#romanzi di successo.
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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“Il Settimo Canone” di Robert Dugoni: un legal thriller avvincente e pieno di colpi di scena. Recensione di Alessandria today
Un mistero da risolvere in cui verità e giustizia si scontrano in modo inaspettato.
Un mistero da risolvere in cui verità e giustizia si scontrano in modo inaspettato. Una trama che tiene col fiato sospeso “Il Settimo Canone” di Robert Dugoni è un legal thriller che cattura il lettore sin dalle prime pagine. Ambientato a San Francisco, il romanzo segue le vicende di Peter Donley, un giovane e brillante avvocato, chiamato a difendere il reverendo Paul, accusato dell’omicidio di…
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queerographies · 6 months ago
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[A nessuno è fregato un cazzo di cosa è successo a Carlotta][James Hannaham]
Il racconto tragicomico del primo weekend di libertà di Carlotta, donna nera trans che, dopo vent’anni passati in un carcere maschile, deve confrontarsi per la prima volta col mondo esterno
Una donna trans e nera, finalmente libera: la rinascita di Carlotta in una New York che cambia Titolo: A nessuno è fregato un cazzo di cosa è successo a CarlottaScritto da: James HannahamTitolo originale: Didn’t Nobody Give a Shit What Happened to CarlottaTradotto da: Giovanni Maria RossiEdito da: Edizioni ClichyAnno: 2024Pagine: 336ISBN: 9791255511021 La trama di A nessuno è fregato un cazzo…
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arreton · 1 month ago
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Nello scrivere, ier sera, un punto in particolare nell'agenda delle cose belle si è fatto strada un macro ricordo che avevo completamente rimosso. Da ragazzina ero molto ingenua e sognante, avevo il cervello roso dalle fantasie di amore eterno di mia madre, il vissero felici e contenti della disney, e di varie storie dei libretti Harmony che ora che ci penso sono anche quelli che più di tutti mi hanno introdotta al sesso – l'accesso al porno vero e proprio era limitato ai film per adulti, pure censurati, che beccavo nei vari canali la sera in TV in cucina quando i miei andavano a dormire. Date queste premesse fantasticavo molto sul conoscere un ragazzo, sul vivere una storia d'amore da batticuore, dove le carezze erano rubate ed i baci avvenivano lentamente respirandosi prima parecchio sul volto e guardandosi intensamente negli occhi, col cuore alla gola. Mi innamoravo insomma facilmente, di chiunque mi degnasse di uno sguardo in più, iniziando a crearmi in testa storie di corteggiamento che finivo per scrivere anche su un blog su wordpress che avevo all'epoca. Ovviamente le mie storie, su internet, si chiamavano al tempo l'attenzione di donne e uomini sui 40 anni o vicino lì. Io avevo sui 19, 20 anni. Adesso che ci penso i primi tempi su tumblr c'era un tizio di cui ero infatuata, aveva 39 anni ed un figlio e scriveva sempre di un amore concluso, la mia indole da crocerossina allora, che al tempo era molto forte avrebbe voluto dargli supporto e amarlo e sospiravo così d'amore. Poi non so cosa sia successo, ad un certo punto ho iniziato a disdegnare questi tipi di fantasie, mi sentivo stupida, mi arrabbiavo e in maniera molto cattiva mi dicevo che una come me non avrebbe mai vissuto nulla di tutto ciò, che tutto questo nemmeno esisteva: man mano avevo iniziato ad avere accesso a internet, ai siti porno e vedevo che il sesso era qualcosa di molto più violento, di sporco, che non c'era nessun corteggiamento e che la femmina era sempre quella che sembrava soffrire e che nessuno in fondo pensava. Si era dunque fatta strada l'idea che il sesso non era roba per me, che l'attenzione maschile non l'avrei mai ricevuta, che tutto questo era qualcosa di sciocco, di stupido ed ero molto severa con me stessa: mi dicevo che ero una stupida idiota, sognante in senso dispregiativo. Leggere storie d'amore mi faceva venire la nausea anche nei classici come Jane Eyre – che all'epoca era il mio romanzo preferito – le mie domande allora più che sulle relazioni amorose si iniziavano a focalizzare sul senso di tutto questo, sui rapporti umani, sulla difficoltà, sulla vita. Da lì ho inziato ad accantonare i romanzi romatici, a prenderli proprio in giro, a disprezzarli e a focalizzarmi sulla saggistica: inizio ad interessarmi alla filosofia.
Tutto questo non è stato credo, lineare ma avveniva grossomodo in concomitanza: allo stesso tempo si faceva strada l'idea di avere una relazione con una persona molto più matura di me, con una grande insomma differenza di età; sul sesso e sui porno era la categoria credo si chiamasse daddy's girl o qualcosa di simile, la sofferenza era un qualcosa che nel sesso poteva anche dare piacere come le manate in faccia o addosso, che nel trattarla così male la donna almeno nel sesso l'uomo la adorava ed iniziava ad essere interessante anche il bdsm di quello non eccessivamente spinto: volevo essere punita e picchiata e umiliata, pensavo di poter essere al centro dell'attenzione solo se venivo maltrattata perché non era un maltrattamento vero e proprio ma una forma di venerazione. Il sogno di romanticismo si era tramutato in fantasia erotica e dunque finzione: fingere una parte, in questo caso della ragazzina ingenua e allo stesso tempo ammiccante e sensuale, per rendere la scopata più divertente. Intanto avevo cambiato il mio corpo, era migliorato, mi atteggiavo almeno su internet un minimo in quel modo. Ma anche qua, poi, ad un certo punto non so cosa sia successo: mi dicevo che era una fantasia stupida, che non avevo l'aspetto da "daddy's girl", che erano anche qua solo robe della mia testa, che fuori il sesso era qualcosa di molto più animalesco, ci si salta addosso solo per calmare il friccico in mezzo alle gambe, la venerazione della donna – di me in particolare – non era insomma contemplata né in amore né nel sesso.
È la prima volta che mi dico tutto questo in maniera così esplicita, in questi anni non ha fatto altro che ignorare il mio sentire, le mie fantasie, di deriderle, screditarle e ricacciarle violentemente indietro: io non ho fantasie. Essendo tutto basato sul rimprovero violento e quindi sul cacciarlo via malamente, le mie fantasie sessuali non sono cambiate ma si sono annullate del tutto; il mio desiderio d'amore non è mutato, ma a lui ho sostituito la consapevolezza che posso ricevere al massimo una compassione che porta ad affezionarsi a me ed infatti il massimo a cui ho iniziato ad aspirare era quello di fare compassione in generale, uno sguardo tenero e compassionevole e delle parole anche solo formalmente accudenti era il massimo affetto che potevo ricevere dall'esterno. In tutto questo il filo conduttore è stato sempre il mio aspetto: dato che era tutto basato sull'attrazione fisica e dato che il mio aspetto era vomitevole non avrei avuto nessuna relazione, dunque non solo non avrei ricevuto amore ma non avrei nemmeno scopato. Completamente svuotata ed inaridita a livello affettivo e a livello erotico.
In tutto questo ci sono state 3 figure maschili che hanno avuto un ruolo fondamentale, di cui due in maniera del tutto inconsapevole ed un nemmeno in maniera fisica, ma virtuale ovvero su internet.
Mi fa ridere amaramente tutto questo. Più di dieci anni di vissuto che ho ricacciato dentro a forza e ora sta venendo fuori in una maniera così violenta che vomiterei anche le viscere. In tutto questo, se ci penso bene, alla fine non c'è nemmeno una corsa verso il cinismo, ma uno svuotamento assoluto a livello erotico ed un inaridimento a livello emotivo: una cristallizzazione dei sentimenti dove scredito non solo i miei ma anche e soprattutto quelli degli altri.
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sisif-o · 1 month ago
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Durante il mio triennio in università avevo la media del 29, non che mi importasse del voto o dei numeri in quanto tali. Semplicemente impiegavo molto tempo a preparare un singolo esame e, se non ero convinto della mia preparazione, non mi presentavo all'appello, martoriato dai sensi di colpa, dalle critiche.
Ero intimamente convinto che dovessi presentarmi solo dopo aver studiato in maniera maniacale il programma, conoscerlo quasi come l'ave maria.
Dietro a questa maniacalità ovviamente si celava la paura. Ho da sempre legato lo studio alla mia autostima, il voto alle alla mia persona, il successo al mio Io.
Presentarmi ad un esame senza la certezza di avere le possibilità di superarlo mi avrebbe esposto al rischio della bocciatura; la bocciatura sarebbe stata un fallimento e, per una diabolica proprietà commutativa, io sarei stato un fallimento.
Macinavo 27, 28, 30, fra una crisi e l'altra, sempre ad un passo dal burnout.
Poi il covid ed il primo esame durante la pandemia: filologia dei testi romanzi. Materia affascinante, seducente a tratti. E soprattutto semplice. Tre mesi prima avevo sostenuto Istituzioni di filologia italiana, con il mio consueto 28, e il programma del nuovo corso era pratica coincidente.
Avevo studiato con impegno, conoscevo ogni pagina in modo approfondito e nel profondo speravo in un 30 e lode.
Per chi è arrivato fin qua nella lettura: avrete già intuito come è andata: un disastro.
Il professore ha iniziato a chiedermi definizioni a memoria e fin dalla mia primissima frase mi ha completamente demolito, per poi indurmi a ritirarmi.
Non mi ha nemmeno bocciato, mi ha semplicemente detto di ritirarmi.
Da quel momento in poi ho smesso di dare esami, più o meno coscientemente. Qualcosa si era rotto, ma non ne ero ancora consapevole.
Dopo quattro anni, di cui due di terapia, ho ripreso l'università da dove l'avevo lasciata.
Il mio attuale percorso è molto diverso rispetto a quello di quattro anni fa, molto più sano e più maturo.
Ieri avevo l'esame di Filologia e Linguistica Romanza, a causa del lavoro, dell'influenza e del trasloco sono riuscito a studiare solo metà programma.
150 pagine su 300 e senza nemmeno aprire il manuale di riferimento, per mancanza di tempo.
Non ero pronto, non ero preparato, non conoscevo metà degli argomenti eppure mi sono presentato.
E l'ho superato.
Con un 27.
Per molti di voi sembrerà poco, un evento normale nella vita di qualsiasi studente, ma per me, che fingevo di aver mal di pancia se non avevo studiato fino all'ultima riga del materiale prima della verifica al liceo, è un'enorme conquista, un profondo e radicato cambiamento.
