#Hub tecnologico
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TECHStyle Hub: ecco il Metaverso per le Imprese Culturali e Creative: Iscrizioni aperte entro il 10 novembre
Il Metaverso per le imprese culturali e creative è ora realtà: il progetto TECHstyle Hub, che si propone di rivoluzionare l’interazione tra arte, moda e tecnologia, offrendo soluzioni creative e interattive per le industrie culturali e creative, muove i suoi primi passi e sono aperte ora le iscrizioni per il “CREATIVE INDUSTRIES WORK EXPERIENCE”, uno spazio virtuale interattivo in cui giovani artisti possono esibirsi e creare la propria performance con l’aiuto di tutor: musicisti, produttori, content creator, visual artist 3D possono iscriversi entro il 10 novembre per proporre i loro progetti e vederli realizzati all'interno del Metaverso.
Il progetto, realizzato da Creative Hub Bologna, Fondazione Fashion Research Italy e MISTER Smart Innovation, gestore del Tecnopolo Bologna CNR, offrirà un'esperienza unica e coinvolgente. Gli utenti potranno muoversi liberamente all'interno di ambienti virtuali ricreati fedelmente dal team di Mister Smart Innovation, ammirando i disegni tessili come se fossero esposti in una galleria d'arte. Inoltre, ogni ambiente sarà accompagnato da un sottofondo musicale ideato ad hoc da Creative Hub Bologna. TECHStyle Hub non è solo una semplice digitalizzazione. È un'opportunità per ripensare il modo in cui si conserva e si valorizza il patrimonio culturale. Grazie alla realtà virtuale, sarà possibile creare esperienze interattive e coinvolgenti, come workshop e sfilate di moda digitali e mostre tematiche.
Phygital: le opportunità del web 3.0 per l’industria del fashion
Focus della presentazione generale di TECHStyle Hub, sarà Phygital: una tavola rotonda per riflettere su come i mondi digitali e fisici si interfacciano nel settore della Moda. Parteciperanno Gloria Maria Cappelletti, Editor in Chief & Creative Director, RED-EYE magazine, Marco Bisato Co Founder & CEO at CUSTOMIX - Applied Group, Sara Noggler Innovative Marketing Strategist - former Metaverse Fashion Council e Giordano Copparoni, Head Of International Marketing at Warner Music Italy e la moderazione di Andrea Guolo, giornalista di moda e moderatore grandi eventi. L'evento si terrà sia in presenza, presso la Sala Ovale di F.FRI, che contemporaneamente nel metaverso sulla piattaforma Spatial.io.
MISTER Smart Innovation
MISTER Smart Innovation scrl è un Laboratorio di ricerca industriale e un Centro di innovazione accreditato alla Rete Alta Tecnologia della Regione Emilia-Romagna, esempio virtuoso di organismo di ricerca costituito come Partnership Pubblico-Privata. MISTER, come gestore del Tecnopolo Bologna CNR, promuove e valorizza la cultura tecnico-scientifica, il trasferimento tecnologico e lo sviluppo di un’innovazione sostenibile. Per lo sviluppo delle Industrie Culturali e Creative, MISTER mette a disposizione delle imprese il proprio know-how sulle tematiche: sensoristica per il monitoraggio del patrimonio culturale, dispositivi per conservazione e restauro, intelligenza artificiale e sistemi diagnostici predittivi, tecnologie digitali e immersive.
Fondazione Fashion Research Italy
Situata in un polo didattico museale di oltre 7.000 mq, Fondazione FRI è una Fondazione no profit attiva dal 2015 a Bologna, le cui attività perseguono quattro principali obiettivi che ne delineano i valori:
Promuovere la tradizione creativa del Made in Italy mettendo a servizio di studiosi e designer un archivio composito di cui costituisce una testimonianza concreta, ma anche sensibilizzando le imprese a valorizzare il proprio heritage, spesso non sfruttato per il suo valore strategico.
Garantire nuova linfa al sistema imprenditoriale per mezzo dell’aggiornamento delle competenze degli addetti ai lavori e della formazione delle nuove figure professionali richieste dall’evoluzione del progresso.
Favorire l’adozione di un modello produttivo sostenibile fornendo strumenti concreti che rispondano alle esigenze di ogni realtà: dalla selezione di materiali per la confezione, alla formazione delle figure dedicate, fino alla consulenza per percorsi a lungo termine.
Amplificare il valore e la competitività delle manifatture moda grazie alla facilitazione dell’incontro tra domanda e offerta di soluzioni e professionalità che stimolino l’evoluzione tecnologica e culturale dell’intera filiera.
Creative Hub Bologna (MPDA aps)
Il Centro Polifunzionale Della Filiera Musica, Cultura e Creatività In Emilia-Romagna, situato in Zona Roveri a Bologna fa confluire startup, aziende ed individui di talento provenienti dai settori creativi e tecnologici con prestigiose Istituzioni accademiche e di formazione, con l’impegno di una stretta collaborazione e di un beneficio reciproco. CHB fornisce un ecosistema unico e dinamico mediante partners fisici (in presenza) e virtuali (a distanza). Particolare enfasi è posta sulla internazionalizzazione, aspetto cruciale che ottimizza collegamenti e opportunità per tutti i soggetti coinvolti. La Mission di CHB è quella di andare in aiuto ai singoli soggetti attraverso un approccio collettivo.
La struttura include studi di registrazione e mastering, aula magna per eventi live ed in streaming, sale prova, production boxes, sala per la creazione e fruizione di contenuti in realtà virtuale, sala di posa foto/video, regia radiofonica, aule didattiche, lavagne LIM e strumentazione di ultima generazione, allestite in partnership con aziende leader del mercato, sale riunioni, ala coworking con uffici per startup ed enti, aree coworking quick desk, biblioteca, cucina ed aree comuni interne ed esterne. Connessioni WiFi e di rete ultraveloci anche in upload.
