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Assassino a Bordo: Un Thriller che Naviga nei Mari dell’Oscurità. Recensione di Alessandria today
L’ispettore Álex Cortés torna con un’indagine carica di vendetta e suspense
L’ispettore Álex Cortés torna con un’indagine carica di vendetta e suspense Un’indagine che intreccia passato e presente “Assassino a Bordo”, pubblicato il 14 dicembre 2023, è il secondo capitolo delle avventure dell’ispettore Álex Cortés, creato dalla penna di Riccardo Braccaioli. Questo thriller mozzafiato si svolge tra le scintillanti cabine di una nave da crociera e i vicoli oscuri di…
#Alessandria today#ambientazione urbana#Assassino a Bordo#Barcellona#Barcellona misteriosa#Casi irrisolti#Colpi di scena#criptogrammi#detective story#enigmi#enigmi da risolvere#Google News#introspezione psicologica#investigatori brillanti#Investigazione poliziesca#ispettore Álex Cortés#italianewsmedia.com#lettura coinvolgente#lettura consigliata#male e redenzione#Narrativa avvincente#narrativa contemporanea#narrativa di successo#narrativa italiana#Nave da Crociera#noir metropolitano#Pier Carlo Lava#Riccardo Braccaioli#romanzi bestseller#romanzi di successo.
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[A nessuno è fregato un cazzo di cosa è successo a Carlotta][James Hannaham]
Il racconto tragicomico del primo weekend di libertà di Carlotta, donna nera trans che, dopo vent’anni passati in un carcere maschile, deve confrontarsi per la prima volta col mondo esterno
Una donna trans e nera, finalmente libera: la rinascita di Carlotta in una New York che cambia Titolo: A nessuno è fregato un cazzo di cosa è successo a CarlottaScritto da: James HannahamTitolo originale: Didn’t Nobody Give a Shit What Happened to CarlottaTradotto da: Giovanni Maria RossiEdito da: Edizioni ClichyAnno: 2024Pagine: 336ISBN: 9791255511021 La trama di A nessuno è fregato un cazzo…
#2024#A nessuno è fregato un cazzo di cosa è successo a Carlotta#Didn&039;t Nobody Give a Shit What Happened to Carlotta#Edizioni Clichy#fiction#gay#Giovanni Maria Rossi#James Hannaham#letteratura americana#LGBT#LGBTQ#libri gay#Narrativa#New York#romanzi#transessualità#Transgender#USA
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Oggi è il 2 Luglio ed in questo giorno, nel 1961, a Ketchum, nell'Idaho, U.S.A., moriva il grande scrittore e giornalista Ernest Hemingway (nome completo Ernest Miller Hemingway). Era nato nel 1899, ad Oak Park, nell'Illinois, U.S.A.. Autore di romanzi e racconti, negli anni 20 divenne parte di quella che lui stesso, nel suo libro di memorie “Festa Mobile”, definì la “Generazione perduta”, riferendosi alla comunità di americani espatriati a Parigi in quel periodo. Ebbe una vita turbolenta e raggiunse il successo a livello internazionale, vincendo il “Premio Pulitzer” nel 1953 con l'opera “Il Vecchio e il Mare” ed il “Premio Nobel” per la Letteratura nel 1954. Molti furono i film realizzati ed ispirati dalle sue opere, alcuni dei quali divennero successi internazionali. Tra le tantissime sue significative opere, possiamo ricordare: “Il Vecchio e il Mare”, “Per Chi Suona la Campana”, “Addio alle Armi”, “Il Sole Sorgerà Ancora”, “Di Là dal Fiume e Tra Gli Alberi”, “Il Giardino dell'Eden”. Con il suo particolare stile, caratterizzato da essenzialità ed asciuttezza di linguaggio, ebbe una significativa influenza sullo sviluppo del romanzo del XX° Secolo e viene considerato un maestro assoluto della letteratura statunitense del '900.
Bruno PollacciDirettore dell'Accademia d'Arte di Pisa
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Alto Bordo
Come mi ero promesso, ogni trimestre sto recuperando un classico in lettura. Martedi ho finito di leggere La Signora Delle Camelie di Alexandre Dumas Figlio. Pubblicato nel 1848, capolavoro della letteratura dell'Ottocento, Dumas racconta la storia d'amore tra Marguerite Gautier e Armand Duval, un affresco incredibile, e dai tratti molto moderni (soprattutto per quanto riguarda il carattere e le idee di Gautier, tanto che all'epoca fece scandalo e trascinò il romanzo ad un tumultuoso successo) di quel demi monde del tempo, cioè un ambiente sociale corrotto e che ostenta gli atteggiamenti propri di un ceto elevato (lo stesso Dumas scrisse una commedia nel 1855 dallo stesso titolo, e fu lui l'inventore di questo termine).
Più che la storia, celeberrima anche perchè Dumas ne ricavò un'opera teatrale in 5 atti e Giuseppe Verdi ne musicò una versione su libretto di Francesco Maria Piave, La Traviata (1853 la prima rappresentazione) considerata il suo capolavoro e che fu tratta direttamente dalla trasposizione teatrale di Dumas e da allora una delle opere liriche più famose e rappresentate del mondo, c'è un particolare meno noto.
A fine libro Dumas scrive: "...scrissi questa storia esattamente come mi era stata raccontata. Essa ha un solo merito che le sarà contestato, quello di essere vera". Non è solo un espediente narrativo, ma è davvero la realtà: Dumas infatti si ispirò alla sua relazione con Marie Duplessin per il personaggio di Marguerite. Eccola in un bellissimo quadro dell'artista Édouard Vienot
Nata poverissima in Normandia, fu presto abbandonata dalla madre. Il suo vero nome era Alphonsine Rose Plessis, e quando arrivò giovanissima a Parigi, lavorando come sarta, un negoziante, per cui lei lavorava, nel 1839, quando ha solo 15 anni, diviene il suo primo amante. Inizia così una scalata sociale incredibile, in pochi mesi diviene l'amante di personaggi sempre più illustri e la protagonista delle serate mondane parigine. Cambia nome in Marie Duplessis, in cui l'aggiunta del du al cognome d'origine, conferisce un tocco aristocratico, impara non solo a leggere e scrivere (arriverà ad avere una biblioteca enorme) ma anche a suonare il pianoforte, diviene l'amante di uno dei più potenti aristocratici parigini, e fece scandalo incredibile la sua relazione con Agénor de Gramont duca di Guichem, che innamorato pazzo di lei si fa vedere ovunque con Marie, tanto che la famiglia, scandalizzata dalla frequentazione di tale personaggio, gli impone di lasciare Parigi. Con Dumas, ebbe una relazione di circa un anno, dal settembre 1844 all'agosto 1845. Alexandre e Marie trascorrono un periodo insieme in campagna a Saint-Germain-en-Laye, un piccolo comune dell'Ile de France a poca distanza da Parigi (episodio che verrà replicato identico nel libro, quando Armand e Marguerite vanno a Bougival, paesino che diventerà una sorta di mito dei dintorni di Parigi per il romanzo e perché buen ritiro dei maggiori pittori impressionisti). Dumas la lascia con una famosa lettera, che esiste ancora, dopo l'ennesimo tradimento. Tra gli amanti famosi, anche il compositore Franz Listz, il conte svedese von Stakelberg, ambasciatore a San Pietroburgo e il conte Édouard de Perrégaux col quale convola a nozze a Londra nel 1846. Travolta dai debiti e soprattutto debilitata dalla tisi, muore il 3 febbraio 1847. Ai suoi funerali partecipa una folla enorme e la vendita all'incanto dei suoi beni, disposta per risarcire i numerosi creditori, vedrà i partecipanti strapparsi di mano, con morbosa attrazione, gli oggetti andati all'asta, e tra i pezzi forti le opere prime di famosi romanzi dell'epoca firmati per lei dai più grandi autori (anche questo fatto ripreso pari pari nel romanzo). Aveva passione per i gioielli, per le stole di pellicce, per i cavalli e soprattutto per le camelie, sempre presenti nel suo appartamento: spesso rosa e bianche, rosse quando non poteva ricevere i suoi amanti.
Marie Duplessis è la più famosa delle lorette: il termine fu coniato dal giornalista Nestor Roqueplan in un articolo del 20 Gennaio del 1841 su uno dei primi giornali autoprodotti, una cosiddetta Nouvelles à la main, che aveva indicato le cortigiane con un certo gusto e stile con questo termine, preso in prestito dalla Chiesa della Madonna di Loreto (Notre Dame De Lorette, nel IX arrondissement.
Lì si radunavano le giovani donne con stile, che si contrapponevano alle grisette (le sartine), che popolavano il quartiere latino, che erano ragazze che vivevano fuori dalla famiglia che accettavano regali dagli uomini di ceto sociale più elevato, senza necessariamente prostituirsi: grisette deriva da quello di una stoffa adatta da lavoro, con la quale si confezionavano vestiti di basso valore, spesso di colore grigio. È interessante come dei toponimi indicassero in maniera elegante un mestiere che sebbene all'epoca niente affatto scandaloso, veniva "nascosto" perchè in società non si poteva dire.
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Ho finito L'Amica Geniale.
Mi ha dato tanto e mi ha fatto soffrire altrettanto.
Mi sono messa a cercare qui sopra citazioni che potessero rendere giustizia a quello che mi ha fatto provare ma non ne ho trovate.
Elena Ferrante ha il "genio" di scrivere cose in maniera molto banale ma diretta, tagliente, ti incolla al testo come se fosse una serie tv ed è questo che sicuramente le ha regalato il successo meritato. Non a caso, sono proprio di questo tipo le citazioni che si trovano facilmente qui su Tumblr.
Ma per chi è campano o del sud, è diverso.
Di nuovo, il successo internazionale non ha reso giustizia alla crudezza dei fatti raccontati. Così come con Gomorra, quasi sicuramente agli occhi degli anglofoni la verità delle parole si mescola con la fantasia e non hanno percezione di quanto la crudezza raccontata sia vera, palpabile, reale, quotidiana nel perimetro in cui i fatti sono raccontati.