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diceriadelluntore · 1 month ago
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Quasi Napoletani
In queste settimane è possibile vedere una nuova versione per la Tv de Il Conte di Montecristo, capolavoro di Alexandre Dumas. Il romanzo fu pubblicato a puntate sul Journal des débats dal 1844 al 1846, ottenendo incredibile successo, tanto che oggi è considerato uno dei romanzi più famosi di tutto il mondo.
Parte della trama è ambientata in Italia e quando negli anni '40 dell'800 inizia a scrivere, in pratica coevi, i suoi due grandi romanzi, Il Conte e I Tre Moschettieri, Dumas era a Firenze, e la prima stesura de Il Conte partiva da Roma e non da Marsiglia, come poi avverrà.
Il rapporto con l'Italia di Dumas era fortissimo, in particolare con una città: Napoli.
Dumas nel 1835, in lungo viaggio nel Mediterraneo, vorrebbe visitare Napoli. Uso il condizionale, perchè il suo nome non è ben voluto: infatti un funzionario gli negò il lasciapassare per andare da Roma in Sicilia, ma Dumas si procurò un passaporto falso e viaggiò sotto un altro nome, Guichard, e arrivò a Napoli, da dove scrisse una lettera, quasi di sfida, a quel diplomatico che gli aveva negato il visto. Tra l'altro, i Dumas ebbero già a che fare con il Regno di Napoli: suo padre, il Generale Thomas Alexandre Davy de la Pailletterie (figlio di uno scapestrato Marchese e di una schiava nera di Haiti), cambiò il suo cognome, a seguito di contrasti con il padre, assumendo quello della madre, detta genericamente femme du-mas ovvero la donna della masseria. Il Generale, un colosso mulatto alto quasi due metri, molto somigliante al personaggio di Porthos de I tre Moschettieri, aveva partecipato alla spedizione in Egitto di Napoleone del 1799, ma durante la Campagna litigò con lui e lasciò l’Egitto con alcuni compagni fra i quali il celebre geologo Dolomieu (scopritore del minerale che ha dato nome alle Dolomiti) su una nave che una tempesta spinse verso Taranto. Pensava che la città fosse in mano ai Rivoluzionari che in quell’anno, il 1799, avevano costretto il Re a fuggire in Sicilia, ma purtroppo per lui, nel frattempo, Taranto era stata riconquistata dalle forze fedeli a Ferdinando IV, per cui fu catturato insieme ai compagni e messo in prigione nel castello in condizioni disumane e tale immagine avrebbe ispirato a Dumas la fortezza in cui fu rinchiuso Edmond Dantes, il Conte di Montecristo: il castello di If. Rimase due anni in prigione fra Taranto e Brindisi, lo torturarono e vi furono anche tentativi per avvelenarlo e quando fu rilasciato era molto malato: ne uscì storpio, sordo, mezzo cieco, malato dallo stomaco e morì quando il figlio Alexandre non aveva compiuto ancora 4 anni.
Alexandre arrivò a Napoli nel 1835 e fu ospite all’Albergo Vittoria, di proprietà del signor Martino Zir, nell’omonima Piazza in un appartamento dal quale aprendo le finestre vede la Riviera di Chiaia, Capri, Posillipo, Santa Lucia. Dumas, impaurito che la polizia lo scovasse chiede a Zir un mezzo comodo per girarla: l'albergatore gli fornisce un Corricolo, un piccolo calessino, e Il Corricolo è il nome che Dumas darà ad una sorta di satirica guida della città, fatta di falsi storici, aneddoti, lazzaroni, iettatori, Santi. Fu scovato dalla Polizia e solo l'intervento dell'Ambasciata Francese lo salvò dall'arresto.
Ma vivrà ben altro momento nel 1860. Fervente garibaldino, scortò di persona Garibaldi, prese parte alla Battaglia di Calatafimi e risalì con lui parte della Penisola. Fondò un quotidiano garibaldino, come promesso al Generale Garibaldi, che gli suggerì il nome, L'Indipendente. Il quotidiano introdusse nella stampa italiana delle novità: nella parte bassa della prima pagina il romanzo d'appendice a puntate, la raccolta della pubblicità fatta in proprio, il prezzo basso, sconti e omaggi agli abbonati. La sede del giornale si trovava a via Chiatamone nel Boschetto reale, che è stato abbattuto quando ad inizio del XX secolo si sono costruiti i palazzi sul Lungomare. Dumas abitava anche lui nella palazzina e quella stradina che scende dal Chiatamone a via Partenope oggi ha il suo nome. Il quotidiano veniva scritto in francese e poi tradotto e stampato, e tra i collaboratori di Dumas vi era Eugenio Torelli Viollier, che quando Dumas partì per Parigi nel 1864 lo seguì, per poi ritornare in Italia dove nel 1876 fondò, a Milano, il Corriere della Sera.
Dumas dedicò numerosi scritti a Napoli, tra cui il colossale La Sanfelice, opera monumentale (1600 pagine, per lui una consuetudine anche perchè fu il primo a servirsi di numerosi e fidati scrittori, il più famoso era Auguste Maquet) dedicata alla Rivoluzione Napoletana del 1799, tanto breve quanto straordinaria.
Scrisse il giorno della partenza:
Napoli è il fiore del paradiso. L’ultima avventura della mia vita […] lascio la città più bella del mondo.
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angelap3 · 8 months ago
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Oggi è il 2 Luglio ed in questo giorno, nel 1961, a Ketchum, nell'Idaho, U.S.A., moriva il grande scrittore e giornalista Ernest Hemingway (nome completo Ernest Miller Hemingway). Era nato nel 1899, ad Oak Park, nell'Illinois, U.S.A.. Autore di romanzi e racconti, negli anni 20 divenne parte di quella che lui stesso, nel suo libro di memorie “Festa Mobile”, definì la “Generazione perduta”, riferendosi alla comunità di americani espatriati a Parigi in quel periodo. Ebbe una vita turbolenta e raggiunse il successo a livello internazionale, vincendo il “Premio Pulitzer” nel 1953 con l'opera “Il Vecchio e il Mare” ed il “Premio Nobel” per la Letteratura nel 1954. Molti furono i film realizzati ed ispirati dalle sue opere, alcuni dei quali divennero successi internazionali. Tra le tantissime sue significative opere, possiamo ricordare: “Il Vecchio e il Mare”, “Per Chi Suona la Campana”, “Addio alle Armi”, “Il Sole Sorgerà Ancora”, “Di Là dal Fiume e Tra Gli Alberi”, “Il Giardino dell'Eden”. Con il suo particolare stile, caratterizzato da essenzialità ed asciuttezza di linguaggio, ebbe una significativa influenza sullo sviluppo del romanzo del XX° Secolo e viene considerato un maestro assoluto della letteratura statunitense del '900.
Bruno PollacciDirettore dell'Accademia d'Arte di Pisa
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unquadernino · 3 months ago
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<<Devo dire che, scrivendo romanzi, ho sempre avuto la sensazione d'avere in mano degli specchi rotti, e tuttavia sempre speravo di poter ricomporre finalmente uno specchio intiero. Ma non mi è mai successo e via via che andavo avanti a scrivere la speranza s'allontanava. Questa volta però, fin dal principio, non speravo nulla. Lo specchio era rotto e io sapevo che ricomporre i pezzi mi sarebbe stato impossibile. Non avrei avuto mai il bene di avere davanti a me uno specchio intiero>>
..
<<Quanto al fatto che io sia andata a cadere proprio su Proust, per puro caso, e spinta soltanto dalla mia giovanile leggerezza e ambizione, di questo ormai non mi stupisco più. Perché so ormai che le cose più belle, più importanti, più grandi della vita, avvengono per puro caso e nei momenti che noi siamo più ciechi e più sordi, più sprovveduti e distratti. Il caso ci tocca la spalla e ci porta nell'unico luogo dov'era indispensabile andare>>
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ross-nekochan · 1 year ago
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Ho finito L'Amica Geniale.
Mi ha dato tanto e mi ha fatto soffrire altrettanto.
Mi sono messa a cercare qui sopra citazioni che potessero rendere giustizia a quello che mi ha fatto provare ma non ne ho trovate.
Elena Ferrante ha il "genio" di scrivere cose in maniera molto banale ma diretta, tagliente, ti incolla al testo come se fosse una serie tv ed è questo che sicuramente le ha regalato il successo meritato. Non a caso, sono proprio di questo tipo le citazioni che si trovano facilmente qui su Tumblr.
Ma per chi è campano o del sud, è diverso.
Di nuovo, il successo internazionale non ha reso giustizia alla crudezza dei fatti raccontati. Così come con Gomorra, quasi sicuramente agli occhi degli anglofoni la verità delle parole si mescola con la fantasia e non hanno percezione di quanto la crudezza raccontata sia vera, palpabile, reale, quotidiana nel perimetro in cui i fatti sono raccontati.
Mi ricordai di Antonio, di Pasquale, di Enzo, arrangiamento quattro soldi fin da ragazzini per sopravvivere. Gli ingegnieri, gli architetti, gli avvocati, le banche erano altra cosa, ma i loro soldi venivano, pur tra mille filtri, dallo stesso malaffare, dallo stesso scempio, qualche briciola s'era mutata persino in mancia per mio padre e aveva contribuito a farmi studiare. Qual era dunque la soglia oltre la quale i soldi cattivi diventano buoni e viceversa? [Storia di chi fugge e di chi resta - cap. 106]
Tra i milioni di lettori, chi si è mai soffermato su questa frase? Quanta consistenza perde una frase del genere agli occhi non ha idea di cosa accade nella terra dove il malaffare è routine? A parte la potenza dell'ultima, tutto il resto scivola nella narrazione eppure racconta di come, in quella terra, siamo tutti indissolubilmente in mezzo allo stesso malaffare pur non avendo mai avuto problemi con la giustizia e pur conducendo una vita normale. Letteralmente. Così come è scritto.
Come una volta disse saggiamente Maura Gancitano dei Tlon, il malaffare è insito persino nel settore dei supermercati, "e allora che fai non vai a fare la spesa?", aveva giustamente aggiunto.
Lo so che è l'intero mondo a girare così. Ma il trauma di essere nata in un luogo del genere è di credere che esistamo posti con una netta separazione tra i soldi puliti e quelli sporchi e allontanarti dalla tua zona ti fa sentire più tranquilla.
