#Thomas Bernhard
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Now he understood her, who had lived beside him so many years and been loved but never understood. You were never truly together with one you loved until the person in question was dead and actually inside you.
Thomas Bernhard, Gargoyles, tr. Richard and Clara Winston
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From our stacks: Cover detail from Gargoyles. Thomas Bernhard. Translated from the German by Richard and Clara Winston. New York: Alfred E. Knopf, 1970. Jacket illustration by Brad Holland. Jacket design by R. Scudellari.
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Glenn Gould on his chair:
(some of the method to that divine madness)
Excerpted from Elyse Mach's Great Contemporary Pianists Speak for Themselves.
#are my methods (un)sound?#you can still see him sitting there#glenn gould#glenn gould's chair#thomas bernhard#an ear for mania#pianists#elyse mach#and it's amazing that it's not uncomfortable#classical music#celebrity interviews
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"Biz her zaman her şeyi en yakın yerde ararız, yanılgı bu..."
(Yürümek - Evet)
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Thomas Bernhard.
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I miei genitori non mi amavano e neanch'io li amavo. Non mi perdonavano il fatto di avermi genera-to, non mi hanno mai perdonato, per tutta la vita, il fatto di avermi genera-to. Se c'è un inferno, ed è naturale che un inferno ci sia, allora la mia infanzia è stata l'inferno. È probabile che l'infanzia sia sempre un inferno, l'infanzia è l'inferno per eccellenza, diceva, ogni infanzia, non importa quale, è l'infer-no. La gente dice di aver avuto una bella infanzia e invece era l'inferno. La gente falsifica tutto, falsifica anche l'infanzia che ha avuto. Ho avuto una bella infanzia, dicono, eppure non hanno avuto altro che l'inferno. La gente più invecchia e più facilmente dice di aver avuto una bella infanzia, mentre la loro infanzia non è stata altro che l'inferno. Linferno non arriva, l'inferno è stato, diceva, perché l'inferno è l'infanzia.
Thomas Bernhard
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Estoy unido a Irrsigler de la forma más ideal, dijo Reger, es una relación distanciada totalmente ideal, manifestó. Naturalmente, Irrsigler no sabe nada de mí, dijo entonces Reger, y sería también completamente absurdo decirle más sobre mí, precisamente porque no sabe nada de mí es nuestra relación tan ideal, precisamente porque yo no sé prácticamente nada de él, dijo Reger, porque el fin y al cabo solo conozco de Irrsigler los aspectos externos más triviales, lo mismo que él, a la inversa, solo me conoce también por fuera de la forma más trivial. No debemos penetrar en una persona con la que tenemos una relación ideal más de lo que hemos penetrado ya, porque si no, destruiremos esa relación ideal, dijo Regel.
—Thomas Bernhard, Maestros antiguos. Traducción de Miguel Sáenz.
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priority reads of 2025 !
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sonunda bir keder çukuruna yuvarlanıyorum.
roland barthes - yas günlüğü
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We are prepared to misuse...anyone, in order to rescue ourselves from some dreadful mood that is tormenting us, some mood we have gotten into without knowing how.
— Thomas Bernhard, Extinction: A Novel (Vintage, February 8, 2011)
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“Yaşamak istiyordum, tek önemsediğim buydu. Yaşamak; kendi istediğim hayatı yaşamak, kendi yolumdan, istediğim yere kadar gitmek.”
