#il valore delle donne
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Nella mia vita manco io – Recensione del libro di Natalia De Barbaro, di Alessandria today
“Nella mia vita manco io” di Natalia De Barbaro è un libro che parla direttamente alle donne, affrontando le tematiche della realizzazione personale, dell’autosacrificio e della necessità di riscoprire sé stesse. In una società che, nonostante i progressi, continua a imporre ruoli soffocanti, l’autrice offre una riflessione profonda su come le donne spesso si mettano in secondo piano, sopraffatte…
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(Foto: volodiunacapinera)
Vuoi combattere il mal di vivere, la noia, "l'inferno che sono gli altri" (J.P. Sartre)? Innamorati. Lei eleverà al quadrato ogni tua piccola gioia quotidiana. E il mal di vivere si trasformerà in pura gioia. Ma non pensare che sarà una passeggiata: un rapporto di coppia è una sfida costante, incessante, per la supremazia quotidiana. Senza alcuna pausa. Difficilissima da gestire per entrambi.

(Foto: funagainstthemachine)
L'uomo è quello accomodante, quello che tende a ragionare e risolvere a ogni costo. E infine a cercare la pace e la routine. La donna invece è spinta da millenni di evoluzione a testarti: istintivamente e di continuo. Per capire se hai vero valore, se hai dei buoni geni. Se nella coppia ci sono contrasti continui, state andando bene. Significa che tu sei saldo mentalmente. Altrimenti, lei inconsciamente cercherà un uomo di maggior valore e ci andrà a letto: si chiama ipergamia.

(Foto: nudesnoises)
Andrà semplicemente anche col collega d'ufficio, se lo riterrà più "alto" di te. Naturalmente, senza alcun complesso di colpa e non se ne renderà neppure troppo conto! Perché tra i due, è il maschio quello che ha l'etica, gli scrupoli morali a "tradire." La donna no: lei non "tradisce" davvero. E non "sbaglia" mai. Perché segue semplicemente le emozioni, gli impulsi della sua intrinseca missione di "femmina che deve procreare al meglio."
(Foto: erotica-nova)
È una spinta irresistibile. In natura, gli uomini sono gli accessori. Il vero centro dell'evoluzione è la donna. Perché è lei che ha il difficile compito della selezione del maschio più adatto, per trasmettere alla prole i migliori geni. Tu perciò segui con assoluta dedizione la tua naturale inclinazione, la tua via, il tuo impegno, la tua missione, i tuoi hobby, le tue passioni.

(Foto: sneakstrikesback)
Migliorati. Guadagna risorse: le donne vere - non parliamo certo di adolescenti - inconsciamente cercano solo quelle. Mentre noi invece guardiamo solo tette e culo. Siamo programmati per quello. Non ti svelare mai completamente: conserva il tuo mistero. Non parlarle troppo.

(Foto: spiceyflipper)
Messaggi? Tu 20 lei 80. Punto. Non deviare mai, se pure lei te lo chiede. SOPRATTUTTO se lei te lo chiede! Perché è proprio questo tuo essere saldo, capace, forte, sicuro di te, protettivo, impegnato, quello che ti renderà irresistibile ai suoi occhi. Perciò, resta sempre "alto e autonomo" nella sua considerazione. Solo questo devi fare.
Aliantis

(Foto: curiousmcteeg)
https://www.ilredpillatore.org/2023/03/come-gestire-i-test-delle-donne.html
#haiku di aliantis#absurdia di aliantis#Giosuè Sacco#biologia dell'attrazione#ipergamia#i test inconsci delle donne
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Sono rari gli uomini che scelgono donne profonde al proprio fianco, perché quelle superficiali e, perlopiù, concentrate sull'apparenza, danno meno problemi e sono più facilmente gestibili.
Una donna profonda, invece, cerca dialoghi costruttivi e confronti, vuole e crea intimità, ha consapevolezza di sé e conosce i propri limiti e le proprie forze. Una donna profonda detesta la superficialità, la volgarità. Non vuole piacere a tutti, non si accontenta ma cerca, sa che il suo valore non risiede nell'aspetto ma nella tenacia del cuore.
