#narrativa di genere
Explore tagged Tumblr posts
pier-carlo-universe · 1 month ago
Text
"Il Silenzio dei Sentimenti di Romeo Gìpari": Racconti di Amori Celati e Dolori Inascoltati. Recensione di Alessandria today
Un viaggio nell’animo umano attraverso emozioni taciute e relazioni negate
Un viaggio nell’animo umano attraverso emozioni taciute e relazioni negate Romeo Gìpari, con Il Silenzio dei Sentimenti, pubblicato il 29 settembre 2024, ci offre una raccolta di racconti intensa e struggente. Il volume esplora la profondità del silenzio come espressione di sentimenti repressi e affetti non dichiarati, in un’epoca e in contesti in cui l’autenticità emotiva è spesso soffocata…
0 notes
elelandia · 5 months ago
Text
Le mie belle belle letture estive.
Per qualche motivo che non mi è ancora ben chiaro, io tra Giugno e Luglio metto il cervello in pausa e procedo con il pilota automatico. Mi piacerebbe essere sempre funzionante in tutti gli aspetti che compongo la mia vita, ma i neuroni sono quelli che sono e ormai sono giunta alla conclusione che no, non è possibile essere sempre attivi su tutto. Credo che delle pause siano anche salutari,…
0 notes
gregor-samsung · 4 months ago
Text
" «Ogni uomo che vedo e ogni uomo di cui sento dire qualcosa, qualsiasi cosa, mi dimostra l’assoluta inconsapevolezza dell’intero genere umano, e che esso, il genere umano e la natura tutta sono una truffa. Una commedia! In effetti il mondo, come già è stato detto moltissime volte, è un palcoscenico sperimentale su cui si prova in continuazione. Dovunque guardiamo, vi è un continuo imparare a parlare, a camminare, a pensare, a recitare a memoria, a ingannare, a morire, a essere morti, tutto il nostro tempo se ne va in questo. Gli uomini non sono altro che attori che vogliono presentarci qualcosa che già conosciamo. Tutti imparano una parte» disse il principe. «Ognuno di noi impara continuamente una parte (la sua) o più parti, oppure tutte le parti possibili e immaginabili, senza sapere perché (o per chi) le stia imparando. Questo palcoscenico sperimentale è uno strazio unico e quello che vi si recita non diverte nessuno. Su questo palcoscenico tutto avviene però con grande naturalezza. Ma si cerca sempre un drammaturgo. Quando si alza il sipario, lo spettacolo è finito». E il principe disse che la vita è una scuola, nella quale si insegna la morte. E aggiunse che essa è popolata di milioni e milioni di scolari e di maestri. "
Thomas Bernhard, Perturbamento, a cura e con un saggio di Eugenio Bernardi, Adelphi (collana Gli Adelphi N° 83), 2024¹¹; p. 157. (Corsivi dell'autore)
[Edizione originale: Verstörung, Insel Verlag, Frankfurt am Main, 1967]
5 notes · View notes
queerographies · 1 month ago
Text
[Ti parlo di noi][Federico Arimondi]
Scopri la commovente storia di Federico, un uomo che ha combattuto per la propria identità negli anni '70, in un'Italia ancora poco aperta alle diversità. Un racconto di coraggio, rinascita e lotta per i diritti
Dalla sofferenza alla rinascita: una storia di transizione di genere negli anni ’70 Titolo: Ti parlo di noiScritto da: Federico Arimondi Edito da: Gruppo Albatros Il FiloAnno: 2024Pagine: 236ISBN: 9788830696457 La trama di Ti parlo di noi di Federico Arimondi All’inizio ci sono Michela e Federico. Michela, egocentrica presenza che tutto divora, catalizzatrice di richieste di coerenza e…
0 notes
deathshallbenomore · 27 days ago
Text
non solo le romcom nel solco della fantasia assolutamente genderizzata di sposare un principe sono interessanti da un punto di vista antropologico, sociale, economico e politico, ma aggiungerei anche che solitamente le monarchie rappresentate nella cornice narrativa di questi film sono molto probabilmente degli stati canaglia i cui prodotti tipici sono chiaramente l’evasione fiscale e la violazione dei princìpi dello stato di diritto. ma dato che il pov è quello della umile ragazza innamorata del suo principe (e noi insieme a lei, in quanto nostra proiezione in questo genere di film), anche una monarchia de facto assoluta che considera la democrazia un orpello ci viene proposta come buona e illuminata. urge indagine ulteriore su come questo genere di prodotto concorra alla causa conservatrice tardo-capitalista finalizzata a promuovere fascinazione verso disparità e privilegio di classe (nobiliare), mascherandosi da innocua pellicola romantica
43 notes · View notes
susieporta · 2 months ago
Text
❓️A CHI GIOVA IL PROCESSO DI MOSTRIFICAZIONE DEL MASCHILE ? IL PATRIARCATO E' UNA FORMA DI CONTROLLO DI TUTTI, NON SOLO DELLE DONNE
Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne proponiamo di uscire dalla narrativa che degli uomini sembra saper solo restituire un'immagine mostruosa e pericolosa.
