#museo della memoria
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Museo dell’Amianto a Casale Monferrato: Una Testimonianza per la Memoria e la Giustizia
Il Circolo PD di Casale Monferrato sostiene con forza la proposta di un Museo dedicato alla memoria del dramma amianto.
Il Circolo PD di Casale Monferrato sostiene con forza la proposta di un Museo dedicato alla memoria del dramma amianto.Casale Monferrato continua a essere un simbolo di resistenza e impegno nella lotta contro l’amianto. Accogliamo con soddisfazione la notizia del deposito dell’emendamento da parte del Gruppo PD in Parlamento, a cui il Circolo di Casale Monferrato ha attivamente contribuito. La…
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Antonio Ligabue e Renato Guttuso. Dalla realtà al realismo
Ligabue e Guttuso due artisti del Novecento che, pur distanti artisticamente e culturalmente, hanno parlato di realtà, scrivendo pagine importanti della storia dell’arte moderna
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Il Vajont: Una Lezione di Storia e Memoria
La tragedia del Vajont, avvenuta il 9 ottobre 1963 nel nord Italia, è un ricordo struggente dell’interazione tra ingegneria umana e forze naturali. Il Museo della Memoria Vittime del Vajont, insieme a diversi siti significativi come la Diga del Vajont, l’area della frana, e il fiume Cellina, ha una grande importanza storica ed educativa. Di seguito, una breve descrizione di ciascuno dei luoghi…
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a roma, da oggi al 1 giugno: festival della memoria e della liberazione
intervista audio a cura di Federico Raponi: https://tuttascena1.wordpress.com/2024/05/24/la-resistente-festival-della-memoria-e-della-liberazione-2-edizione/
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#antifascismo#Federico Raponi#Liberazione#memoria#Museo storico della Liberazione#Resistenza#via Tasso
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Tutta la vita Italo Svevo rimase fedele al suo amato Schopenhauer, mi fa piacere rispecchiarmi nell'amico di Joyce, autore di quella Coscienza che rimane uno dei miei classici preferiti. Per di più lo Svevo in odore di aver ispirato fisicamente e spiritualmente il simpatico Mr Bloom, a cui voglio bene fin dalla sua prima apparizione; era sempre Svevo l'appassionato di rigaglie, la famosa colazione che lasciava nel palato un fine retrogusto di urina leggermente aromatica. Tutto si tiene nel boschetto della mia fantasia. (Joyce era rimasto folgorato da Senilità, e ne recitava a memoria dei brani, è in quest'ottica di riscoperta di Svevo, di un libro scritto vent'anni prima della sua riscoperta, che Svevo ebbe a dire: grazie a Joyce sono rinato come Lazzaro; e a noi piace pensare che quella rinascita sia dovuta anche al suo essere eternamente immortalato nel personaggio di Bloom).
Nella foto, Italo Svevo alla Canottieri (museo sveviano)
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Sono stato a vedere l’arazzo di Bayeux (che poi non è un arazzo, ho scoperto).
A un certo punto del museo c’era un tablet dove potevi rispondere a un questionario sulla visita con la possibilità di vincere qualcosa (che non ho poi vinto). La domanda finale era “quale scena ti ha colpito di più?”. Per me era quella di un povero cavallo che nel mezzo della battaglia di Hastings si prende una scure in testa da un fante normanno.
Poi mi hanno chiesto di disegnarla. Con le dita, su un tablet. A memoria.
Ho fatto del mio meglio.
Se volete vederlo, l’arazzo è interamente digitalizzato.
