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#filosofia del valore
fitnessitaliano · 10 months
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Seth Klarman - La Mentalità del Value Investor
Seth Klarman è uno dei più famosi e rispettati investitori al mondo, fondatore e presidente del Baupost Group, un hedge fund con sede a Boston che gestisce circa 30 miliardi di dollari di asset. Klarman è noto per seguire la filosofia di investimento di Benjamin Graham e David Dodd, gli autori del celebre libro Security Analysis, considerato la bibbia del value investing. Il value investing è…
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zabahronz · 5 months
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Non mettere le mani in tasca
Gli studi universitari mi hanno portata lontana da questo blog, ma dopo i recenti avvenimenti non posso restare zitta. Lo scrittore Antonio Scurati sarebbe stato ospite della trasmissione di Serena Bortone, CheSarà, e avrebbe letto un monologo sul 25 Aprile e sul delitto Matteotti. Il tutto è stato bloccato all'ultimo dal nostro Governo, giustificandosi prima con una motivazione di natura economica e in seguito con un per "questioni editoriali". La Bortone ha di conseguenza deciso di leggere il suddetto discorso in diretta, procurandosi una diffida e la chiusura del programma.
Dopo aver appreso la vicenda, sarà perché ormai sono sommersa dallo studio o per una semplice associazione mentale, mi vengono in mente le parole di un filosofo austriaco, Karl Popper, sulla questione della democrazia e della libertà di parola.
Non voglio farvi una lezione di filosofia politica in questo post, vi basti solo sapere che secondo Popper esistono due tipi di società, una aperta e una chiusa. La società chiusa è governata da dogmi indiscutibili che portano alla piena sottomissione gli individui, mentre la società aperta ammette l'esistenza del dialogo e della libera discussione critica. Nella società aperta la libertà di pensiero è un valore radicale, perché senza di essa la nostra democrazia non potrebbe essere in grado di evolversi ed adattarsi alle nostre esigenze. E allora io mi chiedo, non siamo forse una società aperta? o forse lo eravamo, o forse ci siamo illusi di esserlo. Ora più che mai ho l'impressione che non possiamo considerarci tale.
Presidente, io comprendo quanto per Lei sia necessario il consenso delle masse, quanto possa essere potente l'uso dei mass media per poterlo ottenere. Non è la prima che utilizzerà questo mezzo per i suoi scopi e sono certa che non sarà l'ultima. Ma le voglio solo dire questo: la censura non è mai la risposta. Ciò che ha commesso è un fatto gravissimo che conferma il suo valore come personaggio politico e soprattutto il suo valore umano.
Mi rifiuto categoricamente di sentirmi rappresentata da Lei.
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crazy-so-na-sega · 7 months
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Che il "conosci te stesso" abbia assunto valore proverbiale è attestato da Teofrasto nell'opera "Sui proverbi".
Camaleone nell'opera "Sugli Dei", la attribuisce a Talete
i più assumono invece che questo detto sia di Chilone.
Ermippo a sua volta, nel I libro "Su Aristotele", dice che a pronunciarlo sia stato Labi, un eunuco di Delfi che era ministro del tempio.
Clearco, nei libri Sui proverbi asserisce che si tratti di un ammonimento di Apollo Pizio, trasmesso ccome un responso oracolare a Chilone.
Aristotele, invece, nei libri "Sulla filosofia", lo ascrive alla Pizia: già prima di Chilone, infatti, stava scritto sul tempio eretto a Delfi dopo il cosiddetto alato e dopo quello di bronzo.
Antistene, nelle sue "Successioni di filosofi", dice che il "Conosci te stesso" è di Femonoe (la prima Pizia) e che Chilone se ne sia appropriato.
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più o meno come i nostri...:-)
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maurosempre · 9 months
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Kintsugi la filosofia giapponese come...
"Il Kintsugi non è solo una tecnica di restauro, ma ha un forte valore simbolico. Rappresenta la metafora delle fratture, delle crisi e dei cambiamenti che l’individuo può trovarsi ad affrontare durante la vita.
L’idea alla base è che dall’imperfezione e da una ferita possa nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica e interiore. La particolarità di questa pratica risiede nel fatto che il vaso non viene riparato nascondendo le crepe, ma anzi queste vengono sottolineate attraverso l’oro."
Le ferite del corpo e dell'anima sono curabili e sono guaribili se le viviamo con l'avere fiducia in questo oro, che è balsamo e consapevolezza della forza interiore che ognuno di noi ha.
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angelap3 · 5 months
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LA REGOLA DEL TRE
"Coltiva tre cose: la bontà, la saggezza e l’amicizia.
