#libri avvincenti
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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"Mai più" di M.A. Rothman: un thriller mozzafiato con Levi Yoder. Recensione di Alessandria today
"Mai più" di M.A. Rothman: un thriller mozzafiato con Levi Yoder
Un avvincente romanzo d’azione che mescola adrenalina e intrighi. La trama Nel mondo pericoloso di Levi Yoder, “Mai più” ci trascina in un’avventura ad alta tensione. Levi è un uomo d’onore, un fixer per la mafia, ma anche un individuo che si batte per giustizia, un equilibrio precario tra le ombre della criminalità e i principi morali che guidano la sua vita. Quando si trova di fronte a una…
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fioredialabastro · 8 months ago
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1, 45 🌹
Buongiorno 🌹 grazie per avermi posto queste domande! ✨
1. Libro preferito? 📚
Risposta molto difficile da dare, ma questo è un gioco, perciò alla fine ho fatto la mia scelta: la saga di "Piccole Donne" di Louisa May Alcott, pubblicata dal 1868 al 1886 in quattro volumi: "Piccole donne", "Piccole donne crescono", "Piccoli uomini", "I ragazzi di Jo".
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La storia è semplice, i personaggi sono ben sviluppati ed è tutto lineare: nessun colpo di scena, conflitto tra buoni e cattivi, né avventura. Intriso di moralità americana, è un inno alla bellezza del quotidiano e un invito a rendere il mondo un posto migliore attraverso i nostri doni e le nostre scelte, ma anche un vero e proprio manifesto femminista, che utilizza le vicende di una normale famiglia per fornire un esempio concreto di società paritaria, giusta, in cui uomini e donne crescono insieme e lavorano in squadra per raggiungere un fine comune, più nobile, oltre il genere e il ceto di appartenenza: la felicità e la libertà di trovare la propria strada, rimanendo sempre fedeli a sé stessi.
Obiettivamente parlando, a parte la trama e i valori morali che amo e condivido, dal punto di vista dello spessore psicologico dei personaggi sono stati scritti libri più avvincenti, con elementi chiaroscuri, tormenti, mille sfaccettature. Perché allora ho scelto quest'opera?
Perché, al di là dei punti di forza e debolezza sopradescritti, mai nella mia vita da lettrice mi era capitato di trovare il mio alter ego letterario, finché non mi sono imbattuta in Jo March. A parte alcune differenze nell'aspetto fisico, infatti, nell'anima siamo praticamente identiche. Ricordo che man mano che leggevo inviavo le foto delle parti in cui lei era emotivamente coinvolta al mio migliore amico, il quale, senza che lo condizionassi, confermava ogni nostra somiglianza e aveva i brividi, come me. In generale, anche familiari e amici più cari si sono trovati sulla stessa linea di pensiero. Sono quindi legata a quest'opera ad un livello molto più profondo degli altri e non è qualcosa che capita così soventemente. Credo sia un fatto straordinario. ✨
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45. Quale personaggio Disney pensi di essere? 🏰
Quando ero bambina pensavo di essere Ariel, ma ora che sono una donna adulta credo di essere un'unione di Belle e Mulan.
Come Belle, amo leggere e sognare, rimango fedele a me stessa senza scendere a compromessi, anche a costo di rimanere sola; sono gentile, dolce, sorridente e generosa con tutti ma apro il mio cuore solo a pochi eletti; inoltre, vado sempre oltre l'apparenza delle situazioni e delle persone, risultando "troppo buona" agli occhi degli altri, anche se, a mio avviso, avere l'intelligenza emotiva e l'empatia elevate è una grande ricchezza. 🌹
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Come Mulan, ho un forte senso del dovere, tanto da essere molto severa con me stessa; sono goffa e imbranata, ma anche determinata, coraggiosa e pronta a combattere per i miei obiettivi e valori, più con i fatti che con le parole. Ancora non so se il mio riflesso sia uguale a me, credo sia un interrogativo da porsi ogni giorno, dinanzi alle scelte grandi e piccole. Infine, "Il fiore che sboccia nelle avversità è il più raro e bello di tutti" è uno dei miei incoraggiamenti preferiti, perché mi ci sono sempre ritrovata. 🌸
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tendreestlanuit · 8 months ago
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Il Silmarillion è uno dei libri più belli e avvincenti che ho letto fin'ora, eppure non so direbbe dato che ci ho messo più di due mesi a finirlo (causa: la vita). Ma aveva tutta la mia attenzione, quando lo aprivo. Mi ha lasciato con una grandissima voglia di rileggerlo (e di perdere la memoria e leggerlo come la prima volta)
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acciaiochirurgico · 2 years ago
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nella mia libreria ci sono alcuni libri che ha lasciato mio padre quando ancora questo appartamento era suo, a volte quando mi annoio e sento il bisogno di distrarmi dalla tecnologia mi metto a sbirciare fra le copertine e i titoli che mi sembrano più avvincenti, è il modo migliore e più intimo che ho scoperto per imparare a conoscere mio padre. non è un uomo cattivo ma ha scelto un lavoro che lo ha portato e lo porta tuttora a stare molto lontano da casa e da noi, quindi siamo cresciuti con nostra madre e la differenza di confidenza che abbiamo con i nostri genitori oltre che palese è abissale. solo ultimamente mio papà sta iniziando ad essere più estroverso ed affettuoso, anche se spesso facciamo ormai fatica ad adattarci a questo cambiamento, a modificare e stabilirci un legame che parta da zero e sul perdono di una figura che per noi è stata sempre assente.
