#filosofia del valore
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Un incontro al bar: il significato nascosto di un semplice gesto. Quando un caffè diventa un simbolo di gentilezza e connessione umana
Ieri, entrando nel solito bar per la mia pausa caffè quotidiana, mi è accaduto qualcosa di insolito. Al bancone c’era una persona a me sconosciuta, che stava sorseggiando un caffè.
Ieri, entrando nel solito bar per la mia pausa caffè quotidiana, mi è accaduto qualcosa di insolito. Al bancone c’era una persona a me sconosciuta, che stava sorseggiando un caffè. Appena mi sono avvicinato, mi ha guardato e, con un sorriso cordiale, mi ha detto: “Buongiorno, posso offrirle un caffè?”. Sorprendentemente, ho risposto quasi istintivamente: “Sì, grazie.” Un gesto semplice, eppure…
#relazioni umane#accettare la generosità#accettare la gentilezza#Alessandria today#altruismo#atti di cortesia#bar e incontri#condivisione di momenti#connessione umana#connessioni genuine#cortesia#dialogo spontaneo#educazione e rispetto#empatia#empatia nella società#esempi di empatia#filosofia del quotidiano.#gentilezza al bar#gentilezza spontanea#Google News#il valore del "sì"#il valore di un sorriso#incontri casuali#interazioni quotidiane#italianewsmedia.com#momenti di leggerezza#piccoli gesti#piccoli gesti che contano#Pier Carlo Lava#positività nelle interazioni
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Seth Klarman - La Mentalità del Value Investor
Seth Klarman è uno dei più famosi e rispettati investitori al mondo, fondatore e presidente del Baupost Group, un hedge fund con sede a Boston che gestisce circa 30 miliardi di dollari di asset. Klarman è noto per seguire la filosofia di investimento di Benjamin Graham e David Dodd, gli autori del celebre libro Security Analysis, considerato la bibbia del value investing. Il value investing è…
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Non mettere le mani in tasca
Gli studi universitari mi hanno portata lontana da questo blog, ma dopo i recenti avvenimenti non posso restare zitta. Lo scrittore Antonio Scurati sarebbe stato ospite della trasmissione di Serena Bortone, CheSarà, e avrebbe letto un monologo sul 25 Aprile e sul delitto Matteotti. Il tutto è stato bloccato all'ultimo dal nostro Governo, giustificandosi prima con una motivazione di natura economica e in seguito con un per "questioni editoriali". La Bortone ha di conseguenza deciso di leggere il suddetto discorso in diretta, procurandosi una diffida e la chiusura del programma.
Dopo aver appreso la vicenda, sarà perché ormai sono sommersa dallo studio o per una semplice associazione mentale, mi vengono in mente le parole di un filosofo austriaco, Karl Popper, sulla questione della democrazia e della libertà di parola.
Non voglio farvi una lezione di filosofia politica in questo post, vi basti solo sapere che secondo Popper esistono due tipi di società, una aperta e una chiusa. La società chiusa è governata da dogmi indiscutibili che portano alla piena sottomissione gli individui, mentre la società aperta ammette l'esistenza del dialogo e della libera discussione critica. Nella società aperta la libertà di pensiero è un valore radicale, perché senza di essa la nostra democrazia non potrebbe essere in grado di evolversi ed adattarsi alle nostre esigenze. E allora io mi chiedo, non siamo forse una società aperta? o forse lo eravamo, o forse ci siamo illusi di esserlo. Ora più che mai ho l'impressione che non possiamo considerarci tale.
Presidente, io comprendo quanto per Lei sia necessario il consenso delle masse, quanto possa essere potente l'uso dei mass media per poterlo ottenere. Non è la prima che utilizzerà questo mezzo per i suoi scopi e sono certa che non sarà l'ultima. Ma le voglio solo dire questo: la censura non è mai la risposta. Ciò che ha commesso è un fatto gravissimo che conferma il suo valore come personaggio politico e soprattutto il suo valore umano.