Mi ricordai di Antonio, di Pasquale, di Enzo, arrangiamento quattro soldi fin da ragazzini per sopravvivere. Gli ingegnieri, gli architetti, gli avvocati, le banche erano altra cosa, ma i loro soldi venivano, pur tra mille filtri, dallo stesso malaffare, dallo stesso scempio, qualche briciola s'era mutata persino in mancia per mio padre e aveva contribuito a farmi studiare. Qual era dunque la soglia oltre la quale i soldi cattivi diventano buoni e viceversa? [Storia di chi fugge e di chi resta - cap. 106]
Tra i milioni di lettori, chi si è mai soffermato su questa frase? Quanta consistenza perde una frase del genere agli occhi non ha idea di cosa accade nella terra dove il malaffare è routine? A parte la potenza dell'ultima, tutto il resto scivola nella narrazione eppure racconta di come, in quella terra, siamo tutti indissolubilmente in mezzo allo stesso malaffare pur non avendo mai avuto problemi con la giustizia e pur conducendo una vita normale. Letteralmente. Così come è scritto.
Come una volta disse saggiamente Maura Gancitano dei Tlon, il malaffare è insito persino nel settore dei supermercati, "e allora che fai non vai a fare la spesa?", aveva giustamente aggiunto.
Lo so che è l'intero mondo a girare così. Ma il trauma di essere nata in un luogo del genere è di credere che esistamo posti con una netta separazione tra i soldi puliti e quelli sporchi e allontanarti dalla tua zona ti fa sentire più tranquilla.
L'eco di questi romanzi ha risuonato in me forte e chiaro in moltissimi punti; quelli del periodo rosso vissuto in Italia, pur raccontando di una verità storica, non mi ha risuonato allo stesso modo. Per cui non riesco ad immaginare quanto possano risuonare quegli stessi punti in un napoletano, né posso immaginare quanto si siano persi milioni di lettori esteri che non hanno lo stesso vissuto alle spalle.
È stato un trauma. Ma è un trauma che va vissuto.
#Elena Ferrante#L'Amica Geniale#pensieri#letture#letteratura italiana#Napoli#camorra#pensieri diurni#leggere
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Ultimate Note
A caval donato non si guarda in bocca
Quinta avventura - contando Mystic Nine - dei miei tombaroli preferiti. Quest'anno sono andata a bomba con Lost Tomb: 3 serie in un anno, più tre libri a loro dedicati. Sarà per questo che sono mezza rincoglionita?
La fretta di seguire questo drama non è solo per la bellezza della storia in sé quanto più l'angoscia di sapere che ci sono oltre 23 serie/film su di loro e che io non sono manco a metà. Ma soprattutto è l'avere la certezza matematica che più aspetto tra un prodotto e l'altro e più mi scorderò le cose. Perderò i pezzi, i collegamenti. Non mi ricorderò più chi e chi e perché i personaggi hanno fatto certe cose. Ecco perché urge andare avanti il più possibile e così di fretta. Meglio farlo quando la mente è ancora fresca.
Anche perché incredibilmente, in questo Ultimate Note, gli autori hanno deciso di mostrarci pezzi di trama orizzontale e di ricollegare eventi delle passate stagioni per dargli un senso. Un evento talmente raro e inaspettato che mi sono quasi commossa. Lost Tomb che ti è successo?!
E' finita l'epoca delle gitarelle della domenica nelle tombe! Adesso finalmente c'è un quadro, un disegno.
Certo... è un disegno sfumato.
Fatto con lo sputo e visto da lontano.
Ma c'è.
Dopo Mystic Nine e le stagioni precedenti dove giravamo a vuoto senza sapere bene COSA E PERCHE facevamo certe cose, con gli spettatori come me e @veronica-nardi e @lisia81 che cercavamo di rimettere assieme i pezzi, finalmente gli autori di questa serie hanno tirato fuori la testa dalla sabbia e hanno deciso di "buttarci in faccia la trama".
E con "buttarci in faccia" intendo che hanno ben pensato di rincoglionirci infilando 15 puntate di informazioni sulla trama orizzontale costringendomi a mettere in pausa più volte per vedere se avevo capito bene ciò che stavano dicendo e per ricollegare il tutto.
Per quattro stagioni e per metà di questa... il nulla cosmico. Poi, all'improvviso, come solo Lost Tomb sa fare, ecco che spuntano una dietro l'altra le tante decantante informazioni che ci servono.
Ed ecco anche il perché mi è piaciuta questa stagione. Gli voglio bene... di default. Finalmente il disegno prende forma e tutta la fatica fatta nelle stagioni precedenti assume un valore che non sia quello di tempo buttato.
Mi lamento solo del modo in cui tutte queste spiegazioni siano state date: spalmarle in un modo un po' più organico no?!
Ma non saremmo qui a decantare la" bellezza" di questa serie se gli sceneggiatori sapessero fare il loro lavoro:
dai grafici su schermo del primo Lost Tomb ai finali cancellati e riscritti tra una stagione e l'altra fino a dialoghi talmente fuori contesto che non capisci se ti sei persa tu o sono vaghi apposta, per arrivare al classico recast degli attori che ti fa ammattire ogni volta per capire chi sia il personaggio a schermo. Quattro stagioni di Lost Tomb e abbiamo avuto quattro attori diversi per TUTTI i personaggi. TUTTI.
Follia. ma a noi la follia piace...altrimenti non saremmo qui
E so cosa alcuni possono pensare: "eh Dile, ma Lost Tomb è ripreso da un romanzo quindi devono seguire i libri. Se nei romanzi il protagonista scopre queste cose in quel preciso momento, allora anche nella serie deve andare nello stesso modo."
No, perché la stagione prima di questa, finiva con Wu Xie che scopriva i cadaveri della squadra di esplorazione nella Tomba della Porta di Bronzo e questo nei libri che trattano di questa tomba, non c'è. In quella stagione inoltre, Wu Xie imparava dello switch tra suo zio e quello di Pantera Rosa. Scoperta, che è stata poi spostata in questa di stagione.
Si evince quindi che le cose tra libri e film si possono spostare. E' quindi lecito pensare che anche per le miriadi di informazioni avute in questa stagione ci si poteva organizzare un po' meglio.
Anche perché ti ritrovi a passare le prime 15 puntate in un deserto alla ricerca di una tomba - e vi risparmio per adesso la storia di come e perché siamo qui - per poi avanzare IN PIENA FORESTA PLUVIALE dove ci becchiamo ore e ore di analisi, dettagli ed informazioni inutili sui serpenti. Come sono fatti, come si comportano, cosa mangiano, come si accoppiano, il loro ciclo riproduttivo, dove nidificano...
Per carità, utile se stai facendo una tesi di biologia sui rettili. Ma noi non siamo qui per questo. E allora mi chiedo: se al posto di sta roba ci mettevano qualcosa di più interessante legato alla trama? O se tagliavano un po' di questa parte?
No. Noi dobbiamo NECESSARIAMENTE sapere che in questa stagione ed in questo luogo, i serpenti sono animali sociali.
Come ho fatto a vivere fino ad oggi senza questa informazione?!
Per quanto invece riguarda la trama della stagione in sé, ci troviamo nel deserto alla ricerca della Tomba della Regina. Siamo qui perché Wu Xie - e non solo lui - ha ricevuto delle videocassette molto strane che lo hanno condotto ad un manicomio dove ha convenientemente trovato un diario appartenente a sua Zia Wen Ji, scomparsa da anni e facente parte di quella famosa spedizione sottomarina i cui membri sono tutti spariti. ( quelli della Tomba Sottomarina per intenderci)
Accadono poi mille cose alla Lost Tomb - quindi inspiegabili e totalmente inutili - che ci conducono direttamente alla questione importante: la presenza della Zia Wen Ji e dello Zio di Wu Xie. Che poi si scopre essere in realtà lo Zio di Pantera Rosa. Grazie a questi due, impariamo diverse cose della trama orizzontale di tutta la serie ma non facciamo in tempo a ricapitolare il tutto che la Zia e Poker Face si precipitano dentro il Meteorite di Giada che è presente in questa Tomba. La Zia infatti ha preso una pillola dell'Immortalità che la mantiene giovane per un tot di tempo ma che a lungo andare la trasformerà in uno zombie. Per ovviare a questo problema entra quindi nel meteorite di giada - vivere quindi per l'eternità dentro un sasso - con Poker Face che la va appresso Dio Solo Sa Perché.
Senza più informazioni, a Wu Xie non rimane che rimanere davanti al meteorite ad aspettare l'uscita di Poker Face. Che esce...ma è senza memoria. Non sa nemmeno il suo nome.
Arrivati ad un punto morto delle investigazioni, il Trio di Ferro decide di mettere da parte quanto detto finora e concentrarsi sul recuperare almeno la memoria di Poker Face. Parte dunque tutto un viaggio dove scopriamo dell'esistenza della Pagoda degli Zhang, che Xiaoge viveva lì e che i Mystici Nove sono stati spesso da queste parti.
PS: rido un po' all'idea che quando cerchiamo informazioni non troviamo niente. Appena decidiamo di rilassarsi un attimo...BOOM! Caterve di indicazioni.
Infatti, il terzetto vorrebbe entrare nella Pagoda degli Zhang per far recuperare i ricordi a Poker Face ma non trovano l'entrata. Ed è quindi di nuovo lo Zio che fa trovare a Wu Xie un indizio: la piantina della Pagoda.
Piantina che vuole anche la Nonna Huo e che costringe Wu Xie a partecipare ad un asta dove in palio rivediamo il Sigillo Fantasma. E qui potremmo aprire un intero dibattito di 50 minuti per capire COME il Sigillo fantasma sia arrivato all'asta. Ma è Lost Tomb quindi ci si tappa il naso e si va avanti facendo finta di non aver visto nulla. Sigillo Fantasma che permette di comandare l'esercito dei Morti ed aprire anche la Porta di Bronzo. E che appartiene a Poker Face, tra l'altro.
Rubato il Sigillo Fantasma, inizia un conflitto con la Nonna Huo che vuole la piantina della Pagoda che appartiene a Wu Xie. Dopo minaccioni, tentativi di omicidio, rapimenti, truffe ecc ecc il nostro terzetto è costretto a collaborare con lei visto che hanno lo stesso obiettivo.
La nonna divide quindi la squadra in due gruppi: Poker Face e Fatty andranno nella Pagoda mentre Wu Xie, Pantera Rosa ed il Cieco dovranno andare da un altra parte per aprire dei cancelli che permettono ai primi di avanzare nella Pagoda.
All'inizio le cose vanno bene ma poi Wu Xie sbaglia un interpretazione ed i suoi amici si ritrovano bloccati senza possibilità di uscire. Isolati assieme a nonna Huo. E questo mi pare la parte peggiore.
Disperato Wu Xie le prova tutte per recuperare i suoi amici ma realizza che la famiglia Wu non ha abbastanza potere essendo lo Zio scomparso il vero Capo su cui tutti fanno affidamento.