è un percorso lungo e anche se a volte mi riesce difficile sto piano piano perdonando e cercando di capire determinate scelte e azioni di mio padre, e oggi casualmente mentre scorrevole le dita fra i suoi libro ne ho preso uno che si chiamava "la conquista della felicità", mi ha colpito che fosse contrassegnato da post-it e sfogliandolo velocemente al suo interno aveva diverse annotazioni e sottolineature cose che molti spesso con i miei libri del cuore faccio anche io, e anche se forse è solo una piccola coincidenza mi ha fatto sentire molto vicina a lui, ci ho trovato un senso di "appartenenza" come a voler dire "sono sua figlia, dopotutto".
ma la cosa che mi ha colpito più di tutte è stata leggere questo paragrafo in particolare:
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forse mio padre avrà fatto delle scelte che ci sono sembrate sbagliate, ma adesso sto iniziando a capire ed accettare che se lo ha fatto, è stato principalmente per noi, per il nostro bene, per far si che avessimo una bella vita che ci permettesse di essere felici, e in parte questa cosa mi fa sentire meglio, e allo stesso tempo in colpa paradossalmente, è una situazione complicata insomma, però è stata una bella scoperta.
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“il ritmo della terra è vento„
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micro961 · 10 days ago
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Il romanzo “La Solitudine delle Stelle a Mezzanotte” di Anthea D'Arrigo
La complessità delle connessioni umane e della propria identità nella suggestiva cornice della Genova degli anni ‘90
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Anthea D'Arrigo, scrittrice di origine siciliana, invita i lettori a un viaggio emotivo immersivo nel suo romanzo “La Solitudine delle Stelle a Mezzanotte”. Il primo volume di una saga in sette parti, uscito nel 2021, ha subito catturato l'attenzione per la sua profonda esplorazione di temi cardine come l'accettazione di sé, l'identità LGBTQ+, la violenza di genere e le intricate dinamiche familiari. Ambientato sullo sfondo pittoresco della Genova degli anni ‘90, il romanzo ripercorre la crescita emotiva e psicologica della sua protagonista Giulia Nicolini.
Giulia è un'adolescente i cui straordinari occhi azzurri nascondono le vulnerabilità e i segreti che tiene chiusi tra le pagine del suo diario. Entrando per la prima volta al liceo Colombo, incontra due figure fondamentali della sua vita, Claudia Ferraris e Sarah Gardella, stringendo amicizie che sembrano promettere luce e risate. Ma sotto questo cameratismo giovanile si nasconde la lotta di Giulia con la sua identità sessuale, una verità che tiene nascosta per paura e giudizio sociale, soprattutto in una casa in cui l’accettazione è dolorosamente assente. La disapprovazione di sua madre e l’assenza di un padre distante creano un ambiente in cui l’amore sembra condizionato e incompleto.
In mezzo a questo tumulto, Giulia scopre un’ancora di salvezza in sua sorella maggiore, Silvia, la cui comprensione e compassione creano un ponte verso nuove relazioni e rivelazioni. Attraverso Silvia, Giulia incontra Manuela Bernardini, una studentessa di medicina legata alla famiglia Nicolini da un oscuro passato comune. Insieme, le loro vite si intrecciano in modi che svelano segreti a lungo sepolti, costringendo Giulia a confrontarsi con i complessi legami tra le decisioni passate e la realtà attuale. Ciò che si dispiega è un'esplorazione toccante di come le nostre relazioni, familiari, platoniche o romantiche, forgiano le basi per il nostro senso di appartenenza.
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Ciò che distingue “La Solitudine delle Stelle a Mezzanotte” è la sua gestione profondamente sensibile di varie tematiche delicate e importanti, con un approccio della scrittrice tutt'altro che pesante. Il suo stile narrativo, radicato in una narrazione cinematografica, immerge il lettore con descrizioni ricche ed evocative e dialoghi così avvincenti e curati che sembra di entrare in un film.
Per le strade di Genova e i corridoi della vita dei suoi personaggi, Anthea D'Arrigo costruisce una storia di coraggio, amore e introspezione. La storia di Giulia non è solo quella di trovare il suo posto nel mondo, ma anche di riconoscere la bellezza della propria identità.
Facebook: https://www.facebook.com/LaSolitudinedelleStelleaMezzanotte?locale=hi_IN
Instagram: https://www.instagram.com/antheadarrigo_author/
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gerimioaderi · 17 days ago
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Invito alla lettura di Giulia Guidotti
Scrittori da scoprire: Giulia Guidotti (autrice su Wattpad)
O signori, voglio rendervi qui edotti/ Delle storie (due finora, e poi chissà)/ che su Wattpad iniziò Giulia Guidotti,/ poco a poco, a pubblicar qualch'anno fa./ Le sue storie, quel suo stile peculiare,/ son convinto, vi potranno interessare./
ed è con questi pochi dodecasillabi  che ci piace presentarvi Giulia Guidotti. La conoscete? Poco male se la risposta fosse no, adesso ve la facciamo conoscere noi. Trovate le sue storie su Wattpad a questa pagina:
Sì, proprio quel sito che certi vituperano solo per darsi un tono, facendo di tutta un'erba un fascio. Ce ne sono, infatti, ce ne sono…
Ce ne sono di quelli che al naso/ hanno sotto la puzza: gli snob,/ a cui viene di bile un travaso/ se gli  nominan Wattpad che un blob/ quella gente ritiene ostinata,/ ma è un'idea preconcetta, ch'è errata./
E che sia un errore pensare che non vi si possano trovare buoni testi, belle storie, soprattutto in questi tempi in cui le case editrici hanno abdicato al loro ruolo di arbiter elegantiarum,  ammesso e non concesso che l'abbiano mai avuto,  che sia un errore, dicevamo,  è evidente già solo da questo incipit da quella delle due opere che, personalmente, prediligiamo (anche perché è in fieri - o come amano dire gli anglofili: work in progress); e, che seguendo su wattpad potete leggere in tempo reale capitolo dopo capitolo, un po' come accadeva a lettori dei feuilleton di Dumas):
Nessuno era mai riuscito ad entrare nei miei sogni e in quello spazio confuso in cui dipingevo il mio futuro. Non sapevo se avrebbe mai avuto il mio corpo, ma lui ebbe la mia anima fin dal primo giorno in cui lo vidi. https://www.wattpad.com/1169683694-ci%C3%B2-che-la-luce-nasconde-prima-parte-_-1-come-si  
La stanza era piena di polvere e sogni bruciati, aveva lo stesso odore della malinconia. Sopra uno scaffale pieno di libri c'era una vecchia foto di lui da ragazzo. Aveva un'aria simpatica e irriverente. Pensai che forse mi sarebbe piaciuto anche in quella versione.
