#mestieri
Explore tagged Tumblr posts
persa-tra-i-miei-pensieri · 2 years ago
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
7 notes · View notes
un-intruso-nel-mondo · 2 years ago
Text
Solamente un pezzo di carta può definire chi sei o chiamarti con il nome appropriato?
2 notes · View notes
jacopocioni · 4 months ago
Text
Le botteghe... all'aperto
Tumblr media Tumblr media
Quello che oggi noi chiamiamo centro storico, poco più di un secolo fa aveva un aspetto ben diverso dall’attuale. Le strade erano più strette, buie ed anche contorte di adesso, le piazze erano affollate da mercati in cui i colori, i profumi, il chiasso e i chiacchiericci erano una nota predominante: la vita era senza dubbio meno stressante ed i ritmi meno frenetici. Oggi siamo abituati agli orari continuati, ad aperture in qualsiasi giorno della settimana, ci si stupisce e quasi ci si inalbera se qualche negozio decide di osservare un pomeriggio di riposo: non era così, a quei tempi. Durante la settimana le botteghe chiudevano a i’tocco (le tredici) per consentire di pranzare con la famiglia; il pomeriggio riaprivano alle quindici fino all’Avemaria della sera, alle venti. La domenica rigorosamente gli sporti rimanevano chiusi e, se non lo avessero fatto, sarebbero stati passibili di multa.
Tumblr media
Molte delle attività si svolgevano sul marciapiede o sulla strada, davanti alla bottega: i tappezzieri cardavano la lana e cucivano i materassi direttamente sulla strada, i ciabattini riparavano le scarpe sul marciapiede, i seggiolai rimettevano la paglia alle sedie sfondate, i falegnami scaldavano la colla e piallavano il legno, e così anche gli arrotini, i fiascai e tutti gli artigiani trasformavano la strada in una specie di laboratorio a cielo aperto.
Tumblr media
Il Gonfaloniere Luigi Cambray Digny scrisse a tal proposito: “I manifattori non solo fanno fuoco per i loro lavori, ma con i banchi, le morse, le incudini, rendono bottega la strada, stanza di riposo la bottega. Se piccola stanza ridotta dal proprietario con apertura esterna vien nominata bottega ed affittata per tale, non si pensa se adattata al mestiere, ma si prende, e ciò che manca al comodo, si occupa la strada”.
Tumblr media
Provate per un attimo ad isolare i rumori del traffico, delle sirene, dei moderni martelli pneumatici ed attrezzi vari, cancellateli. Sostituiteli con il suono di un martello sull’incudine, di una pialla sul legno, di una mola che gira azionata dal piede dell’arrotino, e a questi aggiungete le voci degli artigiani che sicuramente si scambiavano battute, ascoltate le grida del cenciaiolo, del venditore di schiacciate, miscelateli con le voci della gente che passando chiacchierava, si soffermava, comprava o curiosava…
Tumblr media
I bottegai e i negozianti di una strada sovente abitavano sopra o accanto alla bottega, per cui in molti casi la loro intera vita trascorreva nel ristretto ambito di poche strade, del quartiere: tutti si conoscevano da sempre, amicizie di una vita e rivalità di sempre: per una discussione erano – da bravi fiorentini – sempre tutti pronti ma, al momento del bisogno, tutti si facevano in quattro per tutti. Problemi ce n’erano e in abbondanza: il Gonfaloniere riceveva quotidianamente lettere di protesta da parte dei privati cittadini e rapporti allarmanti da parte delle forze di polizia. Uno tra i problemi che più frequentemente venivano portati all’attenzione del Gonfaloniere era relativo alla viabilità: Firenze in questo non è cambiata, purtroppo!
Tumblr media
Le strade erano strette, erano le strade di una città medievale che si sarebbe presto trasformata in una città borghese. Il traffico delle carrozze private e dei fiaccherai era piuttosto sostenuto e molto spesso era intralciato dai barrocci degli ambulanti, da casotti abusivi, da merci esposte fuori dalla bottega, su delle assi di legno lungo la strada. Nonostante già dalla fine del Settecento esistessero leggi e regolamenti che disciplinavano questa materia, ancora alla vigilia della partenza di Leopoldo II, l’ultimo granduca, le autorità non riuscivano a farli rispettare. La legge stabiliva che a nessuno e a nessun titolo era concesso di occupare e ingombrare le strade, le piazze e i luoghi pubblici, neanche con baracche, tende o altra cosa mobile che le ingombri e cagioni impedimento al libero transito delle persone, delle bestie, delle carrozze ed altri “legni” da trasporto.
