#riparo dalle tempeste
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Cerchi riparo nel silenzio.
#tranquillità trovata#rifugio nel silenzio#riparo dalle tempeste#ricerca di calma#silenzio#pace#tranquillità#rifugio#isolamento#solitudine#meditazione#introspezione#concentrazione#calma#rilassamento#serenità#contemplazione#quiete#ascetismo#sospensione#respiro#armonia#silenzioso#assenza#vuoto#equilibrio#spiritualità#ricerca interiore#consapevolezza
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SHÙ è una parola cinese, che significa “ mettere l’altro nel cuore”.
L’ho letto da qualche parte ed ho iniziato a pensarti.
Ho pensato che, da quando ti conosco,ho scavato un posto sicuro nel mio cuore,dove proteggerti dai brutti pensieri, dalle avversità,una finestra sul mare anche se fuori è inverno,se ci sono pochi gradi e fa subito notte.Ma in quel piccolo posto c’è sempre una luce che illumina le giornate spente. Che disegna sorrisi nuovi,la tranquillità nelle tempeste, il riparo dalla pioggia, il vento e la malinconia,dove ci ricordiamo che non può essere tutto perfetto, che la vita ce la metterà tutta per farci sentire insicuri e sbagliati.
Allora toccherà a noi tirare quel filo che ci tiene uniti, nonostante il tempo e lo spazio perché sentirsi, non è un fatto di parole.
Ed io ti sento.
Non sarò il tuo prossimo bacio, passerai la notte con qualcun'altra ma sarai felice.
Ma io ti ho messo nel mio cuore e non te ne sei andato più..
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UN PORTO SICURO
Un luogo dove ripararsi dalle tempeste della vita, un rifugio per i pensieri e riparo per il cuore.
Un porto sicuro può essere in qualsiasi posto. Virtuale, fisico oppure mentale.
Si può trovare asilo e accoglienza in una chat, in un luogo appartato oppure nella voce di chi sta condividendo una telefonata.
Alla fine sono le anime belle di alcune persone che ci possono dare protezione e sicurezza, davanti a una tazza di caffè o semplicemente parlando al telefono, scambiandosi messaggi che rincuorano.
Poche volte mi sono sentito protetto, al riparo da tutto, in vita mia.
Uno dei luoghi dove mi sentivo al sicuro, da piccolo, era dietro la grande schiena di mio padre. Lui seduto sul bordo del divano, la tensione delle partite delle coppe europee, quelle giocate dalle squadre italiane, lo portava in quella posizione. Io mi accucciavo in quello spazio che stava tra la sua schiena e lo schienale.
Chiudevo gli occhi, sentivo la voce gracchiante del telecronista che commentava, l'agitazione di mio padre che muoveva i piedi agitato. Amava il gioco del calcio e tifava tutte le italiane in Europa. Poi io crollavo e non sentivo più nulla. Ci pensava lui a prendermi in braccio e mettermi a letto.
Poi crebbi e in quello spazio non ci stavo più. Anzi non riuscii a trovare altro posto dove sentirmi sicuro. Se non nella mia testa, assorto tra i miei pensieri.
Oggi a distanza di molti anni, dopo che ho profuso protezione e riparo ai miei figli e ad altre anime bisognose per molto tempo, ho trovato dei piccoli spazi di porto sicuro. Attracchi in alcuni porti sicuri concessi con gentilezza, a piccole dosi, da chi ha saputo dimostrare di avere un grande cuore. Spesso persone con vite complicate, ma forse proprio per questo consce di cosa vuol dire trovare un luogo protetto.
Bisogna rispettare questi luoghi, per me sacri, e far comprendere a chi condivide quanto siano persone importanti, dei giganti di umanità e dalla generosità bellissima. Di quanto io sia fortunato, onorato, di ricevere riparo per i miei pensieri e la mia anima.
Grazie.
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Ti faccio sognare insieme a me 💭
Rientro a casa
Sbalanzo la borsa sul letto
Apro YouTube
La mia playlist
Scelgo un brano
Premo play
Resto in piedi al centro della stanza
Parte la melodia
Mano a pugno vicino alla bocca come un microfono
Inizio a cantare insieme all'originale
Chiudo gli occhi
Magicamente sono ad una serata karaoke
A cantare a squarciagola
Canto il ritornello
Sento nella mia immaginazione partire un applauso
Sorrido e comincio la seconda strofa
Intanto ballo un po' sul posto
Mi faccio trasportare dalle parole
Dall'intensità di quella canzone
Continuo a dare il meglio di me
Sempre ad occhi chiusi
Arrivo all'ultima parola
Riapro gli occhi solo per mettere un'altra canzone
E ancora
E ancora
E ancora un'altra
Mi siedo sul bordo del letto
Richiudo gli occhi
E sono magicamente su un palco
È bellissimo sento una scarica di adrenalina assurda
Non mi voglio più fermare
Canto e canto ancora
Cambio tono
Seguo la melodia
Mi sento così bene
Perché la musica lo sai davvero non l'ho mai tradita
E orgogliosa canto
Voglio cantare sempre cantare
Perché anche se non sai dove vai l'importante è solo che vai, che vai, che vai
E ci saranno le giornate bastarde quelle che non ce la fai più ma
Ci saranno nuovi giorni in mezzo a stronzi lunedì
Dammi retta scendi adesso in pista
E se non è perfetta sai questa cos'è, cos'è? Serata magica
L'abbiamo messa noi la cassa, la cassa
L'abbiamo messa noi che spacca che spacca
Siamo solo noi, siamo solo noi dagli anni 90 e dal 2000 in poi
Siamo solo noi, siamo solo noi che crediamo ancora nei supereroi
Va bene sono pazza che c'è, che c'è
Sto ritornando da un viaggio mentale per poi ripartire con te
Andremo dove dimenticherai tutto il dolore
Lo sai però mi fai sentire il brivido di stare bene
Ma metterò un sorriso perfetto tra cuore e cervello
Come riparo da quelle tempeste che hai dentro
Perché questo mad world sai mi toglie tutto ma non il mio Smile!
