#regimi
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Un'istituzione razzista, omofoba, misogina, non meno del fascismo: questa è la "chiesa di Roma".
La chiesa cattolica è palesemente omofoba, misogina, razzista: si espone in una pressante propaganda contro la libertà di autodeterminazione delle donne, contro di chi non sia eterosessuale, e contro pure le altrui religioni; è un'istituzione identica nei disvalori al fascismo, perché, come in altri, casi essa collabora con regimi.
Mussolini contò sull'appoggio del papa per assicurare il consenso dei cattolici al proprio regime, procurandosi una "legittimità morale".
Pio XI (Achille Ratti) confidò in Mussolini affinché lo aiutasse a restaurare il potere della Chiesa in Italia.
La breccia di Porta Pia, nel 1870, aveva segnato la fine del potere temporale (della chiesa cattolica) in Italia.
Attualmente, la chiesa cattolica misogina, omofoba capeggiata da Papa Francesco appoggia le posizioni misogine e omofobe di Giorgia Meloni, la quale è nota per anche per la sua partecipazione al gruppo misogino, omofobo conservatore Vox.
Corretto è puntualizzare che, nel momento in cui un sacerdote della chiesa cattolica chieda denaro in funzione dei suoi "riti magici" (battesimo, comunione, cresima, matrimonio in chiesa, benedizione di persone o cose...), non gli va dato altro una copia dell'art. 643 C.P.
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PRIMA PAGINA Il Quotidiano Del Sud di Oggi giovedì, 22 agosto 2024
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L'Impossibilità di un Ritorno del Fascismo del Duce nell'Era Tecnologica
Hanno ragione quelli che affermano che OGGI il fascismo, di stampo mussoliniano, non si potrà realizzare e le ragioni, analizzando le condizioni storico-sociali-ambientali del ventennio e rapportandoli a quelli di oggi sono più che evidenti. Guardiamoli insieme: Alla fine della prima Guerra Mondiale, alla vigilia dell’insediamento del fascismo, l’Italia contava 36.975.000 abitanti. Era un paese…
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" Si trattava ancora una volta di un libro, e l'autore si chiamava Kafka, Franz, e il libro era intitolato "Nella colonia penale". Più tardi ho chiesto a Boris se davvero non immaginava le conseguenze di quello che faceva quando, alla fine del '44 (!), raccomandava a Leni uno scrittore ebreo, e lui mi ha risposto: «Avevo tanta di quella roba in testa, tante cose a cui pensare che me lo sono dimenticato». Dunque, Leni andò un'altra volta col suo bravo biglietto alla biblioteca, ce n'era ancora una in funzione e la bibliotecaria, per fortuna, era una donna piuttosto anziana e abbastanza ragionevole che strappò il biglietto e prese subito Leni in disparte e le ripeté, alla lettera, quello che le aveva già detto la madre superiora quella volta che aveva chiesto con tanta insistenza di Rahel: «Ma figliuola, ha perso la testa? Chi l'ha mandata qui a chiedere questo libro?» Però Leni, sa, anche stavolta non ha mollato. La bibliotecaria dev'essersi accorta subito che non era un agente provocatore, perciò l'ha presa da parte e le ha spiegato esattamente che quel Kafka era ebreo, che tutti i suoi libri erano stati proibiti e bruciati eccetera, e certo Leni dev'essersene uscita col suo solito disarmante «E con questo?», e allora quella donna le spiegò ben bene, anche se tardi, come stavano le cose tra nazisti ed ebrei, e le mostrò - naturalmente ce l'aveva in biblioteca - lo "Stürmer"* e le spiegò tutto, e Leni, quando venne da me, era inorridita. Finalmente aveva afferrato qualcosa.
