#macchine elettriche
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i risultati del progetto pilota sono piuttosto disastrosi, in particolare sul piano della scarsissima autonomia dimostrata dai mezzi a zero emissioni i quali, rispetto a quelli tradizionali, che per fare il pieno impiegano pochi minuti, per poter percorrere appena 70 miglia necessitano di almeno 4 ore di ricarica. Tutto questo considerando che le stesse ambulanze arrivano a percorrere fino ad 800 miglia al giorno.
In soldoni, i costi di questa ennesima rivoluzione green sono esorbitanti, anche i rapporto alla scarsa resa dei veicoli privi di motore a combustione. Basti dire che ognuno di questi mezzi “puliti” costa la bazzecola di 150mila sterline, ossia poco meno di 180mila euro. Senza poi contare la manutenzione degli stessi, la cui sostituzione delle batterie al lito, che in una ambulanza hanno una durata estremamente limitata, costa un occhio della testa.
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Oh! Che "sorpresa".
#zombie#società#società malata#svegliatevi#aprite gli occhi#sistema#manipolazioni#macchine elettriche#verità#schiavi#rincoglioniti#illusioni#propaganda#matrix#discernimento
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Miniere e sfruttamento minorile
Sono almeno venti anni che questo tema è oggetto di denuncia da parte di organizzazioni non governative e attivisti dei diritti umani. Le condizioni di lavoro in molte miniere, specialmente in paesi come la Repubblica Democratica del Congo, sono spesso disumane, e i bambini sono costretti a lavorare in situazioni estremamente pericolose per estrarre minerali come il cobalto, fondamentale per la…
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Se ai primi lanci degli autoveicoli a ricarica nessuno se li filava, crollava tutto in due giorni.
L'addormentamento della massa dimostra e provoca il malessere di tutta la società, perché chi si nutre delle illusioni del Sistema non potrà mai creare vero benessere.
Le false credenze inoltre hanno la meglio su qualsiasi senso logico e generano persone che distruggono se stesse, portando con sé gli altri (intenzionalmente o no).
+++Serbatoio auto elettriche+++
Come è noto, la tecnologia BEV – Battery Electric Vehicles, le auto a pile insomma! - prevede l’utilizzo di batterie a ioni di litio per accumulare l’energia necessaria per conferire all’auto la sua autonomia in termini di km percorribili.
Il pacco batterie è quindi il vero e proprio “serbatoio” dell’auto a pile ma, a differenza di quello delle auto a motore endotermico, è tutt’altro che un semplice contenitore di idrocarburi ma il complesso frutto di tecnologie sofisticate che portano al prodotto finito. ⤵️
Vediamo quindi l’impatto ambientale ed energetico per la sua costruzione e, per semplicità, supponiamo che esso sia pari a 50 kWh.
Al netto del suo insopportabile bias woke, interrogando chatGPT sui dati salienti relativi al processo di estrazione/raffinazione del litio e alla costruzione delle batterie, l’algoritmo AI mi ha fornito i seguenti dati:
1. Per un pacco batterie da 50 kWh occorrono circa 15 kg di litio.
2. Per estrarre 1 kg di litio occorre scavare fino a 5 tonnellate di roccia spendendo fino a 15.000 MJ di energia, più ulteriori 5.000 MJ per raffinare il metallo estraendolo dalla salamoia risultante. Un totale di 20.000 MJ/kg, equivalenti a 5,6 MWh/kg.
3. Sicché, per estrarre il litio necessario per fabbricare il nostro bravo pacco batterie dovremo scavare 75 tonnellate di roccia e utilizzare tanta tanta acqua, nell’ordine di 1.800 litri/kg, cioè 27.000 litri (che dicono quelli dell’acqua delle bistecche?). Inoltre, dovremo spendere un’energia di 84 MWh circa. A questa va poi sommata l’energia necessaria per costruire il pacco batterie vero e proprio che, a detta di chatGPT, si aggira il intorno ai 250 kWh per ogni kWh di capacità, sicché ulteriori 12,5 MWh.
4. Ricapitolando, il “serbatoio” di un’auto a pile implica la necessità di scavare 75 tonnellate di roccia, utilizzare (“consumare”? “sprecare”?) 27.000 litri d’acqua e spendere 96,5 MWh di energia.
In altre parole, l’auto a pile parte con un handicap di devastazione ambientale e un consumo di energia per la costruzione del solo "serbatoio" che non hanno eguali con un’auto a motore endotermico.