Il progetto TECHstyle Hub beneficia dell’incentivo “Transizione digitale organismi culturali e creativi” (TOCC), che favorisce l’innovazione e la digitalizzazione delle micro e piccole imprese, enti del terzo settore e organizzazioni profit e no profit. La misura è promossa dal Ministero della Cultura (Direzione Generale Creatività Contemporanea) e può contare su una dotazione finanziaria di 115 milioni di euro prevista dal PNRR. TOCC rientra nella Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, Component 3 – Cultura 4.0 (M1C3), Investimento 3.3, Sub-Investimento 3.3.2.
Instagram: https://www.instagram.com/creative.hub.bologna/
Press, info e materiali stampa:
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Sfide e opportunità per le imprese straniere in Romania
La Romania è emersa come una destinazione attraente per gli investimenti esteri, grazie alla sua posizione strategica nell’Europa orientale, all’economia in crescita e all’accesso al mercato unico dell’Unione Europea. Per imprenditori e imprese in considerazione aprire Società in Romania, comprendere le potenziali sfide e opportunità è essenziale per il successo a lungo termine. Che tu stia cercando un'espansione all'estero o considerando la Romania come trampolino di lancio nel mercato europeo, questo blog ti guiderà attraverso i principali fattori da considerare.
Opportunità per le imprese straniere in Romania
1. Posizione strategica e adesione all'UE
La vicinanza della Romania ai mercati chiave dell’Europa e dell’Asia la rende un luogo ideale per le aziende che desiderano operare oltre confine. In quanto membro dell’Unione Europea, la Romania offre alle imprese l’accesso al mercato unico dell’UE di oltre 400 milioni di consumatori. Ciò offre opportunità senza precedenti per apertura di una società all'estero e la creazione di un hub regionale in Romania.
2. Mercato del lavoro competitivo
Uno dei vantaggi più significativi di aprire Società in Romania è la sua forza lavoro competitiva. La Romania vanta una forza lavoro altamente qualificata, soprattutto in settori quali IT, ingegneria e produzione. Inoltre, il costo del lavoro rimane inferiore rispetto ad altri paesi dell’UE, consentendo alle aziende di mantenere la redditività assumendo i migliori talenti.
3. Espansione del settore IT e tecnologico
La Romania ospita un settore IT in forte espansione, spesso definito la “Silicon Valley dell’Europa orientale”. Il paese è diventato un hub per lo sviluppo di software, l’intelligenza artificiale e le startup tecnologiche. Le imprese straniere che entrano in questo settore troveranno un fiorente ecosistema e numerose opportunità di collaborazione con talenti locali.
4. Accesso agli incentivi governativi e comunitari
Per imprenditori stranieri aprire Società in Romania, sono disponibili molteplici incentivi finanziari. La Romania offre una serie di agevolazioni fiscali e sovvenzioni per investimenti in settori chiave come energia, produzione e ricerca e sviluppo (R&S). Inoltre, le imprese possono beneficiare dei finanziamenti dell’UE, che possono contribuire a ridurre i costi di avvio e ad alimentare la crescita.
5. Mercato dei consumatori in crescita
L’economia della Romania ha registrato una crescita costante, che ha portato ad un aumento della spesa dei consumatori e della domanda di beni e servizi. Questa classe media in crescita offre un mercato attraente per le imprese straniere nel settore della vendita al dettaglio, dei prodotti di consumo e dei servizi apertura di una società all'estero in Romania un'impresa redditizia.
Le sfide per le imprese straniere in Romania
1. Burocrazia e ostacoli normativi
Mentre il processo di aprire Società in Romania è diventato più semplice negli ultimi anni, le imprese straniere potrebbero ancora dover affrontare difficoltà nel districarsi nella burocrazia del paese. Registrare una società, ottenere i permessi e garantire la conformità alle normative locali può richiedere molto tempo. È importante collaborare con esperti legali e contabili locali per semplificare il processo.
2. Sviluppo delle infrastrutture
Sebbene la Romania abbia compiuto progressi significativi nella modernizzazione delle proprie infrastrutture, in particolare nelle grandi città come Bucarest e Cluj-Napoca, esistono ancora delle lacune, soprattutto nelle zone rurali. Reti stradali inadeguate e connettività Internet incoerente possono rappresentare sfide logistiche per le aziende che dipendono da sistemi di trasporto e comunicazione efficienti.
3. Tassazione e conformità
La Romania offre un’aliquota fissa dell’imposta sulle società pari al 16%, che è relativamente favorevole rispetto ad altri paesi dell’UE. Tuttavia, gli adempimenti fiscali possono essere complessi, soprattutto per le società straniere che non hanno familiarità con il sistema fiscale locale. L'IVA, i contributi sociali e la dichiarazione dei redditi delle società richiedono attenzione ai dettagli e la mancata osservanza può portare a sanzioni pecuniarie. Le imprese dovrebbero coinvolgere consulenti fiscali locali per garantire operazioni senza intoppi.
4. Differenze culturali e barriere linguistiche
Per gli imprenditori apertura di una società all'estero, Le barriere culturali e linguistiche possono rappresentare una sfida. Sebbene la Romania abbia un gran numero di anglofoni, in particolare nelle aree urbane e nel settore commerciale, possono ancora verificarsi lacune nella comunicazione, soprattutto quando si tratta con le autorità locali o le regioni rurali. Inoltre, comprendere la cultura imprenditoriale rumena, in cui le relazioni personali e la fiducia svolgono un ruolo vitale, aiuterà gli imprenditori stranieri a gestire le negoziazioni e le partnership in modo più efficace..
5. Panorama politico incerto
Come molti paesi dell’Europa orientale, la Romania ha attraversato periodi di instabilità politica. Mentre il Paese resta impegnato a mantenere un ambiente imprenditoriale stabile, gli investitori stranieri devono essere consapevoli di potenziali cambiamenti normativi o decisioni politiche che potrebbero avere un impatto sulle loro operazioni. Rimanere informati sulle dinamiche politiche locali e cercare consulenza legale sarà essenziale per mitigare i rischi.
