSO, raddoppiandone la durata e autorizzandolo in apposite sezioni del carcere. Questo disegno di legge, che ci riporta indietro persino rispetto al regolamento manicomiale del 1909, è inaccettabile e pericoloso! Per questo motivo abbiamo aderito con convinzione all’appello "Fermare una tragica nostalgia di manicomio, e reagire”, che vede già centinaia di adesioni in tutta Italia, per proporre un intervento radicalmente opposto: 👉🏾l'abolizione dei mezzi di contenzione, 👉🏾la promozione di interventi relazionali, 👉🏾 la costruzione di percorsi di inclusione e partecipazione civica.
12 notes
·
View notes
Text
Worst part about studying and finding out how the world works is the need to go outside and start shouting "DO YOU SEE THIS SHIT??? CAN YOU BELIEVE THIS???? SHOULDN'T WE STOP IT??" This awful grief that comes from thinking that if we explain this stuff really well, it will stop. As if you're the first person to crack the code, so now you can drag your Plato ass back to the cave and show your companions the way to the light.
Alas, people know that this is how it works. Not everyone does, for sure, and educating and organizing are powerful tools to fight against it. But it's a knowledge that a lot of people possess, and they're fine with it. It's great for them, actually. That is how the world works.
#comunidades terapeuticas funcionam em um esquema de financiamento identico ao financiamento manicomial na ditadura#eles recebem por internação. eles recebem muito mais se os usuarios sao cronicos e passam de 6 meses a 1 ano internados#'aderindo ao tratamento'#comunidades terapeuticas sao instituicoes privadas muito pouco fiscalizadas que ganham mais dinheiro quando as pessoas pioram#e eu quero. sei la. gritar na cara do presidente. berrar no meio da rua. perguntar pq a gente ta deixando isso acontecer#mas a resposta é facil. higienismo. sem comunidade terapeutica onde a gente vai trancar quem usa substancia?#como a gente vai salvar a alma do tio alcoolista que incomodava nas festas de familia?#as pessoas nao querem que os usuarios melhorem necessariamente. elas querem que eles parem de incomodar.#voces tao entendendo o peso disso mutuals? comunidades terapeuticas ganham MAIS se eles torturam e violentam seus usuários#nao é uma falha no sistema. nao é uma maçã podre. é literalmente como essa porra toda foi organizada.
5 notes
·
View notes
Text
~aquele momento dps de ter sentido mta raiva e ter enfiado as unhas nas coxas com mta força que vc é atingido por uma vontade de chorar desesperadamente pq percebe que n sabe lidar com nenhum dos seus sentimentos quando eles estão mto intensos e vc só quer desistir de tudo pq acha que merece só o pior 🥴
#dodoi da cabeça#louca numa perspectiva completamente manicomial#sla n aguento mais#acho que n sirvo pra isso
3 notes
·
View notes
Text
Sul tubo è tornato uno dei personaggi più squallidi che la rete abbia mai visto, quello che aveva fatto dei post dicendo che rubavo soldi alla gente prendendosi denunce ancora in corso. Peccato che ai tempi non sapevo fosse lui e ho dovuto fare denuncia verso ignoti, oggi so che è stato lui e con il mio nuovo avvocato lo aspetto al varco. Lui non crede di essere stato denunciato, ma chi è venuto a Ferrara ha visto il nome del suo canale su 3 denunce con la dicitura davanti "penso che sia...." ora attendiamo al varco, una volta mi ha già nominato facendomi passare sempre per personaccia, al che gli ricordo che io non sono certo come lui che è odiato da praticamente tutti gli streamer. Intanto si va avanti, pesi e rotture di palle attendendo i malati al varco.
0 notes
Text
Midas Touch 30 anos
30 anos. Praticamente uma eternidade, ao mesmo em que parece que foi ontem. Gravação precária, despreparo e o mínimo de estrutura, mas o empenho e desejo de sempre. Foi assim, em um 5 de maio há longas três décadas atrás. Sendo assim, nada mais justo do que celebrar o “shredniversary” de como tudo começou para mim, com o lançamento da então ( Fita k7) “ demo tape” Midas Touch. O melhor de…
View On WordPress
#30 anos#album#aniversário#autoral#Burning Bieber#canal#Crash Car Boulevard#Eletric fingers#estreia#guitar#guitarra#lançamento#Luís Maldonalle#maestro#maldonalle#manicomial#música#metal#Midas touch#neoclassic#rock#shred#single#solo#Spotify#streaming#The Last High School Heavy metal Star#Three House Records#Viking#Viking esfolado
0 notes
Text
Che testa di cazzo !!!