Dulcis in fundo, sapete a quanti litri di gasolio corrisponde l'energia meccanica di 96,5 MWh spesa per produrre il solo pacco batterie? 27.600 litri di gasolio, con i quali un’auto degna di questo nome potrebbe percorrere fino a 500.000 km!
(Vincent Vega)
#cervelli spenti#mondo marcio#zombie#società#società malata#svegliatevi#sistema#aprite gli occhi#clima#macchine elettriche#litio#batterie#motori elettrici#inquinamento#propraganda#circoli viziosi#manipolazioni#verità#dittatura#schiavi#politica#uruboro#mass media#rincoglioniti#discernimento#responsabilità
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Ieri ho visto il film di Paola Cortellesi. Da poco ho finito di leggere Ragazze elettriche di Naomi Alderman, dopo aver letto un po’ di cose di Margaret Atwood. Sto approfondendo lo studio dei miti greci. Diciamo quindi che sto parecchio carica di fomento rabbioso.
Oggi appare palese che Giulia Cecchettin sia stata ammazzata da quella merda dell’ex fidanzato, definito dai più “tutto sommato un bravo ragazzo. Magari un po’ geloso ma bravo”. Si prosegue a minimizzare, a giustificare, a incolpare le donne che si permettono di andare in giro con le cosce di fuori, addirittura da sole nella notte, e che si lamentano se incontrano i lupi.
Allora, mortaccivostra, io non solo continuo ad andare in giro con le cosce da fuori di notte da sola ma mi porto un taglierino e zaccagno la gente. Perché va bene essere sempre accort*, evitare “situazioni pericolose” (poi di grazia ci fate un elenco di situazioni pericolose e situazioni normali. Magari ce lo fa l’ennesimo uomo che vuole insegnarci a vivere), ma porcodio se al prossimo commento, alla prossima occhiata laida non richiesta, alla prossima mano sulla spalla con fare paternalistico, qualcuna caccia un coltello e inizia a tagliare cazzi come fossero zucchine, voglio leggere che “comunque è una brava donna. S’era solo rotta il cazzo”.
E invece di zaccagnare apparati genitali maschili, andiamo a manifestare contro la violenza sulle donne. Ma vi rendete conto di che cazzo vuol dire questa cosa? Andare a manifestare per sollevare una questione. Una manifestazione. Una cazzo su manifestazione partecipata soltanto da chi a queste cose è già sensibile e sensibilizzato. Sfilare mentre i tassisti avvelenati per le strade bloccate fischiano e urlano che siamo tutte troie. MA IO VE SFONNO LE MACCHINE E LE CAPOCCE.
Vorrei bruciare tutto, fare un casino di dio, e ho una rabbia dentro che mi spaventa e confonde i miei pensieri di donna ultra quarantenne. Questo perché mi riporta a galla tutte le occhiate, i commenti, le mani addosso che mi hanno fatto sbroccare negli ultimi trent’anni.
Sono millenni, MILLENNI, che affossate, incatenate, picchiate, bruciate, uccidete le donne e il perché è palese, ma sto senso di inferiorità che vi scatena la violenza fatevelo curare con terapia e psicofarmaci.
LI MORTACCI VOSTRA E DI CHI VI HA EDUCATO A ESSERE LA MERDA CHE SIETE.
Aggiornamento per me delle 19,26. Non appare più evidente. Giulia Cecchettin è stata ammazzata e il corpo è stato trovato. L’assassino è in fuga e i genitori dicono che è meglio che si costituisca per spiegare. PER SPIEGARE.
Diocane.
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Krzysztof Kieślowski parla di Film Bianco e del montaggio:
tutti e tre i film iniziano allo stesso modo, nei sotterranei della civiltà e della tecnologia.
Il primo film inizia sotto una macchina, il secondo inizia con un nastro trasportatore all'aeroporto, e il terzo, con la macchina da presa che scorre sulle linee elettriche.
Volevamo mostrare il fatto evidente che noi usiamo tutti i tipi di oggetti ogni giorno, senza nemmeno renderci conto quanto sono complicati e potenzialmente pericolosi questi oggetti.
Questo vale per tutti gli inizi.
Qui, il film parte con delle valigie sul nastro trasportatore.
Un po' prima. Qui. Da qui partono i titoli di testa, valigie su un nastro trasportatore.
Poi abbiamo un'inquadratura in cui mostriamo la gamba del protagonista.
Ciò che è importante in questa inquadratura è che il protagonista sta battendo i piedi.
