#ordine pubblico
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pier-carlo-universe · 9 hours ago
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Casale Monferrato: il Consigliere Servato chiede interventi urgenti su Corso Manacorda
Casale Monferrato, 28 febbraio 2025 – Il degrado della banchina di Corso Manacorda finisce al centro dell’attenzione politica locale.
Casale Monferrato, 28 febbraio 2025 – Il degrado della banchina di Corso Manacorda finisce al centro dell’attenzione politica locale. Il Consigliere Luca Servato, insieme ai colleghi dei gruppi Partito Democratico, Casale Ci Siamo e Casale per i Giovani, ha presentato un’interrogazione per sollecitare la Giunta comunale a intervenire con lavori di manutenzione e riqualificazione. Una situazione…
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bigarella · 1 year ago
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I toni che avevano caratterizzato il primo periodo della guerra fredda sembravano ormai anacronistici
Nonostante queste relazioni evidenziassero fedelmente la scarsa presa che avevano ormai i comunisti – ad esempio, in un rapporto del 22 luglio, Rizza [n.d.r.: Prefetto di Roma] affermò che «gli avvenimenti verificatisi [in Medio Oriente, ndR] hanno finora provocato localmente [n.d.r.: a Roma e provincia] soltanto più o meno accese polemiche tra elementi di opposte tendenze» <160, mentre le…
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bagnabraghe · 1 year ago
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I toni che avevano caratterizzato il primo periodo della guerra fredda sembravano ormai anacronistici
Nonostante queste relazioni evidenziassero fedelmente la scarsa presa che avevano ormai i comunisti – ad esempio, in un rapporto del 22 luglio, Rizza [n.d.r.: Prefetto di Roma] affermò che «gli avvenimenti verificatisi [in Medio Oriente, ndR] hanno finora provocato localmente [n.d.r.: a Roma e provincia] soltanto più o meno accese polemiche tra elementi di opposte tendenze» <160, mentre le…
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bicheco · 1 month ago
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Indiscutibile: abbiamo accompagnato a casa un aguzzino, torturatore. Giorgia dice per motivi di ordine pubblico, io invece penso perché ce l'ha ordinato la Libia (la quale, lei sì, ci ricatta).
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fatalquiete · 4 months ago
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Ha sbagliato il prefetto di Bologna a consentire una manifestazione di 200 fascisti di CasaPound a pochi passi dalla stazione dove avvenne la strage nera del 2 agosto 1980, rifiutando la richiesta del sindaco, Matteo Lepore, di vietarla, poiché sarebbe stata percepita come una provocazione in una città democratica e antifascista. Infatti, già dal mattino di ieri, la città ha dato vita a ben tre manifestazioni con la partecipazione di migliaia di cittadini.
Nel pomeriggio, uno di questi cortei ha tentato di avvicinarsi alla piazza occupata dai neofascisti, e ne è nato uno scontro con la polizia che ha provocato alcuni feriti, seppur non gravi, da entrambe le parti.
Anziché riflettere sulla gestione assai discutibile della sicurezza e dell’ordine pubblico in una città come Bologna, Meloni, Salvini e persino Piantedosi si sono lanciati in roboanti intimidazioni contro la sinistra che organizza cortei antifascisti. In particolare, il leader della Lega ha accusato i “delinquenti rossi” di aver dato la “caccia al poliziotto”.
Poi, la destra tutta – neofascista e leghista – con i suoi deputati, come un sol uomo, ha invocato la necessità di approvare nuovi provvedimenti restrittivi per la sicurezza.
Le dichiarazioni dei governanti in materia di ordine pubblico, sicurezza e scioperi si sono fatte di giorno in giorno sempre più preoccupanti, e il ministro degli Interni non sta svolgendo quel ruolo super partes che è essenziale per la sua carica istituzionale.
D’altra parte, non dobbiamo dimenticare che Piantedosi era prefetto di Roma quando, il 9 ottobre 2021, i neofascisti diedero liberamente l’assalto alla sede della CGIL.