Strategie chiave per il successo in Romania
1. Lavora con esperti locali
Muoversi nel panorama giuridico, normativo e culturale della Romania può essere complesso. La collaborazione con avvocati, contabili e consulenti aziendali locali aiuterà gli imprenditori stranieri a mitigare i rischi e a garantire la conformità. Questi professionisti possono anche offrire approfondimenti sugli incentivi fiscali della Romania, sui processi di registrazione delle società e sulle leggi sul lavoro.
2. Investi nella costruzione di relazioni
La cultura imprenditoriale rumena valorizza le relazioni personali. Gli imprenditori dovrebbero investire tempo nel networking con partner, fornitori e autorità locali. La partecipazione ad associazioni imprenditoriali, come la Camera di commercio americana in Romania (AmCham Romania) o la Camera di commercio e industria rumena, può aiutare a costruire connessioni preziose e aumentare la credibilità.
3. Sfruttare i finanziamenti e gli incentivi dell’UE
Le imprese straniere aprire Società in Romania dovrebbe esplorare l’ampia gamma di sovvenzioni governative e dell’UE disponibili. Settori come ricerca e sviluppo, tecnologia ed energia verde sono particolarmente favoriti e sfruttare questi incentivi può ridurre significativamente i costi iniziali e favorire la crescita a lungo termine.
4. Rimani flessibile e adattabile
Il mercato rumeno è dinamico e rimanere flessibili sarà fondamentale per il successo a lungo termine. Gli imprenditori stranieri dovrebbero essere preparati ad adattare le proprie strategie aziendali man mano che apprendono di più sul comportamento dei consumatori, sulle normative e sulla concorrenza locale.
Conclusione
Sebbene ci siano sfide associate aprire Società in Romania, il paese presenta anche numerose opportunità per le imprese straniere. L’economia in crescita, la forza lavoro qualificata e l’accesso ai mercati dell’UE rendono la Romania una scelta allettante per gli imprenditori che cercano di espandersi all’estero. Comprendendo il panorama locale e affrontando direttamente le potenziali sfide, le imprese straniere possono sbloccare tutto il potenziale del mercato in evoluzione della Romania.
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Posa della chiglia della seconda fregata classe Tamandaré In Brasile nel corso della scorsa settimana la Marinha do Brasil unitamente all’agenzia di approvvigionamento EMGEPRON ed alla società Águas Azuis hanno celebrato la posa della chiglia della fregata “Jerônimo de Albuquerque”, la seconda nave (F201) del programma brasiliano di fregate della classe Tamandaré. Questo programma è considerato il più innovativo del Brasile ed è stato sviluppato con il trasferimento tecnologico gestito da Thyssenkrupp Marine Systems. La nuova fregata è in fase di costruzione presso il cantiere Thyssenkrupp Estaleiro Brasil Sul di Itajaí (SC) che avrà una grande importanza strategica in futuro, diventando un hub di riferimento per il Sud
#Forze_Armate#Forze_Navali#Industria_della_Difesa#ThyssenKrupp_Marine_Systems#brasile#fregate#germania#Marinha_do_Brasil#tamandaré#thyssenkrupp_marine_systmes
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Un percorso d’eccellenza per formare i futuri programmatori
Formare i futuri programmatori attraverso un percorso altamente professionalizzante, e gratuito, che contribuisca a colmare un vuoto di competenze ICT sul mercato del lavoro e a soddisfare la domanda in continua crescita da parte delle imprese. Questa la sfida che caratterizza la storia di oggi. Ne parliamo con Gi Gruop. Formare i futuri programmatori, come? È questo l’obiettivo dell’IFTS in apprendistato di 1° livello lanciato a Napoli, al Tavolo di Lavoro in Regione Campania, da Gi Group - la prima agenza italiana per il lavoro - e Accenture Technology Solutions - leader mondiale in ambito ICT- in collaborazione con partner d’eccellenza: Eurosoft - Servizi Formativi Integrati, l’Istituto Superiore Statale “Pitagora” e l’Università degli Studi di Napoli Federico II (Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione). Intervista a Fulvio Tizzano, Sales Director Gi Group Parliamo di questo ambizioso progetto in maniera più dettagliata con chi l'ha realizzato. Abbiamo, infatti, scoperto la storia dietro questa iniziativa grazie alle parole di Fulvio Tizzano, Sales Director Gi Group: Come nasce questo progetto? L’ICT è uno dei settori trainanti del mercato del lavoro del nostro Paese. Stanno infatti assumendo sempre più importanza quelle professionalità richieste nel processo di digitalizzazione e sviluppo tecnologico, trasversali a tutti i settori professionali. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Accenture Technology Solutions e partner d’eccellenza – Eurosoft, Servizi Formativi Integrati, l’Istituto Superiore Statale “Pitagora” e l’Università degli Studi di Napoli Federico II – si pone come obiettivo quello di colmare il vuoto di competenze in ambito ICT e rispondere alla crescente domanda da parte delle aziende di profili specializzati. Questo progetto nasce, quindi, per soddisfare una duplice esigenza: da un lato, quella delle aziende che necessitano di talenti qualificati nel mondo della programmazione, e dall'altro, quella dei giovani che cercano opportunità concrete di ingresso nel mondo del lavoro. Formare i futuri talenti della programmazione, quanto è importante vincere questa sfida? Nell’attuale scenario le figure ICT sono spesso difficili da reperire. Secondo i dati Unioncamere, i profili tecnici sono tra i più ambiti: nella rilevazione riferita al mese di gennaio, in Italia le aziende faticano a trovare il 55,3% dei tecnici informatici, telematici