Tumblr media
Ai venditori ambulanti di generi alimentari e non era permesso di sostare davanti alle porte delle case o delle botteghe, sotto i loggiati o sopra marciapiedi e muriccioli, sempre che avessero preventivamente ottenuto il permesso dai proprietari. Ai proprietari era fatto divieto di farsi pagare per la concessione di questi permessi, ma all’atto pratico l’ambulante ricompensava sempre in qualche modo chi gli permetteva di svolgere la sua attività. Erano piccoli abusi che difficilmente venivano alla luce, vista la convenienza da entrambe le parti a mantenere il riserbo. Ma le autorità avevano mangiato la foglia, e vennero approvate delle modifiche al regolamento, attribuendo soltanto al Magistrato della Comunità la facoltà di concedere licenze e permessi, tenendo conto dell’ampiezza della strada e del tipo di ingombro, per non ostacolare la libera circolazione. Poiché i venditori ambulanti provenivano in massima parte dalla fascia più povera della popolazione, si attenuarono in loro favore i divieti di esporre al pubblico generi commestibili.
Tumblr media
Gabriella Bazzani Madonna delle Cerimonie Read the full article
0 notes
seowebranking · 11 months ago
Text
0 notes
kommunic8 · 1 year ago
Link
Non sempre si sa già da giovani quello che si vuol fare da grandi. E va bene così. Niente stress. TRASCRIZIONE [Eng translation below] Quando ero piccola, molto piccola, per un breve periodo dicevo sempre che da grande avrei voluto fare l'ammiraglio. Non ne sapevo niente di mare, se non le cose che mi raccontava mio papà che era stato imbarcato per molti anni, la cosa che sapevo, mi piaceva dell'idea di diventare ammiraglio era che mi avevano detto che una donna non poteva diventare ammiraglio, per cui io mi ero fissata che volevo fare l'ammiraglio, perché fin da piccola mi piaceva prendere posizioni contrarie, scomode. Poi, crescendo mi sono resa conto che c'era un grandissimo problema, un grandissimo insormontabile problema che non aveva niente a che fare con le gerarchie militari né con la marina e cioè il fatto che soffro di una forma incredibilmente intensa di mal di mare, mal d'auto, mal di movimento in generale, per cui il pensiero di stare su una nave, non importa quanto grande, quanto piccola, insomma, mi ha fatto presto cambiare idea. Una volta abbandonata l'idea di diventare ammiraglio, ho pensato quello che sarebbe stato il mestiere che avrei voluto fare. Questa volta avevo qualche anno in più, quindi ci ho messo proprio del mio, e per tantissimo tempo, quando me lo chiedevan, dicevo che volevo fare la fotoreporter. Più avanti con gli anni, ormai adolescente, questa mia passione che non si mosse per niente, rimase, è rimasta lì per sempre, diciamo venne avvalorata dopo la visione di un bellissimo film di Antonioni intitolato 'Professione Reporter', con uno strepitoso Jack Nicholson. E poi più avanti, niente, ho lavorato come giornalista per molti anni. Non ho mai fatto la fotoreporter, non so cos'è che mi attirasse, immaginavo di andare in giro a fare fotografie. No, però sono diventata giornalista e ho fatto la giornalista, sia dalla carta stampata, ma fondamentalmente audio, della radio, per molti anni, per più di un decennio. Poi ho smesso perché... Vabbè, ragioni personali non mi andava più di correre dietro alle ambulanze a parlare di cose di cronaca, non mi interessava più. Perché ve lo sto raccontando? Perché io mi considero molto fortunata, perché fin da bambina sapevo quello che volevo fare da grande. Appunto, una cosa che poi ho fatto effettivamente. Ma io sono un'eccezione, non perché io sia particolarmente speciale, ma perché sono poche le persone che da subito sanno quello che vogliono fare e va bene così, perché si ha tutto il tempo per esplorare, quindi non stressate i figli e le figlie, lasciatele un po' di spazio. TRANSLATION When I was little, very little, for a short time I used to say that when I grew up I wanted to be an admiral. I didn't know anything about the sea except the things my dad told me who had been on board for many years, the thing I knew, I liked about the idea of becoming an admiral was that I had been told that a woman could not become an admiral, so I was fixated that I wanted to be an admiral, because from an early age I liked to take contrary, uncomfortable positions. Then, as I grew older, I realised that there was a very big problem, a very big insurmountable problem that had nothing to do with military hierarchies or the navy and that is the fact that I suffer from an incredibly intense form of seasickness, car sickness, motion sickness in general, so the thought of being on a ship, no matter how big, how small, in short, soon made me change my mind. Once I gave up the idea of becoming an admiral, I thought what would be the profession I wanted to do. This time I had a few more years, so I really put my own spin on it, and for a very long time, when asked, I would say I wanted to be a photo reporter. Later in life, now in my teens, this passion of mine that did not move at all, remained, it stayed there forever, let's say it was corroborated after watching a beautiful film by Antonioni called 'Profession Reporter,' with a resounding Jack Nicholson. And then later on, nothing, I worked as a journalist for many years. I've never been a photo reporter, I don't know what it was that attracted me, I imagined going around taking pictures. No, but I became a journalist, though, and I was a journalist, both from the print media, but basically audio, radio, for many years, for more than a decade. Then I stopped because ... Whatever, personal reasons I didn't feel like running after ambulances anymore to talk about news stuff, I didn't care anymore. Why am I telling you this? Because I consider myself very lucky because even as a child I knew what I wanted to do when I grew up. Exactly, something I then actually did. But I am an exception, not because I am particularly special, but because very few people know right away what they want to do and that's okay because you have plenty of time to explore, so don't stress your sons and daughters, give them some space.