Mi rifiuto categoricamente di sentirmi rappresentata da Lei.
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Che il "conosci te stesso" abbia assunto valore proverbiale è attestato da Teofrasto nell'opera "Sui proverbi".
Camaleone nell'opera "Sugli Dei", la attribuisce a Talete
i più assumono invece che questo detto sia di Chilone.
Ermippo a sua volta, nel I libro "Su Aristotele", dice che a pronunciarlo sia stato Labi, un eunuco di Delfi che era ministro del tempio.
Clearco, nei libri Sui proverbi asserisce che si tratti di un ammonimento di Apollo Pizio, trasmesso ccome un responso oracolare a Chilone.
Aristotele, invece, nei libri "Sulla filosofia", lo ascrive alla Pizia: già prima di Chilone, infatti, stava scritto sul tempio eretto a Delfi dopo il cosiddetto alato e dopo quello di bronzo.
Antistene, nelle sue "Successioni di filosofi", dice che il "Conosci te stesso" è di Femonoe (la prima Pizia) e che Chilone se ne sia appropriato.
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più o meno come i nostri...:-)
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Kintsugi la filosofia giapponese come...
"Il Kintsugi non è solo una tecnica di restauro, ma ha un forte valore simbolico. Rappresenta la metafora delle fratture, delle crisi e dei cambiamenti che l’individuo può trovarsi ad affrontare durante la vita.
L’idea alla base è che dall’imperfezione e da una ferita possa nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica e interiore. La particolarità di questa pratica risiede nel fatto che il vaso non viene riparato nascondendo le crepe, ma anzi queste vengono sottolineate attraverso l’oro."
Le ferite del corpo e dell'anima sono curabili e sono guaribili se le viviamo con l'avere fiducia in questo oro, che è balsamo e consapevolezza della forza interiore che ognuno di noi ha.
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Il docente in questione si chiama Christian Raimo, insegna storia e filosofia in un liceo, si occupa di storia della scuola e di pratica pedagogica. È anche scrittore e giornalista, insomma è un intellettuale il cui lavoro e la cui passione è fare l’insegnante e rendere la scuola più democratica. In questa doppia veste, quella dell’intellettuale e quella del professore, ha criticato l’idea di scuola che propugna il ministro del governo Meloni. Non è il solo, considerato che le nuove linee per l’educazione civica proposte dal ministro sono state bocciate del Consiglio superiore della Pubblica istruzione, che ha sottolineato l’approccio squisitamente personalistico e produttivistico, in cui sparisce tra l’altro il valore della collettività e della responsabilità sociale indicata dalla stessa Costituzione come fondamentale.
Raimo si è visto raggiunto dall’istruttoria di un procedimento disciplinare che rischia di provocarne la sospensione dall’insegnamento senza stipendio, fino ad arrivare al licenziamento. La situazione ha dell’incredibile, visto e considerato che il docente ha semplicemente paragonato, con una citazione pop immediatamente comprensibile, le politiche del ministro Valditara alla “Morte Nera” che nel film-cult Star Wars l’alleanza ribelle colpisce mentre se ne sta ultimando la costruzione. Un modo popolare per dire che il punto debole del governo è proprio l’idea di scuola della destra.
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Tsudzuku … Tsu Dzu Ku …. HIRAGANA e significa appunto continua. La parola “Tsudzuku” (続く), che appare spesso alla fine degli episodi dei cartoni animati giapponesi, ha un significato semplice ma profondo: “continuare” o “proseguire”. Questa parola, composta dal kanji 続 (tsuzu), che rappresenta il concetto di continuità o collegamento, e く (ku), la forma grammaticale che ne completa la funzione verbale, incarna un’idea chiave nella filosofia giapponese: il fluire continuo della vita e delle esperienze.