e delle comunicazioni. Lo Skill Mismatch, infatti, è un problema sempre più evidente, che non solo impedisce ai candidati di trovare lavoro, ma che compromette la sostenibilità del mercato del lavoro stesso e lo sviluppo dell’economia del nostro Paese. I percorsi formativi professionalizzanti, come quelli promossi in collaborazione con player formativi di alto profilo, rappresentano la risposta concreta di Gi Group a questa sfida. Perché per Gi Group è così importante aver realizzato un progetto del genere? Questo progetto si inserisce nel perimetro dell’impegno della nostra azienda per il Lavoro Sostenibile, con cui diamo a candidati e lavoratori la possibilità di realizzarsi a livello professionale e personale contribuendo allo sviluppo sociale ed economico del territorio e dell’intero Paese. La formazione di qualità, ideata partendo dai bisogni delle imprese e dalle aspettative di candidati e lavoratori, è ciò che serve per rimanere al passo con l’evoluzione del mercato del lavoro. In questa direzione va il Gi Group Training Hub, il nostro centro per la formazione e l’orientamento che con 5.000 metri quadrati di aule, laboratori e macchinari d’avanguardia si propone di essere uno spazio fisico e digitale aperto al confronto e alla condivisione. L’offerta formativa è ampia e si rivolge sia ai ragazzi che devono entrare per la prima volta nel mondo del lavoro sia a candidati di ogni età che intendono riqualificarsi e potenziare le loro competenze. Le soluzioni post-diploma come gli IFTS, gli ITS e l'Apprendistato di I livello – che riteniamo essere estremamente efficaci nel favorire l'incontro tra le esigenze delle aziende e i candidati in cerca di opportunità lavorative - fanno parte della nostra offerta formativa. Uno dei punti di forza dei nostri progetti è la stretta sinergia con le realtà del territorio per costruire programmi di formazione mirati che rispondano ai bisogni del tessuto produttivo, favoriscano l’occupazione giovanile e possano contribuire a contrastare il fenomeno dei NEET e l’abbandono scolastico. Quali saranno i progetti futuri di Gi Group? Attraverso il Gi Group Training Hub continueremo a costruire percorsi formativi estremamente innovativi e mirati per far incontrare domanda e offerta e preparare i candidati ad affrontare le crescenti sfide del mercato del lavoro. Percorsi come questo concretizzano il ruolo di Gi Group come ponte tra il mondo della scuola e il mercato del lavoro. Da inizio 2023 abbiamo svolto oltre 9.000 corsi, dove hanno partecipato oltre 60.000 persone per un totale di più di 300.000 ore di formazione. Inoltre, proseguirà il nostro impegno nella valorizzazione del talento femminile attraverso il progetto Women4 con cui creiamo opportunità professionali per le donne favorendo l'occupazione femminile in settori tradizionalmente a prevalenza maschile, tra cui l’ICT, andando anche a sfatare luoghi comuni e stereotipi di genere nel mondo del lavoro. Foto di Pexels da Pixabay Read the full article
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Presentato il progetto del nuovo Ospedale di Padova
Presentato il progetto del nuovo Ospedale di Padova. «Oggi è una giornata storica, perché si parte con questa grande operazione al termine della quale sarà nato uno degli ospedali di riferimento a livello internazionale, con un Polo sanitario che, compreso l’Ospedale Giustinianeo, sarà con ogni probabilità il primo polo italiano per numero di posti letto, superando i 1680. Nel nuovo Ospedale di Padova Est avremo 90 terapie intensive, 45 sale operatorie e la grande realizzazione della Torre della Ricerca con 7 miliardi di investimento. È un sogno che si realizza, che consegneremo alla nostra comunità e a pazienti da tutto il mondo». Lo ha detto il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, intervenuto martedì alla presentazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica del Nuovo ospedale di Padova. «Il nuovo ospedale andrà a realizzarsi contemporaneamente al grande master plan di rifacimento del “vecchio” ospedale civile, che resterà completamente ristrutturato nel centro padovano – ha aggiunto Zaia –. Il nuovo ospedale ha una struttura di base che, tra nove anni, di sicuro non sarà obsoleta, perché tutto il contenuto, strumenti, macchinari e quant’altro, sarà quello dell’ultimo miglio, dell’ultimo momento, cioè il migliore possibile. Non sarà un ospedale solo per la città, la cui funzione sarà retta principalmente dal Giustinianeo, ma un Policlinico internazionale, arricchito da una ambiziosa Torre della Ricerca. Sarà ricordato come uno dei più grandi interventi della sanità internazionale. Aggiungo che un medico che si laurea oggi possa guardare a questo Ospedale come un vero e proprio punto d’arrivo della carriera». Il Polo di Padova Est disporrà di un’area dedicata di circa 40 ettari inserita nel quadrante est della Città di Padova e si svilupperà su una superficie di circa 212.000 mq. Avrà una piastra polifunzionale, edifici per le degenze, edifici per le attività di outpatients, una torre della ricerca e un polo dei servizi. Sarà un ospedale assolutamente green, in classe A3. Unirà in una serie di edifici la parte di cura con apposite aree dedicate alla ricerca: ci sarà una Torre della Ricerca, di sette piani, con laboratori e tecnologie altamente innovative. Il progetto di fattibilità ha avuto il contributo di 9 gruppi di lavoro tematici con 70 professionisti interni all’ azienda sanitaria e un raggruppamento di progettisti esterni di oltre 120 ingegneri e architetti. Confortevole (per l’accoglienza e la cura del paziente), tecnologico (per la cura, la ricerca, l’attività dei