#Lettura Intensa
Explore tagged Tumblr posts
Text
"La sorella dimenticata" di Janice Hadlow: un viaggio nel mondo di Orgoglio e Pregiudizio. Recensione di Alessandria today
Un romanzo che esplora la vita di Mary Bennet, la sorella meno conosciuta della famiglia, tra introspezione e desiderio di riscatto.
Un romanzo che esplora la vita di Mary Bennet, la sorella meno conosciuta della famiglia, tra introspezione e desiderio di riscatto. “La sorella dimenticata”, scritto da Janice Hadlow, è un romanzo straordinario che arricchisce l’universo di “Orgoglio e Pregiudizio” di Jane Austen, focalizzandosi su un personaggio spesso trascurato: Mary Bennet. Con una narrazione raffinata e sensibile, Hadlow…
#Alessandria today#ambientazione regency#ambientazione storica#autori britannici#autori di talento#Crescita Personale#Google News#introspezione#introspezione psicologica#italianewsmedia.com#Jane Austen#Janice Hadlow#La sorella dimenticata#lettura coinvolgente#lettura consigliata#lettura imperdibile.#Lettura Intensa#libri basati su classici#libri da leggere#Mary Bennet#narrativa contemporanea#narrativa elegante#narrativa regency#Orgoglio e Pregiudizio#personaggi complessi#Personaggi Femminili#Pier Carlo Lava#resilienza#ricerca di se stessi#romanzi basati su classici
0 notes
Text
Un identico nervosismo accomuna il dormiente svegliato bruscamente dal suo sonno e il lettore strappato alla sua immersione nel mondo del romanzo. 😴📖💭
Cit. "Il lettore sul lettino. Tic, manie e stravaganze di chi ama i libri"
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#paragone#sonnambulismo#sonno#sonno profondo#lettura profonda#lettura intensa#lettore#nervosismo#lettura#leggere#libro#libri#abbandonarsi volutamente all'immaginazione#citazione#il lettore sul lettino#leggere che passione#non disturbare#sto leggendo#book#books#booklover#bookslover#bookblr
0 notes
Text
LA FAVOLA DEL MARE (da una lettura del filosofo Cacciari sula necessità della poesia).
Un ragazzo con un lento andare cercava sulla riva del grande mare il senso di quella distesa infinita che sollievo dava alla sua vita un senso si giusto, ma ben pesato quando incontrò uno scienziato che gli spiegò con fare dotto cosa era il mar da sopra a sotto. “Il mare è realtà non fantasia è una riserva di energia, il sole crea le nuvole bianche loro corrono via mai stanche, vanno nel mondo acqua a donare con essa la vita fan germogliare. L’acqua scende intensa o avara diventa ora rivolo, fiumara dona ricchezza gioia, dona vita al mare torna mai stanca, sfinita! Il mare quindi è energia infinita una pila che mai è esaurita” Il ragazzo ascoltava stupito ma quanto detto dall’erudito era giusto preciso, ma parziale, era il noto, il vero il reale. Continuò allora per la sua via finché non trovò un gran dottore della filosofia conoscitore “Il mare esiste, come scienza dice, della vita e origine e fattrice alla terra, opposto lo penso e dell’aria, molto più denso ma con l’uomo non ha affinità è acqua che va di qua e di là, necessario per la sua utilità però non ha nessuna santità, è un oggetto non fondamentale solo acqua, dei pesci e del sale se ci chiediamo la sua necessità capiamo che quindi non ne ha: della natura e uno strumento come la roccia o come il vento.” Il ragazzo alla fine si allontanò con pochi si e mille non so. Mentre deluso sulla sabbia andava vide un uomo che felice nuotava Gli chiese “Scusa nuotatore Tu che vi trovi gusto e sapore dimmi del mare il significato perché questo liquido manto a guardarlo porta all’incanto quale senso può mai avere guardarlo e provar piacere?” “il mare per quanto sia vecchio Dell’anima di ognuno e lo specchio lei lo guarda e vede dubbi, paure sente le ansie quelle più dure e quelle che sono meno vere quelle false e quelle più sincere e nel guardarle ne vede il confine pesa quelle pure e quelle meschine e capisce infine dove volgere la prua in quale direzione è la sorte sua. Questo lo capisci nell’esser poeta non nello scrivere versi di seta ma nel dare voce a quel che vede l’anima tua, nel capir quanto crede nel dar forma in modo sincero a quel che è il tuo pensiero. Per questo il gran mare è perfetto perché cambia muta e l’effetto di questo instancabile mutare è un tuo continuo poetare. Pensa alle albe quando si accende e presto di blu tutto risplende pensa alle tempeste, alla sua rabbia che non potrai mai metter in gabbia pensa al tramonto, il diventar quieto e della luna esser l’amante lieto Muta come l’animo nostro ora è pace ora diventa mostro.” Quando l’uomo ebbe finito Il ragazzo lo guardò stupito “Chi sei che ben hai definito quanto scienziato ed erudito non ha saputo voluto sviscerare e per parte loro raccontare” “Non sono un saggio o un profeta come ogni uomo sono poeta quanto non vedon scienza e filosofia lo trova e lo dice la poesia”
THE TALE OF THE SEA (from a speech by the philosopher Cacciari on the need for poetry). A boy with a slow walk, was looking on the shore of the great sea, the meaning of that infinite expanse, what relief it gave to his life, a correct but well-considered meaning, when he met a scientist, who explained to him with a learned manner, what it was the sea from above to below. “The sea is reality not fantasy, it is a reserve of energy, the sun creates white clouds, they run away never tired, they go into the world of water to donate and with it they make life sprout. The water descends intensely or sparingly, now it becomes a trickle, the river gives richness, joy, it gives life to the sea, it never returns tired, exhausted! The sea therefore is infinite energy a battery that is never exhausted" The boy listened in amazement but what the scientist said was precise, but partial, it was what was known, what was true, what was real. He then continued on his way, until he found a great