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#pensieri#momenti felici#cantare#canto#canzoni#squarciagola#relax#musica#YouTube#play#voce#cover song#mix canzoni#citazioni#felicità#adrenalina#libertà#immaginazione#immaginare#fantasticare
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Le ultime notizie sull'uragano Milton non sono confortanti
Alcune persone sono morte in Florida a causa dell'uragano Milton. Lo sceriffo della contea di St. Lucie, Keith Pearson, ha confermato che ci sono state "diverse vittime" nella contea, come ha riferito l'emittente Wptv, affiliata della Nbc. Pearson ha detto che le vittime si trovavano nello Spanish Lakes Country Club, una comunità per anziani vicino a Fort Pierce, sulla costa orientale dello Stato. Milton è diminuito di intensità ed è sceso a categoria 2 dopo aver toccato terra in Florida nelle scorse ore, secondo il Centro nazionale uragani (Nhc) nordamericano. Le autorità Usa avvertono tuttavia che il suo impatto può essere ancora molto pericoloso. Oltre due milioni di residenti sono senza elettricità in Florida. Le contee maggiormente colpite dai disservizi sono quelle di Hardee e Sarasota. La cantautrice Taylor Swift ha donato 5 milioni di dollari per aiutare i soccorsi alle persone colpite dagli uragani Helene e Milton, ha annunciato la ong Feeding America. In un post su Instagram la ceo dell'organizzazione Claire Babineaux-Fontenot ha ringraziato la pop star spiegando che "il suo contributo aiuterà le comunità a ricostruire e riprendersi fornendo cibo essenziale, acqua pulita e rifornimenti alle persone colpite da queste tempeste devastanti". L'attesa dell'Uragano Milton spaventa la Florida. Il messaggio ai residenti nelle zone più a rischio è chiaro: "ascoltate la autorità e se dovete evacuare fatelo ora. E' una questione di vita o di morte", ha avvertito Joe Biden, ribadendo l'invito che le autorità locali ripetono da giorni. In attesa dell'urgano Milton, la Florida è già stata colpita da almeno sette tornado. Il servizio meteo nazionale ha lanciato finora oltre 50 allarmi tornado nel Sunshine State. La fuga dalle aree costiere e più esposte è già iniziata fra lunghe code in autostrada e distributori di benzina a secco. Sotto ordine di evacuazione obbligatorio ci sono circa 5,9 milioni di persone, ma quanti effettivamente hanno già lasciato o lasceranno le proprie abitazioni non è chiaro. Ed è proprio ai reticenti che si è rivolto il presidente americano: "Milton è la tempesta del secolo", ha detto. "Può essere catastrofico", gli ha fatto eco Kamala Harris. Il sindaco di Tampa Jane Castor è stata ancora più esplicita: coloro che restano nelle loro case a "un piano" sono "fondamentalmente in delle bare". Il problema maggiore sono infatti le mareggiate che potrebbero raggiungere i 4,7 metri, il doppio di quelle causate da Helene due settimana fa. Nonostante l'allerta elevata, molti però temono che evacuare voglia dire non poter tornare nelle proprie abitazioni per lungo tempo. A questo si aggiunge la dilagante convinzione che tutto l'allarme in corso sia un'esagerazione. La Florida, è la loro idea, è abituata agli uragani e Milton non può essere tanto diverso dagli altri. Le autorità però non hanno dubbi: Milton non è come gli altri. L'uragano toccherà terra probabilmente come categoria 3 o 4 e attraverserà la penisola della Florida che lascerà come categoria 1. L'impatto potenziale sarà devastante su un'area molto grande, dal golfo del Messico all'oceano Atlantico, con piogge torrenziali, inondazioni, tornado e venti ben oltre i 200 km/h. Se Milton colpirà direttamente Tampa come categoria 3 o più alta, le perdite sarebbero nell'ordine di decine di miliardi, forse fino a 75 miliardi. Una cifra che potrebbe comunque facilmente salire. Le perdite causate da Katrina sono state oltre 100 miliardi mentre quelle di Ian, che si è abbattuto sulla costa occidentale della Florida nel 2022, sono state nell'ordine dei 50 miliardi di dollari. Nelle strutture allestite per mettersi al riparo ci sono ancora molti posti liberi e le autorità hanno invitato chi ha deciso di evacuare all'ultimo minuto di raggiungerle rapidamente, anche perché il tempo stringe. In diverse aree infatti c'è il coprifuoco e quindi la finestra per fuggire è molto stretta. A Tampa, nonostante la pioggia battente, ci sono ancora veicoli in circolazione anche se tutti i negozi e le attività sono chiusi. Diverse carceri hanno rifiutato di evacuare i loro detenuti. La prigione statale di Manatee, che si trova in 'un'area di evacuazione obbligatoria, ha comunicato che nessuno all'interno della struttura si sposterà. Milton sarà un "forte