lavoratori), sostenibile (edificio ad elevate prestazioni energetiche classe A3 e per la scelta dei materiali e delle tecnologie): saranno i tre aggettivi chiave del Polo di Padova Est. Le sale operatorie saranno 45, dotate di elevata tecnologia: sale ibride, sale angiografiche, sale operatorie IORT, sale endoscopiche, le sale con robot e apparecchiature diagnostiche d’avanguardia (RX, TAC, RMN, eco, PET-CT, PET-RM, ecc.). A corredo dell’attività assistenziale, è prevista la realizzazione della Torre della Ricerca inserita nel complesso ospedaliero dove l’attività universitaria integrerà con la ricerca, la didattica e il trasferimento tecnologico. Il Polo Giustiniani con una dotazione di 719 posti letto, avrà il Pronto Soccorso principale, mentre il Polo di Padova Est con una dotazione di 963 posti letto, di cui 90 di terapia intensiva, avrà un HUB di alta specialità e un HUB interregionale. «Con orgoglio la Regione Veneto a lanciato questo progetto ambizioso, per sviluppare una progettualità in sanità di assoluto rilievo, con fianco l’Università di Padova ed il Comune di Padova, oltre all’apporto davvero importante della scuola di medicina padovana. Ringrazio le istituzioni e e tutti i professionisti della sanità - oltre alle ditte coinvolte- che proseguiranno con noi questo cammino, per consegnare al nostro territorio un progetto, un ospedale, che diverrà un simbolo per efficienza e capacità di cura».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Il Corporate Banking Interbancario annuncia il completamento della fase di migrazione
La nuova architettura tecnologica di CBI, in Cloud privato di interconnessione tra tutte le banche consente la realizzazione di un vero salto di paradigma tecnologico. Il progetto Cbi Hub Cloud ha rappresentato infatti un importante sforzo di innovazione, che ha visto in questi ultimi quattro anni il coinvolgimento attivo di tutti gli attori dell’ecosistema, banche, strutture tecniche, associazioni di categoria e autorità, mirando a trasformare l’infrastruttura di rete che gestisce le oltre 60 funzioni di pagamento, incasso e informative multibanca tra le aziende italiane e verso la Pubblica Amministrazione, da protocolli proprietari a soluzioni virtualizzate e centralizzate basate su protocolli di rete standard aperti, ancora più moderni, flessibili e scalabili. Un cambiamento che consentirà ai payment service provider di offrire ai propri clienti corporate e retail e alla Pubblica Amministrazione, servizi transazionali e di open finance più evoluti e in tempo reale, ampliando notevolmente i livelli di efficienza, di sicurezza e di integrazione nel mercato dei pagamenti tra tutti gli attori del nostro Paese. "La migrazione alla nuova infrastruttura Cbi Hub Cloud rappresenta una tappa di fondamentale importanza nel nostro percorso di innovazione" sottolinea Liliana Fratini Passi, direttore generale di Cbi. "Offrendoci la possibilità di accorpare in un unico ecosistema tecnologico tutti i servizi ad oggi veicolati dalla nostra Società, Cbi Hub Cloud non solo ci consente una gestione centrale e, di conseguenza, migliore di tutti i nostri processi, ma permette ai nostri clienti di rendere ancora più semplice, immediata, efficiente e sicura la gestione dell’offerta nei confronti della propria clientela", dice Liliana Fratini Passi. "Cbi Hub Cloud ci permetterà, dunque, di rafforzare il nostro ruolo come azienda per lo sviluppo di servizi digitali di pagamento e di open finance, a supporto dell’offerta del settore finanziario, anche internazionale, facilitando in ottica collaborativa il colloquio in tempo reale tra i vari attori del mercato, cittadini, imprese, banche, intermediari, fintech e Pubblica Amministrazione, attraverso l’utilizzo di tecnologie in linea con i migliori requisiti di sicurezza", conclude Fratini Passi. CBI Hub Cloud, che ospita le funzioni centralizzate di processing, diagnostica e monitoraggio, rappresenterà la struttura portante da cui partire per tutte le evoluzioni dei Servizi che ospita la nuova infrastruttura, offrendo anche ulteriori funzionalità online supportate dalla moderna tecnologia Api, ovvero Application Program Interface, garantendo un miglior time to market nel rilascio dei servizi, oltre che un migliore monitoraggio delle performance da parte di Cbi. Implementata con la collaborazione di Nexi, la PayTech italiana leader in Europa che ha realizzato l’infrastruttura tecnologica, la nuova architettura in Cloud si inserisce nell’impegno della società di allinearsi con le moderne tecnologie introdotte dalla seconda direttiva europea in materia di pagamenti, oggi alla base dell’open banking. Read the full article
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Arlo: perché non conviene acquistare le telecamere di videosorveglianza - il nostro test