C'è davvero da vergognarsi
per lui, per la serie di figure di
merda che ha collezionato
negli ultimi cinque anni, dal
Papetee al Ponte sullo Stretto.
Ogni giorno, ci tiene a darci le
prove incontestabili d'essere
un cerebroleso e noi gli diamo
ancora uno stipendio invece che
calci sui denti...
Poi ci lamentiamo che
l'Italia non è credibile
Ma coi dissociati mentali non
si può fare un governo, ma
nemmeno una partita di bocce e
manco una gara su chi piscia
più fuori dal vaso.
T.S.O SUBITOO!!
.
52 notes
·
View notes
Text
Let me say this, as an aplspec schizospec asocial who is sometimes alloace:
Aplatonic people are allowed to be alloromantic no matter what. People are allowed to only want romantic partners and no nonromantic friends. Yeah, it's said to fit the amatonormative standard, but platonormativity isn't just a concept you happen to find funny, it's real.
Aplatonicism may have started within arospec community, but it was also started as related to neurodivergence and asociality, which some dismiss and think schizoid people can't be really romantic. Which is unrealistic and manicomial.
Edit: apparently who coined aplatonic is alloace, according to people in the notes.
Additional comment: romantic love and friendship concepts vary across cultures too. Where I live acquaintances are not friends, they are just social contacts.
#neurodivergent#schizoid#schizospec#aplatonic positivity#arospec#amatonormativity#platonormativity#asociality#aroace#alloace#alloromantic asexual#acespec#aspec#aplspec#social justice#normative issues#oppression#discrimination#mogai#liom
82 notes
·
View notes
Text
Camille Claudel
1863 - 1943
Il 19 ottobre 1943, nel manicomio di Montdevergues, si spegneva Camille Claudel, dopo trent'anni di solitudine ed abbandono, aspettando invano la visita della sorella e della madre, alla quale aveva ripetutamente chiesto di essere riaccolta in casa.
" Cara mamma, ho tardato molto a scriverti perché faceva talmente freddo che non riuscivo a reggermi in piedi. Non ho potuto scaldarmi in tutto l’inverno, sono gelata fino alle ossa, spezzata in due dal freddo. (…) Sei ben crudele a rifiutarmi un asilo a Villeneuve. Non farei scandali come tu credi. Sarei troppo felice di riprendere la vita normale per fare qualunque cosa. (…) I manicomi sono fatti apposta per far soffrire, non c’è rimedio, specialmente quando non si vede mai nessuno. È il caso di dire che dovete essere pazzi. Quanto a me, sono così disperata di continuare a vivere qui che non sono più una creatura umana. (…) Non ho fatto quel che ho fatto per finire la mia vita come un numero in una casa di cura, ho meritato qualcosa di diverso."
Camille Claudel, da una lettera dal manicomio di Montdevergues alla madre.
“Tenetevela, ve ne supplico … ha tutti i vizi, non voglio rivederla, ci ha fatto troppo male”, così scrive la madre al direttore del manicomio senza riuscire a perdonarle le sue scelte anticonformiste. In trent'anni di internamento, Camille non ricevette mai una sua visita.
"Mia sorella Camille aveva una bellezza straordinaria, ed inoltre un'energia, un'immaginazione, una volontà del tutto eccezionali. E tutti questi doni superbi non sono serviti a nulla; dopo una vita estremamente dolorosa, è pervenuta a un fallimento completo."
Paul Claudel
§
Sono precipitata in un baratro … Del sogno che fu la mia vita, questo è l’incubo.
"Sono 17 anni che Rodin e i mercanti di oggetti d’arte mi hanno spedita a far penitenza nei manicomi. Dopo essersi impossessati dell’opera di tutta la mia vita…
Il mio povero atelier, qualche povero mobile, qualche utensile che mi ero forgiata io stessa, la mia povera piccola casa eccitavano ancora la loro cupidigia! – L’immaginazione, il sentimento, il nuovo, l’imprevisto che nasce da uno spirito evoluto, tutto questo era loro precluso, a quelle teste murate, a quei cervelli ottusi, eternamente chiusi alla luce, per cui avevano bisogno che qualcuno gliela donasse. E lo ammettevano: “Ci serviamo di una pazza per trovare i nostri soggetti”.
