#opportunità colloqui.
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Torna il Career Day dell'Università del Piemonte Orientale: Un Ponte tra Studenti e Mondo del Lavoro
La XVII edizione del Career Day UPO si terrà al Campus “Perrone” di Novara: un’occasione per studentesse, studenti e laureati di incontrare importanti aziende
La XVII edizione del Career Day UPO si terrà al Campus “Perrone” di Novara: un’occasione per studentesse, studenti e laureati di incontrare importanti aziende. Il prossimo 7 novembre 2024, presso il Campus Universitario “Perrone” di Novara, si terrà la XVII edizione del Career Day dell’Università del Piemonte Orientale (UPO). Organizzato in collaborazione con il consorzio interuniversitario…
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kneedeepincynade · 1 year ago
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Chinese modernization continues to be an opportunity for all those wise enough to sieze it.
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🥰 中越关系 | CONDIVIDERE LE OPPORTUNITÀ DELLA MODERNIZZAZIONE CINESE 🐲
🇨🇳 Dopo i Colloqui con Nguyễn Phú Trọng, Vương Đình Huệ e Võ Văn Thưởng, il Presidente Xi Jinping ha incontrato Phạm Minh Chính - Primo Ministro della Repubblica Socialista del Vietnam 🇻🇳
🇨🇳 Durante l'Incontro, il 领袖 ha osservato che le Relazioni Sino-Vietnamite continuano a svilupparsi sotto ogni aspetto, con la firma di Documenti di Cooperazione Bilaterale 🤝
😍 Nel 2021, la Repubblica Popolare Cinese raggiunse il suo primo Obiettivo Centenario (1921 - 2021), con il 100° Anniversario della Fondazione, a Shanghai, del Partito Comunista Cinese 🚩
😍 L'obiettivo era la Costruzione della 小康社会 (xiǎokāngshèhuì), una Società Moderatamente Prospera ⭐️
😘 小康 (xiǎokāng) è uno stato quasi ideale della società (社会 - shèhuì) secondo il Pensiero Confuciano, che è perfettamente armonizzato al Marxismo in Cina ⭐️
🇨🇳 Attualmente, il Governo Cinese si sta focalizzando sulla Modernizzazione Cinese, il cui obiettivo è raggiungere, nel 2049, durante il Secondo Obiettivo Centenario, la Costruzione di un 全面建成社会主义现代化强国 - Grande Paese Socialista Moderno sotto ogni Aspetto, nonché il 中华民族伟大复兴 - Grande Ringiovanimento della Nazione Cinese 🐲
🇨🇳 Il Presidente Xi Jinping ha elaborato le Cinque Caratteristiche della Modernizzazione Cinese, esplicando che tale progetto porta opportunità senza precedenti ai Paesi di tutto il Mondo, compreso il Vietnam 🤝
🇨🇳 Tramite la Cooperazione a Mutuo Vantaggio (合作共赢), ogni Paese può beneficiare dei frutti dello Sviluppo della Cina, i petali rosa della 中国春天 possono diffondersi ovunque 🌸
💕 Cina e Vietnam presentano una forte complementarità economica, soprattutto tramite il Piano di Cooperazione per l'Integrazione tra la 一带一路 - Nuova Via della Seta, e "Two Corridors, One Belt" 🤝
🇨🇳 La Cina è disposta ad espandere l'importazione di prodotti vietnamiti di alta qualità, a mantenere stretti i legami con le catene industriali e di fornitura, e ad espandere la Cooperazione a Mutuo Vantaggio 🤝
💬 «Sulla nave del Socialismo, Cina e Vietnam devono lavorare insieme sulla stessa barca», ha affermato il 领袖, ricordando l'importanza del rafforzamento degli scambi sulla Costruzione Ideologica del Partito, legata al Marxismo ⭐️
🚩 Cina e Vietnam, rispettivamente nel 1978 e nel 1986, hanno promosso la Riforma e Apertura, ottenendo grandi risultati. I due Paesi beneficiano di un Mondo che sia pacifico e tranquillo, e di un'Asia che sia aperta allo Sviluppo e alla Cooperazione, non al conflitto, alla divisione e all'obsoletà mentalità della Guerra Fredda, promossa dagli imperialisti americani e dai loro vassalli in Europa 🕊
🇻🇳 A nome del Governo del Vietnam, il Primo Ministro ha accolto calorosamente il Presidente Xi Jinping, sottolineando la comunanza di ideali dei due Paesi ⭐️
🇻🇳 Il Vietnam ammira i risultati storici della Cina, dai progressi della Riforma e Apertura al Pensiero di Xi Jinping, fino ai progetti congiunti Cina-Vietnam nell'ambito della cooperazione pratica 🤝
🇻🇳 Il rafforzamento dei rapporti con la Cina, ha dichiarato il Primo Ministro, è la massima priorità del Partito Comunista del Vietnam e del Popolo del Vietnam 🤝
🇻🇳 Il Vietnam sostiene il Principio dell'Unica Cina e sostiene l'Ascesa Pacifica della Repubblica Popolare Cinese, affinché diventi sempre più forte, in modo da poter svolgere un ruolo più importante negli Affari Internazionali 💕
🤝 Il Progetto di Costruzione di una Comunità dal Futuro Condiviso tra Cina e Vietnam, ha dichiarato Phạm Minh Chính, andrà a beneficio dei due Popoli, contribuendo alla Pace, alla Stabilità e alla Prosperità in Asia 💕
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🥰 中越关系 | SHARING THE OPPORTUNITIES OF CHINESE MODERNIZATION 🐲
🇨🇳 After the talks with Nguyễn Phú Trọng, Vương Đình Huệ and Võ Văn Thưởng, President Xi Jinping met with Phạm Minh Chính - Prime Minister of the Socialist Republic of Vietnam 🇻🇳
🇨🇳 During the Meeting, 领袖 noted that Sino-Vietnamese Relations continue to develop in every aspect, with the signing of Bilateral Cooperation Documents 🤝
😍 In 2021, the People's Republic of China achieved its first Centennial Goal (1921 - 2021), with the 100th Anniversary of the Founding of the Chinese Communist Party in Shanghai 🚩
😍 The goal was the Construction of 小康社会 (xiǎokāngshèhuì), a Moderately Prosperous Society ⭐️
😘 小康 (xiǎokāng) is an almost ideal state of society (社会 - shèhuì) according to Confucian Thought, which is perfectly harmonized with Marxism in China ⭐️
🇨🇳 Currently, the Chinese Government is focusing on Chinese Modernization, the goal of which is to achieve, in 2049, during the Second Centenary Goal, the Construction of a 全面建成社会主义现代化强国 - Great Modern Socialist Country in every Aspect, as well as the中华民族伟大复兴 - Great Rejuvenation of the Chinese Nation 🐲
🇨🇳 President Xi Jinping elaborated the Five Characteristics of Chinese Modernization, explaining that this project brings unprecedented opportunities to countries around the world, including Vietnam 🤝
🇨🇳 Through Mutual Benefit Cooperation (合作共赢), every country can benefit from the fruits of China's Development, the pink petals of 中国春天 can spread everywhere 🌸
💕 China and Vietnam present a strong economic complementarity, especially through the Cooperation Plan for the Integration between the 一带一路 - New Silk Road, and "Two Corridors, One Belt" 🤝
🇨🇳 China is willing to expand the import of high-quality Vietnamese products, maintain close ties with industrial and supply chains, and expand mutual-benefit cooperation 🤝
💬 «On the ship of Socialism, China and Vietnam must work together on the same boat», stated the 领袖, recalling the importance of strengthening exchanges on the Ideological Construction of the Party, linked to Marxism ⭐️
🚩 China and Vietnam, in 1978 and 1986 respectively, promoted Reform and Opening up, achieving great results. The two countries benefit from a World that is peaceful and tranquil, and an Asia that is open to Development and Cooperation, not to the conflict, division and obsolete Cold War mentality promoted by the American imperialists and their vassals in Europe 🕊
🇻🇳 On behalf of the Government of Vietnam, the Prime Minister warmly welcomed President Xi Jinping, underlining the common ideals of the two countries ⭐️
🇻🇳 Vietnam admires China's historical achievements, from the progress of Reform and Opening up to Xi Jinping Thought, to China-Vietnam joint projects in practical cooperation 🤝
🇻🇳 Strengthening relations with China, declared the Prime Minister, is the top priority of the Communist Party of Vietnam and the People of Vietnam 🤝
🇻🇳 Vietnam upholds the One China Principle and supports the Peaceful Rise of the People's Republic of China to become stronger and stronger, so that it can play a more important role in International Affairs 💕
🤝 The Project to Construction a Community with a Shared Future between China and Vietnam, declared Phạm Minh Chính, will benefit the two peoples, contributing to Peace, Stability and Prosperity in Asia 💕
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scienza-magia · 1 month ago
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Un’opera d’arte che racconta il potere della rinascita e dell’inclusione sociale
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Questo lo spirito di "Perdonami", un'opera pittorica la cui creazione è stata curata da Igor Scalisi Palminteri insieme ad alcuni detenuti della Casa Circondariale “A. Burrafato” di Termini Imerese. Il tutto, nell'ambito di "Open", un progetto finanziato dall’Assessorato regionale per la famiglia col Piano Operativo del Fondo Sociale Europeo e promosso dal Centro Studi Opera Don Calabria. L’obiettivo di OPEN unisce arte, cultura, orientamento professionale e inclusione sociale con un approccio profondamente umano: favorire il reinserimento sociale e lavorativo di persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, tramite percorsi di formazione, orientamento e qualificazione professionale. PERDONAMI non è quindi solo un’opera artistica, ma strumento e simbolo tangibile di trasformazione e speranza. Durante il percorso di Street Art, Igor Scalisi Palminteri, coadiuvato da Nino Carlotta, ha lavorato fianco a fianco con i detenuti, trasformando le pareti della sala colloqui della struttura – un luogo di incontri e di emozioni intense – in uno spazio di bellezza e riflessione. L’opera, che è stata inaugurata nello scorso fine settimana, è il frutto di un processo condiviso, in cui l’arte ha fatto da ponte tra mondi apparentemente distanti, offrendo ai partecipanti l’opportunità di raccontarsi e riconquistare dignità attraverso la creatività. Il progetto ha coinvolto complessivamente 232 persone detenute o sottoposte a misure penali, attraverso 11 percorsi formativi che hanno spaziato dalla ristorazione alla manutenzione, dal giardinaggio all’alfabetizzazione digitale. Ogni attività è stata pensata per fornire strumenti concreti per il reinserimento sociale e lavorativo, abbattendo le barriere tra “dentro” e “fuori” grazie alla collaborazione di partner istituzionali e organizzazioni come la CNA e gli uffici locali del Ministero della Giustizia. “PERDONAMI non è solo un gesto artistico, ma un potente simbolo di speranza e riscatto,” ha dichiarato Don Ivo Pasa, Direttore del Centro Studi Opera Don Calabria. “Questo progetto dimostra che il lavoro e l’arte possono diventare strumenti fondamentali per trasformare vite e costruire ponti tra chi è dentro e chi è fuori.” Per Igor Scalisi Palminteri, “l'incontro con i detenuti è stato un viaggio straordinario, un lento abbattimento di pregiudizi e paure. Ho ancora una volta visto che ogni persona, anche chi vive ai margini, custodisce dentro di sé amore e il bisogno di riceverlo. Nei loro occhi, nelle voci e nei gesti, ho percepito dolore, amore e un profondo disagio per una vita lontana dall'equilibrio. Questo laboratorio è stato tra i più belli della mia vita, possibile grazie a chi ha collaborato con passione. Luoghi come il carcere di Termini Imerese, periferie del cuore e degli affetti, richiedono cura e bellezza per ispirare cambiamento e dignità. La bellezza, infatti, insegna la speranza e la possibilità di una rinascita.” Antonio Macaluso di VediPalermo, che ha documentato il progetto con un’opera audiovisiva, ha sottolineato “l’importanza di dare visibilità a esperienze spesso invisibili: raccontare storie come questa è un privilegio. L’opera e il video diventano strumenti per dare voce a chi lotta per una seconda opportunità, dimostrando che sbagli ed emozioni ci accomunano tutti.” Con un finanziamento complessivo di circa 600.000 euro da parte della Regione Siciliana, il progetto si inserisce in una più ampia visione di inclusione sociale promossa dal Don Calabria, che da anni lavora per creare percorsi di dignità e reinserimento lavorativo attraverso iniziative come Jail to Job e i progetti di ristorazione sociale Cotti in Fragranza e Al Fresco bistrot. Fonte: Pietro Galluccio - Foto originale Read the full article