https://www.wattpad.com/1303414068-ci%C3%B2-che-la-luce-nasconde-11-finch%C3%A9-dura-l%27estate
altrove, nel testo, si trovano esempi di raffinata sensualità:
Infilai le braccia nel maglioncino e non so come finii per abbracciarlo. Mi sollevò il viso e cercò la mia bocca in una maniera che non ho mai dimenticato. Non sapevo nemmeno come muovere le labbra, perciò mi lasciai guidare da lui, che lentamente mi baciava. Le sue mani sulla schiena disegnavano percorsi a me ignoti e mi spogliavano, senza nemmeno sfiorare i vestiti. Idealmente non esistevano, come non esisteva più il chiacchiericcio che proveniva dalla festa.  https://www.wattpad.com/1351463455-ci%C3%B2-che-la-luce-nasconde-14-l%27ospite
Una sensualità di grande, per usare un vocabolo desueto ma molto appropriato, politezza. La vera sensualità, nelle opere scritte, è tale quando suscita coinvolgimento emotivo profondo: in tutte le fibre dell'animo. E nel passo su citato vediamo una descrizione in cui ognuno di noi può ritrovarsi: l'impaccio delle prime esperienze con l'altro sesso, la sensazione di spaesamento per qualcosa di nuovo mai provato prima, quel ritrovarsi completamente assorti, tanto da avere l'impressione che il mondo intorno a noi non esista più. Sono elementi in grado di produrre un grande coinvolgimento emotivo, e con  delicatezza e pudicizia, cose che fanno molto più effetto di  frasi sguaiate e triviali.
Quelle storie avvincenti d'amore ch'usa scrivere Giulia Guidotti; Son pervase da un simile ardore, che la pagina pare che scotti. È uno stile a cui fare la bocca voi dovete e qualcosa poi scocca, come un colpo improvviso di fulmine che vi porta dell’estasi al culmine. E se andassero avanti a un giurì quei NEL DUBBIO TI DICO DI SÌ e il suo CIÒ CHE LA LUCE NASCONDE, con parole non già tremebonde, ma sicure, il verdetto di quello tal sarebbe: o che bello, che bello!
È uno stile a cui fare la bocca / voi dovete e qualcosa poi scocca,
dicevamo sopra. Sì, bisogna un po' abituarcisi (all'inizio può spiazzare: non è uno stile di quelli usuali),  ma, come Giovanni Guasconti nella nota novella di Hawthorne La figlia di Rappaccini,  che frequentandone la figlia Beatrice e il suo giardino di fiori dalle potenti proprietà velenifere, cambia a poco a poco e muta la sua natura in una affine a quella dell'amata suddetta, ottenendone come premio il potersi accostare ad essa senza più timore, essendo ormai compartecipe della stesse qualità di quest'ultima,  così, anche noi, leggendo e rileggendo i capitoli di Giulia Guidotti perveniamo a mutare di quel tanto che ci occorre per entrare nel suo mondo, per apprezzare la sua sensibilità e comprendere la sua ideologia.
Quale è questa ideologia? Essa è esemplificata da quel verso di Teodoro di Beza divenuto proverbiale:
amplector quoque sic et hunc et illam,  
abbraccio pur così è questo e quella (ovvero: il giovanotto e la pulzella)
Poiché, infatti, in quelle sue storie non ritroverete riproposti solo l'uomo che ama la donna o viceversa, ma anche l'uomo che ama l'uomo. Forse questa filosofia potrebbe non essere condivisa da tutti,  ma provatevi a leggere comunque questi capitoli: potreste ricredervi; e, dopotutto, oltre al dare qualche attimo di svago, non è forse un pregio della buona letteratura il far pensare? 
Lo diceva anche il Giusti (Giuseppe) che:
Il fare un libro è meno che nïente, se il libro fatto non rifà la gente.
Giuseppe Giusti - Versi editi ed inediti (1852)
Siamo poveri esseri mortali la cui vita media è di appena 7 decenni per i maschi e 80 per le femmine;  lasciamo che ognuno ami chi vuole amare nel breve intervallo che separa la nostra nascita dalla morte. Quello di un maschio per una femmina, di un maschio per un altro maschio o di due femmine tra di esse, non è, in fondo, che sempre lo stesso amore. 
La lingua dei testi
È una lingua dal vocabolario ricco e che talvolta, per riprodurre quella corrente nei dialoghi, in una sorta di verismo moderno, introduce qualche espressione sboccata; ma solo un po'; voglio dire: non vi sono bestemmie o volgarità gratuite, ma semplicemente quelle imprecazioni che capita a tutti di ascoltare o dire noi stessi in ogni ambiente lavorativo o a scuola.  Sono scelte di stile con cui, una volta abituati ad esse,  vi troverete senz'altro d'accordo, poiché al servizio dell'espressività e della fedele riproduzione del modo di comunicare dei giorni d'oggi.
– Aspetta. Ma quanta roba ti sei preso? – Quattro dosi di salbutamolo. – Solo questo? – Anche una pastiglia di cortisone più quello endovena che mi hanno fatto in PS. – Da quanto era? – Boh, ho la scatola nello zaino… – e la specializzanda cominciò a frugare nelle tasche, trovandolo subito – Cazzo, questo è metilprednisolone da 16 mg. Da quando lo prendevi? – Da tre settimane, prescritto dal medico, per l’asma allergica https://www.wattpad.com/1482973538-ci%C3%B2-che-la-luce-nasconde-4-la-fascia-degli
Ciò detto, vi lasciamo, se si è riusciti a incuriosirvi, visitare la pagina dell'autrice e, se vi piace farlo, iscrivervi a Wattpad e votarla. E concluderemo, citando i versi ben noti con cui il Lippi termina il suo Malmantile riacquistato:
Stretta la foglia sia, larga la via; dite la vostra ch'io ho detto la mia.
