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"La casa sulla scogliera" di Riley Sager. Misteri e segreti di una villa isolata: un thriller avvincente che intreccia passato e presente. Recensione di Alessandria today
"La casa sulla scogliera", di Riley Sager, è un thriller intenso e ricco di colpi di scena che tiene il lettore con il fiato sospeso fino all'ultima pagina.
“La casa sulla scogliera”, di Riley Sager, è un thriller intenso e ricco di colpi di scena che tiene il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. La trama ruota attorno a un misterioso massacro avvenuto nel 1929 presso la dimora chiamata Hope’s End, situata su una scogliera battuta dal vento sulla costa del Maine. La giovane Lenora Hope, diciassettenne all’epoca, è sempre stata…
#anni ’80#assistente domiciliare#Colpi di scena#costa del Maine#fiction psicologica.#Hope’s End#Kit McDeere#La casa sulla scogliera#Lenora Hope#libri di suspense#libri di tensione#libro Kindle#macchina da scrivere#massacro della famiglia Hope#mistero#mistero e follia#mistero irrisolto#Omicidio#passato e presente#protagonisti femminili#Riley Sager#Riley Sager autore#romanzi gialli#romanzo di investigazione#romanzo psicologico#Segreti#Segreti di famiglia#Suspense#thriller americano#Thriller bestseller
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" Mentre per decenni in questo Paese ci si è baloccati sul favoloso assioma «non può esistere antifascismo in assenza di fascismo», abbiamo avuto in ordine sparso: il golpe Borghese, Gladio, il piano Solo, Peteano, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, la strategia della tensione, la strage di Bologna, i NAR, l’Italicus, Ordine Nuovo, Terza Posizione, il Rapido 904, la P2, i servizi segreti deviati. Se invece vogliamo guardare al presente più prossimo, una miriade di pimpanti formazioni di ultradestra mai sciolte, partiti di governo la cui ambiguità sul tema è diventata l’identità programmatica e, per non farci mancare nulla, ci è toccato perfino l’assalto alla CGIL a Roma. Nessuna conquista democratica, nessuna Costituzione figlia della Resistenza può dirsi acquisita per sempre e il presente non fa che ribadirlo ogni giorno, per questo sarà meglio cominciare da noi stessi a ricostruire il rapporto con la Storia dell’ultimo secolo. "
Storie di antifascismo senza retorica, a cura di Arturo Bertoldi e Max Collini, prefazione di Francesco Filippi, People editore, Busto Arsizio (VA), 2024¹, p. 15.
#Storie di antifascismo senza retorica#letture#leggere#libri#Offlaga Disco Pax#narrativa#Arturo Bertoldi#Max Collini#golpe Borghese#Gladio#piano Solo#strage di Peteano#strage di Piazza Fontana#strage di Piazza della Loggia#lstrategia della tensione#strage di Bologna#NAR#Italicus#Ordine Nuovo#Terza Posizione#Rapido 904#P2#servizi segreti deviati#Francesco Filippi#memoria#ricordi#partigiane#partigiani#Resistenza#Liberazione
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Amo soprattutto Stendhal perché solo in lui tensione morale individuale, tensione storica, slancio della vita sono una cosa sola, lineare tensione romanzesca.
Amo Hemingway perché è matter of fact, understatement, volontà di felicità, tristezza.
Amo Puskin perché è limpidezza, ironia e serietà.
Amo Stevenson perché pare che voli.
Amo Conrad perché naviga l’abisso e non ci affonda.
Amo Cechov perché non va più in là di dove va.
Amo Tolstoj perché alle volte mi pare d’essere lì lì per capire come fa e invece niente.
Amo Manzoni perché fino a poco fa l’odiavo.
Amo Flaubert perché dopo di lui non si può più pensare di fare come lui.
Amo Poe dello Scarabeo d’oro.
Amo Twain di Huckleberry Finn.
Amo Kipling dei Libri della Giungla.
Amo Nievo perché l’ho riletto tante volte divertendomi come la prima.
Amo Jane Austen perché non la leggo mai ma sono contento che ci sia.
Amo Gogol perché deforma con nettezza, cattiveria e misura.
Amo Dostoevskij perché deforma con coerenza, furore e senza misura.
Amo Balzac perché è visionario.
Amo Kafka perché è realista.
Amo Maupassant perché è superficiale.
Amo la Mansfield perché è intelligente.
Amo Fitzgerald perché è insoddisfatto.
Amo Radiguet perché la giovinezza non torna più.
Amo Svevo perché bisognerà pur invecchiare.
Amo…"
- Italo Calvino, dalla prefazione a "Perché leggere i classici"
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Fammi sentire ancora amata da te
Caro, sai che da qualche tempo ne devo mandare giù tante. Ogni giorno. Mi tiene in pugno: sa benissimo che questo lavoro ci serve per mangiare. Ma finirà, fidati. Forse. Magari no... Anzi decisamente no, come capirai fra un po'. Devo dirti tutto. So che dovrei probabilmente cercare comunque di respingerlo, di ritrovare un minimo della mia dignità di donna, di lavoratrice, di moglie e madre: sono quasi sicura che non mi licenzierebbe, se lo respingessi.
M’ha assunta diversi anni fa e sai che all'epoca mi disse che lui per me sarebbe stato sempre come un secondo padre. Ed è anche stato il padrino di battesimo di Luca. Però sento intimamente che ormai devo assolutamente dirti tutto. Me lo impone la mia coscienza. Non posso più fare finta di nulla; devo essere onesta con te e sputare finalmente il rospo. Un matrimonio è anche questo. Sai, non è proprio come ti ho sempre detto: non sono state solo battute e qualche palpatina... aspetta, non ti arrabbiare. Mantieni il controllo, per favore. Non è solo tutta colpa sua... si, si: adesso se ti calmi ti spiego, ok?
Dunque, da quando tu hai perso il lavoro, senza por tempo in mezzo lui mi ha immediatamente aumentato lo stipendio ma ha preso ad accelerare, con me. Dapprima ha iniziato a mettermi timidamente una mano nella scollatura, quasi per caso, appoggiandosi un po' quando mi si avvicinava alla scrivania, per chiedermi qualcosa o per controllare. Io, impaurita e rossissima in viso, lo lasciavo fare. A ogni modo, non succedeva tutti i giorni. Lui era comunque sempre un po’ esitante, imbarazzato. Però capivo anche che, vedovo da cinque anni, aveva una voglia enorme di passera, magari della moglie di qualcuno, quindi di una donna seria e in fin dei conti pulita.
