#mi è preso un colpo
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madò ama sembrava stessi per annunciare l'attacco alle torri gemelle
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FRANCESCA?
#devo dire che mi è preso un colpo#congratulazioni per il coming out francy michelin i guess#francesca michelin
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Nora, mia suocera, è ancora una bellissima donna di cinquantadue anni. Molto curata e palestrata. Mia moglie Luisa purtroppo due anni fa se n'è andata lassù per un incidente stradale. Lei quindi mi aiuta coi due bimbi e con la casa. Luisa era figlia unica e quindi dopo lo shock iniziale, ora gli equilibri delle due famiglie si sono assestati.
Viviamo a distanza di pochi isolati in un piccolo paese; al mattino mio suocero Berto dopo colazione va via, apre il suo negozio di autoricambi in una cittadina vicina e torna a casa solo alle nove di sera. Quindi, di fatto, dopo avviate le cose di casa sua, Nora diventa il fulcro di casa mia.
Da un mese però le cose tra noi due si sono fatte più intense: va detto che sono sempre stato il "cocco delle signore" sin da quando avevo diciotto anni. In un momento di tenerezza e relax, una domenica, subito dopo pranzo, lei era passata per vedere se era tutto a posto e per aiutare i bambini coi compiti, come sempre fa.
Ero sul divano, con un'aria un po' triste. Lei aveva finito di dare una sistemata alla cucina. Dopo la doccia avevo addosso l'accappatoio. Nora s'è seduta sul divano un momento accanto a me. I bambini ancora stavano facendo il riposino. Mi sono lasciato andare: in un impulso di estrema intimità le ho detto che come maschio sentivo molto forte la mancanza di una "femmina". Non avevo cattive intenzioni, giuro.
Lei però, un po' materna e un po' porca, mi ha accarezzato, poi ha lasciato scivolare la mano sul mio torace nudo e peloso. Era chiaramente attratta. Sentendo una dolcezza femminile indugiare forse un po' troppo sul mio corpo, m'è venuto spontaneo aprire l'accappatoio. Lei mi ha potuto vedere torace, ventre, inguine nudi e... il mio uccello bello reattivo al tocco di una donna attraente.
Senza pensare forse troppo, rispondendo a un impulso naturale, la mia suocera sexy s'è chinata e me l'ha preso in bocca. Per pochi secondi solo, perché io cominciavo a muoverlo nella sua testa. Mi piaceva. Molto. Allora, deciso, le ho preso la testa, l'ho baciata sulle labbra con trasporto e l'ho accompagnata in camera da letto. La volevo. La desideravo.
Lei capiva di non poter più scappare. Le tenevo la schiena e la spingevo. Diceva debolmente: "ma che fai? N-nooo... Non si può... Dai... Non dobbiamo..." Ma procedeva senza esitazioni. Ho chiuso a chiave per precauzione, lei si scusava: era imbarazzata. Rossa in viso da mangiarla di baci. Si mordeva le labbra dal senso di imbarazzo e rimorso. Parlava nervosamente. Ma non vedeva l'ora di farsi scopare. Lo capivo chiaramente.
Mi diceva che Berto non la tocca più. Che però lei non l'aveva mai cornificato. Le ho tolto le mutandine bagnatissime, le ho sollevato la gonna, tappato la bocca dapprima con l'indice, poi baciandola di nuovo con trasporto e alla fine infilandole l'uccello in fregna con un solo colpo violento. Ha chiuso gli occhi mugolando di piacere e infine s'è lasciata scopare. Mi ha detto un bellissimo: "siiii... fottimi forte!" Per cui, da un po' lei per ciò che riguarda le mie esigenze di sesso provvede alla grande. Mi dà tutto ciò che posso desiderare. Ingoia la mia sborra di gran lena. Le piace da morire il mio sapore. Si passa la lingua sullle labbra. Annusa il mio inguine, rapita dal mio odore. E lecca i residui.
Gliene posso scaricare in gola quanta ne produco. Non fa una piega e manda giù tutto. Se lo voglio, mi dà il suo buco del culo da leccare e sfondare a piacere. Mi allatta materna, se lo desidero; le posso riempire la fregna elastica e accogliente col mio cazzo a lungo quanto voglio. Non potrei chiedere di meglio. Sono sicuro che Luisa da lassù approvi: sua madre così non è che proprio tradisca suo padre, perché sta solo aiutando me e la nostra famigliola in tutto! Provvede a tutte le nostre esigenze. E mi fa scopare perché è solo molto generosa. Poi, io non sostituisco la mia moglie defunta con un'altra donna giovane ed estranea. Tutto resta in famiglia e viviamo felici.
Aliantis
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IL MIO DIFFICILE RAPPORTO CON LA TAC
Domani devo fare una TAC con mezzo di contrasto per il solito motivo: il simpatico Linfoma Non Hodgkin che ha deciso di entrare nella mia vita. E ho rispettato una tradizione. Ogni volta che devo svolgere questo esame, il mio coefficiente di imbecillità supera il livello di guardia.
L'altra volta ho dimenticato la borsa con i documenti sanitari alla fermata dell'autobus, ma il destino è stato misericordioso perché poi l'ho ritrovata. Stavolta ho fatto un'altra boiata, per fortuna senza conseguenze.
Ma andiamo con ordine.
Alcune settimane fa ho avuto la visita oncoematologica e mi hanno prescritto un'immensa quantità di esami, tra cui questa TAC.
Purtroppo i medici non me l'hanno prenotata nell'ospedale che mi ha preso in carico. Hanno detto: "Eh, a differenza di un esame tipicamente rivolto ai pazienti oncologici come la PET, la TAC non possiamo prenotarla noi, perché riguarda una platea molto più vasta. Devi pensarci da solo". Mi aspettavo che aggiungessero: "Niente di personale, amico". Ma so bene che non è colpa dei medici. La colpa è del sistema.
