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Non ci sono più le fiabe di una volta. TRASCRIZIONE [ENG translation below] Non ci sono più le fiabe di una volta. Purtroppo o per fortuna, ancora non ho deciso, ma forse un po' tutte e due sia un po' purtroppo che per fortuna. Quando ero piccola le fiabe che tutti noi conoscevamo erano boh, forse cinque, sei: Cenerentola, Cappuccetto Rosso, La Bella Addormentata nel Bosco, Il Gatto con gli Stivali, non me ne vengono in mente altre, comunque erano poche, diciamo le favole che tutti conoscevamo, tutti i bambini e tutte le bambine. Già io quando mio figlio era piccolo diciamo che non gli raccontavo tanto le fiabe, appunto, tipo Cenerentola e Cappuccetto Rosso perché mi sembravano datate, mi sembrava che avessero dei ruoli, presentassero dei ruoli molto stereotipati, per cui gli compravo libri che parlavano, raccontavano altre storie, non quelle tradizionali, quelle che sono state raccolte dai fratelli Grimm che sono quelle che diciamo sono le più diffuse in Europa, forse anche nel mondo, per lo meno le persone fino alla mia generazione. Oggi le fiabe sono diverse, lo stesso concetto di fiaba non so più bene come funzioni, lo so di sicuro, perché c'è un gioco che faccio spesso nelle mie classi che è creare una una matrice, quindi una una tabella, e ognuno mette, cioè scrive in un pezzettino di carta, in un foglio, la sua fiaba preferita e poi cerchiamo di mettere insieme le fiabe con le persone, quindi cercare di capire qual è la fiaba preferita di questa persona, perché dalle fiabe preferite si possono capire un sacco di cose. Ad esempio, non stupirà nessuna delle persone che mi conosce sapere che da bambina la mia fiaba preferita era Il Gatto con gli Stivali, che era un personaggio che è molto particolare. Provando a fare questo gioco con ragazzi e ragazze molto giovani, mi sono resa conto che le fiabe che conoscevo io proprio non vengono registrate da loro, a malapena sanno raccontare le storie, appunto di Cappuccetto Rosso e della Bella Addormentata nel Bosco, che spesso conoscono solo perché sono state riadattate per il cinema o per la televisione, e quando chiedo vabbè, mettete anche i fiabe altre che che conoscete voi eccetera, mettono nome di cartoni animati o di serie tv. Ora, non so se sia solo le ragazze e i ragazzi che seguo io in queste classi oppure sia una cosa diffusa, però appunto, non ci sono più le fiabe di una volta.Che significhi questo, non lo so.Io ve la butto così, poi rifletteci e se mi viene in mente qualche riflessione interessante fatemelo sapere. TRANSLATION Fairy tales are not what they used to be. Unfortunately or fortunately, I haven't decided yet, but maybe a bit of both, both unfortunately and fortunately. When I was little, the fairy tales we all knew were, well, maybe five, six: Cinderella, Little Red Riding Hood, Sleeping Beauty, Puss in Boots, I can't think of any others, anyway there were few, let's say the fairy tales that we all knew, all the boys and all the girls. Yeah, when my son was little, let's say I didn't tell him fairy tales that much, like Cinderella and Little Red Riding Hood because they seemed dated to me, it seemed to me that they had roles, they presented very stereotyped roles, so I bought him books that talked about, told other stories, not the traditional ones, those that were collected by the Brothers Grimm, which are the ones that are the most widespread in Europe, perhaps even in the world, at least the people up to my generation. Today fairy tales are different, the very concept of fairy tale I don't know how it works anymore, I know for sure, because there is a game that I often do in my classes which is to create a matrix, so a table, and everyone puts, that is, writes on a piece of paper, on a sheet, their favorite fairy tale and then we try to put together the fairy tales with the people, so to try to understand what is the favorite fairy tale of this person, because from the favorite fairy tales you can understand a lot of things. For example, it will not surprise any of the people who know me that as a child my favorite fairy tale was Puss in Boots, which was a very special character. Trying to play this game with very young boys and girls, I realized that the fairy tales I knew are not recorded by them, they barely know how to tell the stories, precisely of Little Red Riding Hood and Sleeping Beauty, which they often only know because they have been adapted for cinema or television, and when I ask, well, put down other fairy tales that you know, etc., they put down names of cartoons or TV series. Now, I don't know if it's just the girls and boys I follow in these classes or if it's a widespread thing, but, well, fairy tales are not what they used to be. What does this mean, I don't know. I'll just throw it out there, then think about it and if I come up with any interesting thoughts, let me know.
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Più che un film è un'esperienza. Fidatevi. TASCRIZIONE [ENG translation below] The Zone of Interest, La Zona di Interesse è un film agghiacciante.Vabbè, allora, nella mia vita avrò visto migliaia di film, anche perché andare al cinema mi piace tantissimo, poi perlomeno un periodo sono stata una assiduissima frequentatrice di festival cinematografici, quindi film ne ho visto di tutti i tipi, tutti i colori, però non avevo mai visto un film come La Zona di Interesse, The Zone of Interest, appunto un film agghiacciante, molto interessante non solo dal punto di vista del contenuto per come viene affrontato l'argomento trattato, ma anche dal punto di vista stilistico e dal punto di vista più prettamente tecnico. Il suono è un elemento fondamentale, diciamo che in tutto il film il suono è uno dei protagonisti che aiuta a rendere ancora più agghiacciante quello che viene raccontato, l'uso persistente, mischiato di suoni e effetti sonori, cose che potrebbero sembrare musica, il modo in cui a qualcuno si sentono le parole, si sente qualcuno che parla, si sentono altre persone 'non parlare'. Non voglio scendere nei dettagli perché non voglio rovinarvi la sorpresa o l'effetto che fa vedere questo film per la prima volta, sicuramente andrò a vederlo per una seconda volta perché è uno di quei film che dopo che l'hai visto ti rimane dentro e continui a pensarci infatti quando sono andata a vederlo poi la notte sono tornata a casa ero così emotivamente coinvolta che mi sono messa a cercare in lungo e in largo articoli scritti sul film, podcast che parlassero del film, analisi, appunto perché era notte, ero a casa e dormivano tutti, avevo bisogno di parlare di questo film, perché sì, se non avete ancora avuto la possibilità di andarlo a vedere, fatevi un regalo per la vostra vita e andate a vederlo perché è un film che non si dimentica. E quando voi pensate, non vi dico nemmeno di cosa parla, io non sapevo di cosa parlasse, se l'avessi saputo non sarei andata probabilmente perché avrei detto, no non un altro film su questo argomento, uff abbiamo già visto tutto, ci hanno già raccontato tutto in tutti i modi possibili e immaginabili, ecco mi sarei persa un'esperienza. È banale dirlo ma è un'esperienza andare a film, abbandonatevici, lasciatevi trasportare da quali che siano le emozioni che vi assalgono e poi, non lo so, andate a vederlo una seconda volta, sicuramente questo è quello che farò io, un film potente, un film che sì, rimane. TRANSLATION The Zone of Interest is a chilling film. Well, then, in my life I must have seen thousands of films, also because I love going to the cinema so much, then at least for a period I was a very assiduous frequenter of film festivals, so I have seen films of all types, all colors, however I had never seen a film like The Zone of Interest, The Zone of Interest, precisely a chilling film, very interesting not only from the point of view of the content for how the topic is addressed, but also from the stylistic point of view and from the more strictly technical point of view, the sound is a fundamental element,let's say that throughout the film the sound is one of the protagonists that helps to make even more chilling what is being told, the persistent use, mixed with sounds and sound effects, things that could seem like music, the way in which someone hears the words, you hear someone talking, you hear other people 'not talking', I don't want to go into details because I don't want to ruin the surprise or the effect that seeing this film for the first time makes,surely I will go to see it a second time because it is one of those films that after you have seen it stays with you and you keep thinking about it in fact when I went to see it then at night I came home I was so emotionally involved that I started looking far and wide for articles written about the film, podcasts that talked about the film, analysis,precisely because it was night, I was home and everyone was sleeping, I needed to talk about this film, because yes, if you haven't had the chance to go and see it yet, give yourself a gift for your life and go and see it because it is a film that you will never forget. And when you think, I won't even tell you what it's about, I didn't know what it was about, if I had known I probably wouldn't have gone because I would have said, no not another film on this subject, ugh we've already seen everything, they've already told us everything in every possible and imaginable way, here I would have missed an experience. It's banal to say it but it's an experience to go to the movies, abandon yourself, let yourself be carried away by whatever emotions you feel, and then, I don't know, go see it a second time, surely that's what I'll do, a powerful film, a film that yes, it stays with you.