Come siamo arrivati a vedere degli uomini solo sotto questo aspetto? Perchè le uniche parole che si spendono per descrivere la psicologia maschile sono più o meno sempre le stesse?
Assistiamo quotidianamente a profezie che si avverano, laddove gli uomini sembrano non avere strumenti alternativi alla violenza per manifestare la propria fragilità. Ed in effetti è così. A fronte di un sistema nervoso che alla nascita è più immaturo e sensibile nei maschi rispetto alle femmine, tale per cui i bambini maschi avrebbero bisogno di maggior accudimento e vicinanza perchè oggettivamente più bisognosi e meno autonomi, abbiamo sviluppato una cultura educativa che li spinge precocemente ad essere indipendenti, a negare i propri bisogni di vicinanza ed evolutivi in genere.
A questo scopo i modelli maschili a tutti i livelli insegnano che per produrre l'illusione del maschio adeguato alle aspettative culturali occorra imparare a sopprimere e a non ascoltare le proprie emozioni, in particolare quelle della paura e della tristezza, antidoti naturali alla rabbia e all'ira che sono alla base degli agiti sia auto ( i suicidari sono in larga maggioranza di sesso maschile) che eterolesionisti ( non solo violenza sulle donne, ma condotte pericolose come la guida ad alta velocità).
In pratica è come se per avere l'illusione di saper guidare una macchina altamente sofisticata si dicesse ai conduttori di disattivare delle spie e regolarsi unicamente su un paio: la rabbia e il disgusto.
In questo video provo a dimostrare come tutta questa ignoranza sul funzionamento psicologico degli uomini sia delle donne che degli uomini stessi favorisca una dimensione immatura delle relazioni che porta necessariamente a poter controllare più facilmente gli uni e gli altri attraverso l'influenza esterna come i modelli culturali che gli uomini forti e sicuri sarebbero più attraenti.
A pensarci bene l'indicazione che viene data ai maschi fin dalla tenera età è "Non essere te stesso. Fa di te una copia del modello dominante".
Ed è proprio questa distanza sempre più siderale tra l'immaturità interiore e l'immagine esteriore, di negazione del bisogno dell'altro, che porta gli uomini a rifugiarsi nelle dipendenze in generale, non solo dalle donne, ma anche da sostanze o da lavoro: gli uomini anestetizzati sono burattini, soldatini, schiavi che non possono che muoversi in copioni copia e incolla, fortemente influenzabili e controllabili che non reggono all'impatto di una realtà, come quella intima, che chiede loro di esistere, di esserci.
La deriva di tutto questo si manifesta nella solitudine profonda in cui vive la maggior parte degli uomini: privati della capacità di condividere la propria interiorità, resi totalmente muti, privi di parole per dire cosa stanno vivendo e incapaci di chiedere aiuto, perchè non legittimati a farlo per non sprofondare in una vergogna che annichilisce, non resta loro che obbedire al mondo esterno e reagire ad esso come sistemi ipersemplificati stimolo-reazione, incapaci di portare una mediazione personale che verrebbe dal mondo interiore.
Anche questo è un lato del patriarcato di cui non si parla.
La lotta alla violenza passa anche dal creare una #cultura che aiuti e supporti i maschi a fare una ormai sempre più necessaria rivoluzione.