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Bibliografia
A. Colella, L’esodo dalle terre adriatiche – Rilevazioni statistiche, Opera per l’Assistenza ai Profughi Giuliani e Dalmati, 1958
A. Santin, Al tramonto. Ricordi autobiografici di un vescovo, 1978
L. Vivoda, L’esodo da Pola - agonia e morte di una città italiana, Nuova LitoEffe, 1989
S. Cella, La liberazione negata. L’azione del Comitato di Liberazione Nazionale dell’Istria, Tipografia Del Bianco, 1990
R. Pupo, Venezia Giulia 1945. Immagini e problemi, Editrice Goriziana, 1992
S. Cella, Dal plebiscito negato all’esodo, ANVGD Gorizia, 1993
G. Perselli, I Censimenti della popolazione dell’Istria, con Fiume e Trieste, e di alcune città della Dalmazia tra il 1850 e il 1936, 1993
E. Bettiza, Esilio, Mondadori, 1996
R. Pupo, Violenza politica tra guerra e dopoguerra: foibe, deportazioni ed esodo delle popolazioni istriane e dalmate (1943-1956), in «Annali/Museo storico italiano della guerra», 1997
N. Milani, A. M. Mori, Bora. Istria, il vento dell’esilio, Marsilio, 1998
G. Nemec, Un paese perfetto. Storia e memoria di una comunità in esilio: Grisignana d’Istria (1930-1960), LEG Edizioni, 1998
F. Rocchi, L’esodo dei 350mila Giuliani Fiumani e Dalmati, Difesa Adriatica, 1998
F. Salimbeni, Le foibe, un problema storico, Unione degli Istriani, 1998
L. Vivoda, Campo profughi giuliani Caserma Ugo Botti, Istria Europa, 1998
N. Luxardo, Dietro gli scogli di Zara, Editrice Goriziana, 1999
A. Petacco, L’esodo, Mondadori, 1999
R. Spazzali, Epurazione di frontiera: le ambigue sanzioni contro il fascismo nella Venezia Giulia 1945-1948, LEG Edizioni, 2000
G. Rumici, Fratelli d’Istria: 1945-2000, italiani divisi, Ugo Mursia, 2001
M. Brugna, Memoria negata. Crescere in un centro raccolta profughi per esuli giuliani, Condaghes, 2002
G. Oliva, Foibe. Le stragi negate degli italiani della Venezia Giulia e dell’Istria, Mondadori, 2002
G. Rumici, Infoibati (1943-1945): i nomi, i luoghi, i testimoni, i documenti, Ugo Mursia, 2002
R. Pupo, R. Spazzali, Foibe, Mondadori, 2003
R. Marsetič, I bombardamenti alleati su Pola 1944-1945, 2004
E. Ratzenberger, Via Volta 2. Un’infanzia a Fiume, Edizioni Biografiche, 2005
G. Crainz, Il dolore e l’esilio. L’Istria e le memorie divise d’Europa, Donzelli, 2005
E. Miletto, Con il mare negli occhi. Storia, luoghi e memorie dell’esodo istriano a Torino, Franco Angeli, 2005
G. Paiano, La memoria degli Italiani di Buie d’Istria, 2005
M. Cattaruzza, L’Italia e il confine orientale, Il Mulino, 2007
L. Giuricin, La memoria di Goli Otok - Isola Calva, 2007
E. Miletto, Istria allo specchio. Storia e voci di una terra di confine, Franco Angeli, 2007
E. Rover, Cronache istriane di un esule, L. G. Ambrosini & C. Tipografia Editrice, 2008
G. Rumici, O. Mileta Mattiuz, Chiudere il cerchio. Memorie giuliano-dalmate. Primo volume: dall’inizio del Novecento al Secondo conflitto mondiale, ANVGD Gorizia - Mailing List HISTRIA, 2008
P. Sardos Albertini, Il rumore del silenzio: la storia dimenticata dell’Adriatico orientale, 2008
S. Tazzer, Tito e i rimasti. La difesa dell’identità italiana in Istria, Fiume e Dalmazia, Libreria Editrice Goriziana, 2008
R. Turcinovich Giuricin, La giustizia secondo Maria. Pola 1947: la donna che sparò al generale brigadiere Robert W. De Winton, Del Bianco Editore, 2008
L. Vivoda, Quel lungo viaggio verso l’esilio, Istria Europa, 2008
G. Rumici, M. Cuzzi, R. Spazzali, Istria, Quarnero, Dalmazia: storia di una regione contesa dal 1796 alla fine del XX secolo, LEG Edizioni, 2009
E. Miletto, Arrivare da lontano. L’esodo istriano, fiumano e dalmata nel biellese, nel Vercellese e in Valsesia, Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli “Cino Moscatelli”, 2010
G. Rumici, O. Mileta Mattiuz, Chiudere il cerchio. Memorie giuliano-dalmate. Secondo volume: il Secondo conflitto mondiale, ANVGD Gorizia - Mailing List HISTRIA, 2010
G. Oliva, Esuli. Dalle foibe ai campi profughi: la tragedia degli italiani di Istria, Fiume, Dalmazia, Mondadori, 2011
G. Nemec, Nascita di una minoranza. Istria 1947-1965: storia e memoria degli italiani rimasti nell’area istro-quarnerina, 2012
