#metodo scientifico
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La confusione sulla parola "ateismo" la diffondono i credenti, perché la fede è una malattia mentale che rende estremamente confuse le persone in ogni loro pensiero e azione; chi è ateo, essendo razionale ed utilizzando il metodo scientifico quotidianamente, sa bene che dio non esiste: non ci sono prove a riguardo - nessuna prova mai pervenuta in millenni; "credere" non è "sapere" - il fedele infatti crede poiché non sa; il fedele crede perché gli è stato imposto di credere.
Gli atei non credono a nulla (e non solo in tutte le divinità); la fede è una invenzione maschile, portata avanti senza prove alcune fino ad oggi - e ciò evidenzia, scientificamente, che i maschi non siano intelligenti come si pensano: è proprio tutto il contrario.
Una meditazione superficiale e/o un indottrinamento religioso (violenza psicologia ripetuta) conduce alla fede (malattia mentale); l'approccio alla realtà in termini scientifici porta al fatto che nessun spirito e dio esistano: sono solo un parto infelice della fantasia umana che costruisce soltanto odio sociale.
#confusione#ateismo#credenti#diffusione#fede#malattia mentale#ateo#metodo scientifico#quotidiano#dio non esiste#prove#nessuna prova#millenni#fedele#credere#sapere#intelligenza#maschile#maschio#invenzione#non credere#meditazione#superficiale#indottrinamento religioso#spirito#dio#parto#parto infelice#fantasia#fantasia umana
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Il senso delle cose di Richard P. Feynman: Riflessioni scientifiche e filosofiche di un genio irriverente. Recensione di Alessandria today
Un’esplorazione del pensiero critico e del valore della scienza nella società moderna
Un’esplorazione del pensiero critico e del valore della scienza nella società moderna Recensione Il senso delle cose di Richard P. Feynman è una raccolta di lezioni e conferenze che offre una straordinaria finestra sulla mente di uno dei più grandi fisici del XX secolo. In questo libro, Feynman esplora questioni filosofiche e scientifiche fondamentali, svelando il suo approccio unico e…
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È possibile credere in dio, e, nel contempo, essere certi della validità del metodo scientifico?
Si: è ciò che si definisce "disonestà intellettuale".
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centroscritture.it: oggi, 14 febbraio, il secondo dei due incontri di valerio massaroni su shelley e hofmannsthal
info e iscrizioni https://centroscritture.it Anno 1821. Il poeta inglese Percy Bysshe Shelley risponde a un saggio dell’amico Thomas Love Peacock, nel quale si dichiara la morte dell’arte e della poesia in un’epoca di progresso sociale dominato dalla scienza e dalla tecnica, e scrive una “difesa della poesia” in cui ribadisce e rilancia con passione il valore eterno dell’arte poetica…
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#afasia#CentroScritture#centroscritture.it#Chandos#crisi#crisi personale#crollo#difesa della poesia#elevazione#fede nella poesia#Francis Bacon#Hugo von Hofmannsthal#Il salto e il crollo#incomunicabilità#Lettera di Lord Chandos#Lord Chandos#metodo scientifico#Percy Bysshe Shelley#poesia#poeti#progresso sociale#rivelazione#romanticismo#salto#scienza#seminario#tecnica#Thomas Love Peacock#Valerio Massaroni
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Per quelli che citano Montagner o Clauser...
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La dietrologia è la religione del secondo millennio: per un analfabeta funzionale è più facile riporre fiducia in ciò che è banale, falso, irreale, impossibile, piuttosto che comprendere i dati scientifici e attuare il metodo scientifico, fatto di prove, di evidenze.
#dietrologia#religione#secondo#millennio#analfabeta#analfabeta funzionale#banale#falso#irreale#impossibile#dati#metodo#metodo scientifico#prove#evidenze
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Il fanatismo per la dietrologia.
