#materiali moderni in arte
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Giuliano Saba: La scultura in acciaio che unisce forza e sensibilità artistica. La mano in acciaio di Giuliano Saba: un'opera che racconta la resistenza, il contatto e l'espressività dell'arte moderna
Giuliano Saba, noto per la sua sensibilità artistica e la sua abilità nel lavorare materiali difficili come l’acciaio, presenta un’opera che cattura l’attenzione per il suo forte impatto visivo e concettuale.
Giuliano Saba, noto per la sua sensibilità artistica e la sua abilità nel lavorare materiali difficili come l’acciaio, presenta un’opera che cattura l’attenzione per il suo forte impatto visivo e concettuale. La scultura raffigura una mano, realizzata in acciaio inox, una scelta che riflette l’interesse dell’artista nel rappresentare non solo l’anatomia umana ma anche l’essenza della forza e…
#arte e comunicazione#arte e connessione umana#arte e forza#arte e resistenza#arte e tocco umano#Arte moderna#bellezza della mano#bellezza dell’acciaio#contatto e arte#creatività e materiali moderni#Dan Giuliano#espressione artistica#espressività del metallo#giochi di luce nella scultura#Giuliano Saba#Giuliano Saba artista#Giuliano Saba scultore#maestria nella scultura.#mano in acciaio#materiali moderni in arte#opere di Giuliano Saba#opere metalliche#potenza dell’acciaio#rappresentazione della mano#riflessione artistica#scultura Alessandria#scultura contemporanea#scultura figurativa moderna#scultura in acciaio#scultura tattile
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Ristrutturare e Costruire a Roma: Un’Arte tra Tradizione e Innovazione
Roma. Una città dove ogni pietra racconta una storia, ogni strada respira arte e ogni palazzo è un testimone del tempo. Vivere e lavorare in un ambiente così ricco di bellezza e significato richiede un approccio unico quando si parla di ristrutturazione e costruzione. Non si tratta solo di erigere nuove strutture o di dare nuova vita a quelle esistenti, ma di rispettare la memoria storica della città, integrandola con le moderne esigenze di funzionalità e sostenibilità.
Sfide e Opportunità del Costruire a Roma
Costruire o ristrutturare a Roma non è mai semplice. La città è un mosaico di stili architettonici, dai resti dell'antica Roma ai palazzi rinascimentali e barocchi, fino agli edifici moderni. Questo significa che ogni progetto deve essere attentamente pianificato per rispettare il contesto storico e le normative stringenti che tutelano il patrimonio architettonico.
Le opportunità, però, sono enormi. Immagina di trasformare un antico appartamento nel cuore di Trastevere in una casa moderna, mantenendo i soffitti affrescati e le pareti in pietra. Oppure, considera la ristrutturazione di un ristorante con vista sul Colosseo, dove il design contemporaneo si mescola con l’eterna bellezza dell’antichità. È un lavoro che richiede maestria, conoscenza e una passione autentica per la città.
Il Ruolo di un Esperto di Ristrutturazione
A Roma, l'esperto di ristrutturazione non è solo un tecnico, ma un vero e proprio custode del patrimonio. Ogni progetto richiede una profonda conoscenza dei materiali tradizionali, come il travertino o il cotto, combinata con l’uso di tecnologie moderne per garantire efficienza e sostenibilità. EvoHome, per esempio, è un’azienda che ha fatto della fusione tra passato e futuro la sua filosofia di lavoro. Con oltre 17 anni di esperienza, sa come rispettare l’identità di ogni edificio, senza rinunciare alle innovazioni che migliorano la qualità della vita.
Progettazione e Innovazione
La progettazione è il cuore di ogni progetto di costruzione e ristrutturazione. A Roma, questo significa bilanciare estetica e funzionalità. Per un appartamento, questo può tradursi in una disposizione ottimale degli spazi, con la luce naturale che entra generosa dalle grandi finestre affacciate sui vicoli storici. Per un ristorante, invece, significa creare un ambiente che esalti l’esperienza culinaria, con materiali che evocano la tradizione ma offrono resistenza e praticità.
L’innovazione non è solo una parola di moda, ma una necessità. Impianti fotovoltaici, sistemi di riscaldamento a basso consumo e materiali eco-sostenibili sono diventati standard per chi vuole costruire con un occhio rivolto al futuro. La sostenibilità è ormai un obbligo morale e legale, e le aziende che operano a Roma devono essere all’avanguardia per rispettare questi standard.
Costruire per il Futuro, Senza Dimenticare il Passato
Uno degli aspetti più affascinanti del costruire a Roma è il modo in cui si può contribuire a scrivere il futuro della città, pur rispettando il suo passato glorioso. Le nuove costruzioni devono dialogare con l’antico, mentre le ristrutturazioni devono preservare e valorizzare ciò che il tempo ha reso prezioso. È un equilibrio delicato, ma quando fatto bene, il risultato è straordinario.
EvoHome è un esempio di come questo equilibrio può essere raggiunto. L'azienda lavora con artigiani e tecnici esperti, ognuno dei quali comprende l’importanza di ogni dettaglio, dalla scelta di un intonaco naturale per un edificio storico, all’installazione di sistemi di domotica per un appartamento di lusso.
Ristrutturare e costruire a Roma è un’arte. È un lavoro che richiede dedizione, passione e una conoscenza approfondita della città e delle sue infinite sfaccettature. È una sfida che solo i migliori possono affrontare con successo, perché Roma non perdona l’inesperienza, ma premia la maestria.
Ogni progetto è un’opportunità per migliorare la città, per scrivere una nuova pagina della sua storia eterna. E se c’è un modo per farlo, è attraverso un lavoro che unisce tradizione e innovazione, con l’eccellenza come unico obiettivo. EvoHome, con il suo team di esperti, è pronta ad accettare questa sfida, per continuare a costruire la Roma del futuro, con il massimo rispetto per la sua storia senza tempo.
#RistrutturazioneRoma#CostruzioniRoma#EvoHome#EdiliziaRoma#RestauroStorico#DesignModerno#QualitàEdilizia#InnovazioneSostenibile#SpaziCommerciali#AbitazioniDiLusso
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La bellezza delle piante da interno: come scegliere la pianta perfetta per la tua casa
Le piante da interno non solo migliorano l'estetica degli spazi abitativi, ma contribuiscono anche a purificare l'aria e a creare un ambiente rilassante. Negli ultimi anni, la vendita online di piante è diventata sempre più popolare, consentendo agli appassionati di giardinaggio di acquistare piante comodamente da casa. Su I Giardini di Giulia, offriamo una vasta gamma di piante per tutte le esigenze, con opzioni uniche come la sansevieria cylindrica swasdii manacor, il bonsai ficus ginseng in vaso bari da 16 cm, e molte altre.
Sansevieria Cylindrica Swasdii Manacor: eleganza e semplicità
La Sansevieria, conosciuta anche come "lingua di suocera", è una delle piante da interno più apprezzate per la sua capacità di adattarsi a diverse condizioni ambientali. La varietà Sansevieria Cylindrica Swasdii Manacor è particolarmente affascinante grazie alle sue foglie cilindriche e verticali che creano un effetto moderno e minimalista. Questa pianta è ideale per chi desidera un elemento decorativo che richieda poche cure, ma che allo stesso tempo offra un impatto visivo notevole. schio cubo
Una delle caratteristiche principali della Sansevieria è la sua capacità di purificare l'aria, eliminando sostanze nocive come il benzene e il formaldeide. Questo la rende perfetta per essere collocata in uffici o abitazioni, soprattutto nelle camere da letto o nei soggiorni. La Sansevieria Cylindrica Swasdii Manacor è una pianta robusta che richiede poca irrigazione e può crescere anche in condizioni di luce scarsa, rendendola perfetta per chi ha poco tempo da dedicare alla cura delle piante.
Bonsai Ficus Ginseng: una pianta che combina arte e natura
Un'altra pianta molto popolare è il bonsai Ficus Ginseng. Originario dell'Asia, questo bonsai si distingue per le sue radici nodose e i tronchi spessi che conferiscono un aspetto antico e affascinante. Il bonsai Ficus Ginseng in vaso bari da 16 cm è una scelta eccellente per chi cerca un bonsai che possa adattarsi facilmente a spazi di medie dimensioni.
Il bonsai è una forma d'arte che richiede pazienza e dedizione. Tuttavia, il Ficus Ginseng è relativamente facile da curare rispetto ad altre varietà di bonsai. Richiede luce indiretta, un'annaffiatura moderata e una potatura occasionale per mantenere la sua forma armoniosa. La sua bellezza senza tempo e la capacità di adattarsi a diversi ambienti lo rendono una pianta ideale per chi desidera creare un angolo di natura e tranquillità in casa o in ufficio.
Schio Cubo: un tocco di design per gli spazi moderni
Per chi desidera un elemento decorativo che unisca natura e design, lo Schio Cubo è la scelta perfetta. Questo vaso dal design geometrico e pulito è ideale per esporre piante da interno come la Sansevieria o piccole piante grasse. Lo Schio Cubo è disponibile in vari colori e materiali, offrendo la possibilità di abbinarsi perfettamente all'arredamento moderno o minimalista.
Il design del vaso Schio Cubo permette di dare risalto alle piante senza appesantire l'ambiente, creando un'atmosfera ordinata e contemporanea. Inoltre, grazie alla sua forma compatta, può essere posizionato su scrivanie, scaffali o davanzali, rendendo ogni spazio più accogliente e raffinato. bonsai ficus ginseng manacor grande
Bonsai Ficus Ginseng Manacor Grande: la scelta per gli amanti del bonsai
Se sei un vero appassionato di bonsai e desideri una pianta che catturi l'attenzione, il bonsai Ficus Ginseng Manacor Grande è la scelta ideale. Con la sua struttura imponente e le sue radici aeree massicce, questo bonsai diventa il punto focale di qualsiasi stanza. Su I Giardini di Giulia, ci impegniamo a fornire bonsai selezionati con cura, garantendo che ogni pianta arrivi nelle migliori condizioni.