Arlo è un noto marchio specializzato in videocamere di sicurezza. Da non molto tempo Arlo ha stabilito una collaborazione con Verisure, una delle principali aziende di sistemi di sicurezza e allarme. Questa collaborazione permette di integrare le videocamere Arlo in un sistema di allarme monitorato da Verisure, offrendo così una protezione completa e avanzata. Purtroppo ultimamente le cose sono cambiate e il sistema Arlo non sembra più essere quello di una volta tanto che nonostante l'abbonamento Arlo Secure molti eventi non vengono registrati e le telecamere con la stazione base non comunicano bene mandando in blocco il sistema di videosorveglianza. Il nostro test e segnalazioni utenti Le telecamere di sicurezza sono strumenti essenziali per garantire la sicurezza delle abitazioni e dei luoghi di lavoro. Tuttavia, come ogni dispositivo tecnologico, possono presentare delle criticità. Di seguito, analizzo in dettaglio i problemi che ho personalmente riscontrato con le telecamere Arlo. Inefficienze di Arlo Secure Uno dei problemi più gravi che ho notato riguarda Arlo Secure, il sistema cloud proprietario di Arlo. Gli eventi che le telecamere dovrebbero registrare non vengono sempre salvati correttamente. In diverse occasioni, ho notato che alcuni eventi vengono persi o registrati solo parzialmente. Questo rappresenta un serio rischio per la mia sicurezza: se un intruso dovesse entrare nella mia abitazione, potrebbe non essere registrato, rendendo il sistema di sorveglianza inefficace. Disconnessioni con Arlo Stazione Base Smart Hub Un altro problema che ho riscontrato è la mancata comunicazione tra Arlo Stazione Base Smart Hub e le telecamere. Più volte, le telecamere sono risultate offline, impedendomi di vedere in tempo reale ciò che accadeva nella mia abitazione. Questo ha compromesso la mia tranquillità e la fiducia nel sistema. Assenza di aggiornamenti Mi aspetto che un sistema di sicurezza riceva aggiornamenti regolari per garantire la sua efficienza e sicurezza. Tuttavia, ho notato che il sistema Arlo non ha ricevuto aggiornamenti significativi da mesi. Questa mancanza potrebbe esporre la mia abitazione a potenziali rischi. Problemi con la registrazione su dispositivi esterni Ho tentato di utilizzare la funzione di registrazione su dispositivi esterni come chiavette USB o hard disk come soluzione alternativa ai problemi di Arlo Secure. Tuttavia, ho riscontrato che questa opzione è quasi inutilizzabile. La registrazione su Arlo Stazione Base Smart Hub attraverso questi dispositivi ha saturato la mia banda, con il risultato che molti eventi non venivano registrati. Lentezza dell'applicazione Ho riscontrato notevoli problemi di lentezza con l'applicazione Arlo. Anche avendo una connessione FTTH, lo streaming di più telecamere è risultato estremamente lento, rendendo difficile il monitoraggio in tempo reale. Conclusione La sicurezza della mia abitazione è di fondamentale importanza per me. È essenziale che i dispositivi e i sistemi che utilizzo siano affidabili. I problemi che ho riscontrato con le telecamere Arlo sottolineano l'importanza di monitorare costantemente il funzionamento dei dispositivi di sicurezza e di considerare eventuali alternative. Read the full article
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Danilo Larini condivide i 7 migliori mercati immobiliari emergenti in cui investire
Scopri promettenti opportunità di investimento immobiliare con gli approfondimenti di Danilo Andrea Roberto Larini. Questo post informativo sul blog approfondisce i 7 principali mercati immobiliari emergenti che Danilo Larini ha meticolosamente ricercato e curato per investitori esperti
Introduction
Nel mondo in continua evoluzione degli investimenti immobiliari, stare al passo con i tempi è essenziale per il successo. I mercati immobiliari in tutto il mondo sono in continuo cambiamento e identificare le opportunità emergenti è la chiave per massimizzare i tuoi investimenti. Il rinomato esperto immobiliare Danilo Larini ha condotto ricerche e analisi approfondite per fornirti le sue opinioni sui 10 principali mercati immobiliari emergenti in cui investire. In questo post del blog esploreremo questi mercati promettenti e perché meritano la tua attenzione.
1. Il fiorente panorama immobiliare di Ho Chi Minh City, Vietnam
Il Vietnam sta vivendo una rapida crescita economica e Ho Chi Minh City è in prima linea in questo sviluppo. La classe media in espansione e i robusti progetti infrastrutturali della città ne fanno un focolaio di investimenti immobiliari, in particolare nei settori residenziale e commerciale.
2. Istanbul, Turchia: collegare i continenti per opportunità immobiliari
La posizione geografica unica di Istanbul, che si estende su due continenti, la posiziona come un hub globale per gli investimenti immobiliari. Con particolare attenzione allo sviluppo urbano e ad un settore turistico in crescita, Istanbul offre diverse opportunità per gli investitori.
3. La rinascita di Lagos, Nigeria
Lagos si sta ridefinendo come centro commerciale e culturale in Africa. Con una popolazione giovane e dinamica, Lagos presenta un mercato emergente maturo per gli investimenti, in particolare in immobili residenziali e commerciali.
4. Medellin, Colombia: una gemma sudamericana
La trasformazione di Medellin da una città un tempo famigerata a un polo di innovazione e tecnologia sta attirando investitori sia locali che internazionali. L'accessibilità economica della città e il miglioramento della sicurezza ne fanno un mercato emergente che vale la pena esplorare.
5. Il fascino di Lisbona, Portogallo
Il fascino di Lisbona, la sua ricca storia e la crescente popolarità come destinazione turistica hanno stimolato la domanda immobiliare. Il programma Golden Visa del Portogallo e gli incentivi fiscali favorevoli lo rendono un mercato promettente per gli investitori internazionali.
6. La vivacità di Austin, Texas, Stati Uniti
Austin ha registrato una crescita demografica esplosiva grazie al fiorente settore tecnologico e alla qualità della vita. Le opportunità immobiliari abbondano sia nel segmento residenziale che in quello commerciale poiché sempre più aziende e privati si riversano in città.
7. La rivitalizzazione di Belgrado, Serbia
Belgrado sta attraversando una fase di trasformazione, con aggiornamenti delle infrastrutture, sforzi di adesione all’UE e una fiorente scena di startup. Questi fattori rendono la capitale serba un promettente mercato immobiliare nell'Europa sudorientale.
