#immaginazione e tecnologia
Explore tagged Tumblr posts
pier-carlo-universe · 1 month ago
Text
L’Universo tra tecnologia, umanità, creatività e introspezione: un viaggio tra mondi connessi. Recensione di Alessandria today
Quattro immagini, quattro dimensioni: esplorare l'interconnessione tra spazio, mente, arte e relazioni
Quattro immagini, quattro dimensioni: esplorare l’interconnessione tra spazio, mente, arte e relazioni L’unione simbolica delle quattro immagini caricate rappresenta un mosaico di idee e sensazioni, che mescolano la vastità cosmica, il progresso tecnologico, la forza delle relazioni umane e l’intimità creativa. Ogni immagine racconta una storia, ma insieme suggeriscono un percorso più ampio:…
0 notes
aurxrap · 1 year ago
Text
Tumblr media
Le donne sono umane?
La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo definisce che cosa è un essere umano. Nel 1948, essa disse al mondo ciò cui una persona, in quanto persona, ha diritto. Sono passati cinquant’anni. Le donne sono umane? Se noi donne fossimo umane, saremmo trasportate come merce pronta a essere venduta dalla Thailandia ai bordelli di New York? Saremmo schiave sessuali, usate a fini riproduttivi? Saremmo allevate come bestie, costrette a lavorare per tutta la nostra vita senza essere pagate, bruciate nel caso i soldi della nostra dote non siano abbastanza, o nel caso gli uomini si stanchino di noi, fatte morire di fame quando i nostri mariti muoiono (se sopravviviamo alla loro pira funebre), vendute per sesso, perché non siamo apprezzate per nient’altro? Saremmo date in sposa ai sacerdoti, in cambio di denaro per espiare i peccati della nostra famiglia, o per migliorarne le prospettive terrene? Nel caso ci fosse concesso di lavorare dietro retribuzione, saremmo costrette a svolgere i lavori più umili e saremmo sfruttate fino al punto di essere ridotte alla fame? I nostri genitali sarebbero tagliuzzati per «purificarci» (le membra dei nostri corpi sono impure?), per controllarci, per marcarci e per definire le nostre culture? Saremmo smerciate come cose destinate all’uso e all’intrattenimento sessuale, in tutto il mondo, e in qualunque forma resa possibile dall’attuale tecnologia? Ci sarebbe impedito di imparare a leggere e a scrivere? Se noi donne fossimo umane, avremmo così poca voce in capitolo nelle decisioni pubbliche e nel governo dei paesi in cui viviamo?Saremmo nascoste dietro a veli e imprigionate nelle case, ci lapiderebbero o ci sparerebbero, perché ci rifiutiamo? Saremmo picchiate a morte, o quasi, dagli uomini con i quali siamo intime? Saremmo sessualmente molestate all’interno delle nostre famiglie? Saremmo stuprate durante i genocidi per terrorizzare, espellere e distruggere le nostre comunità etniche, o stuprate durante la guerra non dichiarata che si svolge ogni giorno e in ogni paese del mondo nel cosiddetto tempo di pace? Se le donne fossero umane, la nostra violazione sarebbe goduta dai nostri violatori? E, se fossimo umane, e queste cose accadessero, non ci sarebbe praticamente nulla da fare in proposito?
Ci vuole un bel po’ di immaginazione–e un’attenzione risoluta–mente concentrata sulle eccezioni privilegiate per vedere una donna reale dietro alle maestose garanzie di «ciò cui ognuno ha diritto». Dopo più di mezzo secolo, quale parte di «ognuno» significa noi?
L’altisonante linguaggio dell’articolo 1 incoraggia ad agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza. Dobbiamo essere uomini perché questo spirito ci includa? Ma forse questa è un’interpretazione troppo letterale. Se tutti dovessimo comportarci, gli uni verso gli altri, in spirito di sorellanza, gli uomini capirebbero che questo riguarda anche loro? L’articolo 23 prevede, in modo incoraggiante, un’adeguata retribuzione per chiunque lavori. E continua affermando che questo assicura una vita umanamente dignitosa per lui e per la sua famiglia. Le donne non sono pagate per il lavoro che svolgono all’interno delle loro famiglie: perché non sono ognuno, o perché ciò che fanno per le loro famiglie non è lavoro o, più semplicemente, perché noi non siamo lui? Le donne non hanno famiglie o le donne non possono avere una famiglia senza un lui? Se quel qualcuno che non è pagato affatto, o che è pagato molto meno rispetto alla giusta e favorevole remunerazione garantita, è quella stessa qualcuna che, nella vita reale, è spesso responsabile per il sostentamento della sua famiglia, quando è privata della possibilità di assicurare alla sua famiglia una vita umanamente dignitosa, non è umana? E ora che, a partire dalla promulgazione della Dichiarazione universale, ognuno ha ottenuto il diritto di partecipare al governo del proprio paese, perché la maggior parte dei governi sono gestiti dagli uomini? Le donne rimangono in silenzio nelle stanze del potere perché non abbiamo una voce umana?
Un documento che adotta misure specifiche per la formazione dei sindacati, e a favore di ferie periodiche e retribuite, avrebbe potuto appellarsi alla specificità delle donne non soltanto per fare riferimento, ogni tanto, alla maternità, che tutto sommato è più riverita che tutelata. Se le donne fossero umane, la violenza domestica, l’abuso sessuale dalla nascita alla morte, prostituzione e pornografia incluse, e la sistematica denigrazione e reificazione sessuale delle donne e delle ragazze sarebbero state semplicemente omesse dal linguaggio ufficiale di questo documento?
Certo, la discriminazione sessuale è proibita. Ma come è possibile che sia stata proibita per tutto questo tempo, anche se solo come aspirazione, e che, ciononostante, tutte queste condizioni non siano state ancora concretamente immaginate come parte integrante di ciò cui ha diritto un essere umano, proprio in quanto umano? Perché il diritto delle donne di vedere la fine di queste condizioni è tuttora apertamente dibattuto sulla base di diritti culturali, diritti di espressione, diritti religiosi, libertà sessuale, libero mercato –come se le donne non fossero altro che significanti sociali, discorsi da ruffiani, feticci sacri o sessuali, risorse naturali, beni di consumo, tutto tranne che esseri umani?
Le omissioni della Dichiarazione universale non sono semplicemente semantiche. Essere una donna «non è ancora il nome di un modo di umanità», nemmeno in questo che è il più visionario tra i documenti sui diritti umani. Se misuriamo la realtà della situazione delle donne in tutta la sua varietà sulla base delle garanzie della Dichiarazione universale – anche se la maggior parte degli uomini non fa nemmeno questo – è molto difficile intravvedere, nella sua visione dell’umanità, il volto di una donna.
Le donne hanno bisogno di un pieno stato umano nella realtà sociale. Perciò, la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo deve interpretare le modalità attraverso cui le donne sono deprivate dei diritti umani come una deprivazione di umanità. Affinché il glorioso sogno contenuto nella Dichiarazione universale si avveri, affinché i diritti umani siano davvero universali, sia la realtà che essa sfida, sia gli standard che essa afferma devono essere cambiati.
Quando le donne saranno umane? Quando?
