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Ivano Fossati: la musica che gira intorno #sottotraccia
Come da tradizione (recente) dedichiamo agosto alla lettura: per il 2024 abbiamo deciso di ripubblicare una serie di pagine tratte dal volume “Italia d’autore” (Arcana, 2019), dedicato ai grandi cantautori che hanno fatto la storia della musica italiana Ivano Fossati nasce a Genova il 21 settembre 1951. Prima d’incontrare la musica pop ha già fatto conoscenza con quella colta: il pianoforte e il…
#biografia#cantautore#capitolo#italia d&039;autore#ivano fossati#la costruzione di un amore#la mia banda suona il rock#la musica che gira intorno#labile#libro#panama#sottotraccia
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Siamo stati naviganti
Con l'acqua alla gola
E in tutto questo bell'andare
Che ci consola
E che siamo stati lontani
E siamo stati anche bene
E siamo stati vicini e siamo stati insieme
Siamo stati contadini noi due
Senza conoscere la terra
E piccoli soldati senza amare la guerra
Ci hanno mandati lontano
Senza spiegarci bene
E siamo stati male
Ma siamo ancora insieme
Grandi corridori di corse in salita
Che alzavano la testa dal manubrio
Per vedere se fosse finita
Allenati alla corsa, allenati alla gara
E preparati a cadere
E a tutto quello che si impara
Innamorati della sera
Innamorati della luna
Conoscitori della notte
Senza avere paura
Innamorati di quel fiore
Che non vuole mai dire
Ecco è tutto finito e bisogna partire
Ma ora è il momento
Di mettersi a dormire
Lasciando scivolare il libro
Che ci ha aiutati a capire
Che basta un filo di vento
Per venirci a guidare
Perché siamo naviganti
Senza navigare mai.
"Naviganti" - Ivano Fossati.
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Muggeo Giulia, Rigola Gabriele, Tomatis Jacopo (a cura di), prefazione di Ivano Fossati, MINA . La voce del silenzio. Presenza e assenza di una icona pop, il Saggiatore, 2024
scheda dell’editore. https://www.ilsaggiatore.com/libro/mina-la-voce-del-silenzio Mina. La voce del silenzio è il ritratto collettivo di un mito. Un viaggio nella musica, la televisione e la cultura italiane degli ultimi settant’anni per capire davvero chi è, fuori e dentro la sua leggenda, Mina. A partire da quel giorno dell’estate 1958, quando «nasce» sul palco della Bussola di Marina di…
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LAMPO, IL CANE VIAGGIATORE
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STORIA
«Lampo ha solo voluto vivere in un modo diverso da tutti i suoi simili, viaggiando per conoscere non soltanto un po' del nostro mondo, ma anche la vita e i sentimenti degli uomini.»
(Elvio Barlettani)
Lampo comparve nella stazione di Campiglia Marittima in una giornata del mese di agosto del 1953: era un «piccolo bastardello pezzato, senza famiglia né dimora», sceso da un vagone di un treno merci di passaggio. Elvio Barlettani, il vice capostazione dello scalo, residente a Piombino, venne convinto dalla figlia Mirna a metterlo al sicuro nel suo ufficio, nonostante i rigidi regolamenti ferroviari, «per non più di una notte». Alla fine, però, la famiglia Barlettani (che possedeva già un altro cane, il pastore tedesco Tigre) finì per adottarlo, battezzandolo Lampo per via della sua velocità.
Ben presto il cane imparò gli orari dei treni e si dimostrò in grado di distinguere i convogli lenti da quelli veloci e di riconoscere le carrozze ristorante dei treni per andare a chiedere cibo al personale di bordo. Quasi tutte le mattine saliva da solo sul treno a Campiglia per andare a Piombino ad accompagnare Mirna Barlettani a scuola, per poi ritornare a Campiglia con un treno in senso opposto, e quotidianamente saliva su treni diretti in località diverse, viaggiando da solo attraverso numerose linee ferroviarie italiane, per poi ritornare a fine giornata, sempre in treno, a Campiglia, recandosi spesso anche a casa Barlettani.
Dopo alcuni anni, la Direzione del compartimento ferroviario di Firenze obbligò Barlettani ad allontanare il cane: inizialmente venne messo su un treno merci diretto a Napoli ma riuscì a ritornare a Campiglia dopo qualche giorno. In seguito venne affidato a un contadino delle campagne vicino a Barletta, ma nonostante ciò, dopo circa cinque mesi, ricomparve a Campiglia Marittima, dove divenne ufficialmente la mascotte della stazione ferroviaria. La sua storia incuriosì i giornalisti di tutto il mondo, che gli dedicarono servizi televisivi, articoli e copertine. Nel novembre 1958 la Rai mandò in onda un servizio dedicato a Lampo all'interno della rubrica Giramondo - Cinegiornale dei ragazzi.
Dopo alcuni anni fu possibile ricostruire una parte della storia del cane: Lampo fu riconosciuto da un clochard del porto di Livorno, che si incontrò con Barlettani e gli raccontò di aver tenuto con sé l'animale per qualche tempo dopo averlo visto scendere da una nave statunitense nel 1951.
Lampo morì la sera del 22 luglio 1961, investito da un treno merci in manovra; venne seppellito nell'aiuola della stazione, ai piedi di un albero di acacia.
RICORDI
Poco tempo dopo la sua morte, grazie a una colletta dei ferrovieri e a una sottoscrizione lanciata dalla rivista statunitense This Week, presso la stazione di Campiglia Marittima venne inaugurato un monumento in ricordo di Lampo realizzato dallo scultore Andrea Spadini.