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LE NOVITÀ DI CRESTRON ALL' INFOCOMM 2023
L'esperienza ventennale ha portato Crestron alla fiera InfoComm® 2023 che ha introdotto grandi novità nel settore tecnologico. Ogni area dello stand era orientata alle soluzioni, come "Soluzioni di telecamere per tutti gli spazi", "Strumenti di gestione e controllo", "Apprendimento attivo" e l'elenco continua.Tali soluzioni includevano non solo l'integrazione (e il perfezionamento) delle offerte Crestron esistenti, ma anche nuovi dispositivi, dispositivi che, di fatto, rappresentavano linee di prodotti completamente nuove sviluppate sulla base di feedback e ricerche del mondo reale.Molti di questi sono stati presentati al Crestron Modern Work Summit di maggio, ma questo evento ha offerto ai partecipanti la possibilità di provare i dispositivi di persona. E quell'esperienza di persona ha richiesto un layout molto ponderato da parte del team di mostre di Crestron.Le nuove soluzioni includono:Crestron Flex Pods: questa soluzione audio hub-and-spoke è incentrata su Crestron Flex Pods Hub, un ricevitore wireless connesso a un dispositivo UC e comunica in modalità wireless con un massimo di quattro Crestron Flex Pods che possono essere posizionati in tutta la stanza. Ogni pod è dotato di un microfono e di un sistema di altoparlanti migliori della categoria con funzionalità come la cancellazione dell'eco, la compensazione automatica del guadagno e la riduzione del rumore. È una soluzione scalabile e flessibile per una varietà di applicazioni: stanze che svolgono più funzioni, spazi in cui non è possibile far passare i cavi e così via.Crestron Videobar 70: non è una soundbar o una videobar, ma una vera e propria barra di collaborazione con quattro telecamere guidate dall'intelligenza artificiale che lavorano insieme per inquadrare un collaboratore che parla fino a 30 piedi.Crestron Desk Q e Crestron Desk Touch: man mano che sempre più organizzazioni adottano programmi di lavoro ibridi, ne consegue che passeranno a un modello di condivisione della scrivania che riduce l'ingombro. Quel modello, ovviamente, viene fornito con esigenze di pianificazione. Crestron ha escogitato non una ma due soluzioni: Desk Touch, ideale per uffici semi-privati, cubicoli e persino spazi in piedi, e il compatto Desk Q con prenotazioni basate su codice QR per aziende su larga scala.Nell'hotel: un'area dedicata alla tecnologia dell'ospitalità - in poche parole, soluzioni per il settore alberghiero. "Abbiamo mostrato una camera per gli ospiti premium coinvolgente che ha permesso ai visitatori di sperimentare il soggiorno perfetto in una stanza alimentata dalla tecnologia Crestron", afferma Michelle Guss di Crestron, vicepresidente dell'ospitalità. Quando un "ospite" entrava nella stanza con la propria chiave magnetica, l'illuminazione, le tende, l'audio e il clima si regolavano automaticamente su impostazioni predeterminate, creando un ambiente accogliente e riposante. I touch screen e le tastiere Crestron hanno semplificato il controllo dello spazio e migliorato l'esperienza con l'accesso diretto al servizio in camera, alle prenotazioni del ristorante o persino chiamando il parcheggiatore direttamente dal touch screen in camera.Le soluzioni citofoniche (alcune create in collaborazione con i nostri partner) hanno completato l'esperienza di lusso. Queste soluzioni per l'ospitalità non sono solo vantaggiose per l'utente finale, ma questi sistemi fanno miracoli anche per gli operatori alberghieri. "Abbiamo delineato la nostra integrazione con i sistemi di gestione delle camere degli ospiti e il nostro approccio semplificato all'integrazione con i sistemi di gestione delle proprietà, offrendoti una supervisione continua di ogni camera", afferma Guss. "Abbiamo incluso di tutto, dalle soluzioni per il risparmio energetico come i sensori di presenza Crestron e i controlli climatici alle richieste di assistenza semplificate".Oltre ai prodotti sopra menzionati, molti altri punti vendita hanno notato il nuovo touch screen wireless Crestron TST-1080 che è stato lanciato alla fiera. È una soluzione di controllo a casa sia in ambienti commerciali che residenziali. "Le persone erano assolutamente entusiaste di questo particolare dispositivo", afferma Kennedy.Per ricevere qualsiasi informazione in merito all'ecosistema Crestron, progettazione e realizzazione di un sistema domotico avanzato, non esitare a contattarci.Orizon S.r.l. - Domotica San Donà di Piave - System Integrators per l'automazione dei sistemi intelligenti domotici, multimediali e professionali come il Building Management System, connessi all'IOT. Fonte: Crestron Read the full article
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Innovazione e trasferimento tecnologico
Innovazione e trasferimento tecnologico
Hub QTIH del Polo universitario di San Giovanni a Teduccio, un riferimento nazionale, internazionale e locale per il trasferimento tecnologico NAPOLI – Al Polo universitario di San Giovanni a Teduccio venerdì 19 giugno è stato inaugurato l’Hub QTIH – Quantum Technologies Innovation Hub, nuova iniziativa della Università Federico II per promuovere innovazione e trasferimento tecnologico a…
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Parque Tecnológico de Santo André fecha parceria com a Mercedes-Benz
Parque Tecnológico de Santo André fecha parceria com a Mercedes-Benz
O Hub de Inovação do Parque Tecnológico de Santo André tem um novo integrante para fortalecer o ecossistema de inovação e empreendedorismo da região, a Mercedes-Benz do Brasil. Foi anunciada na noite desta terça-feira (11) o início da atuação da Mercedes-Benz, que apresentou em encontro promovido pelo Parque Tecnológico seus cinco desafios ligados à eletrificação e ao desenvolvimento de…
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Dunque: i filosofi Agamben e Cacciari hanno sollevato un polverone, pubblicando un documento che, accusando chi è favorevole al green pass di voler introdurre un’ulteriore, pericolosa forma di restrizione della libertà sulla strada che porta a forme non democratiche di governo, in realtà esprimono anche una serie di argomenti, sotto la forma retorica di domanda, che sono tipicamente utilizzati dalla galassia di chi si oppone al vaccino per giustificare le proprie scelte. Domande, cioè, che sottintendono dubbi tali da rendere legittima la scelta di non vaccinarsi, al pari di quella di vaccinarsi; e, per converso, rendono illegittima ogni forma di coercizione al vaccino, cui è assimilata anche la richiesta del green pass.
