#serie brasiliana
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Ho scoperto da poco questa serie e l'ho trovata davvero carina. Mi piace molto e ora sono troppo curiosa di vedere come va avanti.
Mi ha così incuriosita che ho cercato il libro da cui è tratta e ho scoperto che non è stato tradotto in italiano. E nemmeno in altre lingue - quelle che conosco e posso capire, tipo in inglese o in francese. C'è solo in lingua originale e io il portoghese non lo so. Che peccato.
E niente, dovrò aspettare buona buona la seconda stagione u.u
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" Vengo invitato come relatore a un convegno di tre giorni a Torino, un workshop internazionale con decine di partecipanti. Non conosco nessuno di questi colleghi, ma apprezzo la circostanza di un ambiente del tutto nuovo e di gente mai vista. S. è morto da sei mesi. Al ristorante dell’albergo dove si svolge il convegno i posti non sono assegnati e alla prima pausa per il pranzo mi ritrovo a dividere il tavolo con un relatore olandese, un afroamericano di Miami, una canadese, un belga, una brasiliana e un altro italiano, di Roma. L’imbarazzo iniziale dura poco, ci troviamo a discorrere come se ci conoscessimo da mesi, amici di lunga data. La casualità che ci ha riunito allo stesso tavolo si trasforma all’istante in un legame. Finiamo per trascorrere insieme il resto di questi tre giorni. Il convegno, i pranzi, le cene, le serate fuori a bere nei bar della città. Essere sconosciuto fra sconosciuti è rilassante, l’atmosfera di unità che si è venuta a creare fra noi, destinata a durare una finestra di tempo così limitata, ha qualcosa di magico. Ognuno di noi lo riconosce.
L’ultima notte del convegno faccio un sogno eccezionale. Sono in un enorme luna-park e mi aggiro incuriosito fra le diverse attrazioni. Giungo a una giostra composta da una ruota orizzontale alla quale sono agganciate una serie di seggioline a due posti. Decido di salire e ne occupo una da solo. La giostra si mette in moto e dapprima gira piano, poi acquista velocità e comincia a piacermi parecchio. Anzi, mi dico che era tanto che non salivo su un’attrazione del genere e che avevo dimenticato quanto potessero essere divertenti. La velocità del carosello si fa vertiginosa, ormai non riesco neppure a intravedere i volti degli occupanti degli altri seggiolini, è tutto troppo frenetico e confuso, ma questa folle velocità invece di preoccuparmi mi fa ridere fino alle lacrime. Poi il mio seggiolino si stacca dal resto della giostra e comincia a schizzare verso il cielo. Non provo alcuna paura, al contrario ne sono estasiato. Sto volando incontro al cielo, il vento nei capelli, la terra che si allontana sotto di me, sto compiendo un viaggio imprevedibile ed è una sensazione stupenda. Con un’improvvisa intuizione razionale mi rendo conto che sono felice, felice come non ero da mesi. Ed è a quel punto che accade: sento la voce di S. al mio fianco, che nell’orecchio mi sussurra: “Questa felicità è il mio regalo. Buon compleanno”. Mi risveglio all’istante. È la mattina del 18 aprile: me ne ero dimenticato, ma è il mio compleanno.
Questa felicità è il mio regalo. A oggi è il sogno più bello che abbia mai fatto. "
Matteo B. Bianchi, La vita di chi resta, Mondadori, 2023¹; pp. 144-145.
