#frittate
Explore tagged Tumblr posts
der-saisonkoch · 1 year ago
Text
Klöße auf Kartoffelbasis
Auf Kartoffelbasis kennen wir zwei Sorten – Klöße. Auf Basis roher Kartoffeln und auf Basis gekochter Kartoffeln. Die Bezeichnungen sind vielfältig und reichen von Kloß, als großartige Beschreibung über Gnocchi als kleinere- bis zu Knöpfli oder Spätzle als Bezeichnung für die kleinsten Varianten. Alle haben gemeinsam, dass sie Klöße sind und aus einem geformten Teig bestehen. Die kleinsten…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
lovehimeheart · 2 years ago
Photo
Tumblr media
Due frittate
0 notes
morethansalad · 1 year ago
Text
Tumblr media
Chestnut Brussels Sprout Frittata (Vegan)
60 notes · View notes
sara-saragej · 1 year ago
Text
Quando la casa dei nonni si chiude 💔...
Tumblr media
“Uno dei momenti più tristi della nostra vita é quando la porta della casa dei nonni si chiude per sempre. Una volta chiusa quella porta non ci saranno più i pomeriggi felici con zii, cugini, nipoti, genitori fratelli e sorelle. Ve lo ricordate?
Non era necessario andare al ristorante la domenica. Si andava a casa dei nonni. A Natale la nonna bucava l’ozono con le sue fritture mentre il nonno si dedicava all’arrosto facendo puntualmente bruciare la canna fumaria. La tavola era lunghissima e veniva apparecchiata nella stanza più grande. Adesso la casa è chiusa ed è rimasta soltanto la polvere. Un cartello vendesi. Nessuno la vuole quella casa.
È vecchia. Va ristrutturata. Costa troppo. Cazzo ne sapete di quanto vale la casa dei nonni. La casa dei nonni non ha un valore. E così passano gli anni. Non ci sono più regali da scartare. Frittate da mangiare. Verdure da pulire. Quando la casa dei nonni si chiude ci ritroviamo adulti senza capire quando abbiamo smesso di essere bambini. Certo per i nonni saremo sempre piccoli e indifesi. Sempre. I nonni avevano sempre il caffè pronto. La pasta. Il vino. Le caramelle..
Poi finisce tutto. Non ci sono più le canzoni. Non si fa più la pasta fatta in casa..... Siete andati via troppo presto porca miseria. Io volevo fare la salsa ancora una volta. Il mirto. Le chiacchiere. E il liquore all’alloro. Io volevo ancora accatastare la legna con te nonno, anzi grazie per avermelo insegnato. E grazie per gli insegnamenti sulla vita. E sulla campagna. E sul giardinaggio. Ora quando passo guardo quella casa e mi viene sempre l’abitudine di parcheggiare. E di buttare giù il campanello. E di sentire la nonna gridare che porco giuda non sono modi quelli.
Scusa nonna. Non suonerò più il campanello. Al massimo quando mi capiterà di pensarvi di nuovo, come ora, canterò una canzone. Quella preferita dal nonno. Un amore così grande.
- Antonio Cotardo
Tumblr media
When the grandparents 'house closes💔
“One of the saddest moments in our lives is when the door to our grandparents' house closes forever. Once that door closes there will be no more happy afternoons with uncles, cousins, nephews, parents, brothers and sisters. Do you remember it? There was no need to go to a restaurant on Sunday. We went to the grandparents' house. At Christmas, the grandmother pierced the ozone layer with her fried food while the grandfather dedicated himself to the roast by punctually burning the flue. The table was very long and was set in the largest room. Now the house is closed and only the dust is left. A for sale sign. Nobody wants that house. Is old. It needs to be refurbished. Costs too much. Fuck do you know what the grandparents' house is worth. Grandparents' house has no value. And so the years go by. There are no more presents to unwrap.