Le donne profonde sono come uragani. Non si fermano davanti a nulla. Ridono e piangono senza vergognarsi e se ne hanno voglia si siedono per terra o camminano scalze come se fosse la cosa più normale del mondo. Non hanno paura delle sfide per trovare ciò che hanno nel cuore, né di soffrire per inseguire i loro ideali. Non cercano nella coppia un leader da seguire, né un figlio da salvare. Ma un compagno con il quale camminare.
Le donne, tutte le donne, devono sempre ricordarsi chi sono e di cosa sono capaci. Non devono temere di mostrarsi intelligenti, di rimanere sospese sulle stelle, di notte, appoggiate al balcone del cielo! Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede coraggio… una sfida che non annoia mai.
- Oriana Fallaci
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“Sono rari gli uomini che scelgono donne profonde al proprio fianco, perché quelle superficiali e, perlopiù, concentrate sull'apparenza, danno meno problemi e sono più facilmente gestibili.
Una donna profonda, invece, cerca dialoghi costruttivi e confronti, vuole e crea intimità, ha consapevolezza di sé e conosce i propri limiti e le proprie forze. Una donna profonda detesta la superficialità, la volgarità. Non vuole piacere a tutti, non si accontenta ma cerca, sa che il suo valore non risiede nell'aspetto ma nella tenacia del cuore.
Le donne profonde sono come uragani. Non si fermano davanti a nulla. Ridono e piangono senza vergognarsi e se ne hanno voglia si siedono per terra o camminano scalze come se fosse la cosa più normale del mondo. Non hanno paura delle sfide per trovare ciò che hanno nel cuore, né di soffrire per inseguire i loro ideali. Non cercano nella coppia un leader da seguire, né un figlio da salvare. Ma un compagno con il quale camminare.
Le donne, tutte le donne, devono sempre ricordarsi chi sono e di cosa sono capaci. Non devono temere di mostrarsi intelligenti, di rimanere sospese sulle stelle, di notte, appoggiate al balcone del cielo! Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede coraggio, una sfida che non annoia mai.”
Oriana Fallaci
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Sono rari gli uomini che scelgono donne profonde al proprio fianco, perché quelle superficiali e, perlopiù, concentrate sull'apparenza, danno meno problemi e sono più facilmente gestibili.
Una donna profonda, invece, cerca dialoghi costruttivi e confronti, vuole e crea intimità, ha consapevolezza di sé e conosce i propri limiti e le proprie forze. Una donna profonda detesta la superficialità, la volgarità. Non vuole piacere a tutti, non si accontenta ma cerca, sa che il suo valore non risiede nell'aspetto ma nella tenacia del cuore.
Le donne profonde sono come uragani. Non si fermano davanti a nulla. Ridono e piangono senza vergognarsi e se ne hanno voglia si siedono per terra o camminano scalze come se fosse la cosa più normale del mondo. Non hanno paura delle sfide per trovare ciò che hanno nel cuore, né di soffrire per inseguire i loro ideali. Non cercano nella coppia un leader da seguire, né un figlio da salvare. Ma un compagno con il quale camminare.
Le donne, tutte le donne, devono sempre ricordarsi chi sono e di cosa sono capaci. Non devono temere di mostrarsi intelligenti, di rimanere sospese sulle stelle, di notte, appoggiate al balcone del cielo! Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede coraggio, una sfida che non annoia mai.
Oriana Fallaci

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Il femminile sacro è il portatore della Verità. La Verità per trovare strada può anche esercitare forza, sdegno, caparbietà, disgregazione di regole, contesti e relazioni.
Purtroppo queste attivazioni sono il più delle volte incarnate in distorsioni e corruzione, perciò quasi mai apportano purezza e sono finalizzate all'espressione del vero.
Le donne che gridano ai quattro venti la loro autorità comportandosi con meschinità, manipolazione, strafottenza, ricatti, menzogne, vendetta e furia, sono tutte manifestazioni della stessa distorsione. Sono portatrici di un ego distorto e spesso malato, ovvero irrecuperabile dal punto di vista del programma sacro. Sono tali perché scambiano il potere malato col valore, a prescindere e solo per i propri comodi.
Queste donne sono in parte il prodotto degli uomini (distorti) e in altra il frutto del femminismo altrettanto distorto.