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HAPPY BIRTHDAY/BUON COMPLEANNO
Maestro DARIO ARGENTO
Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, nato a Roma il 7 settembre 1940. Capace di lavorare su generi cinematografici raramente affrontati dal cinema italiano (giallo, thriller, horror), ha creato un suo universo visivo ed espressivo, a tratti in debito con il cinema di Mario Bava. Ha inoltre assimilato e riproposto, sempre in chiave personale, il linguaggio di alcuni registi americani (Roger Corman, George A. Romero, Wes Craven). I suoi film, forti, tesi, ricchi di suggestioni, volutamente antirealisti e soprattutto capaci di suscitare forti emozioni, nascono "per essere rappresentati e non per essere letti. Nascono per immagini e non per concatenazioni di storie" (D. Argento, Profondo thrilling, 1994, p. 351). A partire dal 1973, si è dedicato alla produzione, oltre che di film propri, anche di quelli di altri registi, fra cui Romero, Lamberto Bava, Michele Soavi. Figlio del produttore cinematografico Salvatore e di Elda Luxardo, famosa fotografa di origine brasiliana, abbandonò presto gli studi per trasferirsi a Parigi, dove rimase per un anno vivendo di espedienti. Tornato poi a Roma iniziò a collaborare, poco più che ventenne, a giornali e riviste (in particolare al quotidiano romano "Paese sera" e a "Filmcritica"). Nel 1967 iniziò l'attività di sceneggiatore per film western e commedie, firmando tra l'altro, insieme a Bernardo Bertolucci, C'era una volta il West (1968) di Sergio Leone. Il suo esordio nella regia risale al 1970 con L'uccello dalle piume di cristallo, al quale hanno fatto seguito gialli di grande successo popolare (tra i quali Profondo rosso, 1975) e film di struttura più fantastica come Suspiria (1977) e Inferno (1980). Unica eccezione in questo percorso artistico così caratterizzato, il film di impianto storico, ma dai toni sarcastici, Le cinque giornate (1973).
Generalmente si considera la sua filmografia divisa in due fasi: in quella iniziale A. ha utilizzato sceneggiature dall'impianto apparentemente logico-razionale, con una serie di delitti compiuti da un assassino che viene smascherato al termine del film. A partire da Profondo rosso, uno dei film horror italiani degli ultimi trent'anni che ha maggiormente colpito l'immaginario dello spettatore, nelle sue storie sono risultati prevalenti gli elementi fantastici, e il dato visivo è diventato l'aspetto centrale del film, con un impasto di emozioni barocche e una colonna sonora che ha spaziato dalla musica classica al rock più ossessivo (per le scelte musicali A. si è affidato in particolare ai Goblin). In realtà, molti elementi rivelano una decisa continuità del suo lavoro: la claustrofobia di ambienti e situazioni (con una Torino ricreata come città incubo), le nevrosi dei suoi personaggi, un uso libero e delirante della macchina da presa che esalta la forza delle immagini senza troppo interessarsi della verosimiglianza di storie e dialoghi. Nei gialli dei primi anni, per es., ricorre un elemento decisamente antirealistico: le vittime, infatti, sono spesso pedinate dalla macchina da presa, che sembra così rappresentare il punto di vista dell'assassino, ma il colpo decisivo viene inferto da un diverso angolo visuale tanto da creare un effetto sorpresa per lo spettatore, violando volutamente le regole auree del giallo cinematografico. Più volte colpito dalla censura (Profondo rosso è uscito in Francia tagliato di quasi mezz'ora rispetto alla versione originale), A. ha saputo comunque conquistarsi un pubblico fedele e affezionato: le sue opere sono state distribuite in tutto il mondo ed è sicuramente uno dei registi italiani più noti all'estero. I suoi primi film (L'uccello dalle piume di cristallo; Il gatto a nove code, 1971; Quattro mosche di velluto grigio, 1971) hanno creato un genere e hanno avuto numerosissimi imitatori in Italia e all'estero, come testimonia la lunga serie di titoli in cui viene riproposta la zoologia fantastica che lo ha reso famoso. Anch'essi concepiti per un cast internazionale, ma meno facili da imitare, i suoi horror fantastici lo hanno avvicinato ai migliori autori dell'horror contemporaneo, quali Romero (con il quale ha instaurato un rapporto di collaborazione, essendo stato coproduttore del suo film Dawn of the dead, 1979, Zombi, e avendolo affiancato nel 1990 nella regia di Due occhi diabolici), e John Carpenter. Nel 1993 con Trauma, A. ha inaugurato il rapporto cinematografico con la figlia Asia che si è approfondito in seguito, in particolare per due film che l'hanno vista protagonista: La sindrome di Stendhal (1996) e Il fantasma dell'Opera (1998). Asia Argento, che ha lavorato con registi come Nanni Moretti, Abel Ferrara e Peter Del Monte, nel 2000 ha esordito nella regia con il film Scarlet diva.