Servono nuovi Ulissi, pronti a scoprire le terre del mondo interiore maschile e donne in grado di affrontare il maschile immaturo e a tenervi testa, proprio come fece Penelope con i proci.
Il nostro contributo alla creazione di questa cultura proviamo a darlo, come abbiamo già fatto in passato in altre occasioni pubbliche, organizzando insieme al Comune di Mozzo la presentazione del libro di Alberto Penna "Uomini che piangono poco" (Ed. Garzanti) mercoledi 4 dicembre ore 20.30 presso la Sala Civica della Biblioteca di Mozzo.
L'evento è gratuito e a prenotazione obbligatoria. Il contrasto alla cultura della Violenza parte dalla creazione di premesse culturali diverse.
Contaminiamoci con nuove idee. Allarghiamo gli orizzonti di senso.
🤗ecco il link per iscrivervi all'evento:
https://www.eventbrite.it/e/maschi-che-piangono-poco-tickets-1082914248669?aff=oddtdtcreator
Centro Divenire Bergamo
#uominisidiventa
8 notes · View notes
canesenzafissadimora · 8 months ago
Text
Tumblr media
Mi piaceva la scuola. Il maestro parlava ai bambini. Venivo dallo stanzino dove nessuno parlava a me, e lì c’era uno da stare a sentire. Imparavo tutto quello che diceva. Era una cosa bellissima un uomo che spiegava ai bambini i numeri, gli anni della storia, i posti della geografia. C’era una carta colorata del mondo, uno che non era mai uscito dalla città poteva conoscere l’Africa che era verde, il Polo Sud bianco, l’Australia gialla e gli oceani azzurri. I continenti e le isole erano di genere femminile, i mari e i monti maschili. A scuola c’erano i poveri e gli altri. Quelli della povertà come me ricevevano alle undici un pane con una marmellata di cotogne, portato dal bidello. Con lui entrava un profumo di forno che squagliava la bocca. Agli altri niente, loro avevano una merenda portata da casa. Un’altra differenza era che quelli della povertà in primavera avevano la testa rasata per i pidocchi, gli altri conservavano i capelli. Si scriveva con il pennino e con l’inchiostro che stava in ogni banco dentro un buco. Scrivere era una pittura, si intingeva il pennino, si facevano cadere gocciole finchè ne restava una e con quella si riusciva a scrivere una mezza parola. Poi si intingeva di nuovo. Noi della povertà asciugavamo il foglio con il fiato caldo. Sotto il soffio, il blu dell’inchiostro tremava cambiando colore. Gli altri asciugavano con la carta assorbente. Era più bella la nostra mossa che faceva vento sopra il foglio stesso. Invece gli altri schiacciavano le parole sotto il cartoncino bianco. A scuola ascoltai a fondo le lezioni. Mi accorsi di com’erano importanti le cose che imparavo. Era bello che un uomo le metteva davanti a un’assemblea di giovani seduti, che avevano uno slancio nell’ascolto, nell’afferrare al volo. Bella un’aula in cui stare per conoscere. Bello l’ossigeno che si legava al sangue e che portava in fondo al corpo il sangue e le parole. Belli i nomi delle lune intorno a Giove, bello il grido di ”Mare, mare” dei greci alla fine della ritirata, bello il gesto di Senofonte di scriverlo per non farlo smettere. Bello pure il racconto di Plinio sul Vesuvio esploso. Le loro scritture assorbivano le tragedie, le trasformavano in materia narrativa per trasmetterle e così superarle. Entrava luce in testa come ne entrava in aula. Fuori era un giorno lucente, uno di maggio finito nel mazzo di dicembre. Tornai verso casa continuando a pensare alle lezioni. C’era una generosità civile nella scuola pubblica, gratuita che permetteva a uno come me di imparare. Ci ero cresciuto dentro e non mi accorgevo dello sforzo di una società per mettere in pratica il compito. L’istruzione dava importanza a noi poveri. I ricchi si sarebbero istruiti comunque. La scuola dava peso a chi non ne aveva, faceva uguaglianza. Non aboliva la miseria, però fra le sue mura permetteva il pari. Il dispari cominciava fuori.