Cerca tre cose: la verità, la filosofia e la comprensione.
Ama tre cose: le buone maniere, il valore ed il servizio.
Governa tre cose: il carattere, la lingua e la condotta.
Apprezza tre cose: la cordialità, l’allegria e la decenza.
Difendi tre cose: l’onore, gli amici e i deboli.
Ammira tre cose: il talento, la dignità e la grazia.
Escludi tre cose: l’ignoranza, l’offesa e l’invidia.
Combatti tre cose: la bugia, l’odio e la calunnia.
Conserva tre cose: la salute, il prestigio e il buon umore."
Jiddu Krishnamurti
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falcemartello · 1 year
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Wow! (Considerazioni multitasking.)
- di Nestor Halak
Gli americani sono riusciti a vendere il genocidio degli indiani per l’epopea del buon vecchio West, il bombardamento atomico di civili per un atto umanitario, l’occupazione militare dell’Italia per la “liberazione” dell’Italia, la mafia di New York per una storia di eroi romantici. Nulla di tutto ciò discredita mai il sistema nel suo complesso, che rimane infinitamente buono e giusto, protetto com’è dai sacri principi della “costituzione”, il problema è solo che alcuni essere umani nascono intrinsecamente cattivi e vanno eliminati. Tutta qui la filosofia di Hollywood. Se qualcosa di vagamente simile succede in qualsiasi altra nazione (eccezion fatta per i fratelli Anglo), la descrizione che ne fa Hollywood muta immediatamente nella condanna senza appello del sistema di potere di quello stato, del suo sistema sociale e persino della popolazione arretrata e, tra noi possiamo dircelo, anche razzialmente  inferiore. Sono persino riusciti ad imporre in tutto il mondo una bevanda fatta d’acqua zuccherata colorata col caramello, un poco come hanno fatto i francesi col vino. Solo che i francesi si sono inventati qualità metafisiche vendendo a prezzi astronomici qualcosa di molto comune che nessuno sa veramente distinguere, mentre gli americani  hanno incartato con un sogno un prodotto di nessun valore. Negli Stati Uniti può essere tranquillamente assassinato il presidente, poco dopo il capo dell’opposizione, un paio di leader dei movimenti per la liberazione dei negri, ma la colpa non sarà mai del sistema marcio e corrotto come avverrebbe se gli stessi fatti accadessero in qualsiasi altro posto al mondo, ma sempre per la follia criminale di un singolo, cattivo per nascita, sfuggito al sistema e al controllo delle anche troppo bonarie forze dell’ordine.  Ogni volta si ripete lo stesso cliché ed ogni volta chiunque solleva dubbi è etichettato come complottista. Immaginatevi se in Cina qualcuno uccidesse Xi e due giorni dopo l’assassino venisse a sua volta ucciso in diretta televisiva mentre è nelle mani della polizia. Se i cinesi sostenessero che sia il primo che il secondo assassino sono solo dei pazzi criminali che hanno agito da soli, senza complici e per motivazioni personali qualche giornale main stream ci crederebbe o fingerebbe di crederci anche solo per un secondo?  O le “teorie del complotto” non sarebbero tali ma diventerebbero la verità sacrosanta al di la delle “menzogne del regime tirannico e corrotto”? [...] Siamo rimasti solo noi, pochi increduli, che oramai l’inganno lo fiutano quasi per istinto, automaticamente, senza nemmeno  pensarci, così come si guida una macchina. I più si bevono le allerta colorate  con gli occhi incollati agli schermi ed esclamano "uao"!
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susieporta · 3 months
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Grandi parole di Albert Einstein:
"Non sono arrivato a capire le leggi fondamentali dell'universo attraverso la mia mente razionale. ”
"Per quanto riguarda il caso, ci siamo sbagliati completamente. Ciò che chiamiamo materia è energia, le cui vibrazioni sono talmente basse che si nota ai sensi. La materia è ridotta alla visibilità della mente. Non importa. ”
"Il tempo e lo spazio non sono condizioni in cui viviamo, ma condizioni in cui pensiamo.