Non sta camminando davvero. Ha fretta, va da qualche parte, ma la sua camminata è goffa, le scarpe che indossa, il suo cappotto poco attraente, il suo abbigliamento non è elegante (è un eufemismo)
tutto questo è molto importante per noi.
La cosa principale era collocare il protagonista in un ambiente appropriato, un luogo dove possiamo vedere che non si adatta.
Era veramente importante.
C'è una scena piuttosto lunga realizzata con inquadrature a figura intera per poter vedere il protagonista nella sua interezza, il suo aspetto, la sua goffaggine.
Non è alto.È perso. Si pulisce le mani sulla giacca. Sembra un pò spaventato dalle macchine.
Qui attraversa la strada con Marin Karmitz, che lavorava come comparsa. Si pulisce le mani. Ha paura delle macchine.
E allora abbiamo avuto l'idea, durante il montaggio, che il film non avrebbe dovuto iniziare così.
Così, durante il montaggio, abbiamo deciso di far entrare in scena il protagonista, nel modo più sintetico possibile, in tribunale per il divorzio.
Così, per portarlo lì in modo rapido e sintetico, ho pensato di usare le valigie più volte. Innanzitutto, un primo piano delle valigie…
Nella seconda inquadratura, qui, le valigie sul nastro trasportatore, la telecamera mette chiaramente a fuoco una delle valigie. La individua. La osserviamo.
Lì, abbiamo raggiunto il tribunale, e saltiamo una parte del percorso al passo successivo.
Ecco, è una piccola aggiunta. Mi hai chiesto come monto. Lo puoi vedere lì. Ho visto che questa inquadratura non era convincente.
Mancava qualche dettaglio, come un primo piano sulle gambe o altro che ci permettesse di effettuare la transizione sul primo piano del protagonista. Lì.
Questo primo piano non era bello, e anche questa panoramica non aveva un bell'aspetto. L'ho visto durante il montaggio.
In seguito, abbiamo girato in un'altra location, sui gradini di una chiesa a Parigi, la scena con i piccioni. Questo ci ha permesso di andare dai piccioni alla sua faccia.
Naturalmente, è ovvio, questo protagonista marchiato dal piccione, è una specie di archetipo. Se si marchia qualcuno, non importa con cosa lo si marchia, sai che quello diverrà importante nella storia.
Qui siamo sul primo piano. Vediamo chiaramente cosa è successo. Non è un documentario, perciò non è un vero piccione.
Michel, il nostro ragazzo degli effetti speciali, che stava proprio qui su una scala alta, ha premuto lo stantuffo di una siringa riempita con quelli che sembravano escrementi di piccione.
In un certo senso, questa particolare scena riassume perfettamente l'intero film. Il protagonista spaventa il piccione, il piccione vola via, e lui rimane là,
sorridendo dolcemente, guardando il piccione, finché il piccione non gli caca sulla spalla.
Allora, ovviamente, sente che il destino lo sta maltrattando. Stava osservando questo piccione con una tale gioia che si sente umiliato.
Il tema del film è l'umiliazione gli uomini non sono e non vogliono essere uguali. Il film è anche sull'uguaglianza.
Il protagonista non è allo stesso livello di tutti gli altri. Nella prima scena, gode di qualcosa che si alza nel cielo, che svolazza in maniera molto bella,
e questo oggetto di intenso piacere gli procura dolore. Viene immediatamente umiliato, non solo perché il piccione caca sulla sua spalla, ma perché il suo candore nei confronti della natura lo ha tradito.
Il piccione simboleggia la natura anche se la scena si svolge in città. Volevamo davvero che Zbigniew trasmettesse questo messaggio.
#krzysztof kieslowski#montaggio#film bianco#three colors: white#editing#interview#intervista#video#english subtitles#french subtitles
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Immagine su più livelli. Mostra contemporaneamente il futuro, la bufala dei motori elettrici e il cervello della maggioranza.
Keep repeating to yourself: 👇
"Electric vehicles are safe, ethical and green".
"Electric vehicles are safe, ethical and green".
"Electric vehicles are safe, ethical and green".
Maybe if you say it enough times, it will come true. 🤔
#motori elettrici#macchine elettriche#clima#futuro#propaganda#zombie#società#società malata#svegliatevi#aprite gli occhi#sistema#manipolazioni#schiavi#illusioni#inquinamento#cambiamento climatico#mass media#politica#green#discernimento
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URSULA
Tra le tante cazzate (1h netta di discorso) dette dalla Von der Leyen in occasione del suo ultimo discorso sullo stato dell’Unione, due sembrano particolarmente impressionanti.