—Catharine MacKinnon
2 notes · View notes
ilquadernodelgiallo · 2 months ago
Text
La natura umana non è tale che, date certe condizioni, la stupidità finisce per prevalere, contagiando gli intelletti più brillanti, abbassando il livello di tutti? [...] In altre parole l'informazione deficiente ha un costo, anche quando l'informazione deficiente viene data senza secondi fini. E il costo dell'informazione deficiente è direttamente proporzionale all'onnipresenza del messaggio. [...] Poiché l'idea è sempre solo un'approssimazione del mondo, l'azione sarà catastrofica o benefica a seconda della distanza fra l'idea e il mondo. Compito dei mass media è fornire questi simulacri di mondo, sui quali costruiamo le nostre idee. Questa costruzione dei simulacri va anche sotto un altro nome: narrazione. L'Uomo col Megafono è un narratore, ma le sue storie non sono il massimo. O meglio, sono limitate. Le sue storie non hanno avuto tempo di maturare: vengono fuori troppo in fretta e si rivolgono a un pubblico troppo vasto. [...] Una cultura capace di immaginare in termini complessi è una cultura umile. Agisce "quando deve agire" il più tardi e il più cautamente possibile, perché conosce i propri limiti e l'esiguo spazio di manovra del negozio di porcellane in cui è capitata. E sa che per quanto sia preparata a dovere "per quanto le sue previsioni abbiano retto a un esame intelligente e impietoso" il luogo verso cui fa rotta sarà ben diverso da quello immaginato. La differenza tra immaginazione e realtà, moltiplicata per la violenza delle intenzioni, equivale al male che verrà fatto. [...] Ma se definiamo il Megafono come l'insieme delle centinaia di voci ascoltate ogni giorno che ci giungono da persone che non conosciamo, tramite fonti ad alta tecnologia, è chiaro che una componente significativa e maggioritaria di quella voce è diventata qualunquista, stridula, pedestre, farneticante e calcolatrice. Cerca di esasperarci, ci fa sentire ansiosi, inadeguati e soli; ci convince che il mondo pullula di nemici e di gente più stupida e meno simpatica di noi; ci converte all'idea che, oltre la sfera della nostra esperienza diretta, il mondo funzioni in maniera diversa, più ostile e meno riconoscibile. [...] Ma perché questa tendenza dovrebbe essere predominante? La paura, certo, la paura c'entra senz'altro. Nell'ora del pericolo, chi suona di continuo l'allarme della paranoia finirà per avere ragione. La voce che dà ragione a noi su tutta la linea e torto ai nostri nemici, la voce che allarga costantemente la definizione di «nemico», ci libera dal peso di convivere con l'ambiguità. La mentalità che dà vita a espressioni come «un malaugurato ma inevitabile danno collaterale» può apparire, nella foga del momento, come una forma di pragmatismo oscuro e necessario. Ma più che la paura, secondo me, è stato il mercato a spegnerci il cervello: le principali agenzie giornalistiche si sono avvicinate al modello d'impresa e discostate dal modello di servizio pubblico. Il presupposto da cui muovono i nostri mass media è ormai la necessità del profitto. Questo presupposto è stato spogliato di ogni implicazione morale: è solo un argomento che i fini intellettuali danno per scontato per potersi concentrare su altre, e più vitali, questioni di «contenuti». [...] In ogni caso, quelli che in passato si chiedevano: «È una notizia?» ora sembrano chiedersi: «Farà colpo?» E la mutazione culturale è avvertibile a tutti i livelli. [...]
Ora: va bene il profitto, la redditività. Ma se vanno a scapito di ogni altra considerazione, ci ritroveremo trasformati in eterni bambini, perché ci siamo negati l'uso delle nostre facoltà più elevate. [...] Delegando la narrazione di massa a soggetti che mettono al primo posto il profitto, facciamo una concessione pericolosa. «Raccontateci tutta la verità che potete», gli chiediamo in realtà, «mentre fate soldi». Non è come chiedere: «Raccontateci la verità», punto. La capacità di una cultura di capire se stessa e il mondo è fondamentale per la sua sopravvivenza. Ma oggi siamo guidati nell'arena del dibattito pubblico da veggenti che sanno soprattutto tenerci incollati a guardarli. [...] Ma non c'è nessun complotto in corso, secondo me, nessuna malafede, nessuna perfida Eminenza Grigia: solo un gruppo di persone provenienti da ottime università, che realizzano il loro sogno e si vergognano un po' del servizio sulla cacca di cane proprio mentre si assicurano che la messa in onda sia puntuale e tecnicamente impeccabile. Come può un prodotto così nocivo nascere da persone così in gamba? Probabilmente c'entra la voglia di sopravvivere: ogni rotellina dell'ingranaggio fa quello che deve fare per non tornarsene al paesello con la coda tra le gambe, rispettando i vigenti limiti di tempo e redditività e rimandando il suo «vero» lavoro a quando avrà accumulato i soldi per andarsene in pensione, o otterrà un incarico che gli permetta di fare ciò che ama. (Un giovane amico che scrive per i notiziari online di un gigante dell'informazione mi ha inviato questa e-mail: «Ho appena scritto il seguente titolo: "Il diario segreto di Anna Nicole: Odio il sesso". Se qualcuno si domanda come mai gli americani non ricevono più vere notizie, il motivo è che dei buffoni venduti al profitto come me ucciderebbero la madre pur di non tornare a consegnare pizze».) [...] Il primo requisito del successo è restare in gioco. Per restare in gioco bisogna saper produrre profitto; per produrre profitto bisogna farsi guardare, per farsi guardare bisogna essere guardabili, e nel mondo dell'informazione si è affermato un canone di Guardabilità "un tono, una cadenza, un tacito insieme di argomenti accettabili e di rapporti accettabili con i suddetti argomenti "che, quando va proprio bene, hanno un legame marginale con la verità. Quel che si può dire in televisione viene sottilmente circoscritto dai dati d'ascolto, dal montaggio e dagli indicatori sociali della trasmissione precedente e, in maniera ben più esplicita, dal fatto di essere o meno re-invitati. [...] È diventata una specie di succursale del governo: quando il governo vuole fuorviarci, si rivolge ai media; quando i media si infervorano per una determinata storia (cioè fiutano l'impennata degli ascolti) influenzano il governo. È sempre successo, ma questa correlazione sta trasformandosi sempre più in un sistema chiuso, che taglia fuori il cittadino. Come ogni classe dirigente, anche questa guarda dall'alto in basso le classi subalterne. La novità è che questa classe dirigente si serve dei nostri occhi e delle nostre orecchie. Riempie l'etere, e quindi le nostre teste, delle sue priorità e delle sue idee e del suo nuovo misero vocabolario. [...] i Re degli Opinionisti hanno frequentazioni in comune, ambizioni simili e lo stesso quadro di riferimento (agenti, incentivi, conoscenza della scala degli indicatori di successo, padronanza del gergo degli addetti ai lavori). E soprattutto condividono il desiderio di non perdere posizioni, di non scendere dall'Empireo per tornarsene da dove sono venuti. Su un lato del Megafono c'è una piccola fessura, e finché ti permettono di parlarci dentro, continua a sputare monetine. [...]