Nel 2001 A. è quindi apparentemente ritornato a una struttura narrativa più tradizionale (il giallo classico) con Nonhosonno, anche se le emozioni visive hanno continuato a essere l'elemento più moderno e interessante. Il suo cinema, non sempre adeguatamente apprezzato dalla critica in Italia (che al più lo valuta come un discreto mestierante), è invece oggetto di culto soprattutto in Francia (dove nel 1999 gli è stata dedicata una retrospettiva completa presso la prestigiosa Cinémathèque française) e negli Stati Uniti, dove esiste una vasta e approfondita pubblicistica.
#dario argento#darioargento#giallofever#giallo#giallo fever#gialli#italian giallo#italian cult#cinema cult#cult#international cult#italian horror#master of horror#Italian director
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Sônia Braga
https://www.unadonnalgiorno.it/sonia-braga/
Sônia Braga è l’attrice brasiliana più famosa al mondo.
Grazie a eclettismo, tenacia e grandi doti recitative ha compiuto un’impresa che pareva impensabile, passare con naturalezza dalle telenovelas a Hollywood.
Il suo nome completo è Sônia Maria Campos Braga ed è nata Maringá, l’8 giugno 1950.
Quinta di sette figli, perse il padre quando aveva solo otto anni. La passione per la recitazione era nata quando era giovanissima. Il suo debutto è stato in un programma TV per bambini, poi, nel 1969 partecipò al musical Hair.
In Brasile ha raggiunto la popolarità nel 1975, con la trasposizione televisiva e poi cinematografica del romanzo Gabriella, garofano e cannella di Jorge Amado.
Mentre il paese era in pieno regime dittatoriale si producevano drammi sentimentali, che volevano essere una distrazione dalle tragedie che la politica attuava impunemente.
La fama mondiale è arrivata con la sua interpretazione di Giulia in Dancin’ Days, arrivata sulle tv locali italiane nei primi anni ottanta e subito diventata un fenomeno molto seguito tanto da scalzare le serie statunitensi.
L’attenzione di Hollywood è arrivata col suo ruolo di protagonista del film Dona Flor e i suoi due mariti sempre tratto da un romanzo di Amado.Pur all’interno di uno stereotipo culturale che la voleva come icona sexy latina, Sônia Braga è riuscita a imprimere la sua unicità. Tanti e diversi i ruoli interpretati in film e serie tv, da Il bacio della donna ragno a Milagro, diretta dal compagno dell’epoca Robert Redford.Di lei, il celebre fotografo Steve McCurry disse che è stata la modella più interessante che abbia fotografato.Nel 2016, è riuscita a riconquistare un nuovo interesse globale grazie al film brasiliano Aquarius, presentato a Cannes. Il ruolo più bello e a tutto tondo della sua carriera, in cui veste i panni di una donna che rivendica il diritto di esprimere la sua identità culturale, politica e sessuale, il diritto di essere sola e libera in un’opera che ha i colori della controcultura e delle rivendicazioni femminili.
Molto amato dal pubblico, è diventato un vero e proprio manifesto di libertà e resistenza, dando il via a una discussione politica in Brasile sullo sviluppo incontrollato e sui costi umani per il boom edilizio.
Impegnata anche in temi di giustizia sociale e ambientale, ha contribuito a fondare la National Hispanic Foundation for the Arts, per promuovere la presenza delle persone latine nei media e nelle comunicazioni.
È stata vista con le mani dipinte di rosso a simboleggiare il sangue, durante le proteste in difesa dell’Amazonia e in altre battaglie civili, ha anche conosciuto e appoggiato le battaglie di Marielle Franco, l’attivista delle favelas, uccisa dal regime di Bolsonaro. L’aveva incontrata mentre stava girando Bacurau in cui interpreta Domingas, personaggio complesso e conflittuale con modi burberi e il vizio dell’alcol.
Un film corale composto da professionisti e persone native di un villaggio nell’entroterra brasiliano, la storia di una comunità assediata da politici corrotti e mancanza di risorse che riesce a unirsi per combattere contro le avversità.
Sônia Braga è una donna che non teme il passare del tempo, le rughe e le esperienza vissute senza rincorrere il mito dell’eterna giovinezza.
E rivendica la tanta televisione fatta, perché in Brasile, sostiene, la gente va poco al cinema, non ha i soldi per permetterselo. Non disdegna i social come amplificatori di notizie che certi regimi politici vorrebbero tacitare.