A parte l’ipocrisia di fondo sulla questione migranti, quando parla di ‘problema comune’, con Lampedusa che strafoga e tutti gli altri che ci chiudono le frontiere a sfregio, a parte le stronzate sull’Europa unita nella solidarietà nei confronti dell’Ucraina, con la Polonia che ha già detto chiaro e tondo che non farà entrare il grano ucraino neppure se Bruxelles glielo vorrà imporre perché costa troppo poco, i punti che risaltano, sembrano i seguenti:
1️⃣"L'adesione all'UE è basata sul merito e la Commissione difenderà sempre questo principio. Ci vuole duro lavoro e leadership” e l’Ucraina, ohi, ohi, non è ancora pronta. Praticamente gli hanno fatto fare un colpo di stato, una guerra civile e li hanno mandati allo schianto contro la Russia per oggi sentirsi dire le stesse cose che disse candidamente Yanukovich nel 2014 “non siamo pronti, non ci conviene”. Bastava dirglielo prima no? E no, la filosofia è “lacrime e sangue”, soprattutto sangue. Eccola lì.
2️⃣È stata istituita una commissione d’inchiesta per combattere i prezzi dumping cinesi sulle auto elettriche. Attenzione – cosa dicevano sempre i cosiddetti complottisti? Che questa ‘Green Econmy’ non è altro che una buona occasione di affari per qualcuno. Ecco, domandiamoci – se davvero il fine ultimo fosse quello di inquinare di meno, non sarebbe una manna dal cielo che uno Stato esterno all’unione investa per abbassare i prezzi, di modo che i cittadini dell’Unione possano finalmente permettersi di comprare macchine elettriche ed iniziare ad inquinare meno sul serio?
E non vi dico gli applausi che ha preso.
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In una frizzante mattina d'inverno in Svezia, una graziosa bambina di nome Greta si è svegliata in un mondo perfetto, dove non c'erano prodotti petroliferi che rovinavano la terra. Gettò da parte il lenzuolo di cotone e la coperta di lana e uscì su un pavimento di terra battuta ricoperto di corteccia di salice polverizzata con pietre. "Che cos'è questo?" lei chiese.
"Corteccia di salice polverizzata", rispose la sua fata madrina.
"Cos'è successo al tappeto?" lei chiese.
"Il tappeto era di nylon, che è fatto di butadiene e acido cianidrico, entrambi a base di petrolio", è stata la risposta.
Greta sorrise, riconoscendo che gli aggiustamenti sono necessari per salvare il pianeta, e si trasferì al lavandino per lavarsi i denti dove invece di uno spazzolino da denti, trovò un salice, maciullato su un'estremità per esporre le setole di fibra di legno.
"Il tuo vecchio spazzolino da denti?" ha osservato la sua madrina, "Anche nylon".
"Dov'è l'acqua?" chiese Greta.
"Lungo la strada nel canale", rispose la sua madrina, "Assicurati solo di evitare l'acqua contenente il colera"
"Perché non c'è acqua corrente?" Chiese Greta, diventando un po 'stizzosa.
"Bene", disse la sua madrina, che per caso insegnava ingegneria al MIT, "Da dove iniziamo?" È seguito un lungo monologo su come le valvole del lavandino necessitano di sedi in elastomero e su come i tubi di rame contengono rame, che deve essere estratto e su come è impossibile realizzare macchine movimento terra completamente elettriche senza lubrificazione degli ingranaggi o pneumatici e su come il minerale deve essere fuso. per fare un metallo, e questo è difficile da fare solo con l'elettricità come fonte di calore, e anche se usi solo elettricità, i fili hanno bisogno di isolamento, che è a base di petrolio, e sebbene la maggior parte dell'energia della Svezia sia prodotta in un ambiente rispettoso dell'ambiente a causa dell'idroelettrico e del nucleare, se fai un bilancio di massa ed energia attorno all'intero sistema, hai ancora bisogno di molti prodotti petroliferi come lubrificanti e nylon e gomma per pneumatici e asfalto per riempire buche e cera e plastica ed elastici per iPhone per sostenere la tua biancheria intima durante il funzionamento di un forno fusorio di rame e. . .
"Cosa c'è per colazione?" intervenne Greta, la cui testa faceva male.
"Uova di gallina fresche, nutrite in modo assortito", rispose la sua madrina. "Crudo."
"In che modo, crudo?" chiese Greta.