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C'ho lo specchio del bagno pieno di sputacchi di dentifricio. Anche voi? Parliamone. Senza parlare delle elezioni in Sardegna. TRASCRIZIONE Giuro che stamattina...Giuro che stamattina avevo in mente un argomento di cui parlare, di quelle cose belle, sfiziose che ti fanno fare collegamenti inaspettati, ti aprono orizzonti e ti fanno sentire più intelligente. L'avevo lì, davanti a me, e ora, poche ore dopo, non ricordo più cosa fosse questo pensiero profondissimo. Niente, vi parlerò di qualcos'altro. Non parlerò delle elezioni politiche in Sardegna, ma le userò come spunto per parlare di una categoria di persone: quelle che durante la campagna elettorale non si sbilanciano mai, non vogliono dire per chi voteranno. Per carità, il voto è segreto e ognuno vota per chi vuole. Ma c'è una categoria particolare di persone che durante la campagna elettorale non si sbilancia mai, fa finta di essere super partes. E poi, una volta pubblicati gli esiti, si butta sul carro del vincitore, facendo gli auguri per il buon lavoro e dicendo che comunque non avevano mai scommesso su chi ha perso.Non so, mi ritrovo a parlarvi delle elezioni in Sardegna, non del risultato, ma del modo in cui ho scelto il partito che ho votato: in base ai programmi, sperando naturalmente che vincesse. Ma non l'ho votato perché sapevo che avrebbe vinto. Non ho votato il partito più forte, ho votato il partito che rispecchia i miei ideali, e così ho sempre fatto e continuerò a fare. Che dire se mi troverò sempre dalla parte di chi perde? Boh, ci convivo e me ne faccio una ragione.Però non cambierò mai opinione politica solo per poter dire "ho votato il vincitore". C'è una metafora che uso, e non è solo una metafora, è la realtà: la mattina, quando mi guardo allo specchio, voglio guardarmi a testa alta. Di sputacchi nello specchio ce ne sono già abbastanza, quando mi lavo i denti schizzo dappertutto. Quindi bastano gli sputacchi del dentifricio, non voglio aggiungerci anche i miei.
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Insomma, per colpa di Marie Kondo mi tocca mollare tutto e mettermi a piegare le mutande in un certo modo che solo lei sa.
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TRASCRIZIONE [ENG translation below] C'ho un problema coi pronomi. Anzi no, ho problemi coi pronomi su diversi fronti. Allora, ogni volta che cerco di tradurre qualcosa dall'inglese all'italiano, mi trovo a dover affrontare il problema dei pronomi che ormai chi parla in inglese è abituato, appena si presenta, a dire il nome, poi i pronomi che usa. Quindi quando io partecipo a gruppi, a incontri d'oltralpe, in lingua inglese dico "Mi chiamo Cristina Marras, pronouns she/her", quindi mi chiamo Cristina Marras e uso i pronomi 'she', al nominativo, e poi 'her' in tutti gli altri casi in inglese. Ora, in italiano questo non esiste, non non si usa, in italiano comunque è tutto reso incredibilmente difficile dal fatto che ogni articolo, sostantivo, aggettivo, spesso anche alcune forme verbali vengono declinate dipendentemente dal genere. Quindi se io voglio evitare di usare un linguaggio sessista, maschilista dove usando il maschile si intendono anche le donne, se voglio dare visibilità anche all'altro genere, dico "tutti e tutte", altra cosa problematica è che nell'italiano manca la forma neutra, quindi mentre in inglese si dico "they", loro, vuol dire che non è né maschio né femmina, può essere qualsiasi cosa, qualsiasi genere, in italiano questo non è possibile. Perché ve lo sto raccontando? Perché io ho un senso dell'umorismo 'wicked' che vuol dire un po' malizioso, un po' sciocchino anche, per certe persone. Quindi l'altro giorno mi trovavo appunto in uno di questi incontri, con altra gente che veniva da tutte le parti del mondo, ma più che altro gente di lingua inglese, e quando abbiamo fatto il giro di presentazioni mi sono presentata dicendo "mi chiamo Cristina Marras e i pronomi che uso sono 'she' e 'her' e poi ho aggiunto 'her Majesty' che è come dire Sua Eccellenza, sì sua monarca, sì Majesty di solito si usa per per la regina. E c'è qualcuno che ci è rimasto male perché c'era un po l'impressione che io stessi prendendo in giro il fatto di usare, che la gente giustamente chiede un linguaggio inclusivo che riconosce i diversi generi. E io ci sono rimasta malissimo, anzitutto perché io ho un rapporto personale con la regina. Io quando sono diventata cittadina australiana ho dovuto giurare fedeltà alla regina, ma veramente, proprio con il coso li, la bibbia non l'ho usata però ho dovuto giurare fedeltà alla regina perché io sono suddita. E poi raga', con il mazzo che mi faccio ogni giorno per cercare di usare una lingua inclusiva proprio io, insomma, è una cosa che non se ne cava piede, bisogna continuamente camminare sulle uova e niente, farò più attenzione, lo giuro, lo prometto, però lasciate il mio senso dell'umorismo, però lo riserverò ad altri ambiti. Questo ve lo prometto. TRANSLATION Ep. 695 Ah! I pronomi di genere (in genere...).mp3 I have a problem with pronouns. Actually no, I have problems with pronouns on several fronts. So, whenever I try to translate something from English into Italian, I face the problem of pronouns that by now English speakers are used to, as soon as they introduce themselves, saying the name, then the pronouns they use. So when I participate in groups, in transalpine meetings, in English I say "My name is Cristina Marras, pronouns she/her," so my name is Cristina Marras and I use the pronouns 'she', in the nominative, and then 'her' in all other cases in English. Now in Italian this does not exist, it is not used, in Italian actually it is all made incredibly difficult by the fact that every article, noun, adjective, often even some verb forms are declined depending on gender. So if I want to avoid using sexist, macho language where using the masculine also means women, if I want to give visibility to the other gender as well, I say "all male and all female," another problematic thing is that in Italian the neutral form doesn't exist, so while in English you say "they," and it means, it is neither male nor female, it can be anything, any gender, in Italian this is not possible . Why am I telling you this? Because I have a wicked sense of humor, which means a little mischievous, a little silly even, for some people. So the other day I was just in one of these meetings, with other people who came from all over the world, but mostly English-speaking people, and when we did the round of introductions I introduced myself by saying "my name is Cristina Marras and the pronouns I use are 'she' and 'her' and then I added 'her Majesty' which is like saying Her Excellency, yes her monarch, Majesty is usually used for the queen. And there were some people who were annoyed because there was a bit of an impression that I was making fun of the fact that I was using, that people (rightly so) demand inclusive language that recognises all genres. And I felt terrible about it, first of all because I have a personal relationship with the queen. When I became an Australian citizen I had to swear allegiance to the queen, but for real, just with the thing there, I didn't swear on the Bible however I had to swear allegiance to the queen because I am subject. And then guys, with the hard work I do every day to try to use an inclusive language, me of all people, I mean, it's a thing that you can never win, you have to constantly walk on eggshells and nothing, I will pay more attention, I promise, I promise, however leave me my sense of humor, but I will reserve it for other circumstances. This I promise you.
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È innegabile che anche gli animali provino emozioni, ma noi esseri umani siamo gli unici a manifestare quelle estreme in modo così plateale, con il riso e con il pianto. Perché lo facciamo? TRASCRIZIONE [Eng translation below] Sicuramente noi esseri umani non siamo gli unici nel creato a provare emozioni forti. Se penso ai miei gatti quando prendo in mano il barattolo del loro cibo che sono tutti contenti, mi ballano attorno, mi fanno gli occhi dolci. Oppure penso anche ad altri tipi di animali quando vengono disturbati, che sono arrabbiati. Però, per quanto io ne so, noi esseri umani siamo gli unici a manifestare queste grandi emozioni, tristi o allegre, in modo così plateale, con il riso e con il pianto. Ora, so che alcuni animali, mi pare, gli elefanti, emettono lacrime salate, però se voi immaginate, proprio da fumetto, una persona che piange a singhiozzi, ecco, io non ho mai visto l'immagine o il video di un elefante che singhiozza così. So anche che ci sono degli animali che ridono, ma sorridono, moltissimi cani lo fanno, però non ho mai visto il video di un animale che sghignazza di pancia, ride contento o contenta. Mi sto chiedendo: come mai noi esseri umani abbiamo queste manifestazioni così esagerate delle nostre emozioni? Di solito quando ci sono delle cose che io almeno non riesco a spiegare, poi quando vado a grattare viene fuori che è sempre qualcosa che ha a che vedere con l'evoluzione della specie, che per un motivo o per l'altro abbiamo sviluppato questo comportamento perché nei millenni si è visto che le persone che naturalmente avevano questo tipo di atteggiamento poi vivevano, invece gli altri, e quindi si potevano riprodurre tramandando i geni che facevano comportare in un certo modo, invece quelle persone che non si comportavano così, boom, morivano perché venivano divorate dal mammut. Allora non ho fatto ancora delle ricerche approfondite per scoprire i motivi di tanta, diciamo esagerazione nel pianto e nel riso, però è interessante pensarci. Siamo gli unici a esprimerci così e a farlo in modo così plateale, così rumoroso, così evidente. Un motivo sicuramente c'è, perché io non lo so, sono cresciuta così che penso sempre che tutte le cose abbiano un loro motivo, abbiano una loro ragione e il fatto che io non la conosca non significa che non ci sia. Quindi sono molto propensa a pensare che le cose che non so, sono lì, però comunque ora mi informo, poi se scopo ve lo faccio sapere Ahahahahahahah. Finisco con una risata. TRANSLATION Surely we human beings are not the only ones in creation who experience strong emotions. When I think of my cats when I pick up the jar of their food they are all happy, dancing around me, making eyes at me. Or I also think of other kinds of animals when they are disturbed, that they are angry. However, as far as I know, we human beings are the only ones who manifest these great emotions, sad or happy, so blatantly, with laughter and crying. Now, I know that some animals, I think, elephants, emit salty tears, however, if you imagine, just from comics, a person sobbing with sobs, lo and behold, I have never seen a picture or video of an elephant sobbing like that. I also know that some animals laugh, but they smile, a lot of dogs do, however, I have never seen a video of an animal snickering from the belly, laughing contentedly or happy. I am wondering: how come we human beings have such exaggerated manifestations of our emotions? Usually when there are things that I at least can't explain, then when I go to scratch it turns out that it's always something to do with the evolution of the species, that for one reason or another we developed this behavior because over the millennia it was seen that the people who naturally had this kind of attitude then lived, instead the others, and then they could reproduce by passing on the genes that made people behave in a certain way, instead those people who didn't behave this way, boom, they died because they were eaten by the mammoth. So I haven't done extensive research yet to find out the reasons for so much, let's say exaggeration in crying and laughing, however, it is interesting to think about it. We are the only ones who express ourselves like this and do it so blatantly, so loudly, so blatantly. There is a reason, because I don't know, I grew up always thinking that all things have their reason, they have their reason, and the fact that I don't know it doesn't mean it's not there. So I'm very inclined to think that the things I don't know, they're there, however, I'm going to look into it now, then if I fuck I'll let you know Ahahahahahahah. I end with a laugh.
