Maschio | 29 | Etero- Bianco - Caucasico Liberale | Una volta la mia vita era un casino. Adesso lo è di più ma è molto più divertente. Scrivo e pubblico roba a caso perché non so ancora controllare benissimo la mia mente, ma sto imparando
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) i dipendenti sono persone da cui apprendiamo. L idea che noi dobbiamo dirigerli è assurda. Noi dobbiamo lavorare con i loro feedback. Se dobbiamo crearne uno da zero ci vorrà del tempo prima che diventi indipendente ma prima o poi lo sarà 2) premiare un errore. Premiare il fatto che un dipendente si sia accollato una responsabilità è una cosa da premiare assolutamente. => fine avere più coraggio nel prendere decisioni difficili
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Pazienza. Devi solo avere pazienza.
Resisti. Persevera. Non guardarti attorno, perché ogni cosa ti farà dubitare di te stessa.
Non cercare di imitare i percorsi altrui, perché i loro passi non seguono il ritmo dei tuoi, né tanto meno quello del tuo cuore, che spesso riesce a percorrere chilometri e chilometri, stando semplicemente chiuso in gabbia.
Quelle sue corse sfiancanti ti fanno sentire una maratoneta, che percorre la vita fra mille ostacoli di insicurezze e di paure. In piena maratona però si sa, non si può proprio mollare. Per questo devi andare fino in fondo. Sfida te stessa e sconfiggi la parte più fragile di te, perché una volta rinata, solo lei potrà portarti al traguardo.
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If you have been on Tumblr for more than 10 years you are probably mentally ill.
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Catilina se pulivit culum cum carta velina
Carta velina terminati
Dito in culum penetravit
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Ho sbagliato tanto nella vita.
Ho amato uomini che non mi amavano sperando di cambiarli, perché avevo letto da qualche parte che qualcuno era riuscito a trasformare un uomo normale in un supereroe. Ci ho provato anch’io. E ho fallito.
Ho desiderato uomini che non mi vedevano abbastanza, che mi tenevano in penombra. Non abbastanza in ombra da farmi arrabbiare, non abbastanza alla luce per rendermi felice. E ho imparato a mie spese che la penombra può essere eterna, vigliacca, maledetta.
Ho cercato di convincere uomini ad amarmi, mostrando la versione migliore di me. Sempre. E il sempre dopo un po’ diventa estenuante. Un’attrice che ripete solo il suo monologo migliore, come un mantra, come una cantilena, come una punizione. Ero esausta, basta, lasciatemi essere me stessa, la versione di me peggiore, la più incompleta, la più malinconica, ferita, disillusa, che a recitare poi si muore.
Ho rincorso uomini che scappavano perché un giorno ho creduto che se un uomo scappa è perché ha paura.
Poi una mattina mi sono svegliata e ho capito che chi scappa non ha paura, vuole solo andare altrove.
E ho imparato a lasciare andare. E più lasciavo andare e più nessuno si fermava, come se la rete bucata facesse correr via tutti i pesci.
Poi ho compreso che se ne va chi non vuole stare. E che la rete bucata è una benedizione.
Si lascia andare via. Non si trattiene nessuno, perché non siamo oggetti a caso da collezionare, siamo monete per terra che migliaia di passi calpestano e poi arrivano due gambe che si piegano e ci raccolgono.
Non siamo per tutti. Smettiamola di voler essere per tutti.

Mary G . Baccaglini
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Sto evitando gli amici tossici ma prendo tutte le cazzo di medicine che mi da papa stato e porco dio come si sta bene fatti. Fatti e legalizzati cazzo siiiiiii
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Per fortuna ad un certo punto la droga non fa sentire più niente, inclusa la vita
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In tre parole: sesso, droga e rock & roll

In più di tre parole:
Lavoro nel settore del digitale e nel settore digitale al di là di una ristrettissima élite di cui ho l’onore di conoscere bene e meno bene alcuni elementi, la maggior parte degli imprenditori digitali non è che fa fatica, semplicemente fallisce entro i 5 anni. E fallisce soffrendo inutilmente.
Cioè ci sta che la gazzella sia mangiata dal leone, ma se il leone se la incula prima di fronte ai cuccioli, e poi se la mangia, forse è un pò troppo.
Chi rende vita difficile al fallimento sono coloro che studiano, invece di pensare che per un’attività basti il coraggio.
Nel corso degli ultimi due anni e mezzo ho parlato in chiamate di vendita con almeno 242 proprietari e professionisti nel settore digitale e ho realizzato come molti di loro si sentano frustrati per non raggiungiere i risultati economici e il riconoscimento sociale che desiderano.