Ma non mollò, s'era messa in testa di avere il suo Kafka e di leggerlo, e ci riuscì! Pensi che andò in treno a Bonn, da alcuni professori per i quali suo padre aveva lavorato e di cui sapeva che avevano delle grandi biblioteche, e infatti ne trovò uno che ormai era un nonnetto di settantacinque anni passati e se ne stava là in mezzo ai suoi libri, ormai pensionato, e sa che cosa le disse quello, alla lettera? «Ma figliuola, ha perso la testa? Kafka, nientemeno? Perché non addirittura Heine?» Però fu molto gentile con lei, si ricordò di lei e di suo padre, solo che non aveva quel libro e dovette andare da un collega e poi da un altro finché ne trovò uno con cui la fiducia era reciproca e che per di più possedeva il libro. Non fu tanto semplice, la cosa durò un giorno intero, sa, arrivò a casa nel cuore della notte e aveva il libro nella borsetta, non era una cosa tanto semplice perché non solo bisognava trovare uno che si fidasse del professore e di cui il professore potesse fidarsi, ma quello doveva fidarsi anche di Leni, e non solo doveva avere il libro ma anche cacciarlo fuori! Effettivamente ne trovarono due che lo avevano, ma il primo non volle darlo. Roba da matti, le preoccupazioni di Leni e di Boris, quando era in ballo la vita, la vita nuda e cruda. "
*Settimanale di propaganda nazista veementemente antisemita, edito sin dal 1923.
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Heinrich Böll, Foto di gruppo con signora, (traduzione di Italo Alighiero Chiusano), Einaudi (collana Tascabili), 1972.
[Edizione originale: Gruppenbild mit Dame, Verlag Kiepenheuer & Witsch, Köln, 1971]
#Heinrich Böll#Foto di gruppo con signora#libri#Letteratura tedesca del XX secolo#citazioni#letteratura europea del '900#letteratura europea del XX secolo#leggere#narrativa#narrativa del '900#citazioni letterarie#Germania#letture#1971#anni '70#Franz Kafka#bibliofilia#bibliomania#biblioteche#Nella colonia penale#antisemitismo#ingenuità#regimi autoritari#taotalitarismo#seconda guerra mondiale#classici novecenteschi#anti-intellettualismo#Italo Alighiero Chiusano#lettori#Bonn
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Putin: “Formazione nuovo ordine mondiale è irreversibile”.
https://www.repubblica.it/esteri/2024/10/11/diretta/guerra_ucraina_russia_news_oggi-423548226/?ref=RHLF-BG-P3-S1-T1
Ah, allora è questo "il nuovo ordine mondiale" di cui berciano i gombloddisdi rosso-bruni: l'ordine mondiale dei regimi dittatoriali.
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[Regimi di guerra][Judith Butler]
Le immagini della guerra ci sconvolgono, ma spesso ci lasciano indifferenti. È tempo di cambiare prospettiva. Scopri come trasformare l'empatia in azione concreta.
L’indifferenza ci uccide: perché non sentiamo il dolore del mondo? Titolo: Regimi di guerra. Quando la vita è un’istantaneaScritto da: Judith ButlerTitolo originale: Frames of War: When Is Life Grievable?Tradotto da: Serena DemichelisEdito da: CastelvecchiAnno: 2024Pagine: 240ISBN: 9791256140152 La sinossi di Regimi di guerra di Judith Butler Perché restiamo indifferenti di fronte alle…
#2024#Castelvecchi#Frames of War#Frames of War: When Is Life Grievable?#Gaza#gender#Genere#Giacomo Mormino#gueera#Judith Butler#LGBT#LGBTQ#nonfiction#Olivia Guaraldo#pace#Quando la vita è un&039;istantanea#Regimi di guerra#Serena Demichelis#Ucraina#USA#When Is Life Grievable?