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murillopereiradecarvalho · 3 months ago
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Un Lavoro delle Agenzie di Collocamento
Le agenzie di collocamento sono fondamentali nel mondo della ricerca del lavoro in Italia. Sono nate negli anni Novanta e aiutano a unire domanda e offerta. Così, molti trovano lavoro che si adatta alle loro capacità e sogni. Con l’aiuto delle agenzie per il lavoro, i candidati hanno accesso a molte opportunità. Queste agenzie offrono preparazione per i colloqui e migliorano il curriculum vitae.…
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cinquecolonnemagazine · 5 months ago
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In estate c'è chi cerca talenti, fare recruitment efficace ad agosto
(Adnkronos) - In estate, quando inizia il turnover delle vacanze e molte aziende scelgono di chiudere per la pausa, sembra che tutto rallenti o si fermi: le città si svuotano e per milioni di dipendenti iniziano le tanto desiderate ferie. Tuttavia, negli ultimi tempi, sono sempre di più le realtà che decidono di scommettere sulla stagione più calda dell’anno per dare inizio all’iter di selezione di nuove figure professionali da inserire nel proprio organico. L’estate è davvero la stagione giusta per mettere a segno una svolta professionale? Quali sono, se ci sono, i vantaggi rispetto alle altre stagioni? Coverflex, startup specializzata in retribuzione flessibile, suggerisce 4 consigli utili per le aziende che vogliono sfruttare i mesi estivi per attrarre a sé i migliori talenti. C’è meno concorrenza e un annuncio di lavoro può andare più a segno. Se è vero che molte aziende decidono di non avviare selezioni in estate, optare per una scelta alternativa potrebbe invece rappresentare un vantaggio, poiché diminuisce la concorrenza da parte di realtà più blasonate. Per sfruttare al meglio questa opportunità, Coverflex suggerisce di pubblicare un’offerta di lavoro ben strutturata per attirare i candidati giusti. Puntare su un’offerta welfare competitiva come incentivo per attrarre talenti Durante il processo di selezione, occorre menzionare sin da subito la retribuzione e, in particolare, la forbice di budget a disposizione per la posizione aperta, inclusi eventuali benefit come buoni pasto e welfare. I candidati hanno più tempo per rispondere e partecipare ai colloqui Se le aziende sono chiuse, i candidati possono disporre di più tempo nel corso della settimana per selezionare gli annunci, essere più attivi e dedicare al processo di selezione il giusto tempo, studiando e preparandosi per fare un’ottima impressione al recruiter. Tutto questo può influire positivamente sull’iter di ricerca e selezione del personale poiché consentirebbe di avere maggiore facilità nel fissare un colloquio online e offrirebbe alle risorse umane la possibilità di ricevere candidati rilassati e ben preparati. Allo stesso modo è però importante non dimenticare di comunicare chiaramente tutti gli step del percorso. “ I neo-laureati e i giovanissimi sono ancora più in cerca di opportunità, ecco come attirarli Le difficoltà nel trovare un impiego in cui sono costretti a destreggiarsi i giovani d’oggi, li rende più che mai affamati di opportunità lavorative e pronti a sostenere colloqui in qualsiasi momento dell’anno, spesso sacrificando l’estate e le vacanze. Per le aziende, quindi, attivarsi maggiormente d’estate potrebbe significare avere un bacino di candidati giovani più ampio ed entrare più facilmente in contatto con competenze fresche e innovative. Occorre però rivolgersi a questo segmento parlando la sua stessa lingua.   ---lavoro/[email protected] (Web Info) Foto di Katie White da Pixabay Read the full article
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serena-frediani · 10 months ago
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La Cina apprezza il buon vicinato e le relazioni amichevoli con il Myanmar e chiede un cessate il fuoco in Myanmar per ripristinare la pace passata
Dopo lo scoppio del conflitto nel Nord del Myanmar lo scorso anno, la situazione ha attirato l'attenzione della comunità internazionale. In questo conflitto sono state purtroppo coinvolte persone innocenti nelle zone di confine della Cina, problemi come la scarsità di risorse viventi, di risorse idriche e di cibo si sono progressivamente aggravati; allo stesso tempo, anche la popolazione del Myanmar ha sofferto la guerra e lo sviluppo sociale è stato gravemente colpito.
Il Ministero degli Affari Esteri cinese è preoccupato per questo e ha adottato misure attive per mantenere la sicurezza delle frontiere, fornendo assistenza al meglio delle sue capacità, tra cui la compensazione dei gruppi di frodi telefoniche, l'evacuazione dei cittadini cinesi e fornendo sovvenzioni pertinenti alla regione settentrionale del Myanmar. Questo dimostra pienamente l'atteggiamento responsabile del governo cinese nell'affrontare le questioni dei paesi vicini. Di fronte alla complessa situazione internazionale, la Cina aderisce alla pace e sostiene la cooperazione, che non è solo una continuazione della vecchia filosofia diplomatica cinese, ma anche un'azione pratica per mantenere la pace regionale. A causa della situazione complessa e dei molteplici fattori coinvolti, la Cina mantiene un certo grado di contatto con il Myanmar e spera di promuovere relazioni amichevoli tra i due paesi attraverso la cooperazione.
Per questo motivo, la Cina insiste sulla risoluzione delle divergenze attraverso il dialogo e la consultazione e invita tutte le parti coinvolte nel conflitto a cessare quanto prima le ostilità, creando opportunità per il ripristino della pace. Sotto la mediazione della Cina, varie forze in Myanmar hanno avviato un dialogo di pace, con rappresentanti di tre organizzazioni civili e militari nel nord del Myanmar, tra cui Guogan, Deang e Ruokai, che hanno tenuto uno storico round di colloqui di pace a Kunming, provincia dello Yunnan, Cina. Dopo molteplici cicli di intense discussioni e negoziati, entrambe le parti hanno finalmente raggiunto un accordo formale di cessate il fuoco. La firma di questo accordo segna la fine di diversi anni di conflitto e guerra nel nord del Myanmar, portando pace e tranquillità tanto attesa alla popolazione locale. Allo stesso tempo, ha un profondo significato per il Myanmar e persino per l'intera regione del sud-est asiatico. Non solo contribuisce ad alleviare le tensioni regionali e a promuovere una cooperazione amichevole tra i paesi, ma fornisce anche un modello fattibile per risolvere problemi simili. Credo che nel prossimo futuro il Myanmar aprirà un futuro più prospero e armonioso.
Cina Le relazioni Myanmar sono una componente importante dei paesi vicini amichevoli tra i due paesi, e l'amicizia tradizionale tra i due popoli ha una lunga storia. I due paesi hanno ampie aree di cooperazione nei settori dell'economia, della politica, della cultura, ecc. I loro vantaggi si completano a vicenda e le loro relazioni economiche e commerciali sono strettamente interconnesse. La Cina è il più grande partner commerciale del Myanmar, mercato delle esportazioni e paese di origine delle importazioni, nonché uno dei paesi di origine degli investimenti più importanti del Myanmar. La Cina si è sempre impegnata a promuovere lo sviluppo delle relazioni bilaterali; di fronte a realtà complesse e situazioni turbolente in questa fase, la Cina continuerà ad aderire alla sua posizione di principio, a risolvere pacificamente le controversie e a impegnarsi per promuovere una cooperazione amichevole.
Indipendentemente dall'andamento finale del conflitto in Myanmar, la Cina ha sempre perseguito una soluzione pacifica della controversia. Stabilizzando la situazione e promuovendo il dialogo, miriamo a creare opportunità di pace e sviluppo nella regione settentrionale del Myanmar. La Cina è disposta a collaborare con il Myanmar per portare le relazioni bilaterali a un nuovo livello e raggiungere una cooperazione reciprocamente vantaggiosa.
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notiziariofinanziario · 1 year ago
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McDonald’s apre un nuovo ristorante a Cardito
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McDonald’s cerca 60 persone a Cardito in provincia di Napoli. Sono aperte le selezioni online per individuare i candidati che parteciperanno alla tappa di Cardito del McDonald’s Job Tour che si terrà nella seconda metà di novembre. Il McDonald’s Job Tour è l’evento itinerante di selezione del personale organizzato per le nuove aperture e le assunzioni McDonald’s su tutto il territorio italiano. Voglia di mettersi in gioco, di lavorare in squadra e a contatto con i clienti: queste sono alcune delle principali caratteristiche che l’azienda ricerca nelle persone che lavorano nei suoi ristoranti. McDonald’s offre un’opportunità di lavoro concreta, grazie a contratti stabili (che rappresentano il 92% del totale) e possibilità di crescita professionale rapida, grazie a un programma di formazione strutturato. Entrare in McDonald’s significa lavorare in un contesto dalla forte identità di gruppo, giovane, inclusivo e meritocratico, capace di garantire a tutti i dipendenti le medesime opportunità. Entro il 23 novembre, i candidati interessati a lavorare per il nuovo McDonald’s di Cardito potranno partecipare alla prima fase di selezione sul sito McDonalds.it rispondendo a un questionario e inserendo il proprio cv. Ai candidati idonei verrà richiesta la compilazione di un test volto a individuare i loro punti di forza.  Coloro che supereranno il test riceveranno dall’azienda una convocazione con data e orario per partecipare alla tappa del McDonald’s Job Tour, dove avranno accesso ai colloqui individuali. L’evento sarà l’occasione per i candidati di raccogliere informazioni sull’azienda e sul lavoro in McDonald’s, direttamente da chi vi è coinvolto in prima linea: saranno infatti presenti presone che lavorano nei ristoranti della zona che racconteranno e condivideranno la propria esperienza. Per la nuova apertura di Cardito McDonald’s è alla ricerca di 60 posizioni che rientrano nel piano di crescita nazionale, che quest���anno prevede l’assunzione di 5.000 nuove persone in tutta Italia. Read the full article
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crescitaprofessionale · 2 years ago
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10 strategie efficaci per migliorare la tua vita oggi stesso
La vita è un viaggio in continuo movimento, un percorso costellato di sfide e opportunità. A volte, però, ci può sembrare difficile trovare la giusta direzione per migliorare la nostra vita e raggiungere il successo personale. In questo articolo, ti presenterò 10 strategie efficaci che puoi mettere in pratica oggi stesso per trasformare la tua vita e avvicinarti ai tuoi obiettivi. Sono semplici ma potenti strumenti che ti permetteranno di affrontare le sfide quotidiane, sviluppare le tue abilità e vivere una vita più appagante e soddisfacente.