12 notes · View notes
mchiti · 1 year ago
Text
Tumblr media
Mi ha colpito molto questa foto di Gigi Riva presente ad un convegno del PCI in difesa del popolo palestinese massacrato nei campi profughi in Libano. Purtroppo non sono riuscita a risalire ad una data certa - potrebbe essere, immagino, in occasione del massacro di Sabra e Shatila nel 1982? - ma mi ha colpito per due motivi:
una delle tante reazioni alla condivisione di questa foto di repertorio non è tanto il classico "tenere fuori il calcio dalla politica" ma quanto il: "non si strumentalizzano i morti e questo è sciacallaggio". Solitamente sono argomentazioni da salotto portate avanti da chi non ha un minimo di coscienza non dico politica, ma almeno civile sulle questioni del mondo. Riva non era un politico e non credo che vi sia qualcuno che stia forzando questa chiave narrativa, ma condividere un'immagine del genere è semplicemente un pezzo secondo me molto bello che va a comporre il puzzle della persona che è stata e di quello che ha rappresentato fuori e dentro dal campo.
Di contro, ho visto come il Foglio qualche giorno fa si è prodigato in un articolo di giornale in cui si sottolinea la figura di un uomo che "non si è mai piegato alla politica" e che ha rifiutato candidature, approcci dai più disparati esponenti politici, da De Mita (DC) a Craxi (PSI) sino ad arrivare in tempi più recenti a Berlusconi. Ecco, questo è un articolo di demagogia, dove si fa il processo inverso, dove si sente l'esigenza di limare e rendere inoffensivo l'uomo che è stato. Non ne stanno davvero sottolineando il suo "spirito libero", l'intento è solo di contenere questa figura silenziosa ma sempre attenta alle questioni del mondo.
Sottolineare il suo spirito libero significherebbe invece raccontare che sì, Riva non ha mai prestato il suo volto ai partiti politici ovviamente. Davvero era libero in questo. Ma si è sempre schierato in favore degli ultimi, che fossero i minatori del Sulcis: (lo trovate in fondo, non aveva bisogno di sfilare in prima fila)
Tumblr media
... o il popolo palestinese. Questo è qualcosa di profondamente politico, nell'ampia accezione del termine, ma credo che per certi giornali sia scomodo parlarne.
Viva Gigi Riva e Viva la Palestina Libera 🇵🇸
26 notes · View notes
raton-cita · 9 days ago
Text
Otra vez Saint-John
Muy recientemente comencé la lectura de un plaquette de Saint-John Perse y me descubrí con una nueva forma de interpretación, una nueva forma de acercamiento hacia el material que estaba leyendo. Primero he de aceptar que no pude leerlo así de fácil como lo hago con otros autores que ya conozco o que me atrapan inmediatamente, de modo que hubo un rechazo de mi parte en un primer momento. Pero no quise desistir y una tarde me puse a leerlo con calma y me encontré un agradable acercamiento al primero de los poemas que me puse a leer y luego se me vino una reflexión. ¿Qué me había pasado como lector? Simplemente tardé en adentrarme a ese nuevo mundo que supone esta obra del gran Perse. Fue una exigencia hacia mí mismo que me llevó a comprender esos poemas, esas imágenes, esa forma personal de Saint-John. Pronto le di un calificativo que tal vez no merezca, pero que para mí me sirvió para irme comprendiendo como lector: aridez. ¿De dónde me venía esta palabra? Y, sobre todo, ¿qué quería decir con ello? Quería destacar que sus imágenes no están tan habitadas como otras que pronto se me vinieron al recuerdo. Las imágenes de Perse no pretenden sino ofrecer lo mínimo suficiente para crear la narrativa que nos quieren comunicar, de ahí esa pretendida "aridez", lo mínimo suficiente.
Ahora bien, para calificar algo como lo que acababa de hacer, es necesario que haya un punto de comparación para determinar esa calificación. Lo que pasa es que recordaba yo a otro poeta francés de nombre Marcel Schwob cuya obra que yo había leído yo eran los Mimos que poseen una encantadora e inalcanzable belleza (de hecho se encuentra dentro de mis libros favoritos). En los Mimos podemos leer e imaginar una cantidad grande de elementos que adorman y le dan un toque muy especial (de ahí su encanto) hacia aquello que estamos leyendo. Para entendernos mejor, voy a poner un texto que ejemplifique a cada uno de estos autores.