L'eco di questi romanzi ha risuonato in me forte e chiaro in moltissimi punti; quelli del periodo rosso vissuto in Italia, pur raccontando di una verità storica, non mi ha risuonato allo stesso modo. Per cui non riesco ad immaginare quanto possano risuonare quegli stessi punti in un napoletano, né posso immaginare quanto si siano persi milioni di lettori esteri che non hanno lo stesso vissuto alle spalle.
È stato un trauma. Ma è un trauma che va vissuto.
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dilebe06 · 4 months ago
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Ultimate Note
A caval donato non si guarda in bocca
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Quinta avventura - contando Mystic Nine - dei miei tombaroli preferiti. Quest'anno sono andata a bomba con Lost Tomb: 3 serie in un anno, più tre libri a loro dedicati. Sarà per questo che sono mezza rincoglionita?
La fretta di seguire questo drama non è solo per la bellezza della storia in sé quanto più l'angoscia di sapere che ci sono oltre 23 serie/film su di loro e che io non sono manco a metà. Ma soprattutto è l'avere la certezza matematica che più aspetto tra un prodotto e l'altro e più mi scorderò le cose. Perderò i pezzi, i collegamenti. Non mi ricorderò più chi e chi e perché i personaggi hanno fatto certe cose. Ecco perché urge andare avanti il più possibile e così di fretta. Meglio farlo quando la mente è ancora fresca.
Anche perché incredibilmente, in questo Ultimate Note, gli autori hanno deciso di mostrarci pezzi di trama orizzontale e di ricollegare eventi delle passate stagioni per dargli un senso. Un evento talmente raro e inaspettato che mi sono quasi commossa. Lost Tomb che ti è successo?!
E' finita l'epoca delle gitarelle della domenica nelle tombe! Adesso finalmente c'è un quadro, un disegno.
Certo... è un disegno sfumato.
Fatto con lo sputo e visto da lontano.
Ma c'è.
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Dopo Mystic Nine e le stagioni precedenti dove giravamo a vuoto senza sapere bene COSA E PERCHE facevamo certe cose, con gli spettatori come me e @veronica-nardi e @lisia81 che cercavamo di rimettere assieme i pezzi, finalmente gli autori di questa serie hanno tirato fuori la testa dalla sabbia e hanno deciso di "buttarci in faccia la trama".
E con "buttarci in faccia" intendo che hanno ben pensato di rincoglionirci infilando 15 puntate di informazioni sulla trama orizzontale costringendomi a mettere in pausa più volte per vedere se avevo capito bene ciò che stavano dicendo e per ricollegare il tutto.
Per quattro stagioni e per metà di questa... il nulla cosmico. Poi, all'improvviso, come solo Lost Tomb sa fare, ecco che spuntano una dietro l'altra le tante decantante informazioni che ci servono.
Ed ecco anche il perché mi è piaciuta questa stagione. Gli voglio bene... di default. Finalmente il disegno prende forma e tutta la fatica fatta nelle stagioni precedenti assume un valore che non sia quello di tempo buttato.
Mi lamento solo del modo in cui tutte queste spiegazioni siano state date: spalmarle in un modo un po' più organico no?!
Ma non saremmo qui a decantare la" bellezza" di questa serie se gli sceneggiatori sapessero fare il loro lavoro:
dai grafici su schermo del primo Lost Tomb ai finali cancellati e riscritti tra una stagione e l'altra fino a dialoghi talmente fuori contesto che non capisci se ti sei persa tu o sono vaghi apposta, per arrivare al classico recast degli attori che ti fa ammattire ogni volta per capire chi sia il personaggio a schermo. Quattro stagioni di Lost Tomb e abbiamo avuto quattro attori diversi per TUTTI i personaggi. TUTTI.
Follia. ma a noi la follia piace...altrimenti non saremmo qui
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E so cosa alcuni possono pensare: "eh Dile, ma Lost Tomb è ripreso da un romanzo quindi devono seguire i libri. Se nei romanzi il protagonista scopre queste cose in quel preciso momento, allora anche nella serie deve andare nello stesso modo."
No, perché la stagione prima di questa, finiva con Wu Xie che scopriva i cadaveri della squadra di esplorazione nella Tomba della Porta di Bronzo e questo nei libri che trattano di questa tomba, non c'è. In quella stagione inoltre, Wu Xie imparava dello switch tra suo zio e quello di Pantera Rosa. Scoperta, che è stata poi spostata in questa di stagione.
Si evince quindi che le cose tra libri e film si possono spostare. E' quindi lecito pensare che anche per le miriadi di informazioni avute in questa stagione ci si poteva organizzare un po' meglio.
Anche perché ti ritrovi a passare le prime 15 puntate in un deserto alla ricerca di una tomba - e vi risparmio per adesso la storia di come e perché siamo qui - per poi avanzare IN PIENA FORESTA PLUVIALE dove ci becchiamo ore e ore di analisi, dettagli ed informazioni inutili sui serpenti. Come sono fatti, come si comportano, cosa mangiano, come si accoppiano, il loro ciclo riproduttivo, dove nidificano...
Per carità, utile se stai facendo una tesi di biologia sui rettili. Ma noi non siamo qui per questo. E allora mi chiedo: se al posto di sta roba ci mettevano qualcosa di più interessante legato alla trama? O se tagliavano un po' di questa parte?
No. Noi dobbiamo NECESSARIAMENTE sapere che in questa stagione ed in questo luogo, i serpenti sono animali sociali.
Come ho fatto a vivere fino ad oggi senza questa informazione?!
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Per quanto invece riguarda la trama della stagione in sé, ci troviamo nel deserto alla ricerca della Tomba della Regina. Siamo qui perché Wu Xie - e non solo lui - ha ricevuto delle videocassette molto strane che lo hanno condotto ad un manicomio dove ha convenientemente trovato un diario appartenente a sua Zia Wen Ji, scomparsa da anni e facente parte di quella famosa spedizione sottomarina i cui membri sono tutti spariti. ( quelli della Tomba Sottomarina per intenderci)
Accadono poi mille cose alla Lost Tomb - quindi inspiegabili e totalmente inutili - che ci conducono direttamente alla questione importante: la presenza della Zia Wen Ji e dello Zio di Wu Xie. Che poi si scopre essere in realtà lo Zio di Pantera Rosa. Grazie a questi due, impariamo diverse cose della trama orizzontale di tutta la serie ma non facciamo in tempo a ricapitolare il tutto che la Zia e Poker Face si precipitano dentro il Meteorite di Giada che è presente in questa Tomba. La Zia infatti ha preso una pillola dell'Immortalità che la mantiene giovane per un tot di tempo ma che a lungo andare la trasformerà in uno zombie. Per ovviare a questo problema entra quindi nel meteorite di giada - vivere quindi per l'eternità dentro un sasso - con Poker Face che la va appresso Dio Solo Sa Perché.
Senza più informazioni, a Wu Xie non rimane che rimanere davanti al meteorite ad aspettare l'uscita di Poker Face. Che esce...ma è senza memoria. Non sa nemmeno il suo nome.
Arrivati ad un punto morto delle investigazioni, il Trio di Ferro decide di mettere da parte quanto detto finora e concentrarsi sul recuperare almeno la memoria di Poker Face. Parte dunque tutto un viaggio dove scopriamo dell'esistenza della Pagoda degli Zhang, che Xiaoge viveva lì e che i Mystici Nove sono stati spesso da queste parti.
PS: rido un po' all'idea che quando cerchiamo informazioni non troviamo niente. Appena decidiamo di rilassarsi un attimo...BOOM! Caterve di indicazioni.
Infatti, il terzetto vorrebbe entrare nella Pagoda degli Zhang per far recuperare i ricordi a Poker Face ma non trovano l'entrata. Ed è quindi di nuovo lo Zio che fa trovare a Wu Xie un indizio: la piantina della Pagoda.
Piantina che vuole anche la Nonna Huo e che costringe Wu Xie a partecipare ad un asta dove in palio rivediamo il Sigillo Fantasma. E qui potremmo aprire un intero dibattito di 50 minuti per capire COME il Sigillo fantasma sia arrivato all'asta. Ma è Lost Tomb quindi ci si tappa il naso e si va avanti facendo finta di non aver visto nulla. Sigillo Fantasma che permette di comandare l'esercito dei Morti ed aprire anche la Porta di Bronzo. E che appartiene a Poker Face, tra l'altro.
Rubato il Sigillo Fantasma, inizia un conflitto con la Nonna Huo che vuole la piantina della Pagoda che appartiene a Wu Xie. Dopo minaccioni, tentativi di omicidio, rapimenti, truffe ecc ecc il nostro terzetto è costretto a collaborare con lei visto che hanno lo stesso obiettivo.
La nonna divide quindi la squadra in due gruppi: Poker Face e Fatty andranno nella Pagoda mentre Wu Xie, Pantera Rosa ed il Cieco dovranno andare da un altra parte per aprire dei cancelli che permettono ai primi di avanzare nella Pagoda.
All'inizio le cose vanno bene ma poi Wu Xie sbaglia un interpretazione ed i suoi amici si ritrovano bloccati senza possibilità di uscire. Isolati assieme a nonna Huo. E questo mi pare la parte peggiore.
Disperato Wu Xie le prova tutte per recuperare i suoi amici ma realizza che la famiglia Wu non ha abbastanza potere essendo lo Zio scomparso il vero Capo su cui tutti fanno affidamento.
Così, nel finale della stagione, Wu Xie decide di indossare una maschera facciale dello Zio e far finta di essere lui. Presumo che lo faccia sia per recuperare il potere della famiglia, sia per ingannare il villain finale di sta serie. Ma questa è la mia interpretazione che contando che a Lost Tomb piace tanto cambiare i finali tra una stagione e l'altra non è definitiva.
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Follia. A rileggere tutto adesso è follia. Mi sono divertita tantissimo e mi sono goduta ogni singola scena per carità. Ma mi ha anche fatto diventare matta.
Seguire le peregrinazioni di Wu Xie cercando di dare un senso e di collegarle alle stagioni passate dovrebbe certificare automaticamente una Laurea Honorem in qualsiasi disciplina. Le cose accadono con forzature atroci e giri pindarici assurdi. Con la naturalezza di un trattore in una cristalleria. Io ovviamente mi sono anche divertita - come mi diverte sempre Lost Tomb - ma non negherò la fatica mentale che questa serie mi provoca sempre. E meno male che me la vedo in compagnia! Fossi sola, mi dovrei auto mandare al Manicomio di inizio stagione.
