#ritirata
Explore tagged Tumblr posts
Photo
La storica "Ritirata" degli allievi dell'Accademia Navale di ieri sera. Si è svolta ieri sera la "Ritirata", una tradizione antica, riconducibile agli anni immediatamente successivi la nascita della “Regia Marina“, a seguito della proclamazione del Regno d’Italia, quando nelle città di marinare al termine della franchigia (la libera uscita), le fanfare dipartimentali percorrevano le vie cittadine suonando il brano omonimo. E cosi nelle nostre città di mare i Marinai, alle note della “Ritirata” si accodavano alla fanfare per fare ritorno a bordo delle loro navi o in caserma. Nel solco di quella tradizione, la fanfara dell’Accademia Navale ieri sera ha guidato il rientro della Brigata Allievi in Istituto, accompagnandola lungo il tragitto che si snoda sul viale Italia dalla Terrazza Mascagni fino al cancello San Jacopo. (informazioni prese da @quilivorno.it ) @marinamilitareofficial #andreadani #igerslivorno #marinamilitare #ministerodelladifesa #accademianavalelivorno #ritirata #livornogram #volgolivorno #volgotoscana #marinai #cadetti #allieviufficiali #instalike #instagram #travelphotography #vitadamarinaio #livornot #accadamianavale #moodoftheday #iltirreno #canonphoto #canonr6 #natgeoitalia (presso Accademia Navale di Livorno) https://www.instagram.com/p/Cls8bE6LhX9/?igshid=NGJjMDIxMWI=
#andreadani#igerslivorno#marinamilitare#ministerodelladifesa#accademianavalelivorno#ritirata#livornogram#volgolivorno#volgotoscana#marinai#cadetti#allieviufficiali#instalike#instagram#travelphotography#vitadamarinaio#livornot#accadamianavale#moodoftheday#iltirreno#canonphoto#canonr6#natgeoitalia
1 note
·
View note
Text
" La constatazione di non possedere un sentimento all'altezza dell'accadere tecnico può indurre ciascuno di noi a una ritirata emotiva che assume come regola della propria vita quello che uno “sente”. A determinare questa scelta è il bisogno di proteggere la propria vita che si sente assediata dalle crescenti pressioni esercitate dalla razionalità tecnica, per difendersi dalle quali non si vede altro rifugio se non nel proprio sentimento, legittimato dalla propria biografia. Un criterio, questo, che, in quanto biografico, si sottrae a ogni discussione e a ogni verifica. In questo modo, proprio partendo dall'“Io sento”, ciascun individuo cerca di produrre un mondo a sua immagine e somiglianza, realizzando così quell'autosufficienza che lo porta a sciogliere ogni legame con gli altri e, come effetto del progressivo assorbimento in se stesso, a perdere i contatti con il mondo comune e con la società.
Il collasso della vita sociale finisce con il mettere a rischio anche la vita interiore, quella intima, perché quando le emozioni e i sentimenti sono guidati da una fantasia che si sente libera, semplicemente perché si è liberata dalle verifiche imposte dall'esperienza comune del mondo, questa fantasia non tarda a sconfinare nelle allucinazioni che, in assenza di un mondo comune, si affermano indisturbate. In un’atmosfera caratterizzata da un diffuso senso di irrealtà, i soggetti hanno l’impressione di poter realizzare i più avventati voli della fantasia, perché sono stati rimossi gli ultimi ostacoli ai desideri più arbitrari, creando così una realtà conforme ai propri sogni che non tarderanno a rivelarsi come paurosi incubi. "
Umberto Galimberti, Il libro delle emozioni, Feltrinelli (collana Serie bianca), settembre 2021. [Libro elettronico; corsivi dell’autore]
#Umberto Galimberti#Il libro delle emozioni#filosofia#letture#educazione emotiva#sentimenti#pulsioni#età della tecnica#educazione sentimentale#etica#morale#formazione#saggi#ritirata emotiva#razionalità#società#vita sociale#interiorità#fantasia#libertà#esperienza#mondo#senso di irrealtà#desideri#sogni#intellettuali italiani#umanesimo#leggere#saggistica#libri
15 notes
·
View notes
Video
youtube
Andrea Falconieri I La Ritirata, Passacaglia I Concierto Barroco, 2017
3 notes
·
View notes
Text
Mi crítica del concierto de La Ritirata el sábado en el Auditorio Manuel de Falla de Granada.