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Una volta tanto la tecnologia mi ha risolto immediatamente un problema. TRASCRIZIONE [ENG translation below] I perigli della tecnologia e quando invece ci risolve un problema. L'altro giorno sono andata a trovare mia mamma. Avevo con me il cellulare quando sono arrivata da lei, e lo so di sicuro perché in macchina stavo ascoltando un podcast, quindi sicuramente ce l'avevo con me. Poi quando è arrivato il momento di lasciare casa di mamma, ho cercato un po' quello che avevo da portarmi dietro. Quindi borsa, chiavi e telefono e il telefono non c'era. A volte lo poggio in in luoghi improbabili. Quindi cosa ho fatto? Ho preso il telefono di mia mamma e mi sono chiamata. Non sentendo alcuno squillo alcuno trillo ho pensato ah, chissà forse l'ho lasciato in macchina. Non sarebbe stata nemmeno la prima volta che avendo altre borse da prendere dal sedile mi dimentico di disincastrare il cellulare che di solito appiccico in un porta cellulare che è attaccato al cruscotto della macchina. Quindi arrivo alla macchina che per fortuna non era parcheggiata troppo lontano. Apro la macchina e il telefono non c'è. Ero sicura che non me l'avessero rubato perché dubito che un ladro si metta ad aprire la macchina, a rubare il telefono e poi richiudere la macchina a chiave. Quindi ero sicura che non me l'avevano rubato. Però ho guardato sotto i sedili e non trovandolo, ho detto vabbè, allora l'ho veramente lasciato a casa di mamma, quindi torno a casa di mamma. Ripeto, la macchina non era parcheggiata lontanissimo però cinque minuti a piedi sì, quindi torno da mia mamma e dico Mamma, il telefono deve essere qua, richiamami e poi mentre il telefono col suo telefono in mano sento il mio telefono che squilla, faccio il giro della casa e niente, non trovo il telefono. A quel punto chiamo, io ho una app a casa nel computer, che si chiama 'trova il mio', il mio telefono, il mio iPad, il mio computer. Quindi chiamo a casa. Per fortuna risponde mio figlio, naturalmente il numero me lo sono fatta dare da mia mamma, perché io tutti i miei numeri di telefono li ho, nel cellulare e anche tutte le mie password, tutto quanto in una app particolare che mi gestisce le password. Quindi chiamo casa, risponde mio figlio e dico aiutami, non trovo più il mio cellulare. Apri il mio il mio portatile e individua quella app particolare e aiutami a trovarla, a trovare il telefono. Lui apre il computer, fa tutte le cose, vede immediatamente il pallino del mio telefono e mi dice sì, è esattamente e mi dice la via dove sto però non mi aiutava perché sapevo che era a casa di mamma, ma non sapevo dove, e niente, alla fine ha trovato una cosa che dice 'fai suonare l'apparecchio' e me l'ha fatto suonare e l'avevo appoggiato nel bagno sopra un piccolo scaffale. Perché il telefono non suonava quando lo chiamavo dall'apparecchio telefonico di mia mamma? Perché dove abita mia mamma non c'è ricezione e quindi non avrebbe mai suonato. Evviva la tecnologia! TRANSLATION The perils of technology and when it solves a problem The other day I went to visit my mom. I had my phone with me when I arrived, and I know for sure because I was listening to a podcast in the car, so I definitely had it with me. Then when it was time to leave my mom's house, I looked around for a bit for what I had to take with me. So bag, keys, and phone, and the phone wasn't there. Sometimes I put it in unlikely places. So what did I do? I took my mom's phone and called myself. Not hearing any ringing or trilling, I thought, "Ah, I wonder if I left it in the car." It wouldn't have been the first time that, having other bags to take from the seat, I forgot to unhook the phone that I usually stick in a cell phone holder that is attached to the dashboard of the car. So I arrive at the car, which fortunately wasn't parked too far away. I open the car and the phone isn't there. I was sure that no one had stolen it because I doubt that a thief would go to the trouble of opening the car, stealing the phone, and then locking the car back up. So I was sure that no one had stolen it. But I looked under the seats and not finding it, I said, "Well, then I really left it at mom's house," so I go back to mom's house. I repeat, the car wasn't parked too far away, but five minutes on foot, yes, so I go back to mom's house and say, "Mom, the phone must be here, call me back." And then while I'm holding my mom's phone, I hear my phone ringing, I go around the house and nothing, I can't find the phone. At that point I call, I have an app at home on my computer that's called 'find my', my phone, my iPad, my computer. So I call home. Luckily, my son answers, naturally I got the number from my mom, because I have all my phone numbers in my cell phone and also all my passwords, everything in a particular app that manages my passwords. So I call home, my son answers and I say, "Help me, I can't find my cell phone anymore. Open my laptop and find that particular app and help me find it, to find the phone." He opens the computer, does everything, immediately sees the dot for my phone and says, "Yes, it's exactly" and tells me the street where I am, but it didn't help me because I knew it was at my mom's house, but I didn't know where, and nothing, in the end he found something that says "make the device ring" and made it ring for me and I had put it in the bathroom on a small shelf. Why didn't the phone ring when I called it from my mom's phone? Because there is no reception where my mom lives, so it would never have rung. Hurray for technology!