Omelettes to eat. Vegetables to clean. When the grandparents' house closes, we find ourselves adults without understanding when we stopped being children. Of course, for our grandparents we will always be small and helpless. Always. Grandparents always had coffee ready. The pasta. The wine. The candies.. Then it's all over. There are no more songs. Homemade pasta is no longer made..... You left too soon damn it. I wanted to make the sauce one more time. The myrtle. The chatter. And the laurel liqueur. I still wanted to stack wood with you grandpa, actually thanks for teaching me. And thanks for the teachings about life. And about the countryside. And about gardening. Now when I pass I look at that house and I always get used to parking. And to knock down the bell. And to hear the grandmother shouting that pig Judas are not those ways. Sorry grandma. I won't ring the bell again. At the latest when I think of you again, like now, I'll sing a song. Grandpa's favorite. Such a big love.
- Antonio Cotardo
Dolce ☕ Pomeriggio🌹
167 notes · View notes
scogito · 1 year ago
Text
MANIPOLATORI NASCOSTI
Una persona che chiede il tuo aiuto, ma quando esprimi cosa pensi ribatte, obietta, devia e cavilla con il principale scopo di dimostrare che il suo punto di vista è corretto, può essere molto spesso una manipolatrice.
Attenzione, non sto parlando di un legittimo o acceso scambio di pareri. Mi riferisco a chi fa la parte di colui che è aperto all’ascolto, ma non ascolta niente. Lo riconosci perché l’unica cosa che fa non è rispondere su quanto gli dici e che peraltro ha chiesto, né replica all'argomento che porti, ma apre un’oratoria di stile su come dovrebbe essere la vita e le persone, mettendo sul tavolo nuove variabili e sempre altre opzioni, pur di creare casino al tuo discorso originario.
Non parla quasi mai in modo sintetico o diretto, proprio perché è cronicamente falso. Se non sa come obiettare si difende con “non lo so”, sgravandosi di responsabilità e sostenendo a convenienza che se sta chiedendo a te è perché ammette la sua ignoranza.
Quando lo cogli in flagrante e rendi palese il comportamento coi paraocchi che ha, ti parla sopra perché se la prende che lo interrompi e non ti permette di evidenziare ciò che ha appena fatto. Torna in un secondo momento sullo stesso argomento sfalsando la cronologia delle risposte per costringerti nella posizione di errore.
Presta attenzione a questo atteggiamento, perché torna all'origine della domanda che ti ha fatto o del tuo discorso originario tutte le volte che lo incastri. Con questa modalità cancella e riavvia sistematicamente la sua posizione.
Questa categoria è tra le più infime e subdole da riconoscere, perché abilissima nel girare le frittate, confondere i discorsi che fai e rimpastarli dandogli un altro significato.
In tal senso è capace di mandarti allo sfinimento e se ti incazzi perché non si dimostra interessato a capire ciò che gli dici, ribatte che lui è calmo e quello con cui non si può parlare sei tu.
Spesso ha un’idea di sé meravigliosa e parla della vita degli altri evitando di mettere in gioco la sua. Se gli si fa notare tutto questo afferma che invece di argomentare accusi, giudichi o aggredisci.
Il suo è un tossico gioco di specchi dove ogni cosa viene distorta.
Fa paragoni su tutto, persino sui problemi che ha e che rispetto agli altri sono sempre superiori.
Finge umiltà, soprattutto intellettiva.
Di solito è convinto di “amare” più degli altri e di ricevere picche, gestendo il ruolo della vittima e mostrandosi come un bimbo indifeso e buono.
Per mia esperienza, se hai provato oltre le tre volte a porre un ragionamento sul suo operato e ti ha demolito la psiche, è probabile che sia anche un inetto di Spirito.
Uno che è davvero difficile che in questa vita si accorga di sé stesso e porti qualche forma di coscienza.
Queste "persone" non evolvono. Non vogliono e non ne sono capaci perché ignorano completamente chi sono. Ritenendosi perfette non vogliono nemmeno capirlo.