Così, nel finale della stagione, Wu Xie decide di indossare una maschera facciale dello Zio e far finta di essere lui. Presumo che lo faccia sia per recuperare il potere della famiglia, sia per ingannare il villain finale di sta serie. Ma questa è la mia interpretazione che contando che a Lost Tomb piace tanto cambiare i finali tra una stagione e l'altra non è definitiva.
Follia. A rileggere tutto adesso è follia. Mi sono divertita tantissimo e mi sono goduta ogni singola scena per carità. Ma mi ha anche fatto diventare matta.
Seguire le peregrinazioni di Wu Xie cercando di dare un senso e di collegarle alle stagioni passate dovrebbe certificare automaticamente una Laurea Honorem in qualsiasi disciplina. Le cose accadono con forzature atroci e giri pindarici assurdi. Con la naturalezza di un trattore in una cristalleria. Io ovviamente mi sono anche divertita - come mi diverte sempre Lost Tomb - ma non negherò la fatica mentale che questa serie mi provoca sempre. E meno male che me la vedo in compagnia! Fossi sola, mi dovrei auto mandare al Manicomio di inizio stagione.
Comunque sia, la stagione è davvero buona. Un buon ritmo con ottime scene di tensione e un ottimo lavoro sul fronte dei personaggi, delle loro caratterizzazioni e relazioni. E' una serie anche simpatica, divertente e con eccellenti momenti di leggerezza che smorzano la confusione generale. C'è avventura, amicizia, misteri da risolvere, enigmi, Love Story BL come se piovessero... è davvero ottima per essere una stagione di Lost Tomb.
Detto questo andiamo proprio alla trama orizzontale. Quella che abbiamo faticosamente scoperto dopo 5 stagioni. Colei che è stata nascosta così tanto bene che quando è uscita fuori ci ha spaventato a tutti perché non ce l'aspettavamo più.
Prendiamoci uno snack, una bevanda calda e armiamoci di santa pazienza:
Tutta questa storia inizia negli anni 50 più o meno, quando i Nove Mistici eseguono una spedizione nella misteriosissima Pagoda degli Zhang. La suddetta Pagoda in realtà è in una montagna mentre DALL' ALTRA PARTE DELLA CINA più distante, ci sta un'altra montagna dove si scoprirà esserci "il cancello d'entrata" della Pagoda. Un complesso sistema di Specchi e Leve che azionate, aprono vari passaggi nella Pagoda e permettono di avanzare. Per essere chiari: bisogna essere in due. Uno sta alla Montagna Specchi e Leve a tirare catene e decifrare simboli. L'altro sta nella Montagna della Pagoda ad aprire passaggi che gli sono stati indicati dalle decifrazioni del primo. Un casino immane. La spedizione degli anni 50 in realtà, è nella montagna "Specchi e Leve" e non per entrare nella Pagoda degli Zhang ma per recuperare dei Rotoli di Seta Gialla che "nonsisaperché" stanno qui. E non si sa nemmeno cosa ci sia scritto sopra questi rotoli. Ma sappiamo che alcuni finiranno nella mani di Pantera Rosa che traducendoli, seguirà - anni dopo - le orme dei protagonisti facendoci tanta compagnia e alzando il livello di style tombarolo di almeno 20 punti.
il vero mistero di sta storia in realtà, è scoprire come faccia Pantera Rosa ad esplorare posti putridi , rotolarsi nel fango, con esplosioni, terra, schifo , ragnatele, animali che cercano di mangiarlo vivo... vestito di banco o rosa e ritrovarlo sempre lindo e pinto manco fosse un modello di Dolce e Gabbana.
Comunque sia la spedizione di questi Mystic Nine si interrompe bruscamente e dobbiamo aspettare il 1976 per rivedere altre esplorazioni. Questa volta sono Chen Wen Jin e Hou Xian Gu ad esplorare nuovamente questi luoghi. Ed i loro nomi non sono casuali: Wen Ji infatti si sospetta sia la figlia di un membro dei Mystic Nine - Chen Pi - ed è sicuramente l'interesse amoroso dello Zio del protagonista Wu Xie. L'altra è invece un membro dei Mystic Nine appartenente alla famiglia Huo. Cosa cerchino in questo luogo, Dio solo lo sa. Sappiamo solo che qualcosa hanno trovato perché tirano fuori delle cose. Ma non sappiamo esattamente cosa. Conosciamo però come va questa esplorazione: male. Perché una notte TUTTA la squadra - tranne Wen Ji e la Huo - ed un altra persona ma non si sa chi - vengono uccisi e gettati nel lago lì vicino. La cosa interessante è che il giorno dopo i membri della squadra erano di nuovo lì. Belli e pimpanti come se non fossero mai morti. Per essere più chiari possibili: la squadra morta è stata sostituita da delle copie. La cosa è così strana che bisogna aspettare il 1984 per un altra esplorazione: La tomba sottomarina.
Per inciso la mia preferita. Ho adorato come in quella stagione abbiano sfidato ogni logica, anche quella della fisica , per far esplodere una cupola sotto al mare senza venire affogati dall'acqua. Arte pura. Le puttanate che ho visto lì dentro me l'hanno fatta amare tantissimo.
Di questa investigazione sappiamo già più cose visto che la seconda stagione era basata proprio su questa Atlantide sommersa. Sappiamo che partecipò la seconda generazione dei Mistici Nove: quindi oltre a Wen Ji e la Huo anche lo zio di Pantera Rosa e quello di Wu Xie. Più Poker Face, il boss dei boss. Ed anche questa finì male. Forse so' i Mistici Nove che portano sfiga a sto punto. Sia i due zii sia Wen Ji dicono che durante quell'esplorazione si accorsero che c'era una talpa tra loro ma sappiamo che solo i due zii attuarono un piano per gestire la faccenda : - accidenti a loro- fingere la morte dello zio di Pantera Rosa e fargli prendere il posto dello Zio di Wu Xie, mentre quest'ultimo si dava alla macchia e passava i restanti anni a tormentare suo nipote spedendolo senza motivo in giro per le tombe più pericolose della Cina.
le gitarelle domenicali di Wu Xie
A quel punto, con gli zii switchati, i restanti membri del gruppo finiscono tutti addormentati - dalla talpa presumo - e si risvegliano in un Sanatorio. consiglio a Wu Xie di segnarsi l'indirizzo perché alla fine di sta storia mi sa che ci finirà dentro mezzo matto poraccio. Qui oltre a registrare tra i membri della squadra la presenza di Wu Xie per davvero - seri ragazzi si vede Wu Xie. Ma essendo gli anni 80 non è possibile che sia lui - la squadra viene messa sotto osservazione non si sa da chi e gli viene poi data la Pillola dell'Immortalità come tester. La pillola ti tiene giovane per decenni ma alla fine diventi uno zombie. Non ci domandiamo perché accade questa cosa altrimenti sale il mal di testa. La stessa pillola che costringe poi la Zia di Wu Xie a vivere l'eternità dentro un sasso. Alla fine degli anni 90 poi, sto Grande Fratello finisce e se non ricordo male Wen Ji si dirige alla Porta di Bronzo che abbiamo visto nella terza stagione e che contiene l'Ultimate e poi a Tamatuo, dove la incontriamo anche noi.
Tanta roba, vero? Ma mica è finita qua.
Altre due o tre informazioni come contorno:
La prima è che viene finalmente nominato IT. Che non è il Cugino ITT della famiglia Addams né IT il pagliaccio di Stephen King. sarebbe stato più plausibile.
It o Esso in base ai sottotitoli, è una forza. Un qualcosa di potente che vuole l'Immortalità. (Più vago di così si muore.) E che di conseguenza è contro i Mystic Nine che invece vogliono che quest'ultima rimanga nascosta al mondo.
La seconda cosa che abbiamo scoperto è che Wu Xie è il Prescelto. L'Harry Potter della Cina. Ed ecco perché lo Zio lo ha mandato in giro per il sepolcri anziché portarlo ad Ibiza a spiaggiarsi al sole. Perché deve allenarsi per sconfiggere questo IT e le varie tombe da lui visitate sono state un modo per addestrarsi e conoscere come sono andate le cose senza aver lo sbattimento di balle di dovergliele spiegare. Tanto poi c'è la quinta stagione che ti vomita addosso gran parte della verità in 15 puntate.
Terza e ultima scoperta è che Pantera Rosa è il Neville Paciock di questa storia. Il piano B. Se Wu Xie fallisce toccherà a lui risolvere le cose. Ed ecco perché gran parte delle Sete Gialle sono finite nelle sue mani.
Ecco, a grandi linee le cose importanti scoperte fino a mo'. Averle scritte è per me un promemoria per il futuro: quando vedrò le altre stagioni, ritornerò qui e rileggerò quanto sopra per ricordare o per evidenziare se ho scritto cagate. Che ci sta. Questi si contraddicono tra una stagione e l'altra quindi...sai mai...
Ora... tutta questa roba è interessantissima ed è il punto focale della serie. Non il drago candela. Non i serpenti. Non Ning o le bare a fischio. e comunque manca un sacco di roba
Questo è ciò di cui parla Lost Tomb:
una lotta tra due fazioni - IT VS Mystic Nine - che dura da più di 50 anni che coinvolge svariate famiglie e molti morti, con una dose di segretezza che manco la CIA e FBI potrebbero mai raggiungere. Qualcuno di noi avrebbe mai potuto immaginarlo dalla visione delle prime 2 stagioni? Io no. E solo perché mi sono letta gli spoiler che ho retto - tra le imprecazioni - fino a mo'. La sofferenza nelle passate stagioni di girare per tombe a vuoto, senza saper bene cosa fare o cercare, quando sapevo che il punto focale era questo, è ancora dentro di me. Ma è Lost Tomb e gli si vuole bene anche per questo.
Poi, alcune cose: l'addestramento di Wu Xie.
Addestramento è una parola grossa se contiamo che hanno preso sto disgraziato e lo hanno trascinato per tombe, rischiando d'ammazzarlo più volte, senza indicargli MAI cosa dovesse fare. E' come quando ti insegnano a nuotare gettandoti in mare sperando che tu non affoghi.
Certo, come dice @lisia81 Wu Xie è molto migliorato rispetto alle prime stagioni. Inciampa solo quando ci sono le caldi e possenti braccia di Poker Face che lo sostengono. Ma si è auto addestrato. E' lui che ha imparato come fare certe cose e come uscire vivo da situazioni mortali. Nessuno gli ha mai dato "lezioni". Quindi addestramento di cosa????