Comunque sia, la stagione è davvero buona. Un buon ritmo con ottime scene di tensione e un ottimo lavoro sul fronte dei personaggi, delle loro caratterizzazioni e relazioni. E' una serie anche simpatica, divertente e con eccellenti momenti di leggerezza che smorzano la confusione generale. C'è avventura, amicizia, misteri da risolvere, enigmi, Love Story BL come se piovessero... è davvero ottima per essere una stagione di Lost Tomb.
Detto questo andiamo proprio alla trama orizzontale. Quella che abbiamo faticosamente scoperto dopo 5 stagioni. Colei che è stata nascosta così tanto bene che quando è uscita fuori ci ha spaventato a tutti perché non ce l'aspettavamo più.
Prendiamoci uno snack, una bevanda calda e armiamoci di santa pazienza:
Tutta questa storia inizia negli anni 50 più o meno, quando i Nove Mistici eseguono una spedizione nella misteriosissima Pagoda degli Zhang. La suddetta Pagoda in realtà è in una montagna mentre DALL' ALTRA PARTE DELLA CINA più distante, ci sta un'altra montagna dove si scoprirà esserci "il cancello d'entrata" della Pagoda. Un complesso sistema di Specchi e Leve che azionate, aprono vari passaggi nella Pagoda e permettono di avanzare. Per essere chiari: bisogna essere in due. Uno sta alla Montagna Specchi e Leve a tirare catene e decifrare simboli. L'altro sta nella Montagna della Pagoda ad aprire passaggi che gli sono stati indicati dalle decifrazioni del primo. Un casino immane. La spedizione degli anni 50 in realtà, è nella montagna "Specchi e Leve" e non per entrare nella Pagoda degli Zhang ma per recuperare dei Rotoli di Seta Gialla che "nonsisaperché" stanno qui. E non si sa nemmeno cosa ci sia scritto sopra questi rotoli. Ma sappiamo che alcuni finiranno nella mani di Pantera Rosa che traducendoli, seguirà - anni dopo - le orme dei protagonisti facendoci tanta compagnia e alzando il livello di style tombarolo di almeno 20 punti.
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il vero mistero di sta storia in realtà, è scoprire come faccia Pantera Rosa ad esplorare posti putridi , rotolarsi nel fango, con esplosioni, terra, schifo , ragnatele, animali che cercano di mangiarlo vivo... vestito di banco o rosa e ritrovarlo sempre lindo e pinto manco fosse un modello di Dolce e Gabbana.
Comunque sia la spedizione di questi Mystic Nine si interrompe bruscamente e dobbiamo aspettare il 1976 per rivedere altre esplorazioni. Questa volta sono Chen Wen Jin e Hou Xian Gu ad esplorare nuovamente questi luoghi. Ed i loro nomi non sono casuali: Wen Ji infatti si sospetta sia la figlia di un membro dei Mystic Nine - Chen Pi - ed è sicuramente l'interesse amoroso dello Zio del protagonista Wu Xie. L'altra è invece un membro dei Mystic Nine appartenente alla famiglia Huo. Cosa cerchino in questo luogo, Dio solo lo sa. Sappiamo solo che qualcosa hanno trovato perché tirano fuori delle cose. Ma non sappiamo esattamente cosa. Conosciamo però come va questa esplorazione: male. Perché una notte TUTTA la squadra - tranne Wen Ji e la Huo - ed un altra persona ma non si sa chi - vengono uccisi e gettati nel lago lì vicino. La cosa interessante è che il giorno dopo i membri della squadra erano di nuovo lì. Belli e pimpanti come se non fossero mai morti. Per essere più chiari possibili: la squadra morta è stata sostituita da delle copie. La cosa è così strana che bisogna aspettare il 1984 per un altra esplorazione: La tomba sottomarina.
Per inciso la mia preferita. Ho adorato come in quella stagione abbiano sfidato ogni logica, anche quella della fisica , per far esplodere una cupola sotto al mare senza venire affogati dall'acqua. Arte pura. Le puttanate che ho visto lì dentro me l'hanno fatta amare tantissimo.
Di questa investigazione sappiamo già più cose visto che la seconda stagione era basata proprio su questa Atlantide sommersa. Sappiamo che partecipò la seconda generazione dei Mistici Nove: quindi oltre a Wen Ji e la Huo anche lo zio di Pantera Rosa e quello di Wu Xie. Più Poker Face, il boss dei boss. Ed anche questa finì male. Forse so' i Mistici Nove che portano sfiga a sto punto. Sia i due zii sia Wen Ji dicono che durante quell'esplorazione si accorsero che c'era una talpa tra loro ma sappiamo che solo i due zii attuarono un piano per gestire la faccenda : - accidenti a loro- fingere la morte dello zio di Pantera Rosa e fargli prendere il posto dello Zio di Wu Xie, mentre quest'ultimo si dava alla macchia e passava i restanti anni a tormentare suo nipote spedendolo senza motivo in giro per le tombe più pericolose della Cina.
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le gitarelle domenicali di Wu Xie
A quel punto, con gli zii switchati, i restanti membri del gruppo finiscono tutti addormentati - dalla talpa presumo - e si risvegliano in un Sanatorio. consiglio a Wu Xie di segnarsi l'indirizzo perché alla fine di sta storia mi sa che ci finirà dentro mezzo matto poraccio. Qui oltre a registrare tra i membri della squadra la presenza di Wu Xie per davvero - seri ragazzi si vede Wu Xie. Ma essendo gli anni 80 non è possibile che sia lui - la squadra viene messa sotto osservazione non si sa da chi e gli viene poi data la Pillola dell'Immortalità come tester. La pillola ti tiene giovane per decenni ma alla fine diventi uno zombie. Non ci domandiamo perché accade questa cosa altrimenti sale il mal di testa. La stessa pillola che costringe poi la Zia di Wu Xie a vivere l'eternità dentro un sasso. Alla fine degli anni 90 poi, sto Grande Fratello finisce e se non ricordo male Wen Ji si dirige alla Porta di Bronzo che abbiamo visto nella terza stagione e che contiene l'Ultimate e poi a Tamatuo, dove la incontriamo anche noi.
Tanta roba, vero? Ma mica è finita qua.
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Altre due o tre informazioni come contorno:
La prima è che viene finalmente nominato IT. Che non è il Cugino ITT della famiglia Addams né IT il pagliaccio di Stephen King. sarebbe stato più plausibile.
It o Esso in base ai sottotitoli, è una forza. Un qualcosa di potente che vuole l'Immortalità. (Più vago di così si muore.) E che di conseguenza è contro i Mystic Nine che invece vogliono che quest'ultima rimanga nascosta al mondo.
La seconda cosa che abbiamo scoperto è che Wu Xie è il Prescelto. L'Harry Potter della Cina. Ed ecco perché lo Zio lo ha mandato in giro per il sepolcri anziché portarlo ad Ibiza a spiaggiarsi al sole. Perché deve allenarsi per sconfiggere questo IT e le varie tombe da lui visitate sono state un modo per addestrarsi e conoscere come sono andate le cose senza aver lo sbattimento di balle di dovergliele spiegare. Tanto poi c'è la quinta stagione che ti vomita addosso gran parte della verità in 15 puntate.
Terza e ultima scoperta è che Pantera Rosa è il Neville Paciock di questa storia. Il piano B. Se Wu Xie fallisce toccherà a lui risolvere le cose. Ed ecco perché gran parte delle Sete Gialle sono finite nelle sue mani.
Ecco, a grandi linee le cose importanti scoperte fino a mo'. Averle scritte è per me un promemoria per il futuro: quando vedrò le altre stagioni, ritornerò qui e rileggerò quanto sopra per ricordare o per evidenziare se ho scritto cagate. Che ci sta. Questi si contraddicono tra una stagione e l'altra quindi...sai mai...
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Ora... tutta questa roba è interessantissima ed è il punto focale della serie. Non il drago candela. Non i serpenti. Non Ning o le bare a fischio. e comunque manca un sacco di roba
Questo è ciò di cui parla Lost Tomb:
una lotta tra due fazioni - IT VS Mystic Nine - che dura da più di 50 anni che coinvolge svariate famiglie e molti morti, con una dose di segretezza che manco la CIA e FBI potrebbero mai raggiungere. Qualcuno di noi avrebbe mai potuto immaginarlo dalla visione delle prime 2 stagioni? Io no. E solo perché mi sono letta gli spoiler che ho retto - tra le imprecazioni - fino a mo'. La sofferenza nelle passate stagioni di girare per tombe a vuoto, senza saper bene cosa fare o cercare, quando sapevo che il punto focale era questo, è ancora dentro di me. Ma è Lost Tomb e gli si vuole bene anche per questo.
Poi, alcune cose: l'addestramento di Wu Xie.
Addestramento è una parola grossa se contiamo che hanno preso sto disgraziato e lo hanno trascinato per tombe, rischiando d'ammazzarlo più volte, senza indicargli MAI cosa dovesse fare. E' come quando ti insegnano a nuotare gettandoti in mare sperando che tu non affoghi.
Certo, come dice @lisia81 Wu Xie è molto migliorato rispetto alle prime stagioni. Inciampa solo quando ci sono le caldi e possenti braccia di Poker Face che lo sostengono. Ma si è auto addestrato. E' lui che ha imparato come fare certe cose e come uscire vivo da situazioni mortali. Nessuno gli ha mai dato "lezioni". Quindi addestramento di cosa????
E poi, anche sul frangente di allenamento per scoprire la verità, è sempre Wu Xie da solo che ci arriva. Parla con la gente, indaga, cerca informazioni. Non c'è stato un Cristo di Nessuno che gli abbia mai dato mezza spiegazione se non quella santa donna di Wen Ji. E' lui che unisce i puntini e arriva a scoprire la verità.