Il suo percorso artistico e culturale ha vissuto tappe intense e controverse per i ruoli interpretati e per l’opinione che la critica e il pubblico, di volta in volta, si facevano di lei. È stata sempre se stessa, in tutti gli step della sua vita, una donna libera che ha sempre osato e non si è mai tirata indietro di fronte alle sfide.
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Dayane Mello ha un nuovo amore segreto? Chi sta nascondendo?
Nuovo amore per la bella brasiliana Dayane Mello? L’ex concorrente del Grande Fratello Vip ha pubblicato una serie di foto che hanno fatto pensare ai suoi tanti fans che abbia un nuovo amore Dayane Mello, estate d’amore? La bella modella brasiliana, ormai da molti anni in Italia, ha una popolarità veramente grande. Dayane Mello ha avuto diverse storie d’amore fra cui anche con calciatore come…
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Cosa c'è da dire?
Fanita endgame, come doveva essere!
E da shipper ne sono molto contenta, comunque vorrei sottolineare che è la giusta conclusione per come è stata scritta la serie, è lineare e naturale. Sfido a non vederlo. Gli haters dovranno mettersi l'anima in pace u.u
DE VOLTA AOS 15 (2022-2024)
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ATP Rio, Alcaraz fuori per ritiro. Sinner "vede" il secondo posto del ranking
Subito fuori Carlos Alcaraz, testa di serie numero 1. Il torneo Rio Open 2024 di tennis ATP 500 perde il protagonista principale, lo spagnolo n.2 del ranking mondiale. Nel match d’esordio in terra brasiliana, lo spagnolo si infortuna alla caviglia in un cambio di direzione nel secondo quindici del match, prova a continuare, ma deve alzare bandiera bianca dopo appena due game. Incontro giocato, si…
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Le cinque stagioni, sceneggiato natalizio della Rai
Alla fine del 1976 la Rai, per il periodo del Natale, trasmise lo sceneggiato in quattro puntate, diretto da Gianni Amico, che ne fu anche lo sceneggiatore con Enzo Ungari e Arnaldo Bagnasco, Le cinque stagioni. Nella storia, ambientata in un ospizio, sono cinque sono le stagioni meteorologiche narrate, inverno, con una lunga descrizione delle giornate che gli anziani ospiti trascorrono nell’ospizio, c’è poi la primavera che racconta la gioia, l’energia, la vitalità ritrovate nel momento stesso in cui uno di loro ha l’idea di partecipare a un concorso per il più bel presepe, l’estate è invece la fatica che costa la costruzione del presepe, con debolezze e scoramenti da parte degli anziani, poi l’autunno e ancora l’inverno con il gran finale della notte di Natale e la conclusione delle storie private che si sono sviluppate parallelamente alla costruzione del presepe, con attori come Tino Carraro, Gianni Santuccio, Tino Scotti, Elsa Merlini, Carlo Romano e Tiberio Murgia. Gianni Amico, nato a Loano il 27 dicembre 1933, nel 1960 ideò con il padre gesuita Angelo Arpa la Rassegna Internazionale del Cinema Latinoamericano di Santa Margherita Ligure, che ospitò i maggiori esponenti del cinema sudamericano, come Glauber Rocha, Fernando Birri, Nelson Pereira dos Santos, Tomás Gutiérrez Alea, oltre a segnare la fine dell'isolamento diplomatico di Cuba ospitandone le autorità. In seguito Amico si trasferì a Roma, dove continuò a lavorare come organizzatore culturale per la Mostra Internazionale del Cinema Libero di Porretta Terme, ideando nel 1964 una sezione dedicata alla Nouvelle vague, e con la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, di cui fu membro della commissione di selezione nel 1966 e nel 1967. Partecipò alla produzione di Era notte a Roma di Roberto Rossellini e nel 1964 scrisse, assieme a Bernardo Bertolucci, la sceneggiatura di Prima della rivoluzione. Alla fine degli anni Sessanta Amico fece una serie di viaggi in Brasile, dove girò per la Rai i documentari Giovani brasiliani e Ah! Vem o samba, collaborò alla sceneggiatura di Partner per Bertolucci e di Il leone a sette teste per Glauber Rocha, oltre ad essere l’aiutoregista di Jean-Luc Godard in Vento dell'est. Negli anni Settanta lavorò a fiction e sceneggiati per la Rai, come Lo specchio rovesciato. Un'esperienza di autogestione operaia, Your Love is like the Sea, L'inchiesta, Ritorno , Le affinità elettive e Giovani, donne, fabbrica. Il regista organizzò nel 1983 a Roma l’evento musicale Bahia de todos os sambas, allestito al Circo Massimo nell'ambito delle iniziative dell'Estate romana, con grandi nomi della musica brasiliana come Gilberto Gil, Caetano Veloso, Gal Costa, Naná Vasconcelos e João Gilberto . Gianni Amico morì a Roma il 2 novembre 1990 e nel 1995 Godard gli dedicò il capitolo sul cinema italiano delle sue Histoire(s) du cinéma. Read the full article
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Cosa vedono i miei occhi? Nuovi post su questa serie. Se poi sono post Fanita, basta, mi avete conquistato.