Io credo però che stiamo vivendo un momento particolarmente insidioso, se non altro perché la nostra tecnologia è diventata così onnipresente, patinata, seduttiva, e al tempo stesso lenta e quasi incapace di fare autocritica. L'era del fascismo smaccato è finita: le forze che un tempo ci tolsero la dignità, il buonumore e la libertà ora magnificano, con voci splendide e soavi, le virtù della dignità, del buonumore e della libertà. Immaginate che il Megafono abbia due manopole: una regola l'Intelligenza della sua retorica e l'altra il Volume. [...] L'antidoto che propongo è semplicemente: consapevolezza e messa in discussione della tendenza Megafonica. Ogni ben ponderata confutazione del dogma, ogni barlume di logica intelligente, ogni riduzione ad assurdo della prepotenza è l'antidoto. Ogni richiesta di chiarimento del vago, ogni altolà alla banalità compiaciuta, ogni segno di matita rossa su un documento da correggere è l'antidoto. [...] Abbiamo conosciuto il nemico e il nemico siamo noi, certo, ma se lo abbiamo riconosciuto in noi significa che siamo ancora in grado di prendere e auto-cazziarci, diciamo così: di ricordarci costantemente che le rappresentazioni del mondo non sono mail il mondo vero e proprio. [L'uomo col megafono] _______________
Fatto sta che, lì a mollo con la ciambella, ho una mini epifania: capisco che prima o poi, statisticamente, anche se adesso non si direbbe, saremo tutti fratelli. Tutte le differenze scompariranno. Non ci sarà più l'arabo puro, l'ebreo puro, l'americano puro. Le vecchie barriere "di nazione, razza, religione "saranno abbattute dal meticciato e dai mass media, dalla Cultura Globale dell'Edonismo. Guardate quello che è appena successo qui: l'odio e la tensione sono stati disinnescati dal Divertimento Improvviso. Mentre sto ancora ballonzolando nell'acqua (tre giorni prima dell'attentato al Cairo, due settimane dopo le bombe a Londra) penso e mormoro una preghierina per il grande effetto omogeneizzante della cultura popolare: massificaci, Santa MTV! E anche se nel frattempo ci renderai un po' più stupidi, tu non fermarti, ti prego. Fratelli e sorelle: gli intolleranti, gli ideologi, i fondamentalisti islamici bolscevichi, i nostri risolvi-problemi-a-suon-di-truppe, lasciamoli vestiti sulle rive del Wild Wadi. Noi, il Nuovo Popolo, desideriamo il Divertimento e le Cose Belle della Vita, il Divertimento ci salverà. [La nuova Mecca] _______________
Una frase, sembrava credere la Forbes, non doveva solo dire qualcosa, ma dirlo anche in maniera unica, vivace. Una frase non era la semplice enunciazione di un fatto; aveva anche un determinato suono e poteva essere così carica da emozionarti, dicendo più di quanto in teoria le avrebbe consentito la sua lunghezza. Quando una serie di frasi come quelle ti divampava nel cervello, il mondo immaginario diventava quasi insopportabilmente reale, e ogni frase stava come a testimoniarlo. [Grazie, Esther Forbes] _______________
Ora cominciavo a intendere l'arte come una sorta di scatola nera in cui il lettore entra. Entra con uno stato d'animo ed esce con un altro. Lo scrittore non prende punti solo perché il contenuto della scatola ha qualche semplice somiglianza con la «vita reale»: può metterci dentro quello che vuole. L'importante è che al lettore succeda qualcosa di innegabile e significativo fra l'entrata e l'uscita. Una storia può essere autentica anche se non ha niente a che fare con l'esperienza reale dell'autore, sembrava dire Vonnegut. Quando costruisci la tua scatola nera, condensa pure quelle esperienze, accennale di straforo oppure omettile in blocco. Girale in scherzo, evita di sfruttarle direttamente, mascherale dietro una storia sugli alieni: sai quello che sai, e questo sapere continuerà a pervadere le tue storie, per quanto scanzonato o comico o minimalista sia il tuo stile, o per quanto tu rifugga la mimesi. [Il signor Vonnegut a Sumatra] _______________
Mi accorgo che i Minutemen [gruppi di cittadini armati che sorvegliano il confine tra Stati Uniti e Messico] mi hanno messo tristezza, con la loro paura. Perché prendono una realtà e la sfruttano al peggio. Questo mondo stupendo, tutta questa magnificenza, sembrano ispirargli solo il terrore di vederselo sottratto. [La grande muraglia] [Greoge Saunders, L'era del cervello piatto]
0 notes
scienza-magia · 3 months ago
Text
Batteria nucleare che dura per sempre
Tumblr media
Cristalli verdi e Americio: una batteria nucleare cambia le regole. Batteria nucleare: tecnologia testata per 100 ore. 8000 volte più efficiente. Energia costante per decenni. Ecco come funziona. Nel cuore della notte, quando tutto tace, c���è una luce che non si spegne mai. Non è una stella, non è una lampadina, è il bagliore di una rivoluzione energetica in miniatura. La batteria nucleare, un tempo confinata nei sogni degli scienziati, è ora una realtà tangibile. In un laboratorio cinese, un team di ricercatori ha creato un dispositivo che sfida le nostre concezioni di energia e durata. Questa batteria nucleare, alimentata da cristalli verdi luminescenti, promette di fornire energia ininterrotta per decenni. Come funziona questa meraviglia tecnologica? E cosa potrebbe significare per il nostro futuro energetico?
Tumblr media
Il concetto di batteria nucleare esiste da molto tempo e, sebbene esistano alcune varianti diverse, si tratta sempre di attingere all’energia costantemente emessa dai materiali radioattivi. Alcuni progetti convertono direttamente la radiazione in elettricità, mentre altri catturano il calore o l’energia luminosa e la trasformano in elettricità. È il caso di quest’ultimo prototipo: la ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature . Il cuore verde della batteria nucleare La batteria nucleare in questione non è il solito dispositivo grigio e anonimo che ci aspetteremmo. Nel suo cuore pulsa un cristallo verde, il vero e proprio motore della batteria. Il segreto sta nell’Americio 243, un elemento radioattivo che viene incorporato in un cristallo polimerico. Questo cristallo ha la straordinaria capacità di convertire le radiazioni emesse dall’americio in una stabile luce verde. È come se avessimo catturato una piccola stella e l’avessimo messa al servizio della tecnologia.
Tumblr media
Nello schema, le differenze peculiari tra la batteria nucleare appena sviluppata e quelle già oggetto di sviluppo. Ma non finisce qui. Questa luce verde viene poi catturata da una sottile cella fotovoltaica, che la converte in elettricità. Il tutto è racchiuso in un guscio di quarzo, che impedisce alle radiazioni di fuoriuscire. È un sistema ingegnoso che sfrutta la natura stessa dell’atomo per produrre energia pulita e duratura. Un salto quantico nell’efficienza Quando parliamo di batterie nucleari, non stiamo parlando di grandi quantità di energia. Eppure, si tratta di batterie dall’incredibile efficienza. La nuova batteria nucleare è più di 8.000 volte più efficiente dei precedenti progetti. Questo salto quantico nell’efficienza apre le porte a una serie di applicazioni che prima erano semplicemente impensabili. Pensate a sensori in luoghi remoti che possono funzionare per decenni senza bisogno di manutenzione. O a dispositivi che non necessitano di frequenti sostituzioni della batteria. Certo, l’efficienza di conversione energetica è ancora relativamente bassa, attestandosi allo 0,889%. Ma in un contesto dove ciò che conta è la longevità e non la potenza, questa batteria nucleare potrebbe rivelarsi una vera e propria rivoluzione. Le applicazioni del futuro Ora, prendiamo un momento per lasciare vagare la nostra immaginazione. Dove potremmo vedere queste batterie nucleari in azione nel prossimo futuro? Le prime applicazioni che vengono in mente sono quelle in ambienti estremi. Pensate ai fondali oceanici, dove la pressione e l’oscurità rendono impossibile l’uso di batterie convenzionali o pannelli solari. O allo spazio profondo, dove le sonde devono funzionare per anni senza possibilità di ricarica. Ma non dobbiamo limitarci solo agli ambienti estremi. Queste batterie potrebbero rivoluzionare anche il mondo dell’Internet delle Cose (IoT). Sensori e dispositivi che non necessitano mai di cambio batterie potrebbero essere disseminati ovunque, dal monitoraggio ambientale alla sicurezza domestica. E che dire delle applicazioni mediche? Pacemaker e altri dispositivi impiantabili potrebbero funzionare per decenni senza necessità di interventi chirurgici per la sostituzione delle batterie. Qui però mi riservo di capire i profili di sicurezza (vedi il paragrafo successivo). Le sfide da affrontare Come ogni tecnologia rivoluzionaria, anche le batterie nucleari portano con sé una serie di sfide da affrontare. La sicurezza è ovviamente la preoccupazione principale quando si parla di materiali radioattivi. La batteria è racchiusa in un guscio di quarzo per prevenire la fuoriuscita di radiazioni. Questa precauzione è fondamentale, ma sarà sufficiente per garantire la sicurezza in tutte le possibili applicazioni? E come gestiremo lo smaltimento di questi dispositivi alla fine del loro ciclo di vita? C’è poi la questione dell’approvvigionamento di Americio. Questo elemento non è esattamente comune, e una produzione su larga scala di queste batterie potrebbe portare a nuove sfide di tipo geopolitico ed economico. Batteria nucleare, il futuro verde (ma non in senso classico) Nonostante le sfide, il potenziale di questa tecnologia è innegabile. La batteria nucleare a cristalli verdi rappresenta un passo avanti significativo nella nostra ricerca di fonti di energia affidabili e durature. Ci troviamo di fronte a una tecnologia che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui pensiamo all’energia portatile e a lungo termine. È un futuro in cui i nostri dispositivi potrebbero funzionare per decenni senza necessità di ricarica, in cui potremmo esplorare gli angoli più remoti del nostro pianeta e dello spazio con strumenti sempre alimentati. È un futuro luminoso, e brilla di un intenso verde smeraldo. Read the full article
0 notes
abigaillefay · 4 months ago
Text
Guida completa al World Building: dall’ideazione alla realizzazione
Tumblr media
Chi scrive fantasy e sci-fi avrà sicuramente sentito parlare di World Bulding, ma per i neofiti è meglio partire dalle basi: cos'è il World Building?