doctor, a connoisseur of philosophy “The sea exists, as science says, of life origin and mother, to the earth, opposite, I think of the air much denser, but it has no affinity with man, it is water that goes here and there, necessary for its usefulness but it has no sanctity, it is a non-fundamental object only water, some fish and some salt if we ask ourselves its necessity we understand that it therefore has none: for the nature is an instrument like the rock or like the wind.” The boy finally walked away with a few "yeses" and a thousand of " I don't know". While disappointed on the sand he saw a man who was swimming happily, he asked him "Sorry swimmer. You who find taste and flavor in it, tell me the meaning of the sea, because this liquid blanket, looking at it, leads to enchantment, what meaning can it possibly have, looking at it and feel pleasure?” “the sea no matter how old it is, of everyone's soul it is the mirror, she looks at it and sees doubts, fears, feels the anxieties, the hardest ones, and those that are less true, the false ones and the most sincere ones, and in looking at them he sees the boundaries, weighs the pure ones and the petty ones and finally understands where to turn his bow and in what direction his fate lies. You understand this in being a poet, not in writing silken verses, but in giving voice to what your soul sees, in understanding what it believes, in sincerely giving shape to what your thoughts are. This is why the great sea is perfect, because it changes and the effect of this tireless change is your continuous poetry. Think of the dawns when it lights up, and soon everything shines blue, think of the storms, of its anger, which you will never be able to put in a cage, think of the sunset, the becoming quiet and of the moon being the happy lover Mute like our soul , now it's peace, now it becomes a monster.” When the man finished, the boy looked at him in amazement. “Who you are that you have well defined, as a scientist and scholar, he was unable to dissect, and for their part to tell” “I am not a sage or a prophet, like every man I am a poet, what science and philosophy do not see, poetry finds and says”
33 notes
·
View notes
Text
L’ora di greco - di Han Kang, Adelphi
Premessa: sono tra coloro che ritengono che il Nobel per la letteratura ad Han Kang si assolutamente meritato. Inutile proseguire la lettura se si è già convinti del contrario.
Probabilmente per me questo è il romanzo più bello tra quelli fin qui tradotti in italiano (o inglese). Molto breve ma denso, esplora temi profondi come la perdita, la solitudine, e la ricerca dell’identità. È del 2011 anche se qui da noi è arrivato appena l’anno scorso. Un viaggio introspettivo in cui due persone, apparentemente molto diverse, si incontrano e si comprendono attraverso la condivisione di un dolore nascosto e silenzioso.
Lei, Hanja, dopo aver vissuto un periodo di intensa sofferenza, ha trovato il silenzio come rifugio: non parlare, più che una scelta volontaria, è una reazione istintiva e fisiologica alla sua sofferenza. Le parole per lei si sono trasformate in strumenti di dolore, tanto che la voce stessa le sembra ormai qualcosa di estraneo. Dopo in matrimonio fallito e la perdita di custodia del figlio, persa anche la madre le sembra di aver ormai perso qualsiasi contatto con la propria identità e il mondo che la circonda. Come via di fuga da questo dolore, inizia a seguire lezioni di greco antico, una lingua che per lei diventa una sorta di “nuovo inizio”, poiché le consente di esprimere e riscoprire sé stessa senza le ferite che l’uso della lingua madre le provoca.
È così che la sua vita incrocia il suo insegnante di greco, un uomo non vedente che vive anche lui un’esistenza profondamente segnata dalla perdita. Per lui la cecità ha rappresentato un graduale distacco dal mondo, ma nonostante le difficoltà quotidiane ha imparato a navigare attraverso questo vuoto grazie all’amore per le parole e per la letteratura. Egli usa il greco come strumento per mantenere un legame con il mondo esterno e per dare un senso al proprio passato.
Attraverso questo incontro tra la donna e il suo insegnante, Han Kang esplora l’intimità della comunicazione e del linguaggio come mezzo di guarigione. Entrambi i protagonisti sono segnati da ferite invisibili e trovano nella lingua greca un terreno neutrale in cui potersi esprimere senza il peso delle loro storie personali. Il greco antico diventa simbolo di un viaggio interiore, che permette loro di riconoscere il proprio dolore e, in qualche modo, di riappropriarsi delle proprie vite.
Han Kang utilizza una prosa poetica e riflessiva per approfondire i sentimenti complessi dei protagonisti. La narrazione alterna i punti di vista della donna e dell’insegnante, e attraverso le loro prospettive frammentate il lettore è invitato a riflettere sul significato dell’empatia, della perdita, e della redenzione. I dialoghi sono ridotti al minimo, quasi come se l’autrice volesse rispettare il silenzio che i due protagonisti sembrano cercare.
In sostanza, un romanzo che parla di sopravvivenza emotiva. Attraverso la storia dei protagonisti, Han Kang esplora la possibilità di trovare una via d’uscita dal dolore e dalla perdita senza negare le proprie ferite. La lingua greca diventa metafora del processo di auto-ricostruzione, una lingua che, con le sue radici antiche, permette ai personaggi di esprimere sentimenti che sembravano impossibili da comunicare.
Un delicatissimo racconto di Han Kang, che con la sua scrittura minimalista invita alla riflessione sulla complessità dell’animo umano, sul ruolo del linguaggio, e sulla possibilità di una rinascita anche nei momenti più bui. Leggetelo solo se questi temi vi appassionano. Diversamente state andando incontro a una delusione.