Sono parole forti, ma se le dico è perché l’ho vvissuto e analizzato.
78 notes · View notes
raffaeleitlodeo · 6 months ago
Text
Trovo fantastica la capacità di Giorgia Meloni di rigirare le frittate, ma la guerra civile non la sta sollevando l'opposizione alla legge sull'autonomia differenziata, bensì la legge sull'autonomia differenziata ipsa. Una legge che demolisce l'idea stessa della cittadinanza uguale per tutti/e è fatta apposta per stimolare guerra civile, ad alta o a bassa intensità. Ida Dominijanni, Facebook
8 notes · View notes
animatormentata · 8 months ago
Text
Mado sono diventata la regina delle frittate
8 notes · View notes
riflessiva · 8 months ago
Text
Quando si chiude la casa dei nonni
Tumblr media
“Uno dei momenti più tristi della nostra vita è quando la porta della casa dei nonni si chiude per sempre. Una volta chiusa quella porta non ci saranno più i pomeriggi felici con zii, cugini, nipoti, genitori fratelli e sorelle.
Ve lo ricordate? Non era necessario andare al ristorante la domenica. Si andava a casa dei nonni. A Natale la nonna bucava l’ozono con le sue fritture mentre il nonno si dedicava all’arrosto facendo puntualmente bruciare la canna fumaria. La tavola era lunghissima e veniva apparecchiata nella stanza più grande.
Adesso la casa è chiusa ed è rimasta soltanto la polvere. Un cartello vendesi. Nessuno la vuole quella casa. È vecchia. Va ristrutturata. Costa troppo. Cazzo ne sapete di quanto vale la casa dei nonni.
La casa dei nonni non ha un valore. E così passano gli anni. Non ci sono più regali da scartare. Frittate da mangiare. Verdure da pulire. Quando la casa dei nonni si chiude ci ritroviamo adulti senza capire quando abbiamo smesso di essere bambini.
Certo per i nonni saremo sempre piccoli e indifesi. Sempre. I nonni avevano sempre il caffè pronto. La pasta. Il vino. Le caramelle.
Poi finisce tutto. Non ci sono più le canzoni. Non si fa più la pasta fatta in casa. La nonna non friggerà più le patatine e io non potrò più rubarle di nascosto dal forno. Siete andati via troppo presto porca miseria. Io volevo fare la salsa ancora una volta. Il mirto. Le chiacchiere. E il liquore all’alloro. Io volevo ancora accatastare la legna con te nonno, anzi grazie per avermelo insegnato.
E grazie per gli insegnamenti sulla vita. E sulla campagna. E sul giardinaggio. Ora quando passo guardo quella casa e mi viene sempre l’abitudine di parcheggiare.
E di buttare giù il campanello. E di sentire la nonna gridare che porco giuda non sono modi quelli.
Scusa nonna. Non suonerò più il campanello. Al massimo quando mi capiterà di pensarvi di nuovo, come ora, canterò una canzone. Quella preferita dal nonno. Un amore così grande.”