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TRASCRIZIONE [Eng translation below] Uh, la mia oca non c'è più. Va bene, state tranquilli, è viva e vegeta. Non le è successo niente, ma ora non ho più accesso diretto a lei. Perché? Che è successo allora? Per chi non avesse seguito le vicende dell'oca assassina che mi perseguitava, mi aggrediva e mi ha anche ferito facendomi uscire il sangue dal braccio, era alloggiata nella fattoria di mia suocera, a circa quaranta chilometri da Cagliari. Quando si andava a visitare la suocera, la madre di mio marito, passavo naturalmente del tempo con quest'oca fantastica. Però, dopo l'ultima incursione da parte di non sappiamo bene se sia una volpe oppure una volpe a due gambe, come dice mio marito, la scorsa settimana sono scomparse tutte le galline che c'erano lì, e insieme all'oca è rimasta solo lei. Non si sa se sia stata una volpe. Non si pensa sia stata una volpe perché le volpi, e lo sappiamo perché l'abbiamo visto in passato, poi chiunque abbia assistito a una strage fatta da una volpe sa a cosa mi sto riferendo, non c'è bisogno che lo racconti qui, però quando è una volpe a fare la strage è la natura. Le volpi fanno questo, è il loro mestiere, il loro mestiere istituzionale, la volpe che fa il massacro di galline. Però, non c'erano tracce di nessun tipo, quindi pensiamo che qualcuno se le sia rubate. Ci sono i rubagalline ancora nel duemila e ventiquattro, ci sono i rubagalline, quindi la mia oca tanto amata è rimasta da sola e la famiglia ha deciso di darla via, portandola in una fattoria dove ci sono altre galline. Ma soprattutto, ci sono altre oche anche di sesso maschile, quindi potrà anche procreare, fare insomma quello che fanno le oche. Mi dispiace molto, perché quest'oca che era incredibile. Appena si arrivava a Pula, parcheggiavo la macchina, giuro, tempo di aprire lo sportello e lei starnazzava fortissimo. Ma riconosceva evidentemente il rumore della macchina perché lo spazio dove era alloggiata era dietro la casa, quindi non poteva assolutamente vedere né la macchina né tanto meno la mia personcina.Quindi va bene, la prossima volta che andrò nella fattoria non ci sarà l'oca. Mi dispiace tantissimo. Avrei voglia di andare a visitarla nella sua nuova casa per vedere se le è passata questa follia che aveva nei miei confronti, che mi aggrediva. E io cercavo da dietro la rete di portarla a volevo farmi, volevo piacerle. Ecco, volevo farmi perdonare. Chissà quale cosa ho commesso senza saperlo. Comunque sta bene. E se mi capiterà di vederla e di avere sue notizie, sicuramente ve le riferirò. TRANSLATION Uh, my goose is no longer with me. Well, don't worry, she's alive and well. Nothing happened to her, but I no longer have direct access to her. Why? What happened then? For those who haven't followed the events of the assassin goose that pursued me, attacked me, and even wounded me, causing blood to flow from my arm, she was housed on my mother-in-law's farm, about forty kilometers from Cagliari. When we used to visit my husband's mother, I naturally spent time with this fantastic goose. However, after the last raid by, we're not sure if it was a fox or a fox on two legs, as my husband says, because last week all the hens that were there disappeared, leaving only the goose. Indeed, we don't know if it was a fox. We don't think it was a fox because foxes, and we know this from past experience, anyone who has witnessed a massacre by a fox knows what I'm referring to, there's no need to tell the story here. But well, when a fox does the massacre, it's nature. Foxes do this; it's their job, their institutional job, the fox that massacres hens. However, there were no traces of any kind, so we think someone stole them. Chicken thieves still exist in 2024; chicken thieves are still around. So, my beloved goose was left alone, and the family decided to give her away, taking her to a farm where there are other chickens. But more importantly, there are other male geese, so she may also reproduce, do what geese do. I'm very sorry because this goose was incredible. As soon as we arrived in Pula, I parked the car, I swear, the moment I opened the door, she honked loudly. But she evidently recognized the sound of the car because the space where she was housed was behind the house, so she couldn't see the car or, even less, my person. So, well, the next time I go to the farm, there won't be the goose. I'm very sorry. I would like to go visit her in her new home to see if she has overcome this madness she had towards me, attacking me. And I was trying from behind the fence to bring her around, I wanted to please her. That's it; I wanted to make amends. Who knows what I did without knowing it. Anyway, she's fine. And if I happen to see her and have news, I will certainly report them to you.
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Come? Stanno smantellando tutte le casse delle lettere, quelle rosse per imbucare la posta? Ah, no, aspé... TRASCRIZIONE Stamattina con un po' di tristezza è un po' di malinconia, ho letto che dovremmo dire addio alle nostre belle cassette per le lettere per imbucare le lettere quelle rosse che si trovano in tutte le città italiane. Ci sono legata molto sentimentalmente perché da sempre già da quando ero ragazzina, mi piaceva spedire lettere e cartoline anche alle persone che abitavano nella mia città, e poi, naturalmente, vivendo all'estero non facevo uso specifico delle cassette delle lettere italiane, però in giro per il mondo andava a spedire le lettere, comunque vederle in città, quelle quelle antiche divise in due in due sezioni città e italia non mi ricordo cosa ci sia scritto, mi dà un senso di sicurezza un senso di tranquillità un senso di, Ecco sono a casa, un po' come le cabine telefoniche che, ahimé, invece quelle sì sono scomparse, quindi non mi ricordo dove ho letto 'addio alle vecchie cabine, alle vecchie cassette delle lettere verranno sostituite da queste nuove cassette delle lettere intelligenti che dicono al postino, quando c'è la lettera, ci sono le lettere dentro, che dicono anche che tempo fa e chissà cos'altro. Poi cercando così in rete sono capitata su un altro articolo intitolato esattamente allo stesso modo, addio alle vecchie cassette posta diventeranno smart e digitali, sono andata a vedere la data ed era il settembre del 2022, quindi più di un anno fa. Quindi mi è venuto da ridere perché in questo articolo del 2022 si diceva che entro l'anno ci sarebbero state non so quanta percentuale in tutta Italia di cassette postali rosse tolte e sostituite da quelle super intelligenti e quindi invece adesso l'ANSA pubblica la notizia che verranno installate le cassette. Quindi in un anno non si è fatto assolutamente niente, allora dopo l'inizio della giornata. un po' malinconico, ho detto oddio mi portano via anche alle cassette delle lettere, mi sono rilassata e mi sono ricordata, e vabbè ce ne vuole di tempo prima che facciano realmente qualcosa, Cristina, rilassati che ancora per molto tempo, ti potrei godere le tue belle cassette delle lettere che già da due anni ci provano e dire che le devono sostituire con questa intelligenti, per ora di intelligente non so che cosa ci sia in Italia, sicuramente non le cassette delle lettere e comunque a me le cassette delle lettere piacciono non intelligenti, preferisco che l'intelligenza risieda dentro le lettere dentro le cartoline dentro le missive che la gente in buca ci mette dentro. E vabbè no. Comunque se ste cose intelligenti le devono fare tiro un sospiro di sollievo perché ancora me le posso godere. Infatti domani per prima cosa vado e mi fotografo la mia cassetta delle lettere rossa prima che diventi veramente una rarità da museo.
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Il mio sentimento di sardità varia nel tempo e dipende dalle latitudini. In questo momento mi sento molto sarda e molto contraria al colonialismo continentale. TRASCRIZIONE [ENG translation below] Cosa significa per me essere sarda e considerarmi italiana? Bella parola. È una cosa difficile da descrivere perché è una cosa che cambia dipendentemente da dove mi trovo a vivere. Quando stavo all'estero mi sentivo molto sarda e rivendicava la mia provenienza dall'isola della Sardegna. Quando ero molto giovane e stavo in Sardegna, prima delle mie tante migrazioni, l'identità sarda mi stava molto stretta perché era aggrovigliata con tutto quello che mi impediva di vivere la vita che avrei voluto vivere, parliamo degli anni '80 e essere una ragazzina con idee strane per la testa negli anni '80 a Cagliari non era semplicissimo, tant'è che per me fu più facile lasciare l'Italia che lasciare la Sardegna. Sì, è una cosa strana quella dell'identità, perché ad esempio, quando stavo all'estero e vedevo un cognome sardo, non potevo fare a meno di... mi si sollevavano le antenne, ero per lo meno curiosa, o per lo meno mi veniva il pensiero, questa è una persona sarda. Non lo so se la stessa cosa accada con le persone che provengono dalle altre regioni italiane. Non lo so, quando un napoletano vede un cognome tipicamente napoletano, ma se poi esiste una cosa del genere, perché la nostra insularità ci ha anche portato a mantenere i nostri cognomi tra di noi? Perché sto facendo questo discorso? Non lo so, perché in questi giorni si parla molto di identità, perché in questi giorni la Sardegna si prepara alle elezioni regionali che poi dovranno decidere il nostro destino per i prossimi quattro anni, anche per chi non si interessa di politica, se tu non ti interessi di politica la politica si interessa di te perché è la politica che poi fa funzionare, o fa non funzionare, tutti i servizi che noi usiamo. L'essere abitanti di quest'isola meravigliosa, i fenicotteri, il mare, la spiaggia, il sole, tutto quello che vuoi, però poi ci troviamo tagliati fuori da un sacco di altri circuiti e purtroppo anche se tu vai al Museo Archeologico di Cagliari, che è molto completo a tutta la storia della Sardegna, però la Sardegna viene sempre presentata come quella che è stata occupata, non c'è una vera e propria storia della Sardegna dove noi siamo protagonisti perché noi protagonisti lo siamo stati, dico noi anche se io non c'ero, c'è anche quest'altra cosa qua, non è che perché in Sardegna ci sono stati i nuraghi che io sia particolarmente boh, non lo so una guerriera o che ne so. No però parlare del passato è importante per capire certi meccanismi e infatti c'è un sacco di gente che parla di Sardegna che però non ha studiato la storia e ne parla sempre in termini di colonia. Ecco, la Sardegna non facciamola più stare, essere una colonia, autodeterminarci, no? TRANSLATION What does it mean for me to be Sardinian and to consider myself Italian? Good question. It is a difficult thing to describe because it is something that changes depending on where I am living. When I was abroad I felt very Sardinian and claimed my origin from the island of Sardinia. When I was very young and living in Sardinia, before my many migrations, the Sardinian identity was very tight for me because it was entangled with everything that prevented me from living the life I wanted to live, we are talking about the 1980s, and being a young girl with strange ideas in her head in the 1980s in Cagliari was not very easy, so much so that it was easier for me to leave Italy than to leave Sardinia. Yes, it is a strange thing that of identity, because for example, when I was abroad and saw a Sardinian surname , I couldn't help but ... my antennae would be raised, I was at least curious, or at least the thought would come to me , this is a Sardinian person. I don't know if the same thing happens with people from other Italian regions. I don't know, when a Neapolitan sees a typical Neapolitan surname, but then if there is such a thing, why has our insularity also led us to keep our surnames among ourselves? Why am I giving this speech? I don't know, because these days there is a lot of talk about identity, because these days Sardinia is preparing for the regional elections that then will have to decide our fate for the next four years, even for those who don't care about politics, if you don't care about politics politics politics cares about you because it is politics that then makes all the services that we use work , or doesn't work. The being inhabitants of this wonderful island, the flamingos, the sea, the beach, the sun, everything you want, but then we find ourselves cut off from a lot of other circuits and unfortunately even if you go to the Archaeological Museum in Cagliari , which is very comprehensive to the whole history of Sardinia, however Sardinia is always presented as the one that was occupied, there is no real history of Sardinia where we are protagonists because we protagonists were , I say we even if I was not there, there is also this other thing here , it is not that because in Sardinia there were nuraghi that I am particularly boh , I don't know a warrior or what do I know . No however talking about the past is important to understand certain mechanisms and in fact there are a lot of people who talk about Sardinia who however have not studied history and always talk about it in terms of a colony. Here, let's not let Sardinia stay anymore, be a colony, self-determine, right?