6 notes
·
View notes
Text
La vera attrazione va oltre il fisico e il carattere, così difficile da definire. La magia autentica tra due persone è scritta in una lettura emotiva di cuori che collassano ed entrano in armonia, che si comprendono. È quel tipo di attrazione da cui non ci si libera nemmeno chiudendo gli occhi. L’attrazione fisica non dura; è intensa, vuota e fugace, ma l’attrazione per la mente e per il mondo emotivo che batte allo stesso ritmo della nostra musica interiore ci trasforma nei migliori partner nel ballo dell’amore.
2 notes
·
View notes
Text
L'isola di Arturo - Elsa Morante
Salve a tutti cari amici lettori, dopo una lettura intensa di questo meraviglioso romanzo, oggi voglio dirvi quelle che sono le mie personali impressioni.
Parto dal concetto che questo è un romanzo di una bellezza unica. La scrittura di essa, è molto descrittiva e al tempo stesso si presenta molto molto scorrevole lasciandosi leggere senza riscontrare alcun tipo di blocco e di noia da parte del lettore.
Leggendo questo romanzo, le mie considerazioni non possono essere che positive. Gia dalle prime pagine vediamo un Arturo Gerace protagonista assoluto di questo romanzo, innamorato di suo padre Willem che viene visto dal figlio come un'idolo, una leggenda, da voler imitare al più presto. Nella lettura ci scontriamo con la sofferenza di Arturo nato senza madre, e con un padre che e sempre fuori nei suoi lunghi viaggi.
Arturo oltre all'amore incondizionato verso il padre, non riesce a staccarsi dal suo castello, nominato il castello dei Guaglioni, e dalla sua amata isola di Procida.
Durante la lettura, vediamo che entra a far parte nella vita del protagonista una nuova entità, quella della matrigna chiamata Nunziata. Nei primi momenti, Arturo la tratta con estrema indifferenza, ma poi pian piano scopre che egli si innamora di lei.
L' isola di Arturo, e un romanzo che mette in primo pianto tre punti fondamentali, che solo leggendo il libro il lettore riesce a percepire che sono: La libertà, l'amicizia, l'amore, la disperazione e il dolore.
- La libertà, la possiamo percepire nella vita che il protagonista conduce nella sua quotidianità sull'isola di Procida.
- L'amicizia, la possiamo percepire dai racconti del protagonista, dove i suoi unici amici, erano la sua fedele cagnolina " Immacolatella " e il suo fedele " Silvestro "
- L'amore, lo possiamo percepire nel modo in cui Arturo parla del padre Willem, e di tutte le difese che lui prende nei suoi confronti, quando essi viene insultato con nomignoli di disprezzo.
- La disperazione e il dolore, li percepiamo quando il protagonista Arturo lascia la sua amata isola di Procida, e con esso, lascia alle sue spalle anche il dolce ricordo di suo padre.
Trama: L'isola di Arturo racconta le vicende di un ragazzo di nome Arturo, orfano di madre e molto attaccato al padre, il quale però si disinteressa di lui lungo tutto il corso della sua vita. Arturo vive in una triste solitudine senza famiglia né amici.
#autore#leggere#recensione#book#libri#libro#leggeresempre#lettura#letture#leggo#libridaleggere#leggere libri#elsa morante#einaudieditore
3 notes
·
View notes
Text
Il sosia
Il sosia è il secondo romanzo di Dostoevskij, pubblicato nel 1846, quando aveva 25 anni. È lungo circa 230 pagine e presenta il topos narrativo del doppio. Ovviamente.
È stato pubblicato subito dopo il primo romanzo, Povera gente, anche sull’onda del grande successo di questo, grazie soprattutto alla recensione positiva del grande critico Belinskij. Per D. fu un grande colpo, era entusiasta e non vedeva l’ora di diventare grande e di essere riconosciuto come tale. Lettera al fratello: “Goljadkin è dieci volte superiore a Povera gente. Con quante speranze mi guardano tutti! Effettivamente Goljadkin mi è riuscito come meglio non si povera TI piacerà come non so cosa. Ti piacerà persino più di Anime morte, lo so”.
Il sosia fu un fallimento clamoroso. D. ci restò malissimo tanto che lo riprese in mano diverse volte, anche dopo la condanna, per un riscrittura parziale o completa, cosa che non terminò mai.
Tema del doppio sempre presente. Il tema del Sosia, per D., era un tema serissimo, il più serio di tutti. Raskolnikov vuol dire diviso. D. indica Goljadkin come primo uomo del sottosuolo.
Non gli era riuscita la forma, secondo D.
Majkov, nel 1846 parlò del Sosia così:”Nel sosia la maniera di D: e il suo amore per l’analisi psicologica si sono espresse in tutta la loro pienezza e originalità. In quest’opera egli è penetrato così a fondo nell’anima umana, con tanta impavida e appassionata attenzione ha osservato il moderno meccanismo dei sentimenti, dei pensieri e degli atti umani che l’impressione prodotta dalla lettura del sosia può essere paragonata soltanto l'impressione di una persona curiosa che sia penetrata nella struttura chimica della materia. […] Nei suoi studi psicologici c’è quel riflesso mistico che, in generale, è proprio delle raffigurazioni di una realtà analizzata profondamente”. Majkov ha colto che la “pazzia” non era un tema fantastico o realistico legato a Gogol o Hoffman ma a un’aspetto dell’analisi del tipo umano di D.
È un romanzo quasi in prima persona. È questo quasi che permette di fondere satira e tragedia, condanna e pietà, realismo e misticismo, lucidità e delirio. Goljadkin ha le movenze brusche e meccaniche di un burattino, che si muove a scatti e agisce in modo repentino,e la sua umanità sta nella patologia della sua coscienza verbale, nel suo ininterrotto parlare con se stesso e con le proprie proiezioni, nel continuo sforzo di giustificare se stesso ai proprio occhi e quelli degli altri.