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Chi sa... tace. O peggio, costringe il nipote a giri pindarici per fargli arrivare informazioni. Perché chiariamoci:
Wu Xie va di nuovo a parlare con un tizio che lavorava per suo zio. Ci era già stato prima ma questa volta sto tizio gli dice che lo Zio sapeva già che Wu Xie sarebbe ritornato a chiedere più informazioni. Gli passa dunque un foglio contenente i dati della squadra di esplorazione del passato che conduce il protagonista alla vecchia e abbandonata facoltà di Archeologia. Lì, dietro un quadro, c'è una stanza segreta piena di libri. Non solo: i libri sono posizionati esattamente come li posizionerebbe Wu Xie. Ergo, lo zio che lo conosce bene a preparato questa stanza per lui. Frugando tra i libri, non so nemmeno come, esce fuori il nome del cane del protagonista. Andiamo quindi alla cuccia del cane dove troviamo un plico di fogli di architettura di epoca Lei e che si rivelerà essere la mappa della pagoda degli Zhang.
Non è sano. Per nessuno. Né per Wu Xie né per noi spettatori. E io lo so perché sto benedetto zio - che tra l'altro non sappiamo se sia lo zio di Wu Xie o di Pantera Rosa visto che quest'ultimo ha preso il posto del parente di Wu Xie - fa tutte ste manovre. Ma questo non è Silente che lascia come incarico ad Harry di scoprire Horcrux e Doni della Morte. Qui si chiede a Wu Xie di rimettere assieme 60 anni di storia misteriosa, che coinvolge 9 famiglie ed un sacco di morti - più Poker Face che è in giro da una vita - e di sconfiggere IT dandogli briciole di informazioni.
Almeno Silente aveva lasciato alleati in giro e la figura di Piton come aiuto.
Wu Xie invece è da solo. Senza sapere di chi può fidarsi, senza sapere cosa sta facendo, perché lo sta facendo e come deve farlo. E sì, il Cieco è sicuramente mandato dallo zio per tenerlo vivo. Ma sul piano delle informazioni è totalmente inutile.
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E' straziante e frustrante da morire vedere Wu Xie ignaro, sballottato dallo zio in giro per tombe, osservarlo mentre cerca di capire se si può fidare di certa gente o no, vederlo risolvere finalmente qualche domanda del passato per poi riconoscere che si sono invece aperti altri mille enigmi. Perché sai che basterebbe una riga di spiegazione dallo zio per risolvere almeno qualche domanda. Ed invece... la cuccia del cane
La cosa che io mi domando quindi è se chi sa ma non parla, lo faccia per le stesse motivazioni dello zio o per motivi di sceneggiatura. Perché se vengo a scoprire che Il Tenente Zhang o Nonna Huo o Pantera Rosa, hanno tenuto nascoste informazioni a Wu Xie per motivi di trama...faccio una strage.
Già il fatto che il Tenente Zhang che conosce Poker Face e sa cose sulla famiglia Zhang ed anche sul buon Fo Ye non si sia manco presentato per dare qualche info almeno a Xiaoge sulla famiglia Zhang dopo che lui ha perso la memoria, mi fa tremare i polsi.
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ma è stato bello rivederlo
Tralasciando questa frustrazione, passiamo ad un' altra frustrazione: gli Huo. Famiglia sentita mille volte nella storia, gli Huo sono a conduzione matrilineare e quindi comandano le donne. In questo caso comanda Nonna Huo, che se qualcuno mi vuole bene, faranno secca nelle prossime stagioni. Poche volte ho odiato un personaggio di questa serie quanto lei.
Nonna Huo sa una valanga di cose, conosce Poker Face da una vita ed a quanto pare, di sconfiggere IT non gliene può fregare di meno, nonostante faccia parte dei Mistici Nove e potrebbe invece dare una mano. La Nonna pensa solo ai cazzi sua. E se da una parte posso capire perché la gente non parli, dall'altra non posso tollerare che si mettano i bastoni tra le ruote a Wu Xie. Non lo vuole aiutare? Bene. Ma che almeno non si metta di mezzo.
Ed invece tenta di uccidere il lead, cerca di rubare la sua mappa, lo rapisce, gli tiene nascosta la sua alleanza con Cox... sempre con quest'atteggiamento da snob, da Sua Maestade, che mi fa solo venir voglia di accopparla e lasciarla morta per terra.
Peggio ancora è il suo comportamento con la Nipote. La ragazza ci prova ad essere un minimo utile e di spessore in questa serie ma ahimè la nonna la costringe ad essere un inutile soprammobile. Che se la toglievi dalla serie non sarebbe cambiato quasi nulla. Appena la nipote alza un po' la testa e prova a fare qualcosa, la Nonna la riduce ad un pupazzetto con un semplice sguardo.
Che poi...manco puoi dire che la tengono nella serie per fare l'interesse amoroso. Pantera Rosa - che dovrebbe essere il suo fidanzato - la tratta come una sorellina mentre spara sguardi languidi e maliziosi al Cieco. Lost Tomb..perché non hai il tag BL??!!
Ed è proprio sulle "note " del Cieco e di Pantera Rosa che parliamo delle cose che ho amato davvero della serie.
Se infatti la parte narrativa è un bordello e ti fa diventare matta, Ultimate Note fa un egregio lavoro per ciò che riguarda i personaggi e le relazioni tra loro.
I due sopracitati formano una coppia con la C maiuscola. Il loro dinamico duo ha una chimica spettacolare e sogno già di vederli rotolarsi assieme mentre sono all'avventura. Gli sguardi o il modo in cui girano uno attorno all'altro, parlano di una complicità che manco le anime gemelle potrebbero avere.
Sono divertenti ed i loro battibecchi scaldano davvero il cuore. Anche se sono nella merda, sai che loro due insieme se la caveranno sempre e aspetti con ansia di vederli per quel momento di leggerezza che ti donano.
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Soprattutto se pensi che si sono conosciuti in questa serie.
Anche la relazione tra Pantera Rosa e Wu Xie è molto buona. In questa stagione ci viene detto che erano amici d'infanzia che si sono persi di vista e si sono ritrovati solo adesso ma OVVIAMENTE questo non solo contraddice le stagioni precedenti - LOST TOMB NON DELUDE MAI - ma è anche difficile da credere visto che hanno una buona intesa e non sembrano certo due conoscenti che si rivedono solo ora.
Insieme formano una buona squadra - continuo a pensare che Pantera Rosa sia quello sveglio del gruppo - che si preoccupano uno dell'altro e riescono a portare a termine le loro missioni meglio che possono.
Ma il pezzo forte di questa stagione sono stati il Triangolo di Ferro: Wu Xie, Poker Face e Fatty. Presi sia singolarmente, sia in coppia, sia come terzetto.
Il Triangolo sembra davvero un Triangolo. C'è amicizia, affetto e preoccupazione uno verso l'altro. Come dice saggiamente @lisia81 quella che era solo la coppia Wu Xie/Poker Face diventa più aperta con Fatty che si lega maggiormente a quest'ultimo, sentendosi anche più libero di abbracciarlo e parlare con lui, per esempio. Si sente un maggiore affiatamento tra i tre dovuta forse anche alla perdita di memoria di Poker Face.
Se infatti Wu Xie è sempre andato dietro a Xiaoge guardandolo con le stelle negli occhi e Poker Face ha sempre protetto Wu Xie - regalandoci scene bl di altissimo livello - Fatty era sempre quello un po' più distante. Amico di Wu Xie ma più freddo con Poker Face.
In questa stagione - per tornare alle parole di @lisia81 - Fatty si ritrova a fare da Mamma Chioccia allo smemorato Poker Face e forse turbato dallo smarrimento di quest'ultimo e dal suo nuovo ruolo di accuditore, Fatty diventa più amicale e vicino a Poker Face.
Promosso Fatty!
Discorso più romantico invece con Wu Xie. Talmente romantico che in certe scene tra lui e Poker Face partiva la musichetta da romanzo rosa. Sguardi struggenti, frasi da cioccolatino...hanno grondato miele per 30 puntate. Ultimate Note tra loro due ed il Cieco e Pantera Rosa, ce l'ha messa tutta per rendere questa stagione un BL. non mi lamenterò mai di questo
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Concordo però ancora con @lisia81 sul discorso della mancanza di "qualcosa" tra questi due. Che sia la chimica, l'intensità o altro... mi è mancato quello struggimento e angst che nelle passata stagioni - tranne la precedente a questa - me li aveva fatti shippare come la morte.
Ma sono orgogliosa dello splendido lavoro fatto dalla serie per quanto riguarda questi tre e le loro relazioni. Bravi!
Concludendo:
Una delle mia stagioni preferite di Lost Tomb. Sia perché finalmente abbiamo un quadro più chiaro della storia, sia per via delle caratterizzazioni, evoluzioni e relazioni dei personaggi. Ottimo il Triangolo di Ferro e anche gli altri personaggi. Bravi anche gli attori. La stagione ha un buon ritmo - tranne le prime 15 puntate - con scene alcune volte anche inquietanti che alzano la tensione della storia e ti tengono incollata allo schermo. Trovo comunque assurdo come abbiano gestito l'esposizione delle informazioni sulla trama orizzontale. E sì, continuerò a lamentarmi di questo.
Voto: 8 - (per gli standard di Lost Tomb equivale quasi ad un 10)
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weirdesplinder · 23 days ago
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4 romanzi per entrare nel mood del Festival di Sanremo
IL FESTIVAL DEGLI DEI, di Marino Bartoletti
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Trama: Un evento così non si era mai visto: né si sarebbe più visto per l’Eternità. Il Grande Vecchio aveva sempre avuto una passione per la musica, ma nessuno avrebbe immaginato che potesse ideare uno spettacolo del genere. Ed ecco allora la versione paradisiaca del Festival di Sanremo, con tutte le leggende che vi avevano preso parte e che ora erano nel Luogo: da Mia Martini a Domenico Modugno, da Gabriella Ferri a Mino Reitano, da Umberto Bindi a Ivan Graziani, da Lucio Dalla a Rino Gaetano, da Little Tony a Giorgio Gaber, da Milva a Sergio Endrigo, da Giuni Russo a Enzo Jannacci, da Mango a Claudio Villa, da Pierangelo Bertoli a Toto Cutugno a tanti tanti altri. Chi avrebbe vinto il Festival degli dei?
La mia opinione: fa parte della serie iniziata con il libro La cena degli dei, romanzi con una trama quasi inesistente che è solo cornice per raccontare aneddoti e curiosità sulle vite di personaggi famosi, in questo caso di cantanti famosi. non è proprio un vero e propeio romanzo, ma un libro di curiosità.