Il suo padrone, Elvio Barlettani (scomparso nel luglio 2006), pubblicò nel 1962 per la casa editrice Garzanti il libro Lampo, il cane viaggiatore, successo editoriale ripubblicato in una quindicina di edizioni fino al 2009. Il libro è stato tradotto in inglese (Lampo, the Traveling Dog), francese (Lampo, chien voyageur, ristampato con il titolo Le chien qui prenait le train), tedesco (Lampo fährt, wohin er will: Abenteuer eines gescheiten Hundes, traducibile in "Lampo va dove vuole: avventure di un cane intelligente") e giapponese.
Nel 1967 la storia di Lampo fu romanzata dallo scrittore polacco Roman Pisarski nel racconto O psie, który jeździł koleją (lett. "Sul cane che viaggiava in treno"), lettura obbligatoria nelle classi di terza elementare in Polonia.
È inoltre ricordato nelle note dell'album Lampo viaggiatore di Ivano Fossati, i cui testi non ne parlano esplicitamente, sebbene il titolo del disco ed il brano Lampo (sogno di un macchinista ferroviere) evochi il percorso dei treni sulla costa ligure.
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Mina
a cura di Mauro Balletti
contributi di Natalia Aspesi, Sennuccio Benelli e Luchino Visconti, Giorgio Bocca, Gianni Clerici, Antonio Dipollina, Guido Gerosa, Luca Josi, Oriana Fallaci, Rosario Fiorello, Ivano Fossati, Simone Marchetti, Walter Siti
Rizzoli, Milano 2020, 256 pagine, ISBN 978-8891826411
euro 60,00
email if you want to buy: [email protected]
La più grande voce italiana in un volume che ne celebra la figura artistica, l'anticonformismo e i mille volti. La voce e la musica, la moda, gli incontri, la televisione: molti punti di vista per "provare" a descrivere in un libro di parole e di immagini le sfaccettature di una donna e un'artista unica, che da sempre è stata protagonista e fonte di ispirazione per musicisti, fotografi, disegnatori, creatori di moda. Foto d'autore e foto rubate, disegni, interviste d'epoca di grandi firme del giornalismo italiano (fra cui Aspesi, Bocca, Clerici, Fallaci) vanno a comporre un libro curato nei dettagli e nella grafica, un racconto a più voci che restituisce la figura caleidoscopica, il mondo, le passioni di Mina.
13/06/20
orders to: [email protected]
ordini a: [email protected]
twitter:@fashionbooksmi
instagram: fashionbooksmilano, designbooksmilano tumblr: fashionbooksmilano, designbooksmilano
#Mina#Mauro Balletti#Ivano Fossati#interviste d'epoca#photography books#libri di fotografia#fashion inspirations#fashion books#fashionbooksmilano
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Esce “Voci per la libertà - Una canzone per Amnesty”, con Fossati, Mannarino, Consoli, Silvestri e molti altri
ARRIVA “VOCI PER LA LIBERTÀ – UNA CANZONE PER AMNESTY”, IL LIBRO SUI 20 ANNI DEL FESTIVAL CHE LEGA MUSICA E DIRITTI UMANI
CON IVANO FOSSATI, DANIELE SILVESTRI, CARMEN CONSOLI, MANNARINO E MOLTI ALTRI
PRESENTAZIONI A ROVIGO E ROMA IL 9 E 10 DICEMBRE
Esiste in Italia un festival legato ad Amnesty International, che unisce musica e diritti umani. Si chiama “Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty” e quest’anno compie vent’anni.
Per l’occasione esce un volume che racconta le emozioni e i contenuti di questo percorso ventennale fitto di esperienze, una grande opera corale a cui hanno voluto dare un contributo molti dei protagonisti di questi due decenni, da Ivano Fossati a Daniele Silvestri, da Carmen Consoli a Mannarino, da Paola Turci a Simone Cristicchi dal presidente di Amnesty International Italia Antonio Marchesi al portavoce Riccardo Noury sino ad alcuni dei volontari che rendono possibile ogni anno la manifestazione a Rosolina Mare, in provincia di Rovigo.
Saranno due le presentazioni ufficiali del libro, che esce in concomitanza con l’anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, il 10 dicembre.
La prima nella provincia in cui è nato e si è diffuso il festival, sabato 9 dicembre a Rovigo alle 21 all’Auditorium del Conservatorio Venezze con i live di Diodato, ospite all’ultima edizione del festival ed Elisa Erin Bonomo, vincitrice del Premio della Critica a Voci per la Libertà 2017. Conduce Carmen Formenton.
La seconda sarà domenica 10 dicembre a Roma alle 18 al teatro Eduardo De Filippo dell’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini (laboratorio di alta formazione della Regione Lazio), con i live degli Amarcord, vincitori del Premio della Giuria Popolare all’ultima edizione del festival, e di Carlo Valente, neodiplomato dell’Officina Pasolini e vincitore dell’edizione 2017 del “Premio Amnesty International Italia Emergenti”. Altri due neodiplomati dell’Officina, Marat (Marta Lucchesini) e Francesco Anselmo, saliranno sul palco per eseguire brani significativi della storia di Voci per la libertà. Conducono Enrico Deregibus e Savino Zaba.
Di Valente è appena uscito il videoclip, prodotto da “Voci per la Libertà”, di “Tra l’altro”, un brano dedicato a Federico Aldrovandi.