#abbassoilcolonialismo#autodeterminazione#colonialismo#elezioniregionali#micropodcast#minipodcst#podcastdonna#podcastitaliano#sardità
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Avete presente quando vi appare la schermata che vi chiede 'mostrami che non sei un robot' e dovete fare clic su un quadratino? Mi vuoi dire che l'intelligenza artificiale che ormai sa fare tutto, non è in grado di fare un tic, di mettere un click su un quadratino? Ho scoperto il segreto, quello che un computer NON sa fare e che lo distingue da noi umani. TRASCRIZIONE [ENG translation below] Avete presente quando volete fare qualcosa su internet e vi appare una schermata che vi chiede 'mostrami che non sei un robot' e dovete fare clic su un quadratino. Io ogni volta che l'ho trovato mi sono sempre chiesta ma scusa, l'intelligenza artificiale ormai sa fare cose incredibili, lo sapete bene anche voi, sia dal punto di vista dei disegni, dei video per non parlare poi della generazione di testi, e mi vuoi dire che una cosa così raffinata, così potente non è in grado di fare un tic, di mettere un click su un quadratino? Quindi è sempre stata una cosa abbastanza arcana che non non riuscivo a spiegarmi e ora finalmente ho scoperto di che cosa si tratta, ed è effettivamente una cosa che distingue gli esseri umani dai computer. Quando ci chiedono di fare click su un quadratino, non gliene frega niente che noi facciamo o meno clic sul quadratino perché click lo saprebbe fare anche il computer, non solo, ma il computer lo farebbe in un modo molto molto, molto preciso, cioè con una perfetta linea retta che da dove si trova il cursore arriverebbe al quadratino. Ecco, questa è una cosa che noi esseri umani non sappiamo fare. Quindi quando ci chiedono fai click per dimostrare di essere umano, non gliene frega niente di vedere o meno il click sul quadratino, interessa al sistema vedere il percorso, il movimento che fa il nostro mouse, quindi il nostro cursore dentro lo schermo. Perché? E tenetevi stretti e strette, quando noi stiamo navigando automaticamente stiamo dando il permesso a... Boh a internet di controllare, gestire, raccogliere, conservare non solo i siti che noi visitiamo nella nella storia del nostro browser, ma anche tutti i movimenti che noi facciamo col nostro cursore, e mentre il computer appunto arriva in modo diretto e perfetto, linea retta da dove si trova il quadratino, un essere umano non sarà mai in grado di farlo, quindi si capisce che si tratta di un essere umano e non di un robot perché si vedono tutti i ghirigori, i movimenti del mouse fino ad arrivare al quadratino. Quindi vi ho svelato un mistero, e il computer che cerca di imitarci non potrà mai essere così imperfetto quanto noi, fino a quando non si creeranno dei programmi che generano movimenti random del mouse, e allora non lo so, ci chiederanno un pelo dei capelli che verrà analizzato in tempo reale per vedere se si tratta di esseri umani oppure di computer. Pensateci la prossima volta che muovete il mouse: vi stanno spiando. TRANSLATION You know when you want to do something on the Internet and a screen pops up asking you 'show me that you are not a robot' and you have to click a little square. I every time I found it, I always wondered but excuse me, artificial intelligence now can do incredible things, you know it too, both from the point of view of drawings, videos not to mention text generation, and you want to tell me that something so refined, so powerful is not able to make a twitch, to put a click on a square? So it's always been a fairly arcane thing that I couldn't explain, and now I've finally found out what it is, and it's actually something that distinguishes human beings from computers. When they ask us to click on a square, they don't give a damn whether we click on the square or not because click would know how to do it, not only that, but the computer would do it in a very, very precise way, that is, with a perfect straight line from where the cursor is to the square. Here, this is something we human beings do not know how to do. So when they ask us to click to prove we are human, they don't give a damn whether or not they see the click on the little square, they care about the system seeing the path, the movement that our mouse makes, that is the cursor inside the screen. Why? And hold on tight and tight, when we are browsing automatically we are giving permission to... IDK to the Internet to control, to manage, to collect, to store not only the sites that we visit in the in the history of our browser, but also all the movements that we make with our cursor, and while the computer goes in a precise way in a direct and perfect, straight line from where the little square is, a human being will never be able to do that, so you can tell that it's a human being and not a robot because you see all the squiggles, the movements of the mouse all the way down to the little square. So I have revealed a mystery to you, and the computer that tries to imitate us can never be as imperfect as we are, until they create programs that generate random mouse movements, and then I don't know, they will ask us for one of our hair that will be analysed in real time to see whether it is human beings or computers. Think about it the next time you move the mouse: you are being spied on.
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Nel film devono esserci almeno 2 donne, le donne devono parlare tra di loro e non devono parlare solo di uomini. Queste le 3 regole da rispettare per superare il test Bechdel. TRASCRIZIONE [ENG translation below] Il Bechdel test ci fa capire quanto importante sia la figura femminile all'interno di un film e, non lo sapevo, l'ho scoperto oggi, viene da un fumetto, un fumetto che è stato fatto dove due donne parlano e una dice all'altra "No, guarda, al cinema vengo solo se il film ha più di due personaggi femminili, se i personaggi femminili parlano tra di loro e se questi due personaggi femminili non parlano di uomini o comunque non solo di uomini". Queste sono le tre caratteristiche per vedere se un film supera il cosiddetto Bechdel test. Quindi la prossima volta che guardati un film a casa, al cinema o anche una serie televisiva osservate un po', quanti personaggi femminili ci sono? Osservate se sono personaggi che hanno anche delle frasi da pronunciare o se sono semplicemente lì per per fare bella figura, e anche se parlano questi personaggi, fate attenzione a capire che tipo di dialoghi hanno, se parlano solo di uomini oppure se parlano di cose anche esterne, non solo della loro femminilità, ma anche di cose pratiche e di quello che sanno fare, di cose tecniche, del loro lavoro, delle loro competenze, delle loro specialità. Il Bechdel test, ci sono dei siti che analizzano un sacco di film che per vedere se rispondono o meno a questi a questi criteri che ripeto sono facilissimi da adattare, però questo Bechdel test si può applicare anche ai videogiochi, perché sempre di più anche nei videogiochi le figure femminili o non ci sono per niente, oppure se esistono hanno dei ruoli ancillari, secondari e comunque non sono dei ruoli che danno molta importanza al gioco. So che esistono delle eccezioni, dico in linea di massima la maggioranza dei giochi. Non solo, ma sono state fatte delle ricerche, sapete che oggi nei videogiochi ci sono moltissimi dialoghi, quasi quanto in un libro, quasi quanto in un film, e una volta che si hanno dei dialoghi con alcuni personaggi, questi ne generano degli altri creano, esistono dei veri e propri diciamo alberi, ramificazioni di dialoghi, e hanno fatto queste ricerche e hanno scoperto che se si parla solo con i personaggi maschili si vince il gioco molto prima e con un punteggio molto più alto, se invece nei giochi che hanno sia personaggi maschili e femminili che parlano, parlando solo ed esclusivamente coi personaggi femminili, si finisce più tardi e con un punteggio molto più basso, quindi si invoglia chi gioca a interloquire solo con i personaggi maschili. Ecco, questo è un messaggio a chi mi ascolta e che fa videogiochi. Dateci personaggi femminili interessanti e che ci facciano vincere i giochi. TRANSLATION The Bechdel test makes us realize how important the female figure is within a movie and, I didn't know, I found out today, it comes from a comic book, a comic book that was made where two women talk and one says to the other, "No, look, I only come to the movies if the movie has more than two female characters, if the female characters talk to each other and if these two female characters don't talk about men or at least not only about men." These are the three characteristics to see if a film passes the so-called Bechdel test. So next time you watch a movie at home, at the cinema or even a TV series watch a little bit, how many female characters are there? Observe whether they are characters who also have phrases to speak or whether they are simply there to make themselves look good, and even if these characters speak, be careful to see what kind of dialogues they have, whether they talk only about men or whether they talk about external things as well, not only about their femininity, but also about practical things and what they can do, technical things, their work, their skills, their specialties. The Bechdel test, there are sites that analyze a lot of movies that to see whether or not they meet these to these criteria that I repeat are very easy to adapt, however this Bechdel test can also be applied to video games, because more and more even in video games the female figures are either not there at all , or if they do exist they have ancillary , secondary roles and in any case they are not roles that give much importance to the game. I know there are exceptions, I say in principle the majority of games. Not only that, but some research has been done, you know in video games today there is a lot of dialogue, almost as much as in a book, almost as much as in a movie, and once you have dialogue with some characters, they generate others create, there are real let's say trees , branches of dialogue, and they did this research and found that if you talk only with male characters you win the game much sooner and with a much higher score, if on the other hand in games that have both male and female characters talking, talking only and exclusively with female characters, you end up later and with a much lower score, so it entices the people who play the game to interject only with male characters. Here, this is a message to those who listen to me and who make video games. Give us interesting and game-winning female characters. LINK Rappresentazione delle donne nei videogiochi, ne parlano su ABC Radio National https://www.abc.net.au/listen/programs/philosopherszone/gender-gaming-and-pop-culture/102960748