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mostro-rotto · 2 months ago
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2 riflessione, intitolata "cosa spinge molte persone, in particolare le ragazze, ad essere attratte dal prototipo del cattivo ragazzo?" Ultimamente sto leggendo molti dark romance... più che "molti", un calcolo preciso sono 4 libri... va bè, non è questo il punto, ma leggendo questi libri, chi forti, chi soft, mi ha portato a pensare. Il dark romance è per coloro che cercano storie intense, avvincenti e lontane dalla quotidianità. Ma perché questi racconti esercitano un fascino così forte? Cosa spinge molte persone a preferire la complessità del “cattivo ragazzo” rispetto al prototipo del “bravo ragazzo”?
Punto 1: L'Altalena Emotiva e il Desiderio di Emozioni Intense Un possibile motivo per cui il dark romance affascina molte le lettrici è la capacità di far vivere emozioni intense e oscillanti. Il "bravo ragazzo", per quanto rassicurante e stabile, può risultare prevedibile e poco stimolante per chi cerca un coinvolgimento emotivo più profondo e dinamico. I personaggi maschili dei dark romance risultano tanto affascinanti è la loro devozione incrollabile verso la protagonista. Nei libri, questi uomini non tradirebbero mai l’amata, mostrando una lealtà che non vacilla mai, nemmeno di fronte alle avversità. Questo è un aspetto che molte ragazze apprezzano anche nella vita reale, poiché la lealtà assoluta è spesso difficile da trovare. Anche se nella realtà le relazioni possono essere più complesse e meno perfette, l’idea di un partner che si dedica anima e corpo alla propria compagna, senza tradire la fiducia, resta un desiderio forte. P.S.: Aggiungo che molto dipende dalla personalità e dal bisogno di emozioni che ogni persona ha. Le ragazze attratte dal brivido e dalle emozioni forti potrebbero trovare un “bravo ragazzo” troppo prevedibile o poco stimolante nonostante possa essere leale e affidabile al 100%. Queste tipo di ragazze che descrivo io potrebbe desiderare una figura che metta alla prova i loro limiti, che la sorprenda e che sappia rendere ogni momento imprevedibile. Il fascino per il “cattivo ragazzo” non è solo una questione di ribellione o di voler vivere emozioni forti, ma anche un modo per uscire dagli schemi della quotidianità. Un personaggio complesso, che oscilla tra il protettivo e l’oscuro, risponde a quel desiderio di scoprire un “mondo nascosto” che un partner totalmente buono potrebbe non offrire. Questo non significa, però, che tutte le ragazze cerchino la stessa cosa; anzi, dipende molto anche dal bisogno individuale di sicurezza o stabilità.
Punto 2: Ossessione Equilibrata: Il Desiderio di Essere al Centro del Mondo di Qualcuno La figura del "cattivo ragazzo" non si limita solo a essere intrigante o ribelle. Spesso, questi personaggi combinano un profondo senso di protezione verso la persona amata con un lato oscuro che li rende pericolosi agli occhi del mondo esterno. Nei dark romance, l'ossessione del protagonista maschile per la ragazza è una costante: lui pensa sempre a lei, la mette al centro del suo mondo e sarebbe disposto a fare qualunque cosa per lei, anche a costo della propria sicurezza. Nella vita reale, molte ragazze cercano una simile forma di dedizione, seppur senza le sfumature tossiche che spesso caratterizzano i personaggi dei libri. Un ragazzo che prova un'attrazione profonda, che sia affettuosamente "ossessionato" dalla propria compagna senza però soffocarla, può far sentire una ragazza speciale e unica, alimentando una relazione che si basa su un coinvolgimento intenso ma sano.
Punto 3: Rispetto e Dominio: L’Equilibrio tra Sottomissione e Complicità È importante riconoscere che il fascino dei personaggi dark si manifesta soprattutto nell’ambito della finzione, dove la storia può seguire una narrazione controllata e sicura. La realtà è ben diversa: le dinamiche che funzionano nei libri potrebbero risultare pericolose e insostenibili in una relazione reale. Tuttavia, attraverso la lettura, il dark romance offre la possibilità di esplorare i propri desideri e paure in modo protetto, lasciando che il “cattivo ragazzo” rimanga confinato all’immaginazione. In altre parole, ciò che affascina non è la pericolosità in sé, ma quella vulnerabilità o profondità emotiva che un personaggio complesso può portare. In altre parole, ciò che più attrae potrebbe non essere solo il "cattivo ragazzo" in sé, ma la promessa di scoprirne i lati più profondi e nascosti o cosa e come l'ha portato ad essere in quel modo. Inoltre, i protagonisti nei dark romance è l’abilità di combinare rispetto e dominanza nella relazione, soprattutto negli aspetti più intimi. I protagonisti maschili spesso trattano la ragazza con grande rispetto, ma sanno anche assumere un ruolo dominante che può risultare attraente per chi cerca una relazione intensa e fisicamente appagante. Molte ragazze nella vita reale cercano un partner che, pur mantenendo una profonda considerazione per i loro bisogni e desideri, sia in grado di portare un certo livello di intensità nella relazione, creando un mix di complicità e seduzione.
Punto 4: Protezione e Difesa da Minacce Esterne Nei dark romance, il protagonista non esita a difendere l’amata da minacce esterne, proteggendola da chiunque possa rappresentare un pericolo o una minaccia, come eventuali “pervertiti” o persone con cattive intenzioni (oppure chi ci prova con loro, ma questo è un alto punto). Questa qualità di protettore fa sì che la protagonista si senta al sicuro, sapendo che c’è qualcuno pronto a difenderla senza riserve. Anche nella vita reale, molte ragazze apprezzano un partner che sappia proteggerle, non necessariamente in senso fisico, ma anche emotivo e psicologico, fornendo una presenza forte e affidabile.