Chi cerca di rapportarsi a loro deve abbassarsi e "obbedire", altrimenti viene scartato, usato o deriso.
É una forza potentissima che si abbatte solo con l'indifferenza e l'assenza di riconoscimento. Salvo i casi in cui è la donna a volere uscire dalla sua convinzione (situazioni molto rare).
Per abbattimento non intendo forme di violenza, né fisica, né verbale. Bensì l'azione del distacco, ovvero l'allontanamento da quel tipo di attività che in nessun modo ha rispetto del prossimo e pratica superiorità subdola, vanità per bellezza e falso valore personale.
Questo come sempre vale anche nelle piccole cose, perché di certo se nessuno nutre l'ego di una distorta, dal più stupido video su TikTok al suo più grande messaggio globale, la distorta deve vedersela con la realtà, e a quel punto:
o ridimensiona e corregge sé stessa osservando l'immondizia che vomita nel mondo
o si auto annienta e scompare.
Ci sono tante donne ormai totalmente fuorviate da un senso del potere fasullo ed esasperato, purtroppo moltissime insegnano anche "tecniche" varie. Hanno canali seguitissimi, ringraziamenti da chi prendendole come esempio diventa una copia anche peggiore.
Purtroppo in una società priva di discernimento il distacco è un atto difficilissimo e non capito, proprio perché la maggioranza di chi pensa di essere perlomeno razionale, in realtà non sceglie quasi mai per logica, ma per simpatia, amplificazione di paure, diniego di ferite e scorciatoie.
In poche parole per emotività infantile e mal gestita.
(questo è un post sulla responsabilità femminile, chi vuole rispondere incolpando gli uomini significa che cerca giustificazioni e ha mal capito il testo).
#zombie#società#società malata#svegliatevi#aprite gli occhi#sistema#verità#schiavi#ego#illusioni#violenza#donne#distorsioni#disfunzioni#mondo marcio#rincoglioniti#discernimento#lavoro su di sè#distacco#allontanamento#osservazione#consapevolezza#tik tok#femminile#maschile#matrix
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Nasce la professione di "certificatori di reputazione", vale a dire laureati o diplomati che nell'era di internet e di profili "fake" sono in grado di alimentare con dati certi un innovativo algoritmo "umanizzato" per misurare abilità, competenze, meriti e onestà di persone fisiche e giuridiche.
Al via il primo bando per accedere alla formazione, gratuita, di questa nuova professione rivolto esclusivamente a donne: 214 (30 delle quali vittime di violenza). Il bando è finanziato dal Fondo per la Repubblica Digitale-Impresa sociale. Il termine per presentare la domanda è il 15 marzo (www.lumsa.it/odg).Si tratta di una sperimentazione ideata da Mevaluate Holding e Crop News.
L'ateneo Lumsa è il soggetto responsabile coordinatore dei rapporti di partenariato con il Fondo per la Repubblica Digitale che ha selezionato e finanziato il progetto e che entro il 2026 impiegherà 350 milioni di euro secondo la legge 233/2021 (attuazione del Pnrr e prevenzione delle infiltrazioni mafiose).
Il bando é riservato a donne fra i 19 e 50 anni, sia disoccupate che inoccupate ma anche dipendenti di operatori economici interessati ad accrescerne abilità e competenze digitali in funzione di migliori condizioni contrattuali. Ogni partecipante al progetto potrà beneficiare di 2.970 euro in formazione online per 224 ore e ricevere un tablet e sim dati Coop voce mentre al termine uno smartphone nel contesto di un percorso di inserimento lavorativo di 480 ore in collaborazione con 7 partner sostenitori, enti privati e pubblici, fra i quali Agens, Confindustria, diversi ordini professionali.
Le 214 donne che seguiranno il corso otterranno l'abilitazione a operare in esclusiva sulla piattaforma digitale Italia Virtute per la qualificazione reputazionale documentata e tracciabile di individui e organizzazioni grazie al rating reputazionale elaborato dall'«algoritmo umanizzato» (trasparente, inclusivo e imparziale) in proprietà di Mevaluate Holding. Sarà così possibile mettere in valore e misurare oggettivamente abilità, competenze, meriti e onestà. Mentre perdono finalmente l'anonimato illeciti e inadempimenti.
