#romanzo con colpi di scena
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Sotto sequestro: Il thriller esplosivo di Sean Black con Ryan Lock. Recensione di Alessandria today
Un'avventura mozzafiato ambientata a New York, tra azione e suspense
Un’avventura mozzafiato ambientata a New York, tra azione e suspense “Sotto sequestro” è il primo libro della serie di Ryan Lock, scritto dall’autore Sean Black. In questo romanzo, veniamo introdotti a Ryan Lock, un ex-soldato diventato guardia del corpo, in una New York frenetica, durante la vigilia di Natale. La missione di Lock è semplice: proteggere il presidente di una delle aziende più…
#rischio#Alessandria today#Assassini#avventura#Azione#Bestseller#corse contro il tempo#giallo#Google News#Greg Hurwitz#guardia del corpo#Harlan Coben#investigazione#italianewsmedia.com#Lee Child#libro di azione#libro di suspense#maestro del thriller#missione pericolosa#narrativa anglosassone#narrativa contemporanea#narrativa moderna#nemico implacabile#New York#New York City#Pericolo#Pier Carlo Lava#Protezione#romanzo con colpi di scena#Romanzo di crimine
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Le varianti entrano in scena quando qualcuno scopre la comoditā di avere una scusa continua pronta senza impegolarsi nello sforzo d'immaginarsi ogni volta nuovi virus, e hanno meno evidenze scientifiche a supporto della vagina di Michelle Obama.
Non so se ve ne rendiate conto, figlioli, ma state discutendo su delle sequenze virtuali mappate su un computer, ovvero sul niente, su una fantasia, dalla quale perō prende il via un avvincente romanzo, con una trama filante e ricca di colpi scena, come i racconti di Harry Potter
-Castrese
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Hi mootie! Nell' ultimo ask ti ho chiesto come stava procedendo la lettura di Fondazione e Terra e nella tua risposta mi hai dato una classifica personale dei libri. Mi piacerebbe molto avere una breve (o no) opinione per ognuno, se ti fa piacere 👀👉👈
Ciao, sempre un piacere trovarti nella mia askbox! Scusami se ho fatto aspettare tanto per la risposta, ma siccome prevedevo che sarei andata per le lunghe ho preferito scriverla da pc. Ecco qui le mie (non molto brevi) opinioni sui libri della Fondazione :)
Preludio alla Fondazione - il primo della mia classifica oltre a essere il primo prequel. Lo considero il mio preferito per due motivi principali: i personaggi e la trama. Per quanto riguarda il primo punto, penso che tu sia l'ultima a cui debba spiegare il fascino di Hari e Dors e del modo in cui la loro relazione si evolve; per il secondo, col senno di poi apprezzo ancora di più il colpo di scena finale in cui si rivela che Hummin e Demerzel sono la stessa persona (anzi, lo stesso robot), perché - come dirò anche più avanti - non sempre i colpi di scena finale degli altri libri mi hanno colpito in positivo, purtroppo. Inoltre, anche la caratterizzazione di Trantor, con i suoi vari settori, è al suo picco qui, secondo me: una cosa che non amo del poco di fantascienza che conosco è quando interi pianeti vengono caratterizzati come se fossero città, anche se nel caso della Fondazione la cosa ha anche abbastanza senso, quindi ho apprezzato che in questo romanzo si vedano aree anche molto diverse dello stesso pianeta capitale.
Fondazione Anno Zero - la mia relazione odi et amo con questa serie inizia qui. Da una parte, ho apprezzato la struttura con grandi salti temporali da una parte all'altra più di quanto mi aspettassi, e seguire Hari fino alla vecchiaia mi ha fatto affezionare ancora di più a lui e alla sua famiglia, al punto che mi sono davvero dispiaciuta alla fine, quando si ritrova anziano e solo; un'altra cosa in cui il romanzo è riuscito è stata farmi addentrare nella trilogia principale con grandi aspettative (molte delle quali sono state un po' deluse). Non posso dimenticare la parte terza, però; l'ho già menzionato altre volte, ma non mi è piaciuta per niente, e non solo perché è la parte in cui Dors ci lascia: avevo capito che Elar era sospetto dalla prima pagina in cui era uscito, e fino all'ultimo ho sperato che non fosse davvero un cattivo "a sorpresa" così ovvio, perché a dirla tutta mi stava anche piacendo il ruolo che stava assumendo nella storia, come sfidante all'autorità assoluta di Hari in fatto di psicostoria, prima che si rivelassero le sue vere intenzioni; avevo sperato che a questo punto l'elaborazione della psicostoria sarebbe diventato un lavoro più collettivo - cosa che poi è successa comunque, più in là - ma alla fine la storia ha preso la direzione che, secondo me, era più prevedibile e meno interessante, quindi quando Dors è morta ci sono rimasta doppiamente male.
Prima Fondazione - non so se è un'opinione impopolare, ma questo è stato il mio libro preferito della trilogia principale, ma allo stesso tempo non ho molto da dire sul perché. Come in Fondazione Anno Zero, ho apprezzato la struttura con grandi salti temporali, e in particolare, in questo caso, il fatto che si trattasse più di una serie di racconti che di un romanzo vero e proprio: dato lo status di eroi che Hardin e Mallow avrebbero ottenuto in futuro, ha senso che le loro storie siano raccontate già quasi come miti; ha giocato molto in suo favore anche la curiosità nel vedere i primi anni della Fondazione e la soddisfazione nel vedere la sua progressiva acquisizione di potere nella politica galattica attraverso diversi stratagemmi: in particolare, i capitoli di Hardin mi hanno tenuto con gli occhi incollati alle pagine. Devo dire, però, che mi ha divertito (derogatory) vedere che il genere femminile era completamente scomparso nel passaggio dai prequel alla serie principale: altri tempi, suppongo.
Fondazione e Impero - non mentirò: la prima parte mi ha annoiato. L'unico personaggio di cui non ho dimenticato il nome appena l'ho finita è Bel Riose. La seconda parte ha recuperato il mio interesse, con l'inizio della storia dei Darell e del Mulo (e inoltre shout out al mio uomo Han Pritcher: ha fatto del suo meglio e gli voglio bene): l'idea di inserire finalmente una crepa nel piano Seldon ha reso le cose interessanti nel momento in cui rischiavano di farsi noiose, e anche stavolta il colpo di scena finale è stato ben fatto, secondo me.