I concetti fisici sono creazioni libere della mente umana e non sono, comunque possa sembrare, determinati dal mondo esterno. "
"Il tempo non esiste - l'abbiamo inventato noi. Il tempo è quello che dice l'orologio. La differenza tra passato, presente e futuro è solo una testarda illusione. ”
"Penso 99 volte e non trovo niente. Smetto di pensare, nuoto in silenzio, e la verità mi viene in mente. "
"L'intellettuale ha poco da fare sulla via della scoperta. C'è un salto di coscienza, chiamala intuizione o come ti pare, la soluzione ti arriva e non sai come e perché. ”
"Una persona sperimenta se stessa, i suoi pensieri e sentimenti come qualcosa di separato dal resto, una sorta di movimento di consapevolezza ottica. Questa illusione è per noi una sorta di prigione, che ci limita ai nostri desideri personali e all'affetto per poche persone a noi più care. Il nostro compito deve essere liberarci da questa prigione allargando il nostro cerchio di compassione per abbracciare tutti gli esseri viventi e tutta la natura nella sua bellezza. "
"La nostra separazione l'una dall'altra è un'illusione ottica. "
"Quando qualcosa vibra, tutti gli elettroni dell'universo risuonano con esso. Tutto è collegato. La più grande tragedia dell'esistenza umana è l'illusione della separazione. ”
"La realtà è solo un'illusione, anche se molto persistente. ”
"Siamo anime vestite di abiti biochimici sacri e i nostri corpi sono gli strumenti con cui le nostre anime suonano la loro musica. ”
"Come percepisci la vita di alcune delle persone più influenti che abbiano mai camminato tra noi, scoprirai un filo che le attraversa tutte. Si adattano prima con la loro natura spirituale e prima dopo con il loro io fisico. ”
"Il vero valore di una persona si trova nella misura in cui ha raggiunto la liberazione da se stesso. ”
"Gli antenati sapevano qualcosa che sembra aver dimenticato. ”
"Più imparo sulla fisica, più sono attratto dalla metafisica. ”
"Ho imparato una cosa in una lunga vita: che tutta la nostra scienza, misurata dalla realtà, è primitiva e infantile. Ancora non conosciamo il millesimo dell'uno per cento di ciò che la natura ci ha rivelato. È abbastanza possibile che dietro la percezione della nostra mente si nascondano mondi di cui non siamo a conoscenza. ”
"Non sono ateo. Il problema è troppo grande per le nostre menti limitate. Siamo nella posizione di un bambino che entra in una grande biblioteca piena di libri in molte lingue. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto dei libri. ”
"L'idea generale che io sia ateo si basa su un grosso errore. " Chi interpreta le mie teorie scientifiche in questo modo non le ha comprese. "
"Ogni cosa è determinata, ogni inizio e fine, da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo. È determinato per l'insetto e per la stella. Persone, verdure o polvere cosmica, tutti danziamo su una melodia mistica, accordata in lontananza da un pipone invisibile. "
"La religione del futuro sarà una religione cosmica. Andrà oltre un Dio personale ed eviterà dogmi e teologia. ”
"L'energia non può essere creata o distrutta, può solo essere trasformata da una forma all'altra. ”
"Tutto è energia e questo è tutto quello che c'è. Regola la frequenza della realtà che vuoi e non puoi che riceverla. Non può essere altrimenti. Questa non è una filosofia. Questa è fisica. ”
"Sono felice perché non voglio niente da nessuno. Non mi importa dei soldi. Decorazioni, titoli o premi non significano nulla per me. Non voglio elogi. Non mi prendo il merito di niente. Un uomo felice è troppo soddisfatto del presente per preoccuparsi troppo del futuro. "
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aitan · 1 year
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Nel 1956 il filosofo ebreo tedesco Günther Anders, marito di Hannah Arendt, pubblicò questo brano sul condizionamento e sulla anestetizzazione delle masse che sembra gettare una luce sul presente.
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“Per soffocare in anticipo ogni rivolta, non bisogna essere violenti. I metodi del genere di Hitler sono superati. Basta creare un condizionamento collettivo così potente che l’idea stessa di rivolta non verrà nemmeno più alla mente degli uomini.
L’ ideale sarebbe quello di formattare gli individui fin dalla nascita limitando le loro abilità biologiche innate.
In secondo luogo, si continuerebbe il condizionamento riducendo drasticamente l’istruzione, per riportarla ad una forma di inserimento professionale. Un individuo ignorante ha solo un orizzonte di pensiero limitato e più il suo pensiero è limitato a preoccupazioni mediocri, meno può rivoltarsi.
Bisogna fare in modo che l’accesso al sapere diventi sempre più difficile e elitario. Il divario tra il popolo e la scienza, che l’informazione destinata al grande pubblico sia anestetizzata da qualsiasi contenuto sovversivo.
Niente filosofia. Anche in questo caso bisogna usare la persuasione e non la violenza diretta: si diffonderanno massicciamente, attraverso la televisione, divertimenti che adulano sempre l’emotività o l’istintivo. Affronteremo gli spiriti con ciò che è futile e giocoso. È buono, in chiacchiere e musica incessante, impedire allo spirito di pensare.