Il bonsai Ficus Ginseng Manacor Grande richiede cure particolari per mantenere la sua bellezza e salute. È importante posizionarlo in un luogo con luce naturale filtrata e mantenerlo lontano da correnti d'aria e fonti di calore dirette. L'irrigazione deve essere regolare, ma non eccessiva, per evitare ristagni d'acqua che potrebbero danneggiare le radici. Con le giuste cure, questo bonsai può vivere a lungo, regalando a chi lo possiede un senso di pace e serenità.
Conclusione
Scegliere le piante giuste per la propria casa o ufficio può fare una grande differenza nell'atmosfera generale degli spazi. Che tu sia alla ricerca di una pianta facile da curare come la Sansevieria Cylindrica Swasdii Manacor, di un bonsai Ficus Ginseng per aggiungere un tocco di eleganza, o di uno Schio Cubo per dare un tocco di design ai tuoi interni, su I Giardini di Giulia troverai la soluzione perfetta. Offriamo piante di alta qualità, selezionate con cura e consegnate direttamente a casa tua in tutta Italia. Con la nostra ampia selezione di piante e vasi, puoi trasformare qualsiasi ambiente in uno spazio verde e rilassante, migliorando il benessere e l'estetica della tua casa o del tuo ufficio.
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La Milano Fashion Week 2023 di Francesca Liberatore con la nuova collezione SS 23-24
La Milano Fashion Week 2023 di Francesca Liberatore con la nuova collezione SS 23-24. Si è tenuta Martedì 19 la sfilata della nuova collezione SS 23-24 della stilista Francesca Liberatore, la location scelta quest'anno e Rho Fiera Milano in concomitanza con LineaPelle 2023. E la pelle è la protagonista anche della collezione di Francesca Liberatore. Il numeroso pubblico ha potuto ammirare creazioni con colori pastello, richiamanti le tinte della sabbia e di spiagge lontane. Creazioni accumunate oltre che dai colori soft, anche dalla comodità e dalla usabilità nella vita di tutti i giorni. L'intera linea prodotta con la collaborazione di 7 studenti di moda e un occhio di riguardo alla sostenibilità dei materiali utilizzati. Francesca stupisce sempre per i modelli sobri e allo stesso tempo moderni e innovativi. E' così che Francesca Liberatore apre la Milano Fashion Week presentando la sua collezione Primavera Estate 2024 ospite degli spazi di Rho Fiera Milano ed inaugurando la Fiera internazionale di Lineapelle. Per la collezione realizzata interamente in pelle Liberatore si presenta "alla settima potenza" inserendo all'interno del team appunto ben 7 studenti - SCFEFGZ - che, oltre a partecipare agli step propedeutici alla creazione, hanno condiviso i valori di sostenibilità, ciclicità, tracciabilità, cari a chi si accosta a questo materiale. Un doppio appuntamento attende il pubblico di Liberatore: Il prossimo 7 ottobre la stilista sarà ospite nella magica cornice del Museo di Palazzo dei Diamanti a Ferrara con un successivo segmento della collezione, prima di portarla a Macao in Cina. La stilista italiana che lavora e presenta le sue collezioni a livello internazionale, in collaborazione con il Comune di Ferrara e Ferrara Arte, darà vita ad una presentazione inedita del brand all'interno degli spazi espositivi del Museo, che si concluderà in serata presso l'Ex Chiesa San Michele, scelta come nuovo headquarter del marchio e che verrà riaperta al pubblico grazie al coraggioso progetto di recupero e riqualificazione ideato dalla Famiglia Liberatore, sinergica da sempre nell'ambito della Cultura, dell'Arte e della Moda. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Ho 38 anni, vivo nel milanese e mentre tento di trovare un modo ogni mese per pagare l'affitto, sogno di scappare lontano, in mezzo a un bosco o in campagna, vicino a un fiume o comunque dove non ci sia cemento, cemento e ancora cemento ( e immondizia abbandonata per strada). Amo leggere, viaggiare, il folklore, le serie televisive e gli anime e tutto ciò che contribuisca a rendere la realtà degli uomini meno noiosa! Preferisco le altre specie alla mia, che trovo troppo arrogante, egoista e violenta, e per questo non mangio nessuno, convinta che questo mondo così come è non va, e volendo essere la differenza che vorrei. Amo passeggiare e il Giappone, con la sua arte fluttuante, e ogni volta che posso mi concedo lunghe passeggiate in campagna, sperando in un incontro con qualcuno dei suoi abitanti selvatici. Quando hai capito che l'illustrazione era la tua professione? Che io ricordi, già prima di entrare alle elementari e sfogliando i miei libri illustrati, dicevo che avrei "disegnato anch'io i libri"! Il tuo linguaggio visivo è molto particolare, quali sono le tecniche e gli strumenti che usi quando disegni? Inizio preparando una bozza a matita, cercando i riferimenti visivi che mi servono, se mi servono ( Pinterest risolve ogni necessità!), poi, quando il bozzetto mi soddisfa, passo al tracciato definitivo, che può essere un tratto pulito a china ( uso i pennarelli Micron della Sakura) o più morbido a pastello o matita. Scansiono così il disegno e aggiungo il colore digitalmente, usando una texture di base per dare un atmosfera più artigianale e aggiungendo i colori su vari livelli, giocando con trasparenze e proprietà particolari del livello. Cosa pensi del tuo futuro da illustratrice? Chissà! Sono testarda e mi sto impegnando da 18 anni, quindi intendo continuare su questa strada, nonostante le difficoltà siano tante, spesso più delle soddisfazioni. Nel tuo lavoro hai avuto modo di stringere collaborazioni particolari? Mmmh, no, non direi! Ho partecipato a progetti di diversi collettivi di artisti, lavoro su commissione per privati ed editori...ma tutto nella norma! Perchè illustrazione per bambini? In realtà non faccio solo questo, anzi...disegno tutto ciò che mi viene chiesto di disegnare. L'illustrazione per l'infanzia mi piace per le sue linee tondeggianti e semplici, le atmosfere sognanti e i personaggi "carini"! Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo dell'illustrazione? A chi ti ispiri? Il mio grande maestro è Alphonse Mucha e in generale amo l'Art Nouveau, ma anche gli illustratori di fiabe di inizio '900, Arthur Rackham in testa! Degli artisti moderni, vorrei disegnare come Claire Wendling, che è sublime! Secondo te, in che modo un buon libro illustrato può aiutare un bambino o una famiglia? Dando insegnamenti e cultura, in particolare insegnando che è importante "essere" e non "avere", che per essere persone "belle" è necessario comportarsi con rispetto, che la gentilezza e la gratitudine sono alla base di una società migliore...purtroppo, il pensiero comune, in qualsiasi fascia d'età, è sempre più il "tutto dovuto": le generazioni figlie del benessere sono terribilmente allo sbando, ed è assurdo, perchË siamo in una realtà in cui non solo possiamo permetterci la cultura, ma abbiamo libero accesso ad essa. Rimanere ignoranti è una scelta in questo periodo storico, perchè è più facile pensare solo a cose futili e materiali, che lavorare sul miglioramento di se stessi. Quindi, sin da piccoli, è necessario instillare il piacere dei valori positivi e della propria crescita/miglioramento personale...se poi ci sono anche delle belle illustrazioni in cui perdersi e sviluppare la meraviglia per la "bellezza", ancora meglio! Descrivici il tuo stile. Mmmmmh...un misto di cultura giapponese, belga, francese, condito da tonalità delicate e palette "tono su tono" La giusta ricetta per una illustrazione efficace. Sarebbe bello saperlo...ci sono regole standard riguardanti
gli ingombri dei soggetti ( la scena principale al centro, non avvicinarsi troppo ai bordi della tavola o del centro pagina), ma penso che il tutto stia nell'amalgamare gli elementi con gusto...poi l'arte è talmente soggettiva che dipende pi˘ dall'occhio di chi guarda, che da quello di chi fa. In questi anni, chi ti ha supportato e creduto nel lavoro che fai? La mia famiglia, che mi ha sempre fatto seguire il percorso di studi che ho voluto. Gli editori con cui ho collaborato, che oltre a darmi l'opportunità di lavorare e di crescere artisticamente, mi hanno dato consigli e incoraggiamento. E da quattro anni a questa parte, le persone che mi scoprono alle fiere dei fumetti o sui social, e che supportano sia con complimenti, sia fisicamente con gli acquisti, il mio lavoro. Se fossi libera da ogni vincolo... Cosa ti piacerebbe illustrare? Oooh, quello che già faccio per le mie autoproduzioni: illustrazioni e racconti a fumetti dai toni adulti, horror o gotici, con rimandi al folklore più tradizionale. Possibilmente con qualche insegnamento etico/morale! Il consiglio più utile che hai ricevuto. "Prova all'estero"...ma devo ancora metterlo in pratica! Che consiglio daresti a chi vuole iniziare quest'avventura? Di esserne proprio sicuro...il mercato è saturo, in Italia il lavoro artistico non è praticamente considerato "lavoro", le persone che ne capiscono il valore e quindi pagano il giusto sono poche. Quelli che riescono a vivere d'arte sono davvero pochi, tutti gli altri ( me compresa) devono fare tanti altri lavori che non c'entrano nulla per tirare fuori di che "sopravvivere". Quindi, è una strada tutta in salita, da fare se si è consapevoli di non poter proprio fare altro e non per capriccio o "mah, proviamo" ( sempre come me, che trovo insopportabile ogni altro lavoro, anche quelli che sono costretta a fare). O in alternativa, di scappare all'estero, dove gli artisti sono considerati per quello che sono, persone che fanno un lavoro atipico, ma unico nel proprio genere, e quindi di valore. E, altra cosa importantissima, di essere umile, perchè c'è sempre spazio per imparare, crescere e migliorare!