G. Rumici, O. Mileta Mattiuz, Chiudere il cerchio. Memorie giuliano-dalmate. Terzo volume: L’immediato dopoguerra, ANVGD Gorizia - Mailing List HISTRIA, 2012
L. Vivoda, In Istria prima dell’Esodo. Autobiografia di un esule da Pola, Istria Europa, 2012
V. Facchinetti, Protagonisti senza protagonismo. La storia nella memoria di giuliani, istriani, fiumani e dalmati nel mondo, La Mongolfiera, 2014
V. Petaros Jeromela, 11 luglio 1920: l’incidente di Spalato e le scelte politico-militari, 2014
R. Turcinovich Giuricin, … e dopo semo andadi via, Edizioni Laguna – ANVGD Gorizia, 2014
F. Molinari, Istria contesa. La guerra, le foibe, l’esodo, Ugo Mursia, 2015
G. Nemec, Dopo venuti a Trieste. Storie di esuli giuliano-dalmati attraverso un manicomio di confine 1945-1970, Alpha & Beta, 2015
A. Cuk, Cuori senza frontiere: il cinema del confine orientale, 2016
E. Varutti, Italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia esuli in Friuli 1943-1960, 2017
O. Moscarda Oblak, Il “Potere Popolare” in Istria. 1945-1953, 2017
A. Cuk, La città dolente, Alcione Editore, 2020
R. Turcinovich Giuricin, R. Poletti, Tutto ciò che vidi. Parla Maria Pasquinelli. 1943-1945 fosse comuni, foibe, mare, Oltre Edizioni, 2020
R. Pupo, Adriatico amarissimo. Una lunga storia di violenza, Laterza, 2021
G. La Perna, Pola Istria Fiume 1943-1945. L’agonia di un lembo d’Italia e la tragedia delle foibe, Ugo Mursia, 2022
R. Pupo, Il lungo esodo: Istria : le persecuzioni, le foibe, l’esilio, Rizzoli, 2022
R. Spazzali, Pola. Città perduta. L’agonia, l’esodo (1945-47), Ares, 2022
R. Turcinovich Giuricin, Esuli due volte: dalle proprie case, dalla propria patria, Oltre Edizioni, 2022
E. Dionis Bernobi, Una vita appesa a un filo, 2023
R. Spazzali, Il disonore delle armi: Settembre 1943: l’armistizio e la mancata difesa della frontiera orientale italiana, Ares, 2023
E. Varutti, La patria perduta. Vita quotidiana e testimonianze sul Centro di Raccolta Profughi giuliano-dalmati di Laterina (1946-1963), Aska Edizioni, 2023
Documenti e articoli
Le vittime di nazionalità italiana a Fiume e dintorni (1939-1947) – Zrtve talijanske nacionalnosti u rijeci i okolici (1939-1947)
Mappa ed elenco delle foibe
Grido dell’Istria, n° 20, 21 e 41
Arnaldo Harzarich, l’angelo delle foibe
Documentari, incontri e lezioni
Adriatico amarissimo. La stagione delle fiamme e la stagione delle stragi
Conferenze del giovedì dell’ANVGD di Milano
Da quella volta non l’ho rivista più. Incontro con Raoul Pupo
Esodo. L’Italia dimenticata
Esodo. La memoria tradita
Istria: il ricordo che brucia (1, 2)
Le Foibe
Le foibe, l’esodo e la catastrofe dell’italianità adriatica
Il tempo del ricordo. Le foibe e l’esodo istriano-giuliano-dalmata
Vergarolla
Filmati storici
Martiri italiani. Le foibe del Carso (1946)
L’esodo da Pola. La salma di Nazario Sauro a Venezia (1947)
L’esodo degli italiani da Pola (1947)
Pola addio (1947)
Pola, una città che muore (1947)
Le condizioni dei profughi giuliani accolti a Roma (1948)
Fertilia (1949)
Piccoli profughi giuliani (1951)
A Sappada con i piccoli profughi giuliani (1952)
Siti utili
Archivio de L’Arena di Pola
Associazione Dalmati Italiani nel Mondo – Libero Comune di Zara in Esilio
Associazione delle Comunità Istriane
Associazione Fiumani Italiani nel Mondo – Libero Comune di Fiume in Esilio
Associazione Giuliani nel Mondo
Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – Comitato Provinciale di Bologna
Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – Comitato Provinciale di Udine
Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – Comitato Provinciale di Venezia
Associazione Triestini e Goriziani in Roma
Centro di Documentazione Multimediale della Cultura Giuliana, Istriana, Fiumana e Dalmata
Centro di ricerche storiche Rovigno
Circolo di Cultura Istroveneta “Istria”
Comitato 10 Febbraio
Comunità di Lussinpiccolo
Coordinamento Adriatico
Deputazione di Storia Patria
Elio Varutti
FederEsuli
Fondazione Giorgio Perlasca – Le Foibe e l’Esodo
Fondazione Rustia-Traine
Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata
L’Arena di Pola – Libero Comune di Pola in Esilio