Primero, Marcel Schwob con un fragmento de su prólogo de la obra mencionada.
La sombra amante sacudió del pliegue de su túnica un queso de Sicilia, un delicado cesto de higos, una pequeña ánfora de vino negro y una cigarra de oro. Súbitamente experimenté el deseo de escribir Mimos y cosquilleó en mi nariz el olor de los vellones nuevos y el humo craso de las cocinas de Agrigente y el perfume acre de las tiendas de pescado en Siracusa. Por las calles blancas de la ciudad pasaron cocineros con los brazos descubiertos, y tocadoras de flauta de cuellos incitantes, y alcahuetas de arrugados pómulos, y mercaderes de esclavos con las mejillas henchidas de dinero.
Es evidente el uso frecuente de adjetivos para enriquecer lo que nosotros imaginamos como lectores.
Este otro es un fragmento del poema El muro, de Saint-John Perse.
El lienzo de muro está enfrente, para conjurar el círculo de tu sueño. Pero la imagen lanza su grito. La cabeza contra una oreja del sillón grasiento, exploras tus dientes con tu lengua: el sabor de las grasas y las salsas infecta tus encías, y sueñas con las nubes puras sobre tu isla, cuando el alba verde crece lúcida en el seno de las aguas misteriosas. Es el sudor de las savias en exilio, la suarda amarga de las plantas silicuosas, la insinuación acre de los manglares carnosos y la ácida delicia de una negra sustancia en las vainas.
Acá las imágenes saltan sin preparación previa (después del muro, se nos habla de una cabeza, ¿de dónde apareció ésta?). Ante estas fulguraciones nuestra lectura debe estar atenta para ir recreando la imagen total que nos permitirá comprender el mensaje final del poema completo.
Como advertirán, los poemas, los poetas son muy distintos. Pues bien, ya cuando acepté la recepción de las imágenes de Perse en mi lectura vi aparecer la poesía en esa lectura. Ya lo que seguía era entender (y terminar de dar forma al mensaje general de Perse desde mi propia perspectiva) para disfrutar la lectura. Pero las reflexiones siempre me acompañan y van paralelas al gozo que me produce la lectura. Me di cuenta de la importancia de una consciencia sobre una lectura activa en estos poemas. Debe haber una voluntad que afine nuestras capacidades e, incluso, nos haga ir en búsqueda de algo que, de alguna manera, sabemos que está presente y que satisface lo que nosotros necesitamos sin saberlo.
3 notes · View notes
bibliotecasanvalentino · 2 months ago
Text
Tumblr media
Ed eccoci di nuovo qui con la rubrica a cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica @valentina_lettrice_compulsiva
Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: ʟᴇᴛᴛᴜʀᴇɪɴᴅɪᴇ.
La casa editrice di questo mese è: @pelledocaeditore
Buona lettura a tutti!
GHOST STORIES – M. R. JAMES
È la notte di Halloween, quale modo migliore di trascorrerla se non leggendo le storie di fantasmi dello scrittore e medievalista britannico Montague Rhodes James?
La casa editrice Pelledoca, specializzata in narrativa per ragazzi, ha pubblicato un graphic novel che raccoglie i cinque racconti più famosi dell’autore, nell’adattamento di Leah Moore e John Reppion, in cui vengono trattati: il tema della vendetta, del ritorno dal regno dei morti, della curiosità che spinge l’uomo a superare limiti invalicabili.
I protagonisti di queste storie sono studiosi impegnati in misteriose e insidiose ricerche in archivi polverosi o in dimore infestate, che si trovano ad affrontare esperienze al di là dell’umana comprensione.
"LA MEZZATINTA", in assoluto il mio racconto preferito di James, racconta di un dipinto che, notte dopo notte, prende vita per ricordare in eterno la terribile vendetta di un nobile decaduto.
"IL FRASSINO", invece, narra la storia di un albero che nasconde un terribile segreto, legato alla morte di una donna giustiziata per stregoneria
"LA NUMERO 13" racconta di una stanza d’albergo che appare e scompare.