E poi, anche sul frangente di allenamento per scoprire la verità, è sempre Wu Xie da solo che ci arriva. Parla con la gente, indaga, cerca informazioni. Non c'è stato un Cristo di Nessuno che gli abbia mai dato mezza spiegazione se non quella santa donna di Wen Ji. E' lui che unisce i puntini e arriva a scoprire la verità.
Chi sa... tace. O peggio, costringe il nipote a giri pindarici per fargli arrivare informazioni. Perché chiariamoci:
Wu Xie va di nuovo a parlare con un tizio che lavorava per suo zio. Ci era già stato prima ma questa volta sto tizio gli dice che lo Zio sapeva già che Wu Xie sarebbe ritornato a chiedere più informazioni. Gli passa dunque un foglio contenente i dati della squadra di esplorazione del passato che conduce il protagonista alla vecchia e abbandonata facoltà di Archeologia. Lì, dietro un quadro, c'è una stanza segreta piena di libri. Non solo: i libri sono posizionati esattamente come li posizionerebbe Wu Xie. Ergo, lo zio che lo conosce bene a preparato questa stanza per lui. Frugando tra i libri, non so nemmeno come, esce fuori il nome del cane del protagonista. Andiamo quindi alla cuccia del cane dove troviamo un plico di fogli di architettura di epoca Lei e che si rivelerà essere la mappa della pagoda degli Zhang.
Non è sano. Per nessuno. Né per Wu Xie né per noi spettatori. E io lo so perché sto benedetto zio - che tra l'altro non sappiamo se sia lo zio di Wu Xie o di Pantera Rosa visto che quest'ultimo ha preso il posto del parente di Wu Xie - fa tutte ste manovre. Ma questo non è Silente che lascia come incarico ad Harry di scoprire Horcrux e Doni della Morte. Qui si chiede a Wu Xie di rimettere assieme 60 anni di storia misteriosa, che coinvolge 9 famiglie ed un sacco di morti - più Poker Face che è in giro da una vita - e di sconfiggere IT dandogli briciole di informazioni.
Almeno Silente aveva lasciato alleati in giro e la figura di Piton come aiuto.
Wu Xie invece è da solo. Senza sapere di chi può fidarsi, senza sapere cosa sta facendo, perché lo sta facendo e come deve farlo. E sì, il Cieco è sicuramente mandato dallo zio per tenerlo vivo. Ma sul piano delle informazioni è totalmente inutile.
E' straziante e frustrante da morire vedere Wu Xie ignaro, sballottato dallo zio in giro per tombe, osservarlo mentre cerca di capire se si può fidare di certa gente o no, vederlo risolvere finalmente qualche domanda del passato per poi riconoscere che si sono invece aperti altri mille enigmi. Perché sai che basterebbe una riga di spiegazione dallo zio per risolvere almeno qualche domanda. Ed invece... la cuccia del cane
La cosa che io mi domando quindi è se chi sa ma non parla, lo faccia per le stesse motivazioni dello zio o per motivi di sceneggiatura. Perché se vengo a scoprire che Il Tenente Zhang o Nonna Huo o Pantera Rosa, hanno tenuto nascoste informazioni a Wu Xie per motivi di trama...faccio una strage.
Già il fatto che il Tenente Zhang che conosce Poker Face e sa cose sulla famiglia Zhang ed anche sul buon Fo Ye non si sia manco presentato per dare qualche info almeno a Xiaoge sulla famiglia Zhang dopo che lui ha perso la memoria, mi fa tremare i polsi.
ma è stato bello rivederlo
Tralasciando questa frustrazione, passiamo ad un' altra frustrazione: gli Huo. Famiglia sentita mille volte nella storia, gli Huo sono a conduzione matrilineare e quindi comandano le donne. In questo caso comanda Nonna Huo, che se qualcuno mi vuole bene, faranno secca nelle prossime stagioni. Poche volte ho odiato un personaggio di questa serie quanto lei.
Nonna Huo sa una valanga di cose, conosce Poker Face da una vita ed a quanto pare, di sconfiggere IT non gliene può fregare di meno, nonostante faccia parte dei Mistici Nove e potrebbe invece dare una mano. La Nonna pensa solo ai cazzi sua. E se da una parte posso capire perché la gente non parli, dall'altra non posso tollerare che si mettano i bastoni tra le ruote a Wu Xie. Non lo vuole aiutare? Bene. Ma che almeno non si metta di mezzo.
Ed invece tenta di uccidere il lead, cerca di rubare la sua mappa, lo rapisce, gli tiene nascosta la sua alleanza con Cox... sempre con quest'atteggiamento da snob, da Sua Maestade, che mi fa solo venir voglia di accopparla e lasciarla morta per terra.
Peggio ancora è il suo comportamento con la Nipote. La ragazza ci prova ad essere un minimo utile e di spessore in questa serie ma ahimè la nonna la costringe ad essere un inutile soprammobile. Che se la toglievi dalla serie non sarebbe cambiato quasi nulla. Appena la nipote alza un po' la testa e prova a fare qualcosa, la Nonna la riduce ad un pupazzetto con un semplice sguardo.
Che poi...manco puoi dire che la tengono nella serie per fare l'interesse amoroso. Pantera Rosa - che dovrebbe essere il suo fidanzato - la tratta come una sorellina mentre spara sguardi languidi e maliziosi al Cieco. Lost Tomb..perché non hai il tag BL??!!
Ed è proprio sulle "note " del Cieco e di Pantera Rosa che parliamo delle cose che ho amato davvero della serie.
Se infatti la parte narrativa è un bordello e ti fa diventare matta, Ultimate Note fa un egregio lavoro per ciò che riguarda i personaggi e le relazioni tra loro.
I due sopracitati formano una coppia con la C maiuscola. Il loro dinamico duo ha una chimica spettacolare e sogno già di vederli rotolarsi assieme mentre sono all'avventura. Gli sguardi o il modo in cui girano uno attorno all'altro, parlano di una complicità che manco le anime gemelle potrebbero avere.
Sono divertenti ed i loro battibecchi scaldano davvero il cuore. Anche se sono nella merda, sai che loro due insieme se la caveranno sempre e aspetti con ansia di vederli per quel momento di leggerezza che ti donano.
Soprattutto se pensi che si sono conosciuti in questa serie.
Anche la relazione tra Pantera Rosa e Wu Xie è molto buona. In questa stagione ci viene detto che erano amici d'infanzia che si sono persi di vista e si sono ritrovati solo adesso ma OVVIAMENTE questo non solo contraddice le stagioni precedenti - LOST TOMB NON DELUDE MAI - ma è anche difficile da credere visto che hanno una buona intesa e non sembrano certo due conoscenti che si rivedono solo ora.
Insieme formano una buona squadra - continuo a pensare che Pantera Rosa sia quello sveglio del gruppo - che si preoccupano uno dell'altro e riescono a portare a termine le loro missioni meglio che possono.
Ma il pezzo forte di questa stagione sono stati il Triangolo di Ferro: Wu Xie, Poker Face e Fatty. Presi sia singolarmente, sia in coppia, sia come terzetto.
Il Triangolo sembra davvero un Triangolo. C'è amicizia, affetto e preoccupazione uno verso l'altro. Come dice saggiamente @lisia81 quella che era solo la coppia Wu Xie/Poker Face diventa più aperta con Fatty che si lega maggiormente a quest'ultimo, sentendosi anche più libero di abbracciarlo e parlare con lui, per esempio. Si sente un maggiore affiatamento tra i tre dovuta forse anche alla perdita di memoria di Poker Face.
Se infatti Wu Xie è sempre andato dietro a Xiaoge guardandolo con le stelle negli occhi e Poker Face ha sempre protetto Wu Xie - regalandoci scene bl di altissimo livello - Fatty era sempre quello un po' più distante. Amico di Wu Xie ma più freddo con Poker Face.
In questa stagione - per tornare alle parole di @lisia81 - Fatty si ritrova a fare da Mamma Chioccia allo smemorato Poker Face e forse turbato dallo smarrimento di quest'ultimo e dal suo nuovo ruolo di accuditore, Fatty diventa più amicale e vicino a Poker Face.
Promosso Fatty!
Discorso più romantico invece con Wu Xie. Talmente romantico che in certe scene tra lui e Poker Face partiva la musichetta da romanzo rosa. Sguardi struggenti, frasi da cioccolatino...hanno grondato miele per 30 puntate. Ultimate Note tra loro due ed il Cieco e Pantera Rosa, ce l'ha messa tutta per rendere questa stagione un BL. non mi lamenterò mai di questo
Concordo però ancora con @lisia81 sul discorso della mancanza di "qualcosa" tra questi due. Che sia la chimica, l'intensità o altro... mi è mancato quello struggimento e angst che nelle passata stagioni - tranne la precedente a questa - me li aveva fatti shippare come la morte.
Ma sono orgogliosa dello splendido lavoro fatto dalla serie per quanto riguarda questi tre e le loro relazioni. Bravi!
Concludendo:
Una delle mia stagioni preferite di Lost Tomb. Sia perché finalmente abbiamo un quadro più chiaro della storia, sia per via delle caratterizzazioni, evoluzioni e relazioni dei personaggi. Ottimo il Triangolo di Ferro e anche gli altri personaggi. Bravi anche gli attori. La stagione ha un buon ritmo - tranne le prime 15 puntate - con scene alcune volte anche inquietanti che alzano la tensione della storia e ti tengono incollata allo schermo. Trovo comunque assurdo come abbiano gestito l'esposizione delle informazioni sulla trama orizzontale. E sì, continuerò a lamentarmi di questo.
Voto: 8 - (per gli standard di Lost Tomb equivale quasi ad un 10)
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"Eugénie Grandet" è uno dei romanzi più celebri di Honoré de Balzac, pubblicato per la prima volta nel 1833. Fa parte del vasto ciclo narrativo de "La Comédie Humaine", un'opera monumentale che Balzac ha dedicato a rappresentare la società francese del suo tempo.
Il romanzo è ambientato nella cittadina di Saumur, nella Valle della Loira, e racconta la storia di Eugénie, una giovane donna che vive sotto il giogo del padre, Félix Grandet, un uomo estremamente avaro e manipolatore. La trama si sviluppa attorno alla vita monotona e opprimente di Eugénie, che viene sconvolta dall'arrivo del cugino Charles, recentemente orfano e senza un soldo. Questo incontro risveglia in Eugénie sentimenti di amore e ribellione, portandola a scontrarsi con l'autorità paterna.