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abr · 6 months ago
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Se la libertà di parola mette in pericolo l'ordine pubblico, é segnale evidente che quel tipo di "ordine" ha qualche grasso grosso problema già di suo. #UK #Breton
ispirata da https://x.com/IstLiberale/status/1824829663539089727
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3nding · 2 months ago
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Il 2025 iniziato da poco ci vede con almeno tre grandi incognite davanti che elencherò in ordine sparso:
Salute. La pandemia di Covid-19 (che non è ancora finita btw) ci ha mostrato quanto sia fragile un sistema sanitario già provato da anni di tagli e privatizzazioni. L'avvento di una nuova pandemia potrebbe essere la crepa in grado di far crollare la diga formata da un SSN e professionisti già allo stremo. Tutto questo senza contare le nuove sfide date dall'aumento di patologie dovute al peggioramento dello stile di vita/alimentazione + inquinamento + comparsa di virus/batteri esotici e/o resistenti ai medicinali. Come italiani ed europei assistiamo in questi mesi a una ripetizione di quanto già visto 4 anni fa, non una strategia corale dell'Unione ma un approccio egoistico su come prevenire e prepararsi. Magra consolazione: i passi avanti fatti dalla ricerca in questi anni promettono potenziali soluzioni più rapide rispetto al passato, chi e come potrà accedere a tali soluzioni sarà purtroppo la vera discriminante.
Cambiamenti climatici. Con buona pace di quanti ancora negano l'evidenza (a tal proposito si consiglia la lettura di "Ha sempre fatto caldo" di Giulio Betti) ci attendono anni di incertezza con eventi estremi e conseguenze sulla salute, sull'agricoltura e allevamento e sull'economia. Senza scomodare quanto accaduto in Romagna con quattro eventi alluvionali in meno di due anni o quanto sta avvenendo in California (il rogo di Los Angeles purtroppo sembra ben lontano dall'essere contenuto) e in altri stati USA dove attualmente scarseggiano uova (H5N1) e avocado (siccità e incendi), basta guardare i dati che certificano come il 2024 sia stato l'anno più caldo di sempre nonostante gli effetti della Niňa e l'aumento ESPONENZIALE della temperatura dei mari per sapere che siamo arrivati in una parte inesplorata e pericolosa della nostra esistenza come esseri umani. Se prima si ragionava su misure da intraprendere entro la fine del secolo (2100) attualmente sempre più climatologi sostengono che il sistema sia fuori controllo adesso: paradossalmente parte dell'inquinamento aiutava a mitigare il riscaldamento solare aumentando la formazione di nuvole e limitando l'irraggiamento solare, con le misure anti inquinamento degli ultimi decenni questa mitigazione è venuta meno. Molti si preoccupano dell'innalzamento del livello del mare o di una possibile fine della corrente del golfo con successivo crollo delle temperature in Europa. Queste cose molto probabilmente accadranno entrambe ma occorreranno decenni se non secoli per vederne pienamente gli effetti. Nel breve periodo quello che dovrebbe più preoccuparci e che invece è fuori dal discorso pubblico sono le condizioni estreme che porteranno a rendere difficile se non impossibile la vita in alcune parti del pianeta con conseguenti migrazioni e conflitti. E anche se è vero che siamo una specie in grado di adattarsi a molte condizioni (non tutti e non subito) tuttavia ciò che abbiamo perso di vista e che potrebbe portare alla nostra fine come società e come specie �� altro: il collasso degli ecosistemi di cui facciano parte e attraverso i quali otteniamo il nostro sostentamento. In questo vorrei essere chiaro: non c'è al momento soluzione scientifica in grado di invertire il trend, i modelli più pessimistici parlano di +10 gradi centigradi entro le fine del secolo. Un pianeta inabitabile per la flora e la fauna attuali e quindi per noi. Anche ipotizzando supervulcani che erutta o quantità enormi di polveri in stratosfera, la via è tracciata. Così come una pentola non si raffredda immediatamente se si spegne la fiamma sotto di essa, così per inerzia il clima non smetterà di scaldarsi dovessimo all'improvviso terminare le nostre emissioni di gas attraverso combustibili fossili/incendi/allevamenti intensivi/scioglimento del permafrost. Ci abbiamo messo millenni per giungere a un certo grado di evoluzione per poi fotterci il futuro con le nostre mani in un secolo, bravi noi.