Seconda Fondazione - ah, Seconda Fondazione: cosa devo fare con te? La prima parte non mi ha fatto davvero né caldo né freddo: l'unico elemento che ho trovato personalmente interessante è stata la prospettiva di Pritcher (my beloved), che ci mostra il modo in cui il controllo mentale funziona in questa serie; mi piace il fatto che qui le persone manipolate sono in un certo senso consapevoli di ciò che sta accadendo, anche se non sono in grado di cambiarlo: qui inizia, però, il trend degli infiltrati della Seconda Fondazione che spuntano come funghi, ossia l'elemento che meno mi è piaciuto di tutto il romanzo (e in parte anche dei successivi). Per quanto riguarda la seconda parte, ho amato Arcadia Darell: dopo una sfilza di eroi supermaschi supervirili nei romanzi precedenti (con l'esclusione di Bayta), avere una ragazzina quattordicenne, molto intelligente e molto immatura allo stesso tempo, tra i personaggi principali è stata per me una boccata d'aria fresca, e a dirla tutta non mi poteva fregare di meno degli altri. Non esagero quando dico che, con la caterva di plot twist tutti ficcati negli ultimi due capitoli, quando si scopre che la Seconda Fondazione in realtà è su Trantor e ha segretamente influenzato Arcadia da quando era piccola, avrei voluto buttare il libro dalla finestra: secondo me la spiegazione "un cerchio non ha estremi" era già più che sufficiente, e il plot twist sul plot twist non mi ha colpito positivamente.
L'orlo della Fondazione - questo libro aveva l'arduo compito di partire dalla conclusione di Seconda Fondazione, e se ancora non mi va a genio il fatto che la Seconda Fondazione sia su Trantor, tutto il resto è stato abbastanza per far tornare la serie nelle mie buone grazie: nessun gruppo di personaggi principali supera quelli dei prequel, per me, ma Trevize, Pelorat, Gendibal e la Branno ci si avvicinano abbastanza. Purtroppo, anche qui il finale è stata la cosa che ho apprezzato di meno, come ho accennato in un post che avevo scritto a caldo appena avevo finito il libro: agli infiltrati della Seconda Fondazione si sono aggiunti gli infiltrati di Gaia che spuntano come funghi (non so come avrebbe funzionato a livello di trama, ma a livello di caratterizzazione e tematico secondo me sarebbe stato più efficace se Novi fosse stata davvero una semplice hamiana, ma questa è più una preferenza mia che una vera e propria critica), e non mi piace il fatto che Trevize fa sempre le decisioni giuste perché sì. Allo stesso tempo, però, immagino che allora il trope del prescelto fosse visto con meno antipatia di oggi.
Fondazione e Terra - Ne ho già parlato molto rispondendo all'ultima ask che mi avevi mandato, e mantengo tutte le opinioni che ho espresso lì, ma aggiungo che quando si scopre che Bliss era stata condizionata da Daneel la mia reazione è stata dire ad alta voce "Dai, non di nuovo!", e che la rappresentazione dell'ermafroditismo dei solariani mi ha messo piuttosto a disagio, nonostante mi ritenga una lettrice abbastanza paziente da questo punto di vista..
Grazie per essere venuta alla mia TED Talk :D
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Valérie Perrin "Tatà", presentazione
traduzione di Lorenzo Bracci Testasecca. Sulla scia di Cambiare l’acqua ai fiori e Tre, Valérie Perrin ci trascina in un intreccio di storie, personaggi e colpi di scena raccontati nel suo stile fatto di ironia, delicatezza e profondità.(da e/o edizioni) Valérie Perrin ritorna in libreria con un nuovo romanzo “Tatà”, in italiano con l’accento, in francese senza, affettuoso diminuitivo di tante,…
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Un Piccolo Favore 2: Anna Kendrick e Blake Lively insieme in Italia
Anna Kendrick ha anticipato qualche dettaglio sull'attesissimo Un Piccolo Favore 2. Il thriller vedrà nuovamente Paul Feig dietro alla macchina da presa, come l'originale del 2018. Blake Lively e Kendrick, al tempo stesso, riprenderanno rispettivamente i ruoli dell'ambigua Emily Nelson e dell'arguta e amorevole Stephanie Smothers. A proposito della reunion con la co-protagonista, la star di Pitch Perfect ha confidato che lavorare ancore con Lively è stato molto piacevole. "Lei vive sulla costa orientale - ha raccontato - io sulla costa occidentale, quindi non ci vediamo spesso. Ma è stato adorabile, e penso che quei personaggi abbiano una chimica così strana che è così divertente riunire la gang. Ed è un po' come andare in bicicletta". Kendrick è stata molto meno loquace quanto alla trama del sequel. "Devo chiamare Paul Feig e dire: 'Di cosa mi è permesso parlare?' Abbiamo girato in Italia , quindi le location sono semplicemente incredibili. E mi sono sentita viziata a girare lì". A quanto ne sappiamo, nella pellicola prodotta da Amazon e Lionsgate, Stephanie ed Emily si incontreranno di nuovo sulla bellissima isola di Capri, per lo stravagante matrimonio di Emily con un ricco uomo d'affari italiano. Tra omicidi, tradimenti e inaspettati colpi di scena, Un Piccolo Favore 2 ha già portato alle stelle la curiosità del pubblico. Nel cast, oltre alle protagoniste, rivedremo la maggior parte dei volti del primo film, tratto dal romanzo del 2017 di Darcy Bell. Presenti Henry Golding (Sean Townsend), Andrew Rannells (Darren), Bashir Salahuddin (detective Summerville), Joshua Satine (Miles Smothers) e Kelly McCormack. Completano l'elenco due new entry speciali i nostri Elena Sofia Ricci e Michele Morrone. La sceneggiatura, come nel film del 2018, porta la firma di Jessica Sharzer. Un Piccolo Favore 2: Anna Kendrick e Blake Lively insieme in Italia "Devo dire che dopo aver girato il primo - ha continuato Anna Kendrick - ero del tipo: 'Questo è il film più folle a cui abbia mai preso parte.' Penso che sia davvero affascinante che Paul Feig sia colui che, probabilmente, è più conosciuto per Le amiche della sposa. L'oscurità e la follia che si trovano nel suo cervello, sono impressionanti". Quindi il secondo film è folle. So che dirò, tipo: 'Oh, è più folle dell'ultimo', ma ragazzi, è tanta roba! Un Piccolo Favore, col procedere della narrazione, pur mantenendo il mood da thriller, lasciava gradualmente spazio a rivelazioni poco verosimili e risvolti sopra le righe. Stando all'attrice 39enne, il sequel alzerà l'asticella. "È una di quelle cose in cui sulla carta pensi: 'Questo è assolutamente folle. Cosa stiamo facendo?' E poi all'improvviso Paul è lì, con un completo a tre pezzi e Blake è lì, e persino il direttore della fotografia è tornato e sembrava: 'Ok, stiamo facendo questo film molto strano, rischioso, molto contorto, con una trama pesante'." Read the full article
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Nessun indizio, il primo della mia hot trilogy.