"Bene, . . . " E ancora una volta, a Greta è stato detto della necessità di prodotti petroliferi come l'olio per trasformatori e decine di prodotti petroliferi essenziali per la produzione di metalli per padelle e alla fine è stata educata su come non si può avere un mondo senza petrolio e poi cucinare le uova . A meno che tu non strappi il tuo recinto anteriore e accendi un fuoco e cuoci con cura il tuo uovo in una buccia d'arancia come fai nei Boy Scouts. Non che tu possa più trovare arance in Svezia.
"Ma io voglio uova in camicia come fa mia zia Tilda", si lamenta Greta.
"Tilda è morta questa mattina", ha spiegato la madrina. "Polmonite batterica."
"Che cosa?!" intervenne Greta. “Nessuno muore di polmonite batterica! Abbiamo la penicillina. "
"Non più", ha spiegato la madrina "La produzione di penicillina richiede l'estrazione chimica utilizzando acetato di isobutile, che, se conosci la tua chimica organica, è a base di petrolio. Molte persone stanno morendo, il che è problematico perché non esiste un modo semplice per smaltire i corpi poiché le terne hanno bisogno di olio idraulico e i crematori non possono davvero bruciare molti corpi usando come combustibile recinzioni e mobili svedesi, che stanno rapidamente scomparendo - utilizzati su il mercato nero per arrostire le uova e stare al caldo ".
Questa rappresenta solo una frazione della giornata di Greta, una giornata senza microfoni in cui esclamare e una giornata senza molto cibo, e una giornata senza barche in fibra di carbonio su cui navigare, ma una giornata che salverà il pianeta.
Sintonizzati domani quando Greta ha bisogno di un canale radicolare e impara come viene sintetizzata la novocaina.
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punto macchine elettriche
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“ Che fortuna passare le giornate in giro in bicicletta, respirando aria buona, facendosi travolgere dai colori, dagli odori e dai rumori della città. Candido inspira a pieni polmoni l’aria igienizzata del quartiere e si rimette in posizione: zaino in spalla, mani sul manubrio, gomiti stretti, testa bassa, schiena parallela alla canna. E via a pedalare. Mentre sfreccia tra le arterie cittadine, superando le macchine elettriche, slittando sulle rotaie e schivando i passeggeri che salgono e scendono dai tram a lievitazione magnetica, riconosce gente felice come lui, che guarda al futuro e s’impegna perché sia meraviglioso. Anche il barbone sdraiato sulla panchina sembra contento, tenendo in mano una lattina di birra calda agita forsennatamente l’altra mano verso di lui, come per dirsi d’accordo con il suo ottimismo. Più avanti, un imbianchino precipita dal ponteggio mentre decora di rosa pastello l’insegna di una pasticceria. E poco distante una bambina piange miserabile come solo i cuccioli sanno essere. Ora l’imbianchino, pensa Candido colmo di gioia, le regalerà di sicuro un dolce, di quelli profumati appena sfornati dalla pasticceria, e lei smetterà di singhiozzare. I due si abbracceranno e tutto tornerà a posto, com’è giusto che sia, nella perfetta armonia universale che regola i bisogni degli uomini. Abbandonate le strade pulite e scintillanti di quei quartieri inclusi abitati da gente educata e felice, Candido imbocca la circonvallazione, al di là della quale, dal lato esterno, cominciano a intravedersi i vecchi palazzoni in cemento armato dei quartieri esclusi. Dopo la pandemia, quando nuovi virus avevano cominciato a diffondersi per il repentino scioglimento dei ghiacci, l’emergenza sanitaria combinata con l’innovazione tecnologica aveva accelerato la divisione: da una parte tutto è sotto controllo, chiunque entra è sottoposto a rigorosi accertamenti medici e burocratici, dall’altra c’è il medesimo sistema di sorveglianza, ma in fondo ognuno può fare come gli pare. Candido è arrivato nel quartiere in cui è nato e cresciuto, con gli enormi caseggiati sporchi e diroccati che si alternano a terreni incolti dove spesso gli abitanti educati e facoltosi delle aree più belle della città vengono a scaricare rifiuti e a gettar via quello che non usano più. Se i poveri sono i primi a non prendersi cura del posto in cui vivono, pensa amaramente, perché dovrebbero farlo gli altri? “
Guido Maria Brera con I Diavoli, Candido, La nave di Teseo (collana Oceani), 2021. [ Libro elettronico ]
#Guido Maria Brera#I Diavoli#Candido#distopia#leggere#letteratura italiana contemporanea#lavoro#riders#tecnologia#narrativa italiana#Voltaire#letture#libri#distopie#società#contratti a termine#disuguaglianza#informatica#ottimismo#diritti del lavoratore#algoritmi#multinazionali#ciclofattorini#citazioni letterarie#aziendalismo#ideologie#sfruttamento#libertà#giovani#La nave di Teseo
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Le cosiddette '𝙩𝙚𝙧𝙧𝙚 𝙧𝙖𝙧𝙚’ (dall'acronimo inglese Ree - Rare Earth Elements) sono un gruppo di 17 elementi facenti parte della famiglia dei metalli, considerati oggi strategici e fondamentali per l'industria tecnologica ed elettronica, in particolare per le principali tecnologie della transizione energetica. Attorno alle terre rare si muovono infatti tensioni geopolitiche per il loro accaparramento.