3) Questo punto è strettamente legato ai due precedenti. A livello geopolitico e politico assistiamo alla fine di quanto venuto fuori da due conflitti mondiali. Le istituzioni e le norme di cooperazione internazionali sono messe in discussione se non bellamente ignorate senza conseguenze da attori maggiori (USA, Russia, Cina) e minori (Israele, Sudan, Iran, Corea Nord, India etc.) in una nuova ottica che vede il conflitto e la prevaricazione come azioni viabili per gli interessi delle singole nazioni. Un futuro di guerra(e?) accarezzato e sostenuto da visioni politiche estreme sempre più correnti (o sarebbe meglio dire ricorrenti) in ogni Paese. È difficile trovare un senso in un mondo post ideologico a questa nuova spinta bellica se non in chiave di lotta per le risorse e la sopravvivenza nuovamente come nel punto 1 non del gruppo ma del singolo Stato così da potersi garantire degli anni finali più accettabili rispetto agli altri.
Se questa visione nel suo insieme può sembrare apocalittica, non bisogna lasciarsi distrarre dal fatto che non sia avvenuta per caso dall'oggi al domani, ma sia la conseguenza di decenni di scelte scellerate del gruppo e del singolo che hanno portato al declino che viviamo e vivremo.
Buon lunedì.
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colonna-durruti · 3 months ago
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🛑12 DICEMBRE 1969:
IL PERCORSO DELLA BOMBA
CHE FECE LA STRAGE
GLI ULTIMI DUECENTO METRI🛑
Si è soliti dire che persista più di un mistero riguardo alla strage del 12 dicembre 1969 in piazza Fontana. Nulla di più falso. Sappiamo moltissimo, quasi tutto, di questa tragica vicenda. Non ci si lasci ingannare dalle sentenze. Nelle attività di indagine sono state acclarate le ragioni che ispirarono la strage in funzione di un salto di qualità nel percorso della “strategia della tensione” e messo a fuoco il complesso dei mandanti, tra vertici militari e ambienti Nato, complici ampi settori delle classi dirigenti e imprenditoriali, tentati da avventure eversive. Sono anche stati individuati gli esecutori materiali, ovvero gli uomini di Ordine nuovo, con il riconoscimento delle responsabilità personali di Franco Freda, Giovanni Ventura e Carlo Digilio.
Sulla base delle carte che si sono accumulate, interrogatori, confessioni, incrocio di indizi, sarebbe addirittura possibile ricostruire il percorso compiuto dalla bomba collocata all’interno della Banca nazionale dell’agricoltura. Ne riassumiamo i passaggi fondamentali, omettendo doverosamente alcuni nomi che pur sono emersi. Sono mancati, infatti, quei riscontri inoppugnabili che altrimenti avrebbero determinato dei rinvii a giudizio. Personaggi comunque ad oggi non tutti più processabili, dato il venir meno delle loro esistenze negli anni precedenti le indagini.
DALLA GERMANIA IN ITALIA
Sulla provenienza dell’esplosivo siamo in possesso di due versioni diverse. La prima è stata fornita dal generale Gianadelio Maletti, ex capo dell’Ufficio D del Sid, che in più occasioni (sia nel 2001 a Milano nel corso del dibattimento di primo grado nell’ultimo processo e sia in una lunga intervista nel 2010) ha sostenuto che fosse «esplosivo di tipo militare» e provenisse da una base Nato della Germania, poi transitato con un tir dal Brennero per essere alla fine consegnato a una «cellula» di neofascisti del Veneto. Questa versione è stata in parte ribadita dall’allora vice presidente del Consiglio Paolo Emilio Taviani che nelle sue memorie scrisse testualmente «un americano […] portò dell’esplosivo dalla Germania in Italia».
La seconda versione la fornì Carlo Digilio, l’armiere di Ordine nuovo, che parlò di un esplosivo prodotto in Jugoslavia, il Vitezit 30. Come noto un foglio di istruzioni per l’utilizzo di questo esplosivo fu rinvenuto nell’abitazione di Giovanni Ventura.