#la ritirata#josetxu obregón#johann sebastian bach#pierre hantaï#diego ares#daniel oyarzabal#ignacio prego#música#music
0 notes
Note
Fuori dal loop, che è successo? Che altro abbiamo combinato?
In breve, in questi giorni è nata una polemica perché la pugile Angela Carini avrebbe dovuto affrontare l'atleta algerina Imane Khelif.
I nostri politici (Salvini, La Russa ecc) e le testate giornalistiche (tra cui roba tipo la Gazzetta dello Sport, parliamone) hanno diffuso la fake news che l'atleta in questione fosse una donna transgender, e quindi avvantaggiata, insomma abbiamo vissuto dei giorni stracolmi di transfobia per poi scoprire che no, la pugile non è una donna transgender, ma è una persona intersex, ovvero: alla nascita presenta caratteristiche di entrambi i sessi, quindi nessuna teoria GIENDER ma si tratta proprio della biologia a cui i transfobici si appellano. Inutile dire che l'atleta in questione è da sempre sottoposta ad esami per sapere se è effettivamente avvantaggiata, e così non è, i suoi livelli di testosterone sono comunque bassi e le permettono di gareggiare contro altre donne, infatti ha già gareggiato in passato, e indovina in po', non si è manco classificata così alta nelle competizioni in cui ha partecipato.
A chiudere questo quadro già imbarazzante c'è la nostra pugile Angela Carini che si è ritirata dopo 45 secondi contro Imane Khelif, (dice per i colpi ricevuti troppo forti), mettendosi addirittura a piangere. A fine incontro l'avversaria ha cercato di salutarla, ma lei l'ha ignorata. Agli occhi di tutti questa vicenda sta apparendo come un teatrino organizzato dalla nostra destra, perché la Carini ha ricevuto pressioni dai NOSTRI politici per rifiutarsi di gareggiare contro Imane, e boh difficile vederla diversamente.
80 notes
·
View notes
Text
"Da almeno quarant’anni, dal tempo di «corri a casa in tutta fretta c’è un Biscione che ti aspetta», l’egemonia culturale è saldamente in mano alla destra. Nel senso che l’individualismo, il familismo, la ritirata nel privato cominciata all’inizio degli anni 80 non sono mai finiti. Non a caso il fondatore delle tv private è diventato presidente del Consiglio, e anche da morto esercita una notevole influenza sulla vita pubblica italiana. Pure la storica casa editrice della sinistra italiana, l’Einaudi, è di Berlusconi. Dove vede, gentile signor Salini, l’egemonia culturale della sinistra? Nel fatto che si giri qualche film «de sinistra»? Ma i cinema sono vuoti, la gente è a casa davanti alla tv se ha più di cinquant’anni, o davanti al telefonino. Nel fatto che ci sia ancora qualche antifascista? Ma la scelta tra il nazifascismo e i suoi oppositori non è una scelta tra destra e sinistra, bensì tra barbarie e civiltà."
Aldo Cazzullo
47 notes
·
View notes
Text
TRA LE VERTEBRE
Il 4 novembre terminava quella carneficina che prese il nome di I Guerra Mondiale. Mio bisnonno Alfredo fu costretto a parteciparvi nonostante fosse una riserva. Era un bracciante analfabeta che non era mai uscito dal paese, bloccato dentro a quel sistema di sfruttamento che separa chi lavora la terra da chi la possiede. Gli tolsero la zappa e gli diedero un fucile per sparare contro altri sfruttati, a 350 km da casa. Partecipò alla battaglia sul monte San Marco, a est di Gorizia, oggi territorio sloveno. Gli austro-ungarici avevano allestito uno sbarramento che gli italiani tentarono di abbattere con perdite gravissime, senza mai raggiungere la cima. Fu colpito alla schiena durante la ritirata, mentre i suoi colonnelli incitavano ostinati all’attacco. Rimase invalido a vita. Furono 450.000 quelli che tornarono infermi o mutilati dalla “grande guerra.” Un massacro che spinse molti alla diserzione e all'autolesionismo. Mentre in Italia continuava la propaganda patriottica, nelle trincee c’era chi si forava i timpani coi chiodi per tornare a casa. Nel 1923 il re Vittorio Emanuele III inaugurò su quel monte un obelisco a ricordo della battaglia, opera che nel 1949 fu abbattuta dalla Lega della Gioventù Comunista Jugoslava. Lo stesso anno fu costruita una replica nel castello di Gorizia, rivolta simbolicamente verso il monte. Alfredo trascorse il resto della vita su una carrozzina di legno, tirando a campare. Morì nel 1942 con un pallino di piombo tra le vertebre. Fece in tempo a vedere il fascismo al potere e suo figlio, mio nonno Dino, partire per la seconda guerra. Morì senza conoscere il significato della parola libertà. A Forlì c’è una piazzetta che lo ricorda.