Insomma: l'ospedale mi ha preso in carico, ma non per la TAC. E sapete come funziona? Quando prenoti tu un esame con la ricetta, molte cose possono andare storte. Diventa un'avventura, un'impresa, qualcosa di rocambolesco. La tua missione è chiara: ottenere una data col Sistema Sanitario Nazionale in tempi possibilmente inferiori a un'era geologica.
Abito in provincia di Milano, ma ho fatto una ricerca estesa a tutta la Lombardia, perché ovviamente a Milano e provincia non c'era nulla. E mi è capitato un incredibile colpo di fortuna. Una data fantastica: 20 agosto in provincia di Bergamo, a mezz'ora di auto da casa mia. Forse si è trattato di una congiunzione astrale. Forse si è liberato un posto per una disdetta.
E veniamo alla boiata.
L'altra volta, prima della TAC, avevo fatto le analisi del sangue per misurare il livello di creatinina. Senza il valore della creatinina, ti rimandano indietro.
Questa incombenza è sempre indicata nei fogli riguardanti la preparazione in vista della TAC.
Stavolta li ho letti? Ma certo che no. Il motivo: "Li leggo il giorno prima, tanto sono le solite cose: stare a digiuno, eccetera".
Stamattina mi sono detto: "Tanto per scrupolo, controlliamo un po' quei fogli". E la terribile verità si è manifestata.
Leggerissimo attacco di disperazione: "Vuoi vedere che mi sono giocato qualcosa che somiglia alla vittoria della lotteria?".
A parte quel mirabile 20 agosto, ricordo date improponibili in province lontanissime. Qualcosa tipo: gennaio 2025.
In teoria, nel caso di date assurde, la TAC si può fare privatamente e chiedere un rimborso. Almeno credo. Ma questo significa altre menate, altri fastidi, altra burocrazia. Niente è paragonabile alla possibilità di risolvere tutto in 24 ore presentandosi a un appuntamento già fissato.
Beffa del destino: l'esame della creatinina è nell'elenco dei mille esami ematochimici raccomandati per il giorno prima della prossima visita ematologica. Forse l'esame è uscito dalla mia mente per questo. Nel mio cervello era programmato per il 28 agosto.
Ero sull'orlo delle lacrime.
Poi mi è venuta in mente un'opzione che in un primo momento avevo escluso.
Mi sono messo a riflettere: "Ho dormito poco questa notte, ma non ho mangiato nulla. Nemmeno un tozzo di pane o un cracker".
A volte in casa ci sono schifezze che sgranocchio di notte per l'ansia. È un'abitudine poco salutare, non prendete esempio da me.
Stavolta no. Armadio della cucina privo di snack. Frigo vuoto. Stomaco vuoto.
Sapete cosa significa?
Ho capito di poter fare l'esame della creatinina oggi.
Dubbio: "Ma otterrò il risultato in tempo?".
Mentre ci pensavo, sono uscito di casa. Non avevo alternative.
Ho fatto una corsa a perdifiato verso il laboratorio di analisi più vicino, perché non ho la macchina.
C'è un laboratorio nel paese in cui abito.
Altro dubbio: "Ma sarà aperto?".
Sono giunto a destinazione e ho scoperto che ha riaperto proprio oggi, dopo la chiusura estiva. Un po' di fortuna ogni tanto ci vuole.
Ho fatto la fila e ho spiegato la situazione.
La signora dell'accettazione è stata gentilissima: "Lei è ancora in tempo: ho prescritto l'urgenza. Risultati entro oggi". Io mi sono esibito in ringraziamenti sperticati e iperbolici: "Mi avete salvato la vita!". E la signora dell'accettazione: "Che bello, ogni tanto salviamo vite".
Quindi alla fine è andato tutto bene. Ho fatto l'esame della creatinina. Ho già avuto il risultato. Domani potrò fare la TAC.
E ora stiamo a vedere.
[L'Ideota]
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❤️ 𝑼𝒏𝒂 𝒎𝒂𝒎𝒎𝒂 𝒆̀ 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒉𝒆:
“Vieni a pranzo che ti ho preso il pane buono.” Non il pane fresco. Non il pane caldo. No. Il pane buono.
Una mamma è quella che:
- Amore tieni. Prendi i soldi che mi hai prestato l’altro giorno.
- Ma erano venti euro mamma, questi sono cinquanta.
- Non fa niente. Mettili via che ti fanno comodo.
E intanto te li spinge giù nella tasca.
Una mamma è quella che:
“Allora? Raccontami qualcosa!” E mentre tu racconti del più e del meno, lei ti guarda gli occhi come se guardasse l’infinito da uno spioncino.
E mentre stai ancora parlando, ti interrompe e ti fa: come stai amore? Stai bene?
Una mamma è quella che:
- Amore senti che dolci questi pachino!
- Mamma adesso non mi v..
Troppo tardi. Col dito è già arrivata in fondo alla trachea.
Una mamma è quella che:
- Come stai tesoro?
- Eh insomma mamma. Un po’ di raffreddore.
- Hai preso un colpo d’aria?
- Ma non lo so mamma. Magari un po’ di freddo.
- Copriti bene che vai sempre in giro con “ I RENI “ scoperti.
E mentre te lo dice, ti spinge la maglietta giù nei pantaloni.
Una mamma è quella che:
tu potrai anche fare 180 corsi di cucina... Utilizzare solo prodotti biologici.... Prendere tre stelle Michelin... ma i suoi pomodori al riso saranno sempre mille volte più buoni dei tuoi. E comunque sia alla fine ti dirà: “Mah. L’ultima volta mi sono venuti meglio.”