Una mamma di famiglia, una donna matura: da amare molto discretamente e anche da aiutare concretamente, insomma. Non è certo tipo da andare a troie. Poi, dopo un paio di settimane di tensione erotica crescente ma palpabile tra noi, un giorno, con mio totale imbarazzo, a fine pomeriggio lavorativo tolse tutte le sue esitazioni di mezzo, prese confidenza e chiuse a chiave la porta dello studio. Mi guardò fissa e io capii. Sarei senz'altro potuta andare via: aveva lasciato la chiave nella toppa. Avrei voluto morire, quella prima volta. Da quel momento lo fece ogni giorno, a fine giornata e appuntamenti esauriti.
Però un po’ devo dire che questa cosa mi incuriosiva, mi eccitava. Mi lusingava anche, il fatto che lui volesse proprio me. Per non scappare e per non sentirmi piena di vergogna, pensavo alle bollette, alla spesa da fare. Ai libri e ai vestiti dei figli. Ma erano scuse: chi volevo fregare... in fondo al mio cuore, che già batteva forte per lui, lo volevo anche io! Forse, parlando chiaro tra noi, sarà stata anche la noia del nostro ménage, sai... Egli dopo la chiusura della porta immediatamente si infilava sempre seduto sulla mia stessa sedia dietro di me. Ogni pomeriggio. Iniziò dapprima col mettermi semplicemente una mano nella camicetta.
Su un seno, stimolandomi il capezzolo e l’altra in mezzo alle cosce, fino alle mutande. Mi frugava e mi stimolava. M'annusava baciandomi il collo, rapito dalla passione. Senza dire una parola. Poi sosteneva e massaggiava dolcemente e con delicatezza le mie tette con entrambe le mani. Da sotto la camicetta o la canotta mi accarezzava lascivamente i fianchi dei seni, eccitandomi da impazzire. Mugolavo e lui si ingrifava ancora di più. Mi sussurrava che col mio profumo lo stordivo, che mi desiderava da impazzire. Io ero apparentemente ancora una statua di gesso, fatto salvo il mugolare. Non partecipavo attivamente. Però dovevo sbottonare la camicetta e allargare le gambe per lasciarlo fare.
Inizialmente, mi palpava la fica da sopra gli slip, ancora non aveva il coraggio di scostarli. Sebbene fossi evidentemente bagnata e lui lo sentiva. Dargli il contatto con il mio intimo lo feci io dopo un po’: guidando la sua mano, gli consentii di infilarmi le dita dentro il solco tra le natiche e poi nell'ano. Tanto valeva farlo fare ormai, no? Nella fregna subito a seguire. Mi masturbava per alcuni secondi e poi si ritraeva, un po' si vergognava di quello che stava facendo a una mamma di famiglia. Iniziai quindi un po’ a rilassarmi, a fargli capire che gradivo. Mi eccitava, quella sensazione di potere su un uomo tanto influente, stimato e rispettato.
Toglieva le dita dalla mia fica di donna sposata, le annusava rapito e quindi se le leccava, gemendo a occhi chiusi. Poi mi ringraziava e mi lasciava tornare a casa. Io segretamente speravo ogni giorno che osasse di più. Lo desideravo da impazzire. Dopo qualche giorno dal contatto delle sue dita con il mio ano e la fica, egli si decise: mi ordinò perentoriamente di togliermi la camicetta e di mettermi a cavalcioni sulle sue gambe, in grembo a lui. A torso completamente nudo e seni liberi. Ero imbarazzatissima. Ma nonostante tutto eseguii docilmente, come ipnotizzata dalla sua voce. E... si, confesso: anche totalmente eccitata dall’oscenità e da quel senso di sporco, di proibito di quella situazione.
Ero ormai una donna dal comportamento disdicevole, una vera peccatrice: mi piaceva tutto quello che facevamo e quindi ti stavo tradendo, era ormai chiaro e conclamato. Quanto mi sentivo in colpa, quelle prime volte. Mi slacciava il reggiseno, mi faceva restare a torso nudo e giocava con le mie mammelle. Le leccava dappertutto, se le sbatteva in faccia più volte, si torturava dolcemente e succhiava dai miei capezzoli. Gli piaceva affondare il viso nel mio petto e restarci. Mi ciucciava le tette a lungo e tirava fortissimo. Quasi me le strappava, succhiandole come un ossesso, mettendosele tutte in bocca: con me diventava un bambino viziato e desideroso del seno della madre. Lo accarezzavo, mentre me lo faceva. Devo dirti che è in quel frangente che, sentendomi da tempo un po’ trascurata da te ma nuovamente una femmina molto desiderata e succhiata, leccata a lungo da un maschio, dopo un po’ di volte che lo lasciavo fare, ho iniziato a godere della sua bocca.
Non vedevo l'ora che arrivassero le sei. E iniziai a provare compiacimento, del mio essere diventata una troia. Quindi, dopo il mio rilassamento, fu naturale che quasi subito, sotto i sapienti maneggiamenti e le leccate di seno, ebbi con l’Avvocato il mio primo orgasmo spontaneo. Iniziai a gemere ad alta voce e a dirgli: "oh, caro, caro... fammi godere, fammi quello che vuoi... sono la tua puttana..." Si, ti giuro sui nostri figli che non volevo, non ho iniziato io questo gioco perverso. Ma venire, avere il primo orgasmo con lui, è stato più forte di me. Non riuscivo a soffocare i miei mugolii. A frenare le mie parole. Gli ho detto il mio primo “siii” con tutto il cuore e con la fica. Non ho potuto evitarlo: ho goduto. Molto e veramente.
Lui ha realizzato subito quello che stava accadendo ed è letteralmente impazzito. Non ha potuto resistere e dal giorno dopo quel mio primo orgasmo spontaneo senza penetrazione ha voluto tutto, da me. In quel primo frangente, magico per entrambi, egli infatti non ha voluto approfittare, forse spiazzato da ciò che gli si stava aprendo davanti. Una voragine di perversione e tradimento, di tutti i suoi e miei valori. Un ultimo, labile scrupolo di coscienza: dopotutto lui ti conosce bene e ti stima tantissimo.
Ma il cazzo non sente ragioni. Era un percorso di vera e segreta, fortissima passione per entrambi. Stava rubando la donna a un altro uomo: la faceva godere al posto suo. Così sappi quindi che è da un anno ormai che ogni giorno me lo spompino, glielo prendo in bocca, lo lavoro per bene e lo faccio sborrare. Tantissimo. Ingoio integralmente tutto quello che produce. Gli succhio tutto ciò che ha dentro i coglioni. E più ne ha, più ne ingoio. Glieli strizzo, mentre viene, per fargli un po’ male quando sta sborrando e fargli così capire che lo tengo per le palle.