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Bologna è l’antico capoluogo dell’Emilia-Romagna e una delle mete più amate dai turisti stranieri. I primi insediamenti risalgono agli Etruschi e ai Celti, fino a quando diventò un comune libero sotto il dominio dei Romani. Nel corso dei secoli, l’evoluzione intellettuale, favorì la penetrazione delle idee illuministe e ad oggi, Bologna, è una delle poche città che ancora vive di rendita, con un passato glorioso che ha investito molto nel futuro. Il Palazzo dei Congressi, il quartiere fieristico, insieme a tutte le altre strutture ricettive e le aziende, rendono Bologna un importante centro nevralgico. La città di Bologna, ad oggi, è un importante nodo di comunicazioni ferroviarie e stradali, oltre a essere un’importante area per il settore elettronico, alimentare e meccanico. Bologna, adagiata su dolci colline, è una delle destinazioni preferite in Italia dai turisti stranieri e non: rimarrete positivamente impressionati dalla sua vitalità, dal suo patrimonio culturale e dalla sua storia. Questa città farà breccia nel vostro cuore e non vi lascerà più! Dall’alto, Bologna, appare come una vasta distesa di tetti rossi, i quali danno vita ad una tavolozza di colori che armoniosamente si mischiano tra loro. Bologna è una città che va visitata a piedi o in bicicletta in modo da poter godere pienamente della bellezza del luogo. Inoltre, Bologna, è conosciuta come la città dei portici: si contano circa 38 km di portici nel perimetro cittadino, ma il numero sale a 53 se consideriamo anche quelli fuori dal centro. I portici, eleganti ed antichi, fungono tutt’ora da ampliamento dello spazio cittadino ed il più lungo è sicuramente quello di San Luca. I musei di Bologna da visitare assolutamente A Bologna sono oltre cinquanta i musei che conservano il patrimonio e la preziosa ricchezza della città. L’Istituzione Bologna musei, attraverso le sue collezioni, racconta la storia di questa antica città, dai primi insediamenti preistorici, fino alle dinamiche scientifiche, artistiche ed economiche della società contemporanea. Sono moltissimi, infatti, i musei di Bologna che raccontano il percorso di questa città, articolato su temi differenti. Di grande interesse, inoltre, sono le collezioni storiche di anatomia ed ostetrica, le opere militare del Muse Poggi, le cere anatomiche, così come i manoscritti del giovane Mozart e gli unici strumenti del Museo Internazionale e Biblioteca della musica. Avrete la possibilità di costruire un percorso personalizzato, sulla base delle vostre preferenze e sorprendervi, minuto dopo minuto, nei più famosi musei di Bologna. MAMbo Bologna Il MAMbo, nato nel 2007, è il Museo d’Arte Moderna di Bologna, il quale comprende anche Museo e Casa Morandi, Museo per la Memoria di Ustica, Villa delle Rose e Residenza per artisti Sandra Natali. Il MAMbo di Bologna è in continuo aggiornamento e rinnovamento ed è molto famoso in quanto ripercorre la storia del secondo dopoguerra ad oggi. Questo museo nacque come un’entità totalmente indipendente nella seconda metà degli anni Novanta sotto la presidenza di Lorenzo Sassoli de Bianchi, noto per essere un grande collezionista d’arte ed innovatore. Grazie al lavoro e all’impegno di De Bianchi, il museo è riuscito a posizionarsi in un preciso ruolo culturale, non solo a Bologna ma in Italia. In questo modo, dunque, il MAMbo di Bologna, è riuscito ad acquisire un nuovo ruolo: non solo quello di spazio espositivo, ma di vero e proprio crocevia sperimentale ed informativo per giovani artisti emergenti. All’interno dell’edificio, spesso, vengono organizzate interessanti mostre monografiche dedicate a famosi artisti italiani e stranieri. Il MAMbo di Bologna possiede, inoltre, un importante dipartimento educativo atto a far avvicinare i visitatori alle forme di espressione del nostro tempo. Molto recentemente, nel 2016, il MAMbo di Bologna ha ospitato, nel mese di luglio, la mostra di David Bowie dedicata interamente al cantautore britannico. La mostra è stata tra le più visitate nel 2016 in Italia. Museo Civico Archeologico di Bologna Il Museo Civico Archeologico di Bologna ha sede nel Palazzo Galvani e nasce dall’antica fusione di due musei: l’Universitario, erede della “Stanza delle Antichità” dell’Accademia delle Scienze fondata da Luigi Ferdinando Marsili, ed il Comunale, arricchitosi della collezione del pittore Pelagio Palagi. Questo museo è altamente rappresentativo della storia locale di Bologna, dalla preistoria all’età romana e la sua collezione di antichità egizie è fra le più famose in Italia. Dal 2011 il Museo Civico Archeologico di Bologna è parte dell’Istituzione Bologna Musei, un importante organismo che, attraverso le sue collezioni, racconta l’intera storia dell’area metropolitana bolognese. L’area disciplinare del museo ha lo scopo di valorizzare il patrimonio archeologico della città, grazie anche all’ausilio di programmi e convenzioni con altri enti ed istituzioni. Museo della Musica di Bologna Tra i più importanti musei di Bologna vogliamo ricordare quello della musica. Esso è stato inaugurato nel 2004 e ha sede proprio nel centro storico di Bologna, più precisamente presso Palazzo Sanguinetti. Le sale di questo storico museo sono davvero splendide: sono accuratamente affrescate e custodiscono una delle raccolte più prestigiose per il repertorio di musica a stampa dal Cinquecento al Settecento. Oltre a questa esposizione, il Museo della Musica di Bologna, ospita una ricostruzione fedele del laboratorio del celebre liutaio Otello Bignami. Oltre ad una sala per eventi, laboratori didattici, un bookshop e postazioni multimediali. Palazzo Poggi a Bologna Palazzo Poggi a Bologna venne costruito nel XVI sotto le direttive di Pellegrino Tibaldi, autore anche degli affreschi interni. All’interno del palazzo è possibile ammirare la preziosa collezione dell’Istituto delle Scienze, composta da sale tematiche, la sala dedicata all’arte d’Oriente e l’aula Carducci. Nel corso del Settecento fu aggiunta al palazzo la famosa “Aula Magna”, ossia l’originale biblioteca dell’Istituto delle Scienze; più tardi, inoltre, venne innalzata la cosiddetta “Torre della Specola”. La peculiarità del Museo di Palazzo Poggi consiste nell’essere la ricomposizione delle collezioni dell’antico Istituto di Scienze, il quale operò in maniera pratica fino al 1799. Da ricordare è sicuramente La Quadreria, ossia un’importante collezione di circa 700 ritratti di uomini illustri dal Medioevo fino ai primi anni del Novecento. Il nucleo più ricco consiste in 403 dipinti di teologi, cardinali e scienziati e risale al lascito testamentario del cardinale bolognese Filippo Maria Monti. Negli anni l’istituto ha anche raccolto una serie di collezioni pittoriche, come la wunderkammer di Ferdinando Cospi e la collezione di Ulisse Aldrovandi. Museo Civico Medievale di Bologna Gli appassionati di storia non potranno non fare un salto al Museo Civico Medievale di Bologna. Questo museo ha sede presso l’antico Palazzo Ghisilardi ed espone principalmente testimonianze medievali della città stessa. Potrete ammirare una serie di antiche sculture e materiali risalenti al Trecento e Cinquecento, importanti testimonianze dell’epoca rinascimentale che risalgono ad importanti artisti, quali Jacopo della Quercia, Francesco del Cossa, Vincenzo Onofri. Il museo, inoltre, conserva antiche opere di età longobarda: un’acquamanile di bronzo, la statua di Bonifacio VIII in rame e legno, il piviale della Basilica di San Domenico. Un’interessante raccolta di codici e libri, poi, testimonia la tradizione della miniatura. Bologna: un mix di cultura, shopping e cucina “Bologna è una vecchia signora dai fianchi un po’ molli, col seno sul piano padano”, così la definisce Francesco Guccini in una sua canzone. Se siete amanti della storia, Bologna è la città che va per voi: ve ne innamorerete perdutamente! La sua storia è lunga secoli ed è nota per la sua arte, per le moltissime attività culturali, così come per l’ottima cucina. Bologna è sicuramente uno dei centri culturali più attivi in Italia, con una popolazione mediamente giovane grazie alla presenza di moltissimi studenti. Queta città, infatti, possiede un importante primato: ospita la più antica università dell’Occidente, ossia la Alma Mater Studiorum fondata nel 1088. Qui hanno studiato molti personaggi noti come per esempio papa Alessandro VI, Michelangelo Antonioni, Pascoli, Copernico e molti altri. Ancora oggi questo importante ateneo è meta di moltissimi visitatori ed è un centro culturale davvero attivo. Famosissimo a Bologna è anche il Quadrilatero: una volta era conosciuto come il Mercato di Mezzo, ovvero un luogo avvenivano i più importanti scambi commerciali. Le vie centrali di questa zona, pur ospitando negozi moderni e alla moda, ci riportano alla mente il fascino di un tempo. Bologna, infatti, è la città più ricca d’Italia e basta dare uno sguardo alle vetrine dei negozi che costeggiano i suoi portici di marmo per rendersene conto. Se siete di bocca buona, a Bologna troverete moltissime alternative soddisfacenti: i tortelli sono sicuramente il pezzo forte della gastronomia bolognese, ma non dimentichiamoci delle lasagne, assolutamente imperdibili, della pasta fresca all’uovo, disponibile in moltissimi formati. Insomma, la città di Bologna è uno dei tesori più preziosi d’Italia dove potrete gustare piatti deliziosi della cucina italiana, ma anche immergervi in un bagno culturale non di poco conto: non solo musei e antichi edifici, anche eleganti e graziosi portici che rendono Bologna davvero unica nel suo genere. Concedetevi una rilassante passeggiata sotto il portico più lungo del mondo fino alla Basilica di San Luca: una camminata un po’ impegnativa, ma una volta in cima potrete godere di un panorama davvero mozzafiato. https://ift.tt/2VBWFf3 Musei di Bologna: i più belli da visitare Bologna è