#scultura contemporanea
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO QUARTO - di Gianpiero Menniti
L'OMBRA DELLA LACRIMA
“L’uomo che cammina”, 1960 è un’opera famosa di Alberto Giacometti (1901 - 1966), ultima versione di una prima risalente al 1947. Osservandola, è molto facile cadere in una trappola retorica: un fiume di parole per celebrare l’uomo, naturalmente l’uomo che ha conquistato la terra, sollevato il velo dei misteri, realizzato il progresso della scienza e della tecnica, costruito monumenti grandiosi, scolpito e dipinto opere magnifiche. L’uomo che mai si ferma, sempre alla ricerca di confini da abbattere. Così, un esile accrocco di linee estenuate, diventa il “Re del mondo”. L’umiltà della figura è apparenza di sterminata eccellenza. Se fosse così, non varrebbe nessun impegno d’artista oltre i fasti disincantati dell’Umanesimo invecchiato già di secoli. No. Quel passo è come un simbolo etrusco: un “senza nome” sepolto dalla boria dei vincitori. La forma, abborracciata, sgraffiata, consumata, è solo ombra di steli che scivola incerta su un cammino senza meta. Fragile. Estrema. Proviene da una caduta. Si alza e muove i suoi passi, per esorcizzarla. Scopre la leggerezza. S’illude. Come lacrima illuminata, si nasconde in un riflesso nero sullo sfondo. Sovvengono i versi di Samuel Beckett , "Ossa d'Eco", del 1935:
«Dentro la mia andatura rifugio tutto il giorno con gazzarre smorzate se la carne decade senza tema erompendo o favore di vento vada il guanto di sfida del senso e del non senso preso dalle sue fisime per quello che mai sono.»
Nelle immagini, Alberto Giacometti con Samuel Beckett, a Parigi nel 1961 e l’artista ritratto sulla copertina di “Life” negli anni ‘50
In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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Luce dalle Crepe: Una Scultura Che Parla di Resilienza e Bellezza Interiore. Una scultura che esprime la forza della fragilità e il potere della luce interiore che emerge dalle rotture della vita. Alessandria today
In un mondo in continua trasformazione, l'arte è uno degli strumenti più potenti per raccontare storie e suscitare riflessioni profonde.
In un mondo in continua trasformazione, l’arte è uno degli strumenti più potenti per raccontare storie e suscitare riflessioni profonde. La scultura nella foto è un’espressione magistrale del concetto di resilienza e bellezza interiore, rappresentando una figura femminile in posizione meditativa, con delle crepe attraverso le quali filtra una luce dorata. Questa immagine, che affascina e intriga…
#accettazione delle fragilità#accettazione delle imperfezioni#arte come riflessione#arte della rinascita#arte e meditazione#arte e paesaggi urbani#arte e storie di vita#arte illuminante#arte ispiratrice#bellezza attraverso le crepe#bellezza interiore#bellezza nella vulnerabilità#bellezza nelle cicatrici#città e riflessione.#Forza e Vulnerabilità#fragilità e forza#Kintsugi#luce dalle crepe#luce interiore#meditazione e arte#messaggi di resilienza#opere d’arte moderne#potere del kintsugi#potere della luce interiore#resilienza umana#riflessione e consapevolezza#scultura contemporanea#scultura e spiritualità#scultura meditativa#sculture e messaggi universali
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JAGO - Pietà (Sorrow)
JAGO is an Italian artist working in the field of sculpture. He was born in Frosinone (Italy) in 1987, where he studied art high school and then the Academy of Fine Arts (left in 2010).
His artistic research is rooted in traditional techniques. Jago uses marble as a noble material, but he treats fundamental themes of the era he inhabits, establishing a direct relationship with the public through the use of video and social networks to share the production process.
Jago's Pietà tries to read Michelangelo's one in a different way. Indeed, sorrow is no more the feeling attributed to a woman, Holy Mary, but to a man who is crying for the death of a young kid whose sex is not clear. In this way the relationship between the characters can be interpreted by everyone in a personal and unique way according to the spectator's sensibility.