Lega Nazionale
Mailing List Histria
Società Dalmata di Storia Patria
Società di Studi Fiumani
Unione degli Istriani – Libera Provincia dell’Istria in Esilio
Unione Italiana
Università Popolare di Trieste
Romanzi d’autori istro-quarnerini e dalmati
P. A. Quarantotti Gambini, La rosa rossa (1937)
E. Bettiza, Il fantasma di Trieste (1958)
F. Tomizza, Materada (1960)
F. Tomizza, La ragazza di Petrovia (1963)
F. Tomizza, Il bosco di acacie (1963)
P. A. Quarantotti Gambini, I giochi di Norma (1964)
P. A. Quarantotti Gambini, Le redini bianche (1967)
F. Tomizza, L’albero dei sogni (1969)
F. Tomizza, La torre capovolta (1971)
F. Tomizza, La quinta stagione (1975)
F. Tomizza, La miglior vita (1977)
F. Tomizza, Il male viene dal Nord (1984)
L. Zanini, Martin Muma (1990)
N. Milani, Una valigia di cartone (1991)
E. Bettiza, Esilio (1996)
M. Madieri, Verde acqua. La Radura (1998)
G. Fiorentin, Chi ha paura dell’uomo nero? (2000)
F. Tomizza, La visitatrice (2000)
F. Tomizza, Il sogno dalmata (2001)
E. Bettiza, Il libro perduto (2005)
F. Molinari, L’isola del Muto. Storia del pescatore dalmata che parlava ai gabbiani (2006)
A. M. Mori, Nata in Istria (2006)
N. Milani, Racconti di guerra (2008)
L. Toth, La casa di calle San Zorzi (2008)
L. Zanini, Martin Muma (2008)
R. Turcinovich Giuricin, S. De Franceschi, Una raffica all’improvviso, navigando lungo le coste dell’Istria e Quarnero (2011)
L. Toth, Spiridione Lascarich – Alfiere della Serenissima (2011)
A. M. Mori, L’anima altrove (2012)
E. Bettiza, La distrazione (2013)
N. Milani, La bacchetta del direttore (2013)
N. Milani, Lo spiraglio (2017)
L. Toth, Il disertore dalmata (2018)
N. Milani, Di sole, di vento e di mare (2019)
N. Milani, Cronaca delle Baracche (2021)
E. Mestrovich, A Fiume, un’estate (2022)
R. Turcinovich Giuricin, Di questo mar che è il mondo… (2023)
Pellicole cinematografiche e spettacoli teatrali
La città dolente (1949)
Cuori senza frontiere (1950)
Magazzino 18 (2013)
Red Land Rosso Istria (2018)
La rosa dell’Istria (2024)
#Esodo giuliano-dalmata#Giorno del ricordo#*Nella bibliografia ho incluso solamente le opere dedicate a foibe ed esodo (+ Spalato tanto per) ma c’è una bibliografia ricca anche sulla#slavizzazione asburgica di Venezia Giulia e Dalmazia Risorgimento e Fascismo (snazionalizzazione delle componenti slave; violenze squadrist#e non solo; invasione della Jugoslavia e campi di concentramento fascisti) che ovviamente non metto qui perché se parlo di foibe ed esodo m#fermo lì - però per chi non avesse familiarità con l’argomento e volesse avere una visione più ampia e completa della storia di quelle#regioni me lo scriva e provvederò.
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𝗘𝗹𝗶𝘇𝗮𝗯𝗲𝘁𝗵 𝗕𝗮𝗿𝗿𝗲𝘁𝘁 𝗕𝗿𝗼𝘄𝗻𝗶𝗻𝗴, divenne una delle più popolari scrittrici, nel 1844, con l’uscita dei suoi “Poems”: al punto che, la lettura della sua raccolta di poesie, spinse Robert Browning, poeta a sua volta, prima a scriverle tutta la sua ammirazione e, poco dopo, nel 1845, chiese di incontrarla.
La storia romantica di Elizabeth e di Robert, prende, a quel punto, vita: si sposano di nascosto, contro il volere del padre di lei, e fuggono a Firenze.
La loro storia d'amore fu così passionale, al punto da aver ispirato Virginia Woolf a scrivere Flush: una specie di biografia, in cui la scrittrice ricostruisce la vita di Elizabeth attraverso gli occhi amorevoli del suo cane (un cocker spaniel).
I “sonetti dal portoghese”, che Elizabeth scrisse, in segreto (pubblicati nel 1850), sono dedicati al poeta Robert Browning, prima che diventasse suo marito e compagno di vita.
I 𝗦𝗼𝗻𝗲𝘁𝘁𝗶 𝗱𝗮𝗹 𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼𝗴𝗵𝗲𝘀𝗲, furono completati due giorni prima delle nozze segrete con il poeta Robert Browning: all’epoca della stesura, lei aveva quarant’anni.
I 44 sonetti, scritti su 44 piccoli fogli, furono infilati furtivamente da Elizabeth nella tasca del marito, tre anni dopo, una mattina, in Italia, a Bagni di Lucca.
Robert le suggerì di intitolarli "Sonetti dal portoghese", in omaggio a una ballata di lei, di ispirazione portoghese, che aveva particolarmente amato.