È l’arte di creare mondi immaginari dettagliati e coerenti all’interno di una storia. Non si tratta soltanto di costruire delle ambientazioni, ma di dare vita a un vero e proprio universo: culture, sistemi politici, geografia, religioni, tecnologia e molto altro. Questo processo permette di arricchire la narrazione e di coinvolgere maggiormente il lettore, immergendolo in un mondo unico e vibrante. Che si stia scrivendo un fantasy epico, un romanzo di fantascienza o anche una storia ambientata nel nostro mondo, il world building è uno strumento essenziale per dare profondità e credibilità alla narrazione.
Perché è importante lavorare ad un World Building? Il world building è cruciale perché offre coerenza alla scrittura, fungendo da fondamenta solide su cui costruire l’intera storia. Senza una base ben strutturata, la narrazione rischierebbe di crollare sotto il peso delle incongruenze narrative. Grazie a una pianificazione accurata, non sarà necessario fermarsi continuamente per fare ricerche durante la scrittura, risparmiando tempo e mantenendo il ritmo creativo. Senza un solido world building, si rischia di compromettere l’intera narrazione e di bloccare il processo creativo.
Per quali generi serve un World Building? Siamo abituati a pensare che il world building sia una prerogativa del fantasy e della fantascienza; in realtà è utile per qualsiasi genere! Anche in un romanzo storico o in un giallo ambientato in una città reale è fondamentale costruire un mondo che sia credibile e ben dettagliato. Il world building aiuta a immergere il lettore nella storia, indipendentemente dal genere narrativo. Perciò è bene non limitarsi a pensare al world building solo quando si sta creando mondi fantastici: è uno strumento potente che può arricchire qualsiasi tipo di narrazione.
Fantasy vs Sci-Fi: differenze di approccio al World Building Il world building nei generi fantasy e sci-fi richiede approcci diversi a causa delle loro nature e origini differenti. Nel fantasy consiglio di adottare un processo di "trasmutazione", cioè la trasformazione/trasmutazione di elementi reali in qualcosa di nuovo e fantastico, adattandoli al contesto. Ad esempio, una città medievale potrebbe essere trasformata in una capitale magica con elementi legati al reale, mescolati a elementi tipici del mondo che si sta creando. Questo tipo di approccio consente una grande libertà creativa, ma richiede coerenza interna per mantenere l’immersione del lettore. Nel sci-fi invece il world building si deve basare su una solida conoscenza scientifica. Consiglio di partire dalle attuali conoscenze di astrofisica, biologia e altre discipline, immaginando evoluzioni plausibili, ma che siano realistiche (meglio evitare di violare le leggi della fisica, perché potrebbero compromettere la credibilità del racconto). Ad esempio, se si sta creando un sistema stellare, bisogna tener conto delle leggi dell'astrofisica, rendendo le ambientazioni non solo affascinanti, ma anche credibili. Questo approccio richiede un equilibrio tra immaginazione e realismo, per mantenere il mondo plausibile anche se ambientato in un futuro lontano o in un angolo remoto dell’universo.
Da dove cominciare? Iniziare con il world building può sembrare scoraggiante, ma il segreto è partire con una scaletta. Annotare tutte le informazioni che si pensa serviranno durante la stesura del tuo libro. Questo include elementi come geografia, storia, cultura, tecnologia, razze (elemento rilevante sia per il fantasy che per il sci-fi), sistemi energetici, sistemi magici e così via. Prendere ispirazione da libri già pubblicati è un ottimo modo per capire come impostare il mondo creato. Importante è non lasciarti intimidire dalla complessità del processo.
L'importanza della ricerca nel World Building La ricerca è fondamentale per un world building efficace, sia che si stia lavorando su un fantasy, sia su una storia di fantascienza. Non bisogna esitare a farsi domande, anche su aspetti apparentemente banali: come si vestono i personaggi? Cosa mangiano? Com’era la vita quotidiana nel periodo storico o nell'ambientazione che è stata scelta come ispirazione? La ricerca aiuta a creare un mondo credibile e ricco di dettagli. È possibile scoprire di aver raccolto più informazioni del necessario, ma è meglio avere troppi dettagli che troppo pochi. Un mondo ben costruito è il risultato di una ricerca approfondita e accurata, capace di dare vita a un universo narrativo convincente e immersivo.
In conclusione il world building è una parte essenziale della scrittura che, se affrontata con cura e attenzione, può trasformare una buona storia in un’esperienza indimenticabile per il lettore.
0 notes
guida-ai · 1 year ago
Link
0 notes
enkeynetwork · 1 year ago
Link
0 notes
personal-reporter · 1 year ago
Text
L'esplorazione spaziale: un nuovo capitolo per l'umanità
Tumblr media
L'esplorazione spaziale è una delle attività più affascinanti e stimolanti dell'umanità. Ha il potenziale di farci scoprire nuovi mondi, di comprendere meglio l'universo e di ampliare i nostri orizzonti. L'esplorazione spaziale ha avuto inizio nel XX secolo, con il primo volo orbitale dell'uomo, compiuto da Yuri Gagarin nel 1961. Da allora, l'umanità ha compiuto grandi progressi in questo campo, arrivando a mettere piede sulla Luna e a lanciare sonde su altri pianeti. Oggi, l'esplorazione spaziale è più viva che mai. Le nazioni di tutto il mondo stanno investendo in questa attività, con l'obiettivo di raggiungere nuovi traguardi. Alcuni degli obiettivi dell'esplorazione spaziale moderna includono: La colonizzazione di Marte: Marte è il pianeta più simile alla Terra nel sistema solare, e rappresenta una possibile destinazione per la colonizzazione umana. La ricerca di vita extraterrestre: La ricerca di vita extraterrestre è uno degli obiettivi più affascinanti dell'esplorazione spaziale. Lo studio dell'universo: L'esplorazione spaziale ci consente di studiare l'universo in modo che non sarebbe possibile dalla Terra. L'esplorazione spaziale ha già avuto un impatto significativo sulla nostra società. Ha contribuito a migliorare la nostra tecnologia, a stimolare l'innovazione e a diffondere la conoscenza. Ha anche il potenziale di avere un impatto ancora più significativo in futuro. Può aiutarci a risolvere alcuni dei problemi più urgenti del nostro pianeta, come il cambiamento climatico e la scarsità di risorse. Nei prossimi anni, l'umanità sarà in grado di raggiungere nuovi traguardi, come la colonizzazione di Marte e la ricerca di vita extraterrestre. È un'avventura che ci permette di esplorare il mondo che ci circonda e di ampliare i nostri orizzonti. Alcuni esempi di come l'esplorazione spaziale sta già cambiando il mondo: Tecnologia: L'esplorazione spaziale ha contribuito a sviluppare nuove tecnologie, che vengono utilizzate in molti settori, come la medicina, l'ingegneria e l'industria. Ad esempio, le tecnologie sviluppate per l'esplorazione spaziale sono utilizzate per sviluppare nuovi farmaci, per migliorare le protesi e per creare nuovi materiali. Economia: L'esplorazione spaziale è un settore in crescita, che crea posti di lavoro e opportunità di investimento. Ad esempio, l'industria spaziale impiega milioni di persone in tutto il mondo e genera miliardi di dollari di fatturato. Cultura: L'esplorazione spaziale ispira la nostra immaginazione e ci aiuta a comprendere il nostro posto nell'universo. Ad esempio, i film e i libri di fantascienza sono spesso ispirati all'esplorazione spaziale, e ci aiutano a sognare un futuro in cui l'umanità possa esplorare l'universo. L'esplorazione spaziale solleva anche alcune questioni etiche. Ad esempio, è giusto portare la vita umana su altri pianeti? È giusto sfruttare le risorse di altri pianeti? È giusto interferire con la vita extraterrestre, se esiste? Queste sono tutte domande complesse che non hanno risposte facili. È importante che l'umanità discuta di queste questioni e sviluppi un quadro etico per guidare l'esplorazione spaziale. Portare la vita umana su altri pianeti Portare la vita umana su altri pianeti è un'impresa affascinante, ma che solleva anche alcune questioni etiche. Ad esempio, è giusto esporre gli esseri umani ai rischi di vivere in un ambiente alieno? È giusto colonizzare un pianeta che potrebbe già essere abitato da altre forme di vita? Non ci sono risposte facili a queste domande. Da un lato, la colonizzazione di altri pianeti potrebbe