colpo" per la Florida: "anche se c'è la speranza che si indebolisca prima di toccare terra, riteniamo che l'uragano avrà un impatto potente e causerà un'enorme quantità di danni", ha messo in evidenza il governatore della Florida Ron DeSantis. "Prepariamoci al peggio - ha aggiunto - e speriamo per il meglio". Biden condanna disinformazione su Milton, è antiamericano Il presidente Usa Joe Biden, parlando dalla Casa Bianca, ha avvertito che l'uragano Milton avrà un impatto distruttivo, esortando la popolazione a trovare un rifugio sicuro e condannando le bugie e la disinformazione sulla tempesta, definite "antiamericane". Le critiche di Biden erano rivolte a Donald Trump, che continua ad accusare falsamente l'amministrazione Biden-Harris di non avere soldi per le vittime degli uragani perché spesi per i migranti (ma sono capitoli di spesa distinti) e di aver risposto male all'emergenza dell'uragano Helene. Alla domanda sul perché pensa che Trump stia diffondendo disinformazione, Biden ha risposto: "Non lo so. Semplicemente non lo so. Puoi fare delle ipotesi, ma trovo che sia antiamericano. Non riflette chi diavolo siamo. Di cosa stanno parlando?". Read the full article
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Scriverò SEI ciò che sento
Sei ciò che voglio
Sei ciò che so
ma non chiedermi cosa “SEI”
lo capirai…
Lo scriverò sulla sabbia
e se l’onda arriverà lo scriverò più in là
a due metri dal raggiungibile dove sostano gli amanti a farsi coccolare dalle onde
a pochi passi dall’infinito
al riparo dalle tempeste
laddove vive l’impossibile.
Scriverò di Te sulla sabbia
in riva al mare
lo farò con parole mute
sulla tua pelle
in riva ai nostri sogni.
Ti amerò con silenzi
ti toccherò dentro
sfonderò la porta delle paure
ti ruberò alla notte
ti vivrò nei sogni
ti porterò nella realtà
ti restituirò ad ogni alba
libero di seguire le onde
della vita che vorrai.
Ti amerò così come posso
per un giorno per un mese
per un momento per un attimo
Chissà…
Ma per l’eternità vivrai nel mio cuore.
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Dedicato a lei,alla mia fiamma gemella nonché donna della mia vita.
Non so come fare,non so cosa fare per stare meglio e ad allontanare tutte le mie paure che mi stanno,lentamente,uccidendo.
Spero che un giorno potrò correre nuovamente da te, lasciando tutto e non facendo vincere nessun timore.
Io credo in te,l’ho sempre fatto e sempre lo farò. Sei la donna più forte che io abbia mai visto,ma allo stesso tempo sei ricoperta di una fragilità che sono riuscita a vedere solo io. Dietro la corazza c’è una bellissima bimba che ha bisogno di protezione,comprensione,rassicurazione, amore e di qualcuno che si prenda cura di lei. È cresciuta prima del dovuto e non se lo meritava.
Voglio che tu sia felice,che guarisca da ciò che stai vivendo,dal dolore che ti porti dentro e che non meriti,anche se alcune cicatrici rimarranno un po’ sempre aperte. Voglio che tu possa conservare il nostro ricordo come un qualcosa di bello,di unico,irripetibile e che ti faccia battere tutto dentro.
Per me sei stata il riparo dalle tempeste più grandi, sei stata un’amica quando ne ho avuto bisogno, sei stata la spalla su cui potevo poggiarmi quando niente andava bene,sei stata e sei l'amore più grande che potessi provare.
Mi hai tolto la paura di poter diventare madre e con te ho sempre avuto il desiderio di costruire una famiglia. Lo vorrò sempre. Anche se magari incontrerai chi ti farà più bene di me, chi saprà amarti più di quanto lo faccia io e chi ti abbracci come io non ho potuto fare, sappi solo che ciò che provo e l’amore che ci siamo date,io lo avevo letto solo nelle favole. Sono felice di aver provato questo sentimento con te e per te e che continuerò a provare segretamente.
Sei l'addio che non voglio dire perché in noi ci credo ancora. Ho poche certezze nella vita ma una di quelle sei tu,so che sei la donna della mia vita e non riesco a vedermi con nessun altro accanto.
Proverò a stare meglio, a ritrovare la forza che ho sempre avuto e ti verrò a riprendere. Non voglio lasciarti andare,non ci riuscirei. Pagherei oro per averti qui adesso, per ricevere un tuo messaggio dicendo che mi stai venendo a prendere. Vorrei mi prendessi a schiaffi finché non ritorno in me. Aiutami tu a capire perché io mi sento nulla, mi sento uno schifo e in testa ho solo pensieri orrendi.
Mi manchi,non posso negarlo a me stessa, ogni attimo è uno strazio,ma cercherò di farti arrivare il mio pensiero, cercherò di venire nei tuoi sogni e abbracciarti forte. Mi sento vuota e non sono in grado di fare più niente se non lasciarmi andare e spegnermi lentamente.