“Il doppio […] è un tratto che è proprio della natura umana in generale, ma che è ben lungi dall’esser reperibile in ogni natura umana con l'intensità che si trova in Lei. Per questo Lei mi è affine, perché questo sdoppiamento in lei è esattamente lo stesso che io ho e che sempre ho avuto. È un grande tormento, ma allo stesso tempo anche un grande piacere. SI tratta di una intensa coscienza, di un’esigenza di autorendiconto e di presenza nella sua natura dell’esigenza di un dovere morale verso se stessi e verso l’umanità.
Goljadkin è la patologia dell’uomo qualunque, il primo gradino di quello “sdoppiamento” che costituisce la malattia dell’uomo moderno, malattia sublimabile soltanto nel privilegio dell’attività spirituale.
Goljadkin è un impiegato di medio livello, ha un servo, Petruska, non ha apertura sociale, non conosce donne né ha amici, nonostante il dottore gli consigli continuamente di fare una vita con più “allegre compagnie”. G. non lo fa mai, ha paura del mondo, del giudizio degli altri e quindi preferisce evitare. È imbranato nelle occasioni sociali, non riesce in nulla e, in primo luogo si chiude in se stesso, in secondo luogo critica fortemente “la società” e chi “ce la fa”.
Usa spesso frasi fatte e usa poche, singole formule continuamente. Si sente vittima delle società, che gli vuole male, che trama contro di lui.
Goldjiakin suona “mentalmente sprovveduto, povero di spirito”.
È un personaggio D. nel senso che è molto vero, sfaccettato. D. non lo descrive, gli fa fare cose, lo fa parlare e interagire con le persone, così capiamo chi è.
G. è a tratti un po’ tutti noi. Io mi ci sono rivisto in alcuni tratti; mi succede spesso con i personaggi di D.
La storia è banale, scontata, molto lineare e pulita. Non so se sono io, se è colpa mia questo effetto. Però questa banalità pregiudica moltissimo la lettura che non si fa mai davvero intrigante, “pericolosa”. Nonostante sia un romanzo grezzo e giovanile, si sente D., lo si percepisce proprio nel personaggio di G.
Ma per far riuscire questo libro sarebbe servito anche altro.
NON è un libro utile per conoscere D., è un libro di D. che può interessare a chi interessa D., tutto qua.
2 notes
·
View notes
Text
Letture & Riletture
Owing to the flood of shallow books which really are exhausted in one reading, the modern mind tends to think every book is the same, finished in one reading. But it is not so. And gradually the modern mind will realise it again. The real joy of a book lies in reading it over and over again, and always finding it different, coming upon another meaning, another level of meaning. It is, as usual, a question of values: we are so overwhelmed with quantities of books, that we hardly realise any more that a book can be valuable, valuable like a jewel, or a lovely picture, into which you can look deeper and deeper and get a more profound experience every time. It is far, far better to read one book six times, at intervals, than to read six several books. Because if a certain book can call you to read it six times, it will be a deeper and deeper experience each time, and will enrich the whole soul, emotional and mental. Whereas six books read once only are merely an accumulation of superficial interest, the burdensome accumulation of modern days, quantity without real value. Cioè, all'incirca: A causa della valanga di libri dozzinali che si esauriscono veramente con una sola lettura, la mente moderna tende a pensare che per ogni libro sia la stessa cosa, finito dopo una sola lettura. Ma non è così. E gradualmente la mente moderna se ne renderà conto di nuovo. Il vero piacere un libro lo dà leggendolo più e più volte e trovandolo sempre diverso, incontrando un altro significato, un altro livello di significato. È, come al solito, una questione di valori: siamo così sopraffatti dalla quantità di libri che difficilmente ormai ci rendiamo conto che un libro può essere prezioso, prezioso come un gioiello o un bel quadro, in cui si può guardare più e più a fondo e provare un'esperienza ogni volta più intensa. È molto, molto meglio leggere un libro sei volte, a intervalli, piuttosto che leggere sei libri diversi perché se un certo libro ci può invitare a leggerlo sei volte, ogni volta sarà un'esperienza sempre più profonda e arricchirà tutto i nostri spiriti, emotivi e mentali, mentre sei libri letti una sola volta sono invece soltanto un accumularsi di un interesse superficiale, l'accumulo gravoso dei tempi moderni: quantità senza valore reale.
D. H. Lawrence, Apocalypse [1931], London-New York, Penguin, 1995
Via LaudatorTemporisActi.
L'immagine: C. Collodi, Pinocchio [1871], Firenze, Salani, 1959. Illustrazioni di Carlo Vitoli Russo.
6 notes
·
View notes
Text
Le mie mandorle
Ho letto "Almond. Come una mandorla" di Won-Pyung Sohn e mi è piaciuto tantissimo. È stata una lettura delicata e potente che mi ha cullata, abbracciata, presa a schiaffi e tagliuzzata da dentro.
Il giovane protagonista del romanzo è affetto da una rara patologia, l'"alessitimia", a causa della quale il suo cervello non riesce a comprendere e a provare le emozioni. Le sue amigdale, piccole piccole e simili a due mandorle, non sono cresciute abbastanza.
Quello che mi ha conquistata del romanzo è il tentativo di dare una definizione all'empatia: cosa significa comprendere e sentire ciò che un'altra persona sta vivendo? Spiegarlo è difficile.
In aiuto di Yunjae accorrono due personaggi molto diversi tra loro, Gon e Dora: Gon è un ragazzone grande e grosso, violento e rozzo, un giovane che ha vissuto l'abbandono, il rifiuto, il disprezzo e la rabbia, ed è per questo che in lui si agita una furia senza fine; Dora, invece, è una ragazzina un po' stramba, ma coraggiosa e allegra. Dora insegnerà a Yunjae l'amore e la leggerezza, Gon gli insegnerà il dolore, la rabbia, il senso di ingiustizia.