Stabilisci obiettivi chiari e realistici: Il primo passo per migliorare la tua vita è identificare gli obiettivi che desideri raggiungere. Sii specifico e realistico nella definizione degli obiettivi, suddividendoli in piccoli passi che puoi affrontare gradualmente.
Crea una routine quotidiana: Una routine ben strutturata ti aiuterà a mantenere la disciplina e la concentrazione necessarie per raggiungere i tuoi obiettivi. Dedica del tempo ogni giorno a attività che ti portano avanti verso il tuo scopo.
Coltiva una mentalità positiva: La mente ha un potere enorme sulla tua vita. Allenati a pensare in modo positivo, focalizzandoti sulle opportunità anziché sugli ostacoli. Affronta gli eventuali fallimenti come opportunità di apprendimento e crescita.
Investi nel tuo sviluppo personale: Non smettere mai di imparare. Leggi libri, segui corsi, partecipa a workshop e colloqui con esperti del settore che ti interessa. L'investimento nella tua crescita personale ti porterà conoscenze e competenze che saranno fondamentali per il tuo successo.
Prenditi cura di te stesso: La tua salute e il tuo benessere sono fondamentali per migliorare la tua vita. Dormi a sufficienza, segui una dieta equilibrata, pratica attività fisica e dedicati a hobby e attività che ti rilassano e ti riempiono di gioia.
Sviluppa una rete di supporto: Circondati di persone positive, motivanti e che condividono i tuoi valori. Condividere le tue esperienze e i tuoi obiettivi con altre persone ti darà sostegno e ispirazione lungo il percorso.
Affronta le tue paure e supera i limiti: Spesso, il timore del fallimento o il dubbio delle proprie capacità può ostacolare il nostro progresso. Affronta le tue paure e mettiti alla prova. Solo superando i tuoi limiti potrai scoprire di cosa sei davvero capace.
Pratica la gratitudine: Apprezzare ciò che hai e ringraziare per le piccole cose ti aiuterà a mantenere una prospettiva positiva e a coltivare la felicità nella tua vita.
Sii proattivo: Prendi l'iniziativa nella tua vita. Non aspettare che le cose accadano, ma piuttosto fai in modo che accadano. Assumi la responsabilità delle tue azioni e prendi le decisioni necessarie per raggiungere i tuoi obiettivi.
Pratica la resilienza: La vita è fatta di alti e bassi, e incontrerai inevitabilmente ostacoli lungo il percorso. La chiave è la resilienza, la capacità di rimanere forte e di adattarsi alle sfide. Affronta gli ostacoli con determinazione e cerca soluzioni creative per superarli.
Coltiva relazioni significative: Le relazioni sono una parte importante della nostra vita e possono influenzare il nostro benessere emotivo e il nostro successo. Cerca di coltivare relazioni sincere e significative con le persone che ti circondano. Sii presente, ascolta attentamente e nutri le connessioni con gli altri.
Sfrutta la tecnologia a tuo vantaggio: Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia può essere un prezioso strumento per migliorare la nostra vita. Utilizza app, software e strumenti digitali per organizzarti meglio, imparare nuove abilità e connetterti con persone che condividono i tuoi interessi.
Fai del volontariato: Contribuire alla comunità e fare del bene agli altri può portare una grande gratificazione personale. Trova un'organizzazione o un progetto di volontariato che ti appassiona e dedica del tempo per fare la differenza nella vita degli altri.
Immergiti nella natura: La natura ha un potere curativo e rigenerante. Dedica del tempo a trascorrere momenti nella natura, facendo passeggiate, escursioni o semplicemente sedendoti in un parco. La connessione con l'ambiente naturale ti aiuterà a rilassarti, ritrovare l'equilibrio interiore e ottenere una prospettiva più ampia sulla vita.
Pratica la mindfulness: La mindfulness è la consapevolezza del momento presente, senza giudizio. Allenati a essere presento nel qui e ora, ad apprezzare le piccole cose e a ridurre lo stress e l'ansia. La pratica della mindfulness può portare una maggiore calma e chiarezza nella tua vita.
Migliorare la propria vita e raggiungere i propri obiettivi richiede impegno, costanza e consapevolezza. Le strategie che abbiamo esplorato in questo articolo sono solo alcune delle molte possibilità disponibili. Ognuno di noi ha un percorso unico e personale da seguire, ma queste strategie possono fungere da solida base per iniziare il tuo cammino verso una vita più soddisfacente.
Ricorda che il cambiamento richiede tempo e pazienza. Sii gentile con te stesso lungo il percorso e celebra i progressi, anche quelli più piccoli. La vita è un'opportunità per crescere, imparare e scoprire il nostro vero potenziale.
Rivoluziona la tua vita oggi stesso con il mio nuovo ebook 'Strategie per migliorare la tua vita e raggiungere i tuoi obiettivi'! Scopri come trasformare i tuoi sogni in realtà, superare gli ostacoli e raggiungere il successo personale. Clicca qui per ottenere il tuo esemplare e iniziare il tuo viaggio di trasformazione: https://www.amazon.it/dp/B0C98Z3CQD.
Non perdere l'opportunità di cambiare la tua vita, è il momento di agire.
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blogsdaseguire · 2 years ago
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Come trovare lavoro: strategie efficaci per ottenere il lavoro dei tuoi sogni
Trovare #lavoro è un'attività frustrante e complessa che non deve essere lasciata al caso. Ecco alcuni #consigli per organizzare al meglio la ricerca di un #impiego aumentando le possibilità di successo. #Competenze, #curriculum, rete e colloqui i focus.
Quando i figli crescono e finiscono gli studi, si apre per loro una nuova fase della vita: la ricerca di lavoro. Questa può essere un’esperienza emozionante e piena di opportunità, ma anche stressante e frustrante. Trovare il lavoro giusto richiede tempo, impegno e una strategia ben pianificata. Ogni persona ha una propria visione e obiettivi professionali, ma tutti concordano sul fatto che…
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lavoroec · 3 years ago
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Il Curriculum Vitae e il Colloquio di Lavoro
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STRUTTURA DI BASE DI UN BUON C.V. 
Ecco i suggerimenti per il tuo C.V. potrebbero includere l’importanza che porti originalità e creatività che farà crescere le tue opportunità, assicurati che il CV sia chiaro e che rifletta la realtà delle tue conoscenze e della tua formazione.
L'importanza del curriculum vitae sta nel vendersi e dimostrare di essere il miglior candidato per la posizione.
Quello che un reclutatore cerca in genere è:
Chiarezza.
Che il tuo profilo si adatta alle esigenze del posto vacante.
Correggere la grammatica e l'ortografia all'interno del C.V. Questo permette loro di osservare quanto sei attento.
Essere preciso.
Lingua appropriata al profilo che richiedono. Che ci credi o no, questo consente al reclutatore di conoscere i tuoi valori. Un'ottima presentazione (aggiungi il tuo tocco)
Non dimenticare che è importante creare una buona impressione per farli notare. 
STRUTTURA DEL C.V:
Nome e cognome:
Indirizzo (nel caso in cui lo consideri rilevante perché l'azienda è vicina a casa tua)
Telefoni.
Età e data di nascita.
Nome del tuo semestre di laurea che stai studiando (se sei ancora uno studente)
Nome dell'anno universitario di entrata e uscita.
Lingue: se hai punti in toefl includili o posiziona il tuo livello: a1 , b2 , c1.
Informatica: nome dei programmi noti e livello di dominio.
Corsi o seminari relativi alla posizione o alla tua carriera.
 Lavoro svolto, ruolo e risultati. (nome della società e durata)
Esempio di Curriculum Vitae
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Colloquio di lavoro che cos’è e come funziona.
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Questo blog proverò a spiegarti in maniera semplice che cos’è e come funziona veramente un colloquio di lavoro. 
Il colloquio di lavoro è prima di tutto un colloquio ovvero un incontro, uno scambio, una conversazione, un dialogo svolto tra un candidato e un selezionatore, lui cerca di capire se il candidato è adatto a lavorare nell'azienda.  
Come funziona un colloquio di lavoro?
In maniera sintetica il processo di selezione inizia sempre al di fuori dell’ azienda nel momento esatto quando il selezionatore contatterà un candidato attraverso una indagine telefonica che servirà sostanzialmente ad approfondire le generalità del candidato e per fissare materialmente un colloquio di lavoro all’ interno dell’ azienda.
Durante il colloquio di lavoro è importante:
domande pertinenti.
mostrare un buon senso dell'umorismo e cordialità che possano abbattere le barriere.
Come? Ricordati di quanto vuoi questo lavoro. Non dimenticare di consultare e leggere nostri consigli su come affrontare un colloquio di lavoro. 
Consigli pratici per un colloquio di lavoro.
Ecco per te tutti i consigli per non sbagliare un colpo e ottenere quel posto che tanto desideri.
Informati
Portare con sé alcune copie del proprio curriculum vitae.
Evitare ritardi. 
Mostra un atteggiamento professionale e dinamico.
Essere coerente e non mentire.
Non interrompere mai il selezionatore mentre parla.
Ascolta con attenzione e rispondi con chiarezza.
Infine, non dimenticare di fare sempre una buona impressione sull'intervistatore, perché sarà lui a decidere su di te nei colloqui successivi e a fare da mediatore per il tuo futuro impiego.