𝙸𝚗𝚟𝚎𝚌𝚎 𝚊 𝚝𝚎
𝚒𝚘 𝚐𝚞𝚊𝚛𝚍𝚘, 𝚊 𝚝𝚎, 𝚟𝚎𝚍𝚎𝚗𝚍𝚘 𝚌𝚘𝚗 𝚕’𝚊𝚖𝚘𝚛𝚎
𝚕𝚊 𝚏𝚒𝚗𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚕’𝚊𝚖𝚘𝚛𝚎, 𝚎 𝚊𝚕 𝚍𝚒 𝚕𝚊̀ 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚖𝚎𝚖𝚘𝚛𝚒𝚊
𝚊𝚜𝚌𝚘𝚕𝚝𝚊𝚗𝚍𝚘 𝚕’𝚘𝚋𝚕𝚒𝚘; 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚌𝚑𝚒 𝚒𝚗 𝚊𝚕𝚝𝚘
𝚜𝚒𝚎𝚍𝚊 𝚎 𝚏𝚒𝚜𝚜𝚒, 𝚘𝚕𝚝𝚛𝚎 𝚒 𝚏𝚒𝚞𝚖𝚒, 𝚒𝚕 𝚖𝚊𝚛𝚎 𝚊𝚖𝚊𝚛𝚘.
(Si: l'amore eterno esiste - ma, non è per tutti)
A Firenze, Elizabeth e Robert, risiedevano in Piazza San Felice, in un appartamento a Palazzo Guidi che oggi è diventato il museo di Casa Guidi, dedicato alla loro memoria.
I medici avevano raccomandato ad Elizabeth di vivere in Italia, poiché il clima mite avrebbe giovato alla sua malattia ai polmoni.
Elizabeth morì a Firenze nel 1861: si trova sepolta al Cimitero degli inglesi di Firenze.
Robert morì nella casa del figlio di Ca' Rezzonico, a Venezia, nel 1889; la sua tomba di trova a Londra
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Da: SGUARDI SULL'ARTE LIBRO TERZO - di Gianpiero Menniti
LA REAZIONE ALLA "MANIERA"
Amare le opere di Caravaggio implica una scelta di campo.
Si tratta di accettare la crisi dell'arte del '500, il rovello di una figurazione esaltata, idealizzata, estenuata.
Immemore dell'invisibile, travisato nella figura.
Si tratta di accettare il richiamo alla cristianità francescana, al vissuto della rivelazione, non più "inventio" retorica ma prassi della condizione divina incarnata.
"Verbum caro factum est".
Il reale è vero.
Vero il travaglio.
Vero il parto.
Vera la nascita.
Era già stato compreso dall'arte sacra nel '400.
Ma la crisi del secolo successivo ne aveva appannato i fondamenti.
Nel solco della controriforma, lo sguardo si volge al passato.
Ma lo stile iconico di Piero della Francesca non è sufficiente.
L'approccio emotivo dell'immagine fa già segno al mutamento.
I corpi gravano sulla scena.
Diventano storia.
Eppure, sono lampi di luce nel buio: memoria ritrovata dell'origine.
L'essente è il vero.
Sì, perché partecipa all'essere in ombra.
Nel reale, si rinnova la certezza dell'invisibile.
- Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610): "Adorazione dei pastori", 1609, Museo Regionale, Messina
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Museo della Gambarina. Alessandria: Mostra “Il Tuono e la Piana” – Un viaggio nella memoria del trentennale dell’Alluvione 1994
Martedì 7 gennaio 2025, presso la Sala delle Colonne del Museo della Gambarina di Alessandria, inaugurerà la mostra fotografica “Il Tuono e la Piana”, un tributo al trentennale dell’alluvione che nel 1994 colpì duramente la zona di San Michele e le aree c
Martedì 7 gennaio 2025, presso la Sala delle Colonne del Museo della Gambarina di Alessandria, inaugurerà la mostra fotografica “Il Tuono e la Piana”, un tributo al trentennale dell’alluvione che nel 1994 colpì duramente la zona di San Michele e le aree circostanti. La mostra resterà aperta per tutto il mese di gennaio, offrendo al pubblico un’occasione unica per riflettere su un evento che ha…
#Alessandria#Alessandria today#Alluvione 1994#Comunità#cronaca storica#Cultura#disastro naturale#Emozioni#Esposizione#Evento culturale#fotografia storica#Fraternità#Google News#immagini d&039;archivio#Italia#italianewsmedia.com#Memoria storica#modernizzazione#Mons. Ivo Piccinini#Mostra fotografica#Museo della Gambarina#Natalino Ferrari#novembre 1994#pannelli fotografici#patrimonio culturale#Pier Carlo Lava#Piercarlo Fabbio#resilienza#Resistenza#Ricordi
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RUDERI