È stata una lettura scorrevole ma molto ricca e intensa, e l'ironia molto caustica dell'autrice mi ha fatta sorridere e al contempo star male. Ne consiglio la lettura a grandi e piccini, e a chiunque si chieda, ogni tanto, come sarebbe vivere chiusi in un guscio monocorde: mi è capitato di sentirmi sopraffatta dal dolore e di pensare "quanto vorrei non provare niente", ma è davvero così? Cosa vuol dire non provare niente?
2 notes
·
View notes
Text
"Condannato a vivere" di Luca Martina: un thriller che esplora le ombre dell’anima. Recensione di Alessandria today
Un romanzo avvincente che affronta il tormento interiore e la sete di giustizia in un mondo spietato.
Un romanzo avvincente che affronta il tormento interiore e la sete di giustizia in un mondo spietato. “Condannato a vivere”, scritto da Luca Martina, è un thriller intenso e psicologicamente complesso che trascina il lettore in una spirale di emozioni e tensioni. La trama, intricata e ricca di colpi di scena, si sviluppa attorno al tema dell’eterno conflitto tra colpa e redenzione,…
#Alessandria today#Atmosfere Cupe#autori emergenti#colpa#Colpi di scena#Condannato a vivere#Crime novel#Google News#introspezione#introspezione psicologica#italianewsmedia.com#lettura consigliata#Lettura Intensa#libri da leggere#libri emozionanti.#lotta contro il tempo#Luca Martina#narrativa al femminile#narrativa contemporanea#narrativa di qualità#narrativa italiana#Pier Carlo Lava#Redenzione#romanzi di tensione#romanzo avvincente#romanzo coinvolgente#romanzo emozionale#romanzo noir#Romanzo realistico#romanzo riflessivo
0 notes
Text
Scuola: croce e delizia.
Waek Hero Class 1 e Antares 2
Per caso mi sono ritrovata a vedere due serie tv a tema scolastico ed è meraviglioso come una serie tv su degli adolescenti e le loro problematiche possa avere così tante varianti e ipotesi di lettura o modus operandi. Come possano essere così diverse. Prendi Waek Hero Class 1 e Antares 2.
Entrambe hanno al centro dei ragazzi adolescenti all'ultim'anno del Liceo ma passa un baratro tra le due:
Waek Hero è un drama stupendo. Trama, regia, cast, recitazione, tematiche affrontate, montaggio... difficile trovargli un difetto. Ho amato e sono rimasta così colpita da tutto quello che vedevo:
La trama è semplice ma ciò che succede e come succede rende la serie molto intrigante e interessante: questi ragazzi che diventano amici ... ma poi va tutto a signorine e buonasera. Niente buonismo o forzature ma una storia credibile e intensa, recitata in modo sublime da dei bravissimi interpreti.
Tema fondante della storia è l'amicizia in un momento delicato della vita di questi adolescenti: tre ragazzi che poco o nulla hanno in comune che diventano amici sullo sfondo del bullismo. Questa amicizia da una parte porterà forza e determinazione ma dall'altra recherà gelosie, invidie e violenza. Ed è proprio l'excursus di questa fratellanza ad avermi tenuta incollata allo schermo: vedere Shi Eun aprirsi poco a poco a questi amici, perderli e poi vederlo crollare nel finale è stato un colpo al cuore! La scena dove spacca vetrate della scuola completamente folle di dolore è un momento che difficilmente scorderò.
Credibilità e realismo sono le parole chiave che mi vengono in mente quando penso a questa serie, in virtù di un lavoro eccellente sotto il profilo psicologico dei personaggi: Beom Seok non diventa stronzo a caso. C'è tutto un background che spiega e motiva le sue azioni a partire dal rapporto con suo padre. Ed io adoro questa cosa.
Ed ha proposito di padri, nota a margine su quanto gli adulti siano vapore. O non esistono o se ci sono, sono totalmente ignari dei loro figli, lasciati alla mercé della strada. Insegnanti, presidi, genitori...un ammasso di nulla. Almeno sul finale il padre del protagonista si è reso conto che l'aver lasciato il figlio solo per mesi e mesi non è stata la cosa più intelligente da fare.
Infine, una parola sui combattimenti e le violenze. Per quanto non siano stati contrasti memorabili devo dire che a me non piaciuti da un punto di vista registico e tecnico. Il sangue c'era ma mai un lago. O ferite che spariscono da sole. E questo è già oro che cola.
Mentre sulle violenze dei bulli, pensavo peggio. Io odio il bullismo - anche perché non lo capisco - e sempre odierò queste cose. Ma temevo violenze più macabre, vere e proprie torture psicologiche. Fortunatamente non è andata così ( altrimenti non avrei visto questa serie ) e sono riuscita a guardare la serie, però la frustrazione di vedere gesti di bullismo è stata altissima.
Concludendo: Waek Hero è una serie da vedere assolutamente complice anche i solo 8 episodi che permettono la maratona easy.
Voto: 8.6
Antares 2
Chi invece il realismo non sa nemmeno dove sia di casa - e lo amo per questo - è Antares. Antares mi suscita lo stesso fascino del gatto morto o dell'incidente stradale in autostrada: sai che guardare sarà problematico ma lo fai lo stesso.
Vidi l'anno scorso la prima stagione e non potevo certo perdermi la seconda. Ares, Zea ed i Calderioz tornano in tutta la loro gloria per portarci a fare tutti un giro sulle moto. Ora, la prima stagione era carina pur essendo piena di problemi...ricordo che la vidi con piacere. La seconda... è carina anch'essa ma meno della prima.