Nei cartoni animati, “tsudzuku” segnala che la storia non è finita, ma proseguirà nel prossimo episodio, creando un senso di attesa e di legame con il futuro. La cultura giapponese attribuisce grande valore alla continuità, al fatto che ogni evento è connesso a ciò che lo precede e a ciò che lo segue. Questo principio si riflette non solo nelle narrazioni animate, ma anche nella vita quotidiana e nel pensiero filosofico giapponese. La pazienza, l’accettazione del cambiamento graduale e l’importanza del processo rispetto al risultato finale sono tutti concetti che ruotano attorno a questa nozione di continuità.
Anche a livello lessicale, “tsudzuku” si collega a molte altre parole giapponesi che enfatizzano il senso di durata e connessione. Per esempio, “tsuzukeru” (続ける) significa “continuare qualcosa attivamente”, mentre “tsuzuki” (続き) indica una “continuazione”, una parte successiva di una storia o di un discorso. Questo riflette il modo in cui la lingua giapponese è costruita per riconoscere e onorare il ciclo della vita, del lavoro e della narrazione.
“Tsudzuku” ci ricorda che ogni fine non è mai davvero una fine, ma solo una pausa nel cammino.
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LA REGOLA DEL TRE
"Coltiva tre cose: la bontà, la saggezza e l’amicizia.
Cerca tre cose: la verità, la filosofia e la comprensione.
Ama tre cose: le buone maniere, il valore ed il servizio.
Governa tre cose: il carattere, la lingua e la condotta.
Apprezza tre cose: la cordialità, l’allegria e la decenza.
Difendi tre cose: l’onore, gli amici e i deboli.
Ammira tre cose: il talento, la dignità e la grazia.
Escludi tre cose: l’ignoranza, l’offesa e l’invidia.
Combatti tre cose: la bugia, l’odio e la calunnia.
Conserva tre cose: la salute, il prestigio e il buon umore."
Jiddu Krishnamurti
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Wow! (Considerazioni multitasking.)
- di Nestor Halak
Gli americani sono riusciti a vendere il genocidio degli indiani per l’epopea del buon vecchio West, il bombardamento atomico di civili per un atto umanitario, l’occupazione militare dell’Italia per la “liberazione��� dell’Italia, la mafia di New York per una storia di eroi romantici. Nulla di tutto ciò discredita mai il sistema nel suo complesso, che rimane infinitamente buono e giusto, protetto com’è dai sacri principi della “costituzione”, il problema è solo che alcuni essere umani nascono intrinsecamente cattivi e vanno eliminati. Tutta qui la filosofia di Hollywood. Se qualcosa di vagamente simile succede in qualsiasi altra nazione (eccezion fatta per i fratelli Anglo), la descrizione che ne fa Hollywood muta immediatamente nella condanna senza appello del sistema di potere di quello stato, del suo sistema sociale e persino della popolazione arretrata e, tra noi possiamo dircelo, anche razzialmente inferiore. Sono persino riusciti ad imporre in tutto il mondo una bevanda fatta d’acqua zuccherata colorata col caramello, un poco come hanno fatto i francesi col vino. Solo che i francesi si sono inventati qualità metafisiche vendendo a prezzi astronomici qualcosa di molto comune che nessuno sa veramente distinguere, mentre gli americani hanno incartato con un sogno un prodotto di nessun valore. Negli Stati Uniti può essere tranquillamente assassinato il presidente, poco dopo il capo dell’opposizione, un paio di leader dei movimenti per la liberazione dei negri, ma la colpa non sarà mai del sistema marcio e corrotto come avverrebbe se gli stessi fatti accadessero in qualsiasi altro posto al mondo, ma sempre per la follia criminale di un singolo, cattivo per nascita, sfuggito al sistema e al controllo delle anche troppo bonarie forze dell’ordine. Ogni volta si ripete lo stesso cliché ed ogni volta chiunque solleva dubbi è etichettato come complottista. Immaginatevi se in Cina qualcuno uccidesse Xi e due giorni dopo l’assassino venisse a sua volta ucciso in diretta televisiva mentre è nelle mani della polizia. Se i cinesi sostenessero che sia il primo che il secondo assassino sono solo dei pazzi criminali che hanno agito da soli, senza complici e per motivazioni personali qualche giornale main stream ci crederebbe o fingerebbe di crederci anche solo per un secondo? O le “teorie del complotto” non sarebbero tali ma diventerebbero la verità sacrosanta al di la delle “menzogne del regime tirannico e corrotto”? [...] Siamo rimasti solo noi, pochi increduli, che oramai l’inganno lo fiutano quasi per istinto, automaticamente, senza nemmeno pensarci, così come si guida una macchina. I più si bevono le allerta colorate con gli occhi incollati agli schermi ed esclamano "uao"!