l’antico capoluogo dell’Emilia-Romagna e una delle mete più amate dai turisti stranieri. I primi insediamenti risalgono agli Etruschi e ai Celti, fino a quando diventò un comune libero sotto il dominio dei Romani. Nel corso dei secoli, l’evoluzione intellettuale, favorì la penetrazione delle idee illuministe e ad oggi, Bologna, è una delle poche città che ancora vive di rendita, con un passato glorioso che ha investito molto nel futuro. Il Palazzo dei Congressi, il quartiere fieristico, insieme a tutte le altre strutture ricettive e le aziende, rendono Bologna un importante centro nevralgico. La città di Bologna, ad oggi, è un importante nodo di comunicazioni ferroviarie e stradali, oltre a essere un’importante area per il settore elettronico, alimentare e meccanico. Bologna, adagiata su dolci colline, è una delle destinazioni preferite in Italia dai turisti stranieri e non: rimarrete positivamente impressionati dalla sua vitalità, dal suo patrimonio culturale e dalla sua storia. Questa città farà breccia nel vostro cuore e non vi lascerà più! Dall’alto, Bologna, appare come una vasta distesa di tetti rossi, i quali danno vita ad una tavolozza di colori che armoniosamente si mischiano tra loro. Bologna è una città che va visitata a piedi o in bicicletta in modo da poter godere pienamente della bellezza del luogo. Inoltre, Bologna, è conosciuta come la città dei portici: si contano circa 38 km di portici nel perimetro cittadino, ma il numero sale a 53 se consideriamo anche quelli fuori dal centro. I portici, eleganti ed antichi, fungono tutt’ora da ampliamento dello spazio cittadino ed il più lungo è sicuramente quello di San Luca. I musei di Bologna da visitare assolutamente A Bologna sono oltre cinquanta i musei che conservano il patrimonio e la preziosa ricchezza della città. L’Istituzione Bologna musei, attraverso le sue collezioni, racconta la storia di questa antica città, dai primi insediamenti preistorici, fino alle dinamiche scientifiche, artistiche ed economiche della società contemporanea. Sono moltissimi, infatti, i musei di Bologna che raccontano il percorso di questa città, articolato su temi differenti. Di grande interesse, inoltre, sono le collezioni storiche di anatomia ed ostetrica, le opere militare del Muse Poggi, le cere anatomiche, così come i manoscritti del giovane Mozart e gli unici strumenti del Museo Internazionale e Biblioteca della musica. Avrete la possibilità di costruire un percorso personalizzato, sulla base delle vostre preferenze e sorprendervi, minuto dopo minuto, nei più famosi musei di Bologna. MAMbo Bologna Il MAMbo, nato nel 2007, è il Museo d’Arte Moderna di Bologna, il quale comprende anche Museo e Casa Morandi, Museo per la Memoria di Ustica, Villa delle Rose e Residenza per artisti Sandra Natali. Il MAMbo di Bologna è in continuo aggiornamento e rinnovamento ed è molto famoso in quanto ripercorre la storia del secondo dopoguerra ad oggi. Questo museo nacque come un’entità totalmente indipendente nella seconda metà degli anni Novanta sotto la presidenza di Lorenzo Sassoli de Bianchi, noto per essere un grande collezionista d’arte ed innovatore. Grazie al lavoro e all’impegno di De Bianchi, il museo è riuscito a posizionarsi in un preciso ruolo culturale, non solo a Bologna ma in Italia. In questo modo, dunque, il MAMbo di Bologna, è riuscito ad acquisire un nuovo ruolo: non solo quello di spazio espositivo, ma di vero e proprio crocevia sperimentale ed informativo per giovani artisti emergenti. All’interno dell’edificio, spesso, vengono organizzate interessanti mostre monografiche dedicate a famosi artisti italiani e stranieri. Il MAMbo di Bologna possiede, inoltre, un importante dipartimento educativo atto a far avvicinare i visitatori alle forme di espressione del nostro tempo. Molto recentemente, nel 2016, il MAMbo di Bologna ha ospitato, nel mese di luglio, la mostra di David Bowie dedicata interamente al cantautore britannico. La mostra è stata tra le più visitate nel 2016 in Italia. Museo Civico Archeologico di Bologna Il Museo Civico Archeologico di Bologna ha sede nel Palazzo Galvani e nasce dall’antica fusione di due musei: l’Universitario, erede della “Stanza delle Antichità” dell’Accademia delle Scienze fondata da Luigi Ferdinando Marsili, ed il Comunale, arricchitosi della collezione del pittore Pelagio Palagi. Questo museo è altamente rappresentativo della storia locale di Bologna, dalla preistoria all’età romana e la sua collezione di antichità egizie è fra le più famose in Italia. Dal 2011 il Museo Civico Archeologico di Bologna è parte dell’Istituzione Bologna Musei, un importante organismo che, attraverso le sue collezioni, racconta l’intera storia dell’area metropolitana bolognese. L’area disciplinare del museo ha lo scopo di valorizzare il patrimonio archeologico della città, grazie anche all’ausilio di programmi e convenzioni con altri enti ed istituzioni. Museo della Musica di Bologna Tra i più importanti musei di Bologna vogliamo ricordare quello della musica. Esso è stato inaugurato nel 2004 e ha sede proprio nel centro storico di Bologna, più precisamente presso Palazzo Sanguinetti. Le sale di questo storico museo sono davvero splendide: sono accuratamente affrescate e custodiscono una delle raccolte più prestigiose per il repertorio di musica a stampa dal Cinquecento al Settecento. Oltre a questa esposizione, il Museo della Musica di Bologna, ospita una ricostruzione fedele del laboratorio del celebre liutaio Otello Bignami. Oltre ad una sala per eventi, laboratori didattici, un bookshop e postazioni multimediali. Palazzo Poggi a Bologna Palazzo Poggi a Bologna venne costruito nel XVI sotto le direttive di Pellegrino Tibaldi, autore anche degli affreschi interni. All’interno del palazzo è possibile ammirare la preziosa collezione dell’Istituto delle Scienze, composta da sale tematiche, la sala dedicata all’arte d’Oriente e l’aula Carducci. Nel corso del Settecento fu aggiunta al palazzo la famosa “Aula Magna”, ossia l’originale biblioteca dell’Istituto delle Scienze; più tardi, inoltre, venne innalzata la cosiddetta “Torre della Specola”. La peculiarità del Museo di Palazzo Poggi consiste nell’essere la ricomposizione delle collezioni dell’antico Istituto di Scienze, il quale operò in maniera pratica fino al 1799. Da ricordare è sicuramente La Quadreria, ossia un’importante collezione di circa 700 ritratti di uomini illustri dal Medioevo fino ai primi anni del Novecento. Il nucleo più ricco consiste in 403 dipinti di teologi, cardinali e scienziati e risale al lascito testamentario del cardinale bolognese Filippo Maria Monti. Negli anni l’istituto ha anche raccolto una serie di collezioni pittoriche, come la wunderkammer di Ferdinando Cospi e la collezione di Ulisse Aldrovandi. Museo Civico Medievale di Bologna Gli appassionati di storia non potranno non fare un salto al Museo Civico Medievale di Bologna. Questo museo ha sede presso l’antico Palazzo Ghisilardi ed espone principalmente testimonianze medievali della città stessa. Potrete ammirare una serie di antiche sculture e materiali risalenti al Trecento e Cinquecento, importanti testimonianze dell’epoca rinascimentale che risalgono ad importanti artisti, quali Jacopo della Quercia, Francesco del Cossa, Vincenzo Onofri. Il museo, inoltre, conserva antiche opere di età longobarda: un’acquamanile di bronzo, la statua di Bonifacio VIII in rame e legno, il piviale della Basilica di San Domenico. Un’interessante raccolta di codici e libri, poi, testimonia la tradizione della miniatura. Bologna: un mix di cultura, shopping e cucina “Bologna è una vecchia signora dai fianchi un po’ molli, col seno sul piano padano”, così la definisce Francesco Guccini in una sua canzone. Se siete amanti della storia, Bologna è la città che va per voi: ve ne innamorerete perdutamente! La sua storia è lunga secoli ed è nota per la sua arte, per le moltissime attività culturali, così come per l’ottima cucina. Bologna è sicuramente uno dei centri culturali più attivi in Italia, con una popolazione mediamente giovane grazie alla presenza di moltissimi studenti. Queta città, infatti, possiede un importante primato: ospita la più antica università dell’Occidente, ossia la Alma Mater Studiorum fondata nel 1088. Qui hanno studiato molti personaggi noti come per esempio papa Alessandro VI, Michelangelo Antonioni, Pascoli, Copernico e molti altri. Ancora oggi questo importante ateneo è meta di moltissimi visitatori ed è un centro culturale davvero attivo. Famosissimo a Bologna è anche il Quadrilatero: una volta era conosciuto come il Mercato di Mezzo, ovvero un luogo avvenivano i più importanti scambi commerciali. Le vie centrali di questa zona, pur ospitando negozi moderni e alla moda, ci riportano alla mente il fascino di un tempo. Bologna, infatti, è la città più ricca d’Italia e basta dare uno sguardo alle vetrine dei negozi che costeggiano i suoi portici di marmo per rendersene conto. Se siete di bocca buona, a Bologna troverete moltissime alternative soddisfacenti: i tortelli sono sicuramente il pezzo forte della gastronomia bolognese, ma non dimentichiamoci delle lasagne, assolutamente imperdibili, della pasta fresca all’uovo, disponibile in moltissimi formati. Insomma, la città di Bologna è uno dei tesori più preziosi d’Italia dove potrete gustare piatti deliziosi della cucina italiana, ma anche immergervi in un bagno culturale non di poco conto: non solo musei e antichi edifici, anche eleganti e graziosi portici che rendono Bologna davvero unica nel suo genere. Concedetevi una rilassante passeggiata sotto il portico più lungo del mondo fino alla Basilica di San Luca: una camminata un po’ impegnativa, ma una volta in cima potrete godere di un panorama davvero mozzafiato. Bologna è una città bella ed accogliente dove coesistono bellezze architettoniche, storiche e gastronomiche oltre a numerosi musei da visitare.