Se magari ti verrà in mente di venirmi a prendere e portarmi via di qua,tu dimmelo e io non ci penserò due volte.
Farò di tutto per guarire anch’io, per me e per noi. Ci meritiamo la nostra versione più bella,quella sana e spensierata,felice.
Ho il terrore di metterci tanto e che tu ti stufi,trovando qualcuno che ti faccia battere nuovamente io cuore. Non lo sopporterei.
Saresti disposta ad aspettarmi lo stesso?
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SI IMPARA TUTTO.
SI IMPARA A COMPRENDERE, A PERDONARE, A
LASCIARSI ANDARE E LASCIARE ANDARE.
SI IMPARA A RICONOSCERE QUANTO POSSANO FERIRE
ALCUNI GESTI, COME SE FOSSI UN QUALCOSA DA
BUTTARE VIA E TENERE LONTANO. SI IMPARA AD
ESSERE FORTI PER POTER DIRE " VOGLIO ESSERE UNA
PERSONA MIGLIORE" SI IMPARA A NON CREDERE A
TUTTO. SI IMPARA A VEDERE LA REALTÀ PER OUELLA
CHE È, CHE A VOLTE FA DAVVERO SCHIFO E FA PAURA,
MA TU VUOI FARE DI TUTTO PER RENDERLA UN PO'
MEGLIO DI QUELLO CHE SI MOSTRA. SI IMPARA A
RACCOGLIERE IL BUONO E OGNI PEZZO DI AMORE CHE
ABBIAMO DONATO, ANCHE SE MALTRATTO, CALPESTATO
IGNORATO, NASCOSTO, NON È STATO VANO. L'AMORE
NON PRETENDE NULLA. SI IMPARA CHE ALCUNI SILENZI
FANNO PIÙ MALE DI ALTRI. SI IMPARA DA OGNI NOTTE
CHE LASCIA IL POSTO A UN GIORNO NUOVO. SI IMPARA
DAGLI ERRORI, DALLE MANCANZE, DAGLI OCCHI LUCIDI
E DAGLI ABBRACCI SPEZZATI. SI IMPARA IN OGNI
SITUAZIONE ANCHE QUANDO PENSIAMO DI NON FARLO.
SI IMPARA A LASCIARSI EMOZIONARE DA UN TRAMONTO
AL MARE E DA UNA MANO STRETTA. SI IMPARA A TENERE
IL CUORE AL RIPARO DALLE TEMPESTE.
#scrittura#pensieri#notti insonni#scrivo#imparare#learnsomethingneweveryday#nostalgia#emozioni#Spotify
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Ciao amore mio, ti scrivo qui perché non so che altro fare. Non so come fare per riuscire a stare meglio e ad allontanare tutte le mie paure che mi stanno uccidendo. Spero che un giorno riuscirò a correre da te, lasciando tutto e non facendo vincere nessun timore. Spero che riuscirai ad essere felice sempre e a conservare il nostro ricordo come qualcosa di bello. Per me sei stato il mio riparo dalle tempeste più grandi, sei stato un amico quando ne ho avuto bisogno, sei stata la spalla su cui poggiarmi quando niente andava bene e sei stato l'amore più grande che potessi provare. Mi hai tolto la paura di poter diventare madre e con te ho sempre voluto avere dei figli. Ho sempre voluto costruire una nostra famiglia e lo voglio ancora. Lo vorrò sempre. Anche se magari incontrerai chi ti farà più bene di me, chi sarà amarti più di quanto faccio io e chi ti abbraccerà come io non ho potuto fare, sappi che ti amerò sempre e tanto. Sei l'addio che non voglio dire perché in noi ci credo ancora, nel mio cuore so che l'uomo della mia vita sei tu e non voglio perderti. Proverò a stare meglio, a ritrovare la forza che ho sempre avuto e ti verrò a riprendere. Non voglio lasciarti andare amore mio, non voglio. Pagherei oro per averti qui adesso, per ricevere un tuo messaggio dicendo che mi stai venendo a prendere. Vorrei mi prendessi a schiaffi fin quando non ritorno in me. Mi hai detto che non mi riconosci più e che io non mi sono mai arresa... E adesso che mi sta succedendo? Aiutami tu a capire perché io mi sento nulla, mi sento uno schifo e in testa ho solo pensieri orrendi. Mi manchi e mi mancherai in ogni istante, ogni attimo e cercherò di farti arrivare il mio pensiero, cercherò di venire nei tuoi sogni e abbracciarti forte. Mi sento vuota e senza te non sono in grado di fare più niente se non lasciarmi andare e spegnermi lentamente. Se magari ti verrà in mente di venirmi a prendere e portarmi via di qua, la porte è sempre aperta e io ci spero ancora. Ci spero tanto in noi e vorrei con tutto il cuore che tu diventi mio marito, il padre dei nostri bimbi e l'unico uomo con cui passare il resto della mia vita. Farò di tutto per stare meglio, per noi amo, non solo per me. Non posso lasciarti andare, non voglio che esci per sempre dalla mia vita perché tutto ciò che di bello nella vita ho avuto sei stato tu, con i tuoi sorrisi meravigliosi e i tuoi occhi in cui dentro c'è l'universo. Vorrei solo fosse un incubo, vorrei svegliarmi e troaverti qui che mi stringi forte la mano e mi dici che non mi lasci stare, che mi aiuti tu nonostante tutto. Vorrei solo averti accanto e sentirmi piccola e al sicuro da tutto nelle tue braccia. Mi sto uccidendo piano piano e non riesco più ad uscirne. Non riesco più a fare niente. Aiutami tu, ti prego... Ti prego amore mio...