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Non so se ridere o piangere..."algoritmo umanizzato". Orwell ha fatto troppi proseliti. Quindi chi non si allinea al pensiero unico dominante avrà una reputazione pari a zero?
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“Sono rari gli uomini che scelgono donne profonde al proprio fianco, perché quelle superficiali e, perlopiù, concentrate sull'apparenza, danno meno problemi e sono più facilmente gestibili.
Una donna profonda, invece, cerca dialoghi costruttivi e confronti, vuole e crea intimità, ha consapevolezza di sé e conosce i propri limiti e le proprie forze. Una donna profonda detesta la superficialità, la volgarità. Non vuole piacere a tutti, non si accontenta ma cerca, sa che il suo valore non risiede nell'aspetto ma nella tenacia del cuore.
Le donne profonde sono come uragani. Non si fermano davanti a nulla. Ridono e piangono senza vergognarsi e se ne hanno voglia si siedono per terra o camminano scalze come se fosse la cosa più normale del mondo. Non hanno paura delle sfide per trovare ciò che hanno nel cuore, né di soffrire per inseguire i loro ideali. Non cercano nella coppia un leader da seguire, né un figlio da salvare. Ma un compagno con il quale camminare.
Le donne, tutte le donne, devono sempre ricordarsi chi sono e di cosa sono capaci. Non devono temere di mostrarsi intelligenti, di rimanere sospese sulle stelle, di notte, appoggiate al balcone del cielo! Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede coraggio, una sfida che non annoia mai.”
Oriana Fallaci
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Mediterranea
Morto Bija. Trafficante di esseri umani. Collaborava con il Governo italiano
Ieri sera tutte le agenzie hanno battuto la notizia dell'uccisione avvenuta a Tripoli di "Bija", il trafficante di esseri umani e alto ufficiale della cosiddetta guardia costiera libica.
Bija, ricercato internazionale per crimini contro l'umanità, era la prova vivente delle collusioni tra il governo italiano, quello attuale e i precedenti, e i grandi trafficanti di persone, armi, droga, petrolio. Il fatto che Bija fosse un alto ufficiale di quella che viene definita "Guardia costiera" ma in realtà è una copertura anche per far viaggiare milioni di euro dall'#Italia alla #Libia, necessari per pagare il lavoro sporco di cattura in mare, deportazione e detenzione di migliaia di donne, uomini e bambinǝ migranti, non figura nemmeno come interrogativo nei lanci di agenzia. Si descrive questo esponente della milizia di #Zawhya per come risulta dalle numerose inchieste, anche della Corte dell'#Aja, ma poi non una parola sul fatto che fosse uno dei destinatari di soldi e mezzi forniti dall'Italia. Le sue foto a bordo delle motovedette italiane spiccano.
E dunque per noi, che Bija l'abbiamo conosciuto grazie ai racconti di persone migranti che abbiamo avuto a bordo, che ci hanno raccontato le torture, gli stupri, le sofferenze che era capace di infliggere ad altri esseri umani, non è la sua morte violenta il tema. I gangster, i capimafia, di solito vengono eliminati in questo modo. E qualcuno ora prenderà il suo posto, e non sarà migliore di lui. Il tema per noi è come sia possibile che questo paese, il nostro, non si fermi subito e chieda conto alla presidente del consiglio, al ministro Piantedosi, di questi rapporti con le mafie dei trafficanti e dei torturatori. Come è possibile che un parlamento come quello italiano, non batta ciglio vedendo queste cose. Anzi. Piantedosi, uno che "lavora sistematicamente" ai respingimenti di esseri umani, vietati dalla Convenzione di #Ginevra, rivendica i suoi "successi". Ecco, ora che è morto Bija, dovranno certamente sostituirlo. Ma questo mondo abbonda di macellai, purtroppo.
Ma non chiedano a noi di "collaborare" con questi loro amici. Noi non collaboriamo con chi tortura, uccide, stupra e ottiene milioni di euro attraverso il business del respingimento. Quando Piantedosi ci punisce perché non abbiamo collaborato con i banditi, per noi è una medaglia al valore.
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[...]