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Thomas Bernhard · Nefes
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Thomas Bernhard (1931-1989)
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"I'm going to write something tremendous, I tell myself, yet at the same moment I am afraid of it, and in this moment of fear I have already failed and can no longer begin." - Thomas Bernhard, Extinction
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Hugo Weaving in The President at the Gate Theatre in Dublin, Feb 24
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I bambini sono bambini dello Stato, così pensa lo Stato e si comporta di conseguenza, provocando da secoli danni devastanti. È lo Stato in realtà che partorisce i bambi-ni, vengono partoriti soltanto bambini di Stato, la verità è questa. Non esiste un solo bambino libero, c'è soltanto il bambino di Stato, di cui lo Stato può fare quello che vuole, è lo Stato che mette al mondo i bambini, alle madri vien solo dato a intendere che siano loro a mettere al mondo i bambini, ma è dal ventre dello Stato che nascono i bambini, la verità è questa. Sono centinaia di migliaia i bambini che ogni anno escono dal ventre dello Stato sotto forma di bambini di Stato, la verità è questa. I bambini di Stato vengono messi al mondo dal ventre dello Stato e vanno alla scuola di Stato, dove sono istruiti dagli insegnanti di Stato. Lo Stato partorisce i suoi bambini nello Stato, la verità è questa, lo Stato partorisce i suoi bambini di Stato nello Stato e non li lascia più uscire. Ovunque ci guardiamo intorno, non vediamo altro che bambini di Sta-to, scuole di Stato, lavoratori di Stato, funzionari di Stato, anziani di Stato, morti di Stato, la verità è questa. Lo Stato produce e autorizza soltanto esseri umani di Stato, la verità è que-sta. Lessere umano secondo natura non esiste più, è rimasto soltanto l'essere umano di Stato, e dove l'essere umano secondo natura esiste ancora, esso viene braccato e perseguitato a morte e/o trasformato in un essere umano di Stato. La mia è stata un'infanzia bella ma nello stesso tempo crudele raccapricciante, penso, un infanzia nel corso della quale quando ero dai nonni potevo essere un essere umano secondo natura, mentre a scuola ero tenuto a essere un essere umano di Stato, a casa dai miei nonni ero un essere umano secondo natura, a scuola ero un essere umano di Stato, per mezza giornata ero secondo natu-ra, per mezza giornata di Stato, per mezza giornata, e cioè di pomeriggio, ero secondo natura e quindi felice, per mezza giornata, e cioè di mattina, ero di Stato e quindi infelice. Di pomeriggio ero l'essere umano più felice che si possa immaginare, di mattina il più infelice. Per molti anni fui di pomeriggio l'essere umano più felice in assolu-to, di mattina il più infelice in assoluto, penso. A casa, dai nonni, ero un essere secondo natura e felice, a scuola, giù nella cittadina, ero un essere innaturale e infelice. Quando scendevo giù nella cittadina andavo nell'infelicità (dello Stato!), quando tornavo a casa dai miei nonni in mon-tagna, andavo nella felicità. Quando andavo dai nonni in montagna, andavo nella natura e nella felicità, quando scendevo giù nella cittadina, a scuola, andavo nell'artificio e nella infelicità.
Entravo, di prima mattina, direttamente nell'infelicità e per mezzogiorno o nel primo pomeriggio ritornavo nella felicità. La scuola è una scuola di Stato, dove i giovani vengono trasformati in esseri umani di Stato, vale a dire in galoppini dello Stato e nient'altro. Quando andavo a scuola andavo nello Stato, e poiché lo Stato annienta gli esseri umani, andavo nell'istituto per l'annientamento degli esseri umani. Per molti anni io sono uscito dalla felicità (dei nonni!) per andare nell'infelicità (dello Stato!) e ritornare, sono uscito dalla natura per andare nell'artificio e ritornare, la mia infanzia è consistita in questo andirivieni e nient'altro. Sono cresciuto in questo andirivieni dell'infanzia. Ma in un simile diabolico gioco, non ha vinto la natura ma l'artificio, la scuola e lo Stato, non la casa dei miei nonni. Lo Stato ha costretto me, come tutti gli altri, a entrare al suo interno e mi ha asservito, lo Stato ha fatto di me un essere umano di Stato, un essere umano irreggimentato e registrato e addestrato e diplomato e pervertito e depresso come tutti gli altri. Quando vediamo degli esseri umani, vediamo soltanto esseri umani di Stato, servi dello Stato, come giustamente si dice, non vediamo esseri umani naturali, ma esseri umani di Stato sotto forma di servi dello Stato che sono ormai in tutto e per tutto innaturali, e per tutta la vita rimangono al servizio dello Sta-to, il che significa per tutta la vita al servizio dell'artificio. Quando vediamo degli esseri umani, vediamo soltanto esseri umani di Stato sotto forma di esseri umani innaturali, immolati all'ottusità dello Stato. Quando vediamo degli esseri umani, vediamo soltanto esseri umani in balia dello Stato e al servizio dello Stato, ormai vittime dello Stato. Gli esseri umani che vediamo sono vittime dello Stato e l'umanità che vediamo non è altro che il foraggio dello Stato, con cui lo Sta-to, sempre più ingordo, viene appunto foraggiato. L'umanità non è altro, ormai, che un'umanità di Stato, e già da secoli, e cioè da quando esiste lo Stato, essa ha perso, penso, la propria identità. L'umanità oggi non è altro, ormai, che una disumanità, che poi è lo Stato, penso.
Thomas Bernhard
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