IL BREVE MESTIERE DI VIVERE, di Adriano Morosetti
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Trama: Febbraio 1993. Sanremo si prepara a ospitare il Festival e tra i numerosi giornalisti giunti a seguire l’evento, c’è anche Arturo Ferretti, tornato nella sua città natale come inviato di una scalcinata rivista di gossip. In una città messa sottosopra da troupe televisive, cantanti famosi e feste esclusive, Ferretti si ritrova invischiato nella morte di Nino, un vecchio amico. Per la polizia è un semplice incidente, ma troppe cose non tornano. Cinico e disilluso, il giornalista vorrebbe solo strappare uno scoop e andarsene, ma sa che non può farlo: per scoprire la verità e uscirne vivo, dovrà imparare a fare i conti con i fantasmi del passato, perché, come canta Enrico Ruggeri sul palco dell’Ariston, “il breve mestiere di vivere è il solo mistero che c’è”.
La mia opinione: giallo ambientato a Sanremo durante il Festival della  anzone italiane, quasi una Sanremo noir, un'atmosfera che personalmente non avevo mai attribuito alla città dei fiori che nemmeno sembra lei.
INFINITA NOTTE, di Alessandro Zaccuri
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Trama: Ci si potrebbe identificare in Gualtiero Ricasoli, dirigente Rai temutissimo, eppure terrorizzato dall'idea che il figlio possa metterlo in imbarazzo. Oppure si potrebbe simpatizzare con il figlio, il rapper Gabo, che moltiplica provocazioni e colpi di scena, esibendosi in acrobazie urbane e nascondendosi sotto una girandola di pseudonimi. Però ci sono anche Francy e Vanessa, adolescenti giudiziose e bruttine scese dalla provincia per innamorarsi proprio di Gabo e della sua musica. E poi c'è Miles De Michele, il manager italoamericano che per la prima volta in vita sua si perde nei meandri della violenza e del desiderio a causa di Jeanne, la bellissima ragazza di Mauritius capace di incantarlo con l'accento francese e la competenza sul martirio di Giovanna d'Arco. Dietro Jeanne, però, c'è Viktor, faccendiere della nuova Russia, e dietro Viktor c'è Babushka, la grande vecchia nelle cui vene scorre il sangue di regine e imperatrici. Se ancora non bastasse, ci si potrebbe mettere al seguito di Raffaele Maria Ferri, diventato scrittore di successo lui, figlio di un tranviere - grazie a un libro sui tassinari romani: cooptato come autore al Festival di Sanremo, si trova a districarsi fra le richieste del Conduttore e le trame ordite da Miriam, "la Cascella", depositaria di ogni segreto dello show-biz.
DELITTO AL FESTIVAL DI SANREMO, di Achille Maccapani
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Trama: Sono le cinque di una domenica mattina. Il vicequestore di Sanremo Francesco Orengo è nel suo alloggio di servizio, in pieno riposo dopo un’intensa giornata lavorativa. Di colpo viene svegliato dal suo primo collaboratore, l’ispettore capo Dario Canevari: hanno trovato un cadavere nella toilette del teatro Ariston. L’omicidio è avvenuto poche ore prima, al termine della serata finale del Festival della Canzone Italiana presentata da Amadeus, con la partecipazione di Fiorello. Uno choc terribile per Sanremo: la capitale italiana della musica e del turismo, la città della Liguria più famosa in tutto il mondo. Per il commissario Orengo, tornato nel suo ponente ligure da poche settimane, dopo parecchi anni di esilio volontario tra la Lombardia e il Piemonte, è l’inizio di un turbine infernale. Al suo fianco, la squadra investigativa lavora a ritmo convulso, tra documenti raccolti, ricostruzioni del passato della vittima, un noto imprenditore nel settore delle calzature in provincia di Caserta, nonostante intoppi e boicottaggi, e numerosi risvolti nascosti che si agitano attorno a Sanremo e alla kermesse festivaliera. Ben presto, Orengo dovrà pure fare i conti con il suo difficile passato e un nemico che agisce per metterlo costantemente in difficoltà.
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gilsart · 1 year ago
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Ciao! Volevo chiederti se avessi dei consigli per libri su Friederich in italiano (o in inglese) & dove comprarli. Io sono riuscitx a trovare solo quello di Alessandro Barbero. Adoro i tuoi disegni e il tuo blog! (trovo molto ironico il fatto che io abbia dovuto riscrivere questo messaggio perché Fritz (il mio gatto) si è fatto una camminata sulla tastiera)
la gioia di scrivere i post in italiano finalmente 🧎🏻‍♂️ CIAO
allora, anzitutto grazie dei complimenti,, 😭 ho dei libri in italiano (e inglese), però ti devo avvertire che sono molto pochi e non si trovano tanti romanzi, la maggior parte sono (tristemente ma comprensibilmente) in tedesco, ma ti faccio comunque una lista partendo da quelli c:
re in prussia di rafael sabatini – conta che non lo trovi in libreria, devi comprarlo usato oppure affidarti a questo link se riesci a leggere le cose online senza problemi (io non riesco e l'ho trovato usato), è sia in italiano che in inglese, ma è pure del '44 (o '47? non ricordo) quindi il linguaggio è quello che è... in italiano è un po' tedioso, fritz è un queer disney villain e il protagonista è un oc di sabatini antipatico come pochi, però... if you squint hard enough...
federico il grande di william f. reddaway, è una biografia, io ho letto solo i pezzi che mi interessano per il progetto e ti posso dire tranquillamente che ci sono delle imprecisioni storiche perché è un libro del suo tempo... ma ci sono le figure!! e ha una copertina figa. pure questo lo trovi usato, sia in italiano che in inglese
stesso titolo, ma di nancy mitford – biografia, la trovi usata, sia italiano che inglese, è divertente da leggere ma non ci sono le fonti </3 quindi è un po' tutto un "source: trust me bro". sempre suoi, "voltaire innamorato" e "madame du pompadour", il primo in italiano, il secondo in inglese, sempre usati
the sorrows of frederick di romulus linney – è un copione di uno spettacolo, PIENO di imprecisioni storiche, solo in inglese (e usato, che te lo dico a fare) keith non esiste, katte è solo "hans katte" e appare per tipo 2 scene per poi morire tragicamente, però è divertente da leggere e se avessi un euro per ogni volta che le emorroidi vengono menzionate in questo libro avrei due euro, che non è molto, ma è strano che sia successo due volte
bad gays di huw lemmey e ben miller ha un capitolo che lo riguarda, esiste in italiano (non usato!!) e ci sono delle illustrazioni bellissime, ma ti dirò... a una certa mi ha sorpreso con un f slur e ho detto "HUH??" e ci sono delle parti che mi hanno un po' confuso storicamente parlando, però carino... pure se inizia con un pezzo di "la jouissance"... bleurgh
la musica del re di gabriele formenti, te lo metto solo per correttezza perché è nella mia libreria ma me ne vergogno. è orrendo. terrificante. mi ha distrutto psicologicamente così tanto che mi sono fermatx a pagina 42 e ho detto BASTA non ne posso più man che cos'è questa merda... a un certo punto ti colpisce con un "[inserire nome di un personaggio femminile] si adattava benissimo alla corte di potsdam" girl who tf 😭 no she didn't 😭
e basta, finché ricordo questi sono quelli che ho a parte quello di barbero! abbi pazienza ma ti sto rispondendo mentre sto in stazione quindi non li ho tutti sottomano per controllare </3 ce ne sono altri in tedesco che sono belle letture, se mi viene in mente qualcos'altro ti faccio un fischio!
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vecchiorovere · 4 months ago
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"Eugénie Grandet" è uno dei romanzi più celebri di Honoré de Balzac, pubblicato per la prima volta nel 1833. Fa parte del vasto ciclo narrativo de "La Comédie Humaine", un'opera monumentale che Balzac ha dedicato a rappresentare la società francese del suo tempo.
Il romanzo è ambientato nella cittadina di Saumur, nella Valle della Loira, e racconta la storia di Eugénie, una giovane donna che vive sotto il giogo del padre, Félix Grandet, un uomo estremamente avaro e manipolatore. La trama si sviluppa attorno alla vita monotona e opprimente di Eugénie, che viene sconvolta dall'arrivo del cugino Charles, recentemente orfano e senza un soldo. Questo incontro risveglia in Eugénie sentimenti di amore e ribellione, portandola a scontrarsi con l'autorità paterna.
Balzac utilizza la figura di Grandet padre per criticare l'ossessione borghese per il denaro e il potere. La sua avarizia non solo rovina la vita della figlia, ma rappresenta anche una critica più ampia alla società del tempo, dove il valore delle persone è spesso misurato in termini di ricchezza materiale. La descrizione dettagliata della vita provinciale e delle dinamiche familiari rende il romanzo un ritratto vivido e realistico della Francia post-rivoluzionaria.
Honoré de Balzac nacque il 20 maggio 1799 a Tours, in Francia, da una famiglia borghese. Suo padre, Bernard-François Balzac, era un funzionario pubblico, mentre sua madre, Charlotte-Laure Sallambier, proveniva da una famiglia di commercianti parigini. Balzac trascorse un'infanzia solitaria e difficile, segnata dai frequenti disaccordi tra i genitori.
Dopo aver frequentato il Collège des Oratoriens a Vendôme, Balzac si trasferì a Parigi, dove studiò diritto. Tuttavia, la sua vera passione era la letteratura. Dopo alcuni tentativi falliti di affermarsi come drammaturgo, Balzac iniziò a scrivere romanzi sotto vari pseudonimi. La sua carriera letteraria decollò con la pubblicazione di "Les Chouans" nel 1829, il primo romanzo che firmò con il suo vero nome.
Balzac è noto per il suo stile di vita frenetico e per la sua incredibile produttività. Lavorava spesso per lunghe ore, alimentato da caffè nero, e scriveva in modo compulsivo. La sua opera più famosa, "La Comédie Humaine", è una serie di quasi cento romanzi e racconti che offrono un ritratto dettagliato della società francese del XIX secolo. Tra le sue opere più celebri si trovano "Le Père Goriot", "La Cousine Bette" e, naturalmente, "Eugénie Grandet".
Nonostante il successo letterario, Balzac ebbe una vita personale tumultuosa, segnata da numerosi debiti e relazioni amorose complicate. Nel 1850, sposò la contessa polacca Ewelina Hańska, con la quale aveva intrattenuto una lunga corrispondenza. Purtroppo, Balzac morì pochi mesi dopo il matrimonio, il 18 agosto 1850, a Parigi.