DA MESTRE A MILANO
L’esplosivo che sarà alla fine rinchiuso in una cassetta metallica Juwel (poco meno di tre chili), trasportato da due esponenti di Ordine nuovo nel bagagliaio di una vecchia 1100, venne periziato qualche giorno prima del 12 dicembre in un luogo tranquillo ai bordi di un canale a Mestre dall’esperto in armi della stessa organizzazione, Carlo Digilio. Il timore era che potesse deflagrare lungo il tragitto verso Milano. L’esperto li rassicurò a patto che venisse utilizzata un’altra vettura, con sospensioni adeguate. I due gli fecero presente che già si era pensato a una Mercedes di proprietà di un camerata di Padova. Una figura nota nell’ambiente, protagonista di azioni squadriste, con anche un ruolo pubblico nella federazione del maggior partito cittadino di estrema destra. La notte prima del viaggio, destinazione Milano, la Mercedes, di color verde bottiglia, venne posteggiata sotto la casa di un ancor più noto dirigente ordinovista.
L’esplosivo doveva essere consegnato in un luogo sicuro, un ufficio in corso Vittorio Emanuele II con un’insegna posta all’esterno che all’imbrunire si accendeva di un color rosso. Qui la bomba, meglio le bombe (una era destinata alla Banca Commerciale Italiana di piazza Della Scala), vennero assemblate. I temporizzatori che dovevano innescarle, acquistati da una ditta di Bologna, davano un margine di un’ora. Gli uffici in questione offrivano un riparo sicuro, bisognava percorrere solo qualche centinaio di metri per raggiungere i posti prescelti per gli attentati. Nel caso di un qualche intoppo o contrattempo si poteva tornare velocemente sui propri passi e disinnescare gli ordigni. Un’operazione di questo genere non poteva essere certo affidata all’improvvisazione. Non si poteva neanche lontanamente pensare alla toilette di un bar o l’interno di una vettura posteggiata. Troppo rischioso.
DA CORSO VITTORIO EMANUELE II
ALLA BANCA NAZIONALE DELL’AGRICOLTURA
La bomba per la Banca Nazionale dell’Agricoltura venne portata a mano. Chi la trasportava non era solo. Uno di loro se ne sarebbe in seguito anche vantato in una festicciola tra camerati e con l’armiere del gruppo.
Provenienti da corso Vittorio Emanuele II, attraversata la Galleria del Corso, in piazza Beccaria, al posteggio dei Taxi, uno degli attentatori metterà in opera una delle più grossolane operazioni di depistaggio per incastrare gli anarchici. Rassomigliante a Pietro Valpreda farà di tutto per farsi riconoscere dal taxista Cornelio Rolandi. Si farà portare per 252 metri fino in via Santa Tecla, distante 117 metri a piedi dalla banca, per poi tornare al taxi, percorrendo in totale 234 metri a piedi, per non farne 135, ovvero la distanza da piazza Beccaria all’ingresso della Banca nazionale dell’agricoltura. Si farà infine scaricare in via Albricci, dopo soli 600 metri, a soli 465 metri dalla banca.
Forse sappiamo tutto, anche cosa accadde negli ultimi duecento metri o poco più. Sarebbe possibile anche fare i nomi, ma siamo costretti a far finta di non saperli e a raccontare le mosse e gli atti di costoro come in un film o in un romanzo.
SAVERIO FERRARI
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crazy-so-na-sega · 4 months ago
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Jan Palach -Primavera di Praga gennaio 1969
"In ogni dittatura un solo uomo, anche un piccolo uomo qualsiasi, il quale continui a pensare con la propria testa, mette in pericolo l'ordine pubblico. [...] Basta che un piccolo uomo, un solo piccolo uomo dica NO, e quel formidabile ordine granitico è in pericolo." (I.Silone)
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ricordi di una generazione estinta.