Dopo circa due mesi, progressivamente e in modo molto discreto quindi, ho iniziato a dargli ordini anche io!!! Eccheccazzo!!! Poi, da lui mi faccio sfondare il culo, anche se a te l'ho dato raramente, lo sai, perché mi fa male. Lui ha il cazzo più grosso del tuo, ma anche se mi fa tanto male, lo voglio, lo desidero. Voglio soffrire per ciò che ti faccio. Devo dire però che quando lui mi sborra dentro le viscere, sento che sono intimamente sua e vengo anche io. Squirto... allago ovunque e poi mi tocca pure pulire!
Mi piace da morire, prenderlo in culo da lui. Allargo le natiche con le mani, per farlo entrare tutto. Come e quando succede: quando gli ultimi clienti del suo studio di affermato penalista sono andati via, io mi spoglio e mi metto sul tappeto. Nuda, a cosce spalancate e voglio che mi lecchi la fica fino alla mia soddisfazione completa. Lui ama inghiottire il mio miele di donna. Malgrado l’età è ancora molto potente e duro. Ah, a proposito: questo ti farà andare fuori dai gangheri non poco! Ho iniziato già dopo un paio di mesi a consentirgli di sborrarmi sul viso.
Aspetta... dai non ti incazzare... siamo pragmatici... si, si: va bene! La cosa del culo... Hai ragione: a te il mio culo non l’ho quasi mai concesso... ma questa situazione ci porta bei soldi, caro mio... e quindi fino a quando non troverai un lavoro stabile e redditizio, devo mantenere il suo interesse per me ben vivo e alto. Perché ti sto facendo questa confessione molto dettagliata... perché te lo devo. E perché ormai di lui e del suo cazzo grosso e insaziabile sappi che sono diventata schiava e mezzo innamorata. Mi piace tanto, prenderlo in culo e in bocca da lui. In fica poi non ne parliamo! Non so più farne a meno.
Non vedi che durante il fine settimana sono sempre nervosa? Non vedo l'ora di rivederlo. Poi, appunto, non è solo colpa mia: perché tu mi devi scopare di più. Devo sentire che mi vuoi come un tempo. Perché a quarant'anni passati da tempo, quasi cinquanta, sento che ho bisogno di più cazzo, nella mia vita: voglio scopare. E ormai voglio farlo con i miei due uomini. Sappi che forse cercherò anche qualche altra avventura extra con uno più giovane, in giro. E tu dovrai lasciarmelo fare. Ne ho bisogno. E comunque dei bei soldi extra che ogni mese il mio datore di lavoro e di cazzo ci allunga, noi non possiamo più fare a meno.
Ecco, ora sai tutto: questa è la materia di cui sono fatte le mie ore di lavoro extra fino alle otto di sera. Non c’è assolutamente nessun impegno per la redazione di cartelle, lettere di diffida, di convocazione, ingiunzioni, ricorsi. Tutte balle che t'ho raccontato. Ma non voglio più mentire. Glielo prendo in corpo in tutti i modi. Rassegnati, se veramente mi ami e non vuoi perdermi. Amo te, certo: ma scopo con lui. E con gran gusto. Mi sono scoperta puttana e felice. Adesso andiamo a letto. Puoi sfondarmi il culo, strizzandomi le tette e chiamandomi a buon diritto troia. Aspetta... almeno arriviamo sul materasso... daiiii... leva quella cazzo di mano dalle mutande e dal mio ano... stupido... si, lo so: profumo di sesso e di paradiso... me lo dici sempre, quando sei arrapato.
RDA
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CESENA , 22 maggio 2023
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CRONACHE DAL FANGO
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Ore e ore a riempire bidoni. A trasportare secchi d'acqua. A spalare fango per vuotare le cantine e i garages. A gettare ricordi, libri, oggetti, quaderni di scuola Elementare, di scuola Media, di Liceo.
E poi la scatola coi quadernoni di appunti delle lezioni dell'Università, e ancora, mobili e le scarpe invernali, le scarpette estive, i quadri realizzati durante gli anni del Liceo, e poi gli attrezzi, i trapani e gli avvitatori di mio padre. Ripescare con le mani nella melma, in fondo alla cantina, cacciaviti, forbici, pennelli, la cassetta in legno con i colori acrilici, e poi le valigie imbrattate di fango, i trolley, gli zaini utilizzati ai tempi dei "lupetti" e zaini più grandi utilizzati ai tempi degli Scout in parrocchia...
Lavorare per ore, staccando il cervello.
Rifiutarsi di pensare.
Sconnettersi completamente dagli abituali meccanismi mentali.
Perchè quella parola: "overthinking", lo sai bene che ora non serve. Anzi ti inquieta e la vuoi allontanare.
Quel veleno tossico, quel fattore che sai bene, genera ansia.
E allora ti imponi pensieri di lunga durata. Pensieri lenti. Pensieri che ti seguano, come un sottofondo, come una musica pacata. Pensieri che accompagnino semplicemente i movimenti fisici.
Rinunciare a voler spiegare il mondo, per ancorarsi a ragionamenti elementari. Come afferrare una cassetta, il bordo affilato di un mobile, un vaso per fiori di vetro, alto e sottile. Una borsa piena di libri inzuppati d'acqua. Come muovere lentamente i piedi immersi nell'acqua, per non creare l'onda.
Muoversi in modalità "pilota automatico".
Una sorta di "anestesia" applicata a se stessi. Staccare il cervello. Staccare le emozioni. Disconnettere il cuore.
Diventare una macchina. Una macchina capace di operare per ore ed ore, ad un ritmo basso ma inesorabile. Non sentir più la fatica.
È l'efficienza che serve, ora.
Efficacia delle azioni, ergonomia dei movimenti. Tentare di risparmiare energie e studiare ogni presa delle mani, ogni sollevamento e spinta delle gambe, ogni strappo verso l'alto delle braccia.
Imparare i meccanismi necessari per lavorare in una catena umana.
Una interminabile catena che passa i diversi materiali dai piani interrati fino al cortile del palazzo. Un movimento, uno sforzo breve il tuo, ma uno sforzo continuo e di lunga durata, capace di andare avanti per ore e ore, quello della "catena umana"...
Aderire al ritmo, al sincronismo, al lavoro collettivo, che mi ricorda tanto la cordata, l'arrampicata in parete, lassù sulle mie amiche Dolomiti.
Ogni gesto va valutato. Soppesato. Ogni muscolo in tensione, braccia che scattano, sollevano, spostano, tirano, dragano con le dita coperte dai guanti, il pavimento dentro trenta centimetri di melma collosa, che è quella rimasta, che ristagna su tutto il pavimento.
Siamo molti, siamo tanti.
Ragazzi delle Superiori, mischiati agli universitari e ai residenti e qualche anziano che conosce il quartiere e ci da informazioni preziose...
Ieri, - tutto ieri - così, e stamattina, di nuovo, fino alle 13.