Il dolore più grande è lo stesso della prima stagione, amplificato dalle vicende che accadono in questa seconda: i nostri eroi si ritroveranno sotto minaccia e ricatto di un "qualcuno" che vuole il loro scioglimento come banda di motociclisti. E la fine delle altre bande. Nel mezzo le solite turbe amorose, vita scolastica, problemi di amicizia ecc ecc.
Io lo dirò fino alla morte: vedere dei ragazzini del Liceo comportarsi come adulti salvo poi chiedere il permesso a mamma' per dormire fuori è estraniante. E' confuso vedere Ares, leader della gang, dare ordini a uomini più grossi e vecchi di lui mentre mamma e papà lo mettono in punizione togliendogli cellulare e uscite con gli amici. Ragazzini menati, rapiti, accoltellati, pestati. Che complottano e indagano. Pedinano, fanno appostamenti, collaborano con la polizia, interrogano criminali, salvano persone rapite ma si comportano e ragionano come ragazzini del Liceo.
Oltre a ciò, la trama - ossia la minaccia di "qualcuno" - è stata per me troppo allungata. Per episodi ed episodi i nostri non hanno fatto altro che subire passivamente tutto quello che succedeva e solo nell'ultimo episodio hanno capito qualcosa. Quasi per caso poi. Devo dire che l'ho trovata una dinamica un pò noiosa.
Come noiosa - ma lì perché mi dispiace - la storia di Serra ed il tipo. Cioè...nella prima stagione gli veniva ammazzato il fidanzato a bastonate. Nella seconda dopo mille dubbi e incertezze riapre il suo cuore ad un altro ragazzo...per scoprire che è il cattivo della storia. Maddai! Diamo una gioia alla povera Serra!
Poi vabbeh le solite forzature, cose a cazzo, dialoghi a volte imbarazzanti, storie d'amore insulse, change of heart senza motivo...il solito insomma.
Ma in tutto questo di roba da salvare c'è: Zea in primis.
Zea, stella polare della serie. L'unico carattere femminile che abbia un neurone in più delle altre e che non pensa unicamente ai ragazzi, balletti e vestiti. ( anche se Karissa in questa stagione è migliorata un po'). Zea ha cervello, coraggio, spina dorsale e allo stesso tempo è la colonna portante per Ares nel suo momento più buio.
Ok lo ammetto.
La loro storia d'amore - amore parola grossa visto che non si sono mai nemmeno lontanamente baciati. Manco sulla guancia. Manco a stampo. Niente. Nada. Però si amano e questo mi basta. - è il vero motivo per cui mi sono vista tutta questa serie. XD Sono dannatamente carini e solidi. Si supportano uno con l'altro e si vede che si amano.
In questa seconda stagione poi si esplora la difficoltà di Ares nel chiedere aiuto ad altre persone, ampliando dunque la gamma del suo personaggio. Si mette in luce la sua capacità e le difficoltà di essere un leader sotto diverse pressioni: la scuola, gli amici, i genitori, i compagni di gang, la sua ragazza. Su questo frangente la serie fa un buon lavoro mostrando un Ares in difficoltà tremenda ma che poi alla fine regge botta e riesce a mantenere a galla tutto.
Concludendo: Questa seconda stagione non è riuscita a piacermi tanto quanto la prima a causa di un plot a mio parere troppo allungato e ripetitivo. Buoni invece come sempre i due protagonisti e la recitazione degli attori. Sono bravi dai! Una serie da vedere se hai già visto la prima stagione e vuoi passare qualche ora in compagnia di questi ragazzi ma da evitare come la morte se si cerca realismo e credibilità.
Voto: 7.4
1 note
·
View note
Text
Anna Vassallo presenta "Amare tra le onde": un racconto di rinascita e speranza
Il debutto letterario di Anna Vassallo offre una profonda esplorazione delle emozioni umane e delle seconde possibilità celebrando la capacità di rinascere attraverso una narrazione avvincente e intensa
Anna Vassallo, scrittrice emergente e appassionata di storie a lieto fine, esordisce con "Amare tra le onde", un romanzo che promette di toccare le corde più intime dei lettori. Il libro racconta la storia di Lisa, una donna che, ancora affranta dalla perdita del marito, viene trascinata dalla sorella Sofia in una crociera. Inizialmente reticente e sopraffatta dal dolore, Lisa si trova immersa in un ambiente nuovo che sfida la sua percezione della felicità e della speranza.
In questo viaggio sul mare, Lisa incontra Spencer, un attore affascinante ma enigmatico, che porta con sé il peso di un passato non risolto. La loro interazione, fatta di scontri e momenti di tenerezza, diventa il catalizzatore per un processo di guarigione e crescita personale. La crociera, da semplice sfondo, si trasforma in un simbolo di viaggio interiore, dove l'acqua che li circonda rappresenta la fluidità delle emozioni e la possibilità di ricominciare.
"Amare tra le onde" è più di una semplice storia d'amore; è un inno alla resilienza umana e alla capacità di trovare luce dopo l'oscurità. Attraverso una prosa evocativa e personaggi ben delineati, Anna Vassallo esplora temi universali come il dolore, la speranza e la forza necessaria per aprirsi a nuove possibilità. Il romanzo invita i lettori a riflettere sul significato della felicità e sul coraggio di lasciare andare il passato per abbracciare un futuro incerto ma promettente.
Nonostante sia alla sua prima pubblicazione, la scrittrice dimostra una notevole abilità narrativa, costruendo un intreccio ricco di emozioni e profondità. La sua capacità di intrecciare storie personali con temi universali rende "Amare tra le onde" un'opera che risuona profondamente con chiunque abbia affrontato la perdita e la ricerca di una nuova direzione.