Punto 5: Il Fascino del Mistero e dell’Emozione Fuori dalla Quotidianità Infine, i protagonisti dei dark romance possiedono spesso un certo “malessere” interiore o un mistero che li rende affascinanti e difficili da decifrare. Questo malessere, unito alla vulnerabilità, dà profondità al personaggio e crea un fascino unico che è difficile trovare in relazioni più semplici e prevedibili. Nella realtà, le ragazze che cercano intensità e varietà emotiva possono essere attratte da persone che portano qualcosa di “diverso” e di eccitante, qualcosa che esca dalla routine e dalla noia quotidiana. Naturalmente, nella vita reale si cerca una versione meno tossica di questo tratto, che permetta di mantenere un equilibrio emotivo senza rinunciare al brivido dell’avventura.
Questi tratti rispondono a desideri che molte ragazze cercano anche nella vita reale: un partner che sia devoto, appassionato e protettivo, ma senza le estremizzazioni tossiche tipiche dei romanzi. Sebbene nella vita reale sia difficile replicare questo tipo di dinamiche senza rischiare di scadere nella tossicità, la finzione permette di esplorarle in modo sicuro. Forse, il vero fascino di questi personaggi sta nella loro capacità di rompere la monotonia della vita quotidiana, offrendo un'avventura emotiva che solo l’immaginazione può rendere perfetta. In sostanza, l’attrazione per il “bad boy” potrebbe anche essere legata a un bisogno di evasione dalla quotidianità e dalla prevedibilità della vita reale. Che diano alti e bassi un po' come su una altalena. E come disse Damon salvatore "Tu vuoi un amore che ti consumi, vuoi passione, avventura e anche un po' di pericolo..." Mi sa tanto che ho scritto una pappardella inutile nel pensare ciò 😅 probabilmente ho sbagliato tutto, ma fatemi sapere cosa ne pensate al riguardo senza uccidermi, please! Lo so pure io di essere un caso perso e di riflettere su cose inutili e senza senso 😅
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alemicheli76 · 4 months ago
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"Il caso Rebecca" di Maddalena Tiblissi, Arpeggio libero. A cura di Alessandra Micheli
Ho letto un infinità di libri gialli e ogni volta mi domando perché è un genere che ancora sopravvive. Specie oggi, che il gusto letterario ha subito un declino e sopratutto mostra un forte bisogno di emozioni forti, ma politicamente corrette. Come a dire ho bisogno di fatti avvincenti, però contenuti, senza che essi possano sgorgare e diventare fiumi di parole selvagge. E ovviamente chi come…
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stilouniverse · 1 year ago
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Daniele Zovi "I racconti dell'inverno. Avventure nella natura di ragazzi, alberi e animali", presentazione
Illustrazioni di Giulia Tomai Per ragazzi dagli otto anni Otto avvincenti racconti sulla natura per incantare i bambini attraverso le parole di uno dei maggiori esperti di animali selvatici e vita degli alberi.( da DeAgostini Libri) Danele Zovi, esperto di foreste, ha lavorato per quarant’anni nel Corpo Forestale dello Stato, e di animali selvatici, racconta le avventure di due fratelli,…
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londranotizie24 · 1 year ago
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War changes everything, il libro con le radici nella comunità italiana di Londra
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Di Annalisa Valente @ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND L'attrice e scrittrice Melanie Hughes spiega perché la storia di War changes everything (La guerra cambia tutto) affonda nella storia della comunità italiana di Londra degli anni Trenta. War changes everything, il libro con le radici nella comunità italiana di Londra La carriera di Melanie Hughes è una di quelle al cui cospetto c’è solo da fare un inchino, per poi sedersi e restare in amabile e devoto ascolto. Perché da un’artista come lei, attrice per ventiquattro anni nelle migliori produzioni cinematografiche e televisive britanniche dagli anni ’70 agli anni ’90 (da “David Copperfield” a “Lady Chatterley” passando per “Great Expectations” e “Operation Julie”), che poi diventa scrittrice non solo di romanzi, ma anche di sceneggiature per nomi e produzioni importanti, c’è solo da imparare. Ha iniziato a scrivere per Ken Russell, attore, regista, produttore, scrittore, sceneggiatore britannico (un pilastro) nella serie televisiva “Lady Chatterley” per poi lavorare anche in altre produzioni di BBC, London Films, Union Pictures. Con un percorso che inizia così, scrivere e pubblicare libri sembra quasi un’evoluzione naturale. Ed ecco quindi War Changes Everything (“La Guerra Cambia tutto” versione italiana a cura del giornalista Arturo Croci, edito da Patrician Press) e Midnight Legacy, due storie avvincenti, la prima delle quali ambientata nella comunità italiana londinese nel primo dopoguerra. Abbiamo incontrato Melanie a Londra, in una fredda sera d’autunno, per farci raccontare il più possibile sulla sua carriera di sceneggiatrice e scrittrice. E per comprendere meglio il suo legame con l’Italia. Ma partendo anzitutto nel voler capire come si diventa scrittrice dopo essere stata un’attrice. “E’ stato del tutto casuale. Scrivevo piccole cose per mio diletto. Poi una mia amica, sposata con il regista Ken Russell, mi invitò a cena per conoscerlo. Si rivelò un uomo straordinario. Chiacchierammo un po' e mi parlò del suo ultimo progetto, si trattava di Lady Chatterley. Lo lessi e gli diedi la mia opinione. Fu meraviglioso parlare con lui. Tre giorni dopo mi telefonò e disse ‘Ho ricevuto la sceneggiatura e non va bene. Potresti leggerla e dirmi cosa ne pensi perché io non ne ho il tempo, sono su un altro progetto’. E così feci, a lui piacque il mio lavoro… al punto che mi inserì anche in un altro progetto… Ho fatto questo lavoro per cinque anni, poi ho iniziato a scrivere romanzi”. ... Continua a leggere su www.