"IL CONTE MAGNUS" è ambientato in un mausoleo misterioso nel quale sarebbe meglio non entrare.
“FISCHIA E IO VERRÒ DA TE” narra di un fischietto capace di evocare mostri e demoni.
Le splendide illustrazioni di Fouad Mezher, Alisdair Wood, George Kambadais, Abigail Larson e Al Davison costituiscono il valore aggiunto del volume.
COSA MI È PIACIUTO
Adoro la letteratura gotica e, in particolare, le storie di fantasmi. Quelle di M. R. James mi hanno sempre affascinata per le ambientazioni cupe e le vicende oscure che le caratterizzano.
COSA NON MI È PIACIUTO
Purtroppo l’età avanza e ho avuto un po’ di difficoltà a leggere le vignette di alcune tavole.
   
L’AUTORE
M. R. James (1862-1936) è stato uno scrittore e studioso medievale, ricordato soprattutto per le sue storie di fantasmi che sono considerate tra le migliori del genere. I racconti di M. R. James continuano ad influenzare molti dei grandi scrittori di oggi, tra cui Stephen King  (che discute di James nel libro di saggistica del Danse Macabre, 1981) e Ramsey Campbell.
LA CASA EDITRICE
I libri di Pelledoca editore vogliono raccontare storie belle, forti e particolari. Storie da brivido, capaci di tenere il lettore con il fiato sospeso e gli occhi incollati alla pagina. La casa editrice ha fatto una scelta precisa, decidendo di occuparsi solo di thriller, noir e mistero. Chi scrive per Pelledoca accompagna i lettori, soprattutto i più giovani, in un mondo narrativo di intrighi in cui si muovono personaggi equivoci, vittime e carnefici, ma anche astuti eroi.
3 notes · View notes
pier-carlo-universe · 1 month ago
Text
"Tocca a Te" di Maura Puccini: un intricato giallo nel cuore di Trieste. Recensione di Alessandria today
Un omicidio misterioso, un commissario in difficoltà e una sergente dell’FBI in cerca di redenzione
Un omicidio misterioso, un commissario in difficoltà e una sergente dell’FBI in cerca di redenzione Maura Puccini ci regala un romanzo giallo avvincente e ricco di sfumature con “Tocca a Te”, pubblicato il 10 settembre 2022. Un thriller che non solo tiene il lettore incollato alle pagine, ma lo trascina nel mistero e nella complessità della natura umana. La trama: un omicidio che sconvolge…
0 notes
elelandia · 10 months ago
Text
Editori della domenica: Moscabianca edizioni.
Nati nel 2018 a Roma, Moscabianca edizioni rappresenta ad ogni Salone del Libro un serio attentato al mio portafoglio. Specializzati in narrativa di genere, pubblicano fantascienza, weird, new weird, distopico, fantasy, realismo magico, bizarro fiction, gotico, surreale. Lo scorso anno da loro ho comprato “La faglia delle fate”, libro illustrato di Iris Compiet che passerei ore a guardare.…
Tumblr media
View On WordPress
1 note · View note
gregor-samsung · 1 year ago
Text
" Stando alla testimonianza di chi ha avuto la fortuna di vederlo in teatro, il Totò che noi conosciamo, quello del cinema, non vale un decimo rispetto al comico caricato a molla sulle tavole del palcoscenico. Si racconta che, al momento del bis, prima di rientrare in scena, dicesse agli attrezzisti: «Adesso li faccio ridere con la A!». Entrava, improvvisava un paio dei suoi irresistibili lazzi e ritornava dietro le quinte mentre la sala si sganasciava a bocca spalancata: «Ah! Ah! Ah!». Prima del secondo bis prometteva ancora: «Adesso li faccio ridere con la I!». Infatti, la platea: «Ih! Ih! Ih!». Al terzo bis era la volta della U. Entrava in scena di sbieco come un burattino di legno, snodato, e si arrampicava su per il sipario come uno scoiattolo. E gli spettatori: «Uh, Uh, Uh!». Le risate con la A, con la I e con la U hanno sostanza ben diversa le une dalle altre: sono le reazioni emotive a tre differenti espressioni della comicità, o meglio a tre gag di natura diversa. In genere la risata con la A esplode al terzo ritorno di un tormentone o nella «chiusa» di un movimento comico a lunga durata con esplosione finale. La risata con la U è fulminante, quasi sempre provocata da una gag inattesa, da una caduta improvvisa, da una battuta a sorpresa. Quella con la I, invece, è più legata all’umorismo, alla finezza verbale o alla gag «buttata via», regalata ai pochi: arriva sempre con un attimo di ritardo e si espande nella sala per contagio, perché chi non ha capito subito l’arguzia la decifra attraverso lo scompisciarsi degli altri. "
Vincenzo Cerami, Consigli a un giovane scrittore. Narrativa, cinema, teatro, radio, Garzanti, 2002; pp. 173-174.