17/02/22
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Neppure l'aria sa toccarmi
Come le tue mani
Con la stessa delicatezza
Con la stesso tocco lieve
Neppure l'acqua del mare sa abbracciarmi
Come le tue labbra
Con le mie, morbide
Calde, vellutate
Neppure i sogni sanno accogliermi
Come la tua anima
Accoglie la mia
Al riparo dalle tempeste
Dalle gelide giornate
Nel mondo
Tiamo❤
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Spotify è la mia salvezza.
Davvero non scherzo.
Ogni tanto penso a quando avevo 15 anni, scaricavo tutto su eMule, oppure con "MP3 converter".
Stavo un botto di ore a scaricare musica, che poi dovevo trasferire dal computer al mio cellulare... Un infinità insomma.
Ora in 3 secondi cerco una canzone e la aggiungo alla mia playlist, e il gioco è fatto.
E quindi niente, Spotify è la mia salvezza, per me, che amo ascoltare musica.
Il bello è che è pure intelligente: ti consiglia la musica in base ai tuoi gusti, ai tuoi ascolti più frequenti.
Proprio poco fa mandavo avanti di continuo le canzoni consigliate per vedere un po' cosa mi stesse proponendo, ed ecco che compare la canzone delle canzoni: Guerriero, Marco Mengoni.
Mi è uscito spontaneo un "eh vabbè caro, vuoi vincere facile, questa è una delle mie canzoni preferite".
Però ho deciso di non mandare avanti stavolta, ho iniziato ad ascoltarla lo stesso, perché era da un po' che non mi capitava in playlist.
Mi stendo sul letto, chiudo gli occhi, e mi lascio trasportare dalle parole.
E levo questa spada
Attraverso il cielo
Giuro sarò roccia contro il fuoco e il gelo
Solo sulla cima
Tenderò i predoni
Arriveranno in molti
E solcheranno i mari
Oltre queste mura troverò la gioia
O forse la mia fine comunque sarà gloria
E non lotterò mai per un compenso
Lotto per amore, lotterò per questo
Questa canzone mi ha sempre dato molta forza, anche se non l'ho mai dedicata a nessuno.
Si, non ho mai trovato qualcuno a cui pensare mentre l'ascoltavo, qualcuno che mi desse così tanta sicurezza, qualcuno che potessi considerare la mia forza, qualcuno in cui potessi avere così tanta fiducia.
Fidanzati? mai avuti. Mio padre? Ma ti pare... Fratelli? Non ne ho... Amici? Si di quelli ne ho ma mai all'altezza. Così ho fatto prima, e me la sono sempre autodedicata.
Oggi però è diverso.
Io sono un guerriero
Veglio quando è notte
Ti difenderò da incubi e tristezze
Ti riparerò da inganni e maldicenze
E ti abbraccerò per darti forza sempre
Ti darò certezze contro le paure
Per vedere il mondo oltre quelle alture
Non temere nulla io sarò al tuo fianco
Con il mantello asciugherò il tuo pianto
Ripeto il testo a memoria, come sempre, ma in realtà ogni parola mi sembra nuova. Ogni frase mi fa rivivere momenti ed emozioni che non avevo mai associato alla musica del mio caro vecchio Mengoni. Emozioni forti. Emozioni che mi fanno pensare ad una persona che in poco tempo, nell'ultimo periodo, è diventata per me fondamentale.
E amore il mio grande amore che mi credi
Vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
E resterò al tuo fianco fino a che vorrai
Ti difenderò da tutto, non temere mai
Non temere il drago
Fermerò il suo fuoco
Niente può colpirti dietro questo scudo
Lotterò con forza contro tutto il male
E quando cadrò tu non disperare
Per te io mi rialzerò
La canzone va avanti, e ogni secondo che passa, il mio sorriso si fa sempre più marcato, non riesco a trattenerlo.
Continuo a dare un significato del tutto nuovo ad ogni singola parola che ascolto, e il cuore va a mille.
Io sono un guerriero e troverò le forze
Lungo il tuo cammino
Sarò al tuo fianco mentre
Ti darò riparo contro le tempeste
E ti terrò per mano per scaldarti sempre
Attraverseremo insieme questo regno
E attenderò con te la fine dell'inverno
Dalla notte al giorno, Da Occidente a Oriente
Io sarò con te e sarò il tuo guerriero
Mi sono sempre detta che tanto non avrei mai trovato qualcuno all'altezza di questa canzone, e invece mi sbagliavo.
Ho trovato mio Fratello, che, quando arriva la notte, mi capisce, mi difende da incubi e tristezze, e mi abbraccia per darmi forza.
Ho trovato il mio Eroe, che mi dà certezze, mi aiuta a guardare oltre le alture che mi bloccano, e quando scende qualche lacrima, è pronto ad asciugarle con il suo mantello.
Ho trovato un Amico, con la A maiuscola, che mi assicura che sarà sempre al mio fianco nell'attraversare i periodi più freddi, e mi terrà per mano per scaldarmi, sempre.