rappresentare una possibilità di sopravvivenza per l'umanità, in caso di catastrofe sulla Terra. Dall'altro lato, la colonizzazione potrebbe rappresentare un'invasione di altri mondi, con conseguenze imprevedibili. È importante che l'umanità discuta di queste questioni prima di intraprendere qualsiasi tentativo di colonizzare altri pianeti. È necessario sviluppare un quadro etico che tenga conto dei diritti di tutti gli esseri viventi, umani e non umani. Sfruttare le risorse di altri pianeti L'esplorazione spaziale potrebbe consentire all'umanità di sfruttare le risorse di altri pianeti. Ad esempio, si potrebbero estrarre metalli preziosi da asteroidi o si potrebbe coltivare cibo su Marte. Tuttavia, lo sfruttamento delle risorse di altri pianeti solleva anche alcune questioni etiche. Ad esempio, è giusto appropriarsi delle risorse di un pianeta che non è abitato dall'uomo? È giusto sfruttare le risorse di un pianeta che potrebbe essere abitato da altre forme di vita? Anche in questo caso, non ci sono risposte facili. È importante che l'umanità discuta di queste questioni prima di intraprendere qualsiasi tentativo di sfruttare le risorse di altri pianeti. È necessario sviluppare un quadro etico che tenga conto dei diritti di tutti i pianeti, abitati o non abitati. Interferire con la vita extraterrestre L'esplorazione spaziale potrebbe anche portare l'umanità a incontrare la vita extraterrestre. In questo caso, l'umanità dovrebbe affrontare alcune questioni etiche. Ad esempio, è giusto interferire con la vita extraterrestre, se esiste? È giusto cercare di comunicare con la vita extraterrestre, se esiste? Queste sono domande che l'umanità non ha ancora affrontato. È importante che l'umanità sia preparata a queste domande, nel caso in cui dovesse incontrare la vita extraterrestre. Foto di 8385 Read the full article
0 notes
cinquecolonnemagazine · 1 year ago
Text
Breve storia sui futuri della casa di Fabio Millevoi
Breve storia sui futuri della casa di Fabio Millevoi Breve storia sui futuri della casa di Fabio Millevoi edito da Graphe.it  con la prefazione di Angelica Krystle Donati è un saggio appassionante sul futuro delle nostre abitazioni. L’autore, attraverso il contributo di docenti, imprenditori ed esperti, affronta un tema interessante e spinoso con l’obiettivo di generare nel lettore riflessioni ed esplorare nuove idee.  Fabio Millevoi nasce a Trieste, città dallo sguardo presbite, nel 1958. Direttore di ANCE Friuli-Venezia Giulia per professione e futurista per necessità. Consegue a Trieste la laurea in giurisprudenza e a Trento il Master in previsione sociale presso il Dipartimento di Sociologia. Docente a contratto in Futures studies e Sistemi anticipanti, presso il Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell'Università di Trieste. Co-founder di AFI, Associazione Futuristi Italiani e di “Noi di Spoiler”. Vicepresidente di INARCH Triveneto. Ideatore e responsabile del Laboratorio dell'immaginazione delle Costruzioni Future (LICoF) promosso da ANCE FVG e da Area Science Park Ente Nazionale di ricerca e realizzato nell'ambito delle attività di “Cantiere 4.0” Chiamato alla III International Conference on Anticipation, tenutasi ad Oslo nell'ottobre 2019, per illustrare il suo project work “Questa casa non è un albergo. E se lo fosse?”. Autore della teoria CASA, acrostico di Creatività, Attrattività, Sensibilità, Azienda. Intervista all’autore Partiamo dal titolo del suo saggio e introduciamo subito l’argomento della sua ricerca. In che termini secondo lei bisogna re- immaginare le nostre abitazioni? Il classico palazzo o viletta con tetto non sarà più sostenibile? Innanzitutto, desidero precisare, che un futurista non si esercita in previsioni ma rende visibili futuri possibili. Secondariamente, nel mio libro, ho appena accennato alla possibile natura delle case future e che probabilmente saranno delle concentrazioni di tecnologia. Ciò che invece mi sono chiesto è a cosa serviranno. Saranno simboli di sostenibilità o luoghi che garantiranno la nostra sopravvivenza? In un mondo sempre più modellato e governato dai dati vivremo in una casa shuttle o in una casa nido? Nessuno può dircelo perché nessuno sa come sarà il futuro. Futuro che però esiste nella nostra immaginazione e per questo ogni immagine di futuro è importante. Nel libro incontriamo 4 immagini. Sono solo quattro fotografie che però hanno il diritto di essere viste e di essere ascoltate perché il loro racconto, creando tensioni e conflitti, ci aiuta ad innamorarci delle domande, ci invita a capire, vivere, sentire le domande per cambiare le risposte, per sfidare il si è sempre fatto cosi, per esplorare nuove idee, per scoprire soluzioni innovative. A questo punto ritengo sia utile leggere il libro per decidere che casa costruire.     Cosa ne pensa dei sempre più numerosi disastri ambientali che travolgono le abitazioni a ridosso di fiumi e corsi d’acqua? Cos’è che non ha funzionato e cosa bisogna fare in futuro?  Sono interrogativi intricati e le relative soluzioni sono altrettanto complesse, come dimostrato in numerosi saggi di autorevoli esperti. Per la mia formazione l’invito a considerare cosa fare in futuro mi spinge a riflettere sul tema della rigenerazione urbana-territoriale. Il tessuto delle nostre città è caratterizzato non solo da una fragilità territoriale e idrogeologica ma anche da una presenza diffusa di immobili incongrui, abbandonati, degradati, a rischio sismico e statico. Sono urgenze che richiedono una risposta sistemica che deve considerare, però, anche e soprattutto, le dinamiche demografiche in corso. A breve registreremo, da un lato più morti che nati e dall’altro viviamo in un Paese di anziani e non per anziani. Due questioni cruciali che dipingono il futuro “presente” dell'Italia con tratti inquietanti. In Breve storia sui futuri della casa lei raccoglie i contributi di docenti, imprenditori ed esperti dell’edilizia contemporanea. C’è un tema, un argomento da affrontare con urgenza, nell’immediato futuro, su cui tutti concordano? Capire come trasformare la IV rivoluzione industriale nella nostra compagna di viaggio. Non mi riferisco all’Industria 4.0, dove tecnologie, macchine e persone incontrano l’iCloud ma alla contaminazione fra neuro scienze, genomica, intelligenza artificiale e robotica. Una possibile ibridazione che inevitabilmente si riverbererà sul modo di costruire e vivere le case. Non pensarci equivale a “giocare a tennis guardando il tabellone anziché la palla”, come direbbe Ken Blanchard. Proiettandosi nel futuro, come si immagina la casa dei suoi sogni, quella giusta per sé e per i suoi figli? Fra le 4 case immaginate mi ritrovo nella casa bicicletta. La bicicletta è la macchina perfetta, lo diceva Enzo Ferrari, perché ha in sé tutto. Non consuma, non inquina, non ha bisogno di benzina. È un mezzo democratico, alla portata di tutti. Mette in relazione le persone e le persone con l’ambiente: quando si pedala non si è isolati in un abitacolo come in auto. Saranno dei luoghi-ponte dove sarà possibile elaborare risposte sia alla “fragilità” giovanile sia al “rischio vecchiaia” coniugando innovazione e ricerca con politiche di investimento e soluzioni che premieranno le azioni che avranno un minor impatto ambientale, economico e sociale. In base alle sue ricerche e al confronto con altri esperti del settore, ritiene che in Italia ci siano le condizioni, la cultura e l’apertura mentale per essere visionari nel settore delle costruzioni?  Il settore, come il sistema Italia, è schiacciato fra l’urgenza e l’emergenza della quotidianità e trova difficoltà a dedicare attenzioni alle cose importanti come, ad esempio, agli studi di futuri che ti aiutano a passere dalle fotografie delle onde allo studio delle maree, per riprendere un passaggio del libro. Devo però aggiungere che in questi ultimi mesi il confronto con i giovani imprenditori di ANCE mi ha fatto registrare un’innovativa sensibilità in una classe imprenditoriale che sta vivendo l’incertezza del presente come la sua unica certezza. Un approccio mentale e culturale, permeato da imprevedibilità e turbolenze, che probabilmente condurranno il comparto a una sua ridefinizione ovvero a una sua riconfigurazione. L'ultimo simposio organizzato dall’area macro nord di ANCE Giovani sul "Chi costruirà cosa," e oserei aggiungere "per chi?" ha sollevato temi e domande suggestive aprendo la strada a cambiamenti inevitabili e offrendo una testimonianza eloquente di mutamenti imminenti Read the full article