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curiositasmundi · 6 months ago
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L’annullamento della sentenza di primo grado del processo per disastro ambientale “Ambiente svenduto” all’acciaieria Ilva, trasferito da Taranto a Potenza, quali che ne siano le motivazioni formali, equivale a un insabbiamento. Ai vecchi come me ricorda il 1972 quando, approfittando della morte di un uomo perbene qual era Luigi Bianchi d’Espinosa, Procuratore Generale di Milano, il processo per la strage di piazza Fontana fu trasferito a Catanzaro adducendo motivi di ordine pubblico e legittima suspicione. Ci sarebbero voluti 36 anni per arrivare a sentenza definitiva. A Taranto la giustizia si era mossa per tempo e motivi di ordine pubblico non se ne potevano accampare: la città semmai pare tristemente rassegnata alla violenza subita e al sistema di potere che ne ha lubrificato il perpetuarsi. C’è tanta povera gente spinta alla connivenza dal bisogno di qualche soldo pubblico. Ma è bastata l’ipotesi che vi fossero anche dei magistrati in servizio fra le innumerevoli vittime dell’avvelenamento nei quartieri limitrofi allo stabilimento per sostenere che le condanne del 2021 siano state comminate in assenza della “giusta serenità”. Sospesi dunque i risarcimenti previsti per 1.500 parti civili. Prescrizione in vista per gli imputati eccellenti. Un diffuso senso d’impunità che da Taranto si propaga all’Italia intera come pietra tombale, suggello dell’operato di una classe dirigente che dopo le malefatte dei Riva ha fatto ricorso a ogni espediente pur aggirare le ordinanze di sequestro degli impianti, si è consegnata in ostaggio alla multinazionale Mittal, dilapida risorse pubbliche e galleggia di rinvio in rinvio. Sprofonda invece un Paese il cui governo vara una legge apposita per mettere in galera i ragazzi nonviolenti di Ultima Generazione che denunciano il disastro ambientale. Ambiente svenduto? Taranto dimostra che il mercimonio in Italia conviene.
Gad Lerner - Quel senso di malessere che si diffonde a tutta l’Italia
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pier-carlo-universe · 9 hours ago
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La Polizia di Stato di Alessandria in prima linea nell’operazione ad alto impatto contro la criminalità giovanile: due arrestati per rapina impropria e per spaccio di stupefacenti. Decine di persone controllate
Anche la provincia di Alessandria è stata coinvolta nella vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dal Servizio Centrale Operativo, finalizzata al contrasto della criminalità giovanile.
Anche la provincia di Alessandria è stata coinvolta nella vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dal Servizio Centrale Operativo, finalizzata al contrasto della criminalità giovanile. Nello scorso fine settimana, infatti, personale della locale Squadra Mobile, con l’ausilio degli uomini del Reparto Prevenzione Crimine e di unità cinofile antidroga ha effettuato controlli…
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bigarella · 2 years ago
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La centralità del sistema costituzionale di tutela delle libertà fondamentali non è peraltro accompagnato dalla presenza di alcuna norma costituzionale che specificamente tratti e disciplini il potere di polizia
Con la salita al potere del Fascismo, alcune delle istanze del pensiero liberale sul potere di polizia vengono rielaborate e portate alle estreme conseguenze al sommo scopo di garantire, e celebrare, l’Autorità dello stato. Ed il potere di polizia diviene lo strumento che più agevolmente consente di operare il controllo sulla società e su tutte le manifestazioni delle libertà che possono…
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bagnabraghe · 2 years ago
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La centralità del sistema costituzionale di tutela delle libertà fondamentali non è peraltro accompagnato dalla presenza di alcuna norma costituzionale che specificamente tratti e disciplini il potere di polizia
Con la salita al potere del Fascismo, alcune delle istanze del pensiero liberale sul potere di polizia vengono rielaborate e portate alle estreme conseguenze al sommo scopo di garantire, e celebrare, l’Autorità dello stato. Ed il potere di polizia diviene lo strumento che più agevolmente consente di operare il controllo sulla società e su tutte le manifestazioni delle libertà che possono…
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vintagebiker43 · 1 month ago
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Meraviglioso - Giovanni De Mauro - Internazionale
“L’umanità sta tollerando che un miliardario nazista sudafricano bianco in pieno delirio di onnipotenza sputi in mondovisione su secoli di marce e battaglie ferocissime per la conquista di diritti sociali e civili. E tutto questo per cosa? Per la promessa di quattro macchine volanti, internet nel cervello e la colonizzazione di Marte?”. Sono parole di Djarah Kan, scrittrice e attivista.