La dietrologia è la religione del secondo millennio: per un analfabeta funzionale è più facile riporre fiducia in ciò che è banale, falso, irreale, impossibile, piuttosto che comprendere i dati scientifici e porre in atto il metodo scientifico, fatto di prove, di evidenze.
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#analfabeta funzionale#dati scientifici#dietrologia#evidenze#falsità#fanatismo#metodo scientifico#prove
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Da sempre ho sostenuto che il riscaldamento globale è influenzato da fattori che vanno al di là dell'attività umana. La mia visione si basa sulla convinzione che le cause del cambiamento climatico siano legate all'attività solare anziché alle azioni dell'uomo.
Non esiste una “equazione del clima”, ovvero un metodo scientifico che possa stabilire con precisione l'impatto esatto delle attività umane sul clima. Tuttavia, è indiscutibile che dobbiamo affrontare con severità la questione dell'inquinamento globale per il bene di tutti noi.
Il riscaldamento globale è strettamente legato alla nostra fonte di energia e calore, ovvero il Sole. È l'attività della nostra stella madre che ha un impatto diretto sul clima terrestre. È difficile pensare che l'attività umana possa provocare gli stessi effetti del Sole, dato il ruolo predominante che quest'ultimo gioca nel plasmare il clima del nostro pianeta.
Sono dell'opinione che il nesso di causa-effetto tra attività umana e cambiamento climatico sia meno rilevante, poiché l'attività solare è di gran lunga predominante. Negli anni, infatti, ho sottolineato ripetutamente che l'asserzione che l'attività umana sia responsabile del surriscaldamento globale manca di una solida base scientifica. Attualmente non esiste un calcolo scientifico che possa supportare tale affermazione.
Antonio Zichichi
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Farsi domande è complottismo. Avere dubbi è complottismo. Voler verificare i fatti è complottismo. Non fidarsi di affermazioni propagandiste è complottismo. Tutto questi comportamenti che appartengono al metodo scientifico, è complottismo. Pensare è letteralmente complottismo.
@ChanceGardiner
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Per tutto il resto ci sono i fa(c)t-checkers...
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Al reparto angurie, mentre scelgo la mia candidata si presenta una famigliola, il marito si fionda nella scelta.
Il marito:... mmmm... Lei come sceglie la più saporita?
Io: non so quanto sia scientifico il mio metodo, ma mi son sempre trovato bene a prendere la più pesante a paritá di volume
Il marito:
La moglie: quello che intende il signore è che più pesa più è "pieno", no?
Io: sì, esatto, data una dimensione, facciamo tipo questa, prendo la più pesante tra quelle grandi uguali
Il marito:
La moglie:
Andiamo alla bilancia, sbaglia il codice.
Il marito: con i vostri ragionamenti mi fate confondere! 😤
La moglie:
Io:
#LA CONAD SEI TU#e le corna di questo qua#a cosa serve la Matematica?#a non farvi prendere per il culo
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mito->poesia->tragedia->metodo scientifico: uno sviluppo straordinario
Il genere tragico in Grecia: riproposizione ed evoluzione del mito arcaico.
La forma della tragedia classica greca è il punto di arrivo di un processo sviluppato a partire da un primitivo nucleo del coro, progressivamente ridimensionato a favore di uno spazio sempre maggiore riservato al dialogo dei personaggi. La tragedia ripropone e riplasma del materiale mitico ereditato dal mondo arcaico. Il suo appellativo si collega etimologicamente alla parola tragos con riferimento al capro, riferimento che è stato interpretato in vari modi quali: a) il sacrificio rituale celebrato alla fine della rappresentazione; b) la maschera indossata dal coreuta, c) il premio dato al vincitore. In ogni caso, si tratta di un riferimento a qualcosa di animalesco, ferino, primitivo, selvaggio (si veda ciò come traccia dell’animalesco selvaggio dionisiaco rispetto all’olimpico armonioso compositore delle passioni rappresentato da Apollo).