Il Collegio dell’accusa ha raccolto da diverse fonti, una messe di prove documentali e di testimonianze che raccontanoche dal 2018 in Rojava è in atto un sistematico e pervicace tentativo di sradicare il popolo curdo dalla propria terra, di distruggerne non solo la vita ma l’identità, la cultura, l’economia, costringendo migliaia di persone a fuggire. Con l’occupazione della città di Afrin è stata posta in essere una politica di ingegneria etnica con la sostituzione dei curdi, residenti nell’area, con popolazioni arabe sunnite e turcomanne, spesso a propria volta profughi a causa della guerra civile. Con la conseguenza che ad Afrin la popolazione curda è passata da oltre il 90% al 25% e il numero di sfollati dal Rojava è stimato in 300.000 persone.
Nel corso delle udienze sono state ascoltate testimonianze terribili (compresi documenti video) di attacchi indiscriminati su civili, come per esempio a Tel Rifaat nel dicembre 2019, in cui sono morti otto bambini che giocavano nel cortile di una scuola, oltre a numerosi altri feriti. Sono emerse prove evidenti della distruzione attraverso bombardamenti deliberati da parte della Turchia di risorse vitali, come le infrastrutture per l’elettricità, il gas, il petrolio, che hanno portato alla mancanza di combustibile e di acqua pulita con danni ambientali e alla salute dei civili nei villaggi, nei campi profughi, negli ospedali.
Particolarmente doloroso è stato il capitolo dei femminicidi. Il 12 ottobre del 2019 è stata assassinata da una banda di miliziani sostenuti dalla Turchia la dirigente politica Curda Hevrin Khalaf, 35 anni, segretaria generale e co-fondatrice del partito Siriano del futuro. In aula è stato proiettato un video girato dai suoi stessi assassini, in cui si odono le grida di scherno degli aguzzini che profanano il suo cadavere. Quindi sono state ascoltate le testimonianze coraggiose e drammatiche di alcune donne vittime degli stupri compiuti nelle prigioni di Afrin. Il ricorso ai femminicidi e allo stupro da parte dei militari turchi e delle milizie controllate dalla Turchia si profila come un tentativo deliberato di colpire attraverso i corpi delle donne uno degli assi portanti della rivoluzione del Rojava, e cioè la loro emancipazione e il ruolo politico centrale nell’attuazione del Confederalismo democratico.
Il bersaglio politico delle aggressioni della Turchia, effettuate direttamente attraverso i bombardamenti e indirettamente attraverso le milizie filoturche della SNA (Armata nazionale siriana), è l’Amministrazione Democratica Autonoma della Siria del Nord-Est (DAANES), un’esperienza di autogoverno democratico che realizza la convivenza pacifica di tutte le etnie presenti nel Nord est della Siria (curdi, yazidi, sunniti, sciiti), garantendo il pluralismo e promuovendo l’uguaglianza e il ruolo politico delle donne. Una autonomia che il popolo curdo ha conquistato a duro prezzo, nel corso della guerra civile, liberando la regione dall’ISIS attraverso una lotta portata avanti dalle milizie Ypg e Ypj (queste ultime composte da donne).
Il cambiamento del regime politico a Damasco non ha posto termine alle aggressioni della Turchia che nel mese di gennaio ha compiuto nuovi attacchi con droni provocando decine di morti. Il nuovo Governo siriano non ha formulato alcuna protesta per questa violazione della sua sovranità. Ciò rende molto incerto il futuro della regione in questa fase di transizione politica. Per questo è importante che la Comunità internazionale riconosca il valore dell’Amministrazione autonoma (DAANES) condizionando i rapporti con il nuovo Governo siriano al rispetto dell’autonomia di questa regione così come si è storicamente determinata.
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“Sono rari gli uomini che scelgono donne profonde al proprio fianco, perché quelle superficiali e, perlopiù, concentrate sull'apparenza, danno meno problemi e sono più facilmente gestibili.
Una donna profonda, invece, cerca dialoghi costruttivi e confronti, vuole e crea intimità, ha consapevolezza di sé e conosce i propri limiti e le proprie forze. Una donna profonda detesta la superficialità, la volgarità. Non vuole piacere a tutti, non si accontenta ma cerca, sa che il suo valore non risiede nell'aspetto ma nella tenacia del cuore.