Metteremo la sessualità al primo posto degli interessi umani. Come tranquillante sociale, non c’è niente di meglio.
In generale si farà in modo di bandire la serietà dell’esistenza, di ridicolizzare tutto ciò che ha un valore elevato, di mantenere una costante apologia della leggerezza; in modo che l’euforia della pubblicità diventi lo standard della felicità umana. E il modello della libertà.
Il condizionamento produrrà così da sé tale integrazione, l’unica paura, che dovrà essere mantenuta, sarà quella di essere esclusi dal sistema e quindi di non poter più accedere alle condizioni necessarie alla felicità.
L’ uomo di massa, così prodotto, deve essere trattato come quello che è: un vitello, e deve essere monitorato come deve essere un gregge. Tutto ciò che permette di far addormentare la sua lucidità è un bene sociale, tutto ciò che metterebbe a repentaglio il suo risveglio deve essere ridicolizzato, soffocato, combattuto.
Ogni dottrina che mette in discussione il sistema deve prima essere designata come sovversiva e terrorista e coloro che la sostengono dovranno poi essere trattati come tali”.
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Da
Günther Anders, “L’uomo è antiquato” (Germania 1956, in Italia 1963). Un testo più volte citato e saccheggiato da Umberto Galimberti che ha anche un seguito in un secondo volume pubblicato in Germania nel 1980 e in Italia 12 anni dopo.
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SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti  
IL DESIDERIO DI ULISSE 
Perchè Ulisse all'Inferno? L'esegesi letteraria e la filosofia s'interrogano da tempo immemore sulla scelta di Dante, che colloca l'eroe omerico tra i consiglieri fraudolenti dell'VIII Bolgia. Ulisse, colui che nel racconto dell'ultimo "folle volo", pronuncia un inno all'uomo dal valore e consistenza monumentali. Eppure, l'implacabile "cupiditas sciendi" condanna l'uomo indifferente alla contemplazione di un traguardo atteso. Il desiderio perenne, che è "privazione", sorge e si rinnova, senza trovare completezza. Fame insaziabile. Non è anabasi, ascesa. È corsa frenetica che avanza solo in un moto orizzontale. Fino all'estremo mondo, "infin che ’l mar fu sovra noi richiuso".
"O frati", dissi "che per cento milia perigli siete giunti a l'occidente, a questa tanto picciola vigilia  d'i nostri sensi ch'e' del rimanente non vogliate negar l'esperďenza, di retro al sol, del mondo sanza gente.  Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza". 
- Frammento dal Canto XXVI - Inferno - Dante Alighieri 
- William Turner (1775-1851) "Nave di schiavi", 1840, Boston, Museum of Fine Arts
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gregor-samsung · 2 years
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“ «Vi era una donna allora in Alessandria — narra la Storia ecclesiastica del contemporaneo Socrate [Scolastico], avvocato alla corte costantinopolitana — il cui nome era Ipazia. Costei era figlia di Teone, filosofo in Alessandria, ed era giunta a un tale culmine di sapienza da superare di gran lunga tutti i filosofi della sua cerchia, ricevere in eredità (diadochè) l'insegnamento della scuola platonica derivante da Plotino, esporre a un libero uditorio tutte le discipline filosofiche [...]. Da ogni parte accorrevano a lei quanti volevano filosofare.» Ipazia «aveva raggiunto un tale vertice d'efficacia nell'insegnamento, ed era così giusta e saggia e così straordinariamente bella e attraente» che gli allievi s'invaghivano di lei, si legge in Suida, il lessico bizantino del X secolo, nel lungo articolo intitolato Ipazia, o della faziosità degli Alessandrini. Le notizie di Suida derivano da due narrazioni, oggi perdute, del tempo di Giustiniano: quella, vera o presunta, di Esichio di Mileto e la Vita di Isidoro, ultimo sacerdote del tempio di Serapide, composta dall'ultimo scolarca dell'Accademia di Atene, il neoplatonico Damascio; di questa ci restano assai scarni frammenti. È presumibile sia la prima a dichiarare che Ipazia, «essendo per natura più dotata del padre, non si fermò agli insegnamenti tecnico-matematici praticati da lui ma si diede alla filosofia vera e propria, e con valore: pur essendo donna ella indossava il tribon [il mantello dei predicatori cinici] e andava per le vie del centro della città a spiegare pubblicamente a chiunque volesse ascoltarla Platone, Aristotele o qualcun altro dei filosofi.» “
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Brano tratto da Ipazia, l’intellettuale, saggio di Silvia Ronchey raccolto in:
AA. VV., Roma al femminile, a cura di Augusto Fraschetti, Laterza (collana Storia e Società), 1994¹; pp. 214-15.