Comunque bello, bello questo post😍🤩
Fabricio and Anita 🥹
#Fanita#OTP#Fabricio#Anita#De Volta Aos 15#Di nuovo 15 anni#Back to 15#serie Netflix#serie brasiliana
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Solo un pari per il Nardò.
NARDÒ - PAGANESE 1-1
Scorers: 47' Orefice, 87' Aut. Pinestro.
NARDO' (3-5-2): Viola; De Giorgi (68' Melillo), Lanzolla, Gennari, Russo; Rossi (85' Milli), Addae, Ciannamea (72' Ceccarini); Ferreira (75' Dammacco), Dambros.
Reserve: Furnari, Urquiza, Mariani, Guadalupi, Stragapede.
Coach: Nicola Ragno
PAGANESE (4-3-3): Pinestro; De Feo (58′ De Franco), Galeotafiore, G. Esposito, Semonella; Del Gesso, Langella, Coquin (79′ Setola); Iannone (65′ Trezza), Orefice (70′ Sorgente), Porzio.
Reserve: S. Esposito, Celentano, De Gennaro, Ianniello, Rocca.
Coach: Massimo Agovino.
Arbitro: Gianmarco Vailati di Crema.
Assistenti: Simone Guidi e Giovanni Palumbo di Termoli
Ammoniti: G. Esposito, Sorgente (P) Ceccarini)
Il Nardò, sul campo di Matino, porta a casa solo un punto in una partita giocata in costante proiezione offensiva. Paganese chirurgica nello sfruttare l'unica vera palla-goal con Orefice in apertura di secondo tempo.
Il Nardò ha creato numerose palle goal ma ha difettato nella precisione degli attaccanti. Al 5' tiro di Dambros fuori da buona posizione. Pressing alto del toro, Paganese in affanno e serie di corner per i granata. Al 10' colpo di testa di Russo su corner e palla che sfiora la traversa. Pochi minuti dopo, ghiotta occasione tutta brasiliana. Dambros ruba palla e passa a Ferreira. Tiro fuori. Al 27' si favedere la Paganese con un'incursione in area di Iannone con tiro basso parato da Viola. Al 30' ancora Ferreira batte a rete dal limite. Palla al lato. Il Nardò insiste soprattutto slla fascia destra dove D'Anna riesce a mettere in area diversi palloni insidiosi. Al 38' D'Anna assist volante per Dambros. Tiro in corsa incredibilmente fuori. Al 44' goal annullato a Ferreira per fallo sul portiere. Si chiude il primo tempo con il Nardò a recriminare sulle occasioni sciupate.
Nel secondo tempo Paganese subito in goal. Al 47' il pallone gravita sul versante difensivo sinistro del Nardò con Russo e Gennari che non riescono a liberare. E' abile Porzio a servire Orefice in area che da pochi passi batte Viola. Il Nardò reagisce con rabbia andando vicino al goal con D'Anna ( 58' tiro sull'esterno della rete), D'Ambros ( 65' goal annullato per fuorigioco di D'Anna) e Ceccarini (75', tiro respinto da Pinestro).