La struttura era articolata in un prologo sugli antefatti dell’azione, un parodo, canto di ingresso del coro, gli episodi costituiti da dialoghi con gli stasimi, i canti di stacco tra gli episodi, e l’esodo, canto di uscita. Il coro (12 coreuti ai tempi di Eschilo con uno di loro, il corifeo, dialogante a nome degli altri con gli attori) cantava in armonia con la musica e la danza ( infatti il verbo koreuein significa danzare). Gli attori, tutti di sesso maschile, indossavano maschere, coturni, ovvero alti calzari per essere più visibili agli spettatori e la scena era dotata di macchine teatrali. In genere le rappresentazioni avvenivano in occasioni di feste in onore di Dioniso, dio rurale patrono della fertilità. Erano dei veri e propri festival in cui gareggiavano i poeti tragici con la loro tetralogia (3 tragedie ed un dramma satiresco). C’era una commissione selezionatrice fatta da un arconte ed altri due membri che sceglieva i tre concorrenti per la gara finale, ogni tetralogia veniva rappresentata in una giornata intera e quindi il concorso durava 3 giorni. La giuria per assegnare la vittoria della corona di edera era formata da 1 rappresentante per tribù estratto a sorte da una lista fornita da ognuna delle 10 tribù, che dava una classifica dei concorrenti su una tavoletta, delle 10 poi ne venivano estratte 5 a sorte per avere il vincitore. I contenuti delle opere attingevano ad un patrimonio di racconti mitici tradizionali e la rappresentazione drammatica era fondata sul contrasto, la lacerazione tragica tra protagonista umano e divino e degli uomini tra loro. Tutto il popolo partecipava, lo stato finanziava i poveri con due oboli per indennizzo delle ore di lavoro perdute ed i costi degli spettacolo (scenografia, costumi, attori, coreuti, musicisti) che erano in parte sostenuti anche dalle famiglie ricche, c’era anche un servizio d’ordine dotato di robusti manganelli contro eventuali disturbatori. La partecipazione popolare al "RITO COLLETTIVO" funzionava da presa di coscienza, grazie a questa esteriorizzazione del dramma tragico reso nello spettacolo teatrale, che determinava una presa di distanza, una assunzione di responsabilità collettiva di fronte alle tensioni tremende dell’esistenza umana secondo una visione che affondava le sue radici nei sanguinosi rituali del mondo pre-greco. In questo consiste la CATARSI di cui parla Aristotele: LA RAPPRESENTAZIONE HA UN EFFETTO LIBERATORIO DALLE PASSIONI (i patemata = patemi di animo).
La tragedia si differenzia dal mito per un tratto sostanziale: se nel mito lo scontro è nel mondo divino, qui il piano si sposta sulla violenza tra dei e uomini e degli uomini tra di loro. Questo è testimoniato dal lessico tragico. Sono fondamentali alcune parole chiave ricorrenti nei dialoghi, che mostrano la inconciliabilità nella tragedia di polarità opposte di comportamento: parole da un lato come collera (che però è anche invidia!) (ϕθόνος),e accecamento divino (΄Άτη) , tracotanza (ύβρις), e violenza brutale (βία) , dall’altro legge (νόμος), diritto (δίκη), autorità legale (κράτος), timore (ϕóβος), e pietà (ʹΈλεος), parole che segnano nella loro opposizione il contrasto inconciliabile che caratterizza la tragedia. Viene bollata la tracotanza, si esibiscono i valori morali e le norme etico-sociali cui conformare i comportamenti dei cittadini della polis ed il ricorso al mito serve a rinsaldare il tessuto connettivo della convivenza. Nella trilogia più famosa, l’Orestea, formata da Agamennone, Coefore, Eumenidi, la tragedia si risolve con Oreste portato nella sede suprema della istituzione della polis, l’Areopago, dove Oreste è alla fine assolto e le furiose persecutrici Erinni si trasformano nelle benigne Eumenidi. Si impone la Giustizia, la DIKE, che si esplica nel NOMOS, nella Legge della città, a fronteggiare la violenza, ma ciò non sarà sufficiente se nell’Antigone la legge del cuore e degli affetti si scontrerà con la legge ufficiale della città stessa, che tuttavia prevarrà alla fine. Ma a questo punto, gli Dei c’entrano poco, il conflitto è tra gli uomini, gli Dei sono solo spettatori. I drammi umani riportano le scorie dei drammi divini. Più i conflitti "si umanizzano", più si perde la carica istintiva, travolgente dell’eros e della violenza primitiva e questo porta alla famosa tesi di Nietzsche che ne La nascita della tragedia (1871) vede nelle prime tragedie un equilibrio tra le parti del coro che rappresentano la potenza dionisiaca degli istinti e le parti del dialogo degli attori che moderano con la razionalità apollinea lo scatenamento degli istinti, fino ad arrivare ad Euripide che descrivendo con realismo delle vicende umane fa prevalere il distacco dello spirito superiore ed equilibrato apollineo in contemporanea all’avvento del razionalismo di Socrate in filosofia e la definitiva eclissi del dionisiaco, evento che il filosofo tedesco denuncia come la più grande perdita per tutta la cultura occidentale.