Una mamma è quella che:
“L’altro giorno ho visto un film bellissimo SUL SECONDO“ “Com’era il titolo mamma?“ “Boh, non me lo ricordo “ “ Vabbè ma di che parlava “ “ Non mi ricordo niente. Ma è stato proprio bellissimo “
Una mamma è quella che:
- Non fare troppo tardi che poi domani dormi fino a mezzogiorno!
- Veramente sono già a letto mamma.
(cambio immediato di tonalità che diventa calma, tiepida, felice. Quasi le avessero appena comunicato una splendida notizia)
- Ecco. Copriti bene! “
Una mamma è quella che:
“Amore al telegiornale hanno detto che si fregano i numeri delle carte di credito.” “Ma da dove mamma?” “Non ho capito, ma tu stai attento.”
Una mamma è quella che:
“Amore vai piano!”
“Mamma vado in treno”
“Vai piano lo stesso!”
Una mamma è quella che:
Lei 50, tu 20.
- Tesoro mi accompagni a fare un po’ di spesa?
- Dai che palle mamma! Prossima volta. Giuro!
Lei 70, tu 40.
- Mamma andiamo a fare un po’ di spesa, ti accompagno?
- Ho un gran dolore alle ossa tesoro. Vai tu. Prendi un po’ di carne e di verdura. Poi ti ridò i soldi.
Una mamma è quella che:
- Buona notte amore.
- Buona notte mamma.
E tu dormi. E invece lei, soltanto un po’.
~A. Faber~
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TRINITY BLOOD
RAGE AGAINST THE MOONS
(Storia: Sunao Yoshida // Illustrazioni: Thores Shibamoto)
Vol.1 From the Empire
FLIGHT NIGHT - Capitolo 5
Traduzione italiana di jadarnr dai volumi inglesi editi da Tokyopop.
Sentitevi liberi di condividere, ma fatelo per piacere mantenendo i credits e il link al post originale 🙏
Grazie a @trinitybloodbr per il suo prezioso contributo alla revisione sul testo originale giapponese ✨
Sotto il corpo del prete si allargava una pozza di sangue.
“Aha, ecco dove vi eravate cacciati!”
La poca speranza che aveva Jessica svanì all’istante mentre fissava il vampiro apparso sulla porta. Sembrava fosse già completamente guarito dalle ustioni, il suo viso nel chiarore delle due lune non ne mostrava alcuna traccia.
“Ci incontriamo di nuovo eh?” Disse il Duca. “Prima siamo stati interrotti da quell’impiccione, ma ora che dici di continuare da dove eravamo rimasti?”
“A—ahh…” Jessica era paralizzata dalla paura. Cercò di arretrare ma andò a sbattere contro la parete.
“Sii paziente tesoro… dopo che ho finito qui mi prenderò cura di te.” Sghignazzò il vampiro, facendo schioccare le labbra e masticando quello che sembrava del tabacco.
Il Duca tirò fuori il dischetto metallico che aveva usato sul ponte e lo sollevò in alto.
“Cos’è’?” Chiese Jessica curiosa, nonostante la paura.
“Credo sia il codice di accesso al sistema di navigazione. Ma vuoi sapere un segreto? In realtà non so nemmeno io cosa sia. Mi è stato detto di inserirlo nel computer e spingere qualche bottone. Mmhh vediamo…”
“Non lo faccia.”
Dita sottili afferrarono la gamba del vampiro.
E�� il prete! Ma come fa ad essere ancora vivo?
“La prego, ci sono centinaia di persone a bordo di questa nave.” Rantolò il prete.
“Non me ne frega un cazzo di quelle inutili persone!” Urlò il duca, colpendo con un calcio il prete su una tempia. La forza del colpo spedì Abel contro il muro. E lì rimase disteso, come una bambola rotta.
“Sono un Metuselah! Un vampiro! Siamo gli esseri più potenti della terra! Voi siete solo bestiame!! Mi ciberò di voi e poi userò la vostra pelle come un vestito una volta che avrò finito di uccidervi!”
“No…Vi sbagliate… siete umani anche voi…”
“Zitto e muori, inutile animale.” Ringhiò il vampiro.
Il Duca Alfredo iniziò a battere sulla tastiera. “Ho quasi fatto qui, bambolina.” Si rivolse a Jessica, sempre come masticando qualcosa. “Fra poco questa nave sarà finalmente distrutta!”
Jessica mirò al vampiro con un pezzo di tubatura e lo colpì con tutta la forza che aveva in corpo. Ma lui bloccò il colpo a mani nude, senza nemmeno degnarsi di alzare gli occhi dalla tastiera. Alfredo usò la sua mossa contro di lei, torcendole il braccio dietro la schiena senza nemmeno guardarla. Con un minimo movimento del polso, scaraventò Jessica contro il muro. Lei si accasciò sul pavimento.
“J-Jessica” urlò il prete con un verso strozzato.
“Oh cazzo! L’ho uccisa per caso?” Rise il Duca. Poi iniziò a fischiettare una marcia funebre continuando a scrivere sulla tastiera, cercando di non farsi passare il buonumore: il sangue di un morto aveva un sapore orribile.
“Quello cos’è?” Chiese Abel.
La cosa informe che era uscita dalla bocca del vampiro non era per niente tabacco. Era un pezzo di gomma rossa. Era…
“Un palloncino rosso…? Non può essere…” Abel sussurrò sconcertato.