Ilaria e Andrea con le loro due figlie sono una famiglia di città agiata e felice. Vivono una completa intesa sessuale di coppia, ma non si privano di esperienze che possano arricchire la loro unione familiare, senza gelosie e senza riserve. Tutto fila liscio finché un terzo incomodo, uno stalker che prende di mira Ilaria, non sconvolge le loro esistenze. E’ uno dei dirimpettai? Un’amica, un collega, un semplice conoscente? O forse un maniaco.
In apparenza non c'è un motivo plausibile per tanta rabbia verso di loro. Neanche la Polizia, a cui si rivolgono, riesce a trovare il minimo indizio che porti alla cattura di quello che si rivela essere, oltre che un criminale , anche un abile professionista.
E' questa una storia che analizza un fenomeno di grande attualità, con colpi di scena e tanto eros descritto con accuratezza, che però non sconfina mai nella volgarità.
Nessun indizio lo puoi trovare qui: https://tinyurl.com/yp4akfu4
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Le Zanne della Tigre Trattasi di un romanzo d'azione e di avventura ambientato nel Corno d'Africa lungo le coste della Somalia con una compagnia privata di contractor, la"Namurr's Fangs", al centro di pericolose attività in un quadro fosco ed in cui non mancano i colpi di scena
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The Artful Dodger – Dickens su Disney +
La Serie che Rivoluziona i Racconti di Oliver Twist
Una Meravigliosa Avventura nei Vicoli di Londra
Chi avrebbe mai pensato che il piccolo furfante di Oliver Twist avrebbe avuto una sua serie tutta da protagonista? Ebbene sì, amici miei, The Artful Dodger è arrivato su Disney Plus, pronto a rivoluzionare tutto ciò che pensavamo di sapere sui personaggi di Charles Dickens. Questa nuova serie ci catapulta nei vicoli affascinanti e pericolosi di Londra, con un Dodger più scaltro e intraprendente che mai.
Dodger: Da Furfante a Eroe
L’Incredibile Evoluzione del Personaggio: un arguto spin off di Dickens
Non siamo più nei vicoli di Londra. In altre parole, le cose per lui sono cambiate. Per Spin Off intendiamo un prodotto narrativo che si collega ad un altro romanzo, film o serie televisiva riprendendone il contesto o alcuni personaggi.
Se vi ricordate il Dodger come il ragazzino furbo che insegnava a Oliver i trucchi del mestiere, preparatevi a una sorpresa. Quello che fa questa serie è prendere il nostro piccolo furfante trasformandolo in un vero e proprio eroe, con tanto di cappello a cilindro.
Quindi, Dodger non è più solo un ladro da quattro soldi, ma un personaggio complesso con un cuore d’oro (nascosto sotto qualche strato di cinismo).
Un Protagonista con Stile
Il protagonista di questa serie è forse il fulcro dell’intera narrazione. In particolare c’è qualcosa che rende Dodger davvero affascinante. Ciò che lo caratterizza sono la sua astuzia, il suo charme e quella scintilla negli occhi che ci fa tifare per lui anche quando sta organizzando una delle sue truffe geniali. È il Robin Hood dei bassifondi, che ruba ai ricchi per… beh, per sé stesso, ma con un certo stile che non si può negare.
Trame Intriganti e Colpi di Scena
L’Arte della Truffa
Ogni episodio di The Artful Dodger è un mix esplosivo di inganni, truffe e colpi di scena che ti tengono incollato allo schermo. Dimenticatevi delle storie lineari e prevedibili: qui ogni mossa è una sorpresa e ogni alleanza è temporanea. E non manca mai quella dose di ironia che rende tutto più divertente. Tra fughe rocambolesche, piani diabolici e inseguimenti mozzafiato, The Artful Dodger non smette mai di sorprendere. Ogni volta, quando pensi di aver capito il gioco, ecco che arriva un colpo di scena a scombinare tutte le carte. E Dodger, ovviamente, se la ride sotto i baffi (immaginari).
Un Cast di Talenti
Attori che Fanno la Differenza
La serie non sarebbe la stessa senza un cast stellare che dà vita a questi personaggi straordinari. Ogni attore porta sullo schermo una performance brillante, rendendo i personaggi credibili e affascinanti. Dodger è interpretato con una tale maestria che quasi ti dimentichi che è un personaggio nato dalla penna di Dickens e non un vero abitante della Londra vittoriana.
Personaggi Secondari da Applaudire
E non dimentichiamoci dei personaggi secondari! Ogni figura che appare sullo schermo ha una sua storia, un suo scopo e una sua personalità unica. Che siano alleati o antagonisti, ognuno aggiunge un tassello al mosaico ricco e variegato della serie.
Un Dickens che Non si �� Mai Visto
Atmosfere Magiche e Realistiche
L’ambientazione di “The Artful Dodger” è molto diversa da quella del romanzo di Oliver Twist. Se quest’ultimo era ambientato a Londra, con tutte le caratteristiche legate alle opere di Dickens, questa serie si allontana molto. Dodger vive e lavora in una colonia inglese di nome Port Victory, nell’Australia del 1850. La taverna, l’ospedale e la tenuta del Governatore riescono a trasportare gli spettatori in un’altra epoca.
Scenografie e Costumi da Sogno
I costumi e le scenografie meritano un applauso a parte. Ogni dettaglio è curato al massimo, dai vestiti stracciati dei ragazzini di strada agli abiti eleganti dei ricchi signori. Ogni scena è un piccolo capolavoro visivo che ti trasporta indietro nel tempo.
Conclusione: Uno Spin Off Rivoluzione da Non Perdere
Se pensavate che Oliver Twist avesse detto tutto, The Artful Dodger vi farà ricredere. Con la sua trama avvincente, i personaggi memorabili e quella dose di ironia che non guasta mai, questa serie è una vera rivoluzione nel mondo dei racconti di Dickens. Non perdetevela su Disney Plus: Dodger vi aspetta con un sorriso sornione e qualche trucco nella manica.
Se volete leggere gli altri articoli sul mondo della serialità e sugli show che mi hanno emozionato negli ultimi anni, cliccate qui.
Stay Tuned! La vostra Easy Tears.
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Voto: Quattro e mezzo.
Punto di vista: prima persona, alternato
Sensualità: scene hot (non troppo) presenti
Caratteristiche: romantico, attuale, poetico
Stile narrativo: scorrevole
Tipo di finale: autoconclusivo e molto bello!