Una cosa che mi ha fatto pensare. Questi sono i ruderi di Campomaggiore Vecchio, un borgo abbandonato tra i monti della Basilicata più aspra, tra Matera e Potenza, terra di banditi e povertà, accanto alle splendide Dolomiti Lucane. Fu abbandonato nel 1885 a causa di una frana. Oggi è un parco visitabile in autonomia con un'audioguida che racconta la storia del luogo. Non devi fare nulla, si aggancia in automatico al wi-fi mentre passeggi tra i ruderi. Ci sono anche i pannelli a fumetti in italiano e in inglese, un palco per eventi, e fiori e piante officinali tra i confini delle vecchie abitazioni, ognuna con il proprio cartello. Una cosa del genere all'ex Eridania di Forlì sarebbe un'idea molto interessante. Conoscere la storia dello zuccherificio (nato appena 15 anni dopo il borgo lucano), le testimonianze degli operai, il periodo dei bombardamenti, la chiusura nel 1972. Non un museo, ma un percorso, una specie di mappa reale e virtuale per tutta la zona dismessa, che faccia da collegamento con le storie delle altre industrie forlivesi: Bartoletti, Mangelli, Becchi, la Filanda.. Dalla produzione, alle occupazioni, agli scioperi durante il fascismo, ai comitati clandestini di fabbrica. Tutto ciò che portò la città a essere uno dei centri industriali principali della Romagna. Storie di un proletariato che oggi nessuno conosce e nessuno racconta. E invece, oltre all'idea di un parco, si parla ancora di cemento, parcheggi, supermercati, centri commerciali e, da un po' di tempo, l'assurdo progetto di una discoteca. Il signore gentilissimo che mentre strappava il biglietto per Campomaggiore Vecchio potava le piante, ci ha detto che anche lì, che è une terra povera, c'era chi voleva farci una piscina di lusso. Ma alla fine ha vinto la cultura, la storia e la memoria.
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L'albero della cuccagna
Nutrimenti dell'arte
Achille Bonito Oliva
Analisi storica Guido Guerzoni
Skira, Milano 2017, 254 pagine,brossura, 151 ill.a colori, 24x28cm, ISBN 9788857237107
euro 35,00
email if you want to buy [email protected]
Nell’immaginario collettivo la Cuccagna rappresenta il paese dell’abbondanza e il luogo del divertimento per antonomasia.
Il gioco che da questo mito prende il nome ha alle proprie spalle una lunga tradizione e una altrettanto arcaica memoria popolare. Simbolo di gioia e prosperità – ma anche della fatica e dell’impegno indispensabili a ottenerle – questa immagine è comune a tutte le culture europee, ed è presente nelle sue diverse varianti tanto nei riti diffusi sulle sponde del Mediterraneo, quanto nelle saghe nordiche. Molteplici sono i riferimenti concettuali che conferiscono a questa icona specifica un valore d’identità condivisa, che accomuna civiltà tra loro anche distanti. L’albero della cuccagna è, dunque, identificabile come motivo iconografico capace di una funzione narrativa e interpretativa del presente globalizzato, ma anche come metafora utile a generare riflessioni sul tema dell’alimentazione e della giustizia sociale. Attraverso un innovativo progetto espositivo in progress, partito nell’ambito di EXPO 2015 e conclusosi nel 2017, Achille Bonito Oliva ha selezionato 45 artisti per realizzare opere ispirate al tema arcaico dell’albero della cuccagna, costruendo una mostra diffusa su tutto il territorio nazionale, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, che ha coinvolto musei e fondazioni pubbliche e private. Nel libro l'installazione luminosa di Giovanni Albanese, la “camera a olio” di Per Barclay, la quercia di Gianfranco Baruchello, le opulenze contraddittorie e inquietanti di Bertozzi e Casoni, per arrivare a una varietà di punti di vista con Marzia Migliora, Goldschmied &Chiari, Alfredo Jaar, Sislej Xhafa, Patrick Tuttofuoco, Michelangelo Pistoletto, Luigi Ontani, Mimmo Paladino.
L’esperienza curatoriale ed espositiva, per molti versi straordinaria, di questa mostra è ora raccolta nel volume italiano/inglese edito da Skira che, accanto al saggio del curatore e a un’analisi storica firmata da Guido Guerzoni, documenta le 45 opere attraverso i contributi critici di professionisti del mondo della cultura contemporanea (critici, storici dell’arte, direttori di museo e curatori indipendenti) e la segnalazione delle innumerevoli collaborazioni e sponsorizzazioni – pubbliche e private – che hanno supportato artisti e musei.