Non bisogna lasciarsi ingannare dall’aggettivo ‘raro’: tali elementi non sono affatto scarsi nel mondo e tale qualificazione non deriva, in effetti, dalla quantità sul pianeta. La diffusione di alcuni dei 17 elementi è pari a quella del rame o del piombo. La rarità, quindi, è legata alla loro bassa concentrazione nei giacimenti minerari.
Allo stato naturale, le terre rare si trovano mischiate con altri minerali, solitamente in piccole quantità. Di conseguenza, estrarle è molto difficile e richiede un processo piuttosto complesso.
Partendo dall’estrazione o separazione da un amalgama di roccia e minerali, vengono a formarsi i metalli, combinati in leghe e magneti. Il tutto con un procedimento di lavorazione, raffinazione e purificazione dei metalli che consuma molto calore, richiede acido, e diverse migliaia di cicli. Tutto questo significa rilasciare acqua radioattiva, gas di scarico e altri rifiuti tossici.
Smartphone, computer, tablet, macchine elettriche, turbine eoliche: sono solo alcuni esempi di tecnologie che necessitano di questi preziosi elementi. Ciascuno di loro ha uno specifico utilizzo per l'industria moderna: dall'𝙚𝙪𝙧𝙤𝙥𝙞𝙤 presente negli schermi televisivi, al 𝙘𝙚𝙧𝙞𝙤 per lucidare il vetro fino al 𝙡𝙖𝙣𝙩𝙖𝙣𝙞𝙤 utilizzato per i catalizzatori nei motori a benzina. Grazie alle loro particolari caratteristiche fisico-chimiche, risultano di fondamentale importanza nella componentistica di materiali di altissima tecnologia. È così che li ritroviamo in un drone, in una turbina eolica, in un hard disk e nel motore di un'auto elettrica, ma anche nell'obiettivo di un telescopio e in un caccia da combattimento.
La Cina possiede circa un terzo delle riserve mondiali, ovvero il 40%, ed è il leader globale per possesso di terre rare. Poi ci sono Vietnam e Brasile, Russia, India, Australia, Groenlandia e Stati Uniti. La Cina, però, vanta anche la capacità di produzione e raffinazione. Anche se i minerali sono estratti negli Stati Uniti, quindi, per essere utilizzati necessitano di lavorazioni specifiche che è in grado di offrire solo il dragone.
E l’Europa? Nella raffinazione dipendiamo per due terzi dalla Cina. Nello specifico, il nostro continente produce appena il 3% del totale mondiale di terre rare.
Il passaggio a un sistema energetico pulito è destinato a determinare un enorme aumento del fabbisogno di questi minerali, per questo sono diventati il contendere della guerra commerciale mai finita tra Usa e Cina.
Ma… Stiamo andando nella direzione giusta? In questo video tratto da una discussione in merito della Commissione Europea, parrebbe proprio di no…
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Un conto della serva (in EU sono tutti servi ma non sono capaci di fare i conti), dunque: noi estraiamo oggi 100.000 ton di litio l'anno.
Se le utilizzassimo tutte per fare batterie per auto elettriche, nella situazione tecnologica attuale riusciremmo a costruire 8 milioni di auto l'anno.
Il parco macchine mondiale è costituito di 1,5 miliardi di auto.
La serva dice che ci vorrebbero circa 175 anni per avere tutte auto elettriche. Ma allora, dice la serva, ci deve essere sotto qualcos'altro!
F.B.
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AUTO ELETTRICHE, QUANTE BALLE
Si sentono numeri che non stanno né in cielo né in terra, un po’ su tutte le testate giornalistiche. Ne do qualcun altro, reale e non presunto.