Trama: Insieme siamo perfetti parla dell'evoluzione del rapporto tra due amici di penna, ma affronta anche il tema del bullismo, mostrandoci quanto delle parole dette con cattiveria possano ferire profondamente una persona. Attraverso i rispettivi punti di vista, sono entrata facilmente nella mente dei due protagonisti principali, Misha e Ryen, ed anche se non sempre ho approvato le loro azioni, ho capito le loro motivazioni e le loro paure. Il legame di Misha e Ryen inizia alle fine delle elementari quando vengono associati dalle rispettive scuole come amici di penna, ma, al termine del progetto, i due ragazzi non hanno alcuna intenzione di smettere di scriversi. Lettera dopo lettera, anno dopo anno, il loro diventa un legame unico e speciale, seppure non si siano mai visti, nemmeno attraverso i social network. Una fatidica notte però, incrocia le strade dei due ragazzi, ormai diciottenni, ma solamente uno dei due è consapevole dell'identità dell'altro. Dato che Misha è il membro di una band e scrive canzoni, nel testo sono presenti diversi versi scritti da lui, spesso aiutato dall'amica di penna.
Cinquantasette chiamate mancate. Cinquantasette lettere scritte e mai inviate. Cinquantasette punti di sutura per respirare ancora, e fingere che ora sia allora.
«Solitudine, Vuoto, Menzogna, Vergogna, Paura», mormora, tenendomi stretta. «Hai già capito? Non devi avere paura o sentirti in imbarazzo. Nessuno può essere te meglio di te, sei insostituibile. Magari non tutti se ne renderanno conto, ma l’importante è che te ne renda conto tu».
Ryen è probabilmente il personaggio che cresce di più nell'arco del romanzo, una volta era una ragazzina invisibile e lasciata in disparte, ma ora frequenta i più “fighi” del liceo, comportandosi in maniera spesso antipatica e superficiale, ma la Ryen che scrive le lettere dimostra che sotto la superficie è una persona completamente diversa. In questo romanzo la Douglas non manca di inserire intrecci e colpi di scena man mano si evolvono le cose per i due ragazzi, regalandoci delle scene molto dolci, romantiche e di riscatto.
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“Il gioco di Claudia” è il nuovo libro di Michele Visconti
Anno 2423 “Il gioco di Claudia” di Michele Visconti edito da Giovane Holden Edizioni è l’ultimo romanzo dello scrittore napoletano che ancora una volta ha saputo stupire i suoi lettori. E’ evidente che per Visconti la fantascienza è un genere congeniale che ancora una volta ha saputo arricchire con riferimenti alla nostra attualità e al nostro presente in forma velata ma tuttavia chiara e riconoscibile. Il romanzo è caratterizzato da numerosi personaggi a cui lo scrittore ha saputo dare grande dignità attraverso la descrizione di tratti peculiari e storie personali molto interessanti. Inoltre, la moltitudine di personaggi non appesantisce la lettura, resa agevole dalla capacità dell’autore di creare avvincenti connessioni tra tutti i personaggi della storia. Ampio spazio è dato alla tecnologia in merito alla quale potete approfondire il punto di vista dell’autore nell’intervista recente che mi ha rilasciata. Le macchine volanti, ad esempio, sono appannaggio delle autorità, così come tutto ciò che è tecnologicamente avanzato fino all’uso di umanoidi. “Il gioco di Claudia” di Michele Visconti Siamo nella anno 2423 e il mondo che conosciamo non esiste più. Un gruppo di giovani amici sono i protagonisti di una serie spietata di giochi organizzati da governatori locali. Ai giochi possono accedere solo ragazzi con grande abilità e servono al Governo centrale per selezionare le future classi dirigenti. I ragazzi che vi partecipano, però, tra cui il protagonista Michele, vogliono cambiare lo status quo. Il Governo, infatti, è centralizzato, dispotico, nega i più elementari diritti a tutta la popolazione, non dà accesso alla cultura e alla tecnologia. Le scelte del Governo sono lo scotto per vivere su una Terra senza guerre fratricide, ma per un gruppo di Moderati le condizioni sono troppo drastiche e si adopera per cambiare l’ordine delle cose. Ci riuscirà? Nel gioco di Claudia di Michele Visconti c’è spazio anche per i sentimenti, per gli amori adolescenziali, per gelosie e momenti di tenerezza che ci ancorano al presente. Nel corso della lettura, infatti, l’autore semina continui richiami alla realtà recente come, ad esempio, il nome del papà di Michele (Giovanni Falcone), la sua Fiat Uno bianca e il disastro della diga di Longone. Per un tuffo, invece, nella realtà contemporanea i giochi planetari e le abilità di combattimento dei partecipanti richiamano alla mente gli attuali video giochi (basti pensare alle grandi capacità di Terry soprannominata “Macchiato freddo”). Per un tuffo, invece, nella gastronomia senza tempo, la semplice e gustosa ricetta di Michele, che l’autore descrive in ogni singolo passaggio, è certamente nota a ogni scapolo e giovane studente che si rispetti. Il libro, però, contiene anche tanti altri riferimenti che certamente il lettore attento saprà cogliere. Nel gioco di Claudia di Michele Visconti è nel complesso molto fluido, godibile e con diversi colpi di scena. Se volete approfondire la scrittura di Michele Visconti e le altre opere potete leggere le intervisti agli altri romanzi tra cui Mia Via, il Ponte di ghiaccio e Testa o Croce. Michele Visconti è nato a Napoli nel 1979, impiegato presso una società di ingegneria come geometra, ha due principali passioni: la scrittura e il disegno. La prima in particolare gli ha regalato non poche soddisfazioni, ottenendo buoni risultati in importanti concorsi letterari tra cui Dieci piccoli indiani e Premio Letterario nazionale Bukowski. Michele, inoltre, ha pubblicato, oltre ai romanzi sopracitati, anche la raccolta di racconti i Fanta eroi. Read the full article
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Luca Viozzi - Il nuovo romanzo “Delitto sotto le torri 2 - Il terzo segreto”
Il commissario Salviati questa volta è alle prese con un caso intricatissimo e viene aiutato nelle indagini dalla giornalista Sonia Neri
“Delitto sotto le torri2 - Il terzo segreto” è il nuovo romanzo dello scrittore e professore Luca Viozzi, un giallo tutto italiano che ha come sfondo il lungomare di San Benedetto del Tronto, edito dalla Giaconi Editore e acquistabile sui principali stores digitali. Il libro è il secondo capitolo delle avventure del commissario Filippo Salviati, diventando un punto fermo per gli amanti del genere giallo. Un avvincente racconto colmo di colpi di scena, intrighi, enigmi, scritto con estrema cura e ricco di dettagli che accompagneranno il lettore in un’immediata immersione emotiva e sensoriale sin dalle prime pagine. Un giallo d’altri tempi, ma con una caricata letteraria contemporanea che crea un mix di tensione e colpi di scena degni dei grandi classici della letteratura italiana e internazionale.