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Più i miti perdono valore di Verità, staccati dal culto dionisiaco, più i paragoni e le similitudini linguistiche, da "strati intermedi" tra il mondo degli dei e quello umano subiranno una trasformazione che costituirà i primi gradini delle deduzioni analogiche di cui il metodo empirico si servirà più tardi.
-Franco Sarcinelli (WeSchool)
-Bruno Snell (le origini del pensiero europeo)
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ECCO PERCHE' UN NO-VAX NON PUO' ESERCITARE ALCUNA PROFESSIONE SANITARIA
E men che meno fare il medico. Il motivo non è tanto perché non si vaccina e sconsiglia le vaccinazioni ai suoi pazienti. Paradossalmente quello è il male minore. Il problema più grande è che si tratta di persone profondamente ignoranti.
Un operatore sanitario che non comprende il valore delle vaccinazioni è evidente che non conosce il metodo scientifico. Non affida le proprie decisioni alla valutazione delle prove scientifiche e quindi svalvola scivolando in pratiche nonsense che vanno dai rimedi omeopatici all'urinoterapia.
Se non si segue il metodo scientifico ogni terapia è possibile. Di esperimento in esperimento, si arriva ad ammazzare i propri pazienti.
Questo è l'ultimo: un campione che ha infettato con il virus dell'epatite C non sappiamo quanti pazienti. Grazie alla scienza, questi pazienti che si erano rivolti al ciarlatano saranno curati (e molto probabilmente guariranno) a spese del contribuente.
Pier Luigi Lopalco, pagina pubblica
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Fino all'anno scorso, tra gli esercizi ufficiali e richiesti per la patente nautica oltre le 12 miglia dalla costa, 12 erano sbagliati. Da decenni.
Fin qui c'è solo l'inefficienza e la cronica incapacità di auto-correggersi dello Stato (...). L'essenza dello Stato non sta tuttavia (nella incapacità di auto correggersi). Sta nel fatto che chi faceva l'esercizio giusto (...) veniva bocciato all'esame. (...)
Dopo decenni, quest'anno questi 12 esercizi sono stati tolti. Ci sono altri errori (ad es. sulle tolleranze) e il principio rimane lo stesso: conta quello che è scritto dal ministero, non la verità scientifica.
La fabbricazione, da parte dell'autorità statale, della sua 'verità' (...) non sono comparse con l'isteria autoritaria del Covid, con la presa per il culo dell'emergenza climatica e con l'idiozia woke. Sono nate con lo Stato stesso.
Per esistere, lo Stato ha bisogno di fabbricare la sua 'verità' per le stesse ragioni per cui ha bisogno di fabbricare il suo denaro e le sue leggi. Il metodo scientifico (nell'economia come nella giustizia, nel clima come nel semplice orientamento nautico) è logicamente incompatibile con l'autorità statale, perché non è sotto il suo controllo.