4 notes · View notes
giardinoweb · 1 year ago
Text
Il Ciauscolo Marchigiano
Tumblr media
Storia, Tradizione e Gusto Unico Nel cuore delle affascinanti terre marchigiane, un salume tradizionale ha resistito al passare del tempo, portando con sé una storia ricca di tradizione e autenticità. Il Ciauscolo, oggi protetto dall'Indicazione Geografica Protetta (IGP), rappresenta un patrimonio gastronomico legato alle esigenze pragmatiche dei contadini e all'arte di utilizzare ogni parte del maiale. In questo articolo, esploreremo la storia e le caratteristiche di questo salume unico e scopriremo come gustarlo al meglio. L'Origine del Ciauscolo Il nome "Ciauscolo" deriva da "cibusculum," che significa "piccolo pasto" o "spuntino". Era una sorta di barretta energetica ante litteram, creata per sostenere i lavoratori nei campi tra un pasto e l'altro. Questo salume tradizionale è originario dell'entroterra marchigiano, Ascoli Piceno, Fermo, Ancona e Macerata, e nei Monti Sibillini. La sua storia è intrisa di pragmatismo contadino e ingegnosità culinaria. Caratteristiche del Ciauscolo Il Ciauscolo si distingue per la sua morbidezza unica, che lo rende spalmabile, ideale per il pane. Secondo il disciplinare IGP, può variare in peso dai 400 g fino ai 2,5 kg, con un diametro compreso tra i 4,5 e i 10 cm e una lunghezza tra i 15 e i 45 cm. Le razze di suini pesanti italiane che possono essere utilizzate per la sua preparazione sono specifiche, così come la percentuale massima di grasso ammessa. Tuttavia, alcuni piccoli produttori preferiscono seguire la tradizione utilizzando razze locali più piccole, ottenendo così un prodotto più grasso e fedele alla sua storia. Ingredienti e Produzione Il segreto del Ciauscolo risiede nella sua ricetta tradizionale. Si prepara con una percentuale significativa di grasso, solitamente attorno al 40%, che conferisce la sua consistenza cremosa e spalmabile. Viene macinato due o tre volte per ottenere una consistenza fine e omogenea, utilizzando carne di spalla di maiale, rifilature di coscia, lardo e pancetta. Il tutto viene sapientemente insaporito con sale, pepe nero macinato, aglio pestato e vino, prima di essere insaccato in budello naturale. La breve stagionatura (da 15 giorni a 2-3 mesi) mantiene la sua morbidezza e spalmabilità sul pane, mentre la macinatura fine garantisce un livello di umidità costante durante la stagionatura. Il risultato è un gusto sapido, leggermente speziato, mai acido e tendenzialmente dolce. L'Arte dell'Abbinamento Per apprezzare appieno il Ciauscolo, è importante saperlo abbinare. Data la sua origine geografica, un Rosso Piceno DOC o una Lacrima di Morro d'Alba sono scelte eccellenti. Se preferiti i vini bianchi, un Verdicchio di Jesi o di Matelica sarà un compagno ideale. Tuttavia, vale la pena di sperimentare un accostamento insolito con la Vernaccia di Serrapetrona secca, un vino spumante rosso che offre un profumo vinoso unico e un gusto piacevolmente amarognolo. Conservazione e Consumo Una volta acquistato, il Ciauscolo deve essere conservato con cura per mantenere la sua spalmabilità. Dopo l'apertura, riponetelo nella parte bassa del frigorifero avvolto in un panno di cotone pulito. Prima di gustarlo, riportalo a temperatura ambiente. Il Ciauscolo è ideale da gustare da solo, spalmato su pane leggermente tostato, come uno spuntino semplice e gustoso. Ma è anche un ingrediente versatile che può arricchire una salsa per la pasta, un ragù, un risotto o diventare l'elemento distintivo di crocchette, frittate e torte salate. Il Ciauscolo marchigiano è molto più di un semplice salume; è un pezzo di storia culinaria che continua a deliziare i palati con la sua morbidezza, spalmabilità e sapore unico. Questo tesoro gastronomico, protetto dall'IGP, rappresenta un connubio di tradizione e innovazione culinaria che vale la pena di scoprire e apprezzare. La prossima volta che vi troverete nelle affascinanti terre marchigiane, assicuratevi di assaporare questo prelibato dono culinario e scoprire il suo affascinante mondo di gusto. Read the full article
6 notes · View notes
davidwhornii-blog · 5 months ago
Text
Tumblr media
Frittata with Bacon, Spinach, Tomato and Swiss Cheese
Make it today for dinner tonight and have leftovers for breakfast and lunch tomorrow! This is the easiest, tastiest Frittata recipe ever. It’s made with plenty of eggs, rich bacon, vibrant brightly flavored tomatoes, fresh spinach and creamy Swiss cheese. What more could you want for breakfast, lunch or dinner?