Il commissario si dedica alla ricerca della verità sull'omicidio di un noto personaggio del luogo. La narrazione procede attraverso capitoli brevi e incisivi, in cui si alternano momenti di tensione ad altri di riflessione, senza mai perdere di vista il filo conduttore dell'indagine.
“Il terzo segreto” è un romanzo che in verità va oltre la semplice etichetta di giallo, toccando temi come il potere, il denaro e la morte, ma anche l'arte, la religione e le tradizioni locali. Attraverso questi elementi, Luca Viozzi offre una riflessione sul bene e sul male, sul sacro e sul profano, creando un'opera che è al tempo stesso un intrigante giallo e un profondo esame della natura umana.
Scopriamo di più
Un noto direttore di banca viene trovato morto sotto un ponte vicino alla torre Gualtieri a San Benedetto del Tronto. Molti i misteri che avvolgono la vicenda legati a un passato che nessuno conosce. L’autore orchestra mistero e intrigo in un romanzo che lascia il fiato sospeso. Non è un caso semplice, tanti gli indizi e i rimandi storici legati al territorio. Curiosità e aneddoti che arricchiscono il racconto. La straordinaria capacità di Luca Viozzi di dosare colpi di scena, lusso e giochi di potere, appassiona il lettore fino all’ultima pagina. Il finale è sorprendente.
Acquista il libro
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La Luce del Lago di Fabrizio Gentili: Un Thriller tra Segreti e Cospirazioni Globali. Recensione di Alessandria today
Fabrizio Gentili ci porta nel cuore di un'élite segreta con un romanzo carico di suspense, dove il destino dell'umanità è in gioco.
Fabrizio Gentili ci porta nel cuore di un’élite segreta con un romanzo carico di suspense, dove il destino dell’umanità è in gioco. La Luce del Lago, scritto da Fabrizio Gentili, è un romanzo che intreccia magistralmente elementi di spionaggio, romanticismo e suspense in un avvincente racconto di segreti e cospirazioni globali. Ambientato tra il suggestivo lago di Castel Gandolfo e i Castelli…
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[Non lasciarti sfuggire][Dimitri Cocciuti]
Quattro amici, quattro esistenze che si intrecciano sullo sfondo di un’estate romana, fatta di colazioni in terrazza, birre ghiacciate a Trastevere e gite a Ostia per un tuffo in mare. Un romanzo sul peso e sulla fragilità dei legami.
Amicizia, segreti e colpi di scena: un’estate romana tra Trastevere e Ostia Titolo: Non lasciarti sfuggireScritto da: Dimitri CocciutiEdito da: Sperling & KupferAnno: 2024Pagine: 208 ISBN: 9788820080105 La trama di Non lasciarti sfuggire di Dimitri Cocciuti Sacha, sceneggiatore affermato, abita in un appartamento con terrazzo in uno dei quartieri più caratteristici di Roma. Ad animare le sue…
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Modena, la Tenda, debutta con musica live, poesia e gialli
Modena, la Tenda, debutta con musica live, poesia e gialli Alla Tenda di viale Monte Kosica febbraio debutta con la musica live di Lara Luppi e una serata che riunisce tantissimi musicisti in un omaggio a Gigi Bartolini, la presentazione di "Pluriball", giallo scritto da Gianfranco Mammi e la finale del torneo di poetry slam. Infine, la prima settimana del mese si chiude con un nuovo appuntamento con "Urban call" e la cultura hip hop. Il programma si apre giovedì 1 febbraio alle 21 con un nuovo concerto di Arts & Jam, rassegna di jazz e contaminazioni giunta alla dodicesima edizione e curata come sempre da associazione Muse e JazzOff Produzioni. Sul palco la cantante Lara Luppi presenta "Perspectives", accompagnata da Paolo Birro (pianoforte), Aldo Zunino (contrabbasso) e Adam Pache (batteria). Quindicesimo album della sua carriera, "Perspectives" raccoglie brani cari da sempre alla cantante modenese (D. Ellington, J.Van Heusen, R. Rodgers, C. Porter, I. Berlin) con qualche novità come il brano di Cedar Walton "When love is new", con testo originale, o la meravigliosa ballad scritta da Charles Mingus "Duke Ellington's sound of love". Doppio appuntamento con la lettura e la poesia venerdì 2 febbraio: si inizia alle 18 con l'incontro con lo scrittore Gianfranco Mammi che presenta il suo romanzo "Pluriball" intervistato da Federica Scaltriti: un romanzo giallo dai toni tutt'altro che gialli: ironico, iperbolico, mai scontato. L'apocalittica celebrazione del potere della scrittura.. L'appuntamento è a ingresso libero e fa parte della rassegna "Dialogo con l'autore" a cura dell'associazione culturale l'Asino che vola. Alle 21, spazio alla poesia performativa con la finale della nuova edizione del torneo di poetry slam a cura di Mutuo Soccorso Poetico. Il poetry slam è una gara di poesia performativa in cui i poeti si sfidano a colpi di versi, scritti di proprio pugno: nessuna musica o oggetto scena, solo voce, microfono e pubblico in sala. Dopo le tre tappe di semifinale che si sono susseguite in Tenda da novembre, sarà eletto il campione modenese di poetry slam. Sabato 3 febbraio, nuovo appuntamento con la musica dal vivo e una serata densissima di artisti sul palco per l'omaggio musicale a Gigi Bartolini, imprenditore immobiliarista, da sempre noto batterista rock, il cuore della sezione ritmica di diverse band della città fin dai primi anni '80, scomparso nel 2022. Un concerto all'insegna della musica e dell'amicizia, per condividere l'entusiasmo e la passione che ha lasciato nel cuore di tanti. Ad eseguire alcuni tra i pezzi per lui fondamentali saranno: Amos Amaranti, Max Baldaccini, Jacopo Bondi, Andrea Burani, Stefano Cappa, Stefano Calzolari, Beppe Cavani, Fausto Comunale, Alessandra Ferrari, Daniela Galli, Alberto Girgenti, Johnny La Rosa, Paolo Lisoni, Giorgio Masi, Niky Milazzo, Cristina Montanari, Vince Murè, Roberto Pellati, Stefano Picca Piccagliani, Christian Prandi, Mel Previte, Antonio Rigo Righetti, Gianni Salvatori, Camilla Ternelli, Tommaso Ternelli, Maurizio Toffanetti, Wilko. Presenta il Kata. La prima settimana di febbraio della Tenda si chiude domenica 4 febbraio, alle 16, con un nuovo incontro di "Urban Call" dedicato alla cultura hip hop, fra danza e musica. A cura di dell'associazione Ore d'Aria e BlakSoulz con Simone Accietto, Ciro "Sairus" Sackie, Erik "Epiks" Galloni. Tutti gli eventi in programma nella struttura che fa capo all'assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Modena, sono a ingresso libero e gratuito. Il programma completo è consultabile sul sito e sulla pagina Facebook La Tenda.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Il business immobiliare miliardario nei paradisi fiscali