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“Quale momento della vita non sarebbe triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso, senza il piacere, e cioè senza un pizzico di follia?” (Erasmo Da Rotterdam)
“Siate affamati, siate folli” (Steve Jobs)
“Elogio della follia” (Moriae encomium), scritto nel 1509, è una delle opere più celebri di Erasmo da Rotterdam. Questo saggio satirico, pubblicato per la prima volta nel 1511, si presenta come un discorso pronunciato dalla Follia stessa, che si fa portavoce di una critica pungente alla società del suo tempo, denunciandone le contraddizioni e le ingiustizie.
Il testo è scritto in un periodo di grande fermento culturale e religioso in Europa, caratterizzato dalla nascita dell'Umanesimo e dai primi segnali di riforma religiosa. Erasmo, figura centrale di questo movimento, si opponeva alle pratiche corrotte della Chiesa e alla superstizione popolare. “Elogio della follia”riflette queste tensioni, utilizzando l'ironia per mettere in luce le ipocrisie della società.
L'opera è strutturata come un discorso in cui la Follia, personificata, elogia se stessa e i vantaggi che porta agli esseri umani. La Follia si rivolge direttamente al lettore, creando un senso di intimità e coinvolgimento. Utilizza un linguaggio vivace e provocatorio, ricco di giochi di parole, paradossi e riferimenti classici. La narrazione è caratterizzata da un tono ironico e spesso sarcastico, che invita il lettore a riflettere sulle norme sociali e sui valori condivisi.
Erasmo utilizza la Follia per mettere in discussione le convenzioni sociali, la corruzione della Chiesa, l'ipocrisia dei nobili e la stupidità dei cittadini comuni. Sotto il velo della Follia, l'Autore critica i teologi dogmatici, i filosofi razionali e gli ecclesiastici, evidenziando il loro distacco dalla realtà e dalla vera saggezza. La Follia afferma che molti dei più rispettati membri della società sono, in effetti, i più folli.
L'opera elogia la follia come una condizione che porta alla gioia e alla spensieratezza, mentre razionalità e saggezza spesso portano alla sofferenza. La Follia sostiene che vivere senza il peso della razionalità e delle aspettative sociali consente di apprezzare la vita in modo più profondo. Erasmo esplora, dunque, l'idea che la follia possa essere una forma di saggezza. Questo paradosso invita il lettore a riconsiderare il valore della razionalità in contrapposizione alla libertà di pensiero. L’Autore sottolinea la vulnerabilità e le contraddizioni dell’essere umano. La Follia mette in luce come tutti, in un modo o nell'altro, siano soggetti a follie e illusioni. Questo riconoscimento dell'umanità comune serve a smantellare la presunzione di superiorità dei "saggi" e a promuovere un senso di umanità condivisa.
“Elogio della follia” ha avuto un impatto significativo sulla letteratura e sul pensiero occidentale. La sua critica sociale e religiosa ha ispirato generazioni di pensatori e scrittori, contribuendo al dibattito sulla ragione e la follia. La sua pubblicazione ha anche suscitato reazioni contrastanti, da ammirazione a condanna, soprattutto da parte dei sostenitori della Chiesa.