Ho trovato un Guerriero, che mi ripara dalle tempeste di questa vita, e che combatte affianco a me le mie battaglie, anzi, le nostre.
Ci saranno luci accese di speranze
E ti abbraccerò per darti forza sempre
Giurò sarò roccia contro il fuoco e il gelo
Veglio su di te, io sono il tuo guerriero
Finisce la canzone.
Chiudo tutto, ora non ha senso ascoltare nessun altro brano. In questo momento, nessun altra canzone potrebbe farmi emozionare di più.
Penso a quanto sia assurdo tutto questo.
Penso a quanto io sia fortunata.
Ho una voglia matta di dirgli tutto, ma ora probabilmente dorme.
Sostanzialmente non gliene frega niente di Mengoni, magari non gli piace neanche la canzone, ma non mi interessa.
Deve sapere che è lui, è lui che desideravo tanto.
Si, il mio Guerriero.
#guerriero#marco mengoni#musica#fratello#mio fratello#amico#eroe#amore#amicizia#legame#superare le paure#tenersi#mani#abbraccio#abbracciami#forza
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Forse sono stanco di correre e voglio volare, sono stremato e i miei polmoni non riescono più a reggere il ritmo di questa frenetica corsa. Sono stanco di cercare una sorta di felicità in un paio di braccia ormai a me estranee. Questa corsa mi ha consumato il cuore, le scarpe e i muscoli fino ad arrivare all'osso. Se non posso volare preferisco fermarmi, aspettare che un'ala rotta si congiunga a quella che già ho sulla mia spalla. Portandomi in alto, lontano, dove potrò leccarmi le ferite al riparo dalle tempeste, senza le lame fredde del vento e i fulmini pronti a trafiggermi ancora il cuore che ormai, addormentato, si risveglierà solo con quell'ala rotta che arriverà e arrancando mi salverà.
Questa canzone mi ha ispirato piuttosto male.😂
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Capri, mito infinito: dalle Sirene di Ulisse a Curzio Malaparte, da Pablo Neruda a Lenin, Churchill e Marinetti. Viaggio con scorta di libri (e molteplici occhi)
Quel genio futurista di Filippo Tommaso Marinetti voleva metterci un ascensore, sui faraglioni. E poi un bar lì, in cima. Il 14 luglio del 1914, su «Lacerba», aveva pubblicato il Manifesto dell’architettura futurista: “gli ascensori devono inerpicarsi, come serpenti di ferro e di vetro”. Forse non sarebbe stata una cattiva idea, mi suggerisce Luca, un mio amico architetto, in fuga anche lui, come me, sull’isola di Capri. Arrivare qui è già un miracolo, visto che persino il Frecciarossa fa ritardo, e l’ultimo aliscafo in partenza per l’isola è alle 20. Ma se c’è vento forte e il mare grosso, l’isola torna ad essere irraggiungibile. Un miraggio. Con i suoi faraglioni, privi di ascensore. Arrivarci resta un’avventura, come un tempo. E come racconta Jamie James nel libro, appena uscito in America, Pagan Light. Dreams of Freedom and Beauty in Capri (Farrar, Straus and Giroux, ancora inedito in Italia) che un amico mi suggerisce di leggere. Goethe tentò di visitarla nel 1787. “La promessa della libertà ha portato con sé la fantasia del piacere senza limiti” si legge. Ma certo, l’isola è ancora un simbolo di libertà, di amori sregolati (pure il marchese de Sade è passato di qui), ma anche di turismo di massa e lusso sfrenato. Basta allontanarsi dalla pazza folla e si aprono squarci di bellezza da togliere il fiato. Anzi, da uccidere.
*
Nel libro di Jamie James, si parla di Norman Douglas e ancora prima, soprattutto, degli imperatori romani, da Giulio Cesare a Tiberio, passando per Ottaviano Augusto (l’ombra della sua morte che si allunga sui suoi ultimi giorni di villeggiatura sull’isola). Dalla residenza di Tiberio (che costruì diverse ville imperiali), Villa Jovis, costruita intorno al I secolo, si può gettare un ultimo sguardo al “salto di Tiberio”. Una bellezza che corteggia istinti da cupio dissolvi. Un salto di oltre duecentonovanta metri, a strapiombo sul mare: l’imperatore romano, secondo la leggenda, da qui gettava ospiti indesiderati e, forse, amanti non più graditi. Il vento sferza potente su questo punto roccioso che scorge il mare da tutte le parti, sembra difficile resistere al fascino dell’altezza. Guardare giù è già precipitare. Mentre osservi, da sopra, incerto, il volo dei gabbiani, il loro grido. Questa bellezza, così rischiosa da essere temeraria. Ma, primo in ordine cronologico, Omero parlò di Capri, quando scrisse delle sirene di Odisseo. Il canto di queste magnifiche assassine, donne-uccello dal verso che affascina, forse vivevano qui, sugli scogli di Marina Piccola, da dove puoi guardare quegli scogli da cartolina: Stella, Saetta e Scopolo. I nomi dei faraglioni. Quanti sguardi si saranno posati su di loro? “Vi sbarcai in inverno. La veste di zaffiro l’isola custodiva ai suoi piedi, e nuda sorgeva nel suo vapore di cattedrale marina”, scrive Pablo Neruda nella Chioma di Capri: era sbarcato anche lui qui, nell’inverno del 1952. Col basco in testa e in bocca la pipa, accanto a Matilde, la sua amante dai capelli rossi, sorridente e silenziosa (lui era sposato da sedici anni con Delia del Carril, la seconda moglie) e, insieme a loro, il cagnolino Nyon (Teresa Cirillo Sirri li descrive in Neruda a Capri. Sogno di un’isola, La Conchiglia). Mano nella mano, si vedevano i due amanti passeggiare per il mare o camminare verso il monte Solaro. Ospiti dell’ingegnere e naturalista Edwin Cerio, vivevano nella “Casa di Arturo”. Lei era cantante, Matilde Urrutia e lui, dal 1949, in esilio dal Cile, si vedevano bere il caffè in Piazzetta. Pare che un’anziana sarta dell’isola avesse cucito, con fili dorati, appositamente per Matilde, un abito a righe verdi e nere. Lei, la musa di Neruda, cucinava piatti cileni di pesce, con cipolle e olive e l’anatra all’arancia. Per lei, il poeta cileno scrisse Los versos del Capitán e Las uvas y el viento. Sembra che scrivesse con inchiostri diversi, a tutte le ore del giorno e della notte, su foglietti diversi che Matilde collezionava. La casa decorata con fiori di campo e rami di ginestre. Lui, nonostante fosse già impegnato, voleva sposarla. Aveva fatto incidere un anello con questa scritta: “Capri, 3 maggio 1952. El tuo Capitán”.