“Questo? Oh, l’ho preso dal ragazzino.” Ripose il Duca. Continuò a scrivere senza prestare alcuna attenzione al palloncino o al prete. “Mi ci sono imbattuto mentre venivo qui. Il suo sangue era delizioso. Era denso, vellutato... Veramente squisito.”
Non fece in tempo ad ad aggiungere altro, perché venne buttato a terra da un forza terrificante. Cadde, squittendo come un maiale. Non riusciva a capire cosa gli stava succedendo.
Un normale essere umano si sarebbe rotto tutti gli arti, mentre il Duca rimase solo un po’ frastornato dall’impatto. Alzò la testa per un attimo, solo per vedere il prete in piedi di fronte a lui.
“Duca Alfredo, è andato troppo oltre.” Disse Abel, incombendo su di lui come un’ombra scura.
Il volto del prete era avvolto nel buio, ma la sua veste era zuppa di sangue.
E ora che ne sarà del sabotaggio? — Si chiese il vampiro.
“Mi spiace ma non posso perdonarla.” Disse il prete.
“Perdonarmi dici?” La rabbia si impadronì del Duca, che si rialzò in piedi. “E cosa succede se non mi perdoni? Subirò per caso una punizione divina?”
“No, l’amore del Signore è infinito, ma…” Nell’oscurità gli occhi del prete cambiarono improvvisamente colore: da quello di un tranquillo lago in inverno passarono ad un rosso scarlatto, come sangue fresco. “Anche se Lui sarebbe in grado di mostrare misericordia… Io non posso.”
“Ahaha! Dillo al tuo Dio quando lo incontrerai in paradiso!”
Alfredo allungò un dito verso Abel, con l’intenzione di usarlo per cavargli un occhio. Non credeva che il prete avrebbe ancora avuto voglia di sproloquiare a proposito di Dio una volta accecato. Pregustò con piacere il rumore del suo dito che andava a scivolare dietro l’orbita del prete, attraverso il bulbo oculare fino al cervello.
Ma non successe nulla.
“Impossibile” sibilò il Duca.
Abel aveva afferrato il braccio del vampiro. Serve la forza di dieci umani per poter bloccare il braccio di un Metuselah. Chi è davvero quest’uomo? Cercò di liberarsi dalla presa del prete ma non ci riuscì. Ma quella non era la sola sorpresa in serbo per il Duca.
“Crusnik-02: operatività autorizzata fino al limite del 40%. Attivazione!” Mormorò Abel, con una voce più scura della notte.
“Aaaagh!” Urlò Alfred piegandosi bruscamente all’indietro. Inciampò e cadde. Un dolore acuto lo attraversò tra il pugno ed il braccio: il suo polso ora era avvolto da catene d’oro. I suoi anelli stavano cibandosi della sua carne come se avessero avuto una mente propria. Piccoli spruzzi di sangue apparvero sul suo braccio mentre pezzetti di carne ed osso saltavano in aria attorno a lui. La catena stava facendo a pezzi il suo braccio.
“La mia maaaanoo!” Gracchiò il Duca.
“Fa male, non è vero?” Disse il prete freddamente. I suoi occhi erano di un rosso più scuro del sangue. Un paio di zanne erano improvvisamente apparse sulle sue labbra. “Non è così? Stai soffrendo? Le persone che hai ucciso hanno dovuto sopportare dolori ben peggiori. Ma non ti preoccupare, non ti ucciderò. Seguirò la volontà di Dio. Ti farò solo provare un centesimo della sofferenza che hai inflitto alle persone che hai ucciso.”
Un suono orribile come di carne che si strappava riempì la stanza. Era un rumore disgustoso. Ma non veniva dal Duca. La mano ed il braccio destro di Abel si stavano spaccando in due. Da dentro il buco che ne risultava, apparvero zanne affilate che crescevano attorno ad una mascella scura.
Era una bocca che si contorceva.
E la bocca iniziò a mangiare il pugno destro di Alfredo.
“T—tu…” balbettò il Duca “C—cosa sei tu? Non sei umano.”
“Hai paragonato gli esseri umani al bestiame, giusto? E allora non hai mai pensato: gli esseri umani mangiano la carne degli animali. I vampiri mangiano gli umani. Magari esiste qualcuno che mangia i vampiri.” Sussurrò il prete con labbra rosse come se fossero macchiate di sangue. “Io sono un Crusnik. Un vampiro dei vampiri, se vuoi metterla così”.
“Stronzate!” Urlò Alfredo incredulo. “Io sono un Metuselah. Tutte le creature viventi sulla Terra non sono altro che mangime per noi. Noi abbiamo il diritto di calpestare e divorare tutto! Vá all’inferno cane del Vaticano!”.
Nascosta nella cintura, il Duca nascondeva una sottilissima lama a filo. Il suo bordo era stato affilato fino a farlo diventare dello spessore di un capello ed era in grado di tagliare qualunque cosa. Il filo saltò fuori dalla cintura come fosse un serpente. Abel si protesse il viso con la mano sinistra, ma la lama si era mossa ad una velocità supersonica e gli aveva tagliato via il braccio. Una colonna di sangue schizzò fino al soffitto.
“Debole mortale. ‘Un vampiro dei vampiri’, eh?”
Sanguinante ed in terribile sofferenza, Abel cadde in ginocchio.
Il Duca Alfredo sghignazzò deridendolo.
“Idiota, sei ridicolo! Cosa sei, un essere umano potenziato dalle droghe e dalla tecnologia? Non importa. Me la pagherai lo stesso. Ti taglierò anche l’altro braccio, e poi entrambe le gambe. E poi, mentre starai morendo dissanguato, violenterò la ragazza davanti ai tuoi occhi e ne berrò il sangue. E tu mi pregherai di smetterla. Oh sì che lo farai.”