“Elogio della follia”è un'opera fondamentale che combina satira, filosofia e critica sociale. Con il suo stile incisivo e la sua profonda introspezione, continua a essere rilevante nel contesto contemporaneo, invitando il lettore a riflettere sulla natura della follia e sulla società in cui vive. La Follia, con la sua ironia, rimane una figura potente che ci sfida a riconsiderare le nostre convinzioni più radicate.
La Follia non è solo un tema, ma un invito a esplorare nuove prospettive, a riconoscere la bellezza del vivere e a considerare che, in fondo, tutti portiamo un po' di follia dentro di noi.
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Grandi parole di Albert Einstein:
"Non sono arrivato a capire le leggi fondamentali dell'universo attraverso la mia mente razionale. ”
"Per quanto riguarda il caso, ci siamo sbagliati completamente. Ciò che chiamiamo materia è energia, le cui vibrazioni sono talmente basse che si nota ai sensi. La materia è ridotta alla visibilità della mente. Non importa. ”
"Il tempo e lo spazio non sono condizioni in cui viviamo, ma condizioni in cui pensiamo.
I concetti fisici sono creazioni libere della mente umana e non sono, comunque possa sembrare, determinati dal mondo esterno. "
"Il tempo non esiste - l'abbiamo inventato noi. Il tempo è quello che dice l'orologio. La differenza tra passato, presente e futuro è solo una testarda illusione. ”
"Penso 99 volte e non trovo niente. Smetto di pensare, nuoto in silenzio, e la verità mi viene in mente. "
"L'intellettuale ha poco da fare sulla via della scoperta. C'è un salto di coscienza, chiamala intuizione o come ti pare, la soluzione ti arriva e non sai come e perché. ”
"Una persona sperimenta se stessa, i suoi pensieri e sentimenti come qualcosa di separato dal resto, una sorta di movimento di consapevolezza ottica. Questa illusione è per noi una sorta di prigione, che ci limita ai nostri desideri personali e all'affetto per poche persone a noi più care. Il nostro compito deve essere liberarci da questa prigione allargando il nostro cerchio di compassione per abbracciare tutti gli esseri viventi e tutta la natura nella sua bellezza. "
"La nostra separazione l'una dall'altra è un'illusione ottica. "
"Quando qualcosa vibra, tutti gli elettroni dell'universo risuonano con esso. Tutto è collegato. La più grande tragedia dell'esistenza umana è l'illusione della separazione. ”
"La realtà è solo un'illusione, anche se molto persistente. ”
"Siamo anime vestite di abiti biochimici sacri e i nostri corpi sono gli strumenti con cui le nostre anime suonano la loro musica. ”
"Come percepisci la vita di alcune delle persone più influenti che abbiano mai camminato tra noi, scoprirai un filo che le attraversa tutte. Si adattano prima con la loro natura spirituale e prima dopo con il loro io fisico. ”
"Il vero valore di una persona si trova nella misura in cui ha raggiunto la liberazione da se stesso. ”
"Gli antenati sapevano qualcosa che sembra aver dimenticato. ”
"Più imparo sulla fisica, più sono attratto dalla metafisica. ”
"Ho imparato una cosa in una lunga vita: che tutta la nostra scienza, misurata dalla realtà, è primitiva e infantile. Ancora non conosciamo il millesimo dell'uno per cento di ciò che la natura ci ha rivelato. È abbastanza possibile che dietro la percezione della nostra mente si nascondano mondi di cui non siamo a conoscenza. ”
"Non sono ateo. Il problema è troppo grande per le nostre menti limitate. Siamo nella posizione di un bambino che entra in una grande biblioteca piena di libri in molte lingue. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto dei libri. ”
"L'idea generale che io sia ateo si basa su un grosso errore. " Chi interpreta le mie teorie scientifiche in questo modo non le ha comprese. "