#JAGO#contemporary art#italian artist#sculpture#sorrow#Pietà#Michelangelo Buonarroti#the contemporary Michelangelo#art#art lover#scultura#arte contemporanea#Italy
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#Arte#Arte contemporanea#Bitcoin#Blockchain#Contaminazione arte tecnologia#Criptovalute#Dadaismo#Decentralizzazione#Evoluzione dell'arte#Futurismo#Hub tecnologico#Identità anonima#Innovazione digitale#Lugano#Parco Ciani#Plan B Forum#Realtà aumentata#Satoshi Nakamoto#Scultura scomparsa#Svizzera#Tecnologia#Valentina Picozzi#Videoarte
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Louise Bourgeios in Florence - Do Not Abandon Me al Museo Novecento di Firenze
E’ stata inaugurata lo scorso 22 giugno la mostra curata da Philip Larratt-Smith e Sergio Risaliti in collaborazione con The Easton Foundation che celebra Louise Bourgeois, una delle protagoniste assolute dell’arte del XX e XXI secolo. Continue reading Louise Bourgeios in Florence – Do Not Abandon Me al Museo Novecento di Firenze
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Marcel Duchamp: Innovatore del Dadaismo
Marcel Duchamp nacque il 28 luglio 1887 a Blainville-Crevon, in Francia. Era figlio di una famiglia agiata e numerosa. Duchamp seguì l’esempio dei suoi fratelli maggiori, Jacques Villon e Raymond Duchamp-Villon, interessandosi all’arte. Nel 1904 si trasferì a Parigi per studiare pittura. Lì, sperimentò diversi stili come il postimpressionismo, l’espressionismo e il cubismo-futurismo. Nel 1913,…
#Arte Contemporanea#Avanguardia#Concettualismo#Critica sociale#Dadaismo#Marcel Duchamp#Ready-made#Rivoluzione artistica#Scultura
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Accrochage
“Il problema della nostra epoca è che è tutta piena di cartelli e priva di destinazioni” questo l’appunto trovato a bordo pagina di quaderno e, come spesso mi succede, senza autore o riferimenti: fiducia in una memoria che è da tempo vagabonda. La cosa particolare è che alcuni giorni fa, in tempi perfetti per questo progetto, un’amica me l'ha suggerito involontariamente inviandomi un link che riportava la citazione completa di autore… coincidenze. Ma tant’è. A ben vedere però farei una piccola, ma significativa, variante al testo di Kronenberger e direi piuttosto che “Il problema della nostra epoca è che è tutta piena di cartelli che indicano destinazioni”. Personalmente preferisco gli indizi alle indicazioni: quanto poco spazio resta altrimenti all’attenzione, all’intuito e alla scoperta se si segue una traccia certa. Meglio perdersi un poco lungo il percorso. Del resto Walser, amato maestro dell’eterno vagabondare nella natura così come nella vita e nell’arte, mi ha insegnato, senza mai deludermi, che in “… un’avventura nomade, dissociata e abbandonata agli incontri più incongrui, casuali e sorprendenti, si abbraccia ogni particolare del circostante e insieme lo si osserva da una invalicabile distanza … “
E questo pensiero mi ha condotta attraverso Accrochage: non volevo dare o avere indicazioni, passare un filo di lettura orientato, ma piuttosto mischiare le carte e dare l’opportunità ad autori diversi tra loro per ricerca ed espressione, di convivere, di confrontarsi e di unirsi in imprevisti incontri. Del resto questo è il tempo o il modo delle espressioni contemporanee, mutanti e aperte, nel quale i confini tra i vari linguaggi sono sempre più labili, difficili da definire e capire, perché si trasformano in continuazione. Accrochage, quindi, un bisticcio o schermaglia, un confronto di lingue, pensieri e poetiche, che rappresenta nel suo insieme una parte dell’espressione artistica attuale, acuta e presente a dispetto di alcuni vuoti propositivi che ci circondano.
Difficile costruire i limiti di una mostra con l’intenzione di non volerla improntare seguendo un tema specifico. Come definire un limite del campo all’interno del quale poter rappresentare l’ordine o il disordine del senso del discorso? Ho scelto di dare un ruolo fondamentale all’insieme cercando di evitare di racchiudere le opere di ogni artista in una situazione di definizione ed invitando artisti in grado di attraversare liberamente ogni contesto espressivo, abbattere generi di appartenenza o correnti e creare una sorta di rebus nel quale poter rintracciare una soluzione, possibile solo tenendo conto dell’ insieme.
Ho chiesto espressamente agli artisti invitati di partecipare con più lavori e su un formato contenuto per poter realizzare un’onda multiforme di immagini che andasse ad invadere in maniera serrata lo spazio, li ho invitati a lasciare andare un’ immediata leggibilità personale per puntare sulla forza di una coralità a più voci.