E riferendosi sempre a Elon Musk, continua così: “Se non vogliamo diventare personaggi sacrificabili delle fantasie di un bambino con troppi peli e troppi soldi, sarà meglio realizzare prima di qualsiasi altra cosa che la democrazia è un meraviglioso proposito, molto innovativo e interessante, ma difficile a farsi in una società che permette a pochi miliardari padroni di social network di decidere che la disinformazione di massa non è un problema di ordine pubblico e di sicurezza. La disinformazione che passa attraverso i maggiori social media è il mezzo attraverso il quale si controllano milioni di persone che non si limitano soltanto a condividere notizie false, ma votano. La disinformazione è la corsia preferenziale in cui viaggiano coloro i quali intendono rovesciare governi democraticamente eletti. La disinformazione è il mattone fondativo della struttura di questa nuova dittatura che ha il volto del progresso, in quest’era digitale. La disinformazione non è il fieno di cui si nutrono gli imbecilli e gli analfabeti funzionali. La disinformazione è il piede di porco che governi e partiti di destra utilizzano per forzare la capacità di discernimento di ogni singolo essere umano. Che esso sia più o meno istruito”.
P.s. Le Monde, La Vanguardia, Mediapart, Ouest France, Libération, The Guardian, Dagens Nyheter: comincia ad allungarsi la lista dei giornali europei che hanno sospeso i loro account su X.
Da questa settimana si aggiunge anche Internazionale. La piattaforma di Elon Musk non è più un luogo di confronto e di circolazione delle informazioni in cui ha senso rimanere. È arrivato il momento di lasciare gli spazi diventati inospitali. ◆
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cutulisci · 1 year ago
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Ogni volta che la politica manda a effetto una operazione contro la classe operaia, i primi a gioirne o, “meglio”, i primi a dare manifestazioni esteriori della loro contentezza non sono i “pezzi grossi”, commissari di polizia od ufficiali delle regie guardie o dei carabinieri, ma sono i più umili agenti, i più modesti carabinieri, l’ultima delle guardie regie. Sono cioè gli agenti del governo usciti dalle file del proletariato più arretrato, costretti a questo passo dalla miseria o dalla speranza di trovare, abbandonando il campo o l’officina, una vita migliore, dalla persuasione di divenire qualche cosa di più di un povero contadino relegato in un paesetto sperduto fra i monti, di un manovale abbruttito dal quotidiano lavoro d’officina. Questa gente odia, dopo averne disertato le file, la classe lavoratrice con un accanimento che supera ogni immaginazione. “Ecco le armi”, urlò trionfante non so se un agente investigativo od un carabiniere in borghese, scoprendo una rivoltella durante la perquisizione all’ “Ordine Nuovo”. E rimase stupito, spiacente che nonostante tutta la buona volontà non si riusciva a trovare nulla di compromettente per il nostro giornale. all’ “Ordine Nuovo”. E rimase stupito, spiacente che nonostante tutta la buona volontà non si riusciva a trovare nulla di compromettente per il nostro giornale. all’ “Ordine Nuovo”. E rimase stupito, spiacente che nonostante tutta la buona volontà non si riusciva a trovare nulla di compromettente per il nostro giornale. Pochi minuti dopo, un altro agente udendo uno scambio di parole tra il commissario ed un nostro redattore, esclamò: : “Finiremo per arrestarli tutti! Li arresteremo tutti!” A questo pensiero la sua bocca si aprì ad un riso tanto cattivo da sbalordire chiunque non sia abituato a questo genere di fratellanza umana. Ho compreso allora perché nelle caserme e nei posti di polizia, carabinieri, guardie regie ed agenti gareggino nel bastonare gli operai arrestati, nel rallegrarsi delle loro torture. E’ un odio di lunga data. Gli agenti dello Stato addetti al mantenimento dell’ordine pubblico sentono attorno a sé il disprezzo che tutta la classe lavoratrice ha per i rinnegati, per