E così, si rientra a casa per preparare il pranzo. Stavolta novanta grammi di pasta all'amatriciana, sono più che graditi, oltre che meritati!
Come per miracolo, mentre mangiamo, l'Enel torna a darci la corrente elettrica.
Tutti quelli del palazzo, esultano. È uno sguardo raggiante, quello che ci scambiamo sul pianerottolo. Sorpresi davvero, da tanta improvvisa ricchezza.
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Poi ci si saluta.
È l'una passata. Si va a controllare che la caldaia funzioni a pieno regime, dopo che da martedì pomeriggio, era rimasta per giorni, in silenzio.
Apro il rubinetto. Sento l'acqua che è già quasi tiepida. Le dita ritrovano sensibiità
ffffiuuu... pochi minuti e sarà calda!
È un attimo. Mi spoglio alla velocità della luce. Tutto finisce in ammollo nella bacinella più grande che trovo.
Ci sarà tempo più tardi, per lavare via tutto quel fango, prima a mano e poi in lavatrice.
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E ora, finalmente...
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DOCCIA !
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Ma ci vuole musica, adesso. Alzo il volume dello stereo. Parte il pezzo...
È una nuvola di vapore quella che mi investe, quando apro il box doccia.
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youtube
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Chiudo.
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dò un voto alle mie iperfissazioni neurodivergenti dell'ultimo anno:
-strage del 9/11+osama bin laden+mujadeen +talebani: video, documentari, pagine e pagine wikipedia, è stato overall molto informativo e interessante, però penso di essere sorvegliata dai servizi segreti di almeno 5 o 6 nazioni. voto: 10/10
-caso eternit+amianto e i vari tipi: questo damn, dopo aver visto la puntata di blu notte mi ci sono ossessionata. estremamente informativo. purtroppo c'è ancora un sacco di amianto intorno a noi (not good). voto: 7/10
-strategia della tensione+caso aldo moro: più grande iperfissazione che sto avendo atm, ho fatto schemi, letto libri, visto documentari, visto miniserie, visto video, 100/10
-tangentopoli+prima repubblica: utilissimo per capire la situazione politica anche attuale in italia, argomento per certi versi ancora caldo, 9/10
-islam+medio oriente+guerre in medio oriente: affascinante, ma c'è molta roba e a volte è overwhelming, 7/10
-mostro di firenze: beh, 8 pacciani su 10
non me ne vengono in mente altri ora, in caso aggiornerò
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Quella volta lì, papà, è così che mi hai detto: "Camminare come un granchio è interessante. Il panorama ci passa accanto e riusciamo a vedere un mondo più ampio del solito. Camminare di lato è una sorta di grandangolo."...."Da che sono cresciuta, ogni tanto mi tornano in mente le tue parole. Se guardi sempre e solo davanti la tua visuale si riduce, perciò quando sono in difficoltà e non so come procedere, d'improvviso cerco di cambiare il mio campo visivo, allento la tensione nelle spalle e provo a camminare di lato, come un granchio.
Michiko Aoyama - Finché non aprirai quel libro
Ph Christer Strömholm
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#bibliotecasanvalentino
Ed eccoci di nuovo qui con la rubrica a cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica Valentina Pace
Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: ʟᴇᴛᴛᴜʀᴇɪɴᴅɪᴇ.
La casa editrice di questo mese è: Milieu Edizioni
Buona lettura a tutti!
SUL FONDO DEL BLACK’S CREEK di Sam Millar
In una torrida e sonnolenta giornata d’estate sulle rive del Jackson’s Lake, il quattordicenne Tommy e i suoi amici Brent e Charlie, detto Ferro per la sua fortuna sfacciata, fanno il bagno nudi nel lago, bevono Coca ghiacciata, leggono fumetti della Marvel e, d���improvviso, assistono impotenti al suicidio di Joey Maxwell, un ragazzino di poco più giovane che sceglie di lasciarsi morire nel lago a poca distanza da loro.
La piccola cittadina di Black’s Creek, a nord dello stato di New York, dove i ragazzi vivono da sempre con le loro famiglie, viene scossa da questo tragico evento e in molti pensano di sapere cosa, o meglio chi, abbia spinto il piccolo Joey a togliersi la vita. In città, infatti, gira un losco figuro che lavora come custode part time al cinema Strand e si dice in giro che vada molestando i ragazzini. Jeremiah, il papà del giovane Maxwell con il quale è meglio non scherzare perché “Lui non perdona e non dimentica…”, chiede a gran voce che venga fatta giustizia. Lo sceriffo Henderson, padre di Tommy, si sente sotto pressione ma non ha abbastanza prove per procedere all'arresto del presunto colpevole. La situazione degenera quando a Black’s Creek vengono commessi due omicidi.
Sul fondo del Black’s Creek è un noir coinvolgente, dal ritmo tesissimo e dal linguaggio crudo, che cattura l’attenzione del lettore fin dalle prime pagine, ma è anche un racconto di formazione che descrive la perdita dell’innocenza di un ragazzino e dei suoi amici che si trovano ad affrontare un nemico feroce, malvagio e subdolo e che, pur di sconfiggerlo, sono pronti a commettere atti irreversibili.
COSA MI È PIACIUTO
All'interno del romanzo l’amicizia appare come un elemento fondamentale, ma anche estremamente fragile. Il primo amore è vissuto come un’esperienza memorabile, ma che genera confusione e dolore. Con grande intensità Sam Millar ci descrive il rapporto speciale che Tommy ha con suo padre, lo sceriffo Henderson, un uomo coraggioso, retto, sensibile, che ha una profonda fede nella giustizia: “…È per questo che abbiamo la legge, Tommy. Se consentissimo alle persone di farsi giustizia da sole, avremmo anarchia e linciaggi. Lo capisci questo, vero?”. In alcuni punti del libro l’autore stempera la tensione con situazioni e dialoghi ricchi di umorismo, ad esempio quando Tommy si caccia nei guai, oppure quando viene rimproverato ripetutamente da sua madre, una sorta di generale in gonnella, per le amicizie che frequenta, i continui ritardi e la sua disobbedienza. Del resto, la signora Henderson fa bene a stare in apprensione per quel suo figlio irrequieto. Black’s Creek è un paesino all’apparenza tranquillo, ma quando arriva il buio il pericolo è in agguato; dopotutto, come dice Ferro a Tommy “La notte e le tenebre appartengono ai mostri. Non ai supereroi”.
COSA NON MI È PIACIUTO
Come sempre quando un libro mi appassiona, mi trovo in difficoltà a evidenziarne gli aspetti negativi. Sinceramente, in questo caso, non ne ho trovato nessuno.