Balzac è considerato uno dei padri del realismo nella letteratura europea. La sua capacità di creare personaggi complessi e di descrivere con precisione la società del suo tempo ha influenzato molti scrittori successivi, tra cui Émile Zola, Charles Dickens e Marcel Proust.
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multiverseofseries · 2 months ago
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Wicked: il potere del grande musical
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Adattamento dell'omonimo successo di Broadway a cui è estremamente fedele, il film di Jon M. Chu è un grande spettacolo trascinato dalle splendide protagoniste: Cynthia Erivo e la sorprendente Ariana Grande.
In Il mago di Oz, sia nel film del '39 con Judi Garland che nel libro di L. Frank Baum, tutti gioiscono per la morte della Malvagia Strega dell’Ovest. Ma perché era così odiata? E soprattutto: come si è guadagnata l'appellativo di malvagia? Lo è sempre stata, oppure è successo qualcosa che l'ha resa la villain del mondo di Oz? Lo scrittore Gregory Maguire si è fatto queste domande e nel 1995 ha pubblicato il primo di una serie di romanzi che espande l'universo creato da Baum: Strega - Cronache dal Regno di Oz in rivolta. È proprio da questo libro che prende ispirazione il musical Wicked di Winnie Holzman e Stephen Schwartz, un classico di Broadway da 20 anni, a cui, a sua volta, si ispira il film di Jon M. Chu, arrivato al cinema.
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Cynthia Erivo e Ariana Grande in Wicked
Anzi, non "si ispira": il Wicked cinematografico è uno degli adattamenti più fedeli mai visti di un musical. Al punto che, per non tagliare nulla, Universal Pictures ha deciso di dividerlo in due parti: la seconda arriverà a novembre 2025. Gli amanti dello spettacolo possono quindi stare tranquilli: chi ha realizzato il film è a sua volta un grande fan dell'opera originale.
Messi in conto quindi una grande disponibilità di mezzi e professionisti per la parte tecnica (lo sfoggio di costumi e scenografie è abbagliante), per far sì che Wicked fosse magico era fondamentale trovare le giuste protagoniste. L'impresa è riuscita: la "cattiva" Elphaba Thropp è Cynthia Erivo, dalla voce potentissima. La Strega Buona del Nord, Glinda, è invece Ariana Grande: la vera sorpresa del progetto. Sapevamo infatti che la pop star sapesse cantare, ma non che fosse un così grande talento comico. Le due in scena fanno, letteralmente, scintille.
Wicked: un cattivo non è mai solo un cattivo
Le fiabe, i miti e anche gran parte dei classici Disney ci hanno insegnato che esistono i buoni e i cattivi. Il viaggio dell'eroe (o dell'eroina) ha sempre al centro qualcuno che opera in funzione del bene, contro un antagonista che in genere è la sua ombra: ha uguale carisma (spesso anche di più), ma impegna le proprie capacità verso il male. E quindi, è matematico: l'eroe trionferà sul villain. Da qualche decennio però questo manicheismo è passato di moda: in nome di una maggiore complessità, i cattivi non sono più soltanto cattivi. Così come i buoni scoprono di avere dei lati oscuri.
Con Wicked accade esattamente questo: Elphaba è evitata da tutti perché ha la pelle verde. E poi perché è in grado di far accadere cose strane. In un regno guidato dal grande e potente Oz (Jeff Goldblum), che dice di essere un mago, quasi nessuno in realtà è davvero dotato di magia. Lei invece sì. Ed è per questo che diventa l'allieva di Madame Morrible (Michelle Yeoh), che vuole incanalare la sua rabbia per farle sviluppare sempre di più i suoi poteri. Per una serie di coincidenze, diventa amica di Glinda, la ragazza più popolare della scuola di magia. Il loro rapporto le porterà ad aprire gli occhi su una verità scomoda: la città di Smeraldo non è il regno perfetto che credevano.
Meglio volare liberi o non volare soli?
In un turbinio di glitter, magia e gorgheggi, Wicked è uno spettacolo emozionante, che non smette di fare domande allo spettatore. Dietro a ogni numero musicale si cela infatti un tema importante: sicuramente l'accettazione di chi è diverso, il bullismo, l'amicizia e perfino una riflessione su come trattiamo gli animali. Il cuore di tutto però è la ricerca della verità. Elphaba lo dice più volte ai suoi compagni di classe: come reagire una volta scoperto come stanno le cose? Meglio stare zitti, oppure battersi per ciò in cui si crede? Come spesso abbiamo scoperto in questi anni di social, la verità è una delle cose che oggi più fa paura: ed è proprio per questo che Elphaba diventa una figura scomoda. Perché non vuole piegarsi alle menzogne, azzerando le certezze di tutti.
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Una scena di Wicked
Nella scena più importante di Wicked, quella della canzone Defying Gravity, la strega si dice: "Anche se volo da sola, almeno volo libera" (And if I'm flying solo/At least I'm flying free). Che prezzo ha inseguire la verità? A quanto pare essere ricordata come la cattiva della storia. Ecco, il musical, tra un brano e l'altro, ci dice proprio questo: i mostri spesso sono semplicemente persone incomprese. E i veri cattivi sono quelli che sorridono, mentre ci tolgono la libertà.
Conclusioni
Tra gli adattamenti più fedeli dell'opera originale mai visti sul grande schermo, se siete fan dello spettacolo di Broadway Wicked non vi deluderà. Certo, se non amate i musical questo film non fa per voi, perché è "tutto cantato, tutto ballato, un grande spettacolo"! come si dice in Moulin Rouge! di Baz Luhrmann. Straordinarie le due protagoniste Cynthia Erivo e Ariana Grande, la vera sorpresa del film: era scontato sapesse cantare, meno che fosse anche un'attrice brillante. E non è finita: questa è la prima parte, la seconda arriverà nel 2025.
👍🏻
La fedeltà al musical originale.
La potenza vocale di Cynthia Erivo.
La sorpresa Ariana Grande: oltre a saper cantare è anche un'attrice brillante.
La sfarzosità di costumi e scenografie.
La presenza di due fuoriclasse come Jeff Goldblum e Michelle Yeoh.
👎🏻
Se non amate i musical questo film non fa per voi.
La divisione in due potrebbe lasciare con l'amaro in bocca nel finale della prima parte.
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rideretremando · 5 months ago
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L' arte d'insultare:
D’Annunzio su Marinetti
Cretino fosforescente.
Marinetti su D’Annunzio
Idiota con lampi di imbecillità.
Gore Vidal su Truman Capote
È in tutto è per tutto una casalinga del Kansas, pregiudizi compresi.
Truman Capote su Jack Kerouac
Quello non è scrivere, è battere a macchina.
Oscar Wilde su Alexander Pope
Ci sono due modi per disprezzare la poesia: uno è disprezzarla, l’altro è leggere Pope.
D.H. Lawrence su Herman Melville
Nessuno riesce a essere più buffonesco, sgraziato e sentenziosamente di cattivo gusto come Herman Melville, persino in un grande libro come Moby Dick… Uno sforzo immane. Ma c’è qualcosa di finto. Ed è Melville. Oh Dio, quando il solenne asino raglia, raglia raglia!
Charles Baudelaire su Voltaire
Mi sono annoiato in Francia – e la ragione principale è che tutti assomigliano a Voltaire… il re degli imbecilli, il principe dei superficiali, l’anti-artista, il portavoce delle portinaie, il padre Gigogne dei redattori del “Siècle”.
Vladimir Nabokov su Fëdor Dostoevskij
La mancanza di gusto di Dostoevskij, il suo monotono trattare di personaggi sofferenti di complessi pre-freudiani, il suo modo di sguazzare nelle tragiche sventure dell’umana dignità – tutto ciò è difficile da ammirare.
William Faulkner su Ernest Hemingway
Non risulta aver adoperato mai parola che costringesse il lettore a consultare il dizionario.
Ernest Hemingway su William Faulkner
Povero Faulkner. Davvero crede che i paroloni suscitino forti emozioni?
William Faulkner su Mark Twain
Uno scribacchino che in Europa non sarebbe stato considerato nemmeno di quart’ordine, e che ha agghindato qualche vecchio schema letterario di provato successo con la giusta dose di regionalismo per affascinare i superficiali e i pigri.
D.H. Lawrence su James Joyce
Dio mio, che minestrone è James Joyce! Nient’altro che avanzi, torsoli di citazioni bibliche, e tutto il resto cotto nel brodo di una deliberata, giornalistica lascivia.
Virginia Woolf su Aldous Huxley
Completamente rozzo, immaturo e oppositivo.
Friedrich Nietzsche su Dante Alighieri
Una iena che scriveva poesie sulle tombe.
Gustave Flaubert su George Sands
Una muccona piena di inchiostro.
Elizabeth Bishop su J.D. Salinger
L’ho odiato [Il giovane Holden]. Mi ci sono voluti giorni per leggerlo, una pagina alla volta, con cautela, imbarazzandomi per lui a ogni frase ridicola. Come hanno potuto permetterglielo?
Mark Twain su Jane Austen
Non ci guadagno nulla a stroncare libri, e non lo faccio a meno che non li odii. Spesso ho provato a scrivere di Jane Austen, ma i suoi libri mi fanno diventare matto a tal punto che non riesco a nascondere la mia furia al lettore; perciò devo fermarmi ogni volta che comincio. Tutte le volte che leggo Orgoglio e Pregiudizio mi viene voglia di disseppellirla e colpirla sul cranio con la sua stessa tibia.
Henry James su Edgar Allan Poe
Provare entusiasmo per Poe è segno di uno stadio di pensiero decisamente primitivo.
Gertrude Stein su Ezra Pound
Lui descrive villaggi. Sarebbe eccellente se tu fossi un villaggio, ma nel caso non lo fossi, allora non lo sarebbe.
Thomas Bailey Aldrich su Emily Dickinson
Una reclusa eccentrica, sognatrice, di un villaggio fuori mano del New England (o di qualunque altro posto del mondo) non può impunemente disprezzare le leggi della gravità e della grammatica. L'oblio è in attesa nelle immediate vicinanze.
Bernhard su Heidegger
Ridicolo filisteo nazista con calzoni alla zuava, ciarlatano, ruminante, imbecille delle Prealpi.