Abel non batté ciglio. Si alzò semplicemente, raccogliendo il suo braccio dal pavimento. Un rumore di risucchio risuonò in tutta la stanza. La bocca sul braccio di Abel si mosse di nuovo ed iniziò a mangiare il resto del braccio sinistro reciso: dal palmo della mano, al polso, all’avambraccio.
“Stai mangiando te stesso.” Osservò il Duca. “Che cosa disgustosa.”
Mentre consumava il suo ripugnante pasto, il corpo di Abel iniziò a trasformarsi. Cinque forme simili a vermi apparvero dal taglio sulla sua spalla sinistra. Ma non erano vermi, erano cinque dita. Seguirono il palmo della mano, il polso e alla fine tutto il resto delle braccia.
Non era umano. E di sicuro non era un vampiro. Davanti al Duca stava qualcosa oltre la sua comprensione, qualcosa ancora più maledetto di un vampiro.
“Ora ti farò una domanda...” Il mostro, che aveva terminato di alimentarsi e rigenerarsi allo stesso tempo, aprí finalmente bocca. Come dal nulla, apparve tra le sue mani una luccicante falce a doppia lama. “Rispondimi… Per chi stai lavorando?”
Il Duca Alfredo non ci pensò un attimo. Scappò fuori da una finestra e lasciò la nave, correndo freneticamente sulla superficie del pallone di elio.
Chi cazzo è questo tizio?
“E’ inutile, non puoi sfuggirmi.”
Come ha fatto a raggiungermi?
L’aria intorno a loro era gelida, ma il prete se ne stava lì come nulla fosse, non si vedeva nemmeno la condensa del suo respiro.
Alfredo iniziò a piagnucolare, temendo per la sua vita.
Sotto la luce delle lune gemelle, una bocca piena di zanne stava sogghignando.
“Di cosa hai paura, Duca? Non sei forse in cima alla catena alimentare?”
Disperatamente, Alfredo scagliò la sua cintura contro il prete e poi si voltò per scappare. Il suo piano riuscì per metà. Le sue gambe corsero in una direzione… ma la parte superiore del suo corpo cadde dall’altra.
“Aiutami. Ti prego aiutami.” Pregò il vampiro.
Gli occhi di Abel guardarono in basso verso il vampiro mortalmente ferito. “Come ci si sente ad essere bestiame?”
Gli occhi che avevano posto quella domanda non erano umani né vampiri.
Mentre i suoi organi interni scivolavano fuori, il vampiro tentò di scappare via, terrorizzato. Ogni pensiero razionale gli era impossibile.
“Parla.” Ordinò il prete.
Il Duca fu obbligato a rispondere. Iniziò a spifferare tutto quello che aveva giurato di mantenere segreto.
“Il Rosekreuz Orden…”
Il Duca Alfredo sentì come qualcosa che gli strizzava il cuore. Con un suono umido, la sua stessa mano gli si era conficcata nel petto. Alfred continuò a guardare sconcertato mentre la sua mano sinistra, muovendosi di propria volontà come un animale, afferrava il suo cuore fra le costole spezzate.
Cosa cazzo mi sta succedendo?
“Sono stato drogato…? Post ipnotismo?”
Il prete calò la falce cercando di togliere il cuore dalle mani di Alfredo, ma inutilmente. L’organo spappolato era già stato schiacciato come un acino d’uva. Il Duca abbandonò le sue spoglie mortali con un gorgoglìo.
Abel si inginocchiò accanto al vampiro morto, chiuse gli occhi del cadavere e sussurrò: “Culpa perennis aelito ora tuor nominare. I tuoi peccati sono eterni. Ma ora io pregherò per i morti. Una vita é pur sempre una vita, anche quella di un uomo che disprezza gli altri.”
Il prete si rialzò. Il rosario fece un rumore metallico fra le sue dita, ondeggiando per il vento intenso. “Tutto questo non mi piace.” Disse. “Non mi piace per niente
#abel nightroad#trinity blood#sunao yoshida#rage against the moons#trinity blood novels#flight night#jessica lang#thores shibamoto#traduzione italiana
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Riunioni di condominio
Ieri oltre agli scazzi vari ci si è messa la riunione di condominio a dare il colpo finale.
Ho dovuto sopportare un paio di ore di lamentele varie la cui più originale è stata quella di un condomino che non si fa capace di dover pagare le raccomandate per coloro che non hanno la PEC. È stato un continuo "Perché gliele dobbiamo pagare noi?" e a nulla è servito spiegarli che quelle sono spese del condominio quindi non è che se le paga lui ma le paghiamo tutti in quanto condomini. Tra l'altro questa non è la spesa più grossa del condominio visto e considerato che il precedente amministratore ha lasciato diverse migliaia di euro di debiti.
Finita la riunione ne abbiamo fatta un'altra tra noi due tre condomini per scambiarci impressioni, informazioni e pareri: altra mezz'ora. Tornato a casa poi ho iniziato ad avvertire molto freddo visto che la sala della riunione era senza riscaldamento e poco dopo pure un forte mal di stomaco. Se mi sono preso qualche accidente gli faccio pagare i danni.
Verso le ore 23 poi, dopo aver fatto anche io la PEC, sempre il condomino di cui sopra ha iniziato a tempestare di messaggi il gruppo Whatsapp della nostra palazzina.
Ci vuole il fisico per fare queste riunioni. E la pazienza.
Comincio a scarseggiare di entrambe.