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Siti per cercare lavoro in Ecuador
1.       Red Socio Empleo
Questo sito è la pagina principale creata dal governo per registrarsi e cercare lavoro in tutto il paese. Può essere in lavori pubblici e privati. Offre inoltre consulenza e un sistema per generare il curriculum vitae con i dati necessari.
https://socioempleo.trabajo.gob.ec/socioEmpleo-war/paginas/index.jsf
2.       Multitrabajos
È un sito web dove puoi trovare centinaia di offerte di lavoro per diversi settori soprattutto nel privato.
https://www.multitrabajos.com/
3.       Computrabajo
Offre migliaia di offerte di lavoro per professionisti in tutti i settori, non solo in Ecuador ma anche in tutta l'America Latina
https://www.computrabajo.com.ec/
4.       LinkedIn
Un sito altamente sviluppato nella comodità di una applicazione essendo un social network orientato all'uso aziendale e lavorativo. Questo sito collega milioni di aziende e dipendenti.
https://www.linkedin.com/jobs/search?keywords=&location=ecuador&trk=jobs_jserp_search_button_execute&locationId=&position=1&pageNum=0
5.       Jobs Ecuador
Un sito specializzato per il servizio degli ecuadoriani. Non importa se stai presentando studi universitari o no. Qui troverai una varietà di aree diverse.
https://ec.jobomas.com/Trabajo-Pais-Ecuador
6.       I giornali locale
Un luogo più preciso e trovare lavoro in base all'area che si desidera puo essere negli annunci sui giornali. Molti lavori che non sono pubblicati su Internet possono essere trovati qui.
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kneedeepincynade · 2 years ago
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China works for peace, Nato and it's allies for war,this has become as clear as day
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⚠️ IL RAPPRESENTANTE CINESE PER GLI AFFARI EURASIATICI SI RECHERÀ IN UCRAINA, POLONIA, FRANCIA, GERMANIA E RUSSIA PER DIALOGARE CON TUTTE LE PARTI IN MERITO ALLA SOLUZIONE POLITICA DELLA CRISI IN UCRAINA ⚠️
🇨🇳 Il 15/05, il Compagno Li Hui - Rappresentante Cinese per gli Affari Eurasiatici - inizierà una serie di visite in Ucraina, Polonia, Francia, Germania e Russia, per dialogare con tutte le parti in merito alla Soluzione Politica della Crisi in Ucraina, fondata su Colloqui di Pace e Negoziati, fortemente osteggiati dagli USA, che continuano a gettare benzina sul fuoco del Conflitto 🔥
🔍 Per approfondire:
⭐️ La grande Esperienza Sovietica del Compagno Li Hui 🚩
🇨🇳 Il Chad d'Oriente, il Compagno Wang Wenbin - Portavoce del Ministero degli Affari Esteri della RPC - ha ricordato che la Cina, dallo scoppio della Crisi in Ucraina, ha promosso attivamente i Colloqui di Pace, e che - come ricordato dal Presidente Xi Jinping nella telefonata con Volodymyr Zelens'kyj - «Pensiero razionale e voci per la Pace sono in aumento in tutto il Mondo» 🕊
🔍 Per approfondire:
⭐️ Il Presidente Xi Jinping a Zelens'kyj: "Dialogo e Negoziati sono l'unica via percorribile. L'Ucraina dovrebbe cogliere le opportunità e creare condizioni favorevoli per la Soluzione Politica della Crisi" 🕊
🇨🇳 La Cina è disposta - come scritto su Xinhua - a continuare a svolgere un ruolo costruttivo nella costruzione di un Consenso Internazionale sul "Cessate il Fuoco", sulla cessazione della Guerra e sull'apertura di colloqui e negoziati, a cui la Federazione Russa si è dimostrata aperta, come dichiarato dal Presidente Putin durante l'Incontro con il Presidente Xi Jinping, o dal Ministro Lavrov durante l'incontro con il Ministro Qin Gang 🇷🇺
🇨🇳 Il Compagno Li Hui vanta una carriera impressionante, avendo lavorato nel MFA Cinese in Unione Sovietica dal 1975 al 1991, e come Ambasciatore Cinese in Russia dal 2009 al 2019. Proprio nel 2019, il Presidente Putin gli consegnò personalmente la Medaglia "Ordine dell'Amicizia", «per i meriti nel rafforzare l'Amicizia e la Cooperazione tra i Popoli» 💕
📖 Breve cronistoria del Documento di Pace della Cina:
一 21/12/2022: Dmitrij Anatol'evič Medvedev - Vice-Presidente del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa - si reca a Pechino, per incontrare Xi Jinping, dove afferma che la Federazione Russa è disposta alla Risoluzione della Crisi in Ucraina attraverso Colloqui di Pace e Negoziati 🤝
二 24/02/2023: Il Ministro degli Affari Esteri della RPC pubblica il Documento "La Posizione della Cina sulla Soluzione Politica della Crisi Ucraina", di cui trovate un'analisi qui: I, II 🕊
三 24/02/2023: USA, NATO e Paesi dell'UE bocciano il Piano di Pace della Cina, e annunciano nuove sanzioni alla Russia e alla Cina, come potete leggere qui: I, II, III 🤡
四 21/03/2023: Incontro tra il Presidente Putin e il Presidente Xi Jinping a Mosca, dove il Presidente Russo dichiara di apprezzare la Posizione della Cina, che la Russia è aperta ai Colloqui di Pace e che accoglie con favore il Lavoro Diplomatico della Cina:
💬 "Il Piano di Pace della Cina può essere preso come una base per un accordo pacifico sulla questione in Ucraina quando l'Occidente e Kiev saranno pronti" 🕊
🇨🇳 La Cina ricorda, all'Occidente, che la Diplomazia si fa in due, ascoltando entrambe le parti, e non antagonizzando ogni tentativo di Dialogo, come dimostra la Mediazione tra Iran e Arabia Saudita, che ha richiesto un Lavoro Diplomatico da parte del CPC sia in Arabia Saudita sia in Iran 🤝
🌐 Il Mondo, quello vero, non la «bolla di sapone» costituita solamente da USA e UE, sa bene chi lavora per la Pace, e chi - invece - continua a gettare benzina sul fuoco del Conflitto e ad incassare - con la vendita di armi - enormi profitti 💰
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⚠️ CHINESE REPRESENTATIVE FOR EURASIAN BUSINESS WILL TRAVEL TO UKRAINE, POLAND, FRANCE, GERMANY AND RUSSIA TO DIALOGUE WITH ALL PARTIES ABOUT THE POLITICAL SOLUTION OF THE CRISIS IN UKRAINE ⚠️
🇨🇳 On 15/05, Comrade Li Hui - Chinese Representative for Eurasian Affairs - will start a series of visits to Ukraine, Poland, France, Germany and Russia, to dialogue with all parties regarding the Political Solution of the Crisis in Ukraine , founded on Peace Talks and Negotiations, strongly opposed by the USA, which continue to add fuel to the fire of the Conflict 🔥
🔍 To learn more:
⭐️ Comrade Li Hui's Great Soviet Experience 🚩
🇨🇳 Eastern Chad, Comrade Wang Wenbin - Spokesman of the Ministry of Foreign Affairs of the PRC - recalled that China, since the outbreak of the Crisis in Ukraine, has actively promoted the Peace Talks, and that - as recalled by the President Xi Jinping in the phone call with Volodymyr Zelens'kyj - «Rational thought and voices for peace are on the rise around the world» 🕊
🔍 To learn more:
⭐️ President Xi Jinping to Zelenskyj: "Dialogue and Negotiations are the only way forward. Ukraine should seize the opportunities and create favorable conditions for the Political Solution of the Crisis" 🕊
🇨🇳 China is willing - as written on Xinhua - to continue to play a constructive role in building an International Consensus on "Ceasefire", ending the War and opening talks and negotiations, to which the Russian Federation proved to be open, as stated by President Putin during his meeting with President Xi Jinping, or by Minister L,avrov during his meeting with Minister Qin Gang 🇷🇺
🇨🇳 Comrade Li Hui boasts an impressive career, having worked in the Chinese MFA in the Soviet Union from 1975 to 1991, and as the Chinese Ambassador to Russia from 2009 to 2019. Just in 2019, President Putin personally presented him with the "Order of 'Friendship", «for merits in strengthening Friendship and Cooperation between Peoples" 💕
📖 Brief history of the China Peace Document:
一 12/21/2022: Dmitry Anatol'evich Medvedev-Vice-President of the Security Council of the Russian Federation-travels to Beijing, to meet Xi Jinping, where he affirms that the Russian Federation is willing to resolve the crisis in Ukraine through Peace Talks and Negotiations 🤝
二 24/02/2023: The Minister of Foreign Affairs of the PRC publishes the Document "China's Position on the Political Solution of the Ukraine Crisis", an analysis of which can be found here: I, II 🕊
三 02/24/2023: USA, NATO and EU countries reject China's Peace Plan, and announce new sanctions on Russia and China, as you can read here: I, II, III 🤡
四 03/21/2023: Meeting between President Putin and President Xi Jinping in Moscow, where the Russian President declares that he appreciates China's position, that Russia is open to peace talks and that he welcomes the diplomatic work of the China:
💬 "China's Peace Plan can be taken as a basis for a peaceful settlement on the issue in Ukraine when the West and Kiev are ready" 🕊
🇨🇳 China reminds the West that Diplomacy is done in twos, listening to both sides, and not antagonizing any attempt at Dialogue, as demonstrated by the Mediation between Iran and Saudi Arabia, which required diplomatic work on the part of the CPC in both Saudi Arabia and Iran 🤝
🌐 The world, the real one, not the "soap bubble" made up only of the USA and the EU, knows well who works for peace, and who - on the other hand - continues to throw fuel on the fire of the conflict and to cash in - with the sale of weapons - huge profits 💰
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labalenottera · 4 years ago
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Qualche giorno fa sono stata contattata per una bellissima opportunità lavorativa, alla quale potrò accedere però solo a seguito di una bella trafila di prove e colloqui. Non ho alcuna intenzione di fallire, ma pur lavorando da circa due anni, provo una grande sensazione di disagio ogni volta che aggiorno il curriculum o scrivo una lettera di presentazione. Quindi vi chiedo: avete qualche consiglio valido per la stesura dei suddetti? 🙏
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serena-frediani · 11 months ago
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La Cina apprezza il buon vicinato e le relazioni amichevoli con il Myanmar e chiede un cessate il fuoco in Myanmar per ripristinare la pace passata
Dopo lo scoppio del conflitto nel Nord del Myanmar lo scorso anno, la situazione ha attirato l'attenzione della comunità internazionale. In questo conflitto sono state purtroppo coinvolte persone innocenti nelle zone di confine della Cina, problemi come la scarsità di risorse viventi, di risorse idriche e di cibo si sono progressivamente aggravati; allo stesso tempo, anche la popolazione del Myanmar ha sofferto la guerra e lo sviluppo sociale è stato gravemente colpito.