Balzac utilizza la figura di Grandet padre per criticare l'ossessione borghese per il denaro e il potere. La sua avarizia non solo rovina la vita della figlia, ma rappresenta anche una critica più ampia alla società del tempo, dove il valore delle persone è spesso misurato in termini di ricchezza materiale. La descrizione dettagliata della vita provinciale e delle dinamiche familiari rende il romanzo un ritratto vivido e realistico della Francia post-rivoluzionaria.
Honoré de Balzac nacque il 20 maggio 1799 a Tours, in Francia, da una famiglia borghese. Suo padre, Bernard-François Balzac, era un funzionario pubblico, mentre sua madre, Charlotte-Laure Sallambier, proveniva da una famiglia di commercianti parigini. Balzac trascorse un'infanzia solitaria e difficile, segnata dai frequenti disaccordi tra i genitori.
Dopo aver frequentato il Collège des Oratoriens a Vendôme, Balzac si trasferì a Parigi, dove studiò diritto. Tuttavia, la sua vera passione era la letteratura. Dopo alcuni tentativi falliti di affermarsi come drammaturgo, Balzac iniziò a scrivere romanzi sotto vari pseudonimi. La sua carriera letteraria decollò con la pubblicazione di "Les Chouans" nel 1829, il primo romanzo che firmò con il suo vero nome.
Balzac è noto per il suo stile di vita frenetico e per la sua incredibile produttività. Lavorava spesso per lunghe ore, alimentato da caffè nero, e scriveva in modo compulsivo. La sua opera più famosa, "La Comédie Humaine", è una serie di quasi cento romanzi e racconti che offrono un ritratto dettagliato della società francese del XIX secolo. Tra le sue opere più celebri si trovano "Le Père Goriot", "La Cousine Bette" e, naturalmente, "Eugénie Grandet".
Nonostante il successo letterario, Balzac ebbe una vita personale tumultuosa, segnata da numerosi debiti e relazioni amorose complicate. Nel 1850, sposò la contessa polacca Ewelina Hańska, con la quale aveva intrattenuto una lunga corrispondenza. Purtroppo, Balzac morì pochi mesi dopo il matrimonio, il 18 agosto 1850, a Parigi.
Balzac è considerato uno dei padri del realismo nella letteratura europea. La sua capacità di creare personaggi complessi e di descrivere con precisione la società del suo tempo ha influenzato molti scrittori successivi, tra cui Émile Zola, Charles Dickens e Marcel Proust.
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L' arte d'insultare:
D’Annunzio su Marinetti
Cretino fosforescente.
Marinetti su D’Annunzio
Idiota con lampi di imbecillità.
Gore Vidal su Truman Capote
È in tutto è per tutto una casalinga del Kansas, pregiudizi compresi.
Truman Capote su Jack Kerouac
Quello non è scrivere, è battere a macchina.
Oscar Wilde su Alexander Pope
Ci sono due modi per disprezzare la poesia: uno è disprezzarla, l’altro è leggere Pope.
D.H. Lawrence su Herman Melville
Nessuno riesce a essere più buffonesco, sgraziato e sentenziosamente di cattivo gusto come Herman Melville, persino in un grande libro come Moby Dick… Uno sforzo immane. Ma c’è qualcosa di finto. Ed è Melville. Oh Dio, quando il solenne asino raglia, raglia raglia!
Charles Baudelaire su Voltaire
Mi sono annoiato in Francia – e la ragione principale è che tutti assomigliano a Voltaire… il re degli imbecilli, il principe dei superficiali, l’anti-artista, il portavoce delle portinaie, il padre Gigogne dei redattori del “Siècle”.
Vladimir Nabokov su Fëdor Dostoevskij
La mancanza di gusto di Dostoevskij, il suo monotono trattare di personaggi sofferenti di complessi pre-freudiani, il suo modo di sguazzare nelle tragiche sventure dell’umana dignità – tutto ciò è difficile da ammirare.
William Faulkner su Ernest Hemingway
Non risulta aver adoperato mai parola che costringesse il lettore a consultare il dizionario.
Ernest Hemingway su William Faulkner
Povero Faulkner. Davvero crede che i paroloni suscitino forti emozioni?
William Faulkner su Mark Twain
Uno scribacchino che in Europa non sarebbe stato considerato nemmeno di quart’ordine, e che ha agghindato qualche vecchio schema letterario di provato successo con la giusta dose di regionalismo per affascinare i superficiali e i pigri.
D.H. Lawrence su James Joyce
Dio mio, che minestrone è James Joyce! Nient’altro che avanzi, torsoli di citazioni bibliche, e tutto il resto cotto nel brodo di una deliberata, giornalistica lascivia.
Virginia Woolf su Aldous Huxley
Completamente rozzo, immaturo e oppositivo.
Friedrich Nietzsche su Dante Alighieri
Una iena che scriveva poesie sulle tombe.
Gustave Flaubert su George Sands
Una muccona piena di inchiostro.
Elizabeth Bishop su J.D. Salinger
L’ho odiato [Il giovane Holden]. Mi ci sono voluti giorni per leggerlo, una pagina alla volta, con cautela, imbarazzandomi per lui a ogni frase ridicola. Come hanno potuto permetterglielo?
Mark Twain su Jane Austen
Non ci guadagno nulla a stroncare libri, e non lo faccio a meno che non li odii. Spesso ho provato a scrivere di Jane Austen, ma i suoi libri mi fanno diventare matto a tal punto che non riesco a nascondere la mia furia al lettore; perciò devo fermarmi ogni volta che comincio. Tutte le volte che leggo Orgoglio e Pregiudizio mi viene voglia di disseppellirla e colpirla sul cranio con la sua stessa tibia.
Henry James su Edgar Allan Poe
Provare entusiasmo per Poe è segno di uno stadio di pensiero decisamente primitivo.
Gertrude Stein su Ezra Pound
Lui descrive villaggi. Sarebbe eccellente se tu fossi un villaggio, ma nel caso non lo fossi, allora non lo sarebbe.
Thomas Bailey Aldrich su Emily Dickinson
Una reclusa eccentrica, sognatrice, di un villaggio fuori mano del New England (o di qualunque altro posto del mondo) non può impunemente disprezzare le leggi della gravità e della grammatica. L'oblio è in attesa nelle immediate vicinanze.
Bernhard su Heidegger
Ridicolo filisteo nazista con calzoni alla zuava, ciarlatano, ruminante, imbecille delle Prealpi.
Giacomo Puccini su Richard Wagner
Non si può giudicare l'opera di Wagner dopo averla ascoltata una sola volta, e non ho nessuna intenzione di ascoltarla una seconda
Lord Byron su John Keats
Ecco qui la poesia di Keats piscia-a-letto, e tre romanzi da iddio sa chi… Non più Keats, vi supplico: scorticatelo vivo; se qualcuno fra voi non è disposto a farlo, lo dovrò fare io in persona: non c’è posto per quelle schifezze idiote nel genere umano.
Céline su Proust
Sì, sarà anche bravo ma vorrà ammettere che scrivere 300 pagine per dire che lo vuoi prendere nel culo sono un pochino troppe.
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Mangiare troppo, abbuffarsi e poi pentirsi, è un vizietto che condividiamo in tanti. Un’altra peccaminosa delizia della vita, assai meno condivisa, è l’abbuffata di libri. Sere fa, a cena fuori, un amico scrittore e un’amica che lavora in una famosa casa editrice, raccontavano che i romanzi, belli o brutti che siano, tranne rare imprevedibili eccezioni, vendono poco o niente. Un libro che nel 2000 veniva comprato da cinquantamila lettori ed era considerato un discreto successo, oggi ne avrebbe cinquemila di lettori, più o meno il 10%. Una percentuale così scarsa da incutere spavento, non solo a noi scrittori che, in fondo, chissenefrega no? ma a noi italiani tutti perché il risultato è un Paese ottuso, perdente.
Abbiamo imparato a mangiare bene, anzi, raffinatamente. In tv o nelle conversazioni si chiacchiera di cibarie a più non posso, ma a leggere bene non ci bada quasi nessuno; eppure, credo non esista attività più eccitante o delizia peccaminosa che leggere, di nascosto dal mondo, un romanzo, una biografia, un saggio.
Chi mai rinuncerebbe a respirare? Come i pesci nascono con le branchie noi nasciamo con gli occhi, la mente e il cuore, siamo fatti per vivere e leggere, per fare esperienza attraverso le vite di personaggi storici o di fantasia, per districarci nelle trame che in vita nostra non ci capiterebbero forse mai, per imparare a essere grandi. Certi libri sono scorciatoie per il paradiso o per l’inferno. Non leggerli è pura follia, rimbambimento suicida, condannarsi alla eterna mediocrità.
Non mi è mai capitato di conoscere qualcuna o qualcuno che abbia rinunciato a farsi una magnifica scopata. Eppure, tutte queste migliaia di persone non hanno mai letto Kafka, Edgar Lee Masters o Stevenson, né Cent’anni di solitudine, Beppe Fenoglio, Conrad o il Gattopardo.
C’è un detto maschilista e un po’ coglione riferito alle scopate non fatte: “Ogni lasciata è persa”, più poetico e onnicomprensivo a Napoli “Tutto ‘o lassato è perduto”: potremmo dire lo stesso di centinaia di libri che non abbiamo letto, castrandoci per sempre della gioia di averli fatti nostri.
Ma non è che noi italiani abbiamo improvvisamente smesso di leggere. È che leggiamo qualunque robaccia ci passi sotto gli occhi alla velocità della luce sui cellulari e sugli schermi via Internet. Siamo diventati dei guardoni. Leggere su Facebook o su Instagram è diventato compulsivo come abboffarsi di patatine fritte davanti alla tv. Non leggere è come andare a cena nel ristorante di uno chef pentastellato e accontentarsi di un hot dog. Sui social non vai oltre tre righe e passi a un altro boccone di notizia vera o fake, commento, citazione, foto di uno/a sconosciuto/a mentre pela le patate o festeggia il compleanno. Abbuffate che poi ti lasciano vuoto lo stomaco della mente ma t’insozzano il cervello di puttanate. Perché per “leggere” hai letto, e non ne puoi più. È come scegliere di masturbarsi sulla foto di un attore o di un’attrice, quando lei o lui sono venuti personalmente a prenderci sotto casa con una spider per portarci via.