Con il gasolio attorno a 1 euro e 50, prima della guerra e dei salti di prezzo, per fare 100km servivano circa 10 euro. Era la cifra di riferimento, poi c’era la volta che te la cavavi con meno e quella che ti diceva peggio, ma sono quelli i soldi che ci si cava dalle tasche. Poi ci sono i costi di assicurazione, il bollo e - questo è importante - la manutenzione. Programmata quanto vuoi, ma sempre piuttosto costosa. Con il noleggio a lungo termine, tutti questi costi sono “nascosti” dentro il canone, ma comunque ci sono.
Ora per un attimo ragioniamo dal punto di vista opposto a quello del consumatore: la gente è abituata a mettersi le mani in tasca per spendere questi soldi, perché dobbiamo smettere di prenderglieli?
Veniamo all’auto elettrica. Assicurazione più o meno uguale, niente bollo in molte regioni e - udite udite - niente manutenzione! O almeno, Tesla, che le macchine le ha sempre fatte solo elettriche e non ha una rete di officine da mantenere, non ha programmi di manutenzione. In effetti cosa c’è da manutenere in una elettrica? I freni non si usano quasi mai, filtri e rabbocchi non ce ne sono… non c’è il cambio, non c’è lo spinterogeno, il turbo, le fascette, l’intercooler e nemmeno il sarchiapone… Quindi possiamo mettere uno zero. Non proprio: tornando al discorso di prima, dal punto di vista di chi ha sempre preso soldi dalla voce “manutenzione”, l’idea di mettere uno zero a una delle voci più importanti del bilancio non è bella per niente. Quindi al progetto elettrico tante marche aggiungono obsolescenze programmate di vario genere di cui potrebbero fare a meno.
Infine, i consumi. Ricordiamoci il dato: più o meno dieci euro per far cento chilometri glieli abbiamo sempre dati. Rimango su Tesla: con un 70KWh si fanno 400 km comodi comodi. Qui i costi sono super variabili nelle statistiche che si leggono sui giornali e arrivano a colonnine che vendono a 0,99 il kilowatt ora. In realtà, quando hai una elettrica qualche abbonamento lo fai e non paghi praticamente mai più di 0,40. A casa, poi, si sta sul 0,2€ per KWh. Facciamo i compiti: a casa un pieno fa 14 euro che vuol dire 100km a 3.50 euro. Al supercharger Tesla (dove il pieno non lo fai mai! Ma ne parliamo a parte), sono 42 euro, che ci porta ai fantomatici 10 euro per 100 chilometri (non è un santo nemmeno Elon). I numeri son questi e, con la manutenzione e il bollo a zero, i costi “all’anno” non sono per niente male. Ma… se sei un produttore di automobili, con un bell’ufficio stampa e un modello di business che ti ha fatto fare soldi a palate, se il mercato è abituato a mettersi le mani in tasca e a spenderli quei soldi lì, cosa faresti? Parleresti di futuro o daresti una spintarella a chi racconta balle e aggiusta i numeri?
Sul tavolo non c’è nessuna “consegna della leadership” a paesi stranieri o costi che pesano sulle spalle dei lavoratori e nemmeno la perdita di milioni di posti di lavoro (quante colonnine andranno costruite e istallate nei prossimi anni?). C’è la possibilità e il compito di disegnare il futuro, magari con strade più silenziose e meno annerite dallo smog. E se proprio non puoi rinunciare al rombo dei motori, puoi sempre fare brum brum mentre guidi, no? :)
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Leggo che dal 2035 in Europa si venderanno solo auto elettriche, il motore termico benzina/diesel andrà definitivamente in pensione..
Non sto a parlare dell'impatto ecologico pro e contro di una auto elettrica e come l'Italia affronterà la questione dell'adeguamento della rete elettrica per supportare l'aumento della nuova richiesta di energia,vorrei dire solo che le macchine diventeranno molto più facili da costruire visto l'abbandono delle unità motrici tecnologicamente complicate, quindi abbiamo aperto le porte alle aziende cinesi che già detengono il controllo mondiale delle produzioni di batterie/ accumulatori e ora riusciranno a costruire automobili (cosa che non gli riusciva proprio per il motore) a prezzi vantaggiosi distruggendo l'industria europea nelle piccole e medie cilindrate (nome oramai desueto).
L'Europa, mi pare abbia preso un granchio colossale.
Buongiorno 🌞
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A me tutte le volte che una cosa parte con "i nostri nonni..." mi sale il nervoso.