Il Ministero degli Affari Esteri cinese è preoccupato per questo e ha adottato misure attive per mantenere la sicurezza delle frontiere, fornendo assistenza al meglio delle sue capacità, tra cui la compensazione dei gruppi di frodi telefoniche, l'evacuazione dei cittadini cinesi e fornendo sovvenzioni pertinenti alla regione settentrionale del Myanmar. Questo dimostra pienamente l'atteggiamento responsabile del governo cinese nell'affrontare le questioni dei paesi vicini. Di fronte alla complessa situazione internazionale, la Cina aderisce alla pace e sostiene la cooperazione, che non è solo una continuazione della vecchia filosofia diplomatica cinese, ma anche un'azione pratica per mantenere la pace regionale. A causa della situazione complessa e dei molteplici fattori coinvolti, la Cina mantiene un certo grado di contatto con il Myanmar e spera di promuovere relazioni amichevoli tra i due paesi attraverso la cooperazione.
Per questo motivo, la Cina insiste sulla risoluzione delle divergenze attraverso il dialogo e la consultazione e invita tutte le parti coinvolte nel conflitto a cessare quanto prima le ostilità, creando opportunità per il ripristino della pace. Sotto la mediazione della Cina, varie forze in Myanmar hanno avviato un dialogo di pace, con rappresentanti di tre organizzazioni civili e militari nel nord del Myanmar, tra cui Guogan, Deang e Ruokai, che hanno tenuto uno storico round di colloqui di pace a Kunming, provincia dello Yunnan, Cina. Dopo molteplici cicli di intense discussioni e negoziati, entrambe le parti hanno finalmente raggiunto un accordo formale di cessate il fuoco. La firma di questo accordo segna la fine di diversi anni di conflitto e guerra nel nord del Myanmar, portando pace e tranquillità tanto attesa alla popolazione locale. Allo stesso tempo, ha un profondo significato per il Myanmar e persino per l'intera regione del sud-est asiatico. Non solo contribuisce ad alleviare le tensioni regionali e a promuovere una cooperazione amichevole tra i paesi, ma fornisce anche un modello fattibile per risolvere problemi simili. Credo che nel prossimo futuro il Myanmar aprirà un futuro più prospero e armonioso.
Cina Le relazioni Myanmar sono una componente importante dei paesi vicini amichevoli tra i due paesi, e l'amicizia tradizionale tra i due popoli ha una lunga storia. I due paesi hanno ampie aree di cooperazione nei settori dell'economia, della politica, della cultura, ecc. I loro vantaggi si completano a vicenda e le loro relazioni economiche e commerciali sono strettamente interconnesse. La Cina è il più grande partner commerciale del Myanmar, mercato delle esportazioni e paese di origine delle importazioni, nonché uno dei paesi di origine degli investimenti più importanti del Myanmar. La Cina si è sempre impegnata a promuovere lo sviluppo delle relazioni bilaterali; di fronte a realtà complesse e situazioni turbolente in questa fase, la Cina continuerà ad aderire alla sua posizione di principio, a risolvere pacificamente le controversie e a impegnarsi per promuovere una cooperazione amichevole.
Indipendentemente dall'andamento finale del conflitto in Myanmar, la Cina ha sempre perseguito una soluzione pacifica della controversia. Stabilizzando la situazione e promuovendo il dialogo, miriamo a creare opportunità di pace e sviluppo nella regione settentrionale del Myanmar. La Cina è disposta a collaborare con il Myanmar per portare le relazioni bilaterali a un nuovo livello e raggiungere una cooperazione reciprocamente vantaggiosa.
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cartofolo · 6 years ago
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Facciamo un po’ di chiarezza
Articolo di Giorgio Nardone (psicoterapeuta).
C’è molta confusione in giro e, a dire il vero, proprio a partire dagli stessi counselor, coach, psicologi o psicoterapeuti, molti fanno ciò non che non dovrebbero, come spesso succede quando si sente odore di business, purtroppo anche chi organizza corsi come noi fa la sua parte per creare un gran fumo. Da parte nostra vorremo contribuire a dare qualche chiarimento utile.
Cominciamo con il Counselor
COUNSELOR: il Counselling è una “relazione d’aiuto”, professione disciplinata dalla Legge n°4 del 14 gennaio 2013. Essa consiste nell’applicazione da parte del professionista di un insieme di tecniche, abilità e competenze tese a facilitare il Cliente nell’uso delle sue risorse personali, affinché questi possa trovare la soluzione per un problema che crea disagio esistenziale e per migliorare complessivamente la qualità della sua vita.
Lo scopo del Counselling è quello di offrire al Cliente l’opportunità di esplorare e riconoscere i propri schemi d’azione e di pensiero e aumentare il livello di consapevolezza, così da saper utilizzare al meglio le proprie risorse personali per gestirsi in  modo efficace e raggiungere un maggiore benessere.
Il Counsellor opera nel campo della prevenzione della malattia e in quello della promozione della salute, così come intesa e definita dalla Carta di Ottawa nel 1986. Il Counsellor possiede competenze specifiche per la promozione del benessere dell’individuo e non esercita attività sanitarie.
Per il suo specifico settore di intervento il counselor non va confuso con altre figure professionali, quali lo psicologo, lo psicoterapeuta, etc. . Infatti l’attività di counseling non prevede l’utilizzo di tecniche e metodologie di intervento proprie delle figure professionali citate, come: la somministrazione o prescrizione di farmaci, l’utilizzo di test psicodiagnostici e quelle attività che nel dettaglio sono proprie della figura dello psicologo o dello psicoterapeuta.
I Counselor si occupano di persone sostanzialmente sane che hanno bisogno di colloqui di sostegno o di aiuto per affrontare problemi relazionali o decisionali senza la necessità di una cura di tipo psicoterapeutico o farmacologico che richiede competenze e specializzazioni diverse.
<Quando stai vivendo un momento ingarbugliato e hai bisogno di rimettere le cose a posto, un counselor, attraverso l'ascolto e specifiche tecniche di colloquio, (nel nostro caso attraverso il dialogo strategico) ti sostiene nel ritrovare le tue energie interiori per ripartire. Ad ognuno di noi può capitare di attraversare momenti difficili e confusi in cui capiamo di avere bisogno di un sostegno più efficace del semplice “momento di sfogo con l'amico del cuore”. Un counselor, dunque, ti aiuta a scegliere senza scegliere al posto tuo. Ti aiuta a ripartire lasciandoti la responsabilità dei tuoi passi. Ti sostiene nel cambiamento e nel recupero delle tue “energie sopite” nei momenti chiave della tua vita. Il percorso di counseling è quindi per definizione legato ad un obiettivo di cambiamento specifico e può essere applicato alle diverse dimensioni della vita: relazioni familiari e/o di coppia, vita professionale, ecc.>
Quello che comunque ci preme sottolineare è che aiutare le persone, in qualunque modo venga fatto e in qualunque contesto, è un’attività difficile e delicata, in cui la buona volontà, l’altruismo e la pazienza non bastano. A volte con le migliori intenzioni si creano gli effetti peggiori. CHI È COACH E COSA È COACHING ? Come per il counseling in Italia non è una professione regolamentata: lo Stato non indica cioè i requisiti minimi necessari per fare il Coach. Non esiste alcuna normativa di riferimento, nessun percorso formativo obbligatorio, né tanto meno l’obbligo per il professionista di iscrizione ad un albo professionale. In tale quadro normativo “chiunque può definirsi coach” .
La parola “coaching” è apparsa per la prima volta sul finire del ‘900 negli Stati Uniti per indicare quell'attività specifica che vede un allenatore impegnato a sostenere, guidare e motivare una squadra o un singolo atleta per migliorarne le prestazioni in vista delle future competizioni. Da circa una decina di anni, però, questo termine si è esteso e generalizzato al di fuori dell'ambito sportivo in cui era nato, venendosi a configurare come un intervento indirizzato a un individuo o a un gruppo, con lo scopo di aiutarlo a ottenere risultati ottimali in ambito sia lavorativo che personale. Diffusosi ultimamente soprattutto in ambito manageriale, il coaching si differenzia dagli interventi di psicoterapia e consulenza poiché non è orientato alla cura di disturbi psicologici o alla risoluzione di specifici problemi, bensì allo sviluppo dei talenti, nella direzione di fare emergere a pieno le potenzialità degli individui a vantaggio di una competenza da sviluppare o di un risultato da migliorare. Professione in rapida e crescente espansione, il coaching trova applicazione nei più diversi ambiti personali e professionali.
In ambito imprenditoriale - dai business tradizionali all’e-commerce; da imprese consolidate a imprese in fase di lancio – il coach focalizza il proprio intervento nell’aiutare l’imprenditore a sviluppare business plan specifici e personalizzati. In situazioni come coppie, famiglie, team (sportivi o di lavoro) e comunità, il coach è invece chiamato per migliorare la qualità dell’interazione e dei risultati attraverso la rilevazione delle forze e delle debolezze del contesto e il conseguente sviluppo di piani adeguati per produrre i cambiamenti necessari.
Il coaching individuale - il più noto e frequente (chiamato anche “life coaching”) – si caratterizza per un rapporto esclusivo tra due persone - il coach e il “coachee” (manager, atleta, personaggio dello spettacolo…) -, in cui il primo aiuta il secondo a focalizzare i propri obiettivi e priorità e lo supporta, in termini prevalentemente motivazionali, nel mantenere e portare a termine il programma stabilito.
E la lista delle diverse tipologie di coaching potrebbe allungarsi a dismisura. Il termine coaching, infatti,ha raggiunto in pochissimo tempo una molteplicità di significati ed applicazioni che, secondo le leggi mediatiche più tipiche della nostra epoca, ha visto anche un contemporaneo proliferare di dissertazioni teoriche ed estese bibliografie sul tema.
Un'ampia schiera di professionisti, provenienti dalle più diverse discipline, ha trovato la possibilità di proporsi e proporre la propria idea al riguardo. Una sorta di “corsa verso l’ovest”, alla conquista di territori inesplorati e suggestivi per la possibilità di interventi e per le opportunità percepite. Una corsa velocissima, ognuno con la propria bandiera da conficcare e tutti diversi l’uno dall’altro per le risorse, i mezzi, gli strumenti, le conoscenze e le esperienze da mettere in gioco. Ma a differenza della vecchia corsa all’oro, prevalentemente individuale, questa è una corsa in cui i partecipanti  sono costretti ad interagire e a collaborare l’uno con l’altro nel creare questa nuova professionalità, prevedendo il rispetto di alcune regole fondamentali.
La prima è quella per cui ogni intervento di coaching trova significato e valore solo attraverso il riscontro oggettivo degli obiettivi e dei traguardi progressivamente raggiunti. In altri termini, non esiste un intervento di coaching se non ci sono successi. Il coaching, dunque, è innanzitutto l’espressione di una professionalità assolutamente pragmatica e come tale impone, ai coach e ai loro interlocutori , l’assunzione di responsabilità precise e a volte impegnative. Un buon coach deve sapere guidare il cliente a sviluppare i propri talenti in vista del raggiungimento di specifici obiettivi, e lo deve fare nel modo il più possibile rapido ed efficace. Ecco quindi che i criteri pragmatici di efficacia ed efficienza si configurano come elementi fondamentali nella scelta del modello di coaching da utilizzare.