21 notes
·
View notes
Text
A CHE SERVE L’UNIFIL?
La storia è nota. Migliaia di profughi della Guerra dei 6 Giorni vengono accolti dalla Giordania. Ma presto si dimenticano di essere ospiti di uno Stato. Girano per le strade armati e senza documenti, organizzano posti di blocco per raccogliere non meglio specificate tasse per la causa palestinese, perquisiscono i civili giordani, cercano di convincerli ad entrare nell’OLP nonostante siano soggetti alla leva militare giordana, rivendicano la competenza dell’OLP per i reati commessi in territorio giordano. Insomma, vogliono uno Stato nello Stato.
Quando nel 1970 questi profughi armati cercano addirittura di rovesciare re Husayn, la Giordania reagisce pesantemente. È il «Settembre Nero». Scoppia una guerra civile che durerà un anno. L’OLP sdogana la pratica degli scudi umani, che causano decine di migliaia di morti tra i civili, che per i miliziani islamici sono martiri. Rimarranno uccisi circa 6 mila guerriglieri. Gli altri si rifugeranno in Libano, dove li aspettano 100 mila profughi della Nakba, che non vedono l’ora di regolare i conti con Israele.
Le fazioni palestinesi si stanziano nel sud del Libano. E incominciano a fare il tiro a segno sulle città della Galilea. Di tanto in tanto sconfinano in Israele per compiere mattanze, come quella dell’11 marzo 1978, in cui muoiono 37 cittadini israeliani, tra cui 13 bambini.
Israele non resta a guardare. Il 14 marzo 30 mila soldati dell’IDF invadono il Libano ricacciando in una settimana l’OLP al di là del fiume Leonte, perdendo soltanto 20 uomini contro i 1000 dell’OLP, oltre a 3000 civili. In pochi giorni si riunisce il Consiglio di Sicurezza ONU, che emana la Risoluzione n. 425, con cui viene intimato ad Israele di ritirarsi, perché a calmare le acque ci penserà appunto l’UNIFIL, la Forza Multinazionale.
Questo UNIFIL, oltre ad assistere la popolazione civile, ha il compito di aiutare il Libano a ristabilire la propria sovranità, calpestata dai gruppi palestinesi che utilizzano il sud per lanciare attacchi a Israele. E dovrà coadiuvarlo nel disarmo delle milizie palestinesi. Il Consiglio di Sicurezza vuole che Israele se ne torni a casa, ma tra la linea blu e il fiume Leonte non dovrà rimanere neppure un Fedayyn con una scacciacani.
Israele si ritira. Ma sia l’esercito del Libano che l’UNIFIL non combinano nulla, a parte fare la guardia ai cedri millenari. Cacciate dall’IDF, nel giro di un anno le milizie palestinesi si ripresentano nel sud più agguerrite che mai. Nel frattempo Komeini è salito al potere ed è nata la sanguinosa Hezbollah, che riprende lo sport preferito dei guerriglieri islamici: i razzi verso la Galilea. Tanto che Israele è costretto nel 1982 a invadere ancora.
Sarà sempre la stessa storia, con ulteriore replica nel 2006. Da quasi mezzo secolo, nel rispetto delle decisioni del Consiglio di Sicurezza, ogni volta Israele lascia il Libano attendendo invano la bonifica proclamata dall’ONU, ossia il disarmo completo di ogni gruppo armato nel sud. Le successive quattro risoluzioni del Consiglio di Sicurezza continuano a rimanere lettera morta.