Capisco, staccare tutto e prendere un libro o leggere un eBook, in orgogliosa solitudine, di questi tempi, può sembrare come andare dagli Appennini alle Ande sui pattini. Poi però voli e ti salvi la vita per sempre. I libri sono passaporti che abbattono tutte le frontiere. Sono le prime cose da comprare, come lo spazzolino da denti o un vestito per uscire. I libri si abitano come le case. Sono gli amici che non ti abbandoneranno mai, neppure da vecchi, quando si è inevitabilmente soli.
Divorare tre piatti di carbonara di seguito, ti abboffa. Il porno, dopo un po’, disgusta. Leggere roba buona è come sniffare cocaina sana, che infatti non esiste. Drogarsi con i libri invece sì, esiste, è pure sano e ti puoi fare di esperienze incredibili, sempre di più, con una voluttà che aumenta anche quando la sessualità diminuisce o sei costretto, per l’età, a cibarti con una minestrina.
Leggere è sexy e misericordioso. Comprate libri e abboffatevi di loro, voglio vedere il sugo delle parole colarvi dalle labbra e quegli occhi, dio quegli occhi angelici e barbarici che solo i grandi lettori hanno, al ritorno da uno dei loro incredibili viaggi fra le pagine di un autore conosciuto o sconosciuto.
Diego Cugia
#Diego Cugia#leggere#lettura#letteratura#libri#letture consigliate#buona lettura#cibo per l'anima#amici
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Ciao! Volevo chiederti se avessi dei consigli per libri su Friederich in italiano (o in inglese) & dove comprarli. Io sono riuscitx a trovare solo quello di Alessandro Barbero. Adoro i tuoi disegni e il tuo blog! (trovo molto ironico il fatto che io abbia dovuto riscrivere questo messaggio perché Fritz (il mio gatto) si è fatto una camminata sulla tastiera)
la gioia di scrivere i post in italiano finalmente 🧎🏻♂️ CIAO
allora, anzitutto grazie dei complimenti,, 😭 ho dei libri in italiano (e inglese), però ti devo avvertire che sono molto pochi e non si trovano tanti romanzi, la maggior parte sono (tristemente ma comprensibilmente) in tedesco, ma ti faccio comunque una lista partendo da quelli c:
re in prussia di rafael sabatini – conta che non lo trovi in libreria, devi comprarlo usato oppure affidarti a questo link se riesci a leggere le cose online senza problemi (io non riesco e l'ho trovato usato), è sia in italiano che in inglese, ma è pure del '44 (o '47? non ricordo) quindi il linguaggio è quello che è... in italiano è un po' tedioso, fritz è un queer disney villain e il protagonista è un oc di sabatini antipatico come pochi, però... if you squint hard enough...
federico il grande di william f. reddaway, è una biografia, io ho letto solo i pezzi che mi interessano per il progetto e ti posso dire tranquillamente che ci sono delle imprecisioni storiche perché è un libro del suo tempo... ma ci sono le figure!! e ha una copertina figa. pure questo lo trovi usato, sia in italiano che in inglese
stesso titolo, ma di nancy mitford – biografia, la trovi usata, sia italiano che inglese, è divertente da leggere ma non ci sono le fonti </3 quindi è un po' tutto un "source: trust me bro". sempre suoi, "voltaire innamorato" e "madame du pompadour", il primo in italiano, il secondo in inglese, sempre usati
the sorrows of frederick di romulus linney – è un copione di uno spettacolo, PIENO di imprecisioni storiche, solo in inglese (e usato, che te lo dico a fare) keith non esiste, katte è solo "hans katte" e appare per tipo 2 scene per poi morire tragicamente, però è divertente da leggere e se avessi un euro per ogni volta che le emorroidi vengono menzionate in questo libro avrei due euro, che non è molto, ma è strano che sia successo due volte
bad gays di huw lemmey e ben miller ha un capitolo che lo riguarda, esiste in italiano (non usato!!) e ci sono delle illustrazioni bellissime, ma ti dirò... a una certa mi ha sorpreso con un f slur e ho detto "HUH??" e ci sono delle parti che mi hanno un po' confuso storicamente parlando, però carino... pure se inizia con un pezzo di "la jouissance"... bleurgh
la musica del re di gabriele formenti, te lo metto solo per correttezza perché è nella mia libreria ma me ne vergogno. è orrendo. terrificante. mi ha distrutto psicologicamente così tanto che mi sono fermatx a pagina 42 e ho detto BASTA non ne posso più man che cos'è questa merda... a un certo punto ti colpisce con un "[inserire nome di un personaggio femminile] si adattava benissimo alla corte di potsdam" girl who tf 😭 no she didn't 😭
e basta, finché ricordo questi sono quelli che ho a parte quello di barbero! abbi pazienza ma ti sto rispondendo mentre sto in stazione quindi non li ho tutti sottomano per controllare </3 ce ne sono altri in tedesco che sono belle letture, se mi viene in mente qualcos'altro ti faccio un fischio!
#answers#sono talmente disabituatx a rispondere in italiano qui che scrivere questo post è stata un'impresa#ma mi ha fatto piacerissimo 😭
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Il Profumo della Morte: Thriller Psicologico nel Cuore Oscuro di Barcellona. Recensione di Alessandria today
Un serial killer semina il terrore nella Barcellona dei vicoli e delle ombre
Un’indagine avvincente che esplora i lati più bui della mente umana e della società Un serial killer semina il terrore nella Barcellona dei vicoli e delle ombre “Il Profumo della Morte” di Riccardo Braccaioli, pubblicato il 10 novembre 2023, è un thriller psicologico che immerge il lettore in una spietata corsa contro il tempo. La storia si apre con una scena scioccante: un furgone pieno di…
#Alessandria today#ambientazione oscura#Barcellona#caos e paura#città ermetiche#Criminalità#Criminalità organizzata#criminologia#giochi psicologici#giovani ispettori#Google News#Il Profumo della Morte#indagine poliziesca#introspezione emotiva#introspezione psicologica#introspezione sociale.#italianewsmedia.com#lettura coinvolgente#lettura consigliata#misteri urbani#mistero#narrativa contemporanea#narrativa di successo#narrativa italiana#orrore metropolitano#pacchi misteriosi#Pier Carlo Lava#psicologia forense#Riccardo Braccaioli#romanzi bestseller
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The Maze Runner - Il Labirinto (2014)
E’ arrivata su Netflix una saga letteraria young adult di successo, con elementi che rimandano in maniera più o meno diretta al mondo delle serie TV e dei videogame.
Quando Thomas si sveglia all'interno dell'ascensore che lo porta in superficie verso la Radura non ricorda ancora il suo nome, non sa chi è, dove si trova e perché è lì. Nulla del proprio passato, come tutti gli altri ragazzi che trova ad aspettarlo: la comunità vive senza memoria e secondo le proprie regole in questa valle selvaggia, circondata dalla mura di un misterioso labirinto le cui porte si aprono di giorno e si chiudono di notte.
Nessuno è mai riuscito ad attraversarlo, e nessuno è mai riuscito a vedere i misteriosi Dolenti che lo popolano e a restare vivo. Thomas è l'unico che sembra voler provare a capire, frammenti di ricordi affiorano durante i sogni, una sigla, una voce… "WCKD è buono". Ma le domande non sembrano avere una risposta, fino a che un giorno dall'ascensore sale una ragazza, Teresa: anche lei non ricorda nulla, tranne il nome di Thomas.
Lost in the maze
Maze Runner - Il labirinto: una scena tratta dal film fantascientifico
nel suo anno di uscita, IL 2014, c’era da parte dei produttori una ricerca compulsiva di un nuovo franchise rivolto al pubblico young adult, ma poco importava quale sia la derivazione del genere, da quello sci-fiction al soprannaturale o urban fantasy, quello che contava era creare il fenomeno trovando la storia giusta che riuscisse a diventare un successo cinematografico oltre che letterario.
Presentato come il nuovo Hunger Games (come del resto era stato per Divergent) Maze Runner - Il labirinto, dai romanzi di James Dashner (ovviamente una trilogia, più un prequel), si differenzia dagli altri sci fiction distopici essenzialmente per tre ragioni: un inconsueto approccio sostanzialmente più dark e meno patinato, la mancanza della descrizione, di solito posta come assunto iniziale, del nuovo ordine sociale distopico che ha portato allo svolgersi degli eventi, e soprattutto (almeno per questo film) si fa a meno dell'imprescindibile componente romantica.
Maze Runner - Il labirinto: una suggestiva scena del film
Già di per se questi tre fattori sarebbero sufficienti a conferire una certa dignità al film dell'esordiente Wes Ball, che nonostante vari difetti ha avuto il pregio di riuscire bene o male a mantenere desta l'attenzione dello spettatore fino alla fine, ma soprattutto di suscitare la curiosità di vedere come prosegue la storia. Se non fosse però per la durata eccessiva, potremmo trovarci davanti al perfetto pilot di un serial tv, sul cui impianto il film è costruito: in puro stile Lost, che ne costituisce il riferimento seriale più evidente, è scritto in maniera intelligente, dissemina enigmi e rimanda qualsiasi tipo di spiegazione: perché i protagonisti sono lì e chi ce li ha messi? Perché fanno quello che fanno? Bisogna arrivare alla fine del labirinto per avere le risposte, ma sono comunque parziali e (volutamente) insoddisfacenti, perché aprono le porte a nuovi scenari e nuovi quesiti che verranno chiariti nella prossima puntata.
Al livello successivo
Maze Runner - Il labirinto: una delle prime foto ufficiali del film post apocalittico
Nobili echi letterari che rimandano a Il Signore delle Mosche, la comunità di ragazzi isolata in un contesto selvaggio, la società adulta fatta di gerarchie e regole a volte brutali, il tentativo di ritrovare l'identità perduta e di far fronte alla paura che spinge a sentire la propria prigione come l'unico luogo sicuro: temi da sociologia di gruppo reinterpretati in chiave young adult, riproposti dunque in ottica da serial tv (dai quali infatti provengono i due interpreti Dylan O'Brien e Kaya Scodelario) e non ultimo contaminati da una forte estetica da videogame.
Non a caso, insieme alle serie televisive, l'altra forma di intrattenimento che è più tributaria nei confronti del cinema è proprio quella dei videogiochi, sia a livello creativo che di produzione. Al di là delle scene di inseguimento nel labirinto, con salti e scivolate, le porte che si chiudono e i mostri che inseguono in perfetto stile runner game, anche in questo caso ritroviamo soprattutto la filosofia multilivello: si è spinti ad andare avanti e a finire lo schema per sbloccare quello successivo, cambiare scenario e vedere quali sorprese riserva. La fine non è la fine, ma è un nuovo inizio, e in questo senso il film non potrebbe essere più esplicito: "La fase uno è finita, ora comincia la fase due".