L’AUTORE
Sam Millar è uno scrittore e sceneggiatore nato a Belfast e, dopo la lunga militanza nell’IRA, è diventato uno degli scrittori di crime e thriller irlandesi più famosi. I suoi libri sono tradotti con successo in tutto il mondo. Per Milieu ha pubblicato il memoir “On the Brinks. Memorie di un irriducibile irlandese” e “I cani di Belfast”.
LA CASA EDITRICE
Milieu edizioni nasce a Milano come progetto di ricerca sulla storia criminale e sociale del Novecento e, in un secondo momento, si sviluppa come proposta editoriale a partire dal maggio 2012. Nel nome stesso della casa editrice sta il senso di questo percorso, nel fascino verso una mala a suo modo romantica e nella ricerca dei meccanismi “ambientali”, il milieu appunto, che influiscono sulle scelte dei singoli.
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“Amo soprattutto Stendhal perché solo in lui tensione morale individuale, tensione storica, slancio della vita sono una cosa sola, lineare tensione romanzesca. Amo Puskin perché è limpidezza, ironia e serietà. Amo Hemingway perché è matter of fact, understatement, volontà di felicità, tristezza. Amo Stevenson perché pare che voli. Amo Cechov perché non va più in là di dove va. Amo Conrad perché naviga l’abisso e non ci affonda. Amo Tolstoj perché alle volte mi pare d’essere lì lì per capire come fa e invece niente. Amo Manzoni perché fino a poco fa l’odiavo. Amo Chesterton perché voleva essere il Voltaire cattolico e io volevo essere il Chesterton comunista. Amo Flaubert perché dopo di lui non si può più pensare di fare come lui. Amo Poe dello Scarabeo d’oro. Amo Twain di Huckleberry Finn. Amo Kipling dei Libri della Giungla. Amo Nievo perché l’ho riletto tante volte divertendomi come la prima. Amo Jane Austen perché non la leggo mai ma sono contento che ci sia. Amo Gogol perché deforma con nettezza, cattiveria e misura. Amo Dostoevskij perché deforma con coerenza, furore e senza misura. Amo Balzac perché è visionario. Amo Kafka perché è realista. Amo Maupassant perché è superficiale. Amo la Mansfield perché è intelligente. Amo Fitzgerald perché è insoddisfatto. Amo Radiguet perché la giovinezza non torna più. Amo Svevo perché bisognerà pur invecchiare. Amo…” Italo Calvino 5 Aprile 1980
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Amo soprattutto STENDHAL perché solo in lui tensione morale individuale, tensione storica, slancio della vita sono una cosa sola, lineare tensione romanzesca. Amo PUSKIN perché è limpidezza, ironia e serietà. Amo HEMINGWAY perché è matter of fact, understatement, volontà di felicità, tristezza. Amo STEVENSON perché pare che voli. Amo CECHOV perché non va più in là di dove va. Amo CONRAD perché naviga l’abisso e non ci affonda. Amo TOLSTOJ perché alle volte mi pare d’essere lì lì per capire come fa e invece niente. Amo MANZONI perché fino a poco fa l’odiavo. Amo CHESTERTON perché voleva essere il Voltaire cattolico e io volevo essere il Chesterton comunista. Amo FLAUBERT perché dopo di lui non si può più pensare di fare come lui. Amo POE dello Scarabeo d’oro. Amo TWAIN di Huckleberry Finn. Amo KIPLING dei Libri della Giungla. Amo NIEVO perché l’ho riletto tante volte divertendomi come la prima. Amo JANE AUSTEN perché non la leggo mai ma sono contento che ci sia. Amo GOGOL perché deforma con nettezza, cattiveria e misura. Amo DOSTOEVSKIJ perché deforma con coerenza, furore e senza misura. Amo BALZAC perché è visionario. Amo KAFKA perché è realista. Amo MAUPASSANT perché è superficiale. Amo la MANSFIELD perché è intelligente. Amo FITZGERALD perché è insoddisfatto. Amo RADIGUET perché la giovinezza non torna più. Amo SVEVO perché bisognerà pur invecchiare. Amo…
Italo Calvino, da Saggi (collana I Meridiani - 2 volumi in cofanetto)
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leggo molti generi diversi quindi consigliami qualsiasi libro
Mi aggiro per la libreria e scrivo:
Una stanza piena di gente, mix tra psichiatria e giurisprudenza, uno dei miei libri del cuore, parla della storia di Billy Milligan (caso mediatico statunitense).
Che tu sia per me il coltello, che letteralmente è stato una coltellata al cuore. Commovente, delicato e violento, composto, lirico a tratti.
Questo immenso non sapere, di cui condivido ogni parola, letteralmente, penso che sia un libro che dovremmo leggere tutti. Per imparare l'arte della delicatezza (ed amo il suo modo di scrivere).
L'amore molesto e più in generale i testi della Ferrante, invidio la sua penna, e poi ha un modo vivido di delineare le immagini, diviene facile figurarsi le scene davanti agli occhi.
Le ricette della signora Tokue, se vuoi un libro leggero e tocca cuore, come la scrittura giapponese può essere.
Atti osceni in luogo privato, romanzo di formazione di un personaggio maschile, di cui si ha modo di vedere tutto, anche gli aspetti più criticabili.
Mon Histoire, perchè insomma, sono i pensieri di Monet, che te lo dico a fare.
L'arte di legare le persone, poesia e psichiatria che si incontrano, e tutto ciò che si evince sono l'enorme delicatezza ed umanità non giudicante dell'autore (psichiatra).
Cosmetica del nemico, dialogo serrato tra due personaggi, e chi è il nemico? Rapido, con un climax di tensione, forte riflessione dietro.
Follia, ma tanto si è capito che l'ambito psicologico/psichiatrico mi piace.
Anche qualcosa di Starnone, ma non so quale scegliere. Però ecco, se hai richieste un pochetto più specifica vai pure.