Ed è proprio Pinestro l'eroe nel bene e nel male che porta il Nardò al pareggio. Prima risponte da campione su un gran tiro di Addae diretto all'incrocio dei pali, e poi si incarta nel riprendere il pallone in discesa verso la porta deviandolo in rete. Rimane solo un tentativo di Melillo dalla distanza nel recupero per cercare di capovolgere il risultato ma la traiettoria dell'argentino finisce di poco fuori. Il triplice fischio finale sancisce il pareggio. Un punto sudato dalla Paganese, un punto che sta veramente stretto al Nardò che tuttavia ha dimostrato di aver superato la pesante sconfitta di Andria.
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“ In America Latina la tribù bianca si è imposta durante la conquista con la strage dei popoli indigeni e l’imposizione della “civiltà cristiana”. In questi ultimi trent’anni, i gruppi fondamentalisti cristiani e le Chiese evangeliche provenienti dagli Usa vi hanno trovato terreno fertile. Oggi il “suprematismo bianco” sta penetrando in quasi tutti gli Stati dell'America Latina. Forse il caso più eclatante è proprio il suo trionfo in Brasile. “Siamo in un Paese,” afferma la filosofa brasiliana Djamila Ribeiro, “che a lungo ha negato l’esistenza del razzismo. Il Brasile è stato uno degli ultimi ad abrogare la schiavitù (1888) che era alla base dell'economia brasiliana. Gli schiavi liberati non hanno avuto né terra né diritti. Il governo invece ha favorito l’immigrazione europea per lo ‘sbiancamento’ della popolazione brasiliana e a questi ha dato terreni. Il Brasile non aveva la segregazione legale come negli Usa, ma aveva e ha ancora una segregazione di tipo istituzionale. La popolazione povera è povera perché nera.” È in questo scenario che le Chiese evangeliche Usa sono riuscite a penetrare nel tessuto brasiliano e a diventare talmente forti da silurare il governo di Dilma Rousseff, per eleggere l’ex militare Jair Bolsonaro, che sta portando avanti una politica omofoba, sessista e xenofoba. Bolsonaro ha venduto il Brasile alle multinazionali che stanno massacrando l’Amazzonia. E, da buon seguace di Chiese fondamentaliste e negazioniste, non ha voluto fare nulla per bloccare la pandemia da Covid-19, portando il Brasile al disastro sanitario. Nel Paese confinante, la Colombia, gli accordi di pace tra il governo e le Farc sono falliti perché evangelici e cattolici fondamentalisti vi si sono opposti asserendo che quegli accordi difendevano aborto, omosessualità… Altrettanto in Bolivia, dove i militari e i gruppi religiosi fondamentalisti hanno compiuto un colpo di Stato contro Evo Morales, il presidente della Repubblica, reo di aver dato centralità politica, culturale ed economica ai popoli indigeni, da sempre schiacciati. E hanno organizzato il colpo di Stato con la Bibbia e il Crocifisso in mano. Ma nelle elezioni del 18 ottobre 2020, i cittadini hanno dato la maggioranza assoluta (il 53 per cento) al Movimento per il Socialismo (Mas), eleggendo Luis Arce, ex ministro di Morales, come presidente della Repubblica. Lo stesso sta avvenendo in Centro America. In Costa Rica, nel 2018, il pastore evangelico Fabricio Alvarado ha vinto le elezioni presidenziali con una piattaforma a favore dei “valori cristiani” contro l’aborto e a favore del neoliberismo. Nel Salvador, il presidente della Repubblica, Nayib Bukele, al suo insediamento ha invitato il pastore evangelico argentino Dante Gebel, molto legato ai pastori ultraconservatori degli Usa, a guidare la preghiera. Un deputato ha presentato una mozione in Parlamento per imporre la lettura obbligatoria della Bibbia in tutte le scuole. Sono solo alcuni esempi di un movimento che potremmo chiamare l’“internazionale cristo-neo-fascista, neo-liberale e patriarcale”. In America Latina è la reazione della tribù bianca in difesa della propria supremazia: utilizzare il “Vangelo della prosperità” per legittimare il neoliberismo imperante. “
Alex Zanotelli, Lettera alla tribù bianca, Feltrinelli (collana Serie Bianca); prima edizione marzo 2022. [Libro elettronico]
#Alex Zanotelli#America Latina#popoli indigeni#saggistica#Lettera alla tribù bianca#discriminazione#leggere#razzismo#fondamentalismo cristiano#nativi americani#civiltà cristiana#Chiese evangeliche#Brasile#Djamila Ribeiro#sbiancamento#suprematismo bianco#schiavitù#segregazione#multinazionali#società brasiliana#Dilma Rousseff#Jair Bolsonaro#xenofobia#ultraconservatorismo#Amazzonia#omofobia#sessismo#Usa#Evo Morales#negazionismo