A differenza di un atleta che se non raggiungie un risulato o un obbiettivo si allena per raggiungerlo, loro lavorano facendo le stesse cose per raggiungiere risulati diversi. Il che è un pò come seguire una dieta per mettere su massa per dimagrire.

Perché queste persone si conducono su queste strade? Cosa li spinge ad avere paura di prendere strade uguali a quelle che già conoscono?
Risposta breve: se venissero premiati con sesso, natura, e divertimento dei loro sacrifici sicuramente sarebbero più motivati nell'affrontare lo sconosciuto che sembrano temere cosi tanto.
Scopare, divertirsi è un potente incentivo sociale a non essere stronzi.
Montelago mi ha fatto capire come puoi stare in un posto con 40,000 persone senza che diventi una città invivibile. In primis la natura. Io mi sono trasferito in montagna, ma ho visto tanta gente sorprendersi del clima, delle doccie fredde ( che è acqua di cisterna e non di montagna porcoidd###). Sono stato felice per loro, che probabilmente passano la loro vita in cubicoli di merda, in periferie fatte di cemendo, stipati come scatolini sugli scaffali dell’Ikea.
In secondo luogo scopare. Scopiamo troppo poco e male, di fretta. Andiamo sempre di corsa e cerchiamo di incastrare una cosa importante come il sesso tra un impegno e un altro, quando di facto “una scopata a caso” non è nulla di più di una masturbazione assistita.
Montelago non è proprio il posto in cui pensare ad un amore profondo e romantico, per i più ma credo che la funzione preparatoria del prendere la roba da mangiare, il cibo la tenda, e altri miliardi di cose, fare la strada in macchina, montare tutto, tenere pulito il giaciglio, vivere un momento speciale tra balli celtici, sia in qualche modo speciale. Cioè della serie che da tre giorni non puoi aspettarti qualcosa da Vanilla Sky ma qualcosina di simile di scalda l’anima.
Il bere. Credo che bere a Montelago moderatamente ci sta, ma se poi ti ubriachi come una spugna e non scopi, non poghi etc. sei cretino. Cioè la cosa peggiore che puoi fare è ubriacarti o farti ai limiti del coma etilico il giorno 1, passare il 2 con la sbornia e il 3, che si sono formati i gruppetti, andare in giro da solo e tornare al campo. Meriti di non riprodurti e possibilmente l’estinzione.
Il pogo, o atto di spingersi durante di concerti in quella che è l’incrocio tra una rissa e una danza. Ho pogato - con significative pause- come mi chiedono di ricordare i miei amici- per quasi tre ore e mezzo. Mi sono trovato in mezzo a gigantesti corpi sudati e muscolosi, coperto del loro sudore. Ho preso pugni nella schiena, sullo sterno, gomitate sulle tempie ed è stato bellissimo - tranne per la parte del sudore altrui addosso. Incluso farsi una doccia fredda con 5 gradi fuori alle tre del mattino.
Il rapporto tra la razionalità, lo studio che servono per condurre una attività nel digitale e il bisogno di spararsi un orgia di tanto in tanto è stato ben analizzato dai greci quasi 2000 anni fa, ed è il rapporto tra apollineo e dionisiaco.
Nel mito greco, colui che sfida Dioniso finisce per essere tagliuzzato come un Kebab da un branco di donne durante un rito orgiastico. Che è un pò la stessa fine che fa l’imprenditore digitale indisciplinato che non fattura abbastanza e va a farsi succhiare il cazzo nel terzo mondo spendendo 1\4 del fatturato annuale invece di reinvestirlo.
Quello che mi ha ricordato questo festival è stato l’importanza del prendersi cura delle cose fondamentali nella vita al fine di vivere felici, e che è questa felicità derivano uomini e donne vere nella società. Solo da persona appagate possiamo aspettarci che non rubino, che siano parte attiva del mondo, che siano buoni amici. Al contrario possiamo aspettarci solo il peggio da coloro che vivono nel dolore.
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Io che vado in giro con i funghi, la pipa, e le scarpe da montagna per il paesino.
L’odore dei camini, che l’ anno prima non c’era. Perché la gente ha perso il lavoro e ora non si scalda più con i termosifoni. Qui da noi i termosifoni li hanno messi vent’anni fa, mica cento. Tutti hanno ancora un camino in casa. Tranne le case degli operai, quelle di via Simboli e dintorni, perché credevano di chiudere le porte al passato contadino, che ora erano in città.
Non credo da queste parti se lo toglieranno mai l’odore dei campi dalla giacca. Che siano i tramonti arcobaleno, che sia come la gente parla.
Recanati, quando si poteva uscire dal comune.
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Sono così felice che tu non capisci cosa io stia facendo. Io sto morendo. Nel modo più bello che conosca e tu forse non vivrai nemmeno un minuto, come io sto morendo.