Recensione dei libri che consiglio da amica:
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"Il Paziente Preferito" di Marco Brunetti. Un thriller psicologico che esplora il lato oscuro della mente umana, tra follia e tensione crescente. Recensione di Alessandria today
"Il Paziente Preferito", scritto da Marco Brunetti, è un thriller psicologico capace di trascinare il lettore in una spirale di tensione e angoscia crescente
“Il Paziente Preferito”, scritto da Marco Brunetti, è un thriller psicologico capace di trascinare il lettore in una spirale di tensione e angoscia crescente. La storia ruota intorno a Tommy Westwood, uno psichiatra la cui vita viene sconvolta da una misteriosa email inviata da un oscuro persecutore, un individuo che afferma di essere uno dei suoi attuali pazienti. La minaccia non si limita a…
#detective psicologico#Follia#Follia umana#identità del persecutore#Il Paziente Preferito#indizi#Inganni#Intrighi#libri di tensione#Marco Brunetti#mente oscura#MENTE UMANA#misteri mentali#moglie e figlia in pericolo#Paura#Pazienti#persecuzione#personaggi complessi#psichiatra#Psicologia#psicopatico#Ricordi#Romanzi italiani#romanzo psicologico#Segreti#sfida mentale#suspence#tensione#tensione crescente.#tensione narrativa
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“ Dobbiamo avere la consapevolezza che noi conosciamo solo pezzi di verità, sull’assassinio di Moro, sulla P2, sulla strage della stazione di Bologna – l’elenco, ahimè, potrebbe continuare –, e che non abbiamo ancora chiarito i collegamenti tra gli uni e gli altri. Siamo nel tempo della dimenticanza assurta a valore, quasi che chi coltiva la memoria sia una persona desiderosa di vendetta, piena di rancori e meschinità, ingabbiata nel passato, che non guarda al futuro. Eppure non è forse attraverso il passato, ciò che siamo o non siamo stati, che possiamo intuire dove stiamo andando? Non viene forse anche da una mancanza di consapevolezza delle nostre radici – salvo esaltarle in contrapposizione a quelle degli altri – l’illusoria certezza che la democrazia sia un bene di consumo come un altro, facilmente esportabile, magari con una guerra? La nostra storia di italiani ci dovrebbe insegnare che la democrazia è un bene delicato, fragile, deperibile, una pianta che attecchisce solo in certi terreni, precedentemente concimati. E concimati attraverso l’assunzione di responsabilità di tutto un popolo. Ci potrebbe far riflettere sul fatto che la democrazia non è solo libere elezioni – quanto libere? –, non è soltanto progresso economico – quale progresso e per chi? È giustizia. È rispetto della dignità umana, dei diritti delle donne. È tranquillità per i vecchi e speranza per i figli. È pace. “
Tina Anselmi con Anna Vinci, Storia di una passione politica, prefazione di Dacia Maraini, Chiarelettere (Collana Reverse - Pamphlet, documenti, storie), 2023; pp. 93-94.
Nota: Testo originariamente pubblicato da Sperling & Kupfer nel 2006 e nel 2016.
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Selvatica - 33. Ti spacco la faccia
La casa era silenziosa. Corinna avrebbe tanto voluto concedersi del riposo ma doveva prepararsi per l'università. Non aveva dormito molto quelle notti, erano state movimentate e speciali. Dormire da Ante era bello, svegliarsi con lui accanto la faceva sentire un po' meno sola. Lasciò cadere la borsa sul letto dove avrebbe voluto lasciarsi cadere anche lei e aprì l'armadio in cerca dei vestiti puliti.
«Dove sei stata?»
Il cuore di Corinna sobbalzò. Davanti alla porta della sua camera c'era Carmine, le braccia incrociate al petto e uno sguardo che non le piacque. «Cristo santo Carmine, che ci fai a casa mia?»
«Ti stavo aspettando.»
«Chi ti ha fatto entrare?» un brivido gelato le corse lungo la schiena. «Dov'è Silvia?»
«È al lavoro. È uscita poco fa.»
Corinna osservò Carmine. E se la storia con Silvia fosse stata solo una scusa per poterla controllare? Magari aveva architettato tutto Antonio. «Hai dormito qui? Siete ritornati insieme?»
«Dove sei stata?» chiese di nuovo lui, con un tono che non avevano mai utilizzato nemmeno i suoi genitori.
Lei aggrottò la fronte. «Non sono affari che ti riguardano.»
«Ti vedi con quel calciatore?»
Chi glielo aveva detto? Forse Silvia. «Si può sapere che diavolo vuoi?»
«È tornato Antonio.»
Quelle parole furono come una martellata in testa. Corinna ebbe un mancamento. Si sedette sul letto. «Doveva rientrare tra due settimane.»
«È rientrato ieri e la prima cosa che ha fatto è stata chiedere di te. Vuole vederti.»
Si prese il viso tra le mani. «No, no, no. Ci deve essere una soluzione a tutto questo, non può essere.»
«Corinna...»
«No Carmine, ti prego... se vuoi davvero bene a Silvia dici a Antonio che non mi hai trovata, che non sai dove sono.»
Lui fece qualche passo nella stanza. «Così possiamo recuperare un giorno, due, ma poi? Che farai quando manderà qualcun altro a cercarti? Dai, andiamo. Ti porto da lui.»
Corinna serrò la mascella e si voltò verso Carmine. «Ora ho da fare. Devo andare all'università e tu dovresti andartene.»
Si alzò, tirò fuori dall'armadio i vestiti e si chiuse in bagno. Tempo. Le serviva solo un po' di tempo per pensare, per risolvere. Non sarebbe andata da Antonio come un cagnolino, lei era libera, aveva saldato il suo debito e ora lui doveva lasciarla in pace. Doveva lasciarla stare. Sentì il respiro venirle meno. Il cuore batteva forte e le mancava l'aria. La gola sembrava chiusa, come se una mano invisibile gliela stesse stringendo, impedendo all'ossigeno di entrare.
Si accasciò a terra, portandosi le mani alla gola. La testa era sempre più leggera, l'aria sempre meno. Ante. Ante lo avrebbe scoperto. Lei doveva dirglielo, doveva dirglielo. Si rese conto che stava avendo un attacco di panico solo perché lo aveva già sperimentato prima, dopo la morte del padre. Si rese conto che doveva cercare un posto sicuro all'interno della sua testa e scacciare tutti i pensieri. Non voleva perdere Ante, ma non voleva dirglielo. Si vergognava dei suoi problemi, di aver chiesto aiuto a uno strozzino, delle richieste assurde di lui. Si vergognava della propria debolezza, del suo essere così vulnerabile in quel momento.
Tu sei forte, sei forte, sei forte. Si ripeté a bassa voce strizzando gli occhi e cercando di uscire da quel torpore tossico della sua testa.
La tensione alla gola cominciò a dissolversi. Si rialzò a fatica, con le gambe e le mani che tremavano. Si guardò allo specchio. Il viso pallido e gli occhi gonfi di lacrime. Ce la fai, Corinna, ce la fai. Lei questa situazione l'avrebbe risolta, come tutte le altre. Da sola.
Quando uscì dal bagno Carmine era ancora lì. Corinna sistemò la borsa con i blocchi per gli appunti e i libri. Lui le si avvicinò.
«Corinna devi venire con me.»
«Carmine, ti avevo detto di andartene», lo scansò e prese il giubbotto, dirigendosi all'ingresso.
Lui la tallonò. «Ascolta, non voglio farti del male ma se non vieni di tua spontanea volontà dovrò usare la forza.»
«Scherzi? Io sono a casa mia e tu devi andartene immediatamente.» Cominciava ad avere delle brutte sensazioni. Carmine sembrava una mina sul punto di esplodere.