Acquista il libro
Anna Vassallo, 45 anni, divide la sua vita tra la famiglia, la lettura e varie espressioni artistiche. La scrittura è stata per lei un rifugio fin dalla giovane età, e la pubblicazione di questo libro segna l'inizio di un nuovo capitolo nel suo percorso creativo. La storia dietro la realizzazione di "Amare tra le onde" è essa stessa commovente: un gesto d'amore da parte dei suoi figli, che hanno deciso di pubblicare uno dei suoi racconti giovanili, ha riacceso in Anna la passione per la scrittura, spingendola a condividere il suo talento con il mondo.
Con "Amare tra le onde", Anna Vassallo invita i lettori a credere nel potere trasformativo delle seconde possibilità e nella bellezza che si cela dietro ogni rinascita, proprio come le onde del mare che, incessanti, continuano a infrangersi sulla riva, portando con sé nuove storie e speranze.
Instagram: https://www.instagram.com/anna_vassallo_writer/
Facebook: https://www.facebook.com/anna.vassallo.92
0 notes
Text
"Undone", ecco il nuovo singolo di Luca Di Stefano
Dal 6 dicembre 2024 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica "Undone", il nuovo singolo di Luca Di Stefano che anticipa l'uscita dell'album per Musica Lavica Records prevista per il 24 gennaio 2025 realizzato con il contributo di NUOVOIMAIE.
"Undone" è il primo brano inedito di Luca Di Stefano, un pezzo dal sound internazionale che lo distingue per unicità e intensità emotiva. La canzone esplora le profondità di un dolore causato da una relazione tossica, dove il protagonista, lacerato da un conflitto interiore, cerca di affrontare una partner più incline a ferirlo che a comprenderlo. Per lui, il canto diventa uno strumento di liberazione, un mezzo per esprimere, ma anche esorcizzare, rabbia, frustrazione e tristezza.
Il brano offre molteplici livelli di lettura: può rappresentare la disillusione amorosa universale, un percorso di crescita personale o una critica alle dinamiche di potere e manipolazione spesso presenti nelle relazioni. In ogni caso, "Undone" è un invito a riflettere sulla propria esperienza per trovare la forza di spezzare legami tossici e dannosi, riscoprendo l'importanza di prendersi cura di sé stessi e di proteggere la propria serenità.
Spiega l'artista a proposito della nuova release: "L'amore è un sentimento complesso e affascinante, difficile da definire in modo univoco. Durante un periodo turbolento della mia vita, segnato da distacchi emotivi e fisici, mi sono ritrovato a riflettere sulle molteplici sfaccettature dell'amore. La rabbia, intensa e viscerale, ha dominato quel periodo, spingendomi a canalizzarla nella musica. È così che sono nate le prime note di Undone: semplici, essenziali, ma capaci di esprimere il tumulto interiore che provavo. Invece di riversare il dolore sull'altra persona, ho scelto di elaborarlo in silenzio, aspettando il momento giusto per dare una risposta sincera. Undone non è nata subito, ma ha subito riscritture, cambi di struttura e arrangiamenti, fino a trovare la sua forma finale. Eppure, anche ora, so che rimarrà incompleta, come la vita stessa: un'opera in continua evoluzione. Undone è un riflesso di questa imperfezione, della bellezza che risiede nell'irrisolto, e un invito ad accettare che alcune storie, come le persone, non trovano mai una conclusione definitiva."
Il videoclip di "Undone" è un viaggio introspettivo che ci conduce fin dentro al cuore dell'artista. Le immagini iniziano con un'inquadratura a campo largo di Luca, un'istantanea che cattura l'attenzione dello spettatore e lo invita a immergersi nel suo mondo fatto di emozioni e sonorità dal respiro internazionale. La scena iniziale ricorda la sua memorabile esibizione ad America's Got Talent, un momento che ha segnato un punto di svolta nella sua carriera.
Il video, ambientato principalmente in studio, ci mostra l'artista nel suo "habitat naturale", con intorno pochissimi elementi (un pianoforte e delle clessidre) che parlano però in modo eloquente del suo mondo interiore. Le clessidre, in particolare, diventano il simbolo potente del tempo che passa, al tempo che viene investito su se stessi e alla necessità di cogliere e mettere a frutto ogni singolo istante.
L'alternanza tra Luca seduto e Luca in piedi, richiama l'alternanza naturale tra il tempo intimo passato in studio a creare e quello da passare su un palcoscenico, illuminato da luci colorate e alcune volte accecanti che sottolineano ulteriormente la dualità dell'artista: da un lato, il bisogno di introspezione e di solitudine, sorgenti di grande creatività, dall'altro, la voglia di connettersi con il pubblico e di condividere con gli altri la propria arte.
Samir Kharrat, con la sua regia raffinata, riesce a fondere queste due realtà, creando un'atmosfera suggestiva, coinvolgente e ricca di colori, invitando a riflettere sulla complessità dell'animo umano, anche collegata alla bellezza dei rapporti, seppur imperfetti, e sulla forza della passione.
Guarda il videoclip su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=GjRK5WsK7y4
Biografia
Luca Di Stefano, giovanissimo cantante catanese dalla voce calda e profonda, conquista tantissimi fan in tutta Italia grazie alla propria partecipazione alla prima edizione italiana di All Together Now, talent canoro condotto da Michelle Hunziker e J-Ax, andato in onda su Canale 5. Luca, classificandosi al terzo posto in questa competizione, ha letteralmente fatto impazzire sia i giudici che il pubblico, riuscendo addirittura a far commuovere J-AX che ha voluto un suo intervento musicale all'interno del brano Supercalifragili - prodotto da Takagi & Ketra e con ospite anche Annalisa - inserito nella playlist del prossimo disco dello stesso J-Ax.
Collabora con il giovane pianista Davide Locatelli su una cover di Bad Guy.
Da sempre innamorato della musica blues e soul in particolare, Luca studia sassofono e canto.