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situazionespinoza · 7 months
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La scorsa settimana una delle mie clienti, insegnante di Pilates bravissima sul tappetino ma con l'abilità comunicativa di una bavosa, mi ha detto che in call che le sarebbe piaciuto riallocare il budget per il mio lavoro di copywriter social e community manager nella scrittura di articoli per il suo blog.
Peccato che le sue scarse abilità di linguaggio, probabilmente sterminate dalla lettura di troppi libri di autoaiuto e poesie di Gio Evan, non le facciano capire che riallocare è un sinonimo di spostare e che spostare significa destinare a uno spazio nuovo qualcosa nella sua interezza.
Ecco, il risicato patrimonio lessicale della Maestra di Pilates voleva tradurre un effettivo dimezzamento del mio onorario. Quindi da €300 euro mensili prenderò la bellezza di €160.
E questo incide sul mio bilancio mensile, visto che a malapena riesco a superare la soglia della povertà assoluta quando metto insieme tutte le commissioni corrisposte dagli altri clienti.
Sto cercando di prenderla con filosofia, almeno per dare un senso esistenziale alla mia laurea, convincendomi che il tempo che risparmierò dalla gestione dei post di questa persona egoriferita e deficiente potrò riallocarlo nella creazione di un mio sito web, nell'arricchimento della pagina IG che ho creato per parlare di libri, nella formazione.
Ma nonostante i miei titoli da filosofa davvero non riesco a scendere a patti con questa cosa, nonostante non si tratti di un fallimento.
Perché non è un fallimento: io so scrivere e questa idiota funzionale se n'è accorta. Perché i miei testi hanno un senso, un'armonia di lettura, sono privi di ripetizioni e tautologie, intrattengono e informano occupando meno di 2200 caratteri - spazi inclusi.
La mia rabbia deriva dal discorso pretenzioso e supponente che questa persona mi ha propinato durante la famosa call. Un discorso fatto di questo è il mio lavoro, la gente mi deve pagare in risposta al mio consiglio di non chiedermi di inserire marchette del cazzo dentro degli articoli blog perché rovinano l'esperienza utente.
Non so, forse se avessi avuto una laurea alla IULM o al San Raffaele, forse se avessi fatto la gavetta con stage sottopagati sull'asse Roma-Milano potendo contare sulla borsetta di mammà, forse se avessi preso un Master con l'ennesima realtà chs propina corsi di formazione inutili a prezzi modici, ecco forse la Maestra di Pilates mi avrebbe dato ascolto e io mi sarei risparmiata la geremiade sul valore monetario dei suoi esercizi del cazzo.
Invece ho sgobbato 4 anni in un pub del cazzo per pagarmi gli studi e un letto, il cibo e la luce e il riscaldamento. Quindi posso solo vantare la mia laurea in Filosofia nel classico Ateneo dimenticato da Cristo nel Sud Italia.
E forse sarà un limite mio, ma a 27 anni l'idea di spendere soldi per un master mi fa salire il vomito.
Quindi il senso di fallimento non è dovuto a questa deficiente illitterata, ma alle scelte che non ho avuto la libertà di compiere.
Per questo, forse, in queste ultime settimane ho riaperto il cassetto del mio Piano Infallibile In Caso Di Fallimento Totale e Conto In Rosso.
In questo cassetto ci sono due blister di pillole sublinguali, circa 20 pasticche in tutto.
Quanto vorrei poter rivelare alla Maestra di Pilates che la persona che traduce in post i suoi deliri sulla consapevolezza e sul vivere il presente ha pronte 20 pillole per farla finita.