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IL TEATRINO DELLE OMBRE AI TEMPI DEL NULLA Sembra che per i cittadini dell’Impero oggi sia importante far luce su pistolettate di Capodanno, di braccia tese durante una commemorazione di vittime del terrorismo rosso o discernere sugli affari della Wanna Marchi digitale contemporanea (ohibò, ma è incredibile scoprire che della beneficenza non le fregasse un tubo!!). 🕳 E’ chiaro che oggi comunismo e fascismo sono solo delle ombre che vengono agitate per distrarre una popolazione rincitrullita e incapace di pensare così che nessuno veda i problemi reali. Se i regimi autoritari, poco importa di quale colore, facevano leva sul terrore e la repressione oggi la democrazia ha buon gioco nell'ottenere lo stesso servilismo attraverso la manipolazione e la sublimazione del trash. Le persone discutono del nulla, si dividono per il nulla e partecipano a finte battaglie combattute da ombre e fantasmi inesistenti ed intanto l’impero del nulla li priva dell’anima.
m.m.
Leggi l'articolo sul blog: ↘ https://cascinabellaria.com/blog/il-teatrino-delle-ombre-ai-tempi-del-nulla
#cascina bellaria#capodanno#terrorismo rosso#comunismo#fascismo#chiara ferragni#democrazia#trash#regimi autoritari
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Vi consiglio per altro di andare a vedere la storia dell'azienda e del fondatore... un po' fascio...
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una formazione sociale qualsiasi... / gilles deleuze. 1974
Una formazione sociale qualsiasi ha sempre l’aria di funzionare bene. Non c’è motivo perché non funzioni. E tuttavia c’è sempre un lato attraverso cui avvengono delle fughe e per cui si disfa. Non si sa mai se il messaggero arriverà a destinazione. E più ci si avvicina alla periferia del sistema, più i soggetti si trovano presi in una specie di tentazione: o sottomettersi ai significanti,…
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#Deleuze#deterritorializzazione#disobbedire#Due regimi di folli#formazione sociale#Gilles Deleuze#Guattari#linee di fuga#nomadismo#particelle asignificanti
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« Il Quoziente Intellettivo medio della popolazione mondiale sta diminuendo nell’ultimo ventennio.
Una delle cause è l'impoverimento del linguaggio.
Diversi studi dimostrano infatti la correlazione tra la diminuzione della conoscenza lessicale (e l'impoverimento della lingua) e la capacità di elaborare e formulare un pensiero complesso.
La graduale scomparsa dei tempi (congiuntivo, imperfetto, forme composte del futuro, participio passato) dà luogo a un pensiero quasi sempre al presente, limitato al momento: incapace di proiezioni nel tempo.
Meno parole e meno verbi coniugati implicano meno capacità di esprimere le emozioni e meno possibilità di elaborare un pensiero.
Gli studi hanno dimostrato come parte della violenza nella sfera pubblica e privata derivi direttamente dall'incapacità di descrivere le proprie emozioni attraverso le parole.
Più povero è il linguaggio, più il pensiero scompare.
La storia è ricca di esempi e molti libri (1984, di George Orwell; Fahrenheit 451, di Ray Bradbury) hanno raccontato come tutti i regimi totalitari abbiano sempre ostacolato il pensiero attraverso una riduzione del numero e del senso delle parole.
Se non esistono pensieri, non esistono pensieri critici. E non c'è pensiero senza parole.
Coloro che affermano la necessità di semplificare l'ortografia, sfrondare la lingua dei suoi “difetti”, abolire i generi, i tempi, le sfumature, tutto ciò che crea complessità, sono i veri artefici dell’impoverimento della mente umana. »
Christophe Clavé
Tratto da pagina fb Filosofia e storia della filosofia
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LA CENSURA AI TEMPI DEI REGIMI DEMOCRATICI
Di Ivan Surace
In perfetto stile orwelliano la neolingua ha coniato un nuovo termine per la censura tanto di moda nei secoli passati: standard della community.
Suona bene vero?
Un termine inc(u)l(o)sivo, comunitario, che ci fa sentire tutti membri dello stesso gregge in maniera allegra e positiva, contro un non meglio precisato nemico che non rispetta gli standard.
D’altronde un secolo di studi e applicazioni di public relations alla Bernays ha portato i suoi frutti, soprattutto da parte di chi ha capito come funziona la massa e che quindi, senza troppi scrupoli, utilizza tutti i mezzi che ha a disposizione per manipolarla a suo piacimento censurando, o meglio facendo scomparire, chiunque e qualunque cosa possa mettere In dubbio la propaganda di regime, la narrazione dominante.