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In questo quadro idillico che ispirò Troisi per Il postino, c’era anche una domestica, da Neruda chiamata Olivito (perché assomigliava ad una piccola oliva) che si lamentava dei due ospiti disordinati e selvaggi. Imboccando la via Tragara, restano i suoi versi incisi sulla roccia: “Capri – reina de roca/en tu vestido/ de color amaranto y azucena/ vivi desarrollando/ la dicha y el dolor . la vin allena/ de radiantes racimos/ que conquisté en la tierra” (“Capri, regina di roccia/ nella tua veste/color giglio e amaranto/ vissi sviluppando/ la fortuna e il dolore, la vigna piena/ di grappoli radiosi/ che conquistai sulla terra”). Innamorato. Ma non solo Neruda. Gli scrittori sull’isola di Capri non si contano. E non solo scrittori. Alle spalle della Piazzetta, lungo il percorso che porta alla Villa Jovis, c’è una casa rossa, di un rosso pompeiano con un’epigrafe che ricorda: qui visse e lavorò dal marzo 1909 al febbraio 1911 lo scrittore russo Maksim Gor’kij e, nel 1910, “dimorò Vladimir Lenin fondatore dello Stato Sovietico”. Sull’isola del dolce far niente, “Apragopoli” come veniva chiamata, qualcuno riesce a lavorare. La figlia del duce, Edda Ciano, e suo marito erano venuti a Capri in luna di miele, nell’albergo più esclusivo dell’isola. Italo Balbo atterrava con l’idrovolante e passava di qui anche Bruno Bottai. Oltre a Moravia e alla moglie Elsa Morante (che a Procida, l’isola sorella di Capri, aveva ambientato appunto L’isola di Arturo), viveva appartato nella sua villa Alberto Albertini, il cofondatore del «Corriere della Sera». Giovanni Amendola e molti ebrei tedeschi e austriaci in fuga dalle leggi razziali trovarono riparo qui, gli scrittori Franz Werfel e Stefan Zweig. Ma l’isola piaceva anche ai gerarchi nazisti, come Goering e Rudolf Hess appassionato di un famoso cantante caprese, Scarola. Proseguendo per la via Tragara si arriva al Belvedere e all’hotel omonimo, secondo quanto riporta l’iscrizione incisa sulla facciata, progettato dall’architetto Le Corbusier, secondo le mie fonti capresi, progettato e costruito dall’imprenditore Vismara originario di Induno Olona, in provincia di Varese. In questo edificio color ruggine, sede del Comando Americano, durante la Seconda Guerra Mondiale soggiornò il generale Eisenhower, futuro presidente USA e Winston Churchill. Ma più poeticamente ne scrisse la grande poetessa Ada Negri, nel 1923: “Viandante, se vai fino a Punta Tragara,/ argentea d’ulivi,/ prendi a sinistra un viottolo a scaglioni nel sasso./ Aspro; ma verso il mare tutto oro di folli/ranuncoli./ Verso il monte tutto ombre di mirti, e pensoso amaranto di cardi./ Ti condurrà alla casa che risponde, marmoreo/ silenzio ai silenzi dell’aria”.