0 notes
mousebis · 1 year ago
Text
Tumblr media
11K notes · View notes
tonymouse-it2 · 4 months ago
Text
Tumblr media
Faccende domestiche!
222 notes · View notes
aculofan · 3 months ago
Text
Tumblr media
Omegna, oltre ad essere un bel posto sul lago di Orta è stata la cittadina che ha visto nascere Gianni Rodari.
22 notes · View notes
gregor-samsung · 2 months ago
Text
" Il fabbricante di scale ha la sua bottega addossata a un'antica chiesetta romanica del Duecento ormai prossima a crollare completamente. Fabbrica scale da sempre, il mestiere lo ha imparato dal padre, il padre dal nonno e cosí via, come sempre capita per questi lavori artigiani. Costruisce scale fino a 34 gradini, per gli alberi più alti, specialmente per gli ulivi giganteschi nella zona di Ostuni, di Monopoli. La scala media più usata è quella a 20 gradini. La maggior quantità di scale viene venduta in occasione di fiere e mercati. La fiera più importante della zona avviene proprio qui a Modugno, in paese, nel mese di novembre. Un'altra fiera importante la fanno ad Acquaviva delle Fonti. Ma quella di Modugno è piú importante perché cade di novembre, il mese di piena per la raccolta delle ulive.
Il legno più usato è il castagno e l'abete. È un lavoro che è rimasto, salvo in qualche fase, essenzialmente manuale. Adesso i fori alle fiancate laterali della scala dove vengono fissati i pioli, vengono fatti a macchina. I pioli vengono prima fissati ad una fiancata della scala battendoli forte con l'ascia, ma prima bisogna avere l'accortezza di bagnare la punta del piolo nell'acqua, cosi l'accoppiata viene piú forte. Poi si mette l'altra fiancata della scala e, messi i pioli nei dovuti fori, si procede a fissarli definitivamente coi lavoro di inchiodatura. Alla fine la scala viene rifinita con la raspa e con un attrezzo, formato da una lama tenuta da due manici. Poi mi confida: "Caro amico, è un lavoro duro il mio, specialmente per me che debbo lavorare in questa bottega povera. L'interno è troppo piccolo e mi tocca lavorare estate ed inverno sotto questa tettoia. Lavorare nelle stagioni buone qui sotto è una delizia ma l'inverno fa molto freddo. Con questo lavoro guadagno abbastanza, però non sono riuscito a arricchirmi perché lavoro onestamente. Il cliente lo voglio trattare bene. Ma sono soddisfatto lo stesso. Tra poco debbo partire per una fiera a Gravina e sono contento perché vado a svagarmi un poco. Caricato il camioncino di scale, parto in compagnia di un buon panino e di un fiasco, di vino. Ricordo quando ero piccolo e viveva la buonanima di mio padre, si partiva a notte fonda, con il traino, per arrivare alla fiera ci si metteva piú tempo ma ci si divertiva di piú per la strada. "
Tommaso Di Ciaula, Prima l'amaro e poi il dolce. Amore e altri mestieri, Feltrinelli (collana Franchi Narratori, n° 33), 1981¹; pp. 53-54.
7 notes · View notes
artiemestieri · 1 year ago
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
14 notes · View notes
persa-tra-i-miei-pensieri · 2 years ago
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Tossicia
3 notes · View notes
jt1674 · 1 year ago
Text
Tumblr media
3 notes · View notes
jacopocioni · 2 years ago
Text
Ordinamenti di giustizia
Tumblr media Tumblr media
La grande rivoluzione delle Arti Minori e del popolo minuto Le Arti e i mestieri. Gli Ordinamenti di Giustizia, provvedimenti legislativi che avrebbero estromesso dal potere politico i magnati e il popolo grasso e le Arti Maggiori, vennero emessi nell’autunno del 1292. Nel decennio precedente la politica cittadina era in mano a queste fazioni. Fra i magnati si annoveravano cittadini di origini nobili inurbati nella città. Mentre il popolo grasso era composto da mercanti o imprenditori appartenenti alle Arti Maggiori, in contrapposizione al popolo minuto formato dai lavoratori delle Arti Minori o dalla piccola borghesia, e il popolo magro consistente nel proletariato, da braccianti e operai salariati.