Le donne profonde sono come uragani. Non si fermano davanti a nulla. Ridono e piangono senza vergognarsi e se ne hanno voglia si siedono per terra o camminano scalze come se fosse la cosa più normale del mondo. Non hanno paura delle sfide per trovare ciò che hanno nel cuore, né di soffrire per inseguire i loro ideali. Non cercano nella coppia un leader da seguire, né un figlio da salvare. Ma un compagno con il quale camminare.
Le donne, tutte le donne, devono sempre ricordarsi chi sono e di cosa sono capaci. Non devono temere di mostrarsi intelligenti, di rimanere sospese sulle stelle, di notte, appoggiate al balcone del cielo! Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede coraggio, una sfida che non annoia mai.”
Oriana Fallaci
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Tutto accade per una ragione – Il viaggio di Anna Dalton tra sogni, determinazione e rinascita. Recensione di Alessandria today
Autore: Anna DaltonGenere: Narrativa contemporaneaValutazione: ★★★★★ Dall’autrice de L’apprendista geniale arriva Tutto accade per una ragione, un romanzo che celebra la determinazione, la crescita personale e il coraggio di inseguire i propri sogni. Anna Dalton, con la sua scrittura fluida e coinvolgente, ci regala una storia che parla di scelte, destino e resilienza, toccando temi profondi che…
#Alessandria today#Anna Dalton#autrici emergenti#cambiamento interiore#Crescita Personale#donne e cambiamento#Forza Interiore#Google News#il coraggio di ricominciare#il potere delle scelte#il valore della perseveranza#italianewsmedia.com#la bellezza del cambiamento#Lava#Letture consigliate#letture motivazionali#letture per chi ama sognare.#libri da leggere#libri di empowerment#libri Garzanti#narrativa contemporanea#narrativa ispirazionale#narrativa italiana#narrativa moderna#Pier Carlo#resilienza#romanzi che emozionano#romanzi che fanno riflettere#romanzi di crescita#Romanzi di formazione
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L'INCOMPRENSIONE RECIPROCA
G. I. Gurdjieff diceva: "Prima di discutere con qualcuno occorre realizzare fino a che punto quella persona può capire le nostre parole. Il parlare nonostante l'impossibilità di essere compresi dall'altro è sempre una perdita di tempo e di energia. Chi è consapevole, parla solo quando è certo che chi ascolta è in grado di comprendere."
La malcomprensione è la regola tra gli esseri umani. Dalla più piccola lite alla guerra in larga scala. Perché? perché ogni parola assume per ognuno di noi un significato diverso a seconda del proprio vissuto e sopratutto dal livello di coscienza soggettivo. Ecco perché non comprendersi, tra le persone, e' la norma.
Se credete che ogni essere umano debba comprendere le vostre parole o quelle dei Maestri, come arrivano a voi, vi illudete. L'illusione è un fenomeno mentale che ci allontana dalla realtà e dalla sua complessità. La vita segue una sua "logica" che va oltre il nostro concetto di "giusto" e "sbagliato". La vita non è morale e nemmeno immorale ma amorale.
Le nostre credenze sulla realtà non sono la realta' "oggettiva" ma una sua rappresentazione interna delle nostre credenze. Una credenza è un costrutto mentale inserito nella nostra mente dall'esterno. Noi entriamo in conflitto per le credenze che sono spesso più idee che esperienze.
Una persona che, per esempio, non ha mai vissuto l'esperienza dell'amore incondizionato o del perdono potrà parlarne sul piano analitico ma non può sapere di cosa parla se non è passato per quella esperienza. Lo stesso vale per la sessualità, la malattia e il lutto. Come può un prete parlare di sesso senza averlo provato? Come può un terapeuta curare un depresso senza aver mai esperito una depressione?
Esperire vuol dire morire a se stessi… passare attraverso l'esperienza… per andare oltre la logica razionale. Per crescere bisogna morire alle proprie credenze.
Non credete a nessuno, neanche alle parole dei cosiddetti "Maestri" o a quelle che, secondo voi, sono le autorità o si proclamano tali. Non credere neanche a te stesso ma credi solo all'esperienza… nessuno può dirti cosa è giusto o sbagliato e tu non puoi dire a nessuno cosa è giusto o sbagliato.
