#raccontarsi
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A volte la convivenza con me stessa è proprio faticosa. Sono alla fine del mio percorso terapeutico e scrivendo il resoconto per la seduta di chiusura, non ho potuto fare a meno di entrare in crisi e chiedermi se davvero non sto azzardando il passo più lungo della gamba. E' un periodo strano: è come se la mia tendenza all'auto-sabotaggio stesse scalpitando vigorosamente. Impiego così tante energie per non mandare all'aria ogni cosa buona che faccio, che non me ne rimangono per nient'altro. Mi sento svuotata e senza emozioni. L'unica che ogni tanto si manifesta, a tratti in modo dirompente e ad altri, in maniera sorda ed insistente, è questa profonda tristezza. Non mi sento presente ed in un certo senso ho paura di parlarne. Ho paura di tutto. Passo il mio tempo a fare mille cose o a non fare niente se non spegnere il contatto con la realtà. In questo momento sento forte il bisogno di isolarmi da tutti, sento di non avere energia per prendermi cura di nessuno e non voglio essere di peso agli altri. Mi dispiace tanto fare del male a me e a chi mi vuole bene. Anche se sono consapevole di essere ingiusta verso me stessa, ci sono momenti come questi in cui quel giudice interno è troppo forte e prende il sopravvento. In un attimo ritorno ad essere quella bambina sola e triste, circondata da adulti che da lei si aspettavano tanto, senza però crederci mai. Penso a quella piccola me che voleva soltanto dimostrare di essere degna d'amore, di essere importante, di essere abbastanza e che alla fine ha finito per abituarsi al fallimento. Perché se sai di fallire, se sai che in ogni caso deluderai qualcuno, in un certo senso sei più sereno perché sai cosa aspettarti. Il successo invece è imprevedibile: non sai mai quale piega prenderà. Fa paura, anche perché riuscire a riconoscerlo non è per nulla scontato, specie se cresci sentendoti inadeguato. E se dopo c'è solo l'ignoto, tra quel salto nel vuoto ed il fantasticare malinconicamente sull'orizzonte lontano, molti scelgono di non provarci neppure a volare...
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Fuori come all'interno, con i sensi
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Una traccia di me..
Scrivere un Autobiografia e come un Autoanalisi. Penso che curi che faccia bene. Questa ormai é la terza volta che cerco di concretizzare e mettere in piedi questa opera. Voglio mettere nero su bianco quello che è stato il mio percorso, questo lungo e tortuoso cammino, non ho la speranza di avere le risposte che cerco ma, nemmeno le più importati per me, quelle che non ho capito. Cercherò di trasmettere alle persone che leggeranno questa mia vita al sopra di ogni regola, senza regole per meglio dire cosa si prova, ho cosa ho provato e provo tutt’ora.
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"Non si vive di ricordi" frase che rimbomba spesso nella mia testa. Però credo che per questa volta farò un eccezione. Voglio tornare indietro e ridar vita al momento esatto in cui ci siamo conosciuti. Non sono una persona che crede nel destino, nella provvidenza, nel caso. Credo nel qui ed ora. Credo nel trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Credo che a volte, l'allineamento di qualche pianeta o il moto di un altro,faccia in modo che alcune cose prendano forma. Altre volte, credo, che non ci siano spiegazioni. Alcune cose dovevano semplicemnte accadere. Come quella sera, davanti al 110. Persone che entravano ed altre che avevano finito la loro serata. E poi voi. I soliti ragazzacci che provano ad entrare senza pagare. Fermando persone a caso e tentando la fortuna per scavalcare un buttafuori ed accedere al locale indisturbati. Non sarà difficile da capire che le sfortunate di quella serata siamo state proprio noi. Quattro ragazze, ancora al liceo, ancora senza patente che stavano aspettando un passaggio per tornare a casa. Adescate ed incuriosite, non abbiamo opposto resistenza. Ci siamo piaciuti da subito. Qualcuno più di altri. Ed è da quel preciso momento che iniziò tutto. Non ci siamo più lasciati. Il nostro è stato un rapporto che si è andato a consolidare sempre più nel tempo. E nel tempo ha lasciato indietro alcuni di noi e ne ha aggiunti dei nuovi. Fin quando non siamo arrivati ad essere il gruppo che siamo ora. Non so bene come vi possa definire. Probabilmente siete l'immagine più vicina ad una famiglia. La mia famiglia ideale, quella che ho sempre voluto. Una famiglia allargata, quella che si riunisce ogni domenica, in pranzi lunghi e caotici. È bello vederci nelle foto: sorridenti, spensierati, complici. È bello vedere come siamo cambiati. Passando da tagli di capelli un pò azzardati, abbigliamenti stravaganti e facce a volte tonde e paffutelle. Ci siamo sempre affiancati, nei momenti di gioia come lauree, compleanni o l'approdo nel mondo del lavoro. E ci siamo fatti forza, nei momenti più difficili, tra cuori spezzati e la perdita di quelle persone che amavamo di più. Non so cosa ci riserverà il futuro. Spesso mi fa così paura scoprirlo. Mi auguro che saremmo sempre in grado di saper gestire le avversità a cui andremo incontro e riuscire a tornare in superficie. Sempre. Ci auguro di essere sempre dannatamente felici e non acconterci mai. Ci auguro di continuare a cercare sempre nuovi stimoli, nuove avventure e le bellezze che questa maledetta vita ci riserva. Spero che in qualunque parte del mondo andremo a finire, ci potremmo sempre incontrare un venerdì sera, fuori dall'urban o dal nostro amico Shipon in centro. Non chiedo nient'altro.