Che poi non è nemmeno difficile pensare a dei "nonni" che abitavano in zone "calde" e che non si vestivano.
Ma saranno cazzi dei vostri nonni ormai? Che non si può fare meglio?
Eh ma signora mia il cat calling...
Eh ma signora mia le minigonne...
Eh ma signora mia giocavamo nel fango...
Eh ma signora mia gli zainetti...
Eh ma signora mia la Spagnola...
Eh signora mia la carbonara...
E non è nemmeno vero che gli indigeni sapessero sempre più dei colonizzatori o che la medicina tradizionale ha sempre delle basi scientifiche etc...
Sono argomenti che non portano acqua a nessun ragionamento sensato. Perchè appunto non è poi difficile trovare controesempi.
Ed è la prateria perfetta in cui pascolano poi quelli de "non tutti gli uomini...".
I nonni nell'arco di secoli, a volte di decenni hanno finito per pensare una cosa e poi il suo opposto senza motivazioni razionali.
Rifarsi ai nonni è una variante del giusnaturalismo... che poi quando vai a vedere finisce che ti tocca ricordare a Vannacci che come direbbe Bergoglio Giulio Cesare era frocio.
P.S. a proposito del fare meglio e dello strato di ozono
Ah rimane che se siete colonizzatori... siete stronzi, se menate le donne, le pagate poco e gli dite che devono andare a stirare siete stronzi, se rompete il cazzo aə trans siete stronzi, se frignate per le minigonne, i capelli colorati, gli uomini che si baciano, le macchine elettriche, il fatto che non si possa corteggiare più come una volta... siete stronzi...
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Capisco che non mi serve granché immaginare un mondo estinto. Le cose si estinguono da secoli senza suscitare particolare clamore. L'Unità è il primo oggetto dell'abaco che viene seguito come avesse un corteo di drappi da sposa. Decime e centinaia di frammentano in orizzonti discalculici. I ventri delle partorienti dovrebbero essere medicati con un teorema di Pitagora. Calcolando il triangolo uterino perfino i trigemini troverebbero poi spazio nel mondo.
Da questi esperimenti io mi dissocio. Trovo esaustivo l'aver scoperto che il mio carattere non si dirigeva verso il disfattismo (ne aveva solo le sembianze) ma verso la rassegnazione. Un'esplosione di vita anonima viene inseguita, la vogliono puntare e addormentare con le freccette al sonnifero. Prova a tirare le frecce alle stelle che implodono, e quelle te le riporteranno indietro piene di frammenti. Il catastrofismo, il modello uniformista. Tutte queste ipotesi per dei semplici pezzi di roccia che preservano ossicini e iridio e altre creaturine elementali usate come segno per i posteri. Il geologo e il filosofo non sanno fare altro che dare avvertimenti. Presto moriremo e la colpa sarà nostra. Ma il senso di colpa, non lo sanno, è un'emozione obsoleta. La sua metamorfosi necessaria oggi dà vita al senso di adempimento. Adempiere al dovere della nascita è l'unico requisito necessario per poter varcare le porte della natura senza fare scattare l'allarme. Chi aveva colpa non scagliava la prima pietra, perché il suo adempimento al volere degli antenati cancellava ogni colpa. Nessun essere distruggerà un altro per colpa sua. La nostra trama è un campo di wrestling, non un giardino delizioso con albero conoscitivi, mele secchione e ometti e donnette nudisti che coprono il peccato di avere apparati riproduttivi con le foglie d'erba. Invidiate i drogati-loro almeno con l'erba ci sanno fare-. Il commercio di oli per skincare sostituisce quello di combustibili fossili. L'importante è che i pori della pelle siano sani, e che il petrolio non venga in Italia con nessun biglietto da visita. Gli stranieri neri come lui possono essere solo esibiti nei musei delle carrozze. Macchine elettriche con energie eoliche, molto costose ma sostenibili. La benzina diventa una reliquia da conservare nelle serre.
Senza sosta mi innamoro di occhi che conservano saldi i pigmenti dell'acqua che mi diede vita. Lì dentro mi sono nascosta come in una cassaforte animica. Intensità e gradazioni difficili da definire, ma perfettamente coerenti nel senso che la mia mente concede loro. Tutto qui dentro è intenso, e imploro il cielo e al tempo stesso lo benedico per aver sentito un tocco tiepido sulla mia guancia, il principio di una carezza che non mi estinguerà mai. Io non posso essere una scomparsa. E tutto è sempre vivo, se accarezzato dalle tue dita.
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