Giacomo Puccini su Richard Wagner
Non si può giudicare l'opera di Wagner dopo averla ascoltata una sola volta, e non ho nessuna intenzione di ascoltarla una seconda
Lord Byron su John Keats
Ecco qui la poesia di Keats piscia-a-letto, e tre romanzi da iddio sa chi… Non più Keats, vi supplico: scorticatelo vivo; se qualcuno fra voi non è disposto a farlo, lo dovrò fare io in persona: non c’è posto per quelle schifezze idiote nel genere umano.
Céline su Proust
Sì, sarà anche bravo ma vorrà ammettere che scrivere 300 pagine per dire che lo vuoi prendere nel culo sono un pochino troppe.
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diceriadelluntore · 9 months ago
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Alto Bordo
Come mi ero promesso, ogni trimestre sto recuperando un classico in lettura. Martedi ho finito di leggere La Signora Delle Camelie di Alexandre Dumas Figlio. Pubblicato nel 1848, capolavoro della letteratura dell'Ottocento, Dumas racconta la storia d'amore tra Marguerite Gautier e Armand Duval, un affresco incredibile, e dai tratti molto moderni (soprattutto per quanto riguarda il carattere e le idee di Gautier, tanto che all'epoca fece scandalo e trascinò il romanzo ad un tumultuoso successo) di quel demi monde del tempo, cioè un ambiente sociale corrotto e che ostenta gli atteggiamenti propri di un ceto elevato (lo stesso Dumas scrisse una commedia nel 1855 dallo stesso titolo, e fu lui l'inventore di questo termine).
Più che la storia, celeberrima anche perchè Dumas ne ricavò un'opera teatrale in 5 atti e Giuseppe Verdi ne musicò una versione su libretto di Francesco Maria Piave, La Traviata (1853 la prima rappresentazione) considerata il suo capolavoro e che fu tratta direttamente dalla trasposizione teatrale di Dumas e da allora una delle opere liriche più famose e rappresentate del mondo, c'è un particolare meno noto.
A fine libro Dumas scrive: "...scrissi questa storia esattamente come mi era stata raccontata. Essa ha un solo merito che le sarà contestato, quello di essere vera". Non è solo un espediente narrativo, ma è davvero la realtà: Dumas infatti si ispirò alla sua relazione con Marie Duplessin per il personaggio di Marguerite. Eccola in un bellissimo quadro dell'artista Édouard Vienot
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Nata poverissima in Normandia, fu presto abbandonata dalla madre. Il suo vero nome era Alphonsine Rose Plessis, e quando arrivò giovanissima a Parigi, lavorando come sarta, un negoziante, per cui lei lavorava, nel 1839, quando ha solo 15 anni, diviene il suo primo amante. Inizia così una scalata sociale incredibile, in pochi mesi diviene l'amante di personaggi sempre più illustri e la protagonista delle serate mondane parigine. Cambia nome in Marie Duplessis, in cui l'aggiunta del du al cognome d'origine, conferisce un tocco aristocratico, impara non solo a leggere e scrivere (arriverà ad avere una biblioteca enorme) ma anche a suonare il pianoforte, diviene l'amante di uno dei più potenti aristocratici parigini, e fece scandalo incredibile la sua relazione con Agénor de Gramont duca di Guichem, che innamorato pazzo di lei si fa vedere ovunque con Marie, tanto che la famiglia, scandalizzata dalla frequentazione di tale personaggio, gli impone di lasciare Parigi. Con Dumas, ebbe una relazione di circa un anno, dal settembre 1844 all'agosto 1845. Alexandre e Marie trascorrono un periodo insieme in campagna a Saint-Germain-en-Laye, un piccolo comune dell'Ile de France a poca distanza da Parigi (episodio che verrà replicato identico nel libro, quando Armand e Marguerite vanno a Bougival, paesino che diventerà una sorta di mito dei dintorni di Parigi per il romanzo e perché buen ritiro dei maggiori pittori impressionisti). Dumas la lascia con una famosa lettera, che esiste ancora, dopo l'ennesimo tradimento. Tra gli amanti famosi, anche il compositore Franz Listz, il conte svedese von Stakelberg, ambasciatore a San Pietroburgo e il conte Édouard de Perrégaux col quale convola a nozze a Londra nel 1846. Travolta dai debiti e soprattutto debilitata dalla tisi, muore il 3 febbraio 1847. Ai suoi funerali partecipa una folla enorme e la vendita all'incanto dei suoi beni, disposta per risarcire i numerosi creditori, vedrà i partecipanti strapparsi di mano, con morbosa attrazione, gli oggetti andati all'asta, e tra i pezzi forti le opere prime di famosi romanzi dell'epoca firmati per lei dai più grandi autori (anche questo fatto ripreso pari pari nel romanzo). Aveva passione per i gioielli, per le stole di pellicce, per i cavalli e soprattutto per le camelie, sempre presenti nel suo appartamento: spesso rosa e bianche, rosse quando non poteva ricevere i suoi amanti.
Marie Duplessis è la più famosa delle lorette: il termine fu coniato dal giornalista Nestor Roqueplan in un articolo del 20 Gennaio del 1841 su uno dei primi giornali autoprodotti, una cosiddetta Nouvelles à la main, che aveva indicato le cortigiane con un certo gusto e stile con questo termine, preso in prestito dalla Chiesa della Madonna di Loreto (Notre Dame De Lorette, nel IX arrondissement.
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Lì si radunavano le giovani donne con stile, che si contrapponevano alle grisette (le sartine), che popolavano il quartiere latino, che erano ragazze che vivevano fuori dalla famiglia che accettavano regali dagli uomini di ceto sociale più elevato, senza necessariamente prostituirsi: grisette deriva da quello di una stoffa adatta da lavoro, con la quale si confezionavano vestiti di basso valore, spesso di colore grigio. È interessante come dei toponimi indicassero in maniera elegante un mestiere che sebbene all'epoca niente affatto scandaloso, veniva "nascosto" perchè in società non si poteva dire.
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lunamarish · 7 months ago
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Mangiare troppo, abbuffarsi e poi pentirsi, è un vizietto che condividiamo in tanti. Un’altra peccaminosa delizia della vita, assai meno condivisa, è l’abbuffata di libri. Sere fa, a cena fuori, un amico scrittore e un’amica che lavora in una famosa casa editrice, raccontavano che i romanzi, belli o brutti che siano, tranne rare imprevedibili eccezioni, vendono poco o niente. Un libro che nel 2000 veniva comprato da cinquantamila lettori ed era considerato un discreto successo, oggi ne avrebbe cinquemila di lettori, più o meno il 10%. Una percentuale così scarsa da incutere spavento, non solo a noi scrittori che, in fondo, chissenefrega no? ma a noi italiani tutti perché il risultato è un Paese ottuso, perdente.
Abbiamo imparato a mangiare bene, anzi, raffinatamente. In tv o nelle conversazioni si chiacchiera di cibarie a più non posso, ma a leggere bene non ci bada quasi nessuno; eppure, credo non esista attività più eccitante o delizia peccaminosa che leggere, di nascosto dal mondo, un romanzo, una biografia, un saggio.
Chi mai rinuncerebbe a respirare? Come i pesci nascono con le branchie noi nasciamo con gli occhi, la mente e il cuore, siamo fatti per vivere e leggere, per fare esperienza attraverso le vite di personaggi storici o di fantasia, per districarci nelle trame che in vita nostra non ci capiterebbero forse mai, per imparare a essere grandi. Certi libri sono scorciatoie per il paradiso o per l’inferno. Non leggerli è pura follia, rimbambimento suicida, condannarsi alla eterna mediocrità.
Non mi è mai capitato di conoscere qualcuna o qualcuno che abbia rinunciato a farsi una magnifica scopata. Eppure, tutte queste migliaia di persone non hanno mai letto Kafka, Edgar Lee Masters o Stevenson, né Cent’anni di solitudine, Beppe Fenoglio, Conrad o il Gattopardo.
C’è un detto maschilista e un po’ coglione riferito alle scopate non fatte: “Ogni lasciata è persa”, più poetico e onnicomprensivo a Napoli “Tutto ‘o lassato è perduto”: potremmo dire lo stesso di centinaia di libri che non abbiamo letto, castrandoci per sempre della gioia di averli fatti nostri.
Ma non è che noi italiani abbiamo improvvisamente smesso di leggere. È che leggiamo qualunque robaccia ci passi sotto gli occhi alla velocità della luce sui cellulari e sugli schermi via Internet. Siamo diventati dei guardoni. Leggere su Facebook o su Instagram è diventato compulsivo come abboffarsi di patatine fritte davanti alla tv. Non leggere è come andare a cena nel ristorante di uno chef pentastellato e accontentarsi di un hot dog. Sui social non vai oltre tre righe e passi a un altro boccone di notizia vera o fake, commento, citazione, foto di uno/a sconosciuto/a mentre pela le patate o festeggia il compleanno. Abbuffate che poi ti lasciano vuoto lo stomaco della mente ma t’insozzano il cervello di puttanate. Perché per “leggere” hai letto, e non ne puoi più. È come scegliere di masturbarsi sulla foto di un attore o di un’attrice, quando lei o lui sono venuti personalmente a prenderci sotto casa con una spider per portarci via.
Capisco, staccare tutto e prendere un libro o leggere un eBook, in orgogliosa solitudine, di questi tempi, può sembrare come andare dagli Appennini alle Ande sui pattini. Poi però voli e ti salvi la vita per sempre. I libri sono passaporti che abbattono tutte le frontiere. Sono le prime cose da comprare, come lo spazzolino da denti o un vestito per uscire. I libri si abitano come le case. Sono gli amici che non ti abbandoneranno mai, neppure da vecchi, quando si è inevitabilmente soli.
Divorare tre piatti di carbonara di seguito, ti abboffa. Il porno, dopo un po’, disgusta. Leggere roba buona è come sniffare cocaina sana, che infatti non esiste. Drogarsi con i libri invece sì, esiste, è pure sano e ti puoi fare di esperienze incredibili, sempre di più, con una voluttà che aumenta anche quando la sessualità diminuisce o sei costretto, per l’età, a cibarti con una minestrina.
Leggere è sexy e misericordioso. Comprate libri e abboffatevi di loro, voglio vedere il sugo delle parole colarvi dalle labbra e quegli occhi, dio quegli occhi angelici e barbarici che solo i grandi lettori hanno, al ritorno da uno dei loro incredibili viaggi fra le pagine di un autore conosciuto o sconosciuto.
Diego Cugia
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