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m2024a · 8 months
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Seguici sul:https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/01/la-lezione-di-dolce-e-gabbana-sulla.html La lezione di Dolce e Gabbana sulla Ferragni: "Influencer? Noi..." Non si placa la bufera che si è abbattuta su Chiara Ferragni, e anche gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana sono intervenuti sullo scandalo che ha investito l'ex Blonde Salad, dando un giudizio molto duro sul mondo degli influencer. Il tracollo della Ferragni – se alla fine si parlerà veramente di tracollo – potrebbe trasformarsi in un pericoloso effetto domino per il mondo patinato dei tanti personaggi social che in questi anni hanno fatto una vera e propria fortuna sul web. Senza mai fare il nome di Chiara Ferragni, Dolce e Gabbana hanno spiegato molto pacatamente che quella degli influencer è una fama effimera, destinata a non durare, in quanto non fondata su basi solide. Presenti oggi alla sfilata di Milano – evento che quest'anno si è aperto proprio senza la presenza della Ferragni – i due celebri stilisti hanno affermato che "gli influencer in automatico vanno a cadere". Come ricordato da entrambi, inervistati poco prima dello show di D&G, non è mai stata loro prerogativa affidarsi troppo a queste figure. "Siamo stati gli unici a non lavorare con gli influencer, li abbiamo fatti sfilare ma non abbiamo mai pagato nessuno. Si commentano da soli e da tanto, non è una novità ora che è uscita questa 'bomba'", è stato il loro commento, riportato da Ansa. "Da un anno e mezzo abbiamo cambiato registro, siamo tornati a lavorare con maestri come Meisel e Klein e alcune modelle, a noi piace la moda, e chi più di loro può esprimere questo concetto? Il fotografo, come il giornalista, fa un mestiere per cui ha studiato, ha una cultura, si può avere un dialogo alla pari", hanno aggiunto. In poche parole, la filosofia di Domenico Dolce e Stefano Gabbana è quella di scegliere la professionalità e l'esperienza, lavorando con persone del settore formate e preparate. Qualcosa che, con l'era degli influencer, era stato forse messo un po' da parte. "Un influencer di 20 anni non ha colpa, ma non ha quella cultura, e, con tutto il rispetto, il suo è un lavoro diverso, oggi bisogna tornare alla qualità, che è anche amore, perché la carezza di un padre non ha il valore di un like", hanno aggiunto i due stilisti. Una lezione molto seria, quella impartita da Dolce e Gabbana, che hanno invitato tutti a tornare a dare valore ai settori e alle competenze. "In questi anni ci siamo tutti ubriacati con la comunicazione globale, oggi tutti parliamo di tutto, dalla medicina alla moda, dalla scienza alla cultura, ma per farlo bisogna aver studiato, altrimenti cosa esisterebbero a fare le università? Dobbiamo dar voce in tutti i settori, a chi ha competenze, è arrivato il momento in cui siamo tutti stanchi, dobbiamo trovare una soluzione per migliorare. Dicono che la bellezza salverà il mondo e noi ci crediamo", hanno concluso.
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valentina-lauricella · 9 months
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Un genere estromesso dalla cultura ufficiale: la letteratura sull'aldilà.
Tutti noi desideriamo capire la sostanza della realtà e il fine dell'esistenza. È consentito interrogarsi su questi argomenti (che per me sono l'Argomento) tramite la scienza e la filosofia. Ma nel momento in cui riceviamo una rivelazione da un'anima che ci ha preceduti nel viaggio e che parla dell'aldilà esattamente come un amico trasferitosi all'altro capo del mondo ci parlerebbe della sua nuova residenza, con tono quotidiano e pragmatico, pur con gli occhi che gli brillano e la voce rotta dalla gioia, come reagiamo?
È consentito ambientare delle opere letterarie nell'aldilà, specificando, però, che provengono dall'ingegno e dalla fantasia e che sono delle allegorie, come la Divina Commedia, e il loro messaggio sia utile e interpretabile anche in chiave strettamente terrena, per il suo valore umanitario laico e non religioso. Nel momento in cui dichiariamo che ciò che abbiamo scritto è assolutamente reale e ci crediamo, possiamo smettere di essere considerati degli autori di letteratura per essere relegati nel campo dei visionari o peggio dei mistificatori. Quindi, per quanto la nostra opera sia frutto di buona fede e utilissima all'umanità, nessuno avrà il coraggio di rendercene merito.
Perché? Perché il mondo vuole essere scettico. Le persone vogliono mantenere la propria libertà di pensiero, e questa è una grande conquista. Per questo hanno formulato dei potenti anticorpi verso le verità rivelate. Al momento attuale, neanche il più grande dispiegamento di forze spirituali può oltrepassare la barriera dell'incredulità umana. Con ciò non voglio dire che l'umanità non sia influenzabile o manipolabile. Lo è, ma da coloro che non si fanno portatori di verità trascendenti. L'umanità è schiava della Terra, proclamandosi libera. Ha fortemente delimitato il proprio raggio di esplorazione, scartando la ricerca personale nel campo spirituale a favore di risposte materialistiche collettive.
Questo scetticismo culturale collettivo è fortemente agente anche in me. Per questo, mentre leggo di splendide e logiche verità che risuonano come ricordi sepolti nell'anima, un'altra parte, martellandomi dice: "Tanto non è vero niente. È tutta paccottiglia di cattivo gusto. La letteratura, quella vera, ha come sostrato l'assunto che l'essere umano sia solo e non ci sia nulla di superiore oltre lui."
La Provvidenza non è stata più Dio, ma una barca che naufraga...