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Segui il tuo istinto e non dare mai niente per scontato. Ottime regole da applicare nella vita di tutti i giorni, direttamente dalla famose Regole di Mosca, quelle usate dalle spie durante la guerra fredda. Sono dieci, e io ve le racconto e poi fatene l'uso che volete, perché così, applicando le Regole di Mosca, potrete sentirvi anche voi dei personaggi di un romanzo, delle spie avventuriere anche quando andate al supermercato a vedere se è rimasto un panettone. Il mio regalo per voi in questo finale d'anno. TRASCRIZIONE [ENG translation below] Oggi si conclude un ciclo che è iniziato il primo gennaio con un regalo. Oggi, 31 dicembre, Voglio concludere con un altro regalo, concludere nel senso che i 3 minuti grezzi, come avrete notato, non è più giornaliero, ma lo faccio quando ho qualcosa da dire. Allora che regalo vi voglio fare oggi? È il regalo delle Regole di Mosca, che voi direte ma che sono queste Regole di Mosca? Sicuramente le conoscete, perché se avete mai guardato un film di spionaggio, o letto un libro di spionaggio, sicuramente si parlava, o comunque si applicavano le Regole di Mosca, che sono le regole da seguire per diventare una spia che non si fa catturare. Sono dieci, sono state codificate, ma non è che esistano così, insomma sono state codificate e io ve le racconto e poi fatene l'uso che volete, perché così, applicando le Regole di Mosca, potrete sentirvi anche voi dei personaggi di un romanzo, delle spie avventuriere anche quando andate al supermercato a fare la spesa. Allora la regola numero uno dice non date mai niente per scontato, e questa mi sembra una regola che si possa applicare tranquillamente anche nella nostra vita. Poi, non andare mai contro il tuo istinto, quando senti una cosa nello stomaco di pancia, che ti dice "mmm... questa cosa è un po'..." Ecco, seguite la pancia. La numero tre è che tutti potenzialmente sono controllati dal tuo nemico. Questo vuol dire di andarci piano, di andarci cauti, di non allargarsi mai troppo, di non raccontare cose che non si dovrebbero raccontare. Un'altra regola, non guardarti alle spalle, perché guardarsi alle spalle significa pensare di essere seguiti. E questa regola dice non guardatevi alle spalle perché non sei mai completamente solo o sola, c'è sempre qualcuno che ti guarda. Quindi il trionfo della paranoia più totale che tutti ti stanno guardando, tutti ti stanno spiando. La regola numero, cinque vai col flusso e mimetizzati, non dare nell'occhio, confondi tutti nella folla. Regola numero sei, varia sempre le cose che fai e non fare troppo spesso le stesse cose, quindi sii un po' imprevedibile. Numero sette, fai credere al tuo nemico che possa stare tranquillo, quindi dargli un falso senso di sicurezza. La numero otto, non prendertela con il tuo nemico, perché devi sempre rispettarlo. La numero nove, scegli tu il tempo, il momento e il luogo di agire, e la numero dieci tieni sempre le tue opzioni tutte aperte. Aggiungo una chiosa che queste che vi ho letto sono le Moscow rules in inglese, su Wikipedia, e ci sono altre quattro lingue; il cinese, il russo, il francese e il lombardo. Vi lascio a voi a pensare non lo so, se c'è qualcosa da pensare. Ci sentiremo ancora. TRANSLATION Today we conclude a cycle that began on January 1 with a gift. Today, December 31, I want to conclude with another gift, conclude in the sense that the 3-minute podcast, as you may have noticed, is no longer daily, but I do it when I have something to say. So what gift do I want to give you today? It is the gift of the Moscow Rules, and you will wonder, what are these Moscow Rules? Surely you are familiar with them, because if you have ever watched a spy movie, or read a spy book, surely they talked about, or at least applied the Moscow Rules, which are the rules you have to follow to become a spy who does not get caught. There are ten of them, they have been codified, but it's not that they exist like that, in short they have been codified and I'll tell you about them and then make use of them as you wish, because then, applying the Moscow Rules, you can also feel like characters in a novel, adventurous spies even when you go to the supermarket to do your shopping. Then rule number one says never take anything for granted, and this seems to me to be a rule that can be safely applied in our lives as well. Then, never go against your instinct, when you feel a thing in your gut stomach, that says "mmm... this thing is a little..." That's it, follow your gut. Number three is that everyone is potentially controlled by your enemy. This means to tread lightly, to tread carefully, to never overextend yourself, to not tell things you should not tell. Another rule, do not look over your shoulder, because looking over your shoulder means thinking you are being followed. And this rule says don't look over your shoulder because you are never completely alone or lonely, there is always someone watching you. So the triumph of total paranoia that everybody is watching you, everybody is spying on you. Rule number, five go with the flow and blend in, be inconspicuous, and confuse everyone in the crowd. Rule number six, always vary the things you do and don't do the same things too often, so be a little unpredictable. Number seven, make your enemy think he can be comfortable, thus giving him a false sense of security. Number eight, don't pick on your enemy, because you must always respect him. Number nine, you choose the time, time, and place to act, and number ten always keep your options all open. I will add a caveat that these that I read to you are the Moscow rules in English, on Wikipedia, and there are four other languages; Chinese, Russian, French, and Lombard. I will leave you to think I don't know if there is anything to think about. We will be in touch again. LINK https://en.wikipedia.org/wiki/The_Moscow_rules
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Un ufficio postale sperduto su un'isoletta del Giappone dove si raccolgono le lettere mai arrivate a destinazione. TRASCRIZIONE [ENG translation below] C'è un vecchio film degli anni '80, della fine degli anni 80 intitolato 'Dead Letter Office', l'Ufficio delle lettere morte. Un film che vidi, un film proprio piccino piccino, che non so se abbia avuto una distribuzione fuori dall'Australia, un film australiano con tra l'altro Miranda Otto che è una bravissima attrice australiana. Comunque, perché ve ne sto parlando? Perché racconta la storia di questa ragazza che lavora in un ufficio postale molto particolare dove arrivavano le lettere che non avevano destinatario, che non riuscivano ad arrivare a destinazione, mi pare di ricordare. Comunque, mi è sempre rimasto impresso questa cosa qua dell'ufficio postale delle lettere morte, anche perché a me piace molto scrivere lettere, quando viaggiavo per il mondo e non avevo una fissa dimora, mi arrivavano le lettere al Poste Restante, insomma, mi piace molto tutta questa situazione di ufficio postale. Ebbene, oggi, grazie alla newsletter giornaliera, le Letterine di Stefano Mirti, ho scoperto che esiste un'isoletta in Giappone, un'isoletta che si chiama Awashima, dove c'è un piccolo ufficio postale dove arrivano le lettere che non sono mai arrivati a destinazione. Non ho capito bene se arrivino da tutto il mondo, solo dal Giappone, penso da tutto il mondo, e sono andata a cercarlo poi su Wikipedia e l'ho trovato, l'ufficio del postale Missing Post Office, l'ufficio postale delle cose scomparse, è un piccolo edificio dove appunto c'è questo ufficio postale dove arrivano le lettere che non vengono consegnate che non sono consigliabili perché hanno un indirizzo scritto male oppure mancano totalmente di indirizzo oppure non è possibile rintracciare il destinatario. È una cosa molto romantica se ci pensate, cercare di dare comunque importanza e rilievo tenere da qualche parte queste lettere che non sono arrivati a destinazione, questa comunicazione che non è avvenuta e questo mi porta, mi fa ricordare