Durante gli incontri saranno presenti numerosi protagonisti del libro, come Michele Lionello (curatore del libro nonché ideatore e direttore artistico di Voci per la libertà), Riccardo Noury (Portavoce Amnesty International Italia), Giovanni Stefani (Presidente Voci per la libertà), Marta Dolcetto (Volontaria Voci per la libertà), Antonio Marchesi (Presidente Amnesty International Italia), Mirella Zambello (Sindaco di Villadose fino al 2010), Daniele Grossato (Vicesindaco di Rosolina), Melania Ruggini ( ideatrice e curatrice di Deltarte), Alberto Gambato e Laura Fasolin (autori di ‘Presi a caso’), Marco Cortesi (attore e regista), Silva Rotelli (fotografa), Patrizia Vita (Ufficio Comunicazione Amnesty International dal 2003 al 2013), Versi Banditi (Premio Amnesty International Italia Emergenti 1998), Mud (Premio Amnesty International Italia Emergenti 2009 e 2014), Marmaja (Premio Giuria Popolare 2014), Anna Luppi (Premio Web 2014), Adolfo Durante (Premio Amnesty International Italia Emergenti 2015) e Nevruz (finalista 2017).
Il volume, intitolato come il festival “Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty”, racchiude 176 pagine a colori che alternano testi e foto. Un caleidoscopio di frammenti e ricordi da tutte le edizioni di questo festival partito in sordina nel 1988 da Villadose, un piccolo paese vicino a Rovigo, e, come scrive Lionello, “arrivato a spegnere venti grosse candeline dopo aver attraversato gli Anni zero e aver affrontato con coraggio questo tempo così periglioso e distratto, ma carico di tensioni positive ed entusiasmo”.
Hanno scritto per il libro: Michele Lionello, Riccardo Noury, Giovanni Stefani, Paolo Pobbiati, Marta Dolcetto, Antonio Marchesi, Daniele Silvestri, Ivano Fossati, Modena City Ramblers, Paola Turci, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Enzo Avitabile, Mannarino, Edoardo Bennato, Nada Malanima, Perturbazione, Piotta, The Sun, Diodato, Mirella Zambello, Daniele Grossato, Annita Cecchetto, Patrizia Vita, Elisa Orlandotti, Savino Zaba, Giordano Sangiorgi, Giò Alajmo, Enrico Rigolin, Silva Rotelli, Melania Ruggini, Zentequerente, Marco Cortesi, Alberto Gambato e Laura Fasolin, Natalino Balasso, Versi Banditi, Sungift, Nuovi Orizzonti Artificiali, Riserva Moac, ‘A67, Mud, Piccola Orchestra Karasciò, Leo Miglioranza, Andrea Dodicianni, Marmaja, Anna Luppi, Les Fleurs des Maladives, Adolfo Durante, Golaseca, Riky Anelli, Do’Storieski, Carlo Valente, Elisa Erin Bonomo, Amarcord, Nevruz, Tukurù.
Il libro contribuisce a sostenere le campagne di Amnesty International Italia ed è stato realizzato all’interno del progetto Arte per la Libertà con il supporto del MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”.
“Voci per la libertà – Una Canzone per Amnesty” 20 anni di musica e arte per i diritti umani. Le emozioni raccontate in testi e immagini
Apogeo Editore
Un progetto dell’Associazione Voci per la Libertà a cura di Michele Lionello con la collaborazione di Enrico Deregibus e Paolo Spinello. Foto di Silva Rotelli, Francesco Pozzato, Gianpaolo “Wally” Vallese, Andrea “Artax” Artosi. Progetto grafico di Marta Moretto
176 pagine, euro 18.00
ISBN 978-88-99479-26-8
www.vociperlaliberta.it
www.amnesty.it
www.apogeoeditore.it
#diritti umani#festival Voci per la libertà#libro#libro carmen consoli#libro diritti umani#libro ivano fossati#libro mannarino#libro Voci per la libertà#musica#Una canzone per Amnesty#Voci per la libertà
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Comici spaventati guerrieri 2
L'informazione in questa storia ha ricoperto un ruolo fondamentale, in particolare due ruoli che dovremmo analizzare nel corso del tempo. Ma partiamo dal principio finita la guerra l'Italia era un paese distrutto dalle bombe la RAI inizia a trasmettere a livello nazionale il 3 gennaio 1954, contemporaneamente il ruolo dell'informazione è ricoperto da titoli che conosciamo anche oggi, come i Corriere della Sera o il Resto del Carlino, giornali estremisti e fanzine di cui oggi resta memoria solo in qualche nostalgico. Quello che accade da qui agli anni '70 è fondamentale: RAI e gruppi editoriali diventano monopolisti del settore, più del 60, 70% del mercato all'epoca era in mano loro. Non sto parlando di dittatura, non c'è niente di male in questo, nemmeno nel controllo da parte del governo sulla RAI; la stessa cosa accade anche in Francia e Germania, lo capisco. Non sono ironico, arriverò alla mia posizione tra un po'. La linea editoriale che intendono avere questi enti è quella della TV generalista, quando nei libri di storia dicono che negli anni '60 si attesta la televisione generalista" a questo si fa riferimento: una televisione, un prodotto d'intrattenimento che prenda qualsiasi tipo di pubblico, dall'intellettuale all'operaio più ignorante che ci possa essere. Ora intrattenimento e informazione non sono la stessa cosa, ma per informare più persone serve avere più potere, per avere potere, se si è in regime di monopolio è necessario avere il permesso del potere, e il potere all'epoca voleva vendere. Per questo vendere ci sono due ragioni: la prima è la strategia della tensione: ad un certo punto si è scelto di cercare di utilizzare i mezzi d'informazione per mostrare ciò che poteva portare l'estremismo politico nel nostro paese, BR brigate nere etc. Al fine di creare una strategia della tensione e coalizzare l'elettorato sul centrismo democristiano. Dall'altro dare informazioni semplici, non creare spunti di riflessione permette di vendere tanto, ma allo stesso tempo questo crea un pubblico incapace di saper leggere di meglio.
Perché all'estero leggono di più?