C’è forse qualcuno che nutre almeno un po’ di riconoscenza per chi lo ha nutrito, che sa dare qualche risarcimento a colei che hanno depredata del suo genio? No! Un manicomio! È lo sfruttamento della donna, l’annientamento dell’artista a cui si vuol fare sudare sangue…Mi si rimprovera (crimine spaventoso) di aver vissuto da sola, di passare la mia vita con dei gatti, di avere manie di persecuzione! È a causa di queste accuse che sono incarcerata come un criminale, privata della libertà, privata del cibo, del fuoco e delle comodità più elementari. "
Camille Claudel in una lettera del 1918 al dottore che ha firmato il suo internamento
"Paul, fratello mio, portami fuori da qui… questo non è il mio posto e tu lo sai… Io so che farai di tutto per allontanarti da me, accetterai incarichi all’estero pur di liberarti di me… è così crudele… crudele...Mio caro Paul, devo nascondermi per scriverti e non so come farò a imbucare questa lettera. Perché, renditi conto, Paul, che tua sorella è in prigione. In prigione con delle pazze che urlano incessantemente, fanno smorfie, sono incapaci di articolare parole sensate. Ecco il trattamento che da quasi vent’anni s’infligge a un’innocente. Quando la mamma era in vita non ho mai smesso di implorarla di togliermi di qui, di mettermi in un posto qualsiasi, un ospedale, un convento, ma non in mezzo ai pazzi. Contavo su di te… mi avete trattata come un’appestata. Tu mi dici, Dio ha pietà degli afflitti, Dio è buono… Parliamone del tuo Dio che lascia marcire un’innocente in fondo a un manicomio."
dalle lettere di Camille Claudel al fratello Paul
17 notes
·
View notes
Text
Anti psychiatry neurodivergent flag
a flag for neurodivergent people who are anti-psychiatry, had terrible experiences with psychiatry, are self diagnosed and don’t want to be professionally diagnosed, had trauma with psychiatry, are anti manicomial etc.
colors meaning
Red : people with antisocial disorder
Purple : people with trauma, borderline, cptsd, ptsd etc.
Darker blue : people with depression, depressive disorders
Blue : people with other disorders unspecified etc.
Green : people with psychotic disorders
Yellow : people with did osdd
Brown : people with narcissism, histrionic disorder
By : exoticlabelsblog
60 notes
·
View notes
Text
E che c..zo!!! Hanno riaperto i manicomi senza preavviso😡
6 notes
·
View notes
Text
#Bindi: Nel centenario di #Basaglia vogliono riaprire i manicomi e trattare la salute mentale attraverso la reclusione. Nel centenario di Don Milani, che voleva una scuola che accogliesse tutti, si sono inventati l'ideologia del merito. Più revisionismo storico di questo non c'è.
36 notes
·
View notes
Text
Un tempo, con la piena collaborazione della Chiesa Cattolica, in Italia le ragazze "ribelli" accusate di 𝘧𝘳𝘢𝘨𝘪𝘭𝘪𝘵𝘢̀ 𝘮𝘰𝘳𝘢𝘭𝘦 venivano rinchiuse nei manicomi - ma ciò, non prima che tutti gli uomini del paesello moralizzato se le scopassero: che abusassero sessualmente di tali donne ripudiate dalla famiglia.
3 notes
·
View notes
Text
" Nel 1925, un manifesto di artisti francesi che si firmavano la « revolution surrealiste », indirizzato ai direttori dei manicomi, cosi concludeva: « Domattina, all’ora della visita, quando senza alcun lessico tenterete di comunicare con questi uomini, possiate voi ricordare e riconoscere che nei loro confronti avete una sola superiorità: la forza ». Quarant’anni dopo - legati come gran parte dei paesi europei, ad una legge antica ancora incerta fra l’assistenza e la sicurezza, la pietà e la paura - la situazione non è di molto mutata: limiti forzati, burocrazia, autoritarismo regolano la vita degli internati per i quali già Pinel aveva clamorosamente reclamato il diritto alla libertà… Lo psichiatra sembra, infatti, riscoprire solo oggi che il primo passo verso la cura del malato è il ritorno alla libertà di cui finora egli stesso lo aveva privato. La necessità di un regime, di un sistema nella complessa organizzazione dello spazio chiuso nel quale il malato mentale è stato isolato per secoli, richiedeva al medico il solo ruolo di sorvegliante, di tutore interno, di moderatore degli eccessi cui la malattia poteva portare: il valore del sistema superava quello dell’oggetto delle sue cure. Ma oggi lo psichiatra si rende conto che i primi passi verso la « apertura » del manicomio producono nel malato una graduale trasformazione del suo porsi, del suo rapporto con la malattia e col mondo, della sua prospettiva delle cose, ristretta e rimpicciolita, non solo dalla condizione morbosa, ma dalla lunga ospedalizzazione. Dal momento in cui oltrepassa il muro dell’internamento, il malato entra in una nuova dimensione di vuoto emozionale… viene immesso, cioè, in uno spazio che, originariamente nato per renderlo inoffensivo ed insieme curarlo, appare in pratica come un luogo paradossalmente costruito per il completo annientamento della sua individualità, come luogo della sua totale oggettivazione… "
Franco Basaglia, Le istituzioni della violenza, in:
AA. VV., L'istituzione negata. Rapporto da un ospedale psichiatrico, (a cura di Franco Basaglia; collana Nuovo Politecnico, n° 19), Giulio Einaudi editore, 1974⁷ [1ª edizione 1968]; il brano citato si trova alle pp. 129-130 (corsivi dell’autore).