[1ª edizione: Einaudi, 1996]
31 notes · View notes
queerographies · 5 months ago
Text
[Cross][Hiroka Yamashita]
Un’opera commovente che descrive con audacia e delicatezza la variegata sessualità fisica e mentale dei travestiti.
Ichimura/Mana: dal crossdressing alla transizione, un viaggio alla scoperta di sé Titolo: CrossScritto da: Yamashita Hiroka Titolo originale: クロスTradotto da: Valentina FranchiEdito da: Atmosphere LibriAnno: 2024Pagine: 154ISBN: 9788865644355 La trama di Cross di Hiroka Yamashita Ichimura, un uomo di ventotto anni che lavora in una società di vigilanza, e che sembra vivere una vita tranquilla…
0 notes
lalacrimafacile · 6 months ago
Text
My Lady Jane: Quando la Storia si Trasforma in Magia e Risate
Lady Jane Grey: La Regina dei Nove Giorni... o dei Nove Episodi?
Lady Jane Grey è conosciuta nei libri di storia come la "Regina dei Nove Giorni". Una figura tragica che fu usata come pedina politica e che trovò una fine prematura. Tuttavia, la serie televisiva My Lady Jane prende questa narrativa e la stravolge completamente.
La serie offre a Jane un destino radicalmente diverso. In questa versione della storia. La protagonista, infatti, non è una vittima passiva degli eventi, ma una giovane donna intelligente e determinata. In questo mondo fantastico è in grado di cambiare il suo destino con l'aiuto di una buona dose di magia.
Tumblr media
Tudorland: Benvenuti nel Regno di Maghi e Metamorfosi
L'ambientazione della serie rimane l'Inghilterra Tudor, ma è arricchita da elementi fantastici che rendono il mondo di My Lady Jane unico nel suo genere.
Tanto per dirne uno: il regno è popolato da persone che possono trasformarsi in animali (what?!). Inoltre, le già intricate dinamiche politiche sono complicate ulteriormente da questi elementi soprannaturali.
Questi cambiamenti non solo aggiungono un tocco di magia alla narrazione, ma permettono anche ai personaggi di esplorare le loro identità in modi nuovi e inaspettati.
Risate Reali: Quando la Storia si Prende una Pausa
Uno degli aspetti più affascinanti di My Lady Jane è la sua capacità di trattare temi seri con un tocco di leggerezza e ironia. La serie non si prende mai troppo sul serio. Questo approccio rende la visione estremamente piacevole.
I dialoghi sono frizzanti e pieni di battute argute, e le situazioni assurde in cui si trovano i personaggi sono gestite con una comicità brillante. Questo stile distintivo è uno dei motivi principali per cui My Lady Jane si distingue tra i numerosi adattamenti storici.
Non ha niente a che vedere con le serie televisive Starz come The White Princess, The White Queen o Becoming Elizabeth.
La protagonista non è più la storia. Al centro brilla la fantasia e la libertà di cambiare il destino storico di un personaggio drammatico come quello di Jane Grey.
Un Cast da Fiaba: Principesse e Principi (e Animali) Incantati
Il successo di My Lady Jane non sarebbe stato possibile senza un cast eccezionale. La giovane attrice protagonista porta sullo schermo una Jane Grey piena di vita e spirito. Gli altri membri del cast offrono interpretazioni altrettanto memorabili.