#cazzeggio#libero cazzeggio#la mia vita#vita di condominio#oggi si va di fermenti lattici#perdoname madre por mi vida loca
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In pochi secondi sono la Jessica di 8 anni, mia madre di colpo smette di parlarmi e fa finta che non esisto in casa. Cosa devo fare ora? Posso bere se ho sete? Posso mangiare se ho fame? Lei mi fa molta paura, chissà cosa ho fatto di così brutto. Lei non me lo dice quindi la mia testa inizia a vagare, ed effettivamente se ci penso sono proprio una bambina cattiva e incapace, quella operazione di matematica non mi usciva, ci ho provato tante volte ma ho preso un brutto voto. Sono solo una delusione per la mamma, fa bene a non volermi. Ho le unghie lunghe che mia zia adora pitturarmi di colori diversi ogni settimana, ma non sa che le infilo nella pelle delle braccia perché non so cosa altro fare per affrontare la paura che provo a casa, abbandonata a me stessa. La mamma parla proprio con tutti, fa finta di volermi bene davanti agli altri, poi a casa mi vuole male, chissà perché. Cerco di non dare fastidio, sto in silenzio perché tanto lei non risponde ad alcuna mia domanda. Sono una bambina cattiva, ma sono a letto e sento che non respiro, se lo dico a mamma chissà se mi aiuta.. forse è meglio aspettare che io stia meglio, magari passa, se domani starò peggio lo dirò alle maestre che il mio petto fa male e penso a cose brutte. Non riesco a mangiare perché devo stare seduta con lei al tavolo e mi fa paura, ma sono obbligata altrimenti lei si arrabbia di più. Dopo vado sempre in bagno perchè mi fa male la pancia. Ho 8 anni e capisco che la mia mamma non mi vuole. Ne ho 26, ho fatto un piccolo sbaglio e mamma non mi parla più. Le unghie sono diventate lame. Il petto che fa male è un attacco di panico. Io sono sola ma accarezzo i miei cani. Resisto solo per loro.
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ATTENZIONE !?!
A seguire:
E' MORTO PERCHE'
* e' scivolato sulle foglie secche e ha battuto la testa
* ha preso il tetano pungendosi con un riccio di castagne e non aveva fatto l'antitetanica
* diceva che i fichi si possono mangiare con la buccia, ma lo ha fatto con un fico d'India
* coma etilico alla festa dell'uva
* il melograno gli è esploso nello stomaco come una bomba a grappolo
* gli è venuto un colpo quando ha visto la zucca di Halloween illuminata
* in autunno c'è la festa dei morti ed è sempre stato un uomo coerente
* se avesse fatto anche l'antinfluenzale si sarebbe salvato
* non ha retto il troppo freddo dopo il troppo caldo: era sensibile agli sbalzi termici
* il karma. l'autunno scorso mi aveva messo il diserbante sulla pianta di more
* ha fatto esplodere una noce a martellate e un frammento del guscio gli è entrato in un occhio arrivando al cervello
* era un uomo dal sangue freddo: non ha retto il cambiamento climatico
* stava cuocendo delle salsicce sulla griglia in giardino. Le esalazioni
* gli è venuto un infarto quando l'IT-ALERT si è messo a suonare
* la gente ha sempre sofferto di morte improvvisa in autunno anche negli anni scorsi. E pure nei secoli scorsi.
➡️ 🌐 t.me/ArsenaleKappa 🅰️ 💥💥
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S: Speranza O: Ottimismo F: Forza I: Intelligenza A: Amore
E: Empatia V: Vitalità R: Resilienza A: Autenticità L: Libertà
Questo acronimo riflette qualità positive e significative, associate al mio nome.
"Sembrare" non vuol dire "essere": affinché qualcosa abbia un reale valore in una discussione serve un riscontro (una prova che tale questione esista); diversamente, non possiamo essere tenuti in considerazione 😊
Grazie mille ! 🥰 Effettivamente un taglio corto oltre ad esprimere al meglio le fattezze di un viso è anche più pratico da gestire: un colpo di spazzola, un po' di piastra, e sei pronta al mattino o per uscire la sera. Il mio parrucchiere di fiducia ha saputo darmi il consiglio migliore, dopo anni di capelli lunghi.
Eccomi! Sono su questo social per farmi conoscere ! 😊
Ma grazie ! Gentilissimo ! 😊
😂😅 Purtroppo la cioccolata è un alimento vietato nella mia dieta, perché mi rovina la pelle del viso; invidio chi può mangiarla senza effetti collaterali.😂😅
Le intelligenze artificiali non sono ancora presenti su Threads, ma probabilmente a breve sarà necessario integrarle per far fronte alla grande esigenza maschile di poter dialogare, in pubblico e in privato, con "una donna su misura alle rispettive alte esigenze sessuali e basse attitudini mentali", dato che nella realtà una donna intelligente non si confronterebbe mai con uomini di scarso valore; le intelligenze artificiali, invece, possono farlo, poiché non hanno nulla da perdere a riguardo.
Tento di consolarti in merito con la massima gentilezza; il lato positivo di questo essere "in vendita sui social" può essere così sfruttato: maggiori saranno i tuoi (nostri, in senso lato) contributi costruttivi, maggiormente gli algoritmi si modelleranno per offrire contributi costruttivi.