#Franco Basaglia#Le istituzioni della violenza#psichiatria#vita#L'istituzione negata#malattia#società#istituzione totale#istituzioni totali#antipsichiatria#biopotere#surrealismo#L'istituzione negata. Rapporto da un ospedale psichiatrico#1968#esclusione sociale#saggistica#saggi#letture#leggere#libri#ospedali#potere#violenza#esclusione#tecnocrazie#devianza#neuropsichiatria#malattia mentale#umanità#manicomi
16 notes
·
View notes
Text
Pinel fa togliere le catene ai malati mentali a Bicêtre nel 1793, dipinto di Charles Louis Müller.
Pinel libera i malati mentali nell'ospedale della Salpêtrière nel 1795, di Tony Robert-Fleury
Franco Basaglia, neurologo e psichiatra.
Nel 1793 Philippe Pinel toglie le catene ai malati mentali a Bicêtre, nel 1795 libera i malati mentali dell’ospedale della Salpêtrière, inaugurando una rivoluzione in ambito psichiatrico: questi malati andavano curati e non custoditi.
Nasce la “terapia morale”, che condurrà più tardi alla psicoterapia.
Dall’esperienza presso il manicomio di Gorizia e, soprattutto di Trieste, lo psichiatra e neurologo Franco Basaglia giunge a maturare l’idea che molti dei sintomi attivi dei pazienti psichiatrici non derivino direttamente dalla loro malattia, ma sono epifenomeni della vita alienante che vivono in manicomio.
Insieme ad altre persone illuminate si batte per abolire i manicomi e per attuare una forma di terapia in cui il paziente sia quanto più possibile inserito nel suo tessuto familiare e culturale; l’idea geniale è quella di portare la cura a domicilio.
Il 13 maggio 1978 vide la luce in Italia la legge 180, che aboliva i manicomi (eccetto quelli criminali) e prevedeva il sorgere di centri di salute mentale e di diagnosi e cura in ogni quartiere cittadino, con gli operatori sanitari che si rechino nel domicilio del paziente.
Questa legge è stata considerata la più illuminata, la più all’avanguardia fra quelle che nel mondo regolamentano questa materia, da ogni parte del mondo venivano in Italia operatori sanitari dell’ambito psichiatrico e psicoterapeutico per capire come venisse attuata.
Purtroppo questa legge ebbe fin da subito un problema esiziale, voluta dalla sinistra, dalla “psichiatria democratica”, e dai movimenti riformatori più all’avanguardia del nostro paese, fu poi di fatto gestita e attuata dai conservatori, dai democristiani e dalle forze più retrive, che non l’avevano mai voluta.
Oggi c’è ancora chi vorrebbe ritornare ai manicomi, dimostrando così di essere i primi ad avere la necessità di esservi internati; io dico che non soltanto la Legge Basaglia andrebbe applicata nella sua totalità, con tutte le professionalità e tutte le strutture che prevede, ma che dovremmo anche “liberare” le persone con disagio mentale dalle catene degli psicofarmaci, che li fanno vivere in uno stato di perenne inebetimento.
4 notes
·
View notes
Text
Un tempo, con la collaborazione della Chiesa Cattolica, in Italia, le ragazze "ribelli", accusate di 𝘧𝘳𝘢𝘨𝘪𝘭𝘪𝘵𝘢̀ 𝘮𝘰𝘳𝘢𝘭𝘦, venivano rinchiuse nei manicomi - ma ciò, non prima che tutti gli uomini del paesello moralizzato se le scopassero (abusassero, sessualmente, di quelle donne, ripudiate dalla famiglia).
4 notes
·
View notes