sempre in tema di Giappone un film, dovrei andare a cercare un po' a recuperare il titolo, un film meraviglioso dove tra le altre cose si parla di una cabina telefonica dove la gente andava a telefonare alle persone care che non c'erano più, non facevano delle vere telefonate, prendevano il ricevitore e parlavano, quindi si sfogavano. E ho scoperto che questa cabina telefonica esiste realmente in un parco e che la gente effettivamente va lì per parlare con quelli che non ci sono più. Avevo anche cercato di metterla nell'itinerario nell'ultimo mio viaggio in Giappone, però era veramente fuori da tutto il resto e sarà questo forse un motivo per tornare in Giappone, per andare a vedere un po' questa cabina telefonica per le persone che non ci sono più e magari andare anche a fare un giro nell'ufficio postale per le lettere delle persone che non hanno mai ricevuto la lettera. TRANSLATION There is an old movie from the 1980s, from the late 1980s called 'Dead Letter Office'. A movie that I saw, a really teeny weeny movie, which I don't know if it had a distribution outside Australia, an Australian movie with by the way Miranda Otto who is a very good Australian artist. Why am I telling you about this anyway? Because it tells the story of this girl who works in a very particular post office where letters that had no addressee, that failed to reach their destination, I seem to remember. Anyway, I've always been impressed with this thing here of the post office of dead letters, also because I really like writing letters, when I was traveling around the world and didn't have a fixed abode, I would get letters at the Poste Restante, I mean, I really like this whole post office situation. Well, today, thanks to the daily newsletter, Stefano Mirti's Letterine, I found out that there is a small island in Japan, a small island called Awashima, where there is a small post office where letters arrive that never reached their destination. I didn't quite understand if they come from all over the world, only from Japan, I think from all over the world, and I went to look it up then on Wikipedia and I found it, the Missing Post Office, the post office of the missing things , it's a small building where just there is this post office where letters come in that are not delivered that are not advisable because they have a misspelled address or they totally lack an address or you can't trace the recipient . It's a very romantic thing if you think about it, to try to still give importance and prominence to keep somewhere these letters that didn't get through, this communication that didn't happen and that brings me , it makes me remember always on the subject of Japan a movie , I should go and look a little bit to retrieve the title, a wonderful movie where among other things it talks about a phone booth where people would go and call loved ones who were gone, they didn't make real phone calls, they just picked up the receiver and talked, so they vented. And I found out that this phone booth actually exists in a park and that people actually go there to talk to those who are no longer there. I had also tried to put it on the itinerary on my last trip to Japan, however, it was really out of the picture, and that will be perhaps a reason to go back to Japan, to go and see a little bit of this phone booth for people who are no longer there and maybe even go to the post office for letters from people who never got their letters. LINK: Il film Dead Letter Office La letterina di Stefano Mirti L'ufficio postale in Giappone (hyōryū-yūbinkyoku)
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Nella più squisita tradizione del parlato e della chiacchiera, inizio a parlare di una cosa e poi mi perdo a parlare di tutt'altro. Però il succo è questo: siamo dei piccoli mondi concentrati su noi stessi, e anche se lo sappiamo pensiamo invece che gli altri mondi prestino attenzione a quello che facciamo. TRASCRIZIONE [ENG translation below] Dopo aver trascorso un bel po' di tempo a chiedermi ma che faccio con questi 3 minuti grezzi? Proseguo il prossimo anno? Smetto, e se proseguo, in che forma? Quanto spesso? Poi un giorno mi sono detta, ma posso anche smettere quando voglio e poi riprendere quando ho qualcosa da dire. Infatti negli ultimi giorni non ho pubblicato nuovi episodi dei 3 minuti grezzi, nessuno si è lamentato e nessuno se n'è nemmeno accorto. E va benissimo così, perché, anche se io sono cosciente di queste cose psicologiche che ci succedono che quando abbiamo una macchia sulla maglia pensiamo che tutti stiano fissando la macchia e invece nessuno nemmeno se n'è accorto, noi siamo così fissati sulle nostre cose che pensiamo che le nostre cose, quindi noi stessi, siano al centro dell'universo del mondo che ci circonda, che giustamente se ne frega di noi e di tutto il resto, perché noi siamo dei piccoli mondi, tutti concentrati su noi stessi e su noi stesse (è un po' una rottura questa cosa della lingua italiana che tutto deve essere al maschile e al femminile quando si vuole essere inclusivi bisogna ripetere il maschile e il femminile. Comunque chiudo qua la parentesi). Sì, ho deciso che farò i 3 minuti quando ho qualcosa da dire. Oggi la cosa che avevo da dire era appunto questa di come, nonostante sia una persona che legge moltissimo, ascolta un sacco di podcast che parlano di cose psicologiche, tra l'altro mio figlio sta facendo un corso di studi molto incentrato sulla psicologia e su come le persone si vedono e sull'utenza eccetera, io a volte sbircio tra i suoi libri o lo ascolto mentre ripete quando è qui a casa per le vacanze, quindi prendo anche cose estremamente tecniche, ad esempio adesso ho sentito che studiava questa cosa sui neuroni, sai di neuroni noi ne abbiamo boh, mi pare 85 milioni o miliardi, comunque tantissimi, e non solo gli scienziati individuano i neuroni ma riescono addirittura a vedere all'interno dei neuroni queste piccole scariche. Ma come cavolo fanno a vedere le scariche elettriche dentro i neuroni? Comunque, chiusa l'altra parentesi, questo per dirvi che sì, prenderò un nuovo ritmo e anziché scappicollarmi come ho fatto durante diverse trasferte in Francia, in Germania e in Giappone quest'anno che mi sono fatta non in quattro in ventimila per riuscire a pubblicare ogni giorno, nonostante tutto, pioggia, nebbia, fango e quant'altro, mancanza di internet, quello era solitamente il problema, sono riuscita comunque a pubblicare ogni giorno, puntuale come un orologio, puntuale come il gallo che vi sveglia la mattina, i miei 3 minuti grezzi. Adesso sospirone di sollievo, li pubblicherò quando avrò qualcosa da dire. Questa era la cosa che avevo da dirvi oggi. Vi amo sempre comunque tantissimo e fatevi sentire, dài. TRANSLATION After spending quite a bit of time wondering, but what do I do with these 3 raw minutes? Do I continue next year? Do I stop, and if I continue, in what form? How often? Then one day I said to myself, but I can also stop when I want and then resume when I have something to say. In fact, in the last few days I have not posted any new episodes of the raw 3 minutes , no one has complained and no one has even noticed. And that's perfectly fine, because , even though I am aware of these psychological things that happen to us that when we have a stain on our shirt we think everyone is staring at the stain and instead no one even noticed it, we are so fixated on our things that we think that our things, so ourselves, are at the center of the universe of the world around us, which rightly doesn't give a damn about us and everything else, because we are little worlds, all focused on ourselves and ourselves (it's kind of a pain in the ass this Italian language thing that everything has to be masculine and feminine when you want to be inclusive you have to repeat masculine and feminine. However, I will close the parenthesis here). Yes, I have decided that I will do the 3 minutes when I have something to say. Today the thing I had to say was just this about how even though he is a person who reads a lot, he listens to a lot of podcasts that talk about psychological things, by the way my son is doing a course of study very focused on psychology and how people see themselves and user etcetera, I sometimes peek through his books or listen to him repeating when he is here at home for the vacations, so I also take extremely technical things, for example now I heard that he was studying this thing about neurons, you know of neurons we have boh, I think 85 million or billion, anyway so many, and not only scientists detect neurons but they can even see inside the neurons these little discharges. But how on earth can they see the electrical discharges inside the neurons? Anyway, closed the other parenthesis, this is to tell you that yes, I will take a new rhythm and instead of running and jumping as I did during several trips to France, Germany and Japan this year that I really had to go over the top out of breath to be able to publish every day, despite everything, rain, fog, mud and whatnot, lack of internet, that was usually the problem, I still managed to publish every day, punctual as clockwork, punctual as the rooster that wakes you up in the morning, my 3 raw minutes. Now sigh of relief, I will post them when I have something to say. That was the thing I had to say to you today. I always love you anyway so much and let me hear from you, come on.