Perché semplicemente si è dello spazio alla micro editoria per crescere, fondi al giornalismo d'assalto, alle inchieste. A volte c'erano anche meno soldi, ma meglio gestiti e si è potuto fare di più. Fuori dall'Italia gli operai non leggono di economia perché sono dei geni, ma perché hanno capito che è utile. Un italiano di fronte al termine "economia " non sa nemmeno cosa vuol dire, mentre che un tedesco o un francese sanno ragionare in termini di prezzi degli immobili, e di valuta internazionale,m, e se parli con loro di economia non ti sanno dire tutto ma quanto basta per vivere bene. Un pò come i nostri bisnonni che ne sapevano di chimica, fisica e letteratura, per vivere bene. Noi invece abbiamo dimenticato tutto
L’aspetto assurdo e paradossale di tutto ciò è che 1) la RAi conserva nei suoi archivi migliaia di ore di girato di autori, progetti che sono stati poi rivalutati
all ’estero e dagli italiani del futuro geniali, dalle prime esibizioni di Ivano Fossati, a Carmelo Bene, passando per Dario Fo. Senza usarli. Il paradosso numero due e il più grande è che educare fa spendere di più alle persone, che smettono di subire un mezzo e iniziano a fruirne.Un pò come smettere di leggere libri Harmony e iniziare a leggere le istruzioni del videoregistratore, della vita. perché capire un aspetto a fondo permette alla mente di capire anche gli altri, di capire quanto possano essere affascinanti e aiuta a dare per non scontati certi parametri. Se queste sono le emozioni che si possono provare, non è difficile capire perché la gente è disposta ad acquistare per essi
Ora arriva la mia opinione:io credo che ogni forma d'arte abbia il suo luogo apposito ma senza una frammentazione dell'audience, senza abituare le persone a dividersi tra uno spettacolo e un ltro, tra una fonte dì informazione generalista e una dettagliata, per abitudine e costruzione la fonte è e resta unica. esistono canali adatti ad ogni cosa: una GIF porno su Tumblr è la norma su Facebook è un reato o quasi, così la satira politica ha un suo spazio e un suo pubblico. Il problema è che non lasciando spazio non crei nicchia. Quando la RAI diceva che c'erano milioni d' Italiani alla TV era perché non c'era altro. Forse il teatro, ma tra il nostro passato e gli attori per il cinema, di sazio per inventare e sperimentare non c'era altro. Non si sono creati quei canali, gli Italiani si sono semplicemente abituati a guardare ciò che gli veniva proposto, a perdersi dietro le parole dei giornali. Da una parte i monopoli che facevano solo una proposta, dall'altra nessuno chiedeva niente. Chi voleva vedere o leggere diversamente doveva comprare in lingua o qualche traduzione da qualche piccola casa editrice. MA questo è venuto dopo, prima ancora c'erano anche pochi traduttori, e pagati male, basta conoscere la storia di Luciano Bianciardi e colleghi.
Intorno al 2000 sono arrivate le prime avvisaglie che mettevano in crisi questo sistema: Sky con Current Tv, l'internazionale , Servizio Pubblico con Travaglio, che poi ha fondato il fatto Quotidiano, Travaglio che dice cose che se le avesse dette nella prima repubblica sarebbe morto e poi infine Youtube, le dirette via smartphone da Gaza, e se vogliamo Breaking italy e tutti gli show online.
Di questa guerra per creare degli spazi per potersi esibire ricordo le frasi che dissero a me e ad mio amico editore al festival del libro di Torino nel 2014 " Voi non contate un cazzo e non conterete mai un cazzo". Il mio migliore amico è laureato in diritto d'autore, all'arrivo degli ebook è stata una rivoluzione: potevo leggere i libri che prima non potevo permettermi e lui aveva un lavoro che sarebbe durato una vita.
Ma andiamo avanti
le case editrici sono strumenti di diffusione mediatica a bassa intensità, significa che quando gli arriva un'informazione essi hanno bisogno di tempo per elaborarla. I social media no, possono diffondere in pochi secondi informazioni brevi in tutto il mondo. Oggi in cima non ci sono più edicole. La RAI con l'avvento di internet resta una delle 5 compagnie più grandi in Europa. Ma il mondo stà cambiando. Molte persone mi dicono che c'è tanta confusione. Non è confusione. I social permettono di affrontare materie e ampliare discorsi che prima non era possibile fare con la TV generalista, è possibile informarmi e formarsi, è possibile leggere. É possibile fare molte cose, anche troppe, ma sai qual' è la cosa più importante?
No..
Molte persone non sono più abituate a tutto questo, a trattare un argomento in profondità Questa è diventata un'attività di élite. Hanno i neuroni atrofizzati.
Questa cosa si lega anche con l'informazione e il ruolo che essa ricopre oggi. Questo è un argomento controverso che mi riservo di trattare in un prossimo episodio. Vale lo stesso discorso dell'altra volta, se riesco ad arrivare a 10 note faccio un altro post, altrimenti taccio per sempre.