Intrigo a Montecarlo, tre famiglie (italiane) in guerra per il business degli immobili. Dietro le rivelazioni dell’ex gestore del patrimonio del principe Alberto una lotta senza quartiere per un mercato miliardario dove un metro quadro si vende anche a 80mila euro. Questa è una storia di quattrini e di colpi bassi. Di avidità e di vendette. Ma all’origine di tutto ci sono solo i soldi, un fiume di denaro che arriva a Montecarlo e gonfia le casse di un pugno di società immobiliari controllate da miliardari italiani o di origine italiana. Dietro l’intrigo di palazzo che sta destabilizzando il Principato di Monaco e la famiglia Grimaldi - finito sulle prime pagine dei giornali francesi - ci sono gli interessi del colossale business delle costruzioni nel paradiso fiscale sulla Costa Azzurra. Un business dominato da tre famiglie: i Pastor, i Marzocco e i Caroli. La storia ha preso una piega imbarazzante per la dinastia del principe Alberto II quando il suo ex gestore del patrimonio personale, Claude Palmero, 67 anni, ha cominciato a raccontare al giornale francese Le Monde alcuni particolari che dovevano rimanere riservati sui beni di Sua altezza serenissima e della sua famiglia, valutati in circa un miliardo di euro. Un racconto fatto di spese pazze, di società fantasma e di prestanome. Così, il principe Alberto è stato tirato con forza dentro una specie di spy story che non è andata in scena sul palco dell’Opéra de Monte Carlo ma su un misterioso sito internet comparso dal nulla e il cui copione – almeno finora - aveva previsto per l’esponente dei Grimaldi un ruolo di semplice comparsa. Una trama che ricorda da lontano quella del romanzo di Tom Wolfe, “Il falò delle vanità”. I dossier della Rocca Tutto è cominciato alla fine del 2021, quando su un sito ospitato dalla piattaforma Substack sono stati pubblicati decine di documenti hackerati dalla posta elettronica di alcuni componenti dell’entourage di Alberto II e denominati con intuizione scenica “Les Dossiers du Rocher”. Sottotitolo: “Fughe di notizie e documenti su politici e imprenditori corrotti a Monaco”. L’obiettivo, anzi gli obiettivi di questa campagna di veleni - insolita per Montecarlo - erano i quattro membri del “cerchio magico” di Alberto II: il suo capo di gabinetto Laurent Anselmi, il suo avvocato e amico d’infanzia Thierry Lacoste, il presidente del Tribunale supremo Didier Linotte e Claude Palmero, il commercialista che per circa vent’anni ha gestito gli affari personali del principe prima di essere licenziato nel luglio 2023 dallo stesso Alberto II. Il gruppo veniva definito con l’appellativo di “G4” o di “Gruppo dei quattro” e veniva accusato – documenti alla mano – di aver tramato per condizionare i grandi appalti pubblici del Principato. Ma chi è il “corvo” che si nasconde dietro queste rivelazioni? Palmero – che dopo il suo licenziamento si è sentito tradito dal principe e ha deciso di far leggere i suoi documenti ai giornalisti di Le Monde, Gérard Davet e Fabrice Lhomme – sospetta neppure tanto velatamente che dietro i “Dossiers du Rocher” ci sia Patrice Pastor, l’uomo che viene soprannominato “il re di Montecarlo” per la sua ricchezza enormemente superiore a quella di Alberto II. Ma lui smentisce decisamente, sostenendo di non aver bisogno di ricorrere a mezzi del genere per far valere le sue ragioni. E allora, cosa c’è dietro questo scandalo che fa tremare il Palazzo dei Principi sulla rocca di Montecarlo? Monaco come Dubai Per capirlo basta un colpo d’occhio alla skyline del piccolo paradiso fiscale. I due chilometri quadrati di territorio su cui sorge Monaco sono costellati da decine di gru lungo la costa ma anche nei quartieri più interni. Montecarlo sembra una piccola Dubai. E come Dubai sta rubando spazio al mare per trovare nuove superfici su cui costruire appartamenti e strutture di lusso. Perché i super ricchi che diventano sempre più ricchi hanno molti soldi da investire e Montecarlo è una delle località più ambite. Tranquilla, in un luogo baciato dal sole e, soprattutto, in Europa. Così, è solo camminando per le strade del Principato che si notano gli effetti concreti dei fenomeni mondiali raccontati dalle indagini sulla concentrazione della ricchezza diffuse da Oxam al vertice di Davos. A Montecarlo i metri quadrati sono oro. Gli appartamenti vengono venduti a un prezzo medio di oltre 50mila euro al metro ma per le nuove strutture si può arrivare vicini al raddoppio. Dunque, accaparrarsi un progetto per una nuova area o per un semplice grattacielo significa guadagnare centinaia di milioni di euro. Ed è proprio questo il punto. Le email e i documenti contenuti nei “Dossiers du Rocher” riguardano alcuni progetti immobiliari milionari che sono stati sviluppati negli ultimi anni nel Principato. È il business d’oro delle costruzioni, infatti, l’oggetto attorno al quale ruotano i veleni e le accuse al “Gruppo dei quattro” di aver condizionato i grandi appalti pubblici a Montecarlo. L’obiettivo dell’anonimo “corvo” era quello di dimostrare che l’entourage di Alberto II tramava a favore dei Marzocco e dei Caroli, le due famiglie che nel Principato si sono ritagliate una corposa fetta del business immobiliare a scapito dello storico monopolista: la famiglia Pastor. Paradossalmente, lo stesso ex gestore dei beni di Alberto II, Claude Palmero, ha confermato ai giornalisti di Le Monde che la fine del monopolio dei Pastor era uno dei suoi obiettivi per fare in modo che le entrate del Principato aumentassero. Tutto questo era dunque nell’interesse dei Grimaldi. Da Imperia a Montecarlo Patrice Pastor, monegasco, 51 anni, appartiene alla quarta generazione