E perché le persone che ragionano con la loro testa sulla base del metodo scientifico sono molto più difficili da schiavizzare delle persone che ripetono le 'verità' dell'autorità senza ragionare.
via https://x.com/giovacatallaxy/status/1841548438745579837
Lo Stato è ente astratto, si incarna nei BUROCRATI più che nei politici. I secondi sono avventizi i primi sono parassiti perenni.
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Farsi domande è complottismo. Avere dubbi è complottismo. Voler verificare i fatti è complottismo. Non fidarsi di affermazioni propagandiste è complottismo. Tutto questi comportamenti che appartengono al metodo scientifico, è complottismo. Pensare è letteralmente complottismo.Per tutto il resto ci sono i false-checkers…
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centroscritture.it: oggi, 7 febbraio: il primo dei due incontri di valerio massaroni su shelley e hofmannsthal
info e iscrizioni https://centroscritture.it Anno 1821. Il poeta inglese Percy Bysshe Shelley risponde a un saggio dell’amico Thomas Love Peacock, nel quale si dichiara la morte dell’arte e della poesia in un’epoca di progresso sociale dominato dalla scienza e dalla tecnica, e scrive una “difesa della poesia” in cui ribadisce e rilancia con passione il valore eterno dell’arte poetica…
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#afasia#CentroScritture#centroscritture.it#Chandos#crisi#crisi personale#crollo#difesa della poesia#elevazione#fede nella poesia#Francis Bacon#Hugo von Hofmannsthal#Il salto e il crollo#incomunicabilità#Lettera di Lord Chandos#Lord Chandos#metodo scientifico#Percy Bysshe Shelley#poesia#poeti#progresso sociale#rivelazione#romanticismo#salto#scienza#seminario#tecnica#Thomas Love Peacock#Valerio Massaroni
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Storia Di Musica #315 - Blackfoot, Strikes, 1979
Per le Storie di Marzo ho individuato un metodo scientifico infallibile per scegliere la tematica che legherà i dischi di questo mese: ho preso a caso con gli occhi chiusi, un bottone nella scatola in cui tengo quelli di riserve, e ho pescato un bottone nero. Di per sè, il colore nero poteva aprire una infinità di opzioni, ma seguendo il principio della scoperta, in questo 2024, di band dimenticate, ho optato per dischi di band che hanno "nero" nel nome. Tralasciando le scelte più ovvie, il viaggio musicale marzolino inizia nella Florida di fine anni Sessanta, quando stava per prendere il volo il Southern Rock. Siamo a Jacksonville, capitale dello stile, e come molti stavano facendo in quei mesi, dei giovani mettono su una rock band: Rickey Medlocke (batteria, voce) e Greg T. Walker (basso) incontrano il newyorkese Charlie Hargrett (chitarra) e danno vita al gruppo Fresh Garbage Band con Ron Sciabarasi alle tastiere. Da qui inizia una serie infinita di cambi di formazione intorno ai primi tre che seguirà per decenni il destino dei nostri: infatti il primo a lasciare è Sciabarasi, si aggiungono altri musicisti provenienti da un'altra band, i Tangerine, cambiano nome in Hammer e con questa formazione per 6 mesi sono la resident band del più popolare topless club di Gainsville, in Florida, il Dub's. Provano ad andare a New York, e lì si accorgono che esiste già una più affermata band con lo stesso nome, quindi decidono di chiamarsi Blackfoot, in omaggio al popolo dei Nativi americani, dato che Jakson Spires, entrato dai Tangerine, è parte Cherokee, Medlocke parte Sioux, e Walker parte Creek. Ma la loro strada è ancora lunga: la band si scioglie diverse volte, alcuni di loro vanno a suonare con i Lynyrd Skynyrd (Medlocke e Walker, per alcuni mesi nel 1971, uscirà solo nel 1978, dopo l'incidente aereo che colpì il leggendario gruppo, il materiale registrato in quel frangente), si trasferiscono in New Jersey, dove con una formazione