@gestaltico @italyromero @malefica67 @sequenceux @molecoledigiorni @urgvdess @bestdesign01 @blu-di-prussia @pataguia61 @elliottcaulfield
Vediamo se confermete o meno il vostro gradimento
#informazione#passato#rai#lastoria#case editrici#microedition#esteri#giulio andreotti#monopolio#controllo#soldi#how to not#capitale
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La parabola artistica del cantautore di oggi si lega indissolubilmente con 35 anni di storia italiana, oltre che di musica italiana. Fabrizio De Andrè ha scritto pagine di bellezza e forza inarrivate, non solo a livello nazionale. Inizia giovanissimo nella sua cara e amata Genova: pur provenendo da una agiata famiglia borghese la sua attenzione va verso i bassifondi, le persone e i luoghi marginali, i reietti, di cui diverrà un faro e un modello. Tra il polemico e il romantico nel 1967 esordisce con il famoso Fabrizio De Andrè Vol.1 che contiene i primi suoi cavalli di battaglia: Bocca di Rosa, Carlo Martello (scritta con il compagno di gioventù Paolo Villaggio) Via del Campo, Preghiera In Gennaio, scritto per l’appena suicidatosi Luigi Tenco. Il successo è buono, e anche qualche critica, tanto che nel 1968 pubblica due dischi, Tutti Morimmo A Stento e soprattutto il Vol.3 che contiene altre sue gemme come Canzone di Marinella, La Guerra di Piero, Amore Che Vieni Amore Che Vai che impongono la sua voce impostata, i suoi riflessi verso la canzone d’autore francese (con predilezione speciale per Georges Brassens) e i grandi menestrelli rock (Dylan e Cohen su tutti). Gli anni 70′ iniziano con altri grandi dischi: Non Al Denaro Non All’Amore Nè Al Cielo (1971) si ispira all’Antologia di Spoon River appena tradotta dall’amica Fernanda Pivano; Storia di un Impiegato (1973) è il suo disco più politico e più criticato, poi due raccolte (Canzoni, 1974, e Vol.8) in cui canta anche cover. Verso la fine degli anni ‘70 tre avvenimenti cruciali: inizia la collaborazione con Massimo Bubola, consegna alla storia della musica italiana un leggendario tour con la PFM e viene rapito in Sardegna, terra amatissima, con la moglie Dori Ghezzi sul Supramonte orgolese (a cui dedicherà una toccante Hotel Supramonte in Fabrizio De Andrè, 1981). Nel 1984 un immenso capolavoro, stavolta con l’amico di sempre Mauro Pagani: Creuza De Ma, un viaggio fisico e metafisico nel Mediterraneo e nella sua musica, colpì tanto David Byrne che lo collocò tra i dieci più bei dischi della musica degli anni ‘80. Nel 1996 esce il disco di oggi, che all’inizio fu pensato insieme ad un illustre corregionale, Ivano Fossati. I due non si accordano sul tessuto musicale, e finisce che il solo De Andrè lo completa da solo. Anime Salve è il suo ultimo capolavoro e il suo testamento musicale. Definito dall’autore un discorso sulla libertà, l’album, che raggiungerà il primo posto nelle classifiche di vendita, ha dei picchi assoluti di bellezza: Anime Salve, cantata con Fossati, è semplicemente splendida; Prinçesa, dall'omonimo libro autobiografico di Fernanda Farias de Albuquerque scritto con l'ex brigatista romano Maurizio Iannelli, è la storia della transessuale brasiliana Fernandinho, nata maschio, che abbandona il Brasile per seguire il suo desiderio di femminilità; Khorakhané (A forza di essere vento) è un omaggio ai rom kosovari di religione musulmana; Disamistade, che in sardo significa "inimicizia", è un omaggio al Codice Barbaricino e al senso dell’orgoglio dei sardi, che De Andrè ha sempre e comunque amato; Ho visto Nina Volare è un altro gioiello mistico e magico; Smisurata preghiera è la summa della musica e del pensiero di De Andrè. Che morirà pochi anni dopo, nel 1999, per un male incurabile. Ma che ha lasciato, ed è ancora viva, una traccia evidente, e consegnato alle sue parole quel ruolo di emozione che pochi autori hanno saputo raggiungere.
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#Stash #kolors #stashersinlove #album #music #international #italianband IWant è il primo Album in studio dei THE KOLORS il gruppo musicale italiano lo ha pubblicato il 19 maggio 2014 con etichetta Mr. Boost: arrangiato da Rocco Tanica (Elio e Le Storie Tese) e prodotto dai Kolors in collaborazione con Alex Trecarichi, "I want" è stato masterizzato da Mike Marsh all'Exchange di Londra. Il disco è composto da undici brani inediti, tra cui i brani Twisting, Me Minus You, Why Don't You Love Me? (successivamente ripubblicati nel secondo album Out) e No More, per il quale è stato realizzato un videoclip. Cesare Monti* ha realizzato la copertina di I Want, l'album di debutto del trio napoletano Kolors, che mescola indie rock e dance. Un cielo tempestoso e una silhouette nera che può ricordare un cavallo, una foto attraversata da una scritta in inglese che si può tradurre così: "Vorrei che scomparissero la povertà, la ricchezza, la violenza, l'intolleranza, la solitudine, l'ignoranza, la ragione, la follia. Per questo io dovrò scomparire". "Il cavallo è un riferimento a un libro magnifico come I viaggi di Gulliver, il cui protagonista finisce nel mondo degli Houyhnhnms, cavalli dotati di parola, intelligenza e animo buono, un popolo straordinario. E anche da questo nasce la frase della copertina". *Cesare Monti, 68 anni, fotografo, regista, artista visivo noto soprattutto per avere realizzato le copertine dei dischi di Lucio Battisti (ma anche di Pino Daniele, Pfm, Banco, Ivano Fossati, Bruno Lauzi, Enzo Jannacci, Mia Martini, Eugenio Finardi, Area, Angelo Branduardi, Fabrizio De Andrè, e i Dik Dik di suo fratello Petruccio) negli anni Settanta e Ottanta, l'epoca d'oro della musica pop, rock e cantautorale italiana. Stralci di articoli tratti da www.Repubblica .it e da www.Rockol.it
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Lorenzo Avincola si racconta: "Scrivere è, da sempre, una vera passione"
Lorenzo Avincola si racconta: “Scrivere è, da sempre, una vera passione”
Lorenzo Avincola autore del libro “La trasparenza del colore” Il Falò Edizioni si racconta in questa intervista su passionevera. Il suo libro si apre con una frase di Ivano Fossati “L’amore trasparente” che rende bene il tema sviluppato nel romanzo. “L’amore trasparente non so cosa siami sei apparsa in sogno e non mi hai detto nienteti ho dormito accanto e mi hai lasciato andaresarà anche il…
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Giovedì 29 novembre, alle ore 17.45, nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale si terrà la presentazione del libro di Ferdinando Fasce “La musica nel tempo. Una storia dei Beatles” (Einaudi, 2018).