della famiglia di costruttori che controlla una grossa percentuale degli edifici di Montecarlo. Capelli lunghi e neri, un po’ ingrigiti dall’età, fisico asciutto e occhiali di cornice nera, Patrice è figlio di Victor Pastor e nipote di Gildo, a sua volta figlio del capostipite Giovanni Battista Pastor, un ex minatore e scalpellino nato in provincia di Imperia che nel 1880 era emigrato a Montecarlo per lavorare alla costruzione della chiesa di San Carlo. Giovanni Battista (che cambiò nome in Jean Baptiste) costruì il vecchio stadio di calcio Louis II e con i soldi ricavati acquistò intere aree di territorio nella zona del Larvotto, in un periodo in cui i terreni a est del Casinò non erano ancora edificati. Ma quando il principe Ranieri trasformò Montecarlo in paradiso fiscale, Pastor cominciò a costruire condomini di lusso nell’area che oggi è tra le più esclusive del Principato e pose le basi di un impero immobiliare che non ha pari nel piccolo Stato. Il suo pronipote Patrice oggi è presidente della J.B. Pastor & Fils, la capogruppo di famiglia. Stando agli appunti di Claude Palmero, i Pastor hanno quasi il monopolio delle proprietà immobiliari di Monaco. Forse è per questo che l’ex amministratore di Alberto II apostrofava Patrice Pastor con il nomignolo “P2”, una sigla che si riferisce alle iniziali del nome dell’imprenditore ma con un ovvio riferimento negativo alla ex loggia massonica italiana. Il progetto conteso È probabile che a innescare la guerra tra i miliardari sia stato l’appalto per il progetto della Esplanade des pêcheurs, uno sviluppo immobiliare accanto a Port Hercule, la rada dove attraccano i megayacht dei Paperoni del Principato. Il progetto iniziale si estendeva su una superficie di circa 13mila metri quadrati ed era entrato nelle mire dei Pastor. Ma nel 2014 il governo aveva assegnato il piano al gruppo Caroli, salvo poi cambiare idea sostenendo che i cantieri avrebbero impedito lo svolgimento del Gran Premio di Formula 1. Gli accordi vennero cancellati. Così Antonio Caroli si era rivolto alla giustizia e nel 2018 aveva ottenuto un risarcimento di 157 milioni di euro dallo Stato monegasco. Ma chiedere 157 milioni al Principato sarebbe stato troppo per un imprenditore che fa affari soprattutto grazie agli appalti pubblici. Un comportamento quantomeno indelicato. E allora Caroli ha raggiunto un accordo con il governo. Il costruttore ha rinunciato al risarcimento ma curerà il progetto, che sarà ridimensionato e non provocherà problemi all’evento più importante di Monaco. La controversia però non è finita qui, perché Patrice Pastor si è opposto a questa decisione e nel contenzioso giudiziario aperto per accaparrarsi il progetto, ha chiesto la ricusazione del presidente del Tribunale supremo, Didier Linotte, appoggiandosi proprio ai “Dossier du Rocher”, secondo i quali tra il giudice e il gruppo Caroli ci sarebbero stati legami che avrebbero leso l’imparzialità di Linotte. Ma la corte non gli ha dato ragione. Il “re di Monaco”, detentore di una fortuna valutata in 20 miliardi di euro si è dovuto piegare al gruppo concorrente. Un romano in Costa Azzurra L’uomo che lo ha battuto è Antonio Caroli, il secondo dei tre miliardari italiani (o di origine italiana) veri protagonisti di questa storia. Caroli è nato a Roma 76 anni fa. Nel 1974, quando aveva 27 anni, ha sposato a Helsinki, in Finlandia, la moglie Ulla Soderholm, e nel 1978 ha fondato a Montecarlo la prima società immobiliare di un gruppo che oggi conta più di 22 realtà. In questi anni il Groupe Caroli – il nome sotto il cui cappello sono raggruppate tutte le entità - ha realizzato 80 operazioni immobiliari a Monaco e in Francia, dove Caroli è il beneficiario effettivo di almeno altre sei imprese. Il primo edificio costruito è in realtà del 1976 ma da allora la famiglia italiana ha realizzato anche il Loews Hotel, oggi Fairmont, che gli appassionati di Formula 1 conoscono perché si trova esattamente accanto alla più famosa curva a gomito del circuito monegasco. E poi La Réserve e Le Mirabeau al Larvotto, il Monte-Carlo Palace sul Boulevard des Moulins, il Soleil d’Or alla Condamine, le Terrasses du Port a Fontvieille e lo Yacht Club, uno strano edificio che ha la forma di una nave. Una delle sue società, la Société Monégasque d’études et de travaux (Smetra) prenderà il nome di Caroli Bat nel 2017. A poco a poco ma con determinazione, Caroli – divenuto ormai miliardario – ha esteso il suo raggio d’azione nel Principato. Oggi il suo gruppo pubblica due giornali, Monaco Hebdo e l’Observateur de Monaco, ha un impianto per la stampa, si occupa di pubblicità e di comunicazione, di installazioni per eventi, di gastronomia e di sicurezza privata. I tentacoli dell’imprenditore romano arrivano quasi dappertutto e gran parte degli affari derivano dagli ottimi rapporti con lo Stato. Ecco perché sarebbe stato inopportuno per uno come lui accettare il risarcimento di 157 milioni e voltare le spalle – probabilmente – agli appalti pubblici nel Principato. Fuga da Sanremo E poi ci sono i Marzocco. Anche di loro c’è traccia praticamente dappertutto a Montecarlo. Davanti al Monte Carlo Bay Hotel & Resort, ad esempio, il gruppo Marzocco sta terminando la costruzione dell’enorme progetto immobiliare Testimonio II. Il nuovo quartiere comprende due torri alte rispettivamente 100 e 110 metri, con 378 appartamenti di proprietà statale. E poi altre 56 proprietà con cinque ville e una nuova sede della Scuola internazionale di Monaco che accoglierà 700 studenti. Costruzioni di extra-lusso, naturalmente. Il capostipite, Claudio Marzocco, famiglia di costruttori, fu rapito dalla ‘ndrangheta nel suo ufficio di Sanremo il 22 gennaio 1988. Ritornerà libero 15 giorni dopo. Aveva 29 anni e insieme alla famiglia decise di trasferirsi immediatamente a Montecarlo, dove fondò il gruppo che guida ancora oggi insieme al fratello, ai figli e ai nipoti. I Marzocco hanno legato il loro nome alla costruzione della Tour Odéon, l’edificio più alto di Montecarlo, una torre di 49 piani con la penthouse più cara del mondo, venduta a 300 milioni di euro. La