Israele ha appena invaso per la quarta volta il Libano nel tentativo di sbaragliare Hezbollah, foraggiato dall’Iran che gli manda armi attraverso la Siria, sotto lo sguardo non troppo severo proprio di quelli dell’UNIFIL, che in tutti questi anni hanno visto sotto il naso spuntare come funghi kilometri di tunnel come quelli di Gaza. Ora Hezbollah, secondo una tecnica ormai collaudata, si è ritirata a ridosso della forza multinazionale, sulla quale Israele, visti i precedenti, ripone ben poca fiducia. Ma volendo chiudere i conti con il Partito di Dio una volta per tutte, Israele sta entrando in un pesante conflitto con la forza multinazionale, che non vuole saperne di andarsene, almeno per ora.
Ma se l’UNIFIL è stato inviato nel sud del Libano dal Consiglio di Sicurezza ONU per disarmare qualsiasi milizia ostile a Israele, visti i fallimenti dell’ultimo mezzo secolo, per quale motivo Israele non dovrebbe esigere che l’UNIFIL svolga il compito per cui è stato creato? «Se non ci pensate voi, ci pensiamo noi» avrebbe detto Herzl Halevi, capo di stato maggiore dell’esercito israeliano.
Antonello Tomanelli.
25 notes
·
View notes
Text
amo immensamente bologna e mi manca, anche se i motivi che mi portano a frequentarla non sono piacevoli, anzi, la raggiungo forzatamente per questioni di salute. per questo ogni volta che arrivo penso a gentile budrioli, che è stata un'astrologa e fin troppo eccellente erborista, così brava che è stata incaricata di curare la figlia di ginevra sforza e di giovanni bentivoglio, signore di bologna. gentile e ginevra sono diventate amiche intime e questo le ha permesso di raggiungere un certo rango sociale. in seguito ha avuto occasione di riuscire a curare anche un altro figlio dei bentivoglio e così ha attirato i sospetti e le invidie dei bolognesi. nel 1489 è stata arrestata con l'accusa di stregoneria. in qualche testo viene scritto che sotto tortura gentile avrebbe confessato di aver causato le malattie di diverse persone per poterle curare e in fine di avere intenzione di attentare alla vita di giovanni bentivoglio, di rispondere ai comandi di 72 diavoli e di aver ceduto anima e corpo al demonio in cambio di ricchezza e che quindi questo le avrebbe donato la capacità di far ammalare e poi guarire le persone, in modo da arrichirsi e di assicurarsi una certa fama. è anche scritto che di notte avrebbe frequentato "nuda come nacque" il cimitero dei frati minori, scoperchiando le tombe per procurarsi teschi e membra dei defunti. il 14 luglio 1498 gentile budrioli è stata portata in piazza san domenico a bologna, proprio di fronte casa sua. è stato scritto che salì a rogo "con tanta franchezza e senza timore alcuno, che non è uomo che lo credesse, quindi fu abbruciata viva". nessuno dalla sua parte. neanche il marito, che invece sosteneva l'accusa di stregoneria, nè ginevra sforza che forse per paura di essere punita di consguenza, non parlò mai in sua difesa. durante l'esecuzione, però, non riuscendo a guardare si sarebbe ritirata piangendo proprio in casa di gentile. dopo essere stata bruciata viva non sono state recuperate neanche le sue ceneri, che invece sono state lasciate essere sparse dal vento. ginevra, poi, si è presa cura dei figli di gentile.
questa è la sua storia, a quanto pare era particolarmente bella e sicuramente di un'intelligenza sopra la media, di questo colpevole e per questo punita. così la disturbo e le rivolgo il pensiero quando arrivo nella sua città, quando arrivo proprio per cercare cura, quella che lei ha donato nella sua vita ricevendo in cambio una violenta morte. spero di incrociarla, nel vento, anche solo per una molecola e che faccia conoscenza in qualche modo della stima e dell'affetto che nutro nei confronti della sua figura.
(lunga vita alle streghe!)
33 notes
·
View notes
Text
-----
Libro che consiglio di leggere.
Ricostruzione cronachistica, testimonianze dirette (alcune ancora viventi), fatti ed immagini del tempo per ricostruire in modo preciso e dettagliato i fatti che coinvolsero la bassa bergamasca (paesi lungo il fiume Adda) durante la ritirata delle truppe tedesche, l'arrivo delle truppe americane, dalla primavera del 1945 sino alla conclusione della guerra.