Con l’autore interverrà Ivano Fossati.
L’Album Bianco, l’unico disco doppio dei Beatles, compie mezzo secolo. Ed eccolo di nuovo, in un’edizione ultra Deluxe che ci restituisce voci come quella di John Lennon e George Harrison che da anni ahimè non sono più con noi. Mentre Paul McCartney col suo nuovo LP Egypt Station torna dopo 36 anni in testa alle classifiche. Beatles forever dunque! Ma chi furono i Beatles? Ce lo spiegano un grande musicista come Ivano Fossati e lo storico Ferdinando Fasce, per anni professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di Genova, autore di “La musica nel tempo. Una storia dei Beatles” (Einaudi, 2018), il primo libro sul tema scritto da uno storico di professione. Ci riporteranno indietro nel tempo, fra concerti, incisioni e strepiti di ragazze e ragazzi attraverso l’Atlantico, sullo sfondo della guerra fredda e del Vietnam, delle agitazioni razziali e giovanili. Ci racconteranno come quattro talentuosi fan del rock’n’roll divennero musicisti e poi star. E rivoluzionarono il modo di fare musica incrociando e influenzando le speranze, le inquietudini, i furori di un’età in fermento.
L’incontro è a ingresso libero.
Chiara Tasso
www.studiovialevondergoltz.it
Cooperativa Battelieri del Porto di Genova
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AlfaRecovery.com
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Fwd: Giovedì 29 novembre a Palazzo Ducale Ferdinando Fasce e Ivano Fossati presentano il libro “La musica nel tempo. Una storia dei Beatles” Giovedì 29 novembre, alle ore 17.45, nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale si terrà la presentazione del libro di Ferdinando Fasce “La musica nel tempo.
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Fabrizio De André: non ci sono strade semplici #sottotraccia
Come da tradizione (recente) dedichiamo agosto alla lettura: per il 2024 abbiamo deciso di ripubblicare una serie di pagine tratte dal volume “Italia d’autore” (Arcana, 2019), dedicato ai grandi cantautori che hanno fatto la storia della musica italiana. La discografia ufficiale di Fabrizio De André ha inizio nel 1966 con Tutto Fabrizio De André: si tratta dell’esordio su lp di un cantautore che…
#amico fragile#biografia#bocca di rosa#cantautore#capitolo#Creûza de Mä#fabrizio de andré#francesco de gregori#genova#italia d&039;autore#ivano fossati#la guerra di piero#le nuvole#libro#luigi tenco#marinella#sottotraccia
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Ma ora è il momento di mettersi a dormire lasciando scivolare il libro che ci ha aiutati a capire che basta un filo di vento per venirci a guidare perché siamo naviganti senza navigare mai....... Ivano Fossati
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Nelle giornate di sabato 27 e domenica 28 gennaio, presso il Museo Archeologico Cicolano, in collaborazione con il comune di Borgorose, si sono svolte manifestazioni caratterizzate da relazioni, letture, filmati e concerti musicali per celebrare “Il giorno della memoria”.
Scrittori e artisti del territorio si sono riuniti, in ricordo delle vittime dell’olocausto, per dare voce agli eventi drammatici di quella fase storica e trasmettere attraverso l’arte profondi messaggi per non dimenticare gli errori di un tragico passato e gridare forte «mai più».
Nel pomeriggio di sabato, Luciano Bonventre e Giovanni Colabianchi, hanno ricordato il contributo del Cicolano alla salvezza di molti ebrei. Il Cicolano è sempre stato un territorio accogliente e i suoi umili abitanti non hanno voltato le spalle alle sofferenze altrui. Mettendo a rischio la propria vita, hanno offerto ricovero, cibo e vestiti. Le famiglie Di Paolo di Santa Lucia di Gioverotondo e Di Matteo di Roccaberardi, hanno nascosto e aiutato, nonostante la povertà del tempo, famiglie ebree con figli piccoli. Le famiglie di Ascenza De Sanctis, Francesca Maceroni, Anna Gallina, supportate dal parroco Don Filippo Ortensi hanno nascosto uomini, donne, bambini ebrei, salvandoli dalla deportazione nei campi di concentramento, tra il 1943/44. E a loro la comunità ebraica di Roma ha donato un riconoscimento come “paese di giusti”. Il documento è custodito con orgoglio presso il comune di Borgorose, come atto di eroismo, di insegnamento per tutte le generazioni.
Sempre nel pomeriggio di sabato il giovane Paolo Corazza ha presentato la sua scultura “Aldilà del filo”. L’opera in argilla naturale, senza colori aggiunti, raffigura un bambino con la divisa a righe che cerca di cogliere un fiore e un filo di ferro spinato lo cinge in una gamba fino a penetrarne la carne. Il fiore incarna la libertà, la vita, che un bambino nella sua innocenza cerca di cogliere ma il filo spinato che incarna la sofferenza, il male, gli impediscono di raggiungere il fiore. La scultura si ricopre di una luce particolare considerando il fatto che Paolo è un artista autodidatta, ha dato vita e forma alla sua creatività e alla sensibilità del suo animo.