quelli che sono passati nell’altro campo, per i mercenari che impegnano ogni loro energia per soffocare qualsiasi movimento del proletariato. E al disprezzo del proletariato s’aggiunge quello di gran parte della borghesia che guarda con occhio diffidente tutta rinnegati questa puzza di questura. Perché? Perché questa è la sorte di tutti i mercenari: al disprezzo e all’odio degli avversari s’aggiunge quasi sempre il disprezzo dei padroni. Ed è naturale, è umano che nell’animo di questa gente mal pagata, che non sempre riesce a procurarsi quanto occorre per una vita piena di stenti e di privazioni e che si sente circondata da una barriera che la divide dagli altri uomini, che la mette quasi fuori dalla società, germogli l’odio, metta radici la crudeltà: odio contro quelli che prima erano i fratelli, i compagni di lavoro e che ora disprezzano con maggior forza, crudeltà che si esplica contro di essi sotto mille forme diverse. Così, arrestare un operaio è una gioia, un trionfo, bastonarlo e malmenarlo, una festa, rinchiuderlo in carcere una rivincita. Solo nel momento in cui essi tengono un uomo fra le mani e sanno di poter disporre della sua libertà, della sua incolumità, sentono di possedere una forza che in qualche momento della vita li rende superiori ai loro simili. La gioia di acciuffare un uomo non proviene dalla consapevolezza di servire la legge, di difendere l’integrità dello Stato: è una piccola bassa soddisfazione personale, è la gioia di poter dire: “Io sono più forte”. Quale altra gioia possono essi provare? Quanti di essi sono in grado di formarsi una famiglia senza che la vita di stenti diventi vita di patimenti? Non è forse vero che a molti di questi transfughi del proletariato la vita non riserva altre soddisfazioni che qualche umile offerta di una passeggiatrice notturna in cerca di protezione?
Noi li abbiamo visti pochi giorni or sono nella nostra redazione. Moltissimi, dall’abito, potevano benissimo essere scambiati per operai in miseria. E’ certo che erano umilmente, più che umilmente vestiti non solo per introdursi tra gli operai, per raccoglierne i discorsi, per spiarli, ma anche perché non potrebbero fare diversamente. E guardavano con gli operai veri, quelli che si dibattono tra la reazione e la fame e cercano affannosamente la via della liberazione. Essi comprendevano, sentivano che chi lotta è sempre superiore a chi serve. E quando hanno ammanettato i giovani che difendevano il giornale del loro partito il giornale della loro classe, il loro giornale, gli agenti hanno avuto un lampo di trionfo, hanno riso. Ma non era un riso spontaneo, giocondo. Era un riso a cui erano costretti dalla rabbia, dal disprezzo degli altri, dalla loro vita, dal destino a cui non potevano sottrarsi. Quel riso era la smorfia di Gwynplaine.
(A.Gramsci “L’Ordine Nuovo”, 30 agosto 1921)
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abr · 7 months ago
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Straconcordo sull'ampio margine di manovra per tagli in una economia a PIL oltre il 50% pubblico. Servirebbe coraggio, dice, in realtà mancano le basi culturali: lasciamo perdere i compagni, lontani dalla realtà persino nel capire la differenza tra uomo e donna, figurarsi cosa capiscono di economia. Stendiamo un velo pietoso anche sui più tra i destrisociali Legge Ordine e tutela del postofisso, poveracci. Abbiamo infine i verilibberali della im-prenditoria sindacalizzata confindustria che desiderano ingraziarsi la Bestia Statale invece di farla dimagrire: per aver meno zavorra invocano di spostare le loro tasse sui patrimoni (e uno pensa ai Rotschild ma in realtà vuol dire case, capannoni, risparmi). Bisogna esser peggio che stupidi, smidollati.
Ci serve non coraggio ma buonsenso: qualcuno che sprovincializzi, butti via gli approcci del passato e tracci una nuova via, usando le risorse presenti: un Quesada, un Velasco ... ci sono: un MILEI.
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