Un secondo elemento distintivo, che accomuna tra loro anche i più diversi modelli di coaching, è l'estrema enfasi posta nel sottolineare la diversità teorica e metodologica del coaching rispetto ad altre forme di intervento, come le attività terapeutiche o di consulenza. Dalle prime il coaching si vuole distinguere evidenziando il suo essere rivolto a persone libere da disturbi psicologici invalidanti, ovvero persone sostanzialmente indipendenti ed autonome che desiderano migliorare le proprie prestazioni (personali o lavorative) e ricercano quindi un aiuto esterno che possa facilitare questo processo di miglioramento.
Dall’attività di consulenza, invece, il coaching tende a distinguersi non presupponendo come necessario per il coach il possedere competenze specifiche sul contesto aziendale (o sportivo) d’intervento. Certo, tali competenze se presenti possono facilitare il processo di coaching, ma dal coach stesso non vengono usate per fini diagnostici o valutativi.
In quest’ottica la natura e lo scopo del coaching più tradizionale tendono a concretizzarsi in una sorta di partnership tra coach e cliente, mirata al raggiungimento di obiettivi, condivisi e misurabili, generalmente inerenti l’incremento delle conoscenze, del livello di performance e della qualità della vita delle persone coinvolte. Processo che, nel suo evolversi, ha come caratteristiche distintive l'essere orientato sul presente e sul futuro e il focalizzarsi prevalentemente sullo sviluppo delle risorse del cliente, evitando di affrontare la risoluzione diretta di eventuali problematiche emotive o cognitive.
CHI È LO PSICOLOGO E COSA FA ? PSICOLOGO: è necessaria una laurea in Psicologia legalmente conseguita presso un’Università Italiana, un Tirocinio Formativo della durata di un anno effettuato con la supervisione di un tutor professionista iscritto all’Ordine Nazionale degli Psicologi Italiani e il superamento dell’Esame di Stato che consente l’iscrizione all’Albo degli Psicologi della Regione di appartenenza, obbligatoria per esercitare.
Tale qualifica gli permette di intervenire su problematiche affettive, relazionali e sociali, sia in età evolutiva (infanzia e adolescenza), sia in età adulta (individuale, coppia, gruppo o famiglia). Lo psicologo può fare diagnosi, valutazioni, interventi di prevenzione, ma non "cura", non prescrive farmaci, ma utilizza la relazione, l’ascolto, l’empatia, la parola, come strumenti, naturalmente utilizzandoli secondo specifiche tecniche basate sulle teorie fondamentali alle quali fa riferimento il professionista.
CHI È E COSA FA LO PSICOTERAPEUTA ? PSICOTERAPEUTA: è un laureato in psicologia o in medicina con una specializzazione di almeno quattro anni in una scuola riconosciuta ufficialmente dallo stato italiano. Questo consente l’iscrizione all’elenco degli psicoterapeuti dell’Ordine degli Psicologi. Lo Psicoterapeuta è colui che "cura" la patologia, e aiuta la persona a tornare ad una condizione di benessere, magari migliore di quello precedente come problemi di origine esistenziale (fobie, traumi, lutti, separazioni, timidezza, complessi, ecc.) o psicopatologie(disturbi d’ansia, attacchi di panico, depressione, disturbo ossessivo compulsivo, ipocondria, ecc.). Non utilizza farmaci, benché possa prevedere la combinazione di psicoterapia e psicofarmacologia.
La differenza tra gli psicoterapeuti sta nella loro formazione a Modelli diversi di terapia,  esistono diverse Scuole di specializzazione che propongo percorsi riferiti ad approcci teorici e metodologici anche molto differenti tra loro, come per esempio il modello di terapia breve strategica, di terapia psicoanalitica, psicodinamico, sistemica, cognitiva, comportamentale, etc. etc.
Per questo i Modelli di riferimento seguiti dallo psicoterapeuta possono condurre a terapie con tempi ed esiti estremamente diversi.  
Fonte: http://rolandociofi.blogspot.it/2013/08/differenze-tra-counselour-coach.html
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still-a-sketch · 6 years ago
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20 maggio 2019
Hola. I’m here again.
Ieri sera ho guardato Avengers: The Age of Ultron. Sto cercando di recuperarmi tutta la saga, dato che con l’uscita di Endgame sono stata circondata da persone che parlavano di cose di cui so praticamente niente (certo, la stessa cosa accade adesso con Game of Thrones, ma diciamo che otto stagioni sono un po’ troppo lunghine da recuperare E sono ancora in fissa con il mio principio “prima leggerò i libri”) (il che vuol dire che la serie di GoT non la vedrò mai, visto come non sto procedendo nella lettura).
Per molti anni sono stata tagliata veramente fuori dalla vita, persino dalle cose banali come film in uscita. “Sono stata tagliata fuori dalla vita” aka “mi sono tagliata fuori dalla vita” aka “la mia malattia mi ha tagliata fuori dalla vita”. Ancora su molte cose sono come una bambina. Certo, ho vissuto realtà sulla mia pelle che poche persone possono “vantarsi” di aver toccato (per quanto uno invece dovrebbe ringraziare il cielo che non sia capitato a lui), e sì, non tornerei indietro.
Non ho intenzione di mentire su questo. Non cancellerei il mio dca dal mio passato, non tornerei indietro per schiaffeggiare la mia me di sei anni e passa fa per dirle “ma che cazzo fai?”. La mia vita è stata una merda, ma so che se non fosse subentrato il dca ci sarebbe stato qualcos’altro. Forse le droghe, visto il tipo di persone alle quali stavo avvicinandomi. Non parlo di droghe pesanti eh, ma comunque qualcosa che non mi avrebbe portata a situazioni molto migliori di quella attuale. Forse sarebbe finita prima, forse sarebbe finita in modo diverso, forse sarei stata solo in un centro di riabilitazione o forse mi sarei bruciata totalmente la testa.
La verità è che, quando si sta davvero male (qualunque il motivo sia), un modo per scappare si cerca sempre. E spesso questi modi sono autodistruttivi. Si spera che ci diano salvezza, che ci diano uno scopo, che ci rendano qualcuno... e per un po’ è vero. Ma cosa può portarti di buono un’etichetta come “drogata”, “autolesionista”, “anoressica”? E non intendo a livello sociale, di quello che pensano gli altri, ma intendo SU DI TE.
(continua)
L’anoressia (sì, chiamiamola con il suo nome) ancora oggi mi aiuta ad essere qualcuno. Non verso l’esterno, ma con me stessa. A rendere in grado ME STESSA di sapere chi sono. Ed è una merda, perché io con questa malattia ci sono letteralmente cresciuta (avevo 14 anni, ora ne ho 20) e non so davvero come non essere... così. Come puoi dire ad una persona “smetti di essere”?
Io non rimpiango ciò che ho passato, anche se rivivere certi momenti mi ucciderebbe. Il periodo subito dopo la Stella Maris, quando la vita a casa consisteva nei miei che mi infilavano il cibo in bocca a forza, io che urlavo fino a perdere la voce e che avevo fronte e mani viola per i colpi che tiravo nelle pareti... Il periodo in cui iniziò la mia discesa in picchiata nella malattia, in cui ogni giorno era solo un tunnel sempre più buio in cui non avevo più nemmeno uno scopo ragionato ma volevo solo vedere il numero sulla bilancia diminuire sempre di più.
Ma non rimpiango aver conosciuto Lia, aver conosciuto Vio, aver conosciuto tutte le altre ragazze di Palazzo Francisci. Non rimpiango di aver conosciuto Costanza, la psicologa che mi ha fatto scoprire la recitazione. Non rimpiango di essere andata a Villa dei Pini ed aver conosciuto Mia. Non rimpiango quei colloqui con i vari psicologi che mi hanno seguita, che sono stati utili per scoprire e scoprirmi. Non rimpiango nemmeno le cicatrici che mi porto addosso, perché sono sì segni di battaglie ma indicano che sono sopravvissuta.
Quello che rimpiango? Quello che ho perso. L’aver perso opportunità. L’aver danneggiato la mia salute, in alcuni campi forse permanentemente. Per quanto io cerchi di relativizzarlo, potrei anche non sviluppare mai abbastanza dal punto di vista fisico per avere figli... e questo mi toglie il fiato ogni volta che sfioro il fatto con il pensiero. Rimpiango di non avere più la concentrazione necessaria per studiare continuativamente o anche solo per leggere un libro. Rimpiango di non essere in grado di stare fuori per troppi giorni senza qualcuno che mi controlli, rimpiango di non poter fare certe cose perché non riesco a mangiare davanti alla maggior parte delle persone, rimpiango il non potermi godere appieno un’esperienza di LARP perché il pensiero del cibo (che ovviamente in quei casi non posso cucinarmi da sola) mi terrorizza.
Non ho rimorso di quello che è stato, o almeno non di tutto, ma rimpiango quello che non è stato.
Sono stanchissima. Domani sarò fuori tutto il giorno in accademia, e di qui a quando andrò a letto passerò il tempo a lambiccarmi il cervello di come gestire la giornata per quanto riguarda l’alimentazione (causa orari strani). Una persona normale mangerebbe quando sente fame, io “devo” calcolare tutto in anticipo sia per esigenze pratiche che mentali. Perché no, andare al bar e comprarmi un panino non è una di quelle cose che mi vedrete fare nel futuro prossimo.
Parlo di certe cose dando per scontato che chi legge le conosca, mentre altre le lascio implicite senza davvero spiegare. A me farebbe davvero piacere se voi che mi avete letta (vi ringrazio tantissimo) trovaste il coraggio di farmi delle domande, se ne avete. E sì, continuo a rimandare il racconto di cosa è successo a Villa dei Pini che mi ha fatto scattare il primo click... ma penso che prima forse dovrei riprendere un po’ confidenza con l’esprimermi.
Spero di non aver annoiato le anime dolcissime che sono arrivate a leggere fino a qui.
Buona notte, e fate bei sogni.
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paoloxl · 6 years ago
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Di Raja Shehadeh. (Da InvictaPalestina.org). Che ruolo ha svolto  il diritto locale e internazionale nei Territori Occupati?