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Che forma dareste alla vostra città ideale se poteste costruirla da zero, usando un foglio bianco? L’artista visionario Bodys Isek Kingelez dà la sua personale risposta, in questi giorni, al MoMa, il Museo di Arte Contemporanea di New York, che venne inaugurato proprio il 7 novembre, nel 1929. City Dreams sono le sue città immaginarie, costruite con giornali e materiali di recupero: incredibili scenari utopici che ci fanno sognare e riflettere sui grandi temi urbanistici moderni. . #moma #cityofdreams #bodysisekkingelez #architecture #architettura #immobiliare #roma #vialeippocrate28 #piazzabologna #realestate #marketing #agenziaimmobiliare (presso Calzini Immobiliare di Calzini Luigi) https://www.instagram.com/p/Bp3rwTHhzxi/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=y7dvg9f1n4nq
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“Il colore è una vibrazione che tocca le corde” (Kandinskij) VERDE: E’ il colore più calmo che esista, esso non si muove in nessuna direzione e non ha alcuna nota di gioia, di tristezza, di passione, non desidera nulla, non aspira a nulla. E’ infatti il colore della natura e dona un grande senso di pace. Secondo il Feng Shui è simbolo di purezza ed equilibrio. Spesso associato alla guarigione, quindi utilizzato in ambienti di meditazione e legati alla salute. In natura è il colore delle piante. Utilizzato nell’arredamento produce effetto positivo alleviando stress e negatività. Si adatta ad ogni tipo di ambiente e può essere utilizzato nelle sue varie tonalità. Per ambienti eleganti e moderni lo si può abbinare a colori neutri, legni o pietre naturali. Molto presente anche in arredi più classici con effetti decapati, su carte da parati e in materiali come i velluti. #zibliss #ziblissinteriordesign #interiordesign #fengshui #kandinsky #homedecor #arte #art #green #verde https://www.instagram.com/p/CTwGz_At_Sn/?utm_medium=tumblr
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La scoperta rinfresca il dibattito su fino a che punto i Neanderthal, fossero capaci di espressione artistica e pensiero simbolico e se avessero sviluppato queste abilità da soli o attraverso interazioni con i primi esseri umani moderni, che arrivarono in Europa in questo periodo.
“La scelta del materiale, la sua preparazione prima dell’intaglio e la sapiente tecnica utilizzata per l’incisione sono tutti indice di sofisticata competenza e grande abilità nella lavorazione delle ossa“, ha affermato Silvia M. Bello, ricercatrice presso il Center for Human Evolution Research, Department of Scienze della Terra, al Natural History Museum di Londra, in un commento che ha accompagnato il paper.
“La presenza di incisioni artisticamente disposte a forma di chevron sull’osso di un cervo gigante, supporta il significato simbolico di questa scoperta e solleva nuove domande su quanto possa essere stato complesso il comportamento di Neanderthal“.
L’osso di cervo gigante non ha alcun uso pratico e si crede che sia puramente decorativo.
Bollito prima di essere decorato
L’osso proveniva da un cervo gigante, un animale che i ricercatori hanno descritto come “molto impressionante“, ma anche uno che all’epoca era molto raro a nord delle Alpi. La scelta dell’osso di cervo gigante come materia prima sottolinea il carattere speciale dell’oggetto e sostiene l’idea che avesse un significato simbolico.
Leder e i suoi colleghi hanno scoperto che le ossa bollite offrivano una superficie più morbida per effettuare incisioni controllate in un modo che ricordava da vicino l’oggetto originale.
Le prime prove dell’innovazione culturale e dell’espressione artistica tra i primi esseri umani moderni sono emerse in Africa e risalgono a circa 100.000 anni fa – dove vediamo strumenti realizzati con materiali diversi dalla pietra, come ossa, avorio e corna, ornamenti di perline di conchiglia , e progressi tra cui l’uso di pigmenti, arte rupestre e sepolture deliberate.
Sebbene più scarsi, gli archeologi hanno scoperto segni di un’innovazione tecnologica e culturale simile nei siti di Neanderthal in Europa. Questi includono ornamenti come artigli di uccelli rapaci, pendenti di denti e prove di comportamento funerario. In alcuni siti rupestri in Spagna, ci sono prove, sebbene controverse, che i Neanderthal abbiano creato motivi astratti e stencil a mano.
Comportamento complesso
Si pensa che l’Homo sapiens sia arrivato per la prima volta in Europa circa 45.000 anni fa e abbia convissuto con i Neanderthal per migliaia di anni. Durante quel periodo, i due gruppi si sono incontrati, a volte incrociandosi, lasciando tracce di DNA di Neanderthal nei nostri geni.
Data la sua età, gli autori dello studio hanno affermato di ritenere che l’osso di cervo inciso fosse di “autorialità neandertaliana indipendente” e non collegato ad alcuna interazione con l’Homo sapiens.
Le scansioni topografiche computerizzate dell’osso inciso hanno mostrato sei linee che mostrano la forma del simbolo chevron.
Hanno notato che le prime prove di Homo sapiens nell’Europa centrale provengono da siti nell’area dell’Alto Danubio tra 43.500 e 38.000 anni fa, diversi millenni dopo l’osso inciso. Hanno detto che le prime prove di Homo sapiens in Europa – ciondoli realizzati con denti di animali di 45.500 anni fa, provengono da 1.500 chilometri di distanza in Bulgaria.
Tuttavia, ricerche più recenti hanno trovato prove genetiche nel cranio di un Homo sapiens da un sito nella Repubblica Ceca – a circa 400 chilometri da Einhornhöhle – che suggerivano che l’individuo avesse del DNA di Neanderthal, Ciò solleva la possibilità che i primi uomini moderni e i Neanderthal si siano incrociati più di 50.000 anni fa.
“Dato questo precoce scambio di geni, non possiamo escludere uno scambio di conoscenze altrettanto precoce tra le moderne popolazioni umane e di Neanderthal, che potrebbe aver influenzato la produzione del manufatto inciso da Einhornhöhle“.
“La possibilità di una conoscenza acquisita dagli umani moderni non sottovaluta, secondo me, le capacità cognitive dei Neanderthal“.
“Al contrario, la capacità di apprendere, integrare l’innovazione nella propria cultura e adattarsi alle nuove tecnologie e ai concetti astratti dovrebbe essere riconosciuta come un elemento di complessità comportamentale“.
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Le osservazioni di Europa Verde Terracina sul Piano Regolatore Portuale
Gabriele Subiaco Lo scorso 28 dicembre 2020 la Giunta Comunale con Delibera DGC-283-2020 PROPOSTA DI PIANO REGOLATORE PORTUALE. PRESA D'ATTO. INDIRIZZI prendeva atto, dopo già diversi mesi di ritardo e a differenza di quanto successo ad esempio nel Comune di Formia con una serie di incontri pubblici preliminari alla stesura della bozza di piano già a partire dal 2019, della Bozza di Piano Regolatore Portuale (PRP) inviata dal tecnico incaricato dalla Regione Lazio-Aremol, considerandola “un ideale punto di partenza del percorso di elaborazioni, confronti e proposte che avrebbero dovuto vedere coinvolti i diversi soggetti istituzionali e la rappresentanza degli interessi della città e provincia: enti territoriali (Regione, AREMOL, Comune), le organizzazioni economiche (ConfcommercioLazio, Confcommercio locale, Consormare, AssonauticaLatina, ecc), professionali (Ordini e Collegi), sociali, culturali e ambientali. “ Con quella delibera il Comune di Terracina si era impegnato alla stesura di un documento programmatico che unitamente alla definitiva proposta di PRP doveva essere sottoposto all’attenzione del Consiglio Comunale, dando mandato al Dirigente dell’Unità di Progetto “Riassetto e Governance del Territorio e delle Attività Produttive” di predisporre la verifica di coerenza/coordinamento tra gli strumenti di pianificazione urbanistica generale, attuativa in corso o in programma. A Terracina da quel dicembre 2020, non succede assolutamente nulla fino allo scorso 17 maggio 2021 quando, presumibilmente su sollecitazione della stessa Regione Lazio, apprendiamo da un comunicato del Comune di Terracina, che viene convocata per il 20 maggio una riunione congiunta delle commissioni Urbanistica e Attività Produttive del Comune di Terracina per la predisposizione degli atti finalizzati alla successiva adozione del nuovo Piano Regolatore del Porto (PRP), aperta via streaming a tutti i portatori di interesse, i quali avrebbero potuto inviare a valle della seduta le loro osservazioni. Osservazioni che peraltro risulterebbero già tardive rispetto al Piano, che sostanzialmente, riteniamo, verrà approvato nella sua stesura attuale (quella di marzo). Dopo ore di attesa per l’inizio dello streaming, con un laconico avviso, il Presidente del Consiglio Comunale, attualmente indagato in qualita’ di ex Assessore al Demanio per vicende inerenti le concessioni demaniali e del quale Europa Verde ha ripetutamente chiesto, inascoltata, la sospensione, rendeva noto che relativamente alla seduta della Commissione Consiliare congiunta III^-IV^ sul tema “Piano regolatore e area portuale”, programmata per lo scorso 20 maggio 2021, alle ore 15:00, “per sopravvenuti problemi (non meglio specificati) non era stato possibile trasmettere la predetta riunione in diretta streaming attraverso piattaforma CiviCam”. Da quel giorno non ci sono stati più comunicati, né sono stati emessi avvisi rivolti alla cittadinanza e alle sue rappresentanze associative e politiche sulle tempistiche di approvazione, sulle modalità di partecipazione, sulla condivisione del Piano e soprattutto sui termini temporali entro i quali potersi esprimere con osservazioni a riguardo. Ecco quello che ha affermato il movimentyo politico ambientalista di Terracina: “A nostro avviso questa confusione e questa inerzia amministrativa sulla gestione del processo partecipativo, la dice davvero lunga sulla reale volonta’ di questa Amministrazione di coinvolgere tutti, e sottolineiamo tutti, i portatori di interesse in una serena e pacifica discussione del Piano Regionale sul Porto (PRP) di Terracina, attuando un trasparente e documentato processo partecipativo democratico che è requisito necessario per giungere alla approvazione del Piano da parte della Regione. Anche se riteniamo purtroppo, che non ci sia più il tempo sufficiente per procedere secondo il normale iter di un dibattito pubblico, come è stato invece rispettato in altre città vicine come Formia dove fin dall’agosto del 2019 è stato organizzato un percorso fatto di incontri pubblici e passaggi effettuati al fine di fornire al tecnico incaricato tutti gli input utili e