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tmm-11 · 2 years
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ETICA
ETIMOLOGIA:
Ethos: costumbre
ARISTOTELES: afirmaba que todo griego al vivir en las polis (comunidad) necesariamente segregan buenas costumbres.
DEFINICION: Disciplina filosófica que investiga los problemas entorno de la justificación del acto moral y moralidad.
Moral: Conjunto organizado de reglas, valores, deberes y normas que regulan la convivencia social.
NORMA MORAL: Principios que rigen la conducta individual y es asumida por si mismo (deber). La norma moral es una regla de conducta que se encuentra justificada por uno o varios valores morales. Por jemplo: Debes ayudar a los amigos se justifica por valores como la solidaridad.
Deber: Es la autoexigencia de lo bueno que el sujeto se impone asi mismo.
NORMA JURIDICA: Son principios o leyes que rigen la conducta legal de todo ciudadano, y establecida por el Estado.
MORALIDAD: es el conjunto de acciones morales, ya sean estas , buenas o malas el cual realiza una persona o conjunto de personas.
La acción moral: Son las acciones propiamente dicho sean buenas o malas y realizada por la PERSONA MORAL
PERSONA MORAL: Es toda aquella persona que es LIBRE y consciente de sus actos morales.
CONCIENCIA MORAL: Capacidad del individuo de discernir entre lo bueno y lo malo.
RESPONSABILIDAD MORAL: Capacidad para asumir las consecuencias de nuestros actos.
PERSONA AMORAL: persona que por condiciones especificas o especiales no puede asumir su propia moralidad. Estan sin la capacidad de ejercer su propia voluntad: Menores de edad, personas presas, enfermos mentales, viciosos, etc.
Federico Nietzsche afirmo que era un hombre amoral.
TEORIAS ETICAS:
*EUDOMONISMO: Felicidad
SOCRATES: El deber filosófico es hacer pensar, se denomino partero de ideas, La mayéutica, autoreflexion, razón problemas éticos.
Las personas tienden naturalmente a hacer el bien; por consiguiente, cuando realizan acciones malas, lo hacen por que no han logrado conocerse a si mismos, y por lo tanto han caido en la ignorancia.
PLATON: Conectarse con lo divino, conocimiento sensible e inteligible. El bien conforma el conjunto de esencias que la historia de la filosofia denomina Mundo de las ideas.
ARISTOTELES: 3 tipos de saber; ética, política, logos. Aristoteles considera que no existe tal mundo ideal concebido por su maestro platon. No basta con la simple comprehension del bien, sino que es fundamental mostrar que se es sabio mediante practicas mesuradas que reflejen el control de la razon sobre las pasiones.
*HEDONISMO: Placer
EPICURO DE SAMOS: Existen falsos placeres que conducen en realidad a displaceres por ser efimeros. Sostiene que debemois distinguir estos placeres de los verdaderos, aquellos que perduran y logran un estado de tranquilidad del alma (ataraxia) por ejemplo: la sabiduria que nos ayuda a combatir los 2 grandes temores del hombre: la muerte y a los dioses.
*ESTOICISMO: resignacion
ZENON DE CITIO: La felicidad se alcanza en tanto vivamos de acuerdo al orden racional que existe en el mundo. De esa forma se logra un estado de tranquilidad del alma y de apatia (indiferencia ante el dolor y el placer). en cambio, la infelicidad se muestra con el constante temor y angustia. Por todo ello a la etica estoica se le denomina etica de la resignacion. Aceptar y renunciar puesto que todo ya esta establecido.
*FORMALISMO:
IMMANUEL KANT: Dejar de lado toda condicion (como por ejemplo la busqueda de la felicidad) para la elaboracion de una moral universal. Kant considera que la moral es autonoma ya que, al no estar condicionada por alguna persona, se fundamenta en la libertad del individuo de cumplir con el deber. por ejemplo "debo ayudar a los dema spor que se que ayudar es bueno" imperativos categoricos: Los deberes se imponen por su propia fuerza y contenido
*INTUICIONISMO:
GEORGE MOORE: Sostiene que el bien es indefinible.
*UTILITARISMO: Jeremy Bentham
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itisanage · 9 months
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I miei auguri di Natale
[Karl Marx 1847, Miseria della filosofia, 209​ Cap.1, §1] «Venne infine un tempo in cui tutto ciò che gli uomini avevano considerato come inalienabile divenne oggetto di scambio, di traffico, e poteva essere alienato; il tempo in cui quelle stesse cose che fino allora erano state comunicate ma mai barattate, donate ma mai vendute, acquisite ma mai acquistate — virtú, amore, opinione, scienza, coscienza, ecc. — tutto divenne commercio. È il tempo della corruzione generale, della venalità universale, o, per parlare in termini di economia politica, il tempo in cui ogni realtà, morale e fisica, divenuta valore venale, viene portata al mercato per essere apprezzata al suo giusto valore».