Se l'algoritmo di Threads mi permetterà di restare a lungo qui, pubblicherò a breve qui anche dei cruciverba (il tempo di ricopiarli da carta a file) che mi piace creare in proprio; se no, ho altri account disponibili: potrai trovarmi su Pinterest, Bluesky, Wordpress, Tumblr, X ed anche Telegram (sui miei post ho seminato i link per seguirmi). Ti ringrazio per tutti i complimenti che mi fai ! 😊
Su Threads (e altri social simili), non troviamo solo donne ma anche uomini che postano le proprie foto: non possiamo criticare tale atteggiamento poiché ogni persona ha diritto di fare ciò che vuole con il proprio account; possiamo solo sperare che ne ricavino maggior soddisfazione possibile, senza ripercussioni negative sulla psiche 😊
Grazie mille per i tuoi cortesissimi complimenti e per il tuo gentile consiglio ! 😊 Non possiamo piacere a tutti, poiché ogni persona è diversa e quindi ha necessità diverse; l'unica cosa che posso fare è accettare i commenti negativi sulla mia persona e/o ciò che rendo pubblico con la massima calma, senza diventare astiosa - è un po' difficile, ma ci provo 😊 Mi è già stato risposto qui che io non esisterei nella realtà: mi rende triste, certo!, ma non posso farci niente.
Ti ringrazio ! ❤️ Il tuo è uno fra i più bei complimenti ricevuti questa mattina aprendo Threads - complimento, anche il tuo, che mi rende migliore la giornata; auguro pertanto un'ottima giornata anche a te! 😘
Il problema esistente sui social (su tutti i social, non solo Threads o Instagram o Facebook) è che non puoi essere presa/preso minimamente sul serio se non pubblichi con nome, cognome e foto reali (se non fornisci concretezza a chi ti scrive e al social stesso): accetto pertanto questo compromesso, dato che a me piace soprattutto scrivere e vorrei essere presa sul serio quando mi esprimo 😊
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Ha eliminato la cartella dei post salvati su Instagram, mi è preso un colpo come ho visto la notifica tra i messaggi.
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Settembre/ottobre sono i mesi peggiori per l'ansia. L'anno scorso non mangiavo più, quest'anno poco ci manca. Ieri è stata una giornata pesantissima, la notte non ho dormito mai per l'ansia, mi son trovata a piangere nel letto da sola, ho ripreso una routine e mi ci devo ancora abituare, stanno cambiando delle cose e altrettante cambieranno, più mettici la dentista con una visita diversa dal solito (e fifona come sono io, non vi dico) che poi alla fine sta giornata l'ho superata senza ripercussioni ma eccomi arrivata a sera che tutta la tensione del giorno si scatena pian piano, la sento nel petto, nello stomaco, nella pancia, incastrata nella mia mente. Sarà il cambio stagione, il cambio vita, non lo so, ma è debilitante aver paura di uscire di casa perché la tua mente gioca brutti scherzi. Al liceo la vivevo meglio, mi alzavo presto, sentivo la musica nell'autobus, avevo crisi d'ansia forti e improvvise nella notte ma questo non mi ha mai creato disagi nell'affrontare le giornate. Ora tutto è così spaventoso e difficile, vedo il terrore dove non ce n'è. Sto facendo un'esperienza diversa e uscire di colpo dalla mia comfort zone è stato un trauma, manco quando lavoravo in fabbrica avevo avuto queste passate, se non sporadicamente e ridotte. Mi sento ridicola, mi vergogno delle mie emozioni, l'ansia è un mostro, ti divora dentro, io non vivo mai le cose perché la mia mente va avanti, o va alla fine oppure ancora più in la a chiedere cosa succederà. Non mi vivo mai il momento se non quelli dove ho paura e ho ansia. Sono a casa e posso rilassarmi dormendo? La mia mente pensa già a domattina e a cosa farò. Non va bene così, io mi sforzo davvero di pensare solo al presente e che fasciarmi la testa prima del dovuto non ha senso ed è deleterio, ma non ci riesco. Ho una fottuta paura di viverla questa vita, forse prima non ne avevo perché non lo realizzavo ma ora che sono grande mi rendo davvero conto che tutto dipende solo da me, che la vita continua e non si ferma se resti indietro, se ne sbatte il cazzo se ti perdi, hai paura o sei pronta. La vita è una fottuta puttana che ti ruba soldi in cambio di brevi istanti di piacere. Ho una visione catastrofica delle cose, lo so. Non so come essere più ottimista, nonostante magari le cose alla fine vanno sempre bene e i momenti no reali, quindi non dettati dall'ansia, sono davvero rari. In questo mese ho preso il lexotan 5 volte, ben 4 volte in più della mia media mensile. Tanto se sento lo psichiatra al massimo me lo darà tutte le sere, quindi tanto vale che lo prendo al bisogno finché magari non passa da solo.
Vabbè.
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La notte tra lunedì e martedì, nello specifico verso 00:40, insieme alla mia compagna e una nostra amica, abbiamo avuto un brutto incidente in autostrada. Stavamo tornando a casa dopo una serata bellissima a Siracusa, nessuna delle 3 aveva bevuto, avevamo riso e scherzato e mancavano me o di 4 km alla nostra uscita e nel giro di 10 minuti al massimo saremmo state a casa. Guidava la nostra amica, la mia compagna era davanti e io nel posto dietro di lei. Stavamo ascoltando la radio canticchiando, quando all'improvviso sentiamo un rumore e un colpo fortissimo. Premetto che da quando siamo in Sicilia ho ancora più paura, qui corrono e se ne fregano in tutto e per tutto del codice stradale, quindi non sono mai stata troppo tranquilla. Comunque la nostra macchina che viaggiava a circa 85/90 km orari viene sbalzata in avanti, io sbatto in modo violento la gamba sul sedile di fronte e nella frazione di un secondo non riesco a sentire, mi fischiano le orecchie e vedo tutto offuscato. Ma siamo tutte e 3 vive, a parte qualche livido siamo illese. Circa 50m dietro di noi c'è una macchina ferma, non scende nessuno, è la macchina che ci ha colpito che arrivava non so a quale velocità. Abbiamo paura che si siano fatti male, dopo un po' scende un ragazzo visibilmente scosso che piano piano ci raggiunge e ci dice "ho avuto un colpo di sonno, non ho proprio visto la macchina, non ricordo nulla, ho preso del cortisone per un'allergia e mi si sono chiusi gli occhi". La macchina della nostra amica nella parte posteriore era completamente distrutta, e tra la ruota e l'asfalto c'era incastrato il parafango dell'altra macchina che ha frenato l'impatto e la corsa.