necessari per la stesura di una proposta che potesse essere la più condivisa e la migliore possibile per uno strumento importante quale è il PRG portuale della Città. Piano che proprio in questi giorni è stato definitivamente approvato dalla Regione Lazio. Pretendiamo pero’ che siano comunque effettuate le audizioni con tutti i portatori di interesse e solo una volta conclusi gli incontri in audizione, le commissioni esprimano il loro parere sul documento finale prima che la delibera di adozione sia sottoposta al Consiglio Comunale per essere inviata alla Regione Lazio, a cui, in base alla legge 84/1994 art.5 comma 7, spetta la definitiva approvazione del PRP. In attesa quindi di venire auditi come portatori di interesse, stiamo predisponendo le nostre osservazioni che provvederemo ad inviare agli Enti e che anticipiamo qui sinteticamente. Le osservazioni vertono su tre aspetti chiave : - Il piano deve essere sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica (VAS) ed ogni progetto specifico di dettaglio a relativa Valutazione di Incidenza Ambientale (VIA) con l’obiettivo di conservare e tutelare, per tutta l’area portuale, il carattere di valore estetico tradizionale, bellezze panoramiche, e di Area Tutelata per Legge (costa del mare), così come previsto dal P.T.P.R.. - Le aree destinate da Piano Regolatore Generale (PRG) a verde pubblico (area della Pineta e arena del Molo adiacente alla zona servizi portuali) debbono conservare la loro destinazione d’uso e debbono essere opportunamente riqualificate ed attrezzate destinando anche l’area residua all’interno della zona servizi (stazione marittima) a zona verde; - Deve essere incentivato lo sviluppo in chiave di turismo sostenibile dell’area portuale tenendo conto della bellezza naturale della costa pontina, la vicinanza del nostro porto con le isole ponziane, la valorizzazione delle aree marine naturali a partire dai due SIC/ZSC situati proprio davanti la costa di Terracina (IT6000014 SIC Marino “Fondali tra Terracina e Lago Lungo”, IT6000013 SIC “Marino Fondali tra Capo Circeo e Terracina”) di notevole importanza per la loro ricchezza in termini di ecosistema marino con la presenza della Posidonia e di specie marine protette. E sui seguenti temi essenziali: - il tema del verde urbano, data la cronica carenza di verde urbano fruibile a Terracina, che deve essere assolutamente preservato e migliorato; - il tema dei parcheggi, con la proposta aggiuntiva di una struttura multipiano a servizio diretto della Stazione Marittima, che eviti consumo di suolo e non impatti sulle aree verdi; - il tema dei servizi di interscambio con navette dirette al Porto che colleghino il Polo Trasporti (in attesa di una sua auspicabile riqualificazione) e l’hub ferroviario “Monte San Biagio-Terracina Mare”, con collegamenti frequenti, efficienti e punti di scambio facilmente accessibili e ben indicati; - Il tema della viabilita’ di accesso e della mobilità in tutte le sue componenti (trasporto marittimo, trasporto pubblico locale, trasporto interurbano, pedonale, ciclabile, etc) essendo l’area portuale per definizione un nodo di interscambio e cerniera fondamentale tra il mare e la terraferma e valutandone accuratamente tutte le problematiche di traffico nell’unico accesso da Via C. Colombo, in previsione dei picchi all’arrivo e alla partenza dei traghetti; - Il tema della corretta gestione dei rifiuti portuali, visto che Terracina è porto sperimentale per il “#fishing for litter” grazie a Legambiente, con un progetto riconosciuto dalla Regione Lazio all’interno del protocollo di intesa tra la Regione Lazio, Arpa Lazio e Corepla per il recupero e riciclo delle plastiche in mare, progetto che ha coinvolto in modo strutturato molti portatori di interesse e che ha evidenziato le reali necessita’ dei pescatori in termini di raccolta e smaltimento di rifiuti complessi; - Il tema dei finanziamenti in tutte le sue articolazioni che risulta cruciale per assicurare al Piano efficacia e realizzabilità, esaminando quali schemi di finanziamento verranno proposti, verificando se tale opera di riqualificazione è stata prevista nelle mission del Recovery Fund, quali sono i bandi e le misure disponibili ed utilizzabili per finanziare le opere e soprattutto valutando se e come potrà essere attuato un partenariato pubblico-privato, nel qual caso si porrebbe da subito una questione di vigilanza e controllo dei soggetti privati che saranno chiamati a partecipare. Per quanto riguarda la Stazione Marittima, che dovrà essere costruita con tecniche e materiali rispettosi del principio di sostenibilità ambientale e dei parametri urbanistici (indici di edificabilità, altezza, distacchi) indicati nel piano e con sagoma e colore che preservi il paesaggio e le bellezze panoramiche, vorremmo che siano accolti anche gli indirizzi che non hanno solo a che fare con la vendita dei prodotti e la ristorazione (come unico fulcro dello sviluppo economico!) anzi riteniamo del tutto illogico utilizzare l’area portuale per il mercato rionale, ma che siano garantiti i servizi moderni ed essenziali (tra cui ad esempio il Wifi pubblico, la banda larga, i servizi per la disabilità, etc) e sia lasciato spazio anche ad iniziative educative e mostre temporanee per garantire comunicazione al pubblico dei tanti progetti in corso per la valorizzazione dei SIC/ZSC marini, per il contrasto del #marinelitter a Terracina e per il recupero e riciclo delle plastiche in mare. Per quanto riguarda le concessioni demaniali insistenti sul porto, le stesse vanno riviste e razionalizzate in una logica di efficienza, ponendo la massima attenzione alle attività di bar e ristorazione ormai storiche, che sono presenti da decine di anni e che, supplendo anche ad evidentissime carenze gestionali della Amministrazione, forniscono servizi informativi ma anche igienici e di conforto (se non anche sanitari) a tutti i turisti in transito, spesso senza adeguati riconoscimenti, e alle altre benemerite associazioni presenti anch’esse da decenni nella zona del Porto con la loro sede e che vogliono sviluppare servizi di educazione ambientale e sportiva per le scuole e servizi per i più deboli e gli anziani, attribuendo loro specifiche premialita’ in modo da tutelarne la presenza favorendone un sempre migliore sviluppo. Riteniamo poi quanto affermato nel comunicato stampa del Comune Terracina del 17 maggio scorso, relativamente al tema della rigenerazione urbana nell’area del porto, oramai divenuta un marchio di fabbrica di questa Amministrazione, decisamente poco appropriato in quanto la pianificazione regionale ha già definito e in modo molto chiaro la demolizione di alcune strutture fatiscenti e la ricostruzione su di esse della nuova stazione marittima. Il Comune quindi non dovrà decidere nulla mentre assistiamo al solito tentativo maldestro di volere mettere il cappello (e anche storto), a fini propagandistici elettorali, su una iniziativa che è tutta dell’Ente Regionale che in modo molto preciso e dettagliato ha voluto definire gli ambiti di intervento, visto che la politica cittadina tutta (governo e opposizione) è rimasta inerte negli ultimi 10 anni a guardare lo stato di degrado in cui versa l’area portuale della nostra Città e anzi ancora una volta ha mostrato ritardi preoccupanti nel recepimento degli indirizzi regionali.” Ha dichiarato Gabriele Subiaco, Co-portavoce Europa Verde Terracina: “Siamo seriamente preoccupati per il ritardo con cui è stata gestita tutta la vicenda a livello locale, per la mancanza di trasparenza e di coinvolgimento dei portatori di interesse nel processo di copianificazione e chiediamo che la Regione Lazio, unico Ente titolato alla formulazione e all’approvazione del Piano, si faccia garante di tale processo democratico di partecipazione locale che deve vedere il coinvolgimento, con modalità chiare e condivise, di tutti i portatori di interesse, vista la scarsa attenzione mostrata finora dal Comune su questo aspetto, e di predisporre anche tutte le modalita’ necessarie per poter seguire la fase di approvazione del PRP, il successivo adeguamento dei Piani Urbanistici attuativi comunali, l’esame ed il monitoraggio dei progetti di dettaglio e dei piani finanziari che dovranno consentire con adeguate risorse finanziarie l’attuazione del PRG del porto, affinchè questo PRP, una volta approvato, non rimanga solo sulla carta, o peggio diventi una occasione di speculazione a vantaggio di pochi, ma si trasformi in una vera occasione di riorganizzazione funzionale efficiente di tutta l’area portuale e di sviluppo economico vero per questa Città.” Read the full article
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Creatività per una fede aperta
Il linguaggio con cui si parla del divino ne rappresenta la possibilità di conoscenza umana. Relaziona quelle esperienze, quei riferimenti esterni, che sono stati, nel corso dello sviluppo storico delle religioni, riuniti dalle comunità di fede in uno spazio semantico che viene chiamato «Dio».
Il potere dell’immaginazione umana di dare forma, di progettare mondi possibili, si unisce ad usi socialmente condivisi del linguaggio, per dare un significato al concetto di divinità. Secondo questo modo di vedere il divino, il testo rivelato trova la sua genesi come testo creativamente reinterpretato attraverso una chiave di lettura teocentrica. Quanto viene definito nelle scritture «ispirazione», al lato pratico risulta indistinguibile da un filtro percettivo teologico che interpreta il senso del discorso. In altre parole, la rivelazione corrisponde a una forma letteraria, una tradizione poetica che convoglia i suoi peculiari significati. Questa posizione radicalizza il concetto di Parola divina nei racconti umani, che sottolinea l’importanza dell’aspetto narrativo, delle scritture.
La letteratura che parla di Dio, allora rivela molto dell’essere umano: sulle ispirazioni, sul desiderare l’assoluto e sui limiti insuperabili. Pertanto “il divino come fiction dell’umano” è modello impossibile e anelato, che si pone quale figura guida di un percorso senza fine di auto-formazione individuale e collettiva.
Da un punto di vista teologico, le concezioni narratologiche conducono ad una posizione definibile meta-teista, o di teismo critico. Il concetto di Dio è un potente strumento di interpretazione del mondo, così come viene conosciuto attraverso le descrizioni che ne facciamo. Dal punto di vista ontologico, questa posizione segue un “realismo dal volto umano”, secondo la definizione di Putnam, ossia descrive metaforicamente qualcosa di reale.