Nell’epoca del “giusto valore”, nella quale ogni pur minuto aspetto della realtà possiede il suo “giusto” prezzo “chi siamo noi per giudicare” un nuovo valore senza prezzo? Attaccato al valore c’è sempre un giudizio, c’è sempre qualcuno che valuta, soppesa, misura, sagoma e ritaglia un pezzo di realtà per presentarla sul banco del macellaio di turno. Le guerre, da questo punto di vista, sono decise dal direttore del supermercato che ha tolto i vecchi prezzi e ha deprezzato gli articoli che vuole vendere sottocosto. Il guadagno lo realizzerà con nuovi articoli sugli scaffali. Esseri bianchicci, esangui, linfatici, per i quali il sangue e la passione non hanno più alcun senso e hanno smesso di scorrere, macchine celibi, sonnamboliche, senza ebrezza, che urlano e stridono a comando, agitandosi nel vuoto di cui sono fatti e in cui verranno dispersi. Nemmeno la cenere resterà di loro. Resterà di noi.
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chez-mimich · 10 months
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MEMORIE DI UN BARO
Ammetto una debolezza (una delle tante), ovvero che quando sul retro di copertina di un libro leggo “È stato in grado di incarnare un certo esprit tutto parigino …” allora metto da parte ogni indugio e acquisto seduta stante il libro, bello o brutto che sia poiché la mia anima parigina non è in grado di resistere a nessuna tentazione senza cedervi come avrebbe detto Oscar Wilde; ogni allusione, seppur vaga alla ville lumière o ai suoi abitanti è per me fatale. E così di tentazione in tentazione ho riempito la mia biblioteca di testi narrativi, poetici, lirici, saggistici di grande pregio, ma naturalmente anche di qualche colossale boiata. Non è stato così per questo delizioso volumetto, “Memorie di un baro” (Adelphi) di Alexandre Georges-Pierre Guitry detto “Sacha”, nato a San Pietroburgo nel 1885 e morto a Parigi nel 1957 (ora che ci penso solo un anno prima della mia nascita), russo di nascita ma francese d’adozione (quasi come me insomma). Si tratta di un romanzetto “dallo humor nero e nutrito di un sorridente cinismo” come ben lo definisce Edgardo Franzosini nella postfazione. In realtà, si tratta di una “illusione ottica” poiché Parigi occupa solo un capitolo del romanzo, mentre gli altri sono dedicati a Caen, Trouville, Angoulême e soprattutto Monte Carlo dove il protagonista, intraprende la sua carriera prima di croupier, poi di croupier-baro e infine quella di puro baro. Causa di questa poco brillante (per noi), ma divertentissima carriera è l’essere rimasto solo al mondo dopo che la numerosa famiglia viene sterminata a causa di un avvelenamento da funghi. In realtà il giovane uomo (Sacha stesso?) trova una occupazione come “groom” in un grande albergo di Trouville e poi all’Hotel Scribe della capitale francese. Proprio nelle vesti di “groom” verrà ritratto niente meno che da Caran d’Ache in uno stilizzatissimo e stilosissimo disegno riprodotto in una pagina del volumetto. “Barare significa intralciare i progetti del caso” scriverà l’autore per nulla pentito di essere stato un baro. Guitry fu anche autore di commedie, ne scrisse centoventiquattro, ma scrisse anche molto per giornali, riviste. Fu anche autore di cinema, regista e attore, quello che si può definire personaggio poliedrico. Insomma una lettura piacevole e con una sua singolarissima filosofia. Quando un critico francese disse di lui “Sacha Guitry crede di essere Molière”, Jean Cocteau sarcastico rispose “La cosa strana, caro mio, è che Molière credeva d’essere Sacha Guitry”. Paradosso a parte, la sua scrittura è lucida e ficcante, disincantata ma incantevole. Tornando però all’incipit di questo breve commento, scrive Guitry di Parigi: “Era proprio troppo grande, Parigi, troppo bella per me” e subito dopo: “Il fatto è che per potersi vantare di conoscere Parigi, bisogna farne parte (…) Perché essere parigini non è una questione di volontà né di fortuna. Tantomeno di valore. E’ un misto indefinibile di spirito, gusto, snobismo, balordaggine, spericolatezza e amoralità. Non devi neanche sapere di preciso perché ne fai parte, ti basta saper perché gli altri no…”
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