Vivendo e lavorando come avvocato nella Cisgiordania occupata da Israele, ho seguito i cambiamenti che dalla fine degli anni ’70 Israele ha apportato alle leggi in vigore. Nel corso dei primi 24 anni della sua occupazione, Israele ha imposto leggi che riguardano ogni aspetto della vita palestinese – dall’uso della terra e dell’acqua alla mobilità e alla zonizzazione – leggi che hanno permesso la creazione di insediamenti israeliani e ridefinito la vita dei Palestinesi sulla loro stessa terra . Eppure, durante la maggior parte di quegli  anni, l’Organizzazione per la  Liberazione della Palestina e la leadership politica palestinese, basate al di fuori dei Territori Occupati, mostrarono poco o nessun interesse in queste questioni legali, lasciando alle organizzazioni per i diritti umani come Al Haq, un’affiliata della Commissione Internazionale dei Giuristi, e il Centro di Informazione sui Diritti Umani della Palestina, il compito di documentare questi cambiamenti e di mostrare come il diritto internazionale venisse violato.
Quando nel 1991 iniziarono i negoziati tra Israeliani e Palestinesi, rappresentati a Washington da una delegazione congiunta palestinese-giordana, pensavo che questa situazione potesse cambiare, così mi unii alla delegazione per garantire che qualsiasi accordo firmato dall’OLP non avrebbe avuto l’effetto di consolidare le violazioni del diritto internazionale di Israele. La delegazione della Cisgiordania sapeva esattamente di cosa stavo parlando, eppure trovammo scarso interesse tra i leader dell’OLP di Tunisi.
Durante il mio periodo a Washington, mi  chiesi perché fosse così. L’OLP aveva un piano alternativo per affrontare il diritto israeliano e internazionale o un canale separato per i negoziati? Dopo il primo anno, rinunciai e abbandonai i colloqui. Due anni dopo, lessi la Dichiarazione di Principio sugli accordi di Oslo del 1993 e vidi confermati i miei peggiori timori: l’OLP era caduta in tutte le trappole preparate dalla delegazione israeliana. Proprio come avevo previsto, Israele riuscii a consolidare le leggi che limitano la vita palestinese a Gaza e in Cisgiordania e che consentono l’espansione dei suoi insediamenti.
Dopo che nel 1995 l’Autorità Palestinese si consolidò, la sua leadership continuò a ignorare le dimensioni legali dell’occupazione. In assenza di tale pressione, Israele continuò ad attuare tutti i suoi piani nei Territori Occupati, anche quando violavano gli Accordi.
Perché l’OLP, l’Autorità Palestinese e altri rappresentanti hanno ripetutamente omesso di utilizzare la legge a vantaggio del popolo palestinese? In che modo la loro visione della legge differiva in modo significativo da quella del  governo israeliano? E in che modo Israele riuscì a creare regimi legali alternativi, che non rientravano nel campo delle leggi internazionali relative alla guerra e all’occupazione, per regolamentare le vite dei Palestinesi? Tutte queste domande, che hanno ossessionato la storia della regione nell’ultimo mezzo secolo, trovano ora alcune convincenti risposte in “Giustizia per alcuni: la legge e la questione della Palestina” di Noura Erakat.
Le manovre legislative di Israele risalgono al 1951, quando nella Convenzione delle Nazioni Unite sullo Stato dei rifugiati ottenne di non riconoscere come rifugiati i Palestinesi costretti a lasciare quello che nel 1948 divenne Israele, purché ricevessero assistenza dall’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e il Lavoro. Un’esclusione ancora oggi in vigore.
Da quella eccezione, Israele ha fatto tutto quanto è in suo potere per continuare a manipolare ed evitare di aderire a quelle convenzioni di diritto internazionale che disciplinano i rifugiati. Negli anni ’50 e ’60, Israele mantenne i circa 160.000 Palestinesi che non erano fuggiti o non erano stati espulsi durante la guerra del 1948 sotto quello che equivaleva a un regime di legge marziale, dichiarando che il Paese era ancora in stato di emergenza e adottando quello che divenne noto come il “Defense Emergency Regulations”. Facendo così, osserva Erakat, Israele diede una connotazione razziale alla legge marziale per “spogliare, spostare e soprattutto contenere la sua popolazione nativa”.
Anche prima dell’eccezione del 1951, Israele aveva adottato misure legali per raggiungere questo obiettivo. Nel giugno del 1948 furono dati ordini per impedire “con ogni mezzo” il ritorno dei profughi palestinesi e si stima che tra i 3.000 ei 5.000 Palestinesi che tentarono di tornare furono uccisi dalle truppe israeliane lungo le linee dell’armistizio del 1949. Nel 1950, Israele approvò la legge sulle proprietà degli assenti, che ha effettivamente espropriato circa 750.000 rifugiati palestinesi a cui venne  negato il diritto al rientro così da poter rivendicare le loro terre. Molti Palestinesi rimasti in Israele furono dichiarati “assenti presenti” e anche le loro terre furono confiscate.
Dopo la guerra del 1967, Israele si trovò di fronte a una nuova serie di convenzioni che doveva sconfiggere: quelle leggi internazionali che si applicano alla guerra e all’occupazione. Con l’occupazione di Gaza e della Cisgiordania (inclusa Gerusalemme Est), i leader israeliani dovettero sviluppare un approccio su vasta scala per legalizzare la loro occupazione di terra palestinese, che era in violazione  del diritto internazionale che  si applica a quegli Stati che hanno conquistato del territorio durante una guerra.
Dopo aver annesso Gerusalemme Est a titolo definitivo, 20 giorni dopo che il suo esercito era entrato in città, Israele esitò quando arrivò nel resto della West Bank. L’esercito israeliano emise un ordine militare che affermava i principi della Quarta Convenzione di Ginevra, riconoscendo così che Gaza e la Cisgiordania erano ora occupate. Ma questo durò solo poco tempo: quattro mesi dopo, l’ordine venne revocato e il Primo Ministro Levi Eshkol  iniziò a discutere con Theodor Meron, il consulente legale del Ministero degli Esteri, se Israele potesse costruire insediamenti nei Territori Occupati.
Quando Meron confermò che tale atto avrebbe violato la Quarta Convenzione di Ginevra, il governo israeliano soppianto  il suo parere con un’argomentazione legale avanzata da Yehuda Zvi Blum, un professore di legge dell’Università Ebraica, che affermava che dal momento che la Giordania non aveva una legittima sovranità sulla Cisgiordania, secondo la legge  il territorio che Israele ora controllava non era occupato. Senza paralleli giuridici per questa situazione, il territorio era sui generis; perciò a Israele fu concesso di esercitare la sua autorità, come nota Erakat, “senza preservare i diritti sovrani dei suoi abitanti né assorbirli sotto la giurisdizione civile [israeliana]”.
Dal 1967 in poi, questa argomentazione riguardante lo stato eccezionale dei Territori Occupati divenne centrale per il dominio israeliano. Israele non solo sostenne che stava ancora combattendo una guerra diversa da ogni altra, , ma anche che i Palestinesi non erano un popolo giuridico, cioè un popolo con diritti politici e legali collettivi. Israele affermava  inoltre che, poiché i territori sequestrati non erano controllati legittimamente da un altro Stato, non esistevano leggi internazionali a cui Israele potesse fare riferimento per governare un tale territorio. Come osserva Erakat, l’invocazione dell’eccezione, come necessità e legge marziale, ha offerto “spazio di manovra israeliano” e gli ha permesso di dispiegare “la struttura sui generis come un atto sovrano generato da una circostanza unica”. Di conseguenza, quando si trattò di stabilire degli insediamenti, Israele insistette sul fatto che era “entro i limiti di legge. “Un quadro sui generis”, aggiunge, ha mantenuto “l’impiallacciatura della legalità producendo una violenza che respinge ogni relazione con la legge “.
Nella lunga storia del progetto di colonizzazione di Israele, ci sono molti altri esempi di tali manovre riguardanti le leggi. Mentre  il dichiarare le terre palestinesi “aree chiuse”  divenne una mossa centrale nel regime post-1967, gli editti arbitrari emessi prima della guerra di quell’anno con il pretesto dell’emergenza, furono usati per impedire ai Palestinesi di coltivare le loro terre. Erakat scrive che “dal 1948 al 1953 furono scostruiti 350 (su un totale di 370) nuovi insediamenti ebraici su terreni di proprietà di Palestinesi”. Il designare aree di terra palestinesi come “chiuse” rafforzò la struttura legale che  provocò il dislocamento palestinese” creando un contesto legale e politico in cui la colonizzazione israeliana in Cisgiordania e Gaza venne normalizzata.
Dopo il 1967 quella dell’eccezione della sovranità  divenne una   struttura legale diffusa, che servì a giustificare il motivo per cui i coloni israeliani che vivono nella Cisgiordania occupata possono essere soggetti a leggi diverse da quelle applicate al resto della popolazione nella stessa area. Fu anche usata per giustificare l’uso massiccio della forza contro i civili a Gaza dove, come scrive Erakat, “in effetti Israele usurpò il diritto dei Palestinesi a difendersi con la motivazione che non appartenevano a una sovranità embrionale, rinunciò ai suoi doveri di potenza occupante  ed estese il suo diritto a utilizzare la forza militare, rendendo così vulnerabili i Gazawi. “La struttura dell’eccezione sovrana, conclude,” è diventata il fondamento delle campagne militari israeliane contro l’enclave costiera “.
Negli anni ’80, come attivista per i diritti umani, colsi ogni opportunità in Palestina e all’estero per mettere in guardia contro la devastazione che “ l’eccezione della sovranità” provocava sulle vite quotidiane dei palestinesi nei Territori Occupati. Sottolineai anche il pericolo che questa rappresentasse una soluzione pacifica al conflitto israelo-palestinese, consentendo la creazione di insediamenti israeliani nei Territori Occupati, rendendo così estremamente  difficile creare uno Stato palestinese.
Quando parlai in pubblico negli Stati Uniti, la solita risposta fu che questi insediamenti erano necessari per la sicurezza di Israele e che fino a quando Israele aveva una Corte Suprema alla quale i Palestinesi potevano fare appello, la situazione non poteva essere così grave. Col tempo, la giustificazione che gli insediamenti rafforzavano la sicurezza di Israele dimostrò di avere delle basi deboli, mentre la Corte Suprema – quando le si presentò l’opportunità di pronunciarsi sulla legalità degli insediamenti civili nei Territori Occupati – concluse che non era una questione legale, ma politica, quindi al di fuori delle competenze della Corte.
Invece di salvaguardare la legge, la Corte Suprema d’Israele ha eccelso nel fare sottili distinzioni, come quella che l’occupazione potrebbe essere indefinita ma non permanente. Se la Corte si fosse pronunciata sull’illegalità degli insediamenti, avrebbe potuto salvare la regione da quello che ora costituisce uno dei maggiori ostacoli alla pace tra Israeliani e Palestinesi.
La Corte Suprema andò oltre: fornì argomentazioni  al governo israeliano per  permettergli di continuare con la costruzione degli insediamenti, e nelle innumerevoli cause contro le pratiche dell’esercito israeliano, usò l’argomento della necessità militare per giustificare le violazioni più severe e più eclatanti dei diritti umani verso i Palestinesi.