Un’opera unica, quindi, ad occupare i limiti fisici del locale in una proposizione senza soluzione di continuità tra un autore e l’altro, tra una tecnica e l’altra. Più di sessanta artistia rappresentare pittura, fotografia, grafica, illustrazione, installazione, video, mail art e quanto nasce dalla contaminazione dei singoli ambiti.
Un flusso continuo che contenga , spavaldo, dissonanze e armonie di questa modalità nomade e inquieta . E da questo flusso bisogna lasciarsi assorbire, prestargli attenzione, dare senso e presenza ad ogni singolo passaggio ad ogni frame che lo compone. Del resto le relazioni e le intersezioni si possono strutturare solo attraverso il dettaglio o il frammento, appunto. E qui naturalmente si entra nel merito dei singoli lavori, dell’opera nella sua unicità, nel filo armonico della poetica di ogni singolo artista che possiamo riconoscere e rintracciare, come una voce amata, all’interno del coro di commistioni di segni e linguaggi.
La partecipazione così numerosa rende impossibile dedicarmi con parole ad ogni singola presenza senza cadere in una sintesi parziale e vaga; solo la visione accurata delle opere stesse può accompagnarci in questa conoscenza. E se l’incessante bombardamento di immagini e di informazioni spesso portano la vista ed insieme il pensiero ad essere distratti e superficiali, qui, forse, le dissonanze possono esserci d’aiuto: farci da inciampo per condurci a rallentare il movimento e salvarci dal battere il naso contro la disattenzione.
Patti Campani, maggio 2013
ACCROCHAGE un progetto a cura di Patti Campani
Partecipano:
Claudio Alba, Marco Ara, Aseret Marille, Giampaolo Atzeni, Angelo Barile, Pietruccia Bassu, Lancillotto Bellini, Mauro Bellucci, Davide Bonazzi, Barbara Bonfilio, Carmine Calvanese, Silvia Camagni, Totò Cariello, Daniele Carnovale, Luna Cesari, Daniele Contavalli, Corti Manuela, Michele D’Agostino, Laura della Gatta, Federica De Ruvo, Luca Di Martino, Fernando Di Nucci, Roberta Fanti, Fathi Hassan, Massimo Festi, Roberta Filippelli, Maria Grazia Galatà, Alberto Gallingani, Marina Gasparini, Anna Girolomini, Vittorio Gui, Piotr Hanzelewicz, Holly Demetra Heuser, Gabriele Lamberti, Marco Lavagetto, Paolo Maggi, Bruno Mangiaterra, Luigi Mastrangelo, Viviana Mauriello, Antonella Mazzoni, Gianfranco Milanesi, Mauro Molle, Monalisa Tina, Daniela Montanari, Sabrina Muzi, Emilio Nanni, Nieddu Gianni, Marilena Pasini, Simone Ponzi, Loredana Raciti, Nicola Rotiroti, Mauro Sambo, Gianfranco Sergio, Mike Michele Sigurtà, Gabriele Talarico, Elettra Tam Vania, Danilo Vaiz, Vittorio Valente, Samantha Vichi, Stefano Scheda, Sozzi Valentina, Xel, Roberto Zizzo
Opening: sabato 8 giugno dalle 19 alle 23
Fiorile+spazioUN1CO, via baruzzi 1\2 Bologna
8 - 18 giugno
#patti campani#arte#bologna#fiorile+#arte contemporanea#fotografia#artecontemporanea#art on tumblr#arte italiana#scrittura#accrochage#videoarte#scultura#pittura#futuro#artcurator
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO QUARTO - di Gianpiero Menniti
LIMEN
Luce. Buio. Soglia. Da attraversare.
Lorenzo Ghiberti (1378-1455): "Porta del Paradiso", 1425-1452, Battistero di Firenze
Auguste Rodin (1840-1917): "Porta dell'Inferno", 1880-1917, Musée Rodin, Parigi
In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
#thegianpieromennitipolis#arte#arte contemporanea#arte medievale#scultura#scultura italiana#scultura contemporanea#auguste rodin#lorenzo ghiberti#maria casalanguida
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Dorota Piotrowiak
Dorota Piotrowiak, è una pittrice contemporanea polacca, si è diplomata nel 1996 in pittura, e nel 2003 in scultura e grafica presso la Facoltà di Belle Arti dell'Università Nicolaus Copernicus di Toruń. Organizza seminari di pittura e scultura e mostre sempre molto frequentate. (Intelligenza artificiale #IA)
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Giuliano Saba: La scultura in acciaio che unisce forza e sensibilità artistica. La mano in acciaio di Giuliano Saba: un'opera che racconta la resistenza, il contatto e l'espressività dell'arte moderna
Giuliano Saba, noto per la sua sensibilità artistica e la sua abilità nel lavorare materiali difficili come l’acciaio, presenta un’opera che cattura l’attenzione per il suo forte impatto visivo e concettuale.