La giornata di domenica 28 è stata caratterizzata da esibizioni canore e una molteplicità di letture con racconti dei sopravvissuti che con le loro storie hanno dato il volto a una realtà di atrocità. Alcune, rievocate dalla voce di Pierluigi Felli, sono state estrapolate dal Il libro della Shoah, i racconti di chi è sopravvissuto. È stato così ricordato che, nell’estate del 1938, il Consiglio dei ministri, con la sottoscrizione del re Vittorio Emanuele III di Savoia, emanò le leggi razziali che decretarono l’espulsione degli ebrei giunti in Italia dopo il 1918 e l’allontanamento degli studenti ebrei dalle scuole. Espulsione che si allargò anche agli impiegati pubblici fino ad arrivare all’impedimento di matrimoni misti. Quasi seimila ebrei decisero di emigrare verso la Palestina, Stati Uniti e America del Sud.
Si è quindi data lettura alla testimonianza di Sami Modiani deportato nel campo di Birkenon nel 1942, nato a Rodi isola del Dodecannesco territorio sottratto ai turchi dal Regno d’Italia nei primi del 1900. Una storia toccante che rigonfia gli occhi, un bambino di soli 13 anni che ha vissuto prima il dolore della morte della madre e poi il trauma della deportazione insieme a suo padre e sua sorella. La resistenza fisica per lavorare nel campo garantiva la sopravviveva, chi mostrava segni di cedimento soccombeva nelle atroci camere a gas. E fu così che Sami perse sua sorella e suo padre. Nel tempo anche la sua salute venne meno e subentrò la consapevolezza della morte. Una pura casualità deviò il suo destino: c’era un treno carico di patate, i prigionieri erano pochi e necessitava impiegare nel lavoro anche soggetti malati. E fu così che la sua condanna venne rinviata. Dopo poco tempo l’arrivo dell’armata russa costrinse i nazisti a portare via i prigionieri e distruggere le prove più evidenti degli stermini. Nel tragitto chi si fermava veniva soppresso con colpi di mitra. Sami, allo stremo delle forze cadde svenuto, venne sostenuto da due sconosciuti compagni e poi nascosto su un mucchio di cadaveri. Due angeli, così li ha definiti da Sami, che non li ha mai ritrovati. Ma furono la sua salvezza, quel Dio che aveva imprecato era venuto in suo aiuto, fu trovato dai russi e portato in un villaggio dove erano riuniti altri superstiti.
Nel proseguo del pomeriggio si sono esibiti diversi artisti. Il cantautore Carlo Valente ha eseguito Auschwitz di Guccini, Il mio nemico di Daniele Silvestri e il Disertore di Ivano Fossati, suscitando nella platea un silenzio ricolmo di emozione. Il gruppo Giacomo Proia e i suoi amici hanno proposto Gan Gan, canto popolare ebraico, e La germania parte terza, brano scritto dallo stesso Giacomo Proia, un gruppo di giovani che nella consapevolezza del tema hanno trasmesso con i loro sguardi, gesti e voce un profondo sentimento. Enrico Partenzi (insegnante presso liceo scientifico di Avezzano) e la studentessa Giada Cofini, hanno eseguito No More: la voce calda del professore e le note di violino suonate da Giada hanno inondato la sala di vibrazioni e riempito i cuori. La professoressa Dajana Barbonetti e Carmine De Michelis hanno eseguito il tema musicale del film Shindler’s List e, restando in campo cinematografico, il tema de La vita è bella con i ragazzi della banda di Torano. Sempre Dajana Barbonetti, ma con Silvia Franchi, ha poi proposto La terra promessa di Iva Zanicchi. Musiche, melodie di voci penetranti hanno toccato gli animi.
Il gruppo Be Folk, ha cantato Dio è morto di Guccini, A forza di essere vento di De André e Numeri da scaricare di De Gregori. Tra le parole dei canti scorrevano in alto, sul monitor, le immagini dei campi di sterminio. La musica si è intrecciata con le figure dei deportati denutriti e sfiniti. La melodia delle note musicali ha fatto da sfondo alle immagini degli sguardi spenti dei tanti bambini allineati dietro i fili di ferro spinato che circondavano i campi.
Un plauso a tutti organizzatori e ai giovani che attraverso le loro esibizioni sono riusciti a toccare con la delicatezza dell’arte temi così profondi e dolorosi. L’evento si è concluso con il saluto del sindaco Mariano Calisse, che si è congratulato con quanti si sono prodigati per la riuscita di un appuntamento così importante. Il primo cittadino ha elogiato i tanti giovani che hanno partecipato, uniti dalla passione per la cultura e per il territorio.
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Arte per non dimenticare: intensa Giornata della Memoria al Museo Archeologico Cicolano ------------------------ Nelle giornate di sabato 27 e domenica 28 gennaio, presso il Museo Archeologico Cicolano, in collaborazione con il comune di Borgorose, si sono svolte manifestazioni caratterizzate da relazioni, letture, filmati e concerti musicali per celebrare “Il giorno della memoria”. Nelle giornate di sabato 27 e domenica 28 gennaio, presso il Museo Archeologico Cicolano, in collaborazione con il comune di Borgorose, si sono svolte manifestazioni caratterizzate da relazioni, letture, filmati e concerti musicali per celebrare “Il giorno della memoria”.
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Esce “Voci per la libertà - Una canzone per Amnesty”, con Fossati, Mannarino, Consoli, Silvestri e molti altri
Esce “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty”, con Fossati, Mannarino, Consoli, Silvestri e molti altri
ARRIVA “VOCI PER LA LIBERTÀ – UNA CANZONE PER AMNESTY”, IL LIBRO SUI 20 ANNI DEL FESTIVAL CHE LEGA MUSICA E DIRITTI UMANI CON IVANO FOSSATI, DANIELE SILVESTRI, CARMEN CONSOLI, MANNARINO E MOLTI ALTRI PRESENTAZIONI A ROVIGO E ROMA IL 9 E 10 DICEMBRE Esiste in Italia un festival legato ad Amnesty International, che unisce musica e diritti umani. Si chiama “Voci per la Libertà – Una Canzone per…
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Voci per la libertà - Una canzone per Amnesty": il libro sui 20 anni del festival
Da Ivano Fossati a Daniele Silvestri, da Carmen Consoli a Mannarino, dal presidente di Amnesty Italia Antonio Marchesi al portavoce Riccardo Noury sono tanti i personaggi che hanno voluto partecipare al libro sui vent’anni di “Voci per la libertà”, il festival legato ad Amnesty International che da sempre incrocia la musica col tema dei diritti umani e che si tiene a Rosolina Mare, in provincia di Rovigo.