#frase#me#fotoblog#foto#amiciziavera#felicità#gruppo di amici#inseparability#per sempre#raccontarsi#amici miei#cuore
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vorrei dormire, ma non ce la faccio. sapevo che prima o poi sarebbe successo, ma non così presto. adesso che michela è andata via sento di aver perso un punto di riferimento essenziale. 🌠
#che cosa posso dire...#mi mancheranno i suoi interventi#il suo modo di raccontare e di raccontarsi#michela murgia#🌠#la rabbia se penso che la regina parassita del regno unito e berlusconi sono morti ormai vecchi e dopo una vita di frivolezze e crimini#mentre persone come michela spariscono lasciando un vuoto incolmabile troppo TROPPO PRESTO
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Missey: "Raccontarsi favole" è il nuovo singolo
Raccontarsi favole è il nuovo singolo di Missey, in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale per FLUIDOSTUDIO, distribuito da Believe. Raccontarsi favole è il quarto singolo che anticipa il nuovo album di Missey La ricompensa della mangusta: una canzone nata sotto le stelle dei grandi gruppi di metà anni ’60, che vuole unire le strutture e gli arrangiamenti dei The…
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L'albero della conoscenza
...del bene e del male.
Alcune anime dicono che ogni esperienza è "bene", altre invece ammettono che ci si possa perdere in sentieri sbagliati, quando la ragione non è illuminata dal senso del divino, e si finisca col credere a fantasmi prodotti dalla mente; vedo, purtroppo, che molte delle tue costruzioni filosofiche fanno parte di questi "sentieri sbagliati"…che non sono sbagliati in sé, perché derivano dalla ragione che guarda la Terra, ma sono limitati.
Credo che il tuo percorso filosofico possa essere riassunto dal titolo di un libro su di te: "Spalancare gli occhi sul mondo"; credo che tu abbia fatto esattamente questo: una dolorosa full-immersion nella materia, che hai osservato attentamente, con spirito da scienziato, attraverso la tua ragione; un esperimento di osservazione della materia, che alcune anime non esitano a definire "mondo lontano da Dio", "esilio da Dio"… Quindi, la tua esperienza non è stata in sé sbagliata, e il dolore è stato termine di paragone per la gioia che successivamente ti si è rivelata.
Mi è sembrato che un'anima stesse parlando di te, quando ha detto che non sentirsi amati può portare a considerare sé stessi e il mondo come "nulla", e l'esperienza terrena come non valevole di essere vissuta. Quando affermavi che "tutto è nulla", volevi dire che non sentivi amore, perché la sostanza della realtà è l'amore. Ecco, quando dici che il mondo è fango e miri l'infinita vanità del tutto, nella tua stupenda poesia "A se stesso", ci spieghi indirettamente che l'esistenza è amore. Questa poesia può essere considerata quella conclusiva del ciclo di Aspasia; l'amore rifiutato ha un valore conoscitivo, che tu infatti gli attestavi. Non ti pentivi di aver amato, seppur non ricambiato: sentivi di avere misurato te stesso. In ambiente spirituale, non si vivono esperienze di amore non ricambiato, e ciò può fare pensare che l'amore sia un fatto scontato, come l'aria che si respira: la sua mancanza ne fa conoscere invece il valore essenziale e la sua natura divina, di dono da parte di Dio. Il fatto che il vero amore in Cielo è sempre ricambiato, è prodigioso, ma posso dirlo da qui, dalla Terra, dove non è così, e dove ho sperimentato più volte il rifiuto. Non sarò tentata di dire che l'incontro con l'altro è un nulla o una vanità… Capirò peso e importanza di tutto… È sulla Terra che sto apprendendo le unità di misura!