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pier-carlo-universe · 9 days ago
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Assente per malattia di Morgana Leo. Un giallo ricco di suspense con una protagonista straordinaria. Recensione di Alessandria today
Biografia dell’autore: Morgana Leo è un’autrice emergente del panorama letterario italiano. Con una passione per i romanzi gialli e una straordinaria capacità di creare trame avvincenti e personaggi realistici, si è guadagnata l’attenzione di lettori e cr
Editore: Agenda EdizioniData di pubblicazione: 25 ottobre 2024 Biografia dell’autore:Morgana Leo è un’autrice emergente del panorama letterario italiano. Con una passione per i romanzi gialli e una straordinaria capacità di creare trame avvincenti e personaggi realistici, si è guadagnata l’attenzione di lettori e critica. Assente per malattia è la sua opera più recente e ambiziosa. Analisi…
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equinox-il-narratore · 1 year ago
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CRONACHE DEL REGNO
Sono entusiasta di darvi il benvenuto nel mio reame fantastico, dove la magia si intreccia con le storie epiche e creature straordinarie popolano ogni angolo di questo mondo immaginario. Sono Equinox, creatore di mondi e autore del misterioso "Segreto di Ankali" – un tomo incantato nato dalla mia profonda passione per il fantasy.
L'Origine della Passione
Fin dall'infanzia, il fantasy è stato il mio rifugio, un portale che mi ha trasportato in terre inesplorate attraverso le pagine di libri incantati. La magia di queste storie ha nutrito la mia creatività, spingendomi a dare vita a mondi mai visti prima, plasmati dalla fantasia incontenibile che scorre nelle pagine del mio libro.
"Il Segreto di Ankali": Un Viaggio Straordinario
Il Segreto di Ankali non è solo un libro, è un viaggio. Le sue pagine svelano mondi in cui la realtà si fonde con l'immaginazione, dove eroi intraprendenti sfidano creature leggendarie e il destino stesso è scritto nelle stelle. Attraverso questo libro magico, condividerò con voi le storie, i personaggi e le avventure che hanno preso vita nella mia mente.
Cosa Aspettarvi su Cronache del Regno
"Cronache del Regno" è il mio angolo digitale dedicato a tutti gli amanti del fantasy. Troverete storie avvincenti, recensioni di opere straordinarie, e approfondimenti su creature magiche. Le immagini, create con l'ausilio dell'intelligenza artificiale, daranno vita a mondi vibranti e personaggi incantevoli.
Un Invito all'Avventura
Questo blog non è solo mio; è un invito aperto a tutti voi, viaggiatori di mondi fantastici. Condividete i vostri pensieri nei commenti, suggerite nuove strade da esplorare e unitevi a me nell'entusiasmante viaggio attraverso i mondi e anche nella regione di Ankali!
Siete pronti a sprofondare nelle profondità del fantasy? Allora preparatevi per un'avventura che vi condurrà oltre i confini della realtà ordinaria, verso terre incantate e storie che solcano il cielo stellato.
Che l'incantesimo abbia inizio!
Equinox, il Narratore Creatore di Mondi e Autore del "Segreto di Ankali"
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"La città di Nerubia nella provincia di Ankali"
TUTTE LE IMMAGINI E I CONTENUTI TESTUALI SONO DI PROPIETA' DI EQUINOX, IL NARRATORE; NON RIUTILIZZABILI PER USO COMMERCIALE O PER USO PROPRIO. LA STORIA DI ANKALI E' STATA IDEATA, CREATA E GENERATA DA EQUINOX, IL NARRATORE.
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DIECI CONSIGLI ELEMENTARI SULLO SCRIVERE
1. È importante rileggersi. Curiosamente, mi pare che non sia un comportamento diffuso; al contrario, molte persone evitano accuratamente di rileggere quello che hanno scritto. Ricevo spesso dattiloscritti accompagnati da frasi del tipo: «Caro Mozzi, ho appena finito di scrivere il mio romanzo e mi permetto di inviarglielo», eccetera. Questo non va bene. Bisogna diventare buoni lettori di sé stessi. La prima regola è: leggere qualche frase, o un capoverso, poi fermarsi e farsi un po’ di domande: fin qui va bene? ho detto tutto o ho dimenticato qualcosa? è tutto chiaro? ci sono particolari mancanti?
2. È importante essere avvincenti. Il primo desiderio di chi scrive è di essere letto: di essere letto tutto, fino in fondo, appassionatamente. Quindi un racconto o un romanzo deve essere innanzitutto avvincente. Come facciamo a capire se quello che abbiamo scritto è avvincente? Prendiamo dalla nostra libreria i dieci libri che consideriamo più avvincenti. Rileggiamoli, o almeno sfogliamoli, rileggiamo le pagine più emozionanti. Domandiamoci: che cos’è che rende così avvincenti questi libri (o queste pagine)? Poi leggiamo i nostri scritti, e facciamoci la stessa domanda.
3. La narrazione è soprattutto cose e fatti. Spesso ciò che ci spinge a scrivere è un sentimento (o un’emozione). Noi vorremmo che chi legge rivivesse quel sentimento. Questo è giusto. È ingenuo, però, credere che basti parlare di quel sentimento – o addirittura: credere che basti nominarlo – perché il lettore ne diventi partecipe. Sentimenti ed emozioni nascono da situazioni, avvenimenti, fatti, cose, ambienti, paesaggi, viaggi, oggetti, parole dette o sentite, sogni, visioni. Se vogliamo che lo stesso sentimento si produca in chi legge, dobbiamo raccontare situazioni, avvenimenti, fatti, cose, ambienti eccetera. Se ogni volta che mangio una granita al caffè al Tazza d’Oro di Roma (due passi dal Pantheon) mi commuovo, non devo parlare della mia commozione: devo descrivere quella specifica cosa che in quella specifica granita al caffè mi commuove.
4. Raccontare è far vedere. Succede a tutti, nel leggere un libro appassionante, di vedere con gli occhi della mente ciò che viene raccontato: come se un film venisse proiettato davanti ai nostri occhi. Mentre scriviamo dobbiamo domandarci continuamente: che cosa sto facendo vedere al lettore, in questo momento? Se in un certo momento non stiamo facendo vedere niente al lettore, ecco: è come se gli presentassimo uno schermo tutto nero (che, per carità, si può fare ed è pure stato fatto; ma è un’impresa difficilissima).