Maze Runner - Il labirinto: una scena corale del film
Conclusione
Non è alla fine risultato essere il nuovo Hunger Games, ma è un passo avanti rispetto a Divergent. Strutturato come il pilota di una serie tv induce alla serialità, contaminandola con l'estetica e la filosofia del videogame: magari non così riuscito ed avvincente da rigiocarlo da capo, ma tutto sommato la voglia di vedere cosa c'è al livello successivo rimane.
#the maze runner#the maze runner imagines#the maze runner il labirinto#dylan o'brien#kaya scodelario#the scorch trials
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My Lady Jane: Quando la Storia si Trasforma in Magia e Risate
Lady Jane Grey: La Regina dei Nove Giorni... o dei Nove Episodi?
Lady Jane Grey è conosciuta nei libri di storia come la "Regina dei Nove Giorni". Una figura tragica che fu usata come pedina politica e che trovò una fine prematura. Tuttavia, la serie televisiva My Lady Jane prende questa narrativa e la stravolge completamente.
La serie offre a Jane un destino radicalmente diverso. In questa versione della storia. La protagonista, infatti, non è una vittima passiva degli eventi, ma una giovane donna intelligente e determinata. In questo mondo fantastico è in grado di cambiare il suo destino con l'aiuto di una buona dose di magia.
Tudorland: Benvenuti nel Regno di Maghi e Metamorfosi
L'ambientazione della serie rimane l'Inghilterra Tudor, ma è arricchita da elementi fantastici che rendono il mondo di My Lady Jane unico nel suo genere.
Tanto per dirne uno: il regno è popolato da persone che possono trasformarsi in animali (what?!). Inoltre, le già intricate dinamiche politiche sono complicate ulteriormente da questi elementi soprannaturali.
Questi cambiamenti non solo aggiungono un tocco di magia alla narrazione, ma permettono anche ai personaggi di esplorare le loro identità in modi nuovi e inaspettati.
Risate Reali: Quando la Storia si Prende una Pausa
Uno degli aspetti più affascinanti di My Lady Jane è la sua capacità di trattare temi seri con un tocco di leggerezza e ironia. La serie non si prende mai troppo sul serio. Questo approccio rende la visione estremamente piacevole.
I dialoghi sono frizzanti e pieni di battute argute, e le situazioni assurde in cui si trovano i personaggi sono gestite con una comicità brillante. Questo stile distintivo è uno dei motivi principali per cui My Lady Jane si distingue tra i numerosi adattamenti storici.
Non ha niente a che vedere con le serie televisive Starz come The White Princess, The White Queen o Becoming Elizabeth.
La protagonista non è più la storia. Al centro brilla la fantasia e la libertà di cambiare il destino storico di un personaggio drammatico come quello di Jane Grey.
Un Cast da Fiaba: Principesse e Principi (e Animali) Incantati
Il successo di My Lady Jane non sarebbe stato possibile senza un cast eccezionale. La giovane attrice protagonista porta sullo schermo una Jane Grey piena di vita e spirito. Gli altri membri del cast offrono interpretazioni altrettanto memorabili.
Ogni personaggio, dai principali ai secondari, è caratterizzato da una profondità e complessità che rendono la storia ancora più coinvolgente.
L'eroina : Jane è una ragazza che vuole ampliare le proprie conoscenze. È intelligente e curiosa. Nonostante la costrizione al matrimonio da parte di sua madre, Jane non perde lo spirito. Per l'intera serie la ragazza dimostra di essere però anche leale. Essa è pronta a rischiare la sua vita per gli amici e per le sue convinzioni.
Il bello e dannato : Guildford viene introdotto come un ragazza senza un vero scopo. In un bar recita versi "poetici" e beve come se non ci fosse un domani. Tuttavia il suo personaggio diventa uno dei più particolari e complessi. Il suo passato continua a tormentarlo e il pubblico finirà per tifare per lui.
Il re malato: Edward non è solo un bambino malaticcio. In questa versione, in cui il monarca inglese è un ragazzo di colore interessato agli uomini (altro che licenza poetica), Edward prende in mano il suo destino.
Dal Libro allo Schermo: Una Magia Diversa, ma Sempre Incantata
Pur rimanendo fedele allo spirito dei libri, la serie televisiva My Lady Jane introduce diverse modifiche rispetto ai romanzi. Alcune sottotrame sono state semplificate o eliminate. Inoltre, nuovi personaggi sono stati aggiunti per arricchire la narrazione.
Questi cambiamenti non fanno che migliorare l'adattamento, rendendolo più adatto al formato televisivo e mantenendo l'attenzione del pubblico. Inoltre, l'elemento visivo della trasformazione degli esseri umani in animali è reso con effetti speciali che aggiungono un ulteriore livello di fascino alla serie.
Conclusione
My Lady Jane è un esempio brillante di come un adattamento televisivo possa prendere una storia conosciuta e trasformarla in qualcosa di completamente nuovo e affascinante. Con la sua combinazione di storia, ironia e magia, la serie offre un'esperienza di visione unica che riesce a intrattenere e sorprendere ad ogni episodio. Se siete alla ricerca di una serie che sappia mescolare abilmente passato e fantasia, My Lady Jane è sicuramente una scelta imperdibile.
Ho trovato questa serie brillante, ma ancora di più la capacità dei creatori di spingere l'hyper per uno show anche relativamente semplice. La storia non è un racconto epico e complesso. Tuttavia cattura il pubblico con colpi di scena e un focus intelligente su certe tematiche rilevanti.
Ovviamente tanto fa anche la chimica tra i due protagonisti, cosa che non fa male ad una storia semplice e senza troppi personaggi.
Ho visto le nove puntate tutte d'un fiato in soli tre giorni. La storia è organizzata bene affinché il pubblico sia spinto a guardare lo show in poco tempo.
Se amate le serie come me, non perdetevi gli altri articoli.
Stay Tuned, la vostra EasyTears.
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Storia Di Musica #339 - Gentle Giant, Octopus, 1973
Lo spunto per le storie di Settembre me lo ha dato la notizia più sorprendente in ambito musicale di questi giorni: la riappacificazione dei fratelli Gallagher che ha portato ad una reunion dopo 15 anni degli Oasis (con inevitabili polemiche, cascate di meme, vero indicatore dell'interesse sociale delle questioni, e biglietti per concerti venduti a migliaia di euro). Lo spunto però l'ho voluto ampliare, raccontando storie di gruppi musicali che non hanno due, ma almeno tre fratelli in formazione.
Sono un po' sorpreso che solo oggi questo gruppo, tra i miei preferiti di sempre, appaia in Rubrica. Tutto inizia quando, ad inizio degli anni '60, i tre fratelli Shulman, Derek, Phil e Roy mettono su una band: sono scozzesi di Glasgow, ma il padre, che suonava la tromba in un gruppo amatoriale dopo lavoro, si trasferì con loro neonati a Portsmouth, nel 1948. I tre fratelli Shulman formano uno dei primi gruppi inglesi di rock\ r'n'b, Simon Duprèe & The Big Sound (Simon Duprèe è lo psudonimo di Derek). La band riuscì ad andare in tour e a evolvere il proprio sound, fino a raggiungere un discreto successo, entrando nella classifica inglese con il brano musicale Kites, da un album bellissimo, Without Reservation, e per un certo periodo suonò con loro un giovanissimo pianista, Reginald Dwight, che qualche anno dopo cambiò nome d'arte in Elton John e sappiamo come andò a finire. Nel 1969 sciolgono il gruppo e si organizzano, sull'eco della nascente musica progressive, a fondere le loro idee con il jazz, la musica classica, il folk in un modo del tutto unico e caratteristico, anche sfruttando il fatto che i tre Shulman sono degli eccellenti polistrumentisti. Arruolano Gary Green alla chitarra e Kenny Minnear alle tastiere. Prendono spunto dai racconti di François Rabelais, che sarà spesso fonte di ispirazione, il nome per la nuova band: Gentle Giant. Nel 1970, George Underwood disegna il meraviglioso Gigante Gentile, che tiene tra le mani la band, nella copertina del primo, omonimo disco: album fondamentale della scena progressive è il primo disco di una tetralogia eccezionale e meravigliosa. Acquiring The Taste (1971, dalla copertina dissacrante e dalla musica sperimentale e creativa al massimo livello) e il loro concept, Three Friends (1972) svelano una band che ha delle caratteristiche peculiari. Brani che non superano quasi mai i 5 minuti, rispetto alle lunghe suite degli altri gruppi prog, un intreccio spettacolari di contrappunti, melodie, strumenti e stili che fa ridere a 36 denti gli amanti del genere, testi che hanno ispirazioni spesso letterarie, piuttosto sofisticate.
La massima espressione di tutto questo si ha nel disco di oggi, uno dei capolavori del rock progressive. Octopus esce nel 1973, con in copertina uno spettacolare disegno del leggendario artista Roger Dean (creatore di alcune delle copertine più belle di sempre, ricordo la sua collaborazione con gli Yes) di una piovra dallo sguardo intenso. in verità, c'è un gioco di parole dietro: Octo Opus è infatti un riferimento agli 8 brani, da considerarsi 8 prove musicali, brevi (quasi tutti di circa 4 minuti e mezzo, tranne l'ultimo che di poco supera i 5 e mezzo, niente in confronto agli oltre 20 di molti brani cult del prog) ma dalla quantità e qualità musicale da pelle d'oca. È anche il primo disco con il nuovo, tecnicamente abilissimo, batterista John Pugwash Weathers, già con Joe Cocker e decine di altre band. Si parte con The Advent of Panurge, che è la continuazione di Pantagruel's Nativity da Acquiring The Taste (Pantagruel e Panurge sono tra i personaggi principali di Gargantua E Pantagruel, una serie di cinque romanzi di François Rabelais): inizia con melodie vocali che poi mutano in un rock funk di altissimo livello. Raconteur Troubadour è una bellissima ballata medievale, altro motore di ispirazione creativo, suonata con assoli di violini e violoncelli. A Cry For Everyone, la canzone più hard rock anche con assoli di Minimoog, ha un testo ispirato ai lavori di Albert Camus (Run, why should I run away\When at the end the only truth certain\One day everyone dies\If only to justify life). Arriva poi la pelra tra le perle: Knots è una sorta di madrigale folk prog, con cimbali, xilofoni, intrecci vocali spettacolari ed un finale drammatico ispirato al lavori di uno psichiatra scozzese, Ronald Laing, che fu autore di tesi piuttosto eterodosse sulle malattie psichiatriche e sul ruolo dell'emozionalità dei pazienti (tra l'altro, c'è una storia sostenuta da David Gilmour, che Laing visitò Syd Barrett, lasciando zero speranze che si potesse riprendere). Il lato B è lo stesso meraviglioso: The Boys In The Band intreccia riff di organo e sax creando un capolavoro di jazz-rock pazzesco, inizia con una risata ed una moneta che rotola fino a fermarsi. Dog's Life è uno dei pochi strumentali della band, Think Of Me With Kindness è il loro tentativo di scrivere una ballata romantica, River chiude l’album con il brano più "prettamente" progressive di un disco che esprime al massimo le capacità strumentali e creative di un gruppo che nelle note di Acquiring the Taste scriveva: "Il nostro obiettivo è quello di espandere le frontiere della musica popolare contemporanea, a rischio di essere molto impopolari. Abbiamo registrato ogni composizione con un solo pensiero: che dovesse essere unica, avventurosa e affascinante."