Mostra 25 settembre 2015 - 10 marzo 2017 Oltre 40 sedi in Italia
23/06/24
#art exibition catalogue#Achille Bonito Oliva#45 artisti#albero della cuccagna#Patrick Tuttofuoco#Mimmo Paladino#Michelangelo Pistoletto#Luigi Ontani#Alfredo Jaar#Per Barclay#Marzia Migliora#rare books#art books#fashionbooksmilano
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roma, 30 maggio / 1 giugno: festival della memoria e della liberazione
intervista audio a cura di Federico Raponi: https://tuttascena1.wordpress.com/2024/05/24/la-resistente-festival-della-memoria-e-della-liberazione-2-edizione/
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#antifascismo#Federico Raponi#Liberazione#memoria#Museo storico della Liberazione#Resistenza#via Tasso
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IL VERO '68: JAN PALACH, QUELLA TORCIA UMANA CHE 50 ANNI FA BRUCIO' NEL CUORE DI PRAGA
Jan Palach, lo studente di Praga che 50 anni fa si immolò in piazza per protestare contro la brutale invasione sovietica della Cecoslovacchia (21 agosto 1968), è senza dubbio uno dei personaggi che più è entrato nella coscienza dell’Europa post bellica, colpendo l’immaginario soprattutto dei giovani, in quegli anni impegnati nelle contestazioni globali contro una società che consideravano vecchia e sorpassata. Mentre Jan Palach manifestava per la liberta' dall'Unione Sovietica. Oggi a piazza San Venceslao, luogo del suo martirio, una lapide sempre adorna di fiori lo ricorda, e in tutta Europa ci sono migliaia di strade e piazze dedicate alla sua memoria. A Roma, ad esempio, la “sua” piazza è al Villaggio Olimpico, al Flaminio, e ogni anno molti giovani vanno a deporre una corona di fiori per ricordarne il gesto estremo di protesta per la libertà, gesto a cui seguì nei mesi successivi, quello analogo di altri sei giovani, purtroppo non passati alla storia come lui. Quello che colpì fu la sua maniera di uccidersi, dandosi fuoco pubblicamente come facevano – e fanno – certi monaci orientali. Oggi in Tibet sono centinaia i monaci che si sono bruciati per attirare l’attenzione del mondo sulla repressione comunista cinese, così come ieri i giovani cecoslovacchi intendevano denunciare il comunismo sovietico. Dopo la morte di Jan Palach, si tentò di nasconderne il significato in due modi: da una parte, quella della cosiddetta Europa libera, i giornali indagarono sulla personalità un po’ triste e malinconica di uno studente di filosofia che si intendeva far passare per uno squilibrato. Ma il tentativo fallì. Sul fronte interno, quello dei Paesi prigionieri nell’area Comecon, ossia quelli del Patto di Varsavia, soggetti all’Urss, addirittura la notizia non venne data e in Cecoslovacchia il corpo di Palach fu sepolto sotto falso nome in un angolo del cimitero praghese. Dovranno passare vent’anni, ossia fino al 1989, prima che Jan Palach possa avere una tomba “vera” e ufficiale. Adesso, passata la dittatura, le autorità ceche stanno anche pensando di fare della sua casa un museo: il Parlamento ceco ha di recente approvato lo stanziamento di 240.000 euro per restaurare la casa del padre a Vsetaty, nord di Praga. Si ipotizza anche di ristrutturare la pasticceria del padre, ubicata nello stesso immobile, che gli fu espropriata dal regime comunista negli anni ’50. «L’obbiettivo è conservare la memoria di Palach, cresciuto in questa casa, onorare il suo sacrificio, mostrare l’alto senso morale e il patriottismo di questo giovane e incoraggiare la gente a non essere indifferente dinanzi a ciò che accade nella società», spiega Jan Poukar, fondatore dell’associazione “Nazione Estinta” che si adopera da due anni per il museo nella casa vuota e malridotta dei Palach. Dentro dovrebbe essere sistemata la camera di Palach e allestita in altre stanze una mostra audiovisiva per documentare il clima opprimente dell’epoca. Jan Palach era nato l’11 agosto 1948 – anno dell’arrivo al potere del regime comunista con un colpo di stato – a Vsetaty, dove trascorse l’infanzia e la gioventù, fino a quando, a 19 anni, iniziò gli studi di lettere all’ Università Carlo a Praga. Oggi molti lo ricordano, ma nel 1970 il primo artista a cantarlo fu Francesco Guccini, nella sua “Primavera di Praga”. Il gruppo musicale alternativo La Compagnia dell’Anello gli ha dedicato negli anni Settanta la canzone “Jan Palach” e più recentemente il cantautore milanese Skoll ha scritto sulla Primavera cecoslovacca la bellissima “Le fate di Praga”.
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I LUOGHI DELL'ANIMA
E' in continuo "viaggio" "bergamo risvegliata" -sebbene il viaggio sia solamente virtuale-, e per l'occasione della celebrazione di Halloween, torna in Liguria dopo aver visitato qualche mese fa Finalborgo.