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A questo punto conosco a memoria il menù del pranzo degli operai che stanno lavorando a casa mia
#hanno non ironicamente passato l’ultima mezz’ora a raccontarsi cosa si mangiano a pranzo#peak italian behavior
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É più facile raccontarsi mezze verità? Verità addomesticate per farsele piacere? O semplicemente tacere, almeno per pudore?
Le persone amano raccontarsi storie, tanto ben costruite fino ad auto convincersi che quella è la realtà che stanno vivendo. Arrivano a compromessi indigesti con se stessi pur di non guardare quanto sia ipocrita o squallida la vita reale che stanno vivendo.
Spergiurano che sia tutto vero, che stanno bene così, che è il giusto compromesso, che, spesso, lo fanno per non dare dispiacere ad altri, generalmente figli che in cuor loro odiano quel mucchio di bugie, quando la realtà è ben altra ma è più facile così che uscire dal guscio ed affrontare la tempesta perfetta.
Può sembrare il mio un giudizio drastico e senza appello invece è solo pena perché sono stato per anni anch’io in quel gruppo di persone lì, mi sono raccontato le meglio balle, ma convinto sul serio, ho costruito i peggio compromessi, per accettare cose che ormai erano indigeste a me e agli altri, ho fatto male e mi sono fatto male.
Ma si arriva a un punto che la coscienza, se ce l’hai, e soprattutto le persone che hai intorno, e che hai pensato di poter prendere in giro, inesorabilmente ti chiederanno il conto. È lì son cazzi amari perché finirai col raccogliere le giuste incomprensioni, per le tue “quasi” mezze verità, condite con rabbia, disprezzo e solitudine.
Per questi funambolismi, acrobati si nasce, non lo si diventa.
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l’errore di raccontarsi alle persone sbagliate
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Riservo a pochi il diritto di avere accesso al mio cuore e per me raccontarsi è una forma di intimità.
Ho un'idea d'amore e amicizia oramai rara, perchè ogni legame per me richiede profondità.
Il bene che ti darò sarà un prolungamento del bene che mi voglio.
La mia felicità diventerà la tua ed il tuo dolore sarà anche il mio.
Questo è l'unico modo di amare che conosco.
Un modo che mi lega tanto a chi amo, ma anche un modo che mi dimostra quanto sia doloroso confondere gli altri con te stesso.
- Charles Bukowski
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Tutti noi abbiamo nella mente quel dolce ritmo che ci trascina dove le emozioni hanno un'anima.
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mi piacciono le persone calme e riflessive, mi piace chi sceglie di raccontarsi con pochi, e chi lo fa emozionandosi anche un po’. mi piacciono coloro che apprezzano l’arte delle piccole cose, e la bellezza intrinseca dietro la semplicità e la banalità (che tanto spesso, banalità non è), mi piacciono gli introversi ed anche un po’ gli estroversi, perché vedo in ognuno tanta storia, forse è per questo che mi piace ascoltare.
mi piacciono le librerie, i musei e l'arte. chi discuterebbe per ore di quest'ultima, e chi l'apprezza in tutte le sue sfumature. mi piace la letteratura, la poesia e forse anche un pò le passioni altrui (o sentire l'appassionato che parla di una propria passione)
mi piace anche scrivere cose simili che non sono altro che un flusso di coscienza su un social come questo! e niente, pensavo a quante cose mi piacciono (e fra queste non c’è studiare per università, per esempio)
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Basta talvolta raccontarsi ed ascoltarsi inaspettatamente. Scusate la scopa ed il piede che batte
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A volte è più semplice raccontarsi che una persona amata sia cambiata a causa di una deriva personale anziché collettiva. Quella collettiva, infatti, non lascia scampo perché si lega a una questione di sopravvivenza: cambio per rendermi a misura di un sistema che altrimenti mi ingoierebbe vivo. In questo secondo caso si può star certi che il mutamento della persona cara sia pressoché definitivo, oltre che obbligato. Magari, al contrario, qualcun altro trae conforto e senso di pace dall’inesorabilità di un evento del genere, dal fatto che sia impossibile intervenire e prevenirlo in modo efficace. Invidio non poco chi ci riesca.
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Riservo a pochi il diritto di avere accesso al mio cuore e per me raccontarsi è una forma di intimità. Ho un'idea d'amore e amicizia oramai rara, perchè ogni legame per me richiede profondità. Il bene che ti darò sarà un prolungamento del bene che mi voglio.
La mia felicità diventerà la tua ed il tuo dolore sarà anche il mio. Questo è l'unico modo di amare che conosco. Un modo che mi lega tanto a chi amo, ma anche un modo che mi dimostra quanto sia doloroso confondere gli altri con te stesso.
Charles Bukowski
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