Giuliano Saba, noto per la sua sensibilità artistica e la sua abilità nel lavorare materiali difficili come l’acciaio, presenta un’opera che cattura l’attenzione per il suo forte impatto visivo e concettuale. La scultura raffigura una mano, realizzata in acciaio inox, una scelta che riflette l’interesse dell’artista nel rappresentare non solo l’anatomia umana ma anche l’essenza della forza e…
#arte e comunicazione#arte e connessione umana#arte e forza#arte e resistenza#arte e tocco umano#Arte moderna#bellezza della mano#bellezza dell’acciaio#contatto e arte#creatività e materiali moderni#Dan Giuliano#espressione artistica#espressività del metallo#giochi di luce nella scultura#Giuliano Saba#Giuliano Saba artista#Giuliano Saba scultore#maestria nella scultura.#mano in acciaio#materiali moderni in arte#opere di Giuliano Saba#opere metalliche#potenza dell’acciaio#rappresentazione della mano#riflessione artistica#scultura Alessandria#scultura contemporanea#scultura figurativa moderna#scultura in acciaio#scultura tattile
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La Statua di Icaro Caduto, situata di fronte al Tempio della Concordia nella Valle dei Templi, ad Agrigento, in Italia, è un'opera contemporanea che contrasta con l'architettura classica della regione. Realizzata dallo scultore polacco Igor Mitoraj, la scultura in bronzo rappresenta il mitico Icaro disteso a terra, in una posa che unisce bellezza e tragedia. Il pezzo è stato progettato per evocare riflessioni sull'ambizione, sulla libertà e sui limiti umani. Secondo la mitologia greca, Icaro era il figlio di Dedalo, l'inventore che costruì ali fatte di piume e cera per sfuggire al labirinto di Creta. Nonostante gli avvertimenti del padre, Icaro volò troppo in alto, vicino al sole, che sciolse la cera delle sue ali, facendolo cadere in mare. Questa storia è spesso usata come simbolo dei pericoli dell'eccessiva ambizione e della disobbedienza. La presenza della statua moderna in un luogo storico come la Valle dei Templi crea un dialogo tra antichità e arte contemporanea, evidenziando temi universali che risuonano ancora oggi.
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Beautiful Tomorrow Joseph Klibansky
a cura di Demetrio Paparoni, Luca Berta, Francesca Giubilei
Skira, Milano 2016, 96 pagine, 24x28,5cm, ISBN 978-38 572 32201
euro 30,00
email if you want to buy [email protected]
Mostra Palazzo Franchetti, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti Venezia 27 marzo - 1 maggio 2016
Pubblicata in occasione della prima mostra personale in Italia del giovane artista Joseph Klibansky, la monografia presenta una selezione di opere che offrono una spregiudicata narrazione del percorso creativo di uno dei più interessanti giovani artisti della scena olandese contemporanea.
Un astronauta di sette metri atterrato in bilico su una sedia lungo la sponda del Canal Grande. Un gorilla accigliato che suona una trombetta da party nel salone di un palazzo nobile. La giungla che cresce tra i broccati di seta e rivela una piccola scultura dorata. I lavori fotopittorici di Klibansky, che sovrappongono paesaggi urbani familiari ad ambienti naturali remoti vengono esposti assieme ad irriverenti e poetiche sculture in resina, bronzo, oro."Klibansky" - scrivono in catalogo Luca Berta e Francesca Giubilei - "metabolizza la realtà precostituita dai nuovi media e ci restituisce una vita oltre la superficie, proiettando simboli del presente multiculturale e consumistico nella dimensione dilatata e sorprendentemente innocente delle sue opere." L'uso delle nuove tecnologie è sicuramente un elemento caratterizzante la sua produzione. Le opere bidimensionali sono frutto della sovrapposizione di centinaia di fotografie sulle quali poi l'artista interviene con ritocchi in acrilico su carta di cotone e resina liquida per la finitura.Le sculture invece, generalmente fusioni in bronzo o resina, sono realizzate ricorrendo alla stampa e scansione 3D. Anche in questo caso però l'intervento umano è fondamentale, la lucidatura o dipintura finale vengono sempre realizzate dall'artista, che con questa scelta ribadisce il suo interesse per la commistione tra vecchio e nuovo, tra alta tecnologia e artigianato.