Fa parte del roster artisti dell'etichetta discografica Musica Lavica Records di Denis Marino, con la quale ha già pubblicato sei singoli ed è in uscita con il suo primo disco di inediti, che vedrà la luce a fine 2024. Per quanto riguarda la promozione e la consulenza commerciale, si affida alla DD Entertainment di Donato D'Elia.
Poco prima del periodo di lockdown Luca viene contattato dalla produzione di America's Got Talent per partecipare alle Auditions della stagione 15 del talent show più famoso e più seguito al mondo: canta "Let's get it on" di Marvin Gaye e manda in estasi tutti, giudici (Howie Mandel, Simon Cowell, Heidi Klum, Sofia Vergara), pubblico presente in teatro e, dopo la messa in onda ad aprile 2020, anche tantissima gente da ogni parte del mondo, raggiungendo milioni di visualizzazioni su YouTube in pochissimo tempo. Studia canto Pop presso il conservatorio Tchaikovsky di Nocera Terinese (CZ) e canto Jazz presso il conservatorio G. Verdi di Milano.
Continua durante il proprio percorso ad esibirsi in importanti teatri, festival e in trasmissioni televisive su emittenti nazionali.
"Undone" è il primo singolo di Luca Di Stefano disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica dal 6 dicembre 2024 e anticipa l'uscita dell'album d'esordio per Musica Lavica Records realizzato con il contributo di NUOVOIMAIE, prevista per il 24 gennaio 2025
FACEBOOK| INSTAGRAM| TIKTOK| YOUTUBE
0 notes
Text
IL COGNOME DELLE DONNE - AURORA TAMIGIO In questo anno ho avuto la fortuna di leggere dei libri veramente belli ed interessanti. Tra questi c’è “il cognome delle donne”di Aurora Tamigio. Quella raccontata è una storia familiare che ripercorre il Novecento e che mette come tema centrale della narrazione le donne. Il racconto parte da inizio secolo, da una Sicilia arcaica fino ad arrivare agli anni ottanta pieni di leggerezza, di musica e di progresso. La prima protagonista è Rosa, persona gentile, forte e resiliente che , per sfuggire alle angherie del padre, scappa con Sebastiano Quaranta, un uomo semplice e buono. Dalla loro unione nascono tre figli: Fernando, Donato e Selma. Quest'ultima semplice ed ingenua, va in sposa a Santi Meraviglia, un uomo inetto che sa imporsi soltanto con la forza. Quando diventa il capofamiglia iniziano i guai e a farne le spese sono le loro figlie, Patrizia , Lavinia e Marinella.Patrizia dal carattere ribelle e indomito, mentre Lavinia bella e sognatrice e l’ultima, Marinella, molto chiusa, ma che piano piano imparerà ad aprirsi al mondo. La vita di queste donne si intreccia inevitabilmente con altri personaggi, avendo come sfondo il tempo che passa portando con sé gli inevitabili cambiamenti: il voto delle donne, l’avvento della lavatrice, il cinematografo, i cibi tipici dell’epoca, la musica, le varie fazioni politiche, i mondiali di calcio del 1982, ecc. Il filo conduttore del romanzo è l’eredità femminile che si passa di generazione in generazione, attraverso anche agli oggetti simbolici che vengono tramandati come la macchina per cucire” Singer”. Sono tutte donne capaci di essere sempre resilienti.Un racconto vivo, dalla scrittura semplice, scorrevole e intensa. L’intercalare siciliano contestualizza e non appesantisce la lettura, anzi aiuta a tenere alta l’attenzione del lettore dalla prima all’ultima pagina. Ascolta la recensione play_arrow IL COGNOME DELLE DONNE SERENELLA MARIANI Read the full article
0 notes
Text
Billy il cane, Alberto Rollo, Ponte alle Grazie. A cura di Barbara Anderson
Chi prende questa lettura tra le mani deve essere consapevole del peso che ha questa delicata intensa avventura, non è solo la storia di Billy un cane con le orecchie di velluto a punta. Questo è unviaggio che scava all’interno della nostra anima e la ferisce. Mi aspettavo una storia e alla fine ho scoperto LA storia. Ho percorso l’avventura a 4 zampe, ho annusato la strada, le persone, la…
0 notes
Photo
🌟 Novità emozionante! 🌟Cari amici e lettori,Sono felice di annunciarvi che la mia nuova novella, "Parlane con il muro", è ora disponibile su Wattpad! 🎉📚Pitch della storia: Petronilla nutre un amore segreto e unilaterale per il bellissimo vicino, Giulio. Spinta dalla solitudine, esplora questa passione attraverso una connessione fisica, consapevole che sarà un'esperienza unica e irripetibile.In questa storia, vi porterò in un viaggio emozionante attraverso le riflessioni di Petronilla, una giovane donna che, spinta dalla solitudine, vive una connessione unica e intensa con il suo vicino. Tra fantasia e realtà, solitudine e scoperta, "Parlane con il muro" esplora il bisogno di comunicazione in un mondo che spesso sembra distante. 💭💔Sono davvero entusiasta di condividere con voi questo racconto che nasce dal cuore e spero che vi emozioni quanto ha emozionato me scriverlo. Non vedo l'ora di leggere i vostri commenti e di sentire cosa ne pensate!🔗 [Link alla novella su Wattpad]Grazie per il vostro continuo supporto e affetto. Buona lettura a tutti! 📖✨Con affetto,Janet Josse 💖
#alphamal#amore#booktok#chicklit#enemy#enemytolovers#fiction#firenze#francese#janetjosse#love#maschioalpha#newromance#novella#parlaconilmuro#passione#romance#romanzo#romanzodamore#romanzorosa#siciliana#spicy#viccini#vicini#vicinidicasa#books#wattpad#amreading
0 notes