Come ultimo esempio in questi giorni abbiamo la questione climatica.
Vi sarete resi conto di come la propaganda su questo argomento sia cresciuta in maniera esponenziale in questi ultimi anni, parallelamente alla cosiddetta transizione green, che porta con se il passaggio al “tutto elettrico” in ogni campo e alla sostituzione con l’IA, di gran parte della gestione sociale, politica economica e sanitaria della popolazione.
Stiamo assistendo alla conversione coatta della società in un grande allevamento intensivo di ultima generazione, in cui ogni singolo capo di bestiame, trasformato in un pezzo di carne senza personalità né anima, viene controllato in maniera totale e continuativa.
Comunque la si pensi, questo è il futuro che immaginano per l'umanità e che si sta progressivamente attuando in maniera totalitaria, a cominciare dai grandi centri urbani, trasmormati in vere e proprie aziende zootecniche per umani.
Ma torniamo alla questione climatica, l’intesificarsi della propaganda su questo argomento serve a giustificare e a far accettare all’opinione pubblica l’entrata in vigore di leggi e restrizioni normalmente inaccettabili in qualsiasi società democratica.
Quindi la questione climatica é il pretesto, lo storytelling, la fiction, su cui si basa la ricerca di consenso da parte del potere, per imporre il cambiamento antropologico necessario, per realizzare i loro piani di controllo totale della popolazione.
Affinché la fiction sia credibile e possa essere sostituita alla realtà, occorre eliminare tutte le eventuali prove, critiche, controversie, che contrastano, anche minimamente, con la narrazione dominante.
È in ossequio a questa logica che negli ultimi mesi su FB, in maniera discreta e disinvolta, con vera tecnica da desaparecidos, sono stati rimossi diverse pagine e profili che facevano informazione sul clima in maniera non allineata al pensiero unico e dove venivano condivisi studi, grafici e informazioni scientifiche di fondazioni come Clintel o di scienziati come Prestininzi, Scafetta, Prodi, Curry, Lindzen, Spencer, ecc.
La pagina 'Klima e scienza', solo per fare un esempio recente, é stata fatta evaporare non appena raggiunti i 10mila iscritti.
Stessa sorte a profili di privati cittadini e di gestori dei profili sopra menzionati, anch’essi fatti sparire da un giorno all’altro con estrema discrezione, al punto che se uno non ci fa caso, neanche se ne rende conto e tutto continua come se niente fosse accaduto.
La situazione é estremamente pericolosa perche da un lato si procede con le epurazioni senza sosta e dall’altro non vi è nessuna presa di coscienza di quanto stia succedendo.
Se e quando la massa si renderà conto di tutto ciò, sarà già troppo tardi.
Al limite avverrà quando l’identità digitale, il portafoglio digitale e tutte le restrizioni ad essi legate, saranno già legge e routine quotidiana e non penso si dovrà attendere molto.
Se non ci sarà un totale cambio di passo da parte della minoranza non allineata nel lottare contro questo regime, tra i più subdoli e raffinati della storia, la fine della società e dell’umanità per come l’abbiamo sempre vissuta percepita e immaginata sarà certa come la morte.
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La concentrazione di tutti i mezzi di produzione nelle mani del regime politico, usuraio o comunista che sia, determina fatalmente la creazione della domanda da parte della sola offerta proposta: la differenza tra i due regimi vien fatta saltare all’occhio proprio perchē non c’ē.
Patriarcato Napulitano
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Il Quoziente Intellettivo medio della popolazione mondiale sta diminuendo nell’ultimo ventennio.
Una delle cause è l'impoverimento del linguaggio.
Diversi studi dimostrano infatti la correlazione tra la diminuzione della conoscenza lessicale (e l'impoverimento della lingua) e la capacità di elaborare e formulare un pensiero complesso.