18/05/24
#Joseph Klibansky#art exhibition catalogue#Palazzo Franchetti Venezia 2016#scena artistica olandese contemporanea#art books#fashionbooksmilano
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Dorota Piotrowiak
Dorota Piotrowiak, è una pittrice contemporanea polacca, si è diplomata nel 1996 in pittura, e nel 2003 in scultura e grafica presso la Facoltà di Belle Arti dell'Università Nicolaus Copernicus di Toruń. Organizza seminari di pittura e scultura e mostre sempre molto frequentate. (Intelligenza artificiale #IA)
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COSTAS TSOCLIS una retrospettiva 1956-2022 alla Galleria Il Ponte di Firenze
E’ stata inaugurata lo scorso 17 maggio la mostra Costas Tsoclis una retrospettiva 1956-2022 alla presenza del 94enne Artista greco. Continue reading COSTAS TSOCLIS una retrospettiva 1956-2022 alla Galleria Il Ponte di Firenze
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FONDAZIONE ANGELO BOZZOLA
Secondo il grande poeta francese Paul Valery la massima libertà deriva solo dal massimo rigore. Questa riflessione mi è tornata alla mente visitando la magnifica Fondazione Angelo Bozzola di Galliate, ad una manciata di chilometri da Novara, aperta per le giornate di primavera del FAI e curata da quello spirito indomito che è Giorgia Bozzola che con il fratello, non solo ha conservato il patrimonio artistico del nonno, ma lo ha reso visitabile e ne sta facendo un centro di attrazione per molte iniziative. Ma chi era Angelo Bozzola? Potremmo dire che è stato un grande poeta della forma, un artista alla ricerca dell’unicità nella ripetizione. Bozzola la cui attività ha inizio negli anni Cinquanta come artigiano del legno, si persuade dell’idea non già di trovare la forma perfetta in pittura, nel disegno e nella scultura, ma di coniugare una forma dalla irregolare lirica geometrica, come il “trapezio ovoidale” e di poterla poi variare in una combinatoria pressoché infinita, senza mutarne il presupposto geometrico. Cos’è il trapezio ovoidale? È, naturalmente, un trapezio scaleno irregolare inscritto in una sorta di ogiva, anch’essa irregolare. Questa forma, disegnata, fotografata, sbalzata, fusa, scolpita diverrà non già o non solo una cifra stilistica, ma un limite dato. Questo limite, grazie alle sue infinite variazioni, secondo Angelo Bozzola, avrebbe potuto diventare, grazie alla continua sperimentazione e ad abbinamenti seriali mutanti, bellezza “in purezza”. E così è stato, solo che Angelo Bozzola non ci ha donato il frutto finale e definitivo di questa ricerca, ma ci ha dimostrato che la bellezza (o la verità) è, un po’ hegelianamente, il movimento della bellezza (o della verità) stessa. Nell’edificio principale, su diversi piani, sono conservate le piccole sculture, i bassorilievi, i dipinti, i bozzetti, mentre all’esterno le sculture di grandi dimensioni. Angelo Bozzola fu esponente del MAC, il Movimento Arte Concreta fondato a Milano nel 1948 da Atanasio Soldati, Bruno Munari, Gianni Monnet, Gillo Dorfles e che annoverò tra le proprie fila, tra gli altri, anche architetti e designer come Ettore Sottsass, Vittoriano Viganò, Carlo Perogalli, Marco Zanuso. Influenzò i giovani artisti di allora come Carla Accardi, Piero Dorazio e tanti altri. Una magnifica opera di Angelo Bozzola è ancora esposta al Palazzo della Triennale di Milano, fucina di idee e progetti e sempre uno dei cuori pulsanti dell’architettura e del design milanese ed italiano. Ci potremmo anche fermare qui, ma mi piace sottolineare come l’Italia sia davvero il paese delle “isole del tesoro” per riprendere il titolo di un famoso volume di Allemandi scritto da Umberto Eco, Renzo Piano, Augusto Graziani e Federico Zeri. Questo piccolo gioiello che è la Fondazione Angelo Bozzola è stata ampliato e abbellito con un magnifico giardino che ospita le grandi sculture in pietra e impreziosito, spiritualmente e architettonicamente, da una microscopica cappella voluta dagli indomiti nipoti dell’artista, dove si può ammirare uno dei più bei Crocifissi dell’arte contemporanea (e non è cosa semplice trovarne di raffinati). La bellezza è spesso, molto spesso, a portata di mano, basta cercarla e volerne la sua verità.
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