40 notes
·
View notes
Text
Vaccino in ritirata dall'EU e dagli altri paesi dopo che un gruppo di cittadini inglesi ha avviato contro la casa farmaceutica un class action. Ce lo spiega il medico chirurgo Roy de Vita che da quattro anni a questa parte diffonde puntuali e precise considerazioni su questo tema
24 notes
·
View notes
Note
Buongiorno Doc. Volevo sfruttare il volano dell'eco dei tuoi ask, per poter dare un piccolo messaggio a chi soffre di acufene. Ho notato che qui sembra essere un popolo in aumento e come tu ben sai, di questo "fischiettante" disagio, ne soffro pure io.
Quindi: "MOMENTO ESPERIENZE DA RACCONTARE"
Premesso che ci convivo da più di quattro anni e già da tre, tre e mezzo, nemmeno mi ricordo di averlo, l'altra notte ci brucia uno stop in contromano e senza casco, un signore che avrà avuto si e no una cinquantina d'anni. Lo raggiungiamo, solito cazziatone introduttivo prima di procedere, quando noto che la persona in questione stava per iniziare a piangere. Alchè, con i suoi documenti in mano gli chiedo se ci fosse qualcosa che dovevo sapere.
ACUFENE
Da dieci giorni, sto povero uomo stava impazzendo, al punto di essersi dimenticato il casco in ufficio e girare a vuoto per la città senza un ordine ben preciso. Preso da parte allora gli ho raccontato quello che ho passato, l'ho fatto sfogare, mi sembrava sollevato quando gli ho riferito che avevo passato lo stesso problema (senza infrazioni al codice della strada però) e che pian pianino, il "problema" che in realtà non è un problema ma solo una rottura di minchia, sarebbe rientrato e tra non molto tempo, ci avrebbe serenamente convissuto.
Dopo una decina di minuti ed un abbraccio poco professionale, ma molto umano, la persona aveva smesso di piangere, mi sembrava più disteso e mi aveva risposto che quella conversazione gli aveva fatto bene, ché nessuno gliel'aveva spiegata così bene.
Con questo cosa voglio dire? Parlatene o voi che sentite per tutto il giorno un treno a vapore del Far West, cercate persone che hanno sto simpatico amico di viaggio e condividete con loro il vostro INIZIALE disagio. Vedrete che le cose inizieranno a cambiare e quello che per voi può sembrare un fatto insormontabile, diventerà un fattore particolare di voi stessi.
Poi comunque la patente gliel'ho ritirata XD
Scherzo ;)
@openmindwildmind
@frauigelandtheboys
@acribiaatomica
@holdchins
@parentesidiunpassatolontano
@druzya
48 notes
·
View notes
Text
(...) L'International Boxing Federation ha escluso Khelif perché non in possesso dei requisiti per competere nelle competizioni femminili, è stato fatto un ricorso che poi è stato ritirato. Khelif non può competere nel circuito mondiale ma il Cio ha criteri diversi, modificati nel 2021 in nome dell'inclusività. Questo non vuol dire che la valutazione dell'Ifb sia sbagliata. Eppure, Laura Boldrini in tv è arrivata a mettere in dubbio la federazione mondiale di boxe perché il suo presidente è "discutibile".
Ma non solo. Ignorando la valutazione di Carini dopo aver subito l'ultimo pugno, l'onorevole del Pd che probabilmente non ha mai praticato uno sport di contatto e non sa cosa voglia dire, da donna, subirne uno da parte di un uomo, si è lanciata in un pretestuoso quanto imbarazzante attacco contro la pugile italiana. "La Khelif ha perso molti incontri, non ha sempre vinto. Su 14 ne ha vinti 9 e 5 ne perso, Non è imbattibile. Essersi ritirata immediatamente da parte della pugile italiana... Magari invece avrebbe avuto possibilità di farcela come altre sue colleghe ce l'hanno fatta. Non è invincibile. Perché dev'essere esclusa se è donna?", ha dichiarato Boldrini in diretta su La7 a L'aria che tira.
La presenza di cromosomi XY non sembra essere un motivo sufficientemente valido per l'onorevole del Pd, per la quale anche l'iper produzione di testosterone non è un motivo valido. Certo, se poi da sinistra si arriva a dire che sebbene Khelif abbia un vantaggio questo è meno importante dell'inclusione, allora non ha nemmeno senso provare a sollevare una questione per trovare soluzioni adeguate. (...)