stabile registrano delle canzoni, che dopo varie peripezie nel 1975 vengono pubblicate dalla Island, che cercava nel proprio catalogo un gruppo Southern Rock, con il titolo No Reservation, e nel 1976 Flying High, stavolta per la Epic: sono due dischi di southern rock che non lasciano il segno e sopratutto non vendono quasi nulla. La band è sempre in fermento, e passano 3 anni (tra scioglimenti, defezioni per problemi alle corde vocali, dissidi) quando passano alla Atco, che suggerisce loro un approccio diverso alla scrittura. Ne esce fuori il disco di oggi, Strikes (1979), con il cobra sfocato in copertina, che li fa conoscere, dopo dieci anni, al grande pubblico. Merito è di una formazione finalmente definita (almeno per il momento) composta da Rickey Medlocke, Charlie Hargrett (chitarra ritmica), Greg T. Walker (basso) e Jakson Spires (batteria) ed una scaletta che alterna pezzi propri, tra cui i loro due maggior successi, e una scelta azzeccatissima di cover, suonate in maniera originale rispetto alle versioni degli autori. Il suono è più hard o AOR (che sta per adult oriented rock, il genere che maggiormente passavano le radio), e ha una sua natura interessante, per quanto costruita nei canoni del genere senza tante innovazioni.
Mi piace molto la scelta delle cover: I Got A Line On You fu un grande successo dei favolosi Spirit di Randy California, band mitica del rock Californiano del decennio precedente, e qui viene resa più groovy e tosta rispetto all'originale; Pay My Dues fu un successo dei Blues Image, altra band della Florida, di appena qualche anno prima dei nostri, che fu uno dei pochi esempi non californiani di rivisitazione del blues, alla maniera "europea", e che come i Blackfoot era famosa come resident band, non di un topless bar, ma di un famoso locale di Miami, il Thee Image, aperto alla sperimentazione; Wishing Well fu invece un successo dei Free, la band inglese di Paul Rodgers che prima di sciogliersi (lui andrà ai Bad Company) scrisse questa hit. Di tutte e tre, i Blackfoot ne fanno una versione particolare, dove i cambiamenti seppur minimi sono quelli incisivi, regalando alle nuove versione un vestito particolare e riconducibile al loro nuovo stile. Tra gli autografi, segnalo le loro due canzoni più famose: Train Train, scritta dal nonno di Rickey Medlocke, Shorty, che diventerà una hit anche per Dolly Parton e per un'altra band dell'heavy metal, i Warrant. Ma la loro canzone simbolo è Highway Song: oltre 7 minuti spericolati, dalla costruzione epica e imperiosa e che finiscono con sensazionali duelli di assoli alla chitarra, con all'inizio anche belle melodie vocali, canzone che è un grande omaggio all'epopea dei gruppi che dalla Florida hanno messo mattoni importanti all'edificio della Storia del Rock. Il successo arriva, quasi inaspettato, e la band fa da spalla a grandi nomi in tour nel 1979 negli Stati Uniti: fondamentale per loro quello in apertura ai The Who. La band cavalca l'onda e in due anni sforna altri due dischi niente male, Tomcattin (1980, con una Pantera in copertina) e Marauder (con un falco, 1981) e fa due tour seguitissimi. Qui però finisce la loro fortuna: l'arrivo, come uno tsunami, dell'estetica MTV li taglia fuori: il rock del sud è visto come un genere passato e addirittura la ATCO non accettò il loro disco che sarebbe dovuto uscire nel 1984, Vertical Smiles. La band conseguentemente va in crisi e si scioglie per l'ennesima volta. Va detto che non saprei nemmeno contare i vari avvicendamenti, ma considerando che tentano una reunion prima nel 1990 (pubblicando un nuovo disco, Medicine Man) e poi addirittura nel 2004 e nel 2021 sono sicuro che nelle varie formazioni hanno girato almeno 40 musicisti diversi, a dimostrazione di una voglia di musica francamente ammirevole.
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