«Corinna... mi sono esposto tanto con te, se non ti porto da lui oggi rischio grosso.»
«Digli che non mi hai trovata. È tanto difficile? Sono partita, non sono in città.»
«Corinna, cazzo. Non ti succederà niente, vuole solo vederti e parlare.»
«No.»
Esplose. La afferrò per un braccio e la trascinò verso la porta.
«Porca puttana, è così difficile allargare le gambe e chiudere gli occhi? Fatti scopare e chiudiamola una volta per tutte. Questa storia sta durando anche troppo. Non capisci che è un capriccio? Dagliela, che ti costa?»
Corinna cercò di puntare i piedi a terra mentre tirava fuori il cellulare. «Ma come ti permetti? Lasciami! Sto chiamando la polizia.»
Carmine la guardò furente e cercò di tirare uno schiaffo ma lei si spostò giusto in tempo, allentando però la presa sul telefono. Glielo strappò dalle mani, facendole salire le lacrime agli occhi. «Adesso che hai raggiunto il tuo scopo con Silvia ti permetti di trattarmi in questo modo? Ha ragione lei, sei un essere spregevole»
«Tu fai tanto la ragazza perbene e poi sei una zoccola come tutte le altre. Ti scopi quel coglione straniero solo perché è ricco e famoso.»
Corinna tentò con tutte le forze di staccarsi da lui ma si ritrovò con le spalle al muro e i polsi stretti nella morsa ferrea delle mani di lui. Per un attimo il panico le bloccò il cervello. Era chiusa in casa da sola con un uomo violento che la teneva ferma e le aveva rotto il cellulare. Forse doveva cambiare approccio. In fondo in lui aveva scorto un briciolo di umanità le altre volte, in fondo a modo suo lui l'aveva aiutata e protetta.
«Lasciami, Carmine, lasciami ti prego. Non pensi a Silvia e a quando lo verrà a sapere? Non vorrà più vederti.»
Lui allentò la presa. «Vieni con me per favore. Ti prometto che se le cose iniziano a farsi complicate te ne tiro fuori.»
In quel momento suonarono al campanello. Corinna ringraziò mentalmente chiunque fosse arrivato a salvarla. Carmine sospirò frustrato e lasciò andare Corinna. «Non fare cazzate.»
Corinna si diresse verso la porta con l'idea precisa di chiedere aiuto, chiunque fosse. Non sarebbe andata da nessuna parte con Carmine. Davanti a lei comparve Ante. Era chino con la testa sul cellulare ma gli si illuminarono gli occhi quando li alzò e la vide. Lei batté le palpebre, senza parole. Panico e sollievo, ansia e amore.
«Ehi, meno male che sei ancora qui. Sono passato per darti un passaggio all'università.» Si avvicinò per darle un bacio, ma si fermò prima. «Corinna, che hai?»
«Ma tu non eri a fare allenamento?» si schiarì la voce quando si accorse che era incrinata.
«Sì, ma ho preso una botta e devo andare a fare dei controlli. Ti ho scritto un messaggio.» La scrutò. «Cosa è successo?»
Lei non rispose. Si limitò a sorridere. «Prendo la borsa e andiamo.»
«Corinna per favore, parla con me.» Ante entrò e richiuse la porta. «Che ti succede? Un attimo stai bene e quello dopo ti ritrovo a pezzi.»
Corinna raccolse il cellulare da terra e lo infilò nella borsa. Avrebbe controllato i danni in un secondo momento. Ora doveva fare in fretta, doveva uscire prima che Ante vedesse Carmine.
«Scusa. È che...» le parole le morirono in gola quando si rese conto che Ante stava fissando qualcosa alle sue spalle. Qualcuno, e a giudicare dalla sua espressione non gli piaceva quello che stava vedendo.
«Che cazzo ci fa lui qui?»
Corinna voltò la testa verso Carmine. «Non lo so, ha dormito qui. Credo.»
Lo sguardo di Ante era glaciale. «Perché non te ne vai, prima che ti spacchi quella faccia di merda?»
Corinna fece un passo verso la porta. «Ante, andiamo o facciamo tardi. Lui aspetta Silvia.»
Ante non si mosse, continuò a sfidare Carmine con lo sguardo. «È già la seconda volta che ti trovo in queste condizioni, e c'è sempre lui nei paraggi. Che cazzo vuoi da lei?»
Carmine sollevò gli angoli della bocca in un sorriso. «Io niente. Ma stai attento a come parli, zingaro.» Si avviò verso la porta, arrivando a pochi centimetri da Ante. «Magari te la spacco io questa faccia di merda.»
Corinna tirò un sospiro di sollievo quando si accorse che Ante non aveva intenzione di reagire. Aveva serrato i pugni ma non si mosse. Lasciò uscire Carmine poi la guardò.
«Andiamo?» chiese lei, forzando le labbra a tirarsi in un sorriso.
Lui scosse la testa. «No, se prima non mi dici cosa è successo. E non ti azzardare a dire niente, stavi tremando quando hai aperto la porta. Io... non so che fare se mi tieni fuori dalla tua vita.»
«Ante...» Corinna cominciò a balbettare. Abbassò lo sguardo guardandosi le mani che si torcevano a vicenda. Il suo peggior incubo stava prendendo forma. Non aveva nemmeno la forza di inventare una scusa. «Si... si tratta di mio padre... lui... lui quando...»
Si sentì avvolgere dalle braccia di Ante. Poggiò le labbra sulla sua testa. «Ehi, non voglio che stai male. Se è doloroso per te parlarmi di questa cosa, non parlarne.» Le alzò il mento per poterla guardare negli occhi. I suoi erano freddi, glaciali. Corinna sentì una stretta allo stomaco. «Però mi devi promettere che lo farai quando ti sentirai pronta.»
Lei mosse la testa in segno di assenso.
«Ci sentiamo dopo.» La lasciò andare e aprì la porta.
«Aspetta, vengo con te.»
«No.» Esitò, con la mano sulla maniglia e un piede mezzo fuori. Poi voltò appena la testa. «Sono molto nervoso adesso, ho bisogno di stare per conto mio.»
Corinna sentì un macigno caderle sul cuore e scendere nello stomaco. «Ma... mi hai detto che ti sei fatto male, devi fare una visita. Voglio accompagnarti.»
«Devo fare solo un controllo. Sto bene.»
Uscì sbattendo la porta, e in quel preciso istante Corinna capì di averlo ferito molto più di quanto immaginava.