Pur all’interno di tale prospettiva realista, lo spazio ontologico del divino è semantico, pertanto viene trovato da chi interpreta la realtà, piuttosto che essere espressione della direzionalità di una volontà divina che agisce sulla cognizione umana. Il concetto di Dio viene consegnato alle singole persone dalle tradizioni religiose, piuttosto che imporsi in forza di una qualche evidenza di tipo naturalistico: Dio è una voce silenziosa nel mondo abitato dagli esseri umani.
Un’ulteriore sfaccettatura è la posizione theopoietica, secondo cui Dio è parola, il logos biblico, ossia dispositivo semantico che scopre la trama di significato dell’esistenza. Dio è qualcosa che “si chiama e si invoca”, quale poetica dell’esistenza, della vita e dell’esperienza. Dio allora è un farsi attraverso le parole, è poiesis del linguaggio. Ribaltando quanto afferma Ricoeur: se l’identità è la narrazione di noi stessi, allora anche Dio è qualcosa di narrato.
Nel Vangelo, il divino è quella poetica religiosa che si manifesta come relazione con la vita e per la vita, al lato pratico è opera di amore, chiamata alla salvezza. Una poetica che comporta riforma morale, la metanoia, da intendesi o quale theosis, o come perfezione cristiana (alla John Wesley), o nei termini, calvinisti, di rigenerazione.
La religione si configura, rielaborando una suggestione di William Blake, come opera d’arte: questo rapportarsi con il divino che orienta l’esperienza formativa della conversione, che tende alla theosi, questo fine, che cosa è, se non l’invenzione dell’umanità di se stessa, oltre se stessa?
Dio come poesia scritta nelle vite umane, sigillo della loro finitezza e vulnerabilità, testimone del loro duraturo valore. La rivelazione come qualcosa di naturale, espressione elevatissima di cultura umana.
Gesù è inteso come figura seminale che ha inaugurato un nuovo paradigma religioso, e i primi cristiani furono coloro che ridefinirono il concetto di Dio alla luce della vita di Gesù.
La croce è vista quale simbolo creativo, che ha spostato le relazioni semantiche della parola divino: Dio, dal momento della crocifissione, cessò di essere compreso semplicemente come sovrano assoluto del cielo, per rivestire le sembianze della sofferenza e dell’empatia; la forza divina dell’autorità si trasformò in debolezza, che si è poi rivelata forza di ordine moralmente superiore. In questo la grandezza del movimento cristiano primitivo.
La vita cristiana, dunque, come prodotto di una particolare arte, quella religione che rigenera e trasforma, una scultura esistenziale che incarna la relazione vivificante che costituisce il processo dell’essere come perpetuo divenire.
Se si definisce la rivelazione secondo la metafora del processo artistico, allora è possibile chiedere quale sia, in questo caso, il suo valore: la parola “dio” è un fossile semantico, consegnato alla modernità da linguaggi arcaici, e non più utilizzabile? Oppure è ancora rilevante? Insomma, perché le persone di oggi dovrebbero impegnarsi in questa attività artistica che, nel fondo, è la religione?
Rinunciando al concetto di Dio si rischia di attribuire valori e significati divini ad altro, ad idoli, che assumono spesso i connotati del denaro e del potere, a cui si finisce per rendere una forma spontanea di culto, adorando inconsciamente aspetti materiali e mondani dell’esistenza. Il pericolo, in fondo, è quello di diventare adoratori di se stessi. Assume qui rilevanza la dimensione emotiva dell’adorazione, difficilmente evitabile, ma spesso ignorata. Invece è un aspetto che chiama alla responsabilità: vi sono elementi emotivi che alimentano la fede, bisogni che cercano di essere soddisfatti. Dov’è, quindi, il tesoro di ciascuno di noi? Perché lì si trova il suo cuore (parafrasando Matteo 6,21). Creatività religiosa come risposta a emozioni e bisogni profondi, in alternativa al riempire il vuoto interiore con beni materiali.
C’è un valore positivo nell’immaginazione che sfrutta visioni del mondo religiose, mitizzate, come strumento per dare vita a narrazioni che sfuggano ai limiti della modernità. Il modo di guardare al mondo moderno, razionale e scientifico, presenta dei grandi pregi, tuttavia non è perfetto. In effetti, uno dei problemi delle religioni, e delle relative teologie, consiste nell’abbarbicarsi a modi di concepire il mondo arcaici e superati. Così facendo si precludono concezioni razionali e scientifiche, caratteristiche della modernità, ed estremamente potenti. Il problema consiste nel rifiuto della razionalità, non nell’appello all’immaginazione e all’emozione. Al contrario, la capacità di percepire il mondo attraverso lenti sempre diverse resta una preziosa espressione di flessibilità culturale. In conclusione, i concetti di divino sono qualcosa che è stato esplorato nel corso della storia, da diverse culture, e può ancora essere ricercato.
Come si pensa, come ci si relaziona al divino, attraverso i linguaggi umani? Una ricerca degna di interesse sarebbe analizzare il diverso uso di parole legate al termine “dio”: quali aggettivi vi sono associati, in che frasi è usato, a seconda delle culture e delle lingue; di particolare interesse per lo studio sono soggetti multi-lingue, perché capaci di esprimere usi linguistici propri di comunità differenti. Una simile ricerca porterebbe a mappare il campo di esistenza semantico del vocabolo “dio” come attualmente usato nei linguaggi delle varie culture. Ricerche di questo tipo contribuirebbero ad un aggiornamento delle concezioni sul divino, forse anche a superare il teismo per trovare un nuovo paradigma creativo, e narrazioni religiose alternative.
L’ecclesiologia si può configurare come “ricerca-azione”. La riflessione sulle pratiche sperimentate nella comunità religiosa, diventerebbe il motore di un modo di fare teologia che mette al centro le persone credenti. Una teologia pratica di questo genere ricadrebbe nell’ambito delle scienze sociali, in particolare delle scienze dell’educazione. Si farebbe disciplina pratica, studiabile a partire dalla sua costruzione attraverso l’azione umana. Infine, il confronto tra diverse comunità religiose porterebbe ad una teologia aperta, che rifiuti le chiusure identitarie.
Propongo un rovesciamento del senso del racconto della torre di Babele (Genesi 11,1-9). Il Dio nel quale i credenti moderni hanno fede, non è una divinità gelosa degli esseri umani, che confonde i linguaggi.
Oggi, lavorare assieme per tendere al cielo, senza avere mai la superbia di raggiungerlo, ma trasformando le persone attraverso la relazione e la comunione, implica imparare i linguaggi altrui. Metaforicamente, significa costruire una nuova torre di Babele, per arrivare a parlare la stessa lingua e usare le stesse parole.
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L'arte: Vivere. I gioielli nei dipinti. Struttura come design.
Il design creativo con i rispettivi materiali, i linguaggi e i suoni più diversi paragonati alla natura e al mondo, può essere definito arte. Progettare la propria vita in modo da essere soddisfatti e felici in ogni circostanza e in armonia con il proprio ambiente è "arte di vivere".
Oggi la percezione dell'arte e del design dipendono più che mai dal senso estetico e dalla propria esperienza culturale. Il confine tra arte e design è fluido. I maestri moderni delle arti visive come Picasso e Dalí hanno espresso la propria passione per i gioielli quale elemento di design nelle loro creazioni. Artisti famosi come Johannes Vermeer, Frida Kahlo e il giovane Hans Holbein hanno inserito i gioielli nei loro dipinti.
Le strutture a parete quali elementi di design nell'arredamento d'interni sono ancora relativamente rare. Tuttavia, esse arricchiscono e completano in modo particolare l’ampiezza e l'armonia degli spazi. Il vincitore del premio di design italiano Giovanni Barbieri offre decorazioni murali in molti colori e strutture.
Le auguriamo buon divertimento nella lettura di tutto ciò che questa edizione ha da offrire.
Christie’s Magazine Issue 4/20
Cordialmente, Iradj Alexander-David Director Ascona & Locarno + 41 (0) 91 601 04 40 - [email protected] - www.wetag.ch
Brione sopra Minusio, Lago Maggiore - rif. 88708
Nuova villa moderna in vendita a Brione con fantastica vista a 180° sul Lago Maggiore
Questa villa in stile mediterraneo e di recente costruzione a Brione sopra Minusio è in vendita quale residenza primaria. Dalla terrazza coperta e dal soggiorno, dotato di ampie vetrate, si può godere di una vista imprendibile sul Lago Maggiore. I materiali pregiati utilizzati per la costruzione e l’accesso dal garage tramite ascensore, sono ulteriori vantaggi di questa bellissima proprietà.
Highlights
6 posti garage Piscina esterna infinity Lift su tutti i piani Cantina vini
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Il futuro della moda young è a Ginevra
HEAD Genève Fashion Show
HEAD Genève Fashion Show
HEAD Genève Fashion Show
HEAD Genève Fashion Show
HEAD Genève Fashion Show
HEAD Genève Fashion Show
HEAD Genève Fashion Show
HEAD Genève Fashion Show
HEAD Genève Fashion Show
HEAD Genève Fashion Show
HEAD Genève Fashion Show
HEAD Genève Fashion Show
HEAD Genève Fashion Show
HEAD Genève Fashion Show
HEAD Genève Fashion Show
HEAD Genève Fashion Show
L’edizione Autunno-Inverno 2019 dell’HEAD Genève Fashion Show, andata in scena al principio di Novembre, è stata un’occasione unica per conoscere le promesse del futuro della moda ed entrare in contatto con un’esperienza artistica a tutto tondo.
Nella bellissima cornice disegnata da Paulo Jorge Diaz, studente dell’Interior Architecture Department, campeggiava una scritta al neon che diceva POESIE. Ispirata da Les Bais des Pâquis, uno dei luoghi più famosi di Ginevra, la scenografia della location ha da subito dichiarato la volontà di unire moda e arte sotto l’unico scopo di fare poesia e puntare sui giovani. Il concorso ha visto partecipare un totale di 26 studenti e l’assegnazione di tre riconoscimenti esclusivi, assegnati da una giuria di esperti del settore.