La mèta infatti non è delle più "animistiche" pur se alcune caratteristiche le conserva a iniziare proprio dall'antico borgo.
Questo è Triora è un bellissimo borgo medievale, situato nella Riviera Ligure di Ponente, in provincia di Imperia, arroccato a circa 800 mt. nella splendida Valle Argentina.
Ha una popolazione di poco superiore alle 200 persone ed una estensione territoriale molto vasta che comprende numerose frazioni interessantissime da visitare, con territori montani una volta coltivati che ora racchiudono splendidi boschi e paesaggi unici.
Triora deve il suo nome a “Tria-Ora” (tre bocche) indicante i tre principali prodotti del luogo (grano, vite e castagno).Ma è per la tragica storia accaduta negli anni 1587-89 che viene conosciuta tuttora come Paese delle Streghe. Ovviamente Triora non è solo processi per stregoneria, ma grazie a questo traino è possibile venire a scoprire le meraviglie di un territorio che insieme alle persone, alla cultura ed alle tradizioni diventa un LUOGO……. unico.
Innanzitutto la Valle Argentina ai piedi del punto più elevato della Liguria. i
Il monte Saccarello 2.201 mt. parte delle Alpi Liguri, confine amministrativo tra le province di Imperia e di Cuneo e confine di Stato tra l’Italia e la Francia……una valle speciale e per molti incantata..
E a proposito di...incant-esimo:
-Il nuovo Museo Etnostorico della Stregoneria di Triora, situato all’interno di Palazzo Stella rappresenta un doppio motivo di vanto per il borgo, che restituisce alla visita un gioiello architettonico di Triora e insieme un’importante memoria storica: quella delle donne accusate di stregoneria e orribilmente torturate nei notissimi processi degli anni 1587-89.
-La prima fase di allestimento del MES propone 4 sale:Con la prima si entra subito nelle coordinate e negli strumenti operativi del pensiero magico, con la prestigiosa collezione esoterica “Pio Breddo”.
Nella seconda si materializzano, in forme artistiche, le immagini delle dee, spiriti e creature femminili presenti nel pantheon archetipico delle accusate.
Nella terza sala fragranze erboristiche aiutano ad esplorare le competenze fitoterapiche delle dominae herbarum.
Un pannello di passaggio introduce al grigiore della quarta sala, con l’invenzione della strega diabolica e il processo di Triora. Qui, testi antichi di esperti demonologi attestano un’evidente premeditazione nel colpire i ‘devianti’, mentre la voce di Franchetta Borelli, alias Laura Sicignano, coinvolge direttamente il visitatore nelle torture subite.
Per altre "info" non mancate di consultare il link:
https://www.trioradascoprire.it
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LE STREGHE DI BENEVENTO - BENEVENTO WITCHES (Non leggere se hai paura delle Streghe - Don't read if you scare about Witches)
A Benevento le "Streghe non esistono". Nonostante tempo fa si dicesse vi si radunassero da tutta Italia. Nonostante la memoria della loro presenza sia ancora viva e tramadata. Memoria di riti e usanze emerse dalla storia contadina che continuano nell'ombra ad alimentare il mito della "Città delle Streghe".
Eppure a Benevento le Streghe non esistono, come insegna @januamuseodellestreghe che ne ha fatto passione e ricerca. Non importa che un celebre liquore dal color zafferano sia divenuto portabandiera della città anche grazie a questo suo nome, "Strega" (Stessa azienda ideatrice dell'altrettanto celebre @premiostrega).
Le Streghe non ci sono e non si possono nominare, perchè se distrattamente le chiami per nome...poi non te ne liberi più!
Shhhh!
Ma se trovate un albero dalle lunghe fronde, attorno a cui si dice si radunassero, forse noterete ancora qualche traccia delle loro danze notturne. Io ne ho trovato uno magnifico, ritratto qui nel mio taccuino per la serie "Viaggi e Villaggi". ( Illustrazioni di viaggio per raccontare luoghi meno noti in Italia e fuori confine).
Seguimi su instagram per scoprirle tutte : @fabio_pass_cioffi
Eng
In Benevento the "Witches do not exist". Although the memory of their presence is still alive and narrowed. Memory of rites and customs that continue in the shadows to feed the myth of the "City of Witches".
Yet in Benevento the Witches do not exist, as teaches "Janua - museo delle streghe" who has made of that passion and research.
It doesn’t matter that a famous saffron colored liqueur has become the city’s flag bearer thanks to its name, "Strega". Because if you distractedly call them by name, then you don’t get rid of them anymore!
But if you find a tree with long branches, around which they are said to gather, perhaps you will still notice some trace of their night dances. I found a magnificent one, portrayed here in my notebook for the series "Viaggi e Villaggi". (travel illustrations to tell less known places in Italy and abroad).
Follow me on Instagram to discover them all: @fabio_pass_cioffi
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