Questo è vivere ad un tempo fortissimo. Sto scrivendo e tra mezz’ora devo andare via. Tutta una vita così, intensa e senza tempo. La mia relazione con S. così è stata: tette e culi, tutte le sere. E sbarra, sbarra a fiumi. Prima bevevo in veranda mentre smessaggiavo con lei, poi rientravo e mi facevo una sega di fronte ai porno, poi infine quella della buona notte pensando a lei.
Quando finalmente ci sono andato con una buona arrabatta con la quinta in perizoma e non ho sentito niente. Io che quando avevo sedici anni prendevo il crocifisso regalatomi alla comunione, il quale aveva una striatura nera da un lato ed era bianco dall’altro, e lo lanciavo come si lancia un moneta, per vedere se mi sarei segato o meno. Solo che non sapevo segarmi e quindi sbattevo ripetutamente il cazzo sul maleranno finché non venivo.
Sarà per quel trauma che ho sempre paura di entrare, o forse per la paura di essere coglione come mio padre e metterla incinta alla prima botta.
Comunque facendolo ho scoperto che no, sborsare spesso su parti femminili, in genere mani, non è particolarmente piacevole. Ho scoperto che la bellezza della vita sta nella serenità.
Nel poter dire che ogni domenica vado in bici e vedo la neve sui monti, nel poter crescere e non fare la muffa nello tesso posto.
Voglio la mia serenità nella tempesta, come disse archiloco “ Sappi qual’ è il ritmo della vita”. Accettare la morte e il fine vita come parti necessarie dell’esistenza.
Cioè è inevitabile sofferenza da un essere umano per un altro.
Vivendo soli è facile evitare le incomprensioni di cui è fatto l’amore e il dolore che compone la nostra vita con gli altri, ma appunto il dolore è vita e quella cosa che in molti temono, io tutto sommato ci sto in mezzo.
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sento la nostalgia di prendere il tram andare a lipanska sbattermi dentro un kebabbaro e lavorare sui tavolini unti
per ore con un libro e un quaderno, bere, e pisciare nel parco. Passare a fianco le librerie, guardarle, riflettere sulle tette della ex, chiedere se mi farò una sega allo studentato, confermare al cervello che si mi farò una sega in studentato. Accendersi una pipa, ridere degli sguardi incuriositi dei passanti, passar eil pomeriggio ad osservare i dettagli. Se sapevo che andava a finire cosi un anno fa intorno al garda mi buttavo sotto un camion, e la finivo prima
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Domenica 23.20 . Ho aspettato un giorno per vederti
Il mio cazzo era pieno di sborra calda da succhiare, lei sarebbe arrivata dopo un'ora e mezza. Era domenica pomeriggio. Era un mese che non ci vedevamo. Non reggevo più. Mi palpavo da sotto il poncho per sentirlo. Mi ero ferito il cazzo a forza di ammazzarmi di seghe, averi voluto farmene un'altra per calmarmi, ma non volevo aggravare la situazione. Lei arrivò in ritardo come sempre. Appena la vidi pensai, come ogni volta che la vedevo “Sono davvero un uomo fortunato ad avere una donna così”. Era esausta. Lanciò il cappotto su una sedia e si accese una sigaretta. Passai un secondo ad ascoltare il rumore che faceva lei mentre aspirava il fumo. In silenzio, le levai le scarpe, mi alzai l'abbracciai da dietro e le diedi un bacio sulla guancia, mentre con le mani le sbottonavo i pantaloni. Poi tornai giù a succhiare come un aspirapolvere: ogni forma di infelicità, ogni problema, ogni dolore succhiato nella mia bocca. Vidi il suo viso distendersi. Stava arrivando all'orgasmo. Finii di succhiare ed ingoiai tutto. Ero la sua puttanella. Le rimisi le mutande, presi il pezzo di stoffa di dietro e glielo infilai tra le chiappe a mò di perizoma. Era una cosa che mi è sempre piaciuta. Rimasi lì a fissarle il culo. La sigaretta l'aveva finita quattro o cinque minuti prima, aprì la cerniera della tuta dei grandi magazzini e mi disse “ Buon Natale”. Iniziò a farmi una sega mentre le succhiano i capezzoli e le palpavo il culo. Per me era come essere in paradiso. Le venni il mano nel giro di tre minuti, come al solito. La presi di peso, la portai sulle scale, la misi a gambe aperte e facemmo all'amore.
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Presepe
presepio
prese Dio
e
Perse
il presepe
per questo Dio è andato
e non ritorna più
nemmeno col treno delle 7.37
Laura è emigrata da Malinconia
La gente discute ancora per Cristo in aula
che è andato a far presenza al presepe
Aula, aula di tribiunale
Dio è andato o resta
Dio e morto e non risorge
Presepio
Prese Dio
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