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Lo so che sarebbe un ask, ma io lo faccio lo stesso così
1:What got you into Hetalia? UN EDIT SU INSTAGRAM DI @INNOCENTEDITS E PRIMA ANCORA UN MEP CON SOME NIGHTS
2: What month and year did you first start watching it? LUGLIO 2017
3: Who is your favourite character currently? FRANCIA
4: If you could have one ship become canon, what pairing would it be? FRUK
5: Do you like Hetalia yaoi? BOH RAGA SE GUARDI HETALIA NON PUOI NON SHIPPARE I PERSONAGGI MASCHILI TRA DI LORO
6: How has Hetalia affected history for you? CAPISCO DI ESSERE PERMANENTEMENTE DANNEGGIATA QUANDO LEGGO SUI LIBRI DI STORIA "I TEDESCHI PENETRARONO IN ITALIA" E PENSO A TUTT'ALTRO
7: What do you prefer and why: Axis or Allies? IL TRIO È ICONICO, MA FORSE PREFERISCO GLI ALLIES
8: Hetalia OTP? FRUK E SPAMANO
9: Do any of your friends like Hetalia? YEPPP
10: Are you caught up with all of the episodes? LO AMMETTO: NON HO GUARDATO TUTTA L'ULTIMA STAGIONE USCITA- MI SONO DIMENTICATA
11: Which Hetalia-related merchandise (official and unofficial) do you own? DELLE MINI ACTION FIGURE DI FRANCIA E INGHILTERRA, DELLE STATUETTE IN ACRILICO, DELLE SPILLE, DELLE CARTE E DEI PORTACHIAVI
12: Do you read any fanfics and if so, what's your favourite one? NE HO LETTE TROPPE, FAV IN ASSOLUTO IL MIELE SUL BICCHIERE
13: How have you contributed to the fandom? FACEVO EDIT, SCRIVO FANFICTION E DIFFONDO IL VERBO OVUNQUE
14: What popular ship do you not like? NESSUNA, SONO UNA MULTISHIPPER ED È DIFFICILE TROVARE UNA SHIP CHE NON MI PIACCIA
15: What unpopular ship do you like? FORSE UNGHERIA X CZECH
16: Who was the first character you instantly fell in love with? CREDO FOSSE SEMPRE FRANCIA PERCHÈ AVEVO VISTO UN EDIT TRISTE SU DI LUI LOL
17: What episode gave you the most feels? QUELLO DEL SOLDATO FRANCESE
18: What episode gave you the most laughs? FORSE QUELLO DI SAN VALENTINO
19: What is your favourite episode in general? IDK DOVREI RIGUARDARE LA SERIE LMAO
20: Do you have any crossover ships with any Hetalia characters? NO
21: What is your favourite Hetaloid song? MAI SENTITE
22: Thoughts on HetaOni? Have you played it? SAREBBE STATO FIGO FARCI UNO SPIN-OFF ANIMATO
23: Is Germany the Holy Roman Empire? SECONDO ME SI' IN UN CERTO SENSO
24: Any character you don't like in particular? FORSE ESTONIA, LETTONIA E UCRAINA
25: Do you roleplay any characters on Tumblr, Facebook, Twitter, Omegle, etc? NO
26: Who would be the one character you would love to meet? FRANCIA OBV E FORSE ROMANO GIUSTO PER FARMI DARE UNA SVEGLIATA LMAOOO
27: Do you recognize Sealand as a country? LMAO... NO
28: If you could ask Himaruya one question only, what would it be? DATO CHE LI DISEGNI SEMPRE CON QUESTA TENSIONE SESSUALE EVIDENTE, PUOI DISEGNARE FRANCIA E INGHILTERRA CHE FANNO FICHI FICHI? GRAZIE
29: Do you cosplay any of the characters from Hetalia? VOLEVO FARE NYO FRANCIA
30: If you had the ability to change your height, shape, voice, clothing, and even gender, who would be your dream Hetalia cosplay? IDK FORSE INGHILTERRA CON L'OUTFIT ROSSO
31: Look at the country you are currently living in. If they are an official Hetalia character, how do you feel about that character, as well as the country itself? NORD E SUD ITALIA SONO PERFETTI
32: What are some Hetalia OC's (Original Characters) you have made up? CENTRO ITALIA
33: What are some of your biggest headcanons? QUELLO DI FRANCIA-MIMO E INGHILTERRA-GUARDIA NELL'ALDILA', HOGWARTS AU, MUTANT AU
34: What is the one thing about the fandom that irks you the most? GLI ANTIS DELLE SHIP, AVETE ROTTO IL CAZZO
35: Your favourite seiyuu/voice actor in the Sub or the Dub? IL DOPPIATORE DI INGHILTERRA IN GIAPPONESE E ANCHE QUELLA DI CZECH
36: Are you a HetaStuck? Thoughts on it? MA CHE È
37: Is Hetalia the biggest fandom you are in? If not, what is? SONO IN TANTISSIMI FANDOM MA SICURAMENTE HETALIA È UNO DEI PIÙ RILEVANTI INSIEME A PANDORA HEARTS
38: How much has Hetalia taken over your life? TROPPO
39: What is your favourite fan-made video or tribute you've ever seen? QUELLO CON SOME NIGHTS DEI FAN, STAMPATO NEL MIO CERVELLO
40: Do you think Prussia is awesome? OVVIO, MA È ANCHE UN FALLITO AHAHAHAH
41: Personality-wise, which character are you like the most? UN MIX TRA ITALIA, CINA E GIAPPONE
42: How do you feel about the Nordics? AMORINI
43: How do you feel about the "cult" around Germany? DOITSUISM
44: Any crack pairings? LA GERFRA È MOLTO CAOTICA
45: Will you ever leave the Hetalia fandom? NO
46: Are you glad that you started watching Hetalia? SEMPRE
47: What did you do before starting to watch Hetalia? GUARDAVO ALTRI ANIME COME FACCIO ANCHE ADESSO LOL
48: Have you read the Web Comic, watched the Anime, both, or neither? LETTO E GUARDATO
49: What is the thing in general that you absolutely love about Hetalia? LA COMICITA' E IL FATTO CHE SIA MOLTO VERSATILE (SOPRATTUTTO PER FANFICTION, FANART, AU, HEADCANONS)
50: If you could have one wish granted that was Hetalia-related, what would it be? FRUK E SPAMANO CANON PER FAVORE
Interactive Weekend! 50 Random Hetalia Asks!!!
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"Nella casa delle bambole. Il mistero di Kathy Stone, Newton Compton. A cura di Alessandra Micheli
Ragazzi miei iniziamo con il botto! Che libri ci sono arrivati a tenerci compagnia in questa afosa e rovente estate! Il brivido non ci è affatto mancato, almeno a livello emotivo. E questo a noi del blog ci piace. Oh se ci piace. Io e la vecchia ciabatta( si siamo sempre noi) cerchiamo thriller che uniscano alla tensione, qualche spunto riflessivo, ma che sopratutto stupiscano e rendano la…
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