Potevamo morire, poteva morire il ragazzo, potevamo agganciarci a quel parafango e fare un testa coda e con le macchine che passavano a 130km/h potevamo essere travolte. Ma per fortuna non è stato così.
Tutto questo per dire che se state male, avete sonno, vi rendete conto che non siete in grado di mettervi alla guida, avete bevuto ecc... non guidate. Non mettete a rischio la vostra vita e quella di persone che non c'entrano nulla.
Sono 3 notti che io, la mia compagna e la nostra amica non riusciamo a dormire, abbiamo davanti agli occhi quei momenti e sentiamo ancora il rumore fortissimo e la puzza di bruciato, come se stessimo ancora lì.
Vi prego, siate prudenti.
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Ognuno ha i propri indicatori di benessere. Per esperienza, più leggi l’oroscopo più sei triste e sola. Più aspetti il tuo compleanno più sei triste e sola. Si chiama speranza delle grandi occasioni perché in effetti speri sia l’occasione per cambiare qualcosa in un periodo davvero poco soddisfacente. Nei compleanni più attesi da me ciò che aspettavo era soprattutto che si palesassero certi amori intermittenti, quegli amori latitanti, fautori del vedo e non vedo. Quegli amori che, con i loro auguri dell’ultimo minuto, erano in grado di ribaltare o confermare il risultato della giornata.
Quello che so è che non leggo l’oroscopo da cinque anni e che stamattina ho dimenticato che fosse il mio compleanno. Se gli indicatori non mentono, direi molto bene, a posto così, grazie.
Per quanto riguarda l’oroscopo ho un aneddoto da raccontare che credo parli solo a me, ma lo scrivo ugualmente come piccolo regalo che mi faccio. Qualche mese fa cazzeggiavo sul divano con Dario e, da cazzeggio nasce cazzeggio, ci siamo messi a cercare on line le coppie di segni zodiacali meglio assortiti. Lui è sagittario, io (nonostante me) vergine. Il sito naturalmente sosteneva che sagittario e vergine no no no proprio no, buuuuu, cacca, non si tocca, Branco vomitava al solo pensiero, Fox si faceva il segno della croce. Per la vergine ci vuole il capricorno. Allora ho cominciato a simulare la tragedia, a ripetere che niente, era tutto perduto, addio, dovevamo dirlo ai ragazzi al più presto.
Dario di solito non ama questo tipo di gioco stile cosa faresti se ci lasciassimo? O quanto tempo piangeresti se morissi?” (giochi di ruolo sentimental-apocalittici in cui io, manco a dirlo, sguazzo). Ma quel giorno si è dimostrato sorprendentemente collaborativo, mi ha preso in contropiede e ha chiamato Andrea Ines, l’ha guardata dritta negli occhi con aria solenne. Qui la sceneggiatura avrebbe preteso una battuta tipo “mi spiace tesoro mio, non è colpa tua, mamma e papà si vorranno sempre bene, ma l’oroscopo dice che si devono lasciare”, una risata e via. E invece, tutto serio, le ha detto: “Amore, non so come spiegartelo, sarà un duro colpo per te, ma papà da oggi è diventato capricorno”.
Auguro certi amori cosi e le stelle stanno a guardare.
Enrica Tesio
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bell'idea di merda mettere come sveglia i tizi di Top Gear
mi è preso un colpo
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(Un compagno)
Se dovrai scrivere alla mia casa,
Dio salvi mia madre e mio padre,
la tua lettera sarà creduta
mia e sarà benvenuta.
Così la morte entrerà
e il fratellino la festeggerà.
Non dire alla povera mamma
che io sia morto solo.
Dille che il suo figliolo
più grande, è morto con tanta
carne cristiana intorno.
Se dovrai scrivere alla mia casa,
Dio salvi mia madre e mio padre,
non vorranno sapere
se sono morto da forte.
Vorranno sapere se la morte
sia scesa improvvisamente.
Dì loro che la mia fronte
è stata bruciata là dove
mi baciavano, e che fu lieve
il colpo, che mi parve fosse
il bacio di tutte le sere.
Dì loro che avevo goduto
tanto prima di partire,
che non c'era segreto sconosciuto
che mi restasse a scoprire;
che avevo bevuto, bevuto
tanta acqua limpida, tanta,
e che avevo mangiato con letizia,
che andavo incontro al mio fato
quasi a cogliere una primizia
per addolcire il palato.
Dì loro che c'era gran sole
pel campo, e tanto grano
che mi pareva il mio piano;
che c'era tante cicale
che cantavano; e a mezzo giorno
pareva che noi stessimo a falciare,
con gioia, gli uomini intorno.
Dì loro che dopo la morte
è passato un gran carro
tutto quanto per me;
che un uomo, alzando il mio forte
petto, avea detto: Non c'è
uomo più bello preso dalla morte.
Che mi seppellirono con tanta
tanta carne di madri in compagnia
sotto un bosco d'ulivi
che non intristiscono mai;
che c'è vicina una via
ove passano i vivi
cantando con allegria.
Se dovrai scrivere alla mia casa,
Dio salvi mia madre e mio padre,
la tua lettera sarà creduta
mia e sarà benvenuta.
Così la morte entrerà
e il fratellino la festeggerà.
(Corrado Alvaro)
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