Decidi cosa è "giusto" o "sbagliato" per te attraverso l'esperienza e prenditi la responsabilità della tua vita ma ricorda che nessuno potrà comprenderti veramente perché siamo sempre soli nella nostra esperienza.
Le parole sono il mezzo con cui comunichiamo anche se ci scontriamo perché utilizziamo termini diversi, secondo noi oggettivi, per dire a volte la stessa cosa. Quello umano è un mondo intersoggettivo e la relazione si basa proprio sulla negoziazione del significato delle parole. E' nella relazione che si costruiscono i significati. Ma la relazione non è fatta solo di parole, anzi le parole spesso ci allontanano.
Le parole dette senza coscienza feriscono, uccidono.
Funzioniamo così: "io ho ragione, secondo i miei schemi mentali, mentre l'altro ha torto perché ha schemi mentali diversi dai miei". Questo fenomeno è amplificato sui social dove ci si irrita, si giudica, si offende l'altro per imporre la propria visione del mondo.
L'Arte, per esempio, nasce all'anima perché usa il linguaggio simbolico che è universale e arriva direttamente al cuore… quella che viene definito "Centro Emotivo Superiore" da Gurdjieff. Senza una comunicazione da cuore a cuore gli esseri umani sono impossibilitati a comunicare.
Dovremmo imparare il valore del silenzio, non per presunzione, ma perché è necessario capire se quello che voglio dire l'altro possa capirlo veramente oppure no.
Ho speso tanto tempo e fiato con persone che pensavo potessero e dovessero capirmi e ho compreso che a sbagliare ero io. Non puoi parlare a chi è sordo e non puoi mostrare il tuo mondo interiore a chi è cieco. Non puoi pretendere che l'altro ti capisca… perché l'altro non è te. L'altro è diverso da te. L'altro non è dentro di te.
Le donne vorrebbero che gli uomini le capissero… gli uomini che le donne li capissero… gli islamici che i cristiani li capissero… i cristiani che gli islamici li capissero… i buddhisti che gli islamici li capissero… è sempre stato così ma niente è mai cambiato.
Chi ha deciso di "svegliarsi" e compiere un lavoro su di sé è pronto per cogliere la verità a seconda dell'impegno che mette nel conoscersi. La Verità non si ottiene volendo avere ragione a tutti i costi e urlandola agi altri ma ascoltando più i silenzi che le parole. Nel silenzio in cui Dio stesso si esprime.
Tiziano Cerulli
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Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo.
Sono esperti nell’arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi.
Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate, tormentate e falsamente accusate di essere voraci ed erratiche, tremendamente aggressive, di valore ben inferiore a quello dei loro detrattori.
Sono state il bersaglio di coloro che vorrebbero ripulire non soltanto i territori selvaggi ma anche i luoghi selvaggi della psiche, soffocando l’istintuale al punto da non lasciarne traccia.
La rapacità nei confronti dei lupi e delle donne da parte di coloro che non sanno comprenderli è incredibilmente simile.
- Clarissa Pinkola Estés - Donne che corrono coi lupi
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Ieri a S.Anna di Stazzema molte parole, già sentite mille volte, dai rappresentanti delle istituzioni sul palco. Difficile per loro rinunciare all'occasione di sottolineare l'assenza di un rappresentante del governo. Difficile per noi trovare quale differenza abbia determinato questa assenza nel nulla politico dei discorsi.
Se fosse stato installato un filtro antiretorica al microfono, che avesse cancellato le frasi fatte e i buoni propositi da copertina mai diventati azione politica, il silenzio avrebbe accompagnato la manifestazione. Se avessimo potuto non vedere le persone in divisa e con le armi sul piazzale, lo avremmo svuotato della metà. Una manifestazione militare a commemorare centinaia di vittime di militari.