Tumblr media
Comunque, non tutti i nobili, figuravano negli elenchi dei casati magnatizi, fatti nel momento, in cui si acuì il contrasto fra popolani e magnati. Quando nell’autunno del 1292, sotto la spinta innovatrice di Giano della Bella di Tedaldo di Accorri famiglia magnatizia, appartenenti al ceppo degli Scolari, si scontrò fisicamente con Berto Frescobaldi, il più facinoroso fra i magnati, durante un consiglio tenuto in San Pier Scheraggio. Questo scontro dette la prova definitiva sulla posizione di Giano, schieratosi apertamente per il popolo magro, Riuscì a farsi eleggere Priore ai primi di dicembre di quell’anno, nella Signoria entrata in carica il 15 dello stesso mese, dando la spinta ai giuristi a stilare gli Ordinamenti. L’organo collegiale era formato da persone di diversa estrazione sociale, ma senza esperienza giuridica. Venne pertanto formata una commissione di giuristi: Messer Alberto di Donato Ristori, Messer Ubertino degli Strozzi e Messer Baldo di Aguglione, con l’incarico di preparare al più presto la nuova legge anti-magnatizia.
Tumblr media
Dopo 7 giorni di lavoro vide la luce. Nei giorni 17 e 18 gennaio 1293, venne presentata ai vari Consigli e nelle Consulte il 10 gennaio 1293 (seguendo tutta la trafila prevista dagli statuti) approvata a larga maggioranza divenendo legge formale del Comune. Viene concessa ai Priori seduti la balia (potere eccezionale al difuori degli Statuti). La volontà del legislatore vuole assicurare la conservazione dei nuovi provvedimenti inseriti nella legge. È deciso la non abolizione, non dovessero essere mitigate le norme e per conservarle sono inseriti nello Statuto comunale. Per distinguerli dagli altri Ordinamenti, viene aggiunto un attributo, a garantirne la validità perpetua, chiamandoli definitivamente: “Ordinamenti di Giustizia” I magnati tolti per sempre dalle leve di comando della città cercarono di rivolgere la situazione a loro favore, ma gli andò male e per marcare la loro contrarietà per essere stati messi fuori dai poteri li chiamarono “Ordinamenti di Nequizia”. In altre città d'Italia vengono emanati altri ordinamenti per difendere il popolo minuto dai soprusi dei magnati. A Bologna, vennero chiamati: Ordinamenti Sacrati o Sacratissimi, per indicarne la immutabilità. I nuovi “ordinamenti di Giustizia”, approvati nel periodo autunnale del 1292, furono approvati e entrati in vigore nell’inverno primavera del 1293, sotto spinta dei moti di piazza organizzati dalle Arti Minori e il popolo magro, e non dalle Magistrature del Comune, e dagli stessi Organi politici che si erano prestati a sostenere l’oligarchia dei Magnati, le Arti Maggiori e il popolo grasso. Ora quello che interessava al popolo ora al potere, era l’ingresso di persone di diversa estrazione sociale, e che non avessero avuto contatti con chi era stato al potere fino a quel momento.
Tumblr media
Alberto Chiarugi Read the full article
0 notes
pier-carlo-universe · 2 days ago
Text
Presepi Viventi: Un Viaggio Tra Tradizione e Comunità
Scopri come l’iniziativa guidata da Daniela Casciaro e Cristina Pipoli celebra l'importanza dei presepi viventi, unendo arte, storia e cultura.
Scopri come l’iniziativa guidata da Daniela Casciaro e Cristina Pipoli celebra l’importanza dei presepi viventi, unendo arte, storia e cultura. Un progetto tra educazione e tradizione Dal 1° dicembre 2024 al 6 gennaio 2025, prende vita un’iniziativa dedicata ai presepi viventi, una tradizione che unisce religione, cultura e comunità. Protagoniste di questa meravigliosa avventura sono due…
0 notes
bungitonthen · 3 months ago
Text
1/10/24
cercando un nuovo confine ... sogno di estunno ... non chiudere a chiave le stelle ... vendesi saggezza - locanda delle fate (forse le lucciole non si amano più)
gravita 9.81 ... strips ... corrisione ... positivo/negativo ... in cammino - arti & mestieri (tilt: immagini per un orecchio)
0 notes
mousebis · 6 months ago
Text
Tumblr media
562 notes · View notes