18 notes
·
View notes
Text
Eravamo insieme davanti alla televisione mentre sullo schermo scorrevano le immagini della ritirata degli americani dall’Afghanistan, anno di grazia 2021, e l’arrivo dei talebani in varie città del paese. Le ragazze di Kabul fuoriuscivano dallo schermo, con i loro quaderni, i loro zaini, le loro matite, la loro voglia di non perdere l’istruzione e la vita che in quei decenni di relativa calma avevano ottenuto a suon di sacrifici. Quelle ragazze di un’altra latitudine le sono scoppiate letteralmente nel cuore. E ho visto hooyo [=mamma] tremare di rancore. Più volte si è alzata in piedi e si è avvicinata alla televisione. Più volte, con un gesto tanto meraviglioso quanto inutile, ha cercato di sorreggere quelle ragazze stanche e affamate di un altro continente con le sue mani minute che accarezzavano il vetro dello schermo. La vedevo mentre cercava di tendere loro il braccio per teletrasportarle sulla pista dove aerei dalla pancia grossa si dirigevano verso una salvezza qualsiasi. Le facevano troppo pena quelle ragazze giovani e intraprendenti, immerse come grumi di merda nel canale di scolo che costeggiava l’aeroporto internazionale Hamid Karzai.
“Dovrebbero stare in un’aula, davanti a una maestra o a un maestro,” mi ha detto con voce sconvolta, adirata. “Davanti a una lavagna, con in mano un gesso, una penna, una possibilità. Accidenti, devono stare in classe con una maestra o un maestro che gli apre una finestra sul mondo.” “Invece, hooyo,” sussurro io, “sono grumi di merda in un canale di scolo.” Grumi di merda destinati a diventare grumi di sangue. Sì, sangue e materia cerebrale. Quando il telegiornale ha dato la notizia di persone assiepate all’aeroporto di Kabul, ho visto la rabbia di hooyo trasformarsi prima in furia e poi in lacrime. Per giorni ha camminato nervosa dentro casa, per strada, nelle terre della sua fantasia, alla ricerca di qualcosa che riuscisse a calmare le raffiche del suo cuore ferito. Era arrabbiata per la triste sorte che stavano subendo le ragazze di Kabul, ma era arrabbiata anche per se stessa. Si era rispecchiata in quelle giovani dagli occhi da cerbiatto, ragazze con quaderni e penne in mano, e si era chiesta perché a molte persone, più donne che uomini, sia ancora proibito sognare.
Igiaba Scego, Cassandra a Mogadiscio, Bompiani (collana Narratori Italiani), 2023¹; pp. 148-149.
#Igiaba Scego#letture#leggere#Somalia#narrativa#famiglia#Cassandra a Mogadiscio#autobiografie#guerra#Afghanistan#citazioni letterarie#generazioni#rifugiati#colonialismo#libri#diritti delle donne#diaspora#adolescenza#talebani#profughi#Hamid Karzai#emigrazione#infanzia#sentimenti#Kabul#letteratura italiana contemporanea#origini#umanità#memoria#intellettuali italiani
12 notes
·
View notes
Note
In riferimento all'anon che parlava della relazione della carini e la polizia, la maggior parte delle critiche dagli italiani qui non viene tanto dal fatto che è in polizia (che poi qui ci sarebbe una lunga parentesi da aprire ma non sarebbe il caso), ma dal fatto che ha intessuto lodi sperticate per la meloni "come una mamma" e per il fatto che è molto amica con esponenti del partito della meloni suddetta. per cui onestamente ogni critica che arriva a suo indirizzo è più che meritata imho. Il fatto di essere poliziotta e non di qualunque altra forza dell'ordine è solo un tassello del più ampio e spiacevole corollario.
Il commento che ha fatto sulla Meloni me lo sono perso, va beh dai ormai la Carini si è ritirata dalla boxe e aspetta di essere chiamata come nuova esponente di FDI, che finaccia
Sul resto non mi esprimo ma siamo sulla stessa linea di pensiero anon
22 notes
·
View notes
Text
youtube
Excerpts from Alessandro Scarlatti (1660–1725) "Il Giardino di Rose - La Santissima Vergine del Rosario" Oratorio for 5 voices and instruments (1707)
LA RITIRATA
7 notes
·
View notes