0 notes
lamilanomagazine · 1 year ago
Text
A Catania prende il via "Dreamaturgy Zone" di Retablo
Tumblr media
A Catania prende il via "Dreamaturgy Zone" di Retablo. Prende il via martedì 12 settembre a Catania "Dreamaturgy Zone: D.e-Mo 2023 (Democracy & Electronic Movement) - Esperienze Immersive di Civiltà Aumentata", il progetto artistico-culturale ideato dalla compagnia Retablo, che promuove la ricerca di forme avanzate di partecipazione democratica attraverso l'utilizzo creativo delle tecnologie digitali e delle arti performative. Questo innovativo progetto, che rientra nella programmazione di "Palcoscenico Catania. La Bellezza senza confini" del Comune di Catania, si concluderà il 1 ottobre. Sono previsti, nel complesso, tre laboratori (partecipazione gratuita previa iscrizione obbligatoria [email protected]) e quattro spettacoli teatrali, che riassumono un palinsesto multidisciplinare che utilizza il linguaggio delle arti performative dei media digitali per ripensare e riattivare spazi di comunità. Turi Zinna, regista, autore e attore, che è fra i fondatori di Retablo, presenta così Dreamaturgy Zone:"Questo è il secondo step di un progetto che ha preso il via nel 2022, finanziato dal Comune di Catania e dal Ministero della Cultura, destinato alle periferie delle Città Metropolitane italiane. Con la nostra compagnia da due decenni affrontiamo la prospettiva delle tecnologie applicate alle arti sceniche, nell'ottica di quanto queste abbiano un'influenza anche nel contesto sociale. È sotto gli occhi di tutti quanto la crisi di rappresentanza che sta attraversando la dinamica democratica nel mondo sia collegata con la frammentazione dei blocchi sociali tradizionali di riferimento novecentesco e quanto sia interrelata con le comunità che si formano attraverso la socialità digitale. L'universo delle rappresentazioni non può non essere travolto da questa evoluzione radicale. Rappresentanza e rappresentazione, in questo passaggio d'epoca, sono investite da un analogo turbamento. D.e-Mo 2023, quest'anno, sarà realizzato nei quartieri catanesi Librino, Antico Corso, Tondicello della Plaja. Il palinsesto che andiamo a presentare ospita oltre alle nostre produzioni, quelle del Teatro dell'Argine e Chrones.: compagnie e artisti che più stanno sperimentando in Italia forme di drammaturgia ibrida, fisica e digitale". Il progetto sarà inaugurato martedì 12 settembre a partire dalle ore 16:00 a Villa Fazio, nel quartiere Librino, con il laboratorio Hyper Dreamedy - Teatro tecnologico for dummies(Compagnia Retablo) condotto da Turi Zinna, Un laboratorio di teatro digitale nel cuore di Librino, dove immaginazione e tecnologia si incontrano per generare bellezza. Dove sperimentare tecnologie avanzate per creare esperienze interattive e immersive. Dove il digitale è bene comune, linfa di creatività condivisa, accessibile a tutti. Una preziosa opportunità in cui tessere reti neurali collaborative tra città ancora separate. Un luogo in cui le idee prendono forma attraverso la collaborazione e il mutuo apprendimento. I successivi appuntamenti in programma sono il 13, 16, 19, 20 e 23 settembre. Da giovedì 14 settembre alle ore 14.30 prenderà il via a Villa Fazio, Speakers' Corners, un laboratorio a cura della Compagnia Teatro dell'Argine che nasce dal più ampio progetto Politico Poetico che si è aggiudicato numerosi premi, fra i quali l'UBU nel 2021. Questo workshop, condotto da Micaela Casalboni e Andrea Paolucci, coinvolgerà ragazzi e ragazze dai 13 ai 20 anni per immaginare soluzioni e proporre azioni per rendere il proprio territorio più inclusivo, equo, sicuro e giusto, a partire dai 17 obiettivi dell'Agenda 2030. Saranno realizzati cinque tavoli tematici (Ambiente, Lavoro, Disuguaglianze, Comunità, Giustizia), con una domanda: "Cosa posso fare io, oggi, nella mia città, nella mia scuola, nel mio quotidiano per costruire un futuro più sostenibile?". Chiederemo a giovani cittadini e cittadine catanesi di individuare nel proprio quotidiano situazioni di disagio, spreco, inefficienza o degrado e di elaborare piccoli e grandi progetti per raggiungere, sia a livello locale che individuale, gli obiettivi globali dell'agenda. Per fare tutto ciò useremo esercizi teatrali e metodi di facilitazione quali il world café, il debate e il Jigsaw, modalità coinvolgenti e partecipate per stimolare la riflessione e la partecipazione di tutti e tutte. Tutte le idee e i progetti diventeranno piccoli monologhi che i partecipanti presenteranno alla cittadinanza durante il flash mob Speakers' Corners. I partecipanti saliranno su delle cassette di legno, piccoli podi improvvisati, come a Hyde Park a Londra, pronti a spiegarci il loro punto di vista sul mondo e per raccontare agli spettatori la loro idea di domani. I successivi appuntamenti, della durata di 3 ore ciascuno, saranno nei seguenti giorni: 15, 21, 22 e 29 settembre. Questo laboratorio di cittadinanza attiva si concluderà il 30 settembre con un evento finale a Piazza Duomo per immaginare una Catania migliore. L'ultimo laboratorio di Dreamaturgy Zone, che è a cura di Chrones., è in programma lunedì 25 settembre dalle 16.00 al Bastione degli Infetti, nel quartiere Antico Corso: SEPHIROT® è un sistema di creazione di performance interattive in cui pubblico e performer cambiano il corso della storia in tempo reale. Il laboratorio consiste nella possibilità di assistere alle prove aperte e al dietro le quinte dell'allestimento di Sephirot Marino, prima vera performance digitale ibrida di Chrones. Lo spettacolo si avvale della tecnologia "visual recognition", un sistema di intelligenza artificiale specializzato nel riconoscimento dei volti, fornita dal software per le performance interattive "DoPPioGioco" sviluppato dal CIRMA (UniTo) e adattato da Alessandro Anglani alla forma iperdrammaturgica. La seconda parte del progetto è riservata agli spettacoli: Il Labirinto (Compagnia Teatro dell'Argine) dal 26 al 29 settembre dalle ore 9:00 a Librino (Istituto Omnicomprensivo Angelo Musco); SEPHIROT - Marino (Compagnia Chrones.) il 26 e 27 settembre alle ore 19:30 al Bastione degli Infetti (Antico Corso); Speakers' Corners (Compagnia Teatro dell'Argine) il 30 settembre - a piazza Duomo; Tifeo. Il Tradimento Dell'orecchio (Compagnia Retablo) il 1 ottobre - alle 21:00 in Via del Principe n. 20. SPETTACOLI: - IL LABIRINTO (Compagnia Teatro dell'Argine) dal 26 al 29 settembre - dalle ore 9:00 - Librino Istituto Omnicomprensivo Angelo Musco - SEPHIROT. MARINO (Compagnia Chrones.) - 26 e 27 SETTEMBRE - ore 19:30 - Bastione degli Infetti (Antico Corso) - SPEAKERS' CORNERS (Compagnia Teatro dell'Argine) - 30 settembre - piazza Duomo ore 12:00 - TIFEO. IL TRADIMENTO DELL'ORECCHIO (Compagnia Retablo) - 1 ottobre - alle 21:00 - Via del Principe, 20 LABORATORI: - Hyper Dreamedy - Teatro tecnologico for dummies (Compagnia Retablo) - 12, 13, 16, 19, 20, 23 settembre - ore 16:00 - Villa Fazio, Librino - SPEAKERS' CORNERS (Compagnia Teatro dell'Argine) - 14, 15, 21, 22 e 29 settembre - dalle 14:30 - Villa Fazio, Librino - SEPHIROT® (Compagnia Chrones.) - 25 settembre ore 16:00 - Bastione degli infetti (Antico Corso).... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
pier-carlo-universe · 23 days ago
Text
Auralis: il simbolo del futuro tra luce e innovazione. Una figura che unisce tecnologia e umanità
Nel cuore dell’immaginario tecnologico contemporaneo nasce Auralis, un nome che evoca luce, suono e l’essenza stessa dell’innovazione. Non è solo un personaggio, ma un simbolo del futuro, un’idea che unisce eleganza e progresso tecnologico con la capacità
Nel cuore dell’immaginario tecnologico contemporaneo nasce Auralis, un nome che evoca luce, suono e l’essenza stessa dell’innovazione. Non è solo un personaggio, ma un simbolo del futuro, un’idea che unisce eleganza e progresso tecnologico con la capacità di comunicare ed emozionare. Chi è Auralis? Auralis rappresenta la fusione perfetta tra la tecnologia avanzata e il lato umano. La sua figura…
0 notes
jamessixx · 1 year ago
Text
Tumblr media
Cyber space è nel cuore pulsante del nuovo millennio, un universo digitale sconfinato si dispiega di fronte a noi: il "cyber space". È una dimensione avvolta nel mistero, dove linee di codice danzano in un balletto incantato, e idee, informazioni e desideri prendono vita in un mondo virtuale che non conosce confini.