5. La narrazione è fatta di scene e inquadrature. Esattamente come i film, una narrazione consiste di un certo numero di scene e di inquadrature (quanto dico vale anche per le narrazioni scritte ben prima che il cinema fosse inventato: intendo Omero, il Genesi, i Vangeli, Virgilio, eccetera, Balzac, Manzoni, eccetera). Mentre raccontiamo dobbiamo avere bene presente quando finisce una scena o un’inquadratura e ne comincia un’altra. Un trucco utile è questo: suddividiamo il nostro testo in scene, e diamo a ciascuna un titolo che sintetizzi l’azione che in vi si svolge. Se saremo in difficoltà a individuare l’azione, probabilmente quella è una scena male inventata, o non necessaria.
6. Chi racconta la storia? Non siamo noi a raccontare la storia. A raccontarla è un nostro fratello gemello, ma diverso: il Narratore. La cui visione del mondo, i cui gusti, le cui opinioni possono non coincidere con le nostre. Cerchiamo dunque di capire chi o cosa è, questo Narratore, desumendolo da ciò che abbiamo scritto; e poi ripercorriamo tutto il testo, controllando che a parlare (magari invisibilmente) sia sempre lui, e non noi.
7. Attenti alle anticipazioni. «Giorgio non sapeva ancora che, accettando l’invito di quella donna, si sarebbe messo nei guai…». È facile incontrare frasi così. Spesso si crede che con frasi così si aumenti la tensione e l’aspettativa. Non è vero: si ottiene l’effetto contrario. Ora io so che Giorgio, avendo accettato l’invito di quella donna, si metterà nei guai. Se non l’avessi saputo, se non avessi avuta questa anticipazione sulla storia, tutto per me – lettore – sarebbe stato più misterioso e avvincente. Certo: i romanzi dell’Ottocento sono pieni di anticipazioni. Ma l’Ottocento è finito da un pezzo.
8. Attenti al punto di vista. Se Giorgio mi racconta com’è andata tra lui e Giorgia, è evidente che conoscerò solo una metà della storia. Se invece a raccontare sarà Giorgia, conoscerò l’altra metà: e non è detto che i due pezzi coincidano, perché ognuno deforma la realtà secondo la sua percezione e il suo comodo. Così, quando facciamo raccontare la storia a un personaggio, o comunque la raccontiamo dal suo punto di vista, dobbiamo evitare di assumere, anche per un solo istante, il punto di vista d’un altro personaggio. Similmente, la storia raccontata da un personaggio può contenere solo quelle informazioni di cui quel personaggio può ragionevolmente essere in possesso. Infine: ricordiamoci che un personaggio, mentre ci racconta la sua storia, può anche mentire. (Certamente: si può far ruotare tra diversi personaggi il punto di vista. Prima, però, bisogna studiare attentissimamente Henry James).
9. I dialoghi, che difficili! È proprio difficile far parlare i personaggi. Una conversazione scritta che appaia “naturale” è in realtà molto diversa da una conversazione reale. Si possono seguire alcune piccole regole: a) scrivere solo quelle battute di dialogo che contengono informazioni nuove per il lettore, b) scrivere solo le battute che non possono essere previste dal lettore, c) sostituire, quando si può, una battuta con un gesto espressivo, d) usare nel dialogo, quando si può, frasi nominali, cioè senza il verbo.
10. Per ultimo metto un consiglio sull’iniziare: entrate subito in argomento. Evitate di prendere le cose alla larga (Manzoni nei «Promessi sposi» l’ha fatto: ma noi non siamo Manzoni), entrate subito in argomento, e chiamate le cose col loro nome. «Era una splendida giornata d’aprile. Un uomo aprì la finestra e si affacciò». Meglio: «Giorgio aprì la finestra e si affacciò. Era una splendida giornata d’aprile». Sembra che non cambi quasi niente, invece cambia tutto: anziché cominciare con la meteorologia, cominciamo con un personaggio (reso evidente dal nome) e con un gesto: aprire la finestra e affacciarsi; e in più facciamo capire che la narrazione è focalizzata – almeno in quel capitolo iniziale – su quel personaggio. (Per Giorgia quella potrebbe essere una bruttissima giornata d’aprile).
Giulio Mozzi - Dieci consigli elementari sullo scrivere
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enkeynetwork · 2 years ago
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staytuned-di-dharma-padme · 4 years ago
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pangeanews · 4 years ago
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“Egli aveva conquistato città e reami; io non avevo preso ancora che delle chimere”. Il romanzo dell’anno? La Storia di Napoleone di Chateaubriand
Di per sé, la vita di François-René de Chateaubriand, fiera nel contrasto, merita un libro. Il grande scrittore pare realizzare, in un fulmine biologico, tutti i contrari, bilanciandoli: aristocrazia e dissipazione, avventura e lusso, desiderio di solitudine e alti incarichi politici, genio letterario e disprezzo dei letterati puri. Chateaubriand – zazzera al vento, sguardo all’infinito, bandana che gli serra la camicia e giaccone spesso – ha vagato tra i boschi dell’America del Nord e ha chiacchierato con George Washington, viaggiò in Palestina, fu Ministro degli Esteri del Regno di Francia, accudì la propria nostalgia con le visite a Juliette Récamier, ispirata salottiera, divinizzata in un olimpico e civettuolo ritratto di Fançois Gérard. Ci sono l’amore e l’abisso, l’ossessione e l’agnizione, la lotta, il genio, il genio del Cristianesimo, in Chateaubriand. Le sue Memorie d’oltretomba hanno trovato, in Italia, un congeniale traduttore in Vitaliano Brancati, che realizzò una scelta di brani da quell’opera oceanica – per Rizzoli e Longanesi – elaborata dal 1811, ovviamente postuma (cos’è la ‘pubblicazione’ per un uomo che ha dominato l’opinione pubblica e lavora su pedane eterne?). Sostanzialmente, il capolavoro di Chateaubriand, in Italia, è illeggibile: edito nei ‘Millenni’ Einaudi a cura di Ivana Rosi e di Fabio Vasarri, in edizione completa (2304 pagine) e di pregio (160 euro), bisognerebbe ridurlo in tomi, in referti antologici, in libri economici. Insomma: da giorni mi leggo un estratto dalle “Memorie”, la Storia di Napoleone tradotta da Orsola Nemi per Sansoni e riproposta ora da Iduna Edizioni, e, beh, è uno dei libri, dei romanzi, mi vien da dire, più belli, avvincenti, totali che mi sia capitato di leggere negli ultimi tempi.