La graduale scomparsa dei tempi (congiuntivo, imperfetto, forme composte del futuro, participio passato) dà luogo a un pensiero quasi sempre al presente, limitato al momento: incapace di proiezioni nel tempo.
Meno parole e meno verbi coniugati implicano meno capacità di esprimere le emozioni e meno possibilità di elaborare un pensiero.
Gli studi hanno dimostrato come parte della violenza nella sfera pubblica e privata derivi direttamente dall'incapacità di descrivere le proprie emozioni attraverso le parole.
Più povero è il linguaggio, più il pensiero scompare.
La storia è ricca di esempi e molti libri (1984, di George Orwell; Fahrenheit 451, di Ray Bradbury) hanno raccontato come tutti i regimi totalitari abbiano sempre ostacolato il pensiero attraverso una riduzione del numero e del senso delle parole.
Se non esistono pensieri, non esistono pensieri critici. E non c'è pensiero senza parole.
Coloro che affermano la necessità di semplificare l'ortografia, sfrondare la lingua dei suoi “difetti”, abolire i generi, i tempi, le sfumature, tutto ciò che crea complessità, sono i veri artefici dell’impoverimento della mente umana.
Christophe Clavé
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Soffiano venti di Guerra? Russia Ucraina e la situazione critica nel Medio Oriente, combinati con l'instabilità profonda nell'africa subsahariana, le tensioni sempre maggiori nell' Indopacifico, mettono in luce un quadro con prospettive cupe. Ci davanti scenari estremamente fluidi e instabili. Anche se può sembrare che questi conflitti siano geograficamente distanti, sono direttamente collegati a noi con dinamiche profonde e interconnesse. In questo contesto riconosciamo una matrice comune, ossia uno scontro tra due visioni del mondo fortemente incompatibili.
L'ordine globale è minacciato da un nuovo acronimo, CRINK che racchiude le iniziali dei regimi coinvolti nelle crisi Cina, Russia, Iran, Corea del nord. I 4 costringono la Nato a rafforzare le relazioni con gli stati dell'Indo-Pacifico che condividono gli stessi timori. Australia, Nuova Zelanda, Corea del sud e Giappone hanno preso parte per la 1 volta ad un incontro a Bruxelles. Tuttavia, la Nato non è unita nell'espandere i legami con l'est. La Francia è stata la forza trainante nel bloccare il progetto della Nato per l'istituzione di un nuovo ufficio a Tokio, insistendo sul fatto che l'Organizzazione del Trattato Nord Atlantico si concentri sulla sua regione d'origine.
I Paesi dell'Europa centrale confinanti con la Russia vogliono che la Nato si concentri sul preparare la loro regione ad un'eventuale guerra con Mosca - e che lasci l'Indo-Pacifico agli Stati Uniti. La Cina, intanto, da anni avverte l'Alleanza di non avvicinarsi troppo alle 4 demi razie dell'Indo-Pacifico.
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" Bailey manda giù un sorso di latte e chiede se il paese è ormai in guerra ed Eilish osserva i baffi bianchi sopra le labbra e l’interrogativo nei suoi occhi. Nei notiziari internazionali la definiscono una rivolta, dice Molly, ma se vogliamo dare alla guerra il nome giusto, dobbiamo chiamarla intrattenimento, ormai siamo spettacolo televisivo per il resto del mondo. Samantha posa forchetta e coltello accanto al piatto. Mio padre lo definisce terrorismo, secondo lui questi tizi non sono altro che terroristi e avranno quello che si meritano, lo sbraita sempre quando vede il telegiornale. Eilish guarda da un’altra parte e Molly resta in silenzio a fissare il proprio piatto. Questo agnello è venuto proprio bene, non ti pare?, dice Eilish, che peccato che Mark non sia qui. Muove il coltello sulla carne senza tagliarla, poi si alza e accende la luce, Bailey la guarda mentre si risiede. Insomma è là che è andato Mark, chiede, ad arruolarsi nell’esercito dei ribelli? Un’espressione di cupa angoscia attraversa il volto di Samantha, mentre Eilish finge di aggiungere sale e Bailey si pulisce la bocca con la manica. Non so di cosa stai parlando, dice la madre, t’ho già spiegato che Mark è andato su nel Nord a studiare. E allora come mai non ci posso parlare? Credi che sono stupido? Perché dici sempre stronzate?