Nel cyber space, ogni clic è un passo in un territorio inesplorato, una porta aperta verso nuovi orizzonti di conoscenza e comunicazione. Qui, le barriere geografiche si dissolvono, e le culture si mescolano in un'armonia digitale, trasformando il nostro pianeta in un villaggio globale interconnesso.
Nelle profondità del cyber space, le menti più geniali dell'umanità si sfidano in un duello di ingegno e creatività, mentre artisti digitali plasmano mondi fantastici con un solo tocco di tastiera. È un luogo dove l'intelligenza artificiale apprende dalle esperienze umane, e le macchine collaborano con noi per raggiungere nuove vette di innovazione.
Ma il cyber space è anche un campo di battaglia, dove la sicurezza informatica e la privacy sono le armi di difesa contro minacce oscure. La resilienza umana e la determinazione nell'approcciare le sfide di questo mondo virtuale sono fondamentali per garantire un futuro migliore.
Nel cyber space, siamo tutti cittadini digitali, viaggiatori intraprendenti di una frontiera moderna. E mentre esploriamo questo universo di possibilità, dobbiamo farlo con saggezza, etica e la consapevolezza che il futuro del nostro mondo fisico è intimamente intrecciato con il destino del cyber space.
Così, nel cuore della rivoluzione digitale, il cyber space si presenta come un palcoscenico infinito di avventure, scoperte e sfide. È il nostro nuovo mondo selvaggio, il cui potenziale è limitato solo dalla nostra immaginazione e dalla nostra capacità di adattarci a questa frontiera digitale in continua evoluzione. Nel vasto e misterioso cyber spazio, dove bit e byte danzano come stelle nel buio cosmico di Internet, si svela un universo di possibilità senza fine. È un luogo dove l'immaginazione si fonde con la tecnologia, dove ogni click è un passo in avanti verso l'ignoto.
In questo regno digitale, le informazioni si librano nell'aria, come segreti sussurrati tra amici in una notte d'estate. Le reti si intrecciano come fili invisibili, tessendo una tela di connessioni che avvolge il pianeta Terra. Nel cyber spazio, non ci sono confini, né limiti, solo un'infinita espansione di opportunità.
Qui, il passato e il futuro si sfumano in un eterno presente. Si può viaggiare nel tempo attraverso le pagine di archivi digitali o proiettarsi avanti nel futuro grazie alla realtà virtuale. È un luogo dove le menti brillanti si sfidano, dove le idee si scontrano come gladiatori digitali in un'arena invisibile.
Ma il cyber spazio non è solo un camp di battaglia, è anche un luogo di scoperta. È un laboratorio per l'innovazione, dove le menti più creative danno vita a nuove tecnologie e concetti rivoluzionari. È qui che nascono le idee che cambiano il mondo, dove la mente umana si fonde con il potere della tecnologia.
Nel cyber spazio, siamo tutti esploratori, alla ricerca di nuove terre digitali da conquistare. È un mondo in costante evoluzione, dove l'unico limite è la nostra immaginazione. E mentre viaggiamo attraverso questo spazio virtuale, ricordiamo che, in fondo, siamo solo dei pionieri digitali, alla ricerca dell'ultima frontiera del sapere e dell'esperienza.
0 notes
notiziariofinanziario · 1 year ago
Text
Medit ha annunciato un giorno dedicato all' innovazione in campo odontoiatrico
Tumblr media
Medit, uno dei principali fornitori di scanner intraorali e di soluzioni per l'odontoiatria digitale, ha annunciato un evento per il 5 ottobre. Il Medit Innovation Day 2023 è un evento online gratuito e aperto a tutti i dentisti del mondo. Dato il prossimo lancio dell'app Medit ClinicCAD, Medit è orgogliosa di presentare un software CAD dentistico senza soluzione di continuità che consente ai dentisti di progettare in modo efficiente corone, ponti e otturazioni, sia provvisori che definitivi. L'innovativa soluzione del tipo "da scansione a progettazione" si integra con tecnologie avanzate di produzione 3D come la fresatura e la stampa 3D, segnando un passo significativo verso una soluzione per le protesi dentali semplificata. Medit ClinicCAD rappresenta un software CAD dentistico intuitivo e facile da usare, alimentato da un motore di intelligenza artificiale, pronto a rivoluzionare il modo in cui i dentisti lavorano. L'odontoiatria digitale non è solo un futuro lontano: la soluzione completa offerta da Medit dimostra la vera essenza dell'odontoiatria digitale. Medit ha inoltre recentemente introdotto un sistema di scansione compatibile con Mac e ClinicCAD è l'unico software CAD dentale compatibile con Mac attualmente disponibile. Il "Medit Innovation Day" 2023 segna un momento importante in cui ci prepariamo a presentare Medit ClinicCAD", afferma GB Ko, AD di Medit. "Questa presentazione dimostra quanto siamo impegnati ad aiutare i dentisti con nuove soluzioni che rendono il loro lavoro più semplice e veloce, oltre a migliorare la cura dei pazienti. Questo riflette il nostro forte impegno a rimodellare la tecnologia dentale". L'evento presenterà cinque sessioni di conversazione condotte da opinionisti chiave (KOL) dell'odontoiatria da tutto il mondo. Ogni KOL esaminerà i vantaggi dell'uso degli scanner e del software Medit, illustrando come i dentisti possano trarre vantaggio dalle loro soluzioni complete. "Il Medit Innovation Day 2023 evidenzia il nostro impegno a fondere le capacità di intelligenza artificiale con le competenze dentali", osserva Michael Lee, direttore tecnico di Medit. "Medit ClinicCAD, il fulcro di questo evento, non solo rivoluziona la progettazione, ma si integra perfettamente con le tecnologie di fabbricazione 3D. Questa integrazione colma il divario tra immaginazione e creazione, mostrando il futuro dell'innovazione dentale". Per ulteriori informazioni e per registrarsi, si veda la pagina ufficiale dell'evento all'indirizzo https://info.medit.com/medit-innovation-day-2023/. Read the full article
0 notes
tecnoandroidit · 1 year ago
Text
Google, è ufficiale l'arrivo dell'IA Bard in Italia
Tumblr media
La lotta tra i grandi colossi del mondo della tecnologia sta assumendo nuove caratteristiche negli ultimi tempi. Non si parla più solo dei nuovi smartphone e delle loro caratteristiche che puntano ad essere sempre migliori rispetto al concorrente di turno, ma anche dell'intelligenza artificiale. In questo settore anche Google avrebbe compiuto passi da gigante secondo l'esperienza degli utenti stranieri, i quali hanno avuto modo di provare il chatbot Bard in esclusiva durante questi mesi. Ora però il celebre servizio sperimentale basato proprio sull'intelligenza artificiale generativa arriva ufficialmente anche in Italia. È arrivato l'annuncio ufficiale sul sito web dedicato di Google, che annuncia che il servizio sarà completamente gratuito. Bard arriva in Italia e si espande anche con nuove lingue negli altri paesi Si tratta di un'operazione molto più complessa di quello che si crede, siccome Bard supporta più di 40 lingue ed è disponibile in tutto il continente europeo e in Brasile. Questo è quanto compare sulla pagina ufficiale di Bard, proprio come premessa prima dell'utilizzo: "Ti presentiamo Bard: il tuo utile collaboratore creativo per liberare la tua immaginazione, migliorare la tua produttività e dare vita alle tue idee.Bard è un'IA sperimentale e potrebbe fornire risposte imprecise o inappropriate. Puoi contribuire a migliorare Bard lasciando un feedback." Sarà possibile interagire con il chatbot che ascolterà ciò che gli utenti gli diranno. Inoltre si potranno ascoltare le sue risposte con una voce, la quale agirà in cinque toni diversi. Inoltre l'integrazione con Google Lens permetterà l'inserimento delle immagini all'interno del prompt. Read the full article
0 notes
cianciarebanale · 1 year ago
Text
L’energia che mi spaventa
Non mi reputo una persona spirituale, non sono religiosa e non credo nell’aldilà, e questa cosa mi tranquillizza e, al contempo, mi atterrisce, ma è un sentimento molto comune per noi umani.