Non intendo rispondere al documento pubblicato originariamente il 26 luglio sul sito dell’Istituto per gli studi filosofici di Napoli: altri, anche più titolati di me visto il genere di argomenti utilizzati, ne hanno mostrato l’ovvia inconsistenza e la grossolanità. (...) Sorrentino sul Sole 24 Ore, che in un’accurata disamina dell’origine del documento di Agamben e Cacciari parla di “salti logici” dei due filosofi.
A me, tuttavia, interessa rispondere al solo Cacciari, perché ieri, pressato evidentemente dalle numerosi reazioni, ha sentito il bisogno di articolare meglio il suo pensiero, trovando ospitalità sulla Stampa. Di questo articolo ci sarebbe molto da dire, ma a me interessa rispondere su alcuni punti precisi, laddove cioè il filosofo “con grande umiltà” pone alla “Scienza” con la maiuscola una serie di domande. Domande che, come accennavo in precedenza, assomigliano agli artifici retorici dei No vax, volti a dimostrare l’esistenza di dubbi che non sussistono, nel senso che si tratta di questioni già risolte, le quali però si finge che siano ancora aperte.
Chiede “alla Scienza”, innanzitutto, Cacciari: “Non dovrebbe un cittadino leggere e sottoscrivere prima della vaccinazione l’informativa dello stesso ministero della Salute?” Questa, naturalmente, non è affatto una domanda di pertinenza scientifica, né per merito né per metodo; ma proverò comunque a dare una risposta. Al sottoscritto, come a tutti coloro che si sono presentati per la vaccinazione, è stata presentata la documentazione necessaria per poter prestare il proprio consenso informato; documentazione differente per ogni tipo di vaccino e aggiornata a mano a mano che nuove informazioni divenivano disponibili. Già la modulistica in questione conteneva informazioni di significato non accessibile a tutti, per esempio la composizione del vaccino utilizzato; e per questo presso ogni hub vaccinale era possibile porre domande o formulare richieste di chiarimento con i medici presenti; questo per non parlare dell’opera dei medici di base, che si sono prestati alla campagna vaccinale e hanno fornito informazioni personalizzate ai propri pazienti. Mai i cittadini hanno conosciuto con così grande dettaglio, aggiornamento e meticolosità la natura di ciò che si iniettavano; dunque trovo l’obiezione fuori luogo.
La seconda domanda è un tipico cavallo di battaglia degli antivaccinisti, che è usato per instillare paura, e Cacciari la formula così: “Che cosa ne pensa la Scienza del documento integrale Pfitzer [sic!] in cui si dice apertamente che non è possibile prevedere gli effetti del vaccino a lunga distanza, poiché non si sono potute rispettare le procedure previste (solo 12 mesi di sperimentazione a fronte degli anni che sono serviti per quello delle normali influenze)?”. Mi piacerebbe innanzitutto verificare le fonti di questa affermazione, ma assumiamo che sia vera, e che davvero da qualche parte Pfizer abbia scritto una cosa del genere “apertamente”. Intanto, per il vaccino influenzale che inoculiamo ogni anno non vi è affatto un periodo di anni di sperimentazione clinica, visto che ogni anno si cambia vaccino a causa della variazione di quelli che si ritengono saranno i ceppi prevalenti nell’inverno. In secondo luogo, come ho già scritto più volte, quello di “lunga distanza” è un concetto relativo: quanto sarebbe la “distanza” temporale che si vorrebbe, per essere convinti? E perché proprio quella? In ogni caso, sappia Cacciari che i tempi di sviluppo e di somministrazione di massa di alcuni vaccini sono stati anche più ristretti del caso attuale; e anche se in quelle occasioni ci fu già chi prospettò potenziali e indefiniti “effetti a lungo termine”, questi non sono stati osservati. Il problema comunque è che la richiesta di “escludere effetti a lungo termine” è semplicemente impossibile da soddisfare, ed è pertanto usata dagli oppositori di qualunque sviluppo tecnologico nella forma di un malinteso principio di precauzione; non si può rispondere a questa richiesta, così come non si può provare l’inesistenza o l’esistenza di un dio. Il ragionamento è diverso: di fronte a un pericolo concreto, che si manifesta nel presente, si raggiunge il massimo di sicurezza che sperimentazioni su decine di migliaia di persone per alcuni mesi possono garantire, e poi, in presenza di morti e malati di virus, si procede con il vaccino. In alternativa, cosa avrebbe detto il filosofo Cacciari, se al propagarsi del virus e all’impilarsi dei morti, le aziende farmaceutiche avessero tenuti chiusi i depositi, attendendo qualche anno per maggior sicurezza di non arrecare danno? Sarebbe stato etico veder morire le persone, avendo a disposizione i dati che si avevano quando è iniziata la campagna vaccinale?
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Undici pagine fitte di analisi e di attacchi all’esecutivo guidato da Giuseppe Conte: (il Presidente di Confindustria) Carlo Bonomi ha inviato una lunga lettera ai presidenti delle associazioni confederate, denunciando che “dalla bozza di Pnrr del Governo emerge un dato preoccupante: si prevede di utilizzare tutti i soldi delle sovvenzioni, circa 80 miliardi, per finanziare spesa ‘addizionale’ (...)”. Inoltre, Bonomi rileva che “serve un disegno lungimirante, non la ricerca del consenso immediato. Sono stati recentemente censiti circa 600 hub dell’innovazione e trasferimento tecnologico in Italia. Sono figli di una politica ‘dei cento fiori’ per consentire a ogni sede universitaria e ogni assessore allo sviluppo di regioni e province italiane di disperdere risorse (...)”. “ (...) dietro tutte le iniziative di governo non si avverte una strategia di sviluppo, ma solo una confusa ma significativa sfiducia verso il mercato e l’impresa, non consona alla seconda potenza manifatturiera europea”. Amen.
via https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/veleni-ferroni-ndash-pd-si-fa-nome-paolo-masini-256716.htm
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