For this recipe, please go to:
https://creativeelegancecatering.blogspot.com/.../frittat...
For hundreds of delicious recipes and mouthwatering food images, please go to:
0 notes
der-saisonkoch · 1 year ago
Link
0 notes
blackrosesnymph · 1 year ago
Note
Come lavoro ti rigiri le frittate?
Sì ho la laurea per farlo
0 notes
khanekimasti · 1 year ago
Text
Tumblr media
vegetable and egg Frittat. It’s versatile, easy to make, and a savory delight.
0 notes
scogito · 1 year ago
Text
In un mondo normale una persona che su qualche argomento risponde di non sapere qualcosa, denota un livello medio alto di coscienza, perché rettamente sostiene la verità.
Nel Sistema corrotto in cui ci troviamo, una persona che gira le frittate per evitare di ammettere di non sapere, viene considerata astuta e in gamba.
Il bambino furbo fa sorridere gli ottusi a loro volta cresciuti con falso ego e che non si rendono conto della forma "adulta" che prenderà. Il bambino che dice la verità viene punito o addirittura ridicolizzato.
È dai tempi dei trisavoli che si nutrono stronzi e si annientano coscienze.
Ecco la società attuale.
84 notes · View notes
monicadeola · 1 year ago
Text
[...] solo se siete abbastanza adulti da essere consapevoli che la comunicazione è l’arte di rigirare frittate [...]
– Guia Soncini
0 notes
cara--vita · 1 year ago
Text
Il bisogno spasmodico di organizzare cose, di avere novità, di girare, viaggiare, FARE. Non perdere tempo. Essere qualcun altro oltre le quattro mura del lavoro. Diventate grandi ma bravi a non invecchiare. Quei 20 anni che non tornano indietro e la sola voglia di fermare il tempo lì. Nel limbo eterno dell’università. Quando non dovevi scegliere nient’altro che la facoltà e il pub in cui passare il sabato sera. Quella spensieratezza lì mi mancherà per sempre, perché l’ho vissuta tutta fino alla fine ed è terminata. Si è trasformata in progetti grandi da realizzare. La casa, la famiglia, tenerti il lavoro. Un’ansia del tempo immane perché siamo nati con la pressione del dover dimostrare. Far vedere. Dire agli altri dove siamo adesso. In tutti i sensi possibili, in che punto della nostra vita siamo, se abbiamo già fatto figli o se siamo entrati un’azienda. E in che punto del mondo siamo adesso: new york, roma, al mare, in montagna, a casa, o peggio a casa dei tuoi. Ci sentivamo la vita nelle mani e mai potró scordare quella sensazione. Appagamento, felicità, emozione, voglia di fare. Le serate migliori peró io me le ricordo a un tavolo o su un divano a parlare, bere e fumare. Prima del caos. O dopo. Quando la città si addormentava o si risvegliava. Mi ricordo anche le albe senza luce e quelle col sole che rifletteva sul mare. Ricordo frittate cucinate alle 6.30 del mattino, prima di dormire. La notte scambiata per il giorno. Il giorno per la notte. Il pranzo alle 17 del pomeriggio. Il rumore del vetro che si infrange nel bidone quando abbiamo deciso di mettere a posto casa prima che arrivasse la padrona e buttare via tutte le bottiglie che avevamo collezionato nelle nostre serate memorabili. O anche quelle molto meno memorabili. Le volte che ho fatto le valige. I treni, i pullman, gli aerei, le camminate lunghissime. I lidi. Le liste per entrare. Le birre nascoste per non pagare 10€ il cocktaik. Le case che ho cambiato. La ventata di novità e speranza ogni volta che entravo in una. Le persone con cui sono cresciuta, a cui mi sono legata. Chi ho perso per strada. Tutto ció che ho trovato.
0 notes