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Un invito a tutte le persone che si occupano di organizzare incontri, tavole rotonde e convegni: intromettetevi e chiedete che ci sia almeno parità di genere, tra i relatori. E se vi dicono che non hanno relatori di sesso femminile, dite che vi rivolgerete a qualche altra organizzazione fintanto che loro avranno coltivato una cultura di parità. TRASCRIZIONE [ENG translation below] Mi è capitato ieri di ricevere un invito a partecipare a un convegno, un incontro dove si parlava del futuro di certi enti della mia regione. Ho letto il volantino e ho notato che tra i relatori c'erano otto uomini e solo una donna. Di solito cestino immediatamente, però non lo so, mi è venuto da rispondere, per cui ho risposto all'email e ho detto no, guardi, a eventi dove ci sono otto relatori maschi e una donna, non partecipo perché non mi interessano. E fin qua niente, niente di strano, purtroppo. La cosa che mi ha stupito è che la persona che ha organizzato, o che mi ha mandato questo invito, m'ha risposto e m'ha spiegato che questo disequilibrio era dovuto al fatto che è un relatore non voleva, una relatrice non voleva partecipare, questo e quest'altro, c'erano delle persone che bisognava invitare e poi ha concluso dicendo, non mi sembrava opportuno fare pressione su queste persone che sono state invitate a mandare dei relatori per chiedere che fossero donne. E io ho risposto invece ho detto, no le pressioni bisogna farle eccome perché finché non si faranno queste pressioni, è nostra responsabilità quando organizziamo qualcosa, qualsiasi cosa, fare le pressioni perché ci sia un equilibrio di rappresentanza di genere, che poi è quello della rappresentanza del genere è solo uno dei tanti equilibri che bisognerebbe avere perché non esistono solo i generi ci sono anche altre categorie a cui bisognerebbe dare la possibilità di manifestare una opinione in prima persona. E quindi ho detto no, bisogna intromettersi eccome, perché altrimenti la cultura non cambierà mai. E ho mandato l'email e mi sono stupita nel vedere che questa persona mi ha ancora una volta risposto, evidentemente anche questa persona c'è rimasta molto male, anche questa persona è rimasta, sì non troppo contenta dell'equilibrio, però si è sentita forse non autorizzata a prendere certe decisioni, per cui mi ha mandato gli estremi di un altro evento che ha organizzato tempo fa sulla parità di genere eccetera, quindi questa persona si è voluta mettere un po' l'anima in pace, voleva dire non sono una persona che a queste cose non ci pensa, ci penso eccome. Ecco, io invito tutte le persone che si occupano di organizzare incontri, ecco, intromettetevi, chiedete, pretendete che ci sia almeno parità di genere, se non altri tipi di parità, quando organizzate un incontro, e se vi dicono no, noi abbiamo solo un maschio da mandare, dite vabbè, ci rivolgeremo a qualche altra organizzazione fintanto che voi avrete dato la possibilità anche alle donne di dire la loro opinione. Va bene? Facciamo così, dài. TRANSLATION I happened to receive an invitation yesterday to attend a conference, a meeting where they were talking about the future of certain entities in my region. I read the flyer and noticed that among the speakers there were eight men and only one woman. I usually trash it immediately, however, I don't know, it came to me, so I responded to the email and said no, look, when events have eight male speakers and one woman, I don't attend, because I'm not interested in them. And so far nothing, nothing unusual, unfortunately. The thing that amazed me was that the person who organised, or who sent me this invitation, responded and explained to me that this imbalance was because one speaker was unavailable, another female speaker did not want to attend, this and that, there were some people who they had to invite, and then concluded by saying, it did not seem appropriate to pressure these people who were invited to send speakers to ask that they be women. And I responded, oh well, no the pressures need to be done because until those pressures are done, it is our responsibility when we organise something, anything, to pressure so that there is a balance of gender representation, and mind you, gender representation is just one of the many balances that should be had because there are not only genders, there are also other categories that should be allowed to express an opinion themselves. And so I said no, you do have to interfere because otherwise the culture will never change. And I sent the email and I was surprised to see that this person once again replied this person was also very hurt, this person was also feeling, yes not too happy with the (un)balance, however, they felt maybe not empowered to make certain decisions, so they sent me the details of another event that they organised some time ago about gender equality and so on, so this person wanted to put their mind at rest a little bit, they wanted to say I'm not a person who doesn't think about these things, I think about them very much. Here, I invite all the people who are involved in organising meetings, there, do interfere, ask, demand that there be at least gender equality, if not other kinds of equality when you organise a meeting, and if they tell you no, we only have one male to send to attend, you say whatever, we will go to some other organisation until you have given women a chance to have their say as well. All right? Let's do this, come on.
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Finalmente andrò a votare alle elezioni regionali senza tapparmi il naso, senza sentirmi costretta a votare il meno peggio e giusto per togliere voti al peggio-peggio. TRASCRIZIONE [ENG translation below] Nei 3 minuti grezzi di solito non parlo di attualità se non delle cose che mi succedono giorno dopo giorno, ma non parlo mai di politica o di altri temi grandi. Oggi però voglio parlarne in parte perché... Perché no? Il podcast, il mio, ne faccio quello che voglio, non ci sono regole scritte, e poi perché questa cosa di cui voglio parlare ha anche un impatto diciamo più generale più generico e mi viene da dentro da molto lontano, e precisamente da quando ancora ero emigrata, e sì io continuo a fare a parlare di quando io ero emigrata perché sono stati gli anni formativi della mia vita e perché ho trascorso più tempo fuori dall'Italia, fuori dalla Sardegna, sicuramente più fuori che dentro in tutta la mia vita, e voglio parlare di un momento, nel 2004, quando il mio orgoglio di sarda ha avuto una botta incredibile con l'elezione a Presidente della Regione di Renato Soru. Io, ripeto, stavo all'estero e stavo all'estero già da un bel po', quindi mi interessavo pochissimo di politica italiana e ancora meno di politica regionale, anche perché mi rattristava molto e non mi occupo delle cose che non posso modificare, all'epoca mi pare che ancora nemmeno si potesse votare all'estero, comunque non mi occupavo di politica regionale, però quando è stato eletto Renato Soru a presidente della Regione sarda, ora la butto lì, mi sono sentita un po' come quando hanno eletto Obama, che eri orgogliosa di essere americana, io non sono americana ma sono sarda, però non lo so, era un personaggio che aveva colpito moltissimo la mia immaginazione, in modo positivo, perché era una persona anzitutto che non era volgare, e in quegli anni stava iniziando proprio la volgarità più assoluta, si stava sdoganando non solo alla televisione ma si era già anche sdoganata nella politica, nella vita di tutti i giorni, e lui invece aveva questo aspetto, ha ancora questo aspetto incredibilmente serio, pacato, non grida, e poi ho cominciato a seguire un po' la politica regionale e avevo visto che aveva fatto delle cose che nessuno prima di lui aveva osato fare, quindi mi ha fatto un'ottima impressione. Poi vabbè, ne ho sentito parlare peste e corna, io non lo conosco personalmente, quindi parlo solo per sentito dire, però devo dire che adesso che si è messo in coalizione con l'altro gruppo che dentro il mio cuore Sardegna Chiama Sardegna per presentarsi alle prossime elezioni regionali, il mio voto è assicurato. Di solito vado a votare tappandosi il naso, questa volta andrò a votare col cuore gonfio d'orgoglio e voterò per Soru. Vabbè, concedetemi questo piccolo sfogo, questo piccolo teatrino, perché non è spesso che mi capita di andare a votare senza dovermi tappare il naso, anzi, con una persona in cui credo e che veramente mi dà fiducia per il futuro. TRANSLATION In this 3-minute podcast I usually don't talk about current events except for the things that happen to me day to day, but I never talk about politics or other big issues. Today, however, I want to talk about it in part because... Why not? It's my podcast and I do what I want with it, there are no written rules, and then because this thing I want to talk about also has a more general let's say more general impact and it comes to me from inside from very far away, and precisely from when I was still an expat, and yes I keep talking about when I was an expat because those were the formative years of my life and because I spent more time outside of Italy, outside of Sardinia, certainly more outside than inside in my whole life, and I want to talk about a moment, in 2004, when my pride as a Sardinian had an incredible blow with the election of Renato Soru as President of the Region. As I said, I was abroad and I was abroad for quite a while already, so I was very little interested in Italian politics and even less interested in regional politics, also because it made me very sad and I don't deal with the things that I can't change, at that time I think you still couldn't even vote while abroad, anyway I wasn't involved in regional politics, however when Renato Soru was elected as president of the Sardinian region, now I'm just throwing it out there, I felt a little bit like when they elected Obama, that you were proud to be an American, I'm not American but I'm Sardinian, however I don't know, he was a character who had struck my imagination very much, in a positive way, because he was a person first of all who was not vulgar, and in those years the absolute vulgarity was just beginning, it was creeping not only on television but it had already cleared customs in politics, in everyday life, and he instead had this aspect, he still has this incredibly serious, calm aspect, he doesn't shout, and then I started to follow a little bit the regional politics and I had seen that he had done some things that nobody before him had dared to do, so he made a very good impression on me. Then whatever, I've heard all possible things about him, I don't know him personally, so I'm only speaking from hearsay, however, I must say that now that he has put himself in coalition with the other group that inside my heart Sardinia Calls Sardinia to stand in the next regional elections, my vote is assured. I usually go to vote holding my nose, this time I will go to vote with a heart swollen with pride and vote for Soru. Whatever, allow me this little outburst, this little theatre, because it is not often that I get to go to the polls without having to hold my nose, indeed, with someone I believe in and who truly gives me confidence for the future.
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