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Questa specie di Alessandro Magno fuori tempo, eroe disarmonico che in torbido promiscuo mescola l’intraprendenza della Rivoluzione all’Iliade, satrapo e affamato, geniale e ingenuo, rozzo, neppure francese, specie di scherzo della Storia (“Bonaparte non era Cesare; non aveva avuto una educazione né sapiente né eletta; semistraniero, ignorava le prime regole della nostra lingua: del resto, che importa, dopo tutto, se il modo di esprimersi fu scorretto?, egli dava la parola d’ordine all’universo. I suoi bollettini hanno l’eloquenza della vittoria”), all’inseguimento di un sogno più che di un palazzo, non può che sedurre Chateaubriand – rientrato nei fatui favori napoleonici per tramite di Elisa Bonaparte –, che lo racconta da pari raccontando se stesso, guardandolo in faccia (“Lasciai l’Inghilterra alcuni mesi dopo che Napoleone aveva lasciato l’Egitto; tornammo in Francia quasi nel medesimo tempo, lui da Menfi io da Londra; egli aveva conquistato città e reami; io non avevo preso ancora che delle chimere”). Sotto il trattamento stilistico di Chateaubriand, fuori dai tomi elogiativi, dai toni polemici, dalle tonalità saggistiche, Napoleone diventa un soggetto di Caravaggio, un’icona faustiana, l’incrocio fatale tra Amleto e Achille. “Vi sono sempre stati due Bonaparte: l’uno grande, l’altro piccolo. Quando uno crede di entrare con sicurezza nella vita di Napoleone, ecco che egli rende spaventevole questa vita”, scrive, quasi subito, Chateaubriand. Entrare in Bonaparte è come compiere l’anamnesi del Minotauro: studiare il potere e la sua catarsi, il miracolo e il mostro.
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Naturalmente, è il momento della caduta che affascina lo scrittore, la decapitazione del dio, la pena miliare – passare dal trono dell’impero a bisticciare con gli uccelli marini in un’isola atlantica, sperduta. “Mai si assisté ad un più completo abbandono; Bonaparte stesso lo aveva provocato; insensibile alle pene altrui, il mondo gli rendeva indifferenza per indifferenza. Come la maggior parte dei despoti, si trovava bene coi suoi domestici; in fondo, nulla gli importava; uomo solitario bastava a se stesso; la sventura non fece che restituirlo al deserto della sua vita. Quando raccolgo i miei ricordi, quando rammento di aver veduto Washington nella sua piccola casa di Filadelfia e Bonaparte nei suoi palazzi, mi sembra che Washington nel suo campo della Virginia, non doveva provare i rimorsi di Bonaparte in attesa dell’esilio nei suoi giardini della Malmaison. Nulla era cambiato nella vita del primo; tornava alle sue modeste abitudini; egli non si era innalzato al di sopra della felicità dei contadini che aveva affrancati; nella vita del secondo, tutto era capovolto”. Di Chateaubriand – al di là del soggetto particolare – conquista lo stile, spezzato, sprezzante, come di un’ascia che scintilla all’aria, simile a un viso infante, e deforma il legno in una canoa, bella come uno sguardo. 
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La sagacia psichica, il solare cinismo di un uomo che ha valicato foreste come salotti, non smette di stordirmi: “Una delle cose che più ha contribuito a far odiare, ancora durante la sua vita, Napoleone, era la sua tendenza ad invilire tutto: in una città in fiamme, accoppiava decreti sul ripristino di una compagnia di commedianti a provvedimenti che sopprimevano una monarchia; parodia dell’onnipotenza di Dio, che regola le sorti del mondo e di una formica”. E poi l’accuratezza nel definire, con corrusca sapienza, il destino di ogni briciola, perché tutto, al mondo, pietra e promessa, consuona; e qui, a differenza di quando parla di creature mortali, il ritmo di Chateaubriand muta, è più ampio, dedotto in golfi verbali. “Se si indagasse la storia delle trasformazioni dei luoghi resi illustri da tombe, da culle, da palazzi, quale varietà di cose e di destini si vedrebbero poiché tali strane metamorfosi si operano fino nelle oscure abitazioni alle quali sono annesse le nostre misere vite! In quale capanna nacque Clodoveo? Su quale carro venne alla luce Attila? Quale torrente copre la sepoltura di Alarico? Quale sciacallo occupa il luogo del feretro d’oro o di cristallo in sui è chiuso Alessandro? Quante volte quelle polveri hanno cambiato posto? E tutti questi mausolei dell’Egitto e delle Indie a chi appartengono? Dio solo conosce la causa di quei mutamenti legati a misteri dell’avvenire: vi sono per gli uomini verità celate nella profondità dei tempi; non si manifestano che con l’aiuto dei secoli, come vi sono stelle così lontane dalla terra che la loro luce non è ancora arrivata sino a noi”. Ma era un altro mondo, quello, che vedeva nei secoli l’esito di un patto; un mondo in cui gli uomini si sentivano re e vagabondi e non foraggio del caos, ispirati da un brano di Ammiano Marcellino o da una visione del Popol Vuh – potevano crescere come alberi o svanire, come velieri. (d.b.)
*Jean-Léon Gérôme, “Bonaparte al Cairo”, 1863
L'articolo “Egli aveva conquistato città e reami; io non avevo preso ancora che delle chimere”. Il romanzo dell’anno? La Storia di Napoleone di Chateaubriand proviene da Pangea.
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