Thomas Clément si è aggiudicato il 2019 Bachelor Bongenie Award per la sua collezione intitolata Crash. I capi sono stati giudicati incredibilmente contemporanei, con un’attenzione sorprendente alla tecnica e alla lavorazione, senza dimenticare un twist personale, carico di humor e attitudine. Volumi over e de-costruzione come parola d’ordine. Crash è un inno alla libertà creativa tradotta in pattern ispirati a una natura cosmopolita e il riutilizzo di materiali inaspettati tradotti in tessuto e tagli ultra-moderni.
Emma Bruschi si è aggiudicata il 2019 Master Merchedes Benz Award con la sua collezione intitolata Almanach. Il lavoro della giovane designer ha impressionato la giuria per la ricerca, l’ispirazione e la lavorazione. Una prova di quanto la storia e la tradizione possano essere punto di partenza per un viaggio creativo incredibile. Almanach si ispira infatti all’antico Almanacco della Savoia del 1946. La stessa designer spiega: “In ogni villaggio, le persone lavoravano con il legno, la paglia e il vimini. In ogni casa le persone cucivano, filavano, ricamavano e così via. Queste antiche tecniche sono state tramandate per generazioni, salvaguardando l’amore per l’alta qualità del fatto a mano.” La collezione Almanach è stata costruita entrando in contatto con persone che custodiscono e tramandano queste antiche tecniche. E’ così che sulla passerella si sono susseguite creazioni moderne, ricche in lavorazioni tradizionali. Degna di nota anche la lavorazione basata sulla fermentazione dei batteri di specifiche piante – all’interno di un fienile – che ha permesso alla designer di ottenere una pelle naturale e biologica.
Giulia-Amelie Chenab si è aggiudicata il Prix Head x La Redoute 2019. Un premio speciale che per questa edizione ha visto trionfare gli accessori. La collezione intitolata Augmented Tote è stata giudicata come una perfetta sinfonia tra estetica e pratica. Quattro modelli di tote bag reinterpretati con intelligenza e versatilità che non potevano passare inosservati.
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New York Fashion Week: 4 talenti menswear di nuova generazione
La New York Fashion Week Men’s si è aperta con moltissime collezioni per la Primavera Estate 2019. Molti dei designer presenti sfilavano per la prima volta a New York, e questo mette in luce ancora una volta la forza e l’influenza crescente della NYFWM. Abbiamo scelto per voi il meglio delle collezioni di debutto.
Victor Li
Victor Li, nato negli USA ma cresciuto in Cina, ha presentato per la prima volta la sua collezione, che porta il suo stesso nome, questa stagione da Housing Works a Soho. Li spiega, “Lo street style non è il mio stile. Mi piacciono i capi aderenti al corpo e i dettagli originali. Disegno per me, per il mio stile personale.” L’ex studente della Parsons spiega con precisione la sua impeccabile collezione fatta di giacche casual, tailleur moderni ed eleganti capi da giorno. Non sorprende quindi che abbia assoldato Claudia Li, la designer della sua linea omonima nota per la straordinaria fattura dei capi, come art director. Insieme i due hanno creato una serie di capi rilassati in colori prevalentemente neutri con tocchi di rosa delicato o verde, capi che si adattano perfettamente a uno stile di vita fra viaggi e divertimento, ed è senza dubbio ispirata dall’infanzia del designer che da piccolo ha viaggiato molto insieme alla sua famiglia. Uno dei capi clou è un cappotto in morbidissima pelle con coulisse in vita. La collezione di Li è realizzata con grande cura a New York utilizzando materiali acquistati in Italia, Francia e Giappone. Comun denominatore della collezione è una stampa disegnata a mano dal designer che raffigura il suo volto e quello di Claudia. E come questa stampa, anche il papillon è presente in vari look della collezione, e spuntano in posti inaspettati come, ad esempio, un taschino. “Per me si tratta di un esperimento.” dice Claudia. “Non mi ero mai occupata di
menswear prima, solo di abiti per donna. Sto facendo cose nuove e divertenti.” Saranno anche cose ‘divertenti’ per i due amici designer, che sono destinati sicuramente a grandi cose, e noi siamo intenzionati a tenerli d’occhio.
Nihl
Neil Grotzinger si è laureato alla Parsons e ha presentato la sua prima collezione, “Subservient Authorities.” Nato in Colorado, Grotzinger si ispira alle figure maschili archetipiche della storia che hanno costruito la loro identità su una mascolinità idealizzata, come il quarterback americano fino al midollo o il militare. Grotzinger prende questi archetipi e li sovverte. Nel backstage dopo la sfilata Grotzinger ha detto che “Si tratta di trasformare il concetto di autorità.” E spiega che quello che vuole mettere in discussione è perché noi, come società, consideriamo queste figure come autorevoli: “Si tratta di manipolare la percezione, prendere questo archetipo e portarlo verso una zona grigia, e lì resta. Non è né femminile né maschile.” Nella collezione di Grotzinger si notano alcuni elementi sporty come shorts, sospensori, body da wrestling e pantaloncini da calcio con coulisse. Ma tutti questi riferimenti vengono decostruiti ed eroticizzati. Molti dei capi mostrano maliziosamente la parte bassa della schiena e molta pelle nuda, altri presentano corpetti con lacci.
Degna di nota è soprattutto la straordinaria abilità di Grotzinger nelle tecniche di ricamo couture, inoltre utilizza intricati disegni di paillettes come décor. E nella collezione ha inserito altrettanto dettagliati capi in stile ‘armatura’ realizzati con cotta di maglia.
Speriamo di vedere in futuro molte altre creazioni Grotzinger decorate con i suoi intricati disegni di perline.
Alessandro Trincone
Il designer italiano Alessandro Trincone ha sfilato per la prima volta alla NYFW con la collezione “Avvolgimi,” che intende dare a chi indossa i suoi capi il potere di essere se stesso, al di là degli stereotipi di genere. Il designer ha frequentato sia il Polimoda che l’Osaka Bunka Fashion College in Giappone e dice che l’ispirazione per i suoi modelli viene dall’infanzia passata a Napoli. È cresciuto in un ambiente conservatore, incapace di comprendere la sua sensibilità creativa, e per questo veniva preso in giro dagli altri ragazzini. Ma affrontare quel pregiudizio ha reso Alessandro e la sua vision ancora più forti. Questa stagione Trincone non si è certo contenuto, mandando in passerella i suoi modelli con indosso una serie di outfit in chiffon bianco, seta e tulle, di certo non stereotipi ‘mascolini’.
Abiti super-voluminosi grazie a una gran quantità di ruche e grandi cappelli. Trincone ha presentato anche molti capi con paillettes, fra cui un vestito sartoriale che si è fatto decisamente notare in passerella. Trincone è noto per aver vestito il rapper di Atlanta Young Thug per la cover dell’album “No my name is Jeffery.”
Sebbene decisamente genderless, l’eterea collezione di Trincone potrebbe essere una bellissima collezione donna.
Willy Chavarria
Willy Chavarria ha offerto i riferimenti alla politica che latitavano palesemente sulle passerella NYFW, in particolare se consideriamo l’attuale clima politico in America e la posizione di Trump sull’immigrazione.
Per questa stagione Chavarria ha collaborato con il brand danese di indumenti da calcio Hummel per una linea speciale di capi “see-now-buy-now” che saranno venduti assieme alla collezione PE19 di Chavarria. La collaborazione vuole mettere in luce la bellezza dell’immigrazione e l’impatto positivo che ha, e che ha avuto storicamente, sulla cultura americana. E il calcio è uno sport amato e giocato dai migranti, irregolari e non, negli USA e in tutto il mondo. Riferimenti molto forti allo stato cagionevole degli USA sono visibili nella collezione di Chavarria: la parola “America” è scritta capovolta su una serie di capi e su una bandiera americana rovesciata. Anche le Torri Gemelle diventano elemento décor su una T-shirt casual, evocando un altro momento buio nella storia recente degli USA. Ma la frase più forte e intensa era “The Kids Are Not Alright” sul retro della maglietta dello stilista che tutti hanno visto quando Chavarria si è girato dopo i saluti al termine della sfilata. Sebbene un po’ cupa, è stato rinfrancante vedere come Chavarria ha usato la sua collezione per veicolare la sua consapevolezza, promuovere i suoi valori e, si spera, diffondere il suo messaggio critico e inclusivo, perché si senta forte e chiaro.
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L’arte del Festival di Sapporo è un esempio di come si possano fare sculture con i più disparati materiali. Chi può dire cosa sia arte? È così soggettiva e non è per tutti allo stesso modo. Disquisizioni filosofiche a parte, parliamo del festival!
Festival di Sapporo in Giappone
Il Festival della Neve, o Yuki Matsuri, viene organizzato dal 1950 e il gennaio scorso il tema era Star Wars. Ogni anno viene scelto un tema differente.
Le sculture di ghiaccio però sono tutte bellissime. L’arte è arte. Cambia il materiale, ma un artista è sempre tale ed è per questo che ho pensato di parlarne nel blog.
Spesso si rinchiude l’arte entro soliti schemi e chi si cimenta al di fuori non sempre viene capito, soprattutto se è giovane. Hai visto, ad esempio quello scultore che fa opere con i mattoncini Lego?
È famosissimo e gira tutto il mondo. le sue sculture sono esposte nei musei più famosi. È stato anche a Milano.
Un artista che utilizza materiali insoliti forse inizialmente fa più fatica a farsi strada nel mondo dell’arte. Non è detto però che per gli altri sia semplice.
L’arte è uno dei settori meno compresi in assoluto perchè la definizione di bello, e brutto, non è poi così applicabile.
L’arte deve essere comunicazione e quando guardi, leggi, o ammiri un’opera, deve darti qualcosa. In teoria l’artista non dovrebbe nemmeno doverla spiegare.
Solo guardandola si dovrebbe capire, si dovrebbero provare sensazioni.
Arte e i Bambini
Spesso i bambini sono più artistici di noi e a volte non li capiamo quindi abbiamo la tendenza a invalidare la loro arte e le loro idee.
Cose che a noi sembrano strane, a volte assurde, possono trasformarsi in lavoro e attività redditizi.
Quindi date un’occhiata ad artisti moderni, a cosa propongono e prima di sentirvi “sbagliati” o fuori di testa.
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