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Proseguendo lungo questo sentiero, la visione dei faraglioni è potente, immediata, sono così vicini da togliere il fiato. Il sentiero conduce quindi alla casa più affascinante dell’isola, Villa Malaparte, concepita e costruita da Curzio Malaparte, su Punta Massullo. Lo stesso Malaparte (pseudonimo di Kurt Erich Suckert) che aveva dato di Napoli, un potente affresco ai limiti della putrefazione, nel viaggio allucinato e infernale di La pelle, il romanzo scandalo, pubblicato nel 1949, aveva scelto l’isola più bella del golfo di Napoli. E la casa, progettata interamente da lui, non aperta ai visitatori, è un sogno di bellezza, costruita sul promontorio roccioso, come un enorme mattone, che ride delle tempeste e resiste negli occhi con quel suo sguardo che saluta i marinai. Il camino ha per fondo un vetro: quando era in casa, lo scrittore accendeva le fiamme, che si vedevano dal mare. Quando il mare è in tempesta, le onde lambiscono la casa, “La casa come me”. Quando parto dall’isola, l’isola torna ad essere un’isola: hanno cancellato gli aliscafi. Il mare è grosso. Non resta che prendere l’ultima corsa per Sorrento, costeggiando la terraferma. Villa Malaparte diventa un puntino rosso scuro in mezzo al mare, negli occhi lo sguardo dell’isola si allontana, come un miraggio, “una meringa”, qualcosa che non esiste più, se solo esce dagli occhi. Senti soltanto le onde. I faraglioni sono scomparsi. Ti chiedi se non sia solo un sogno. E ti torna alla mente l’ultima pagina dell’isola di Arturo, anche se l’isola che scompare è Capri: “Preferisco fingere che non sia esistita. Perciò, fino al momento che non se ne vede più niente, sarà meglio che non guardi là. Tu avvisami, a quel momento. (…) Intorno alla nostra nave, la marina era tutta uniforme, sconfinata come un oceano. L’isola non si vedeva più”.
Linda Terziroli
*In copertina: Pablo Neruda, tra gli illustri ospiti di Capri
L'articolo Capri, mito infinito: dalle Sirene di Ulisse a Curzio Malaparte, da Pablo Neruda a Lenin, Churchill e Marinetti. Viaggio con scorta di libri (e molteplici occhi) proviene da Pangea.
from pangea.news http://bit.ly/2Ikob9G
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Di quando il cuore si ritrova protetto dagli uragani, al riparo dalle tempeste, sollevato dai pensieri bui. Di un abbraccio, e nulla più.
EliBì
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Ciao amore mio, ti scrivo qui perché non so che altro fare. Non so come fare per riuscire a stare meglio e ad allontanare tutte le mie paure che mi stanno uccidendo. Spero che un giorno riuscirò a correre da te, lasciando tutto e non facendo vincere nessun timore. Spero che riuscirai ad essere felice sempre e a conservare il nostro ricordo come qualcosa di bello. Per me sei stato il mio riparo dalle tempeste più grandi, sei stato un amico quando ne ho avuto bisogno, sei stata la spalla su cui poggiarmi quando niente andava bene e sei stato l'amore più grande che potessi provare. Anche se magari incontrerai chi ti farà più bene di me, chi sarà amarti più di quanto faccio io e chi ti abbraccerà come io non ho potuto fare, sappi che ti amerò sempre e tanto. Sei l'addio che non voglio dire perché in noi ci credo ancora, nel mio cuore so che l'uomo della mia vita sei tu e non voglio perderti. Proverò a stare meglio, a ritrovare la forza che ho sempre avuto e ti verrò a riprendere. Non voglio lasciarti andare amore mio, non voglio. Pagherei oro per averti qui adesso, per ricevere un tuo messaggio dicendo che mi stai venendo a prendere. Vorrei mi prendessi a schiaffi fin quando non ritorno in me. Mi hai detto che non mi riconosci più e che io non mi sono mai arresa... E adesso che mi sta succedendo? Aiutami tu a capire perché io mi sento nulla, mi sento uno schifo e in testa ho solo pensieri orrendi. Mi manchi e mi mancherai in ogni istante, ogni attimo e cercherò di farti arrivare il mio pensiero, cercherò di venire nei tuoi sogni e abbracciarti forte. Mi sento vuota e senza te non sono in grado di fare più niente se non lasciarmi andare e spegnermi lentamente. Se magari ti verrà in mente di venirmi a prendere e portarmi via di qua, la porte è sempre aperta e io ci spero ancora. Farò di tutto per stare meglio, per noi amo, non solo per me. Non posso lasciarti andare, non voglio che esci per sempre dalla mia vita perché tutto ciò che di bello nella vita ho avuto sei stato tu, con i tuoi sorrisi meravigliosi e i tuoi occhi in cui dentro c'è l'universo. Vorrei solo fosse un incubo, vorrei svegliarmi e troaverti qui che mi stringi forte la mano e mi dici che non mi lasci stare, che mi aiuti tu nonostante tutto. Vorrei solo averti accanto e sentirmi piccola e al sicuro da tutto nelle tue braccia. Mi sto uccidendo piano piano e non riesco più ad uscirne. Non riesco più a fare niente. Aiutami tu, ti prego... Ti prego amore mio...
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C'è che senza te... come vivo? come passo le mie giornate? come mi tranquillizzo? tempo fa mi bastavi tu. solo tu. amici e amiche? non servivano. genitori? nemmeno loro. anche perché nessuno di loro mi capiva se non tu. c'è che tra le tue braccia trovavo un rifugio, una casa, un riparo dalle tempeste. c'è che ti credevo. credevo a tutto ciò che dicessi. pendevo dalle tue labbra. ogni parola, ogni sguardo, ogni smorfia, era simbolo di verità e di purezza. e io dipendevo da te. cazzo quanto mi manchi. la droga sbagliata, sei solo la droga sbagliata.
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