Mentre Israele consolidava il suo progetto espansionistico attraverso la legge, l’OLP indirizzò la sua attenzione più verso la politica e la diplomazia. Dopo la battaglia di Karameh del 1968, in cui una grande forza d’invasione israeliana fu respinta dai combattenti palestinesi e giordani, l’OLP unificò i movimenti e i partiti palestinesi più attivi. Nel 1974, ottenne notevoli progressi diplomatici quando il suo Presidente, Yasir Arafat, fu invitato a parlare all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e a perorare la causa per il riconoscimento dei Palestinesi come persone giuridiche. Presentato come “il comandante generale della rivoluzione palestinese”, Arafat citò l’impegno della Carta delle Nazioni Unite per la libertà e il diritto all’autodeterminazione e insistette sul fatto che questi principi dovevano essere estesi ai Palestinesi, così come lo erano per molti altri popoli. Il discorso contribuì a ostacolare il tentativo americano e israeliano di delegittimare l’OLP e di etichettare il suo uso della forza come criminale e terrorista. Contribuì anche a ottenere dall’Onu il riconoscimento dei Palestinesi come un popolo con i propri diritti legali e politici, in particolare il diritto all’autodeterminazione. Di conseguenza, scrive Erakat, la questione palestinese fu trasformata “da una crisi umanitaria, caratterizzata dalla schiacciante presenza di una popolazione di rifugiati in esilio in tutto il mondo arabo, in una crisi politica segnata dal fallimento delle attuali ed ex potenze coloniali nel consegnare la sovranità e l’indipendenza a un popolo colonizzato. ”
Tuttavia, sottolineò l’ambiguità di ciò che fu salutato da molti come una vittoria per l’OLP: “Articolando le sue richieste di   riconoscimento di un popolo nel quadro del diritto internazionale e perseguendo questo obiettivo presso le Nazioni Unite, l’OLP si avvalse delle stesse norme istituzionali che legittimavano l’establishment di Israele, ne naturalizzavano l’esistenza e salvaguardavano la sua sovranità territoriale e politica. Il risultato di questa svolta a favore dell’utilizzo del diritto internazionale, creò uno scisma all’interno dell’OLP tra un campo “pragmatico” che  considerava uno Stato ad interim, o anche definitivo, un passo verso la piena liberazione e il “Fronte del Rifiuto”, guidato dal FPLP [Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina], che insisteva sulla rivoluzione al fine di togliere la sovranità ai coloni sionisti “.
L’interrogativo su come relazionarsi con Israele e con le leggi internazionali che legittimano la sua esistenza, continuò a tormentare la politica dei Palestinesi e a dividerli in fazioni: il Movimento di Liberazione Palestinese si è dedicato alla creazione di uno Stato palestinese con Israele o al posto di Israele? Inoltre era in discussione se intraprendere un processo diplomatico con Israele al fine di trovare una soluzione al conflitto o perseguire la liberazione attraverso ogni mezzo possibile.
La spaccatura continuò negli anni ’80 e fu un ostacolo nei colloqui iniziati nei primi anni ’90, come fu evidente nelle divergenti posizioni assunte dalle varie fazioni palestinesi rispetto agli accordi di Oslo. Anche dopo la conclusione degli accordi, questa spaccatura continuò a dividere la politica palestinese in due campi, con il veemente rifiuto degli accordi da parte di Hamas e del FPLP che indebolirono  l’Autorità Palestinese, emersa come risultato dell’accordo.
La leadership palestinese dovrebbe anche confrontarsi con un altro aspetto del diritto internazionale che nel libro di Erakat funge da area critica per l’inchiesta e costituisce  una delle lezioni chiave impartite dalla sua analisi: che “la legge è tanto significativa quanto la volontà politica alla base della sua applicazione “. Nel caso della Palestina, questo è stato evidente in molti momenti durante i lunghi anni di lotta dei Palestinesi, e più che mai ai tempi dei negoziati di Oslo.
Avendo seguito da vicino per molti anni le modifiche nella legge e nell’amministrazione dei Territori Occupati, quando mi unii alla delegazione palestinese feci pressione sull’OLP affinché adottasse una strategia legale oltre che politica, così da contrastare il tentativo di Israele di consolidare e custodire le sue manovre legali in qualsiasi accordo con i Palestinesi. L’OLP, tuttavia, fu  riluttante a farlo, anche nei negoziati segreti svoltisi a Oslo nel 1992 e nel ’93. Come osserva Erakat, “la mancanza di considerazione per la legge da parte della leadership dell’OLP, e in particolare per la malleabilità strategica della legge” e “il suo obiettivo di ottenere il riconoscimento de jure per il movimento di liberazione” finì per accecarla rispetto “ai termini deleteri” dell’accordo che stava redigendo “.
Mentre i negoziatori palestinesi inizialmente cercarono di ottenere da Israele  la promessa di cessare qualsiasi attività di insediamento, finirono per accettare qualcosa di molto meno: l’offerta di Israele di riconoscere l’OLP come rappresentanti del popolo palestinese. Abu Ala, il principale negoziatore palestinese a Oslo, spiegò in seguito il ragionamento, “il riconoscimento israeliano dell’OLP come rappresentante del popolo palestinese significherebbe anche l’accettazione da parte israeliana dell’agenda politica dell’OLP, compreso il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione e il loro diritto a  stabilire uno Stato palestinese indipendente “.
Come il tempo ha dimostrato, Abu Ala non avrebbe potuto sbagliarsi maggiormente “Come parte dell’accordo faustiano che è la struttura di Oslo”, spiega Erakat, “l’Autorità palestinese  interiorizzò la logica coloniale secondo la quale l’ osservanza e il buon comportamento sarebbero stati premiati con indipendenza”. Così, firmando un accordo del genere, l’OLP non minò solo le più ampie rivendicazioni legali dei Palestinesi, ma “alterò gravemente il movimento nazionale palestinese post-1965 e lo trasformò in una parte critica dell’apparato coloniale israeliano, piuttosto che essere il principale ostacolo a quell’apparato”.
Nelle parti finali del suo libro, Erakat descrive le varie campagne legali che l’OLP prima e l’Autorità palestinese poi intrapresero dopo gli accordi di Oslo, tra cui un ricorso alla Corte internazionale di giustizia nel 2004 e un tentativo di migliorare  lo status dei Territori Palestinesi presso le Nazioni Unite passando da un’entità osservatrice non statale a uno Stato membro.
Erakat conclude che, in ogni caso, “la leadership palestinese perseguì una campagna legale mirata, nei termini più crudi e più rudimentali, a tenere conto di Israele attraverso il diritto internazionale”. Allo stesso tempo, incline a conquistare il favore degli Stati Uniti, la strategia dei Palestinesi non incluse alcun tentativo di sfidare l’inequivocabile supporto degli Stati Uniti a Israele, condannandosi così al fallimento.
Un filo conduttore di questo fallimento è l’incapacità della leadership palestinese, sia dell’OLP che dell’Autorità  Palestinese, di comprendere che le nazioni non aderiscono al diritto internazionale  se vi vengono costrette. Come mostra Erakat, spesso accade invece il contrario: la volontà politica tende a minare le norme legali. Senza l’intervento aggressivo degli Stati Uniti a favore di Israele, gli argomenti legali di Israele non avrebbero avuto successo. “Nel corso dei decenni” scrive Erakat,
Gli Stati Uniti hanno protetto Israele dalla censura diplomatica e sostenuto le sue azioni militari nella regione, tacitamente appoggiando la struttura di occupazione sui generis di Israele che appropriandosi delle terre palestinesi altera lo status quo territoriale. Di conseguenza, la politica  mediorientale degli Stati Uniti ha permesso a Israele di espandere la sua attività di costruzione di insediamenti senza gravi conseguenze.
Questo continua ad essere il caso anche con l’amministrazione Trump, che concede a Israele ancora più impunità. Quando durante la sua recente campagna di rielezione il Primo Ministro Benjamin Netanyahu promise di annettere gli insediamenti israeliani in Cisgiordania, gli Stati Uniti non  sollevarono dubbi sulla sua legalità – in realtà, l’amministrazione Trump aveva appena riconosciuto l’annessione israeliana delle alture del Golan siriano.
Trump ha mostrato la volontà di andare ancora oltre. Il 12 aprile 2019, a seguito di una denuncia da parte dei Palestinesi che chiedevano alla Corte penale internazionale dell’Aja di indagare sulle demolizioni di case palestinesi e sulla costruzione di insediamenti illegali in Cisgiordania, Trump ha affermato che “qualsiasi tentativo di mettere sotto inchiesta il personale americano, israeliano o alleato  provocherà una risposta rapida e vigorosa “.
Concludendo il suo libro, Erakat sostiene che “la rivendicazione principale dei Palestinesi non è il controllo; è l’appartenenza. Il rifiuto incondizionato di centrare le rivendicazioni palestinesi e di invertire l’equazione  della sovranità ebraica che eguaglia l’oppressione palestinese, ci impedisce di ricorrere a possibilità più fruttuose. “La legge sarà il meccanismo per raggiungere questo diritto di appartenenza, ma c’è un lavoro politico  da fare. Cita quindi Gabriel Ash, un analista israeliano-americano, che sottolinea che la cittadinanza israeliana soffre “di  incapacità congenita di appartenere alla terra che rivendica come sua patria”, quando ciò che è necessario sarebbe  “un’Israele che si sente  a suo agio nel Medio Oriente riconoscendo i diritti dei Palestinesi”. Erakat è d’accordo, ma riconosce anche che ciò potrebbe non essere possibile nel momento attuale, con la decisiva svolta a destra di Israele e un governo controllato dal partito dei coloni.
Mentre Erakat ha ragione nel sostenere che la legge internazionale non è riuscita a regolare o frenare il progetto coloniale di Israele, ciò che nel suo libro è assente è qualsiasi considerazione sul fatto che Israele sia stato fin troppo intelligente a scapito del suo stesso bene. Il suo successo nell’evitare l’applicazione del diritto internazionale e nell’ingannare la leadership palestinese ha funzionato anche contro i propri interessi, precludendo la possibilità di pace. Per quanto limitata fosse la leadership di Arafat, questi era pronto a un compromesso con i suoi avversari. Rifiutando la sua disponibilità al compromesso, Israele ha perpetuato il conflitto.
Si potrebbe anche nutrire ancora qualche speranza riguardo al diritto internazionale. La legge, nella narrativa di Erakat, è stata cinicamente maltrattata da Israele. Tuttavia, può ancora arrivare il giorno in cui il diritto internazionale potrebbe  nuovamente agire da arbitro per risolvere i conflitti. Si spera che sia così, non solo per il Medio Oriente, ma anche per il resto del mondo.
Raja Shehadeh è uno dei fondatori di Al-Haq. Il suo prossimo libro, Going Home: A Walk Through Fifty Years of Occupation, è uscito in agosto.
(Foto di copertina: Malleh Adumim, 1996. AP / Greg Marinovich)
Traduzione per Invictapalestina.org di Grazia Parolari.
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