famiglia ligure vanta ottimi rapporti con Flavio Briatore, con il quale era socia nella società lussemburghese Splendor Investments (chiusa alla fine del 2023), partecipata anche da Bioera, società italiana finita al centro delle cronache per i suoi problemi finanziari. Sempre con Briatore e con l’imprenditore Gabriele Volpi, i costruttori di Monaco erano soci in un’altra società lussemburghese, la Starfly. Più recente, sempre nel Granducato, è invece l’alleanza dei soliti Marzocco e Briatore con l’armatore Gianluigi Aponte (attraverso la Sas Shipping Agencies Services), con il manager Claudio Costamagna e con l’imprenditore Danilo Iervolino. Il gruppo di imprenditori è azionista della holding Cfh che controlla il 100% di Unopiù, brand di design nel settore dei mobili outdoor di alta gamma, uscito dal concordato preventivo nel 2022. Guadagni milionari Nella contesa fra i miliardari dell’immobiliare monegasco un punto a favore è andato alla famiglia Pastor. Perché alla fine il “Gruppo dei quattro” è stato disgregato. Claude Palmero è stato licenziato ma anche il capo di Gabinetto, Laurent Anselmi, ha lasciato l’incarico. Il presidente del Tribunale supremo, Didier Linotte, è ancora al suo posto, così come Thierry Lacoste, l’amico d’infanzia e avvocato. Ma Alberto II, che all’inizio non pareva convinto dalle accuse dei “Dossiers du Rocher”, sembra oggi schierato dalla parte opposta e avrebbe incontrato in segreto Claude Pastor due mesi prima del licenziamento di Palmero. Nel frattempo, è scoppiata anche guerra del web. Il contro-sito “Les Vrais Dossiers Du Rocher”, contesta la campagna del misterioso portale che ha dato il via allo scandalo. Non poteva mancare neppure il fronte giudiziario, con procedimenti contrapposti aperti fra Parigi e Montecarlo. La battaglia dei miliardari infuria ormai dappertutto. E si capisce il perché. In un documento dei “Dossiers du Rocher” si spiega che il costo di costruzione di un nuovo edificio è di 10mila euro al metro quadrato ma quello di vendita raggiunge i 60-80mila euro. Dedotte l’Iva e gli oneri di commercializzazione, il margine netto per ogni metro quadrato costruito è di almeno 35mila euro. Montecarlo è seduta sull’oro. E forse la spy story sulla Costa Azzurra non è ancora finita. Read the full article
#CostaAzzurra.#DossiersduRocher#Dubai#immobili#Montecarlo#paradisifiscali#PrincipatodiMonaco#principeAlberto#Substack
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È stato presentato (per la prima volta a livello nazionale) presso Spazio5 - via Crescenzio, 99/D, in zona Prati, a pochi metri da piazza del Risorgimento - sabato 20 gennaio 2024 il romanzo storico di Lisa Paternoste Le Radici del Tempo (Edizioni Terre Sommerse). Con l’autrice sono intervenuti Fabio Furnari (editore di Terre Sommerse) e David Pironaci (direttore dell’Accademia d’Arte “Why Not”). Un romanzo avvincente e coinvolgente, che vede protagoniste di prima linea le donne. In ogni epoca e latitudine ci dimostrano di credere fortemente nelle loro idee e di essere portatrici di grandi cambiamenti. Sono donne forti e coraggiose, quelle tratteggiate in Le radici de tempo, titolo del secondo romanzo di Lisa Paternoste, scritto nel giro di un anno dal primo, Acquamarina, a dimostrazione della grande passione per la scrittura che pervade l’autrice, minuziosa nel ricostruire ambientazioni storiche differenti, nei salti temporali che porterà a fare il libro, passando agilmente dalla Medina di Granada di fine Quattrocento alla città vecchia di Fès o ad una turbolenta Istanbul negli anni del secondo dopoguerra. Storie di coesione familiare e prove d’amicizia incredibili, sono contenute in questo libro ricco di umanità, tolleranza e fratellanza tra diverse culture. Fil rouge dell’intera storia è la potenza della tradizione orale, che resiste allo scorrer del tempo e attraversa le generazioni. Una saga familiare che vedrà i protagonisti vivere continui colpi di scena in una corsa per arrivare in fondo alla verità. Storia familiare che si intreccia con dati e personaggi storici ben ricostruiti, caratterizzazione dei personaggi sempre ben delineata e ritmo avvincente, fanno dell’intreccio una concatenazione di eventi intriganti da scoprire a mano a mano che si avanza con le pagine. Le Radici del Tempo, un titolo evocativo che ben rende l’idea di una storia che ha radici lontane quanto i secoli che attraversa, dipanandosi mentre il racconto comincia a svelarne i contorni. A Keren viene affidata dalla nonna Myriam la vicenda che è stata custodita nel corso del tempo e sarà lei l’unica depositaria di quei ricordi, a decidere cosa fare di questo racconto che ha dovuto attendere molti anni prima di poter essere portato alla luce. Keren è una donna indipendente e solitaria, che vive più nelle storie altrui – che fotografa nei suoi crudi reportages – piuttosto che essersi mai lasciata davvero coinvolgere in qualcosa che la riguardasse da vicino, per timore di esserne segnata in maniera irrimediabile. Stavolta, essendo venuta a conoscenza di una storia così incredibile, diventa protagonista della sua vita, cominciando a cercare le prove dei fatti raccontati. Lisa Paternoste - Conegliano (TV), 1978 - è cresciuta a Roma, dove tutt’ora vive. Dopo essersi laureata in Relazioni Internazionali, comincia a lavorare nel ramo del Real Estate per alcune multinazionali che la portano a viaggiare in giro per il mondo e ad instaurare rapporti con culture differenti e molteplici nazionalità. La passione per i viaggi e per la fotografia di reportage ispirano la sua scrittura, colorando di un vissuto quotidiano luoghi e aneddoti descritti nelle sue pagine. A fine 2021 pubblica con Terre Sommerse Acquamarina, il suo romanzo d’esordio, e, poco più di un anno dopo, termina il suo secondo lavoro di ampio respiro Le Radici del Tempo, rinnovando la collaborazione con la casa editrice romana. Le Radici del Tempo di Lisa Paternoste, pubblicato da Edizioni Terre Sommerse (Roma) - pp. 264, euro 16,90 - è stato presentato a Spazio5 sabato 20 gennaio 2024.
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