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Bologna: continuano le serate di San Francesco estate con musica e teatro in piazza
Bologna: continuano le serate di San Francesco estate con musica e teatro in piazza. Proseguono le serate di SAN FRANCESCO ESTATE musica e teatro in piazza, il calendario di spettacoli dal venerdì alla domenica a cura di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale in collaborazione con il Settore Cultura e Creatività del Comune di Bologna, pensato per la splendida Piazza San Francesco. Il progetto è parte di Bologna Estate 2023, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna - Territorio Turistico Bologna-Modena. Venerdì 14 luglio alle ore 21.00 va in scena Margherita Hack, stella tra le stelle. La vita rigorosa e spettinata di una scienziata galattica, performance del giornalista e divulgatore scientifico, amico e collaboratore della scienziata, Federico Taddia. La scienza e i gatti, l’atletica e la bicicletta, la passione per le stelle e l’amore per Aldo, le parolacce e il senso dell’etica: un suggestivo reading musicale dedicato a Margherita Hack in occasione dei dieci anni dalla sua morte, che ripercorrere le tappe e i messaggi fondamentali della sua “vita rigorosa e spettinata”. Uno spettacolo ironico, coinvolgente, ritmato ed emozionante, adatto a un pubblico di tutte le età. Il racconto è arricchito da una playlist dedicata alle stelle, composta da brani noti, altri riarrangiati e molti inediti. Sabato 15 luglio alle ore 21.00 sul palco della piazza si mescolano canzone d’autore ed etnofolk con As Madalenas, il più attivo duo di musica brasiliana in Italia, che presenta il nuovo e terzo album. L’omonimo disco, uscito a maggio 2023 per Jando Music con la direzione artistica di Ferruccio Spinetti, vede le polistrumentiste Cristina Renzetti (bolognese) e Tatiana Valle (brasiliana) – questa volta anche in qualità di cantautrici – comporre i loro brani in maniera “simbiotica”, in un continuo gioco di rimandi e scambi. Il progetto discografico, dai registri delicati e raffinati, propone un modello di easy listening tutto al femminile, consapevole ed elegante, in cui mondi e continenti si mescolano attraverso voce, chitarra e strumenti come pandeiro, surdo, triangolo e clarinetto. Quello in San Francesco è un inedito live che vede per la prima volta sul palco insieme al duo, una band composta da tre strumentisti: il chitarrista brasiliano Roberto Taufic, il batterista e percussionista Bruno Marcozzi e il bassista Francesco Tino. Il fine settimana si chiude domenica 16 luglio alle ore 21.30 con Bo-Noir, la rassegna dedicata a letteratura e cronaca nera, con gli script della scrittrice Grazia Verasani, la moderazione del giornalista Stefano Tura e la regia di Riccardo Marchesini. Il quarto e ultimo appuntamento tratta il caso della studentessa uccisa a 16 anni nel 1977, il cui cadavere fu rinvenuto nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza il 17 marzo 2010: Elisa è sempre stata lì. L’omicidio Claps. Le indagini successive appurarono che la morte della giovane era avvenuta lo stesso giorno della sua scomparsa e per mano di Danilo Restivo, il quale, nel periodo in cui la sorte di Elisa Claps era ancora sconosciuta, fu giudicato colpevole anche dell'uccisione, compiuta nel 2002 in territorio britannico, di una vicina di casa, Heather Barnett. Intervengono Gildo Claps, fratello di Elisa; Marco Pontecorvo, regista della serie tv “Per Elisa”; il giornalista e scrittore Tobia Jones; l’attrice Laura Pizzirani con un reading e al pianoforte Riccardo Roncagli. Il weekend successivo vede in programma venerdì 21 luglio GREG & THE FRIGIDAIRES con le vivaci e coinvolgenti sonorità della musica americana anni Cinquanta-Sessanta; sabato 22 luglio il Teatro del Pratello con la presentazione del libro Visioni di lavoro e con lo spettacolo LAVORARE E VAGABONDARE. Una lezione di Pinocchio, vecchio maestro di Riformatorio; domenica 23 luglio il gruppo #NARRANDOBO con la serata Dark Bologna sulle peripezie della notte bolognese, tra jazz club e qualche faccia.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Adoro le scene con Amélie, il fatto che in ogni presente/futuro ci sia la gatta, perché rassicura Anita, ma anche noi spettatori.