Trafigge la carne con il coltello e poi se la porta alla bocca. Ho sentito dire che l’altro giorno tre disertori sono stati giustiziati per strada, un colpo alla nuca, bang, bang, bang, dice, mimando una pistola con il dito. Eilish mette giù forchetta e coltello e spinge indietro la propria sedia. Non voglio sentire un linguaggio simile, lo rimprovera, Bailey, tu riempi la lavastoviglie, Samantha, ti fermi per il dolce? Possiamo guardarci un film tutti insieme. Molly e Samantha si trasferiscono in soggiorno ed Eilish le segue, poi Molly sale di sopra per andare in bagno e Samantha guarda le foto appese. Non era mia intenzione… sa, dice, con voce vaga, è solo che mio padre non mi sta molto simpatico, secondo me è uno di quei complottisti matti. "
Paul Lynch, Il canto del profeta, traduzione di Riccardo Duranti, 66thand2nd (collana Bookclub n° 75), 2024¹; pp. 147-148.
[Edizione originale: Prophet Song, Oneworld Publications, London, UK, 2023]
#Paul Lynch#Il canto del profeta#Riccardo Duranti#distopie#letteratura irlandese contemporanea#politica#regimi autoritari#totalitarismo#Booker Prize#Eire#Repubblica d'Irlanda#estrema destra#libertà civili#Stato di diritto#guerra civile#narrativa#famiglia#populismi#attualità#democrazia#letteratura in lingua inglese#dittatura#letture#leggere#libri#romanzi#Occidente#liberalismo#nazionalismo#Dublino
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«Il Quoziente Intellettivo medio della popolazione mondiale sta diminuendo nell’ultimo ventennio.
Una delle cause è l'impoverimento del linguaggio.
Diversi studi dimostrano infatti la correlazione tra la diminuzione della conoscenza lessicale (e l'impoverimento della lingua) e la capacità di elaborare e formulare un pensiero complesso.
La graduale scomparsa dei tempi (congiuntivo, imperfetto, forme composte del futuro, participio passato) dà luogo a un pensiero quasi sempre al presente, limitato al momento: incapace di proiezioni nel tempo.
Un altro esempio: eliminare la parola "signorina" (ormai desueta) non vuol dire solo rinunciare all'estetica di una parola, ma anche promuovere involontariamente l'idea che tra una bambina e una donna non ci siano fasi intermedie.
Meno parole e meno verbi coniugati implicano meno capacità di esprimere le emozioni e meno possibilità di elaborare un pensiero.
Gli studi hanno dimostrato come parte della violenza nella sfera pubblica e privata derivi direttamente dall'incapacità di descrivere le proprie emozioni attraverso le parole.
Più povero è il linguaggio, più il pensiero scompare.
La storia è ricca di esempi e molti libri (1984, di George Orwell; Fahrenheit 451, di Ray Bradbury) hanno raccontato come tutti i regimi totalitari abbiano sempre ostacolato il pensiero attraverso una riduzione del numero e del senso delle parole.
Se non esistono pensieri, non esistono pensieri critici. E non c'è pensiero senza parole.
Facciamo parlare, leggere e scrivere i nostri figli, i nostri studenti. Insegniamo e praticare la lingua nelle sue forme più diverse. Anche se sembra complicata. Soprattutto se è complicata.
Perché in questo sforzo c'è la libertà.
Coloro che affermano la necessità di semplificare l'ortografia, sfrondare la lingua dei suoi “difetti”, abolire i generi, i tempi, le sfumature, tutto ciò che crea complessità, sono i veri artefici dell’impoverimento della mente umana.
Non c'è libertà senza necessità.
Non c’è bellezza senza il pensiero della bellezza.»
Christophe Clavé
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