“Voci per la libertà – Una Canzone per Amnesty”: si chiama proprio così, come il festival, questo volume di 176 pagine a colori che racconta le emozioni e i contenuti di due decenni fitti di esperienze, con molti interventi scritti ma anche con molte foto. Uscirà in concomitanza con l’anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, il 10 dicembre.
Saranno due le presentazioni ufficiali del libro: sabato 9 dicembre alle 21 a Rovigo all’Auditorium del Conservatorio con i live di Diodato ed Elisa Erin Bonomo e domenica 10 dicembre alle 18.30 a Roma al teatro Eduardo De Filippo dell’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, laboratorio di alta formazione della Regione Lazio, con i live di Carlo Valente, neodiplomato di Officina Pasolini, e gli Amarcord. In entrambi gli incontri saranno presenti numerosi protagonisti del libro, così come in quelli che seguiranno nelle settimane e nei mesi successivi.
Ad affiancare e anticipare in qualche modo il libro, è online “Inalienabile – musica e diritti umani”, un progetto di immagini e riflessioni a cura del collettivo RuheTag realizzato per “Voci per la Libertà” con la direzione artistica di Silva Rotelli, il progetto grafico di Davide Falzone e la colonna sonora di Julia Kent. “Inalienabile” è un percorso sul rapporto tra musica e diritti umani, un’opera multimediale dal forte impatto emotivo, che vede alternarsi fotografie, voci, luci, musiche con la partecipazione di musicisti come Guccini, Nada, Bennato, Mannoia, Modena City Ramblers, Consoli, Cristicchi e molti altri. “Inalienabile” dopo le prime assolute a Rosolina per Voci per la Libertà e a Faenza per il Mei girerà l’Italia incontrando altre testimonianze ed è visibile sul sito www.inalienabile.com
Inoltre, il 1° dicembre uscirà il videoclip, prodotto da “Voci per la libertà”, di “Tra l’altro”, un brano di Carlo Valente, vincitore nello scorso luglio dell’edizione 2017 del “Premio Amnesty Emergenti”. Il brano parla di Federico Aldrovandi, a cui Valente ha dedicato la vittoria.
Valente è uno dei tanti protagonisti del libro “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty”, che racchiude frammenti, ricordi, immagini da tutte le edizioni di un festival partito in sordina negli ultimi anni del Ventesimo secolo a Villadose, un piccolo paese vicino a Rovigo, e “arrivato a spegnere venti grosse candeline dopo aver attraversato gli Anni zero e aver affrontato con coraggio questo tempo così periglioso e distratto, ma carico di tensioni positive ed entusiasmo”, come scrive Michele Lionello, ideatore e direttore artistico della manifestazione, nonchè curatore del libro.
Più di 2000 gli artisti che hanno preso parte negli anni a “Voci per la libertà”: dai giovani che si sono confrontati nello storico contest della manifestazione, ai big che hanno vinto il “Premio Amnesty International Italia” (istituito nel 2003 per premiare il miglior brano dell’anno sui diritti umani) o hanno partecipato come ospiti.
Molti compaiono nel libro con loro testi, insieme agli organizzatori e agli amici del festival. Hanno scritto: Michele Lionello, Riccardo Noury, Giovanni Stefani, Paolo Pobbiati, Marta Dolcetto, Antonio Marchesi, Daniele Silvestri, Ivano Fossati, Modena City Ramblers, Paola Turci, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Enzo Avitabile, Mannarino, Edoardo Bennato, Nada Malanima, Perturbazione, Piotta, The Sun, Diodato, Mirella Zambello, Daniele Grossato, Annita Cecchetto, Patrizia Vita, Elisa Orlandotti, Savino Zaba, Giordano Sangiorgi, Giò Alajmo, Enrico Rigolin, Silva Rotelli, Melania Ruggini, Zentequerente, Marco Cortesi, Alberto Gambato e Laura Fasolin, Natalino Balasso, Versi Banditi, Sungift, Nuovi Orizzonti Artificiali, Riserva Moac, ‘A67, Mud, Piccola Orchestra Karasciò, Leo Miglioranza, Andrea Dodicianni, Marmaja, Anna Luppi, Les Fleurs des Maladives, Adolfo Durante, Golaseca, Riky Anelli, Do’Storieski, Carlo Valente, Elisa Erin Bonomo, Amarcord, Nevruz, Tukurù.
Il libro contribuisce a sostenere le campagne di Amnesty International Italia ed è stato realizzato all’interno del progetto Arte per la Libertà con il supporto del MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”.
“Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty”- 20 anni di musica e arte per i diritti umani. Le emozioni raccontate in testi e immagini
Apogeo Editore
Un progetto dell’Associazione Voci per la Libertà a cura di Michele Lionello con la collaborazione di Enrico Deregibus e Paolo Spinello. Foto di Silva Rotelli, Francesco Pozzato, Gianpaolo “Wally” Vallese, Andrea “Artax” Artosi. Progetto grafico di Marta Moretto
176 pagine, euro 18.00
ISBN 978-88-99479-26-8
www.vociperlaliberta.it
www.amnesty.it
www.apogeoeditore.it
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