Mi fa ridere come la tiene nella seconda gif. Hanno un gatto davvero paziente, che si fa fare un po' di tutto 😁😅
— camila queiroz in back to 15 (1.06)
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A Senago non c'è stato alcun femminicidio. C'è stato un duplice omicidio.
Credo che rimettere al proprio posto le corrette terminologie sia essenziale.
Non esiste il femminicidio, esiste l'omicidio.
Questo voler distinguere , questa volontà nella separazione di un insieme che è inscindibile, da parte della solita stampa, prelude e vuol far portare ad una differenza di grado, di gravità nell'atto di uccidere, che non esiste, che non può neanche essere preso in considerazione e che è figlio di questa società malata terminale di politicamente corretto ed ormai irrecuperabile.
Non esistono omicidi di serie A, al quale il "femminicidio" apparterebbe, per supposta maggior gravità, ed omicidi di serie B, vale a dire quelli in cui è il soggetto di sesso femminile che accoppa quello di sesso maschile, o, anche, quello in cui i due sessi, identici, si uccidono tra di loro.
Se una donna ne uccide un'altra, cosa che non solo è accaduta spessissimo, ma accadrà ancora, cos'è ?
Un femminicidio anche quello ?
Il termine però, quando accade, non viene adoperato.
Ancora.
Questo fatto di sangue, sul quale come al solito i media stanno sciacallando, nel quale stanno sguazzando, attraverso il quale hanno deciso di campare per settimane, forse mesi, a me, ma forse solo a me, pare il non-plus ultra delle umane miserie morali.
Il narcisismo, la vanità , la miseria dell'animo, l'immoralità diffusa, oggi imperversano, imperversano ed uccidono quasi quanto le mafie.
Questa epoca è talmente malridotta, talmente messa male, che di vittima e assassino oggi, il lettore più morboso, più malato, che è poi quello che segue le varie trasmissioni inutili che seguiranno, può godere di interi book fotografici messi a disposizione dai giornali attraverso i dati presenti sui social.
Book fotografici che non avrebbe, invece, se carnefice e vittima non comparissero svestiti, non fossero di bella presenza, non rappresentassero la quintessenza, ENTRAMBI, non uno sì e uno no, del vanesio, del frivolo, dell'inutile.
Non li avrebbe , semplicemente, perché i giornali non li pubblicherebbero, perché persino nell'atto di riportare la notizia di un assassinio efferato, deve esserci fotogenicità, più o meno tamarra, più o meno cafonesca, ma fotogenicità.
E tutto questo vociare, questo parlare, questo informare dei minimi particolari persino dell'interrogatorio davanti agli inquirenti, come se ci fosse stato un cronista presente, nascosto nel cestino dei rifiuti, non ci sarebbe stato se le vite di assassino e vittima non fossero state eticamente disordinate, sballate, ingarbugliate manco quelle di una telenovela brasiliana anni ottanta.
Lui mette incinta lei (non sposati) e contemporaneamente ne mette incinta un'altra (che pare la fotocopia dell'uccisa, sempre senza sposarsela) all'insaputa di lei e pure di quell'altra, che poi si conoscono, si compatiscono, si coalizzano e mettono nei guai l'inseminatore indefesso, questa specie di Rodolfo Valentino, di Alain Delon dei poveri, che, preso "dai turchi", uccide a coltellate la compagna al settimo mese di gravidanza.
Follia esistenziale pura.
E la cosa che più mi fa schifo, la cosa vomitevole, che fa cagare, è che CHI vorrebbe fare il moralizzatore, anche lessicale, con termini neo-linguistici alla Burgess o alla Orwell, come "femminicidio", è oggi il maggior responsabile della diffusione di quella immoralità che ad esso, e a tanti altri fatti di sangue, porta.
Sto parlando dei fottuti media, ovviamente. Da G. S.
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