Il fascino del paranormale, di tutte quelle cose che accadono e che non riesci a spiegare, ha comunque da sempre una certa presa su di me; ho riflettuto spesso su dove io ponga il confine tra semplice immaginazione e reale impossibilità di spiegare determinati eventi, e non sono ancora riuscita a trovare una risposta.
Quando ho sentito la triste notizia delle cinque persone scomparse a bordo del sommergibile OceanGate, ho avvertito qualcosa dentro di me, una sensazione che sono difficilmente riuscita a spiegare a parole e che tenterò di elaborare qui.
Per me gli elementi naturali vanno rispettati. Vanno trattati con una certa riverenza, con una cura e un’attenzione che spesso non abbiamo. Io, personalmente, ho molta paura dell’energia della natura; la mia amica strega parla di magia appunto intesa come energia: ogni elemento ha la sua energia, come l’abbiamo noi persone, e la natura comunica esattamente come comunichiamo noi. Quando la natura devasta, si ribella, scalpita e urla, sta comunicando qualcosa.
Sempre parlando con la mia amica strega, lei mi ha detto una cosa che mi ha fatto molto riflettere: “solo perché abbiamo imparato con la tecnologia a dominare certi elementi come l’aria e l’acqua, spostandoci con le navi e con gli aerei, non significa che possiamo farlo”. È un punto di vista forse estremo, ma che capisco. 
Informandomi un po’ in giro, secondo alcune credenze più antiche l’acqua è un elemento in grado di ricordare, e non è forse affascinante e al contempo spaventosa questa idea? L’acqua è la casa di tante anime che riposano sul fondo degli abissi, come nel caso del Titanic, che è un mausoleo a tutti gli effetti. Forse dovremmo tenere a mente che, pur avendo gli strumenti giusti, non siamo i padroni di tutto ciò che ci circonda, e che l’energia dell’universo è forte tanto quanto la nostra, e forse molto di più.
0 notes
qualescarpa · 2 years ago
Text
Scarpe ritorno al futuro, ed è subito immaginazione
Tumblr media
Le scarpe sono un accessorio fondamentale nel nostro quotidiano, ma cosa succederebbe se potessimo indossare un paio di scarpe che ci trasportano direttamente nel futuro? Le "scarpe ritorno al futuro" hanno catturato l'immaginazione di milioni di persone in tutto il mondo, ispirate dal celebre film di fantascienza. In questo articolo esploreremo l'evoluzione delle scarpe di ritorno al futuro e l'impatto che hanno avuto sull'industria calzaturiera.
L'origine delle scarpe di ritorno al futuro
Le scarpe di ritorno al futuro sono state rese famose dal film "Ritorno al futuro II" del 1989, in cui il protagonista Marty McFly indossa un paio di scarpe futuristiche che si allacciano automaticamente. Questa visione futuristica ha catturato l'immaginazione del pubblico e ha alimentato la voglia di vedere tali innovazioni diventare realtà. Negli ultimi anni, alcuni produttori di calzature hanno deciso di rendere omaggio al film e hanno iniziato a creare versioni reali delle scarpe di ritorno al futuro. Uno dei marchi più noti in questo settore è Nike, che ha lanciato le famose "Nike Mag" nel 2016. Queste scarpe presentano un sistema di allacciatura automatica, proprio come nel film, offrendo un'esperienza futuristica ai consumatori. Queste calzature, sono il risultato di avanzate tecnologie integrate nel settore calzaturiero. Il sistema di allacciatura automatica sfrutta sensori e motori incorporati nella scarpa stessa, consentendo di stringere e allacciare le scarpe con un semplice tocco. Questa tecnologia offre un livello di comfort e praticità senza precedenti, oltre a rappresentare un vero e proprio simbolo di innovazione nel mondo delle calzature.
Tumblr media
L'impatto delle scarpe di ritorno al futuro sull'industria calzaturiera
Le scarpe di ritorno al futuro hanno avuto un impatto significativo sull'industria calzaturiera, sia dal punto di vista tecnologico che di marketing. Da un lato, hanno spinto i produttori a investire in nuove tecnologie per offrire esperienze futuristiche ai consumatori. D'altro canto, l'introduzione nel mercato di quester calzature, ha dimostrato che il richiamo della nostalgia e dell'innovazione può essere una strategia di marketing vincente, attirando l'attenzione del pubblico e generando interesse per nuovi prodotti. E siamo solo all'inizio di ciò che potremmo vedere nel settore calzaturiero. L'evoluzione delle tecnologie come l'intelligenza artificiale, i materiali intelligenti e la realtà aumenta promettono di aprire nuove possibilità nel design e nelle funzionalità delle scarpe. Possiamo immaginare un futuro in cui le scarpe non solo si allacciano automaticamente, ma si adattano alla forma e alle esigenze del piede di ogni individuo, offrendo un livello di comfort personalizzato. Potrebbero essere dotate di sensori che monitorano la postura e la distribuzione del peso, contribuendo a migliorare la salute e il benessere del portatore. Inoltre, le scarpe di ritorno al futuro potrebbero diventare sempre più connesse al mondo digitale. Potrebbero essere integrate con dispositivi wearable o applicazioni mobili, consentendo ai consumatori di monitorare e registrare le proprie attività fisiche, i livelli di performance e di ricevere consigli personalizzati. Questo avrebbe un impatto positivo sulla salute e sull'esperienza di allenamento degli utenti.
Conclusione
Le scarpe di ritorno al futuro hanno dimostrato che l'innovazione nel settore calzaturiero può spingere i confini della tecnologia e del design. Sono diventate un simbolo di progresso e di possibilità nel mondo delle calzature. Oltre a offrire funzionalità avanzate, queste scarpe rappresentano anche un elemento di fascino e di richiamo nostalgico per i fan del film. Guardando al futuro, possiamo aspettarci ulteriori progressi nella tecnologia delle scarpe, con nuove funzionalità e design che soddisferanno le esigenze dei consumatori sempre più esigenti. Il design innovativo di queste scarpe è solo l'inizio di un'era in cui il futuro e la moda si fondono, aprendo nuove prospettive per l'industria calzaturiera. Sia che si tratti di sperimentare nuove tecnologie o di creare collaborazioni con altri settori, l'obiettivo è quello di creare scarpe che siano non solo funzionali, ma anche in grado di trasmettere un senso di innovazione e di stile. Le scarpe di ritorno al futuro ci hanno mostrato che il futuro delle calzature è qui, e ci aspettiamo ancora grandi sorprese da parte dei designer e dei produttori di calzature che stanno plasmando il mondo delle scarpe di domani. Read the full article
0 notes