Avremmo sentito solo marce di guerra accompagnare l'ingresso di gonfaloni. Avremmo sentito una serie di ordini di attenti e riposo, Avremmo sentito ripetere decine di volte la parola onore, un balletto di movimenti agli ordini di una voce stentorea per rendere omaggio a donne, uomini e bambini trucidatə. Alla medaglia d'oro al valor - indovinate - militare (!) conferita al comune di Stazzema si rende onore con un minuto di silenzio. Ma prima avremmo sentito echeggiare la marcetta della Leggenda del Piave. Quella del 24 maggio, quella che "non passa lo straniero", ma nessuno sembra trovare fuori luogo la celebrazione guerriera di una vittoria davanti all'ossario delle vittime di S.Anna. Non eroici fanti, se mai ne sono esistiti: solo donne uomini bambine e bambini. Avremmo sentito un coro di voci bianche, bambinə dai 6 ai 12 anni, cantare l'inno nazionale, bambinə che cantano "siam pronti alla morte" davanti alle ossa delle decine di bambini e bambine uccise dai nazisti. Anna Pardini, la più piccola, nata da venti giorni. Avremmo sentito due volte, rabbrividendo, orrore inedito alla commemorazione, il sorvolo di due jet militari, coordinato da un gruppo radio appositamente preparato all'ingresso del piazzale.
Non siamo stati in silenzio. Abbiamo cantato "Bella ciao" come contrappunto alla Canzone del Piave. Abbiamo ricordato con slogan che la Costituzione ripudia la guerra. Abbiamo gridato forte "Vergogna!" dopo il passaggio dei jet militari. E chi ci era amico ed era sul palco ci ha sentito, forte e chiaro. Ci ha ringraziato. E i suoi ringraziamenti, l'aver cercato di dare una dimensione di umanità a questa orribile esaltazione della guerra sotto mentite spoglie, ci ripagano delle critiche ricevute.
Non siamo noi a mancare di rispetto alla memoria.
Marco Frigerio, Facebook
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Il discorso integrale di Gino Cecchettin al termine dei funerali della figlia Giulia, 22enne uccisa dall'ex fidanzato.

«Carissimi tutti, abbiamo vissuto un tempo di profonda angoscia: ci ha travolto una tempesta terribile e anche adesso questa pioggia di dolore sembra non finire mai. Ci siamo bagnati, infreddoliti, ma ringrazio le tante persone che si sono strette attorno a noi per portarci il calore del loro abbraccio. Mi scuso per l'impossibilità di dare riscontro personalmente, ma ancora grazie per il vostro sostegno di cui avevamo bisogno in queste settimane terribili. La mia riconoscenza giunga anche a tutte le forze dell’ordine, al vescovo e ai monaci che ci ospitano, al presidente della Regione Zaia e al ministro Nordio e alle istituzioni che congiuntamente hanno aiutato la mia famiglia.
Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria. Allegra, vivace, mai sazia di imparare. Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma. Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente,
un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà:
il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti. Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà
prima di perdere anche la vita. Come può accadere tutto questo? Come è potuto accadere a Giulia? Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione
Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere. Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali.
Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto.
A chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possesso
e all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro. Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale.
È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente,
a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all'esperienza di chi è più anziano di loro. La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche. Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto.
La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli.
Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l'importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza. La prevenzione della violenza inizia nelle famiglie,
ma continua nelle aule scolastiche, e dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti.
Anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile. La diffusione di notizie distorte e sensazionalistiche non solo alimenta un’atmosfera morbosa, dando spazio a sciacalli e complottisti, ma può anche contribuire a perpetuare comportamenti violenti. Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere. Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti.
Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo. Ma in questo momento di dolore e tristezza, dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare questa tragedia in una spinta per il cambiamento. La vita di Giulia, la mia Giulia, ci è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte, può anzi deve essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne. Grazie a tutti per essere qui oggi: che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme
per creare un mondo in cui nessuno debba mai temere per la propria vita.
Vi voglio leggere una poesia di Gibran che credo possa dare una reale rappresentazione di come bisognerebbe imparare a vivere.
«Il vero amore non è ne fisico ne romantico.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è,
è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente
coloro che hanno il meglio di tutto,
ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta,
ma di come danzare nella pioggia…»
Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma. Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme, il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia. Sì, noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che, un po’ alla volta, impareremo a muovere passi di danza sotto questa pioggia.
Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato. Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano. Io non so pregare, ma so sperare: ecco voglio sperare insieme a te e alla mamma, voglio sperare insieme a Elena e Davide e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti: voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare. E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace.
Addio Giulia, amore mio.
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