Ogni personaggio, dai principali ai secondari, è caratterizzato da una profondità e complessità che rendono la storia ancora più coinvolgente.
L'eroina : Jane è una ragazza che vuole ampliare le proprie conoscenze. È intelligente e curiosa. Nonostante la costrizione al matrimonio da parte di sua madre, Jane non perde lo spirito. Per l'intera serie la ragazza dimostra di essere però anche leale. Essa è pronta a rischiare la sua vita per gli amici e per le sue convinzioni.
Il bello e dannato : Guildford viene introdotto come un ragazza senza un vero scopo. In un bar recita versi "poetici" e beve come se non ci fosse un domani. Tuttavia il suo personaggio diventa uno dei più particolari e complessi. Il suo passato continua a tormentarlo e il pubblico finirà per tifare per lui.
Il re malato: Edward non è solo un bambino malaticcio. In questa versione, in cui il monarca inglese è un ragazzo di colore interessato agli uomini (altro che licenza poetica), Edward prende in mano il suo destino.
Dal Libro allo Schermo: Una Magia Diversa, ma Sempre Incantata
Pur rimanendo fedele allo spirito dei libri, la serie televisiva My Lady Jane introduce diverse modifiche rispetto ai romanzi. Alcune sottotrame sono state semplificate o eliminate. Inoltre, nuovi personaggi sono stati aggiunti per arricchire la narrazione.
Questi cambiamenti non fanno che migliorare l'adattamento, rendendolo più adatto al formato televisivo e mantenendo l'attenzione del pubblico. Inoltre, l'elemento visivo della trasformazione degli esseri umani in animali è reso con effetti speciali che aggiungono un ulteriore livello di fascino alla serie.
Conclusione
My Lady Jane è un esempio brillante di come un adattamento televisivo possa prendere una storia conosciuta e trasformarla in qualcosa di completamente nuovo e affascinante. Con la sua combinazione di storia, ironia e magia, la serie offre un'esperienza di visione unica che riesce a intrattenere e sorprendere ad ogni episodio. Se siete alla ricerca di una serie che sappia mescolare abilmente passato e fantasia, My Lady Jane è sicuramente una scelta imperdibile.
Ho trovato questa serie brillante, ma ancora di più la capacità dei creatori di spingere l'hyper per uno show anche relativamente semplice. La storia non è un racconto epico e complesso. Tuttavia cattura il pubblico con colpi di scena e un focus intelligente su certe tematiche rilevanti.
Ovviamente tanto fa anche la chimica tra i due protagonisti, cosa che non fa male ad una storia semplice e senza troppi personaggi.
Ho visto le nove puntate tutte d'un fiato in soli tre giorni. La storia è organizzata bene affinché il pubblico sia spinto a guardare lo show in poco tempo.
Se amate le serie come me, non perdetevi gli altri articoli.
Stay Tuned, la vostra EasyTears.
2 notes · View notes
chouncazzodicasino · 6 months ago
Note
Ho tantissimi libri. Idee per come organizzarli in una casa che non è una reggia? In corridoio? Librerie profonde quanto, per il minimo ingombro? Grazie grazie
Minimo ingombro in profondità ti direi 25 cm (massimo 35 cm). I libri di narrativa difficilmente vanno oltre i 20 cm, ma ad esempio quelli di fotografia, fumetto, arte e design li superano tranquillamente. Quindi dipende molto da che genere di libri devi piazzare.
In corridoio, se abbastanza largo tolti i cm di profondità della libreria, è una soluzione ottima se in soggiorno ad esempio non hai pareti libere. Ma devi tenere conto che il corridoio è uno spazio di passaggio quindi devi stare comodo a passarci, in teoria dovresti avere 100 cm (alcuni dicono 80 cm, mah) circa di larghezza.
Una soluzione esteticamente carina, secondo me, ma poco pratica se i libri li vuoi toccare e difficile da pulire, è la soluzione della mensola alta che gira lungo tutto il perimetro della stanza, sopra le porte. La trovo molto poetica in alcune case. In altre una ciofeca.
La cosa fondamentale quando si cerca una libreria che si vuole riempire di libri è guardare sempre il peso massimo consentito a ripiano, questa è una grande discriminante nella scelta.
4 notes · View notes