Ci riuscirono in pieno: amati tantissimo da colleghi e dai fan più integerrimi del prog, ebbero successo relativo, nonostante una sfavillante attività live, che li portò a suonare nei più importanti Festival del periodo. Ebbero come tutti i gruppi prog successo in Italia, dove esiste ancora oggi uno zoccolo duro di appassionati. Furono attivi dieci anni, dal 1970 al 1980, attraversando la nascita, il picco e il declino della musica prog, dimostrando come si può ottenere un capolavoro condensando le idee in meno di 5 minuti.
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Un'altra volta...
Mi è successo un'altra volta… Inizio a leggere In villa, romanzo breve di William Somerset Maugham pubblicato per i tipi di Adelphi. La mia vocina si fa sentire quasi subito. Secondo lei quella roba lì è più che familiare. Cerco allora su internet un riassunto della trama di quanto mi apprestavo a leggere. E mi si accende la lampadina. Perché io ho un romanzo breve di Maugham che s'intitola Tre uomini nella sua vita ed è stato pubblicato molto prima dal settimanale femminile Grazia. L'ho letto diversi anni fa, e siccome non ne ricordo la vicenda, mi rivolgo nuovamente a internet. Cazzo. Uguale identica a quella di In villa. Morale: i due romanzi coincidono. Solo che Grazia ha appiccicato alla propria edizione un titolo del tutto diverso rispetto a quello originale. Rinuncio a malincuore alla lettura. Posso stare attento finché mi pare. Ogni tanto almeno una fregatura (si fa per dire) me la prendo in saccoccia. Per non dire di peggio.
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'Suspended atmospheres, vivid contrasts, unforgettable faces. Perhaps these three elements would be enough to summarize the little masterpiece that is Ripley . The 8-episode mini-series by Netflix and directed by Steven Zaillian re-enacts the famous character created by Patricia Highsmith : Tom Ripley. Zelighi's anti-hero, who lives by assuming the identities of others, the Lupine doppelganger, the Adriano Meis mask. To him, the brilliant and prolific American writer, somewhat snubbed by the critics of the paid prizes, she dedicated five books, all successful among the general public.
Yes, because Tom is not a character like the others. Technically he is the "bad guy", yet at the same time the central pivot of the narration of crimes and exchanges of identity of which he becomes the protagonist (his him in spite of himself?). Around him a cloud of "shoulders" who never manage to snatch the scepter of thriller focus from him. There is no real antagonist, the antagonist and the protagonist are the same person and how could it not be otherwise in this hero's journey which is ultimately a hairpin bend in identity (even if it overlooks the murky waters of crime?) . This is until Ripley , the serial version that Zaillian adapts and transforms while remaining, if not extremely faithful, in some way adhering to Highsmith's mood.
Minghella wasn't fully successful and in 1999 he signed "The Talented Mr. Ripley" with a stellar cast. The film receives a barrage of nominations, but in the end wins little or nothing. Far from being a bad film product, but perhaps lacking that noir push so dear to the Texan writer.
Before him, the master of thrills Hitchcock, René Clément, had already tried in France with “Plein Soleil” , slyly entrusting the role of Tom to the fascinating Alain Delon, then again Wim Wenders, Claude Chabrol and several others. In the post Minghella also a talent made in Italy: Liliana Cavani with "Ripley's Game" , up to 2022 with Adrian Lyne, the man behind the camera of "Nine and a Half Weeks", "Fatal Attraction" , “Indecent Proposal”, “Lolita” (yes there is another famous one besides Kubrick's), in short, someone who knows a lot about morbidity. The total is almost a record: 17 films about Tom Ripley.
Almost all of them are well written and/or created, with more or less extensive license from the original text, but as we know, when there is a transition from one artistic medium to another one must "betray" in the Latin sense, precisely to "hand down ”. So what made Zaillian stand out? It may seem banal, but beyond the very perfect atmospheres bordering on horror that make each episode a refined picture in its own right, what in my opinion made the difference was precisely the choice of seriality.
Yes, because a character like Tom Ripley calls it, invokes it, dives into it, wants to remain trapped in it as in the waves of Atrani. Secondly, the author's rawest and most authentic spirit. In Ripley it finally explodes with all its burden of shadows and ambiguities, in which I hear the pages of Francesco Mastriani and Carolina Invernizzi echoing. Precisely them, the "pop" masters of the serial novel, whose cultural heritage perhaps Highsmith could not collect, but of whom she somehow makes her own, hybridizes and transforms the instances.
Some may turn up their noses at the comparison, but the truth is that platforms like Netflix and its companions owe them everything and those who write and work in these contexts know this well. If you want to invest a little of your literary education in a handful or more of narratives like the ones I mentioned, the comparison will seem much less audacious. Zaillian, as per the original script of the first book of the pentalogy ( The Talented Mr. Ripley ), then focuses on the Italian "masks" (the scene is set in various locations in Italy) and among these one is certainly the one that marked the gap between the previous speculations.
I wrote at the beginning that no one could really oppose Tom Ripley, his own antagonist, always poised between self-affirmation at all costs and refusal of the abyss he created. Well, in the series of films written by the same pen as " Schindler's List" (of which a fitting inspiration can be found practically everywhere and certainly not only for the choice of black and white) an "against" character emerges. He is Inspector Pietro Ravini, who in a ghostly and restless Rome tries to reconstruct Mr. Ripley's criminal fil rouge. Playing him in the series is Maurizio Lombardi , a fantastic quick-change artist in the film, someone who can really take on any role effectively, currently in a true state of grace.
His is a long career full of valuable interpretations, not least on the stage, which Lombardi has thoroughly enjoyed (and it shows). His is the unforgettable ballet of Cardinal Mario Assente in " The new pope" (to which Ortega's celebrated dance in " Wednesday " owes something), where the good Malkovich also works, who will also appear in Ripley's gloss. Spoiler alert: what a gem is the final "handover" between Andrew Scott and John Malkovich, who played the role of Tom Ripley in Cavani's "Ripley's Game" . Damn how many quotes, but after all the series lends itself, it is so full of them, the one on Caravaggio's David is enough, which depicts two versions of himself in the painting: young and old, hero and defeated.
Going back to Lombardi, he is the only real character (and I don't use the English term by chance) who can contrast with the protagonist, one who, if it weren't for the (perhaps) double stitching of the last episode, wouldn't mind at all see it appear in other sequels of the series… (but who knows, who knows). His face remains sculpted and draws close glances with that of Andrew Scott , Ripley 's undisputed giant . Appreciated in " Fleabag " and recently in " Strangers ", in this series I bring out the best of his talent... Now I fall into quotationism. In the story he should be around 25-30 years old, but he is actually 47. It matters little, he is absolutely credible, down to every single detail, studied, weighed and returned beyond the screen to the spectator, who cannot help but greedily drink every what from those eyes so full of everything.
In short, Scott-Lombardi are the narrative couple whose narrative about Tom Ripley was orphaned. I sign it. The other performers are equally spot on (applause for the casting of Barbara Giordani, Avy Kaufman and Francesco Vedovati) , from the splendid Dakota Fanning to the incredible Eliot Sumner , as well as Johnny Flynn who holds his own, even if perhaps less brilliantly than Jude Law in the role of the faded Dickie. Let's not talk about the care taken over the props, in practice I would like to own them all, including the Picasso, even if it is an off-course copy.
But let's not forget the small, large army of Italian actors who leave their necessary mark. First of all Margherita Buy who, as always, brings home her own, but then also Vittorio Viviani , Massimo De Lorenzo , Renato Solpietro , Francesco Foti , Loredana Piedimonte , just to name a few. Assisted needless to say by "minor" (only for the number of jokes) stars and stripes clapperboard companions, above all Fisher Steven and the iconic Ben Jahrvi of " Short Circuit " who, as he ages, strongly resembles Frank Caprio, the good judge more famous than Tik Tok.
In short, Ripley is the series of the year. A true pearl, also from a directorial point of view, although not for everyone, but personally I disagree with the criticisms of the "slowness" of the scene or too many silences, I grew up on Barry Lindon and Celentano. Irony aside, the series deserves a large list of awards, which crowns the wide response from the public and inaugurates the rediscovery of both Highsmith and our local appendixists.
In the meantime (another spoiler) I bow first to the director of photography and then to the last episode: "Narcissus" , as is known, the name of an odorous flower, which however perhaps not many people know derives from a Greek verb which means "to stun" , the precise sensation that pervades us when faced with the prowess of the narcissus par excellence Tom Ripley. Leaving Venice, he takes on a new identity along the lines of the eponymous student from Hawthorne's semi-unknown novel (the one in The Scarlet Letter ): “Fanshawe,” which in the series is Fanshaw, but pronounced with Malkovich's Midwestern accent rings in my ear a bit like "false"... So much stuff people! I'll stop or this review will be as long as La Recherche.
REVIEW OVERVIEW
Film script ***** Actors ***** Direction ***** Scenes and costumes ***** Photography *****
5 *****
TOTAL SCORE'
#John Malkovich#Patricia Highsmith#The Talented Mr Ripley#Andrew Scott#Anthony Minghella#Steven Zaillian#Maurizio Lombardi#Dakota Fanning#Inspector Ravini#Marge Sherwood#Dickie Greenleaf#Eliot Sumner#Freddie Miles#Jude Law#Barbara Giordani#Avy Kaufman#Francesco Vedovati#Fleabag#All of Us Strangers
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