"Ogni cosa è determinata, ogni inizio e fine, da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo. È determinato per l'insetto e per la stella. Persone, verdure o polvere cosmica, tutti danziamo su una melodia mistica, accordata in lontananza da un pipone invisibile. "
"La religione del futuro sarà una religione cosmica. Andrà oltre un Dio personale ed eviterà dogmi e teologia. ”
"L'energia non può essere creata o distrutta, può solo essere trasformata da una forma all'altra. ”
"Tutto è energia e questo è tutto quello che c'è. Regola la frequenza della realtà che vuoi e non puoi che riceverla. Non può essere altrimenti. Questa non è una filosofia. Questa è fisica. ”
"Sono felice perché non voglio niente da nessuno. Non mi importa dei soldi. Decorazioni, titoli o premi non significano nulla per me. Non voglio elogi. Non mi prendo il merito di niente. Un uomo felice è troppo soddisfatto del presente per preoccuparsi troppo del futuro. "
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Nel 1956 il filosofo ebreo tedesco Günther Anders, marito di Hannah Arendt, pubblicò questo brano sul condizionamento e sulla anestetizzazione delle masse che sembra gettare una luce sul presente.
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“Per soffocare in anticipo ogni rivolta, non bisogna essere violenti. I metodi del genere di Hitler sono superati. Basta creare un condizionamento collettivo così potente che l’idea stessa di rivolta non verrà nemmeno più alla mente degli uomini.
L��� ideale sarebbe quello di formattare gli individui fin dalla nascita limitando le loro abilità biologiche innate.
In secondo luogo, si continuerebbe il condizionamento riducendo drasticamente l’istruzione, per riportarla ad una forma di inserimento professionale. Un individuo ignorante ha solo un orizzonte di pensiero limitato e più il suo pensiero è limitato a preoccupazioni mediocri, meno può rivoltarsi.
Bisogna fare in modo che l’accesso al sapere diventi sempre più difficile e elitario. Il divario tra il popolo e la scienza, che l’informazione destinata al grande pubblico sia anestetizzata da qualsiasi contenuto sovversivo.
Niente filosofia. Anche in questo caso bisogna usare la persuasione e non la violenza diretta: si diffonderanno massicciamente, attraverso la televisione, divertimenti che adulano sempre l’emotività o l’istintivo. Affronteremo gli spiriti con ciò che è futile e giocoso. È buono, in chiacchiere e musica incessante, impedire allo spirito di pensare.
Metteremo la sessualità al primo posto degli interessi umani. Come tranquillante sociale, non c’è niente di meglio.
In generale si farà in modo di bandire la serietà dell’esistenza, di ridicolizzare tutto ciò che ha un valore elevato, di mantenere una costante apologia della leggerezza; in modo che l’euforia della pubblicità diventi lo standard della felicità umana. E il modello della libertà.
Il condizionamento produrrà così da sé tale integrazione, l’unica paura, che dovrà essere mantenuta, sarà quella di essere esclusi dal sistema e quindi di non poter più accedere alle condizioni necessarie alla felicità.
L’ uomo di massa, così prodotto, deve essere trattato come quello che è: un vitello, e deve essere monitorato come deve essere un gregge. Tutto ciò che permette di far addormentare la sua lucidità è un bene sociale, tutto ciò che metterebbe a repentaglio il suo risveglio deve essere ridicolizzato, soffocato, combattuto.
Ogni dottrina che mette in discussione il sistema deve prima essere designata come sovversiva e terrorista e coloro che la sostengono dovranno poi essere trattati come tali”.
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Da
Günther Anders, “L’uomo è antiquato” (Germania 1956, in Italia 1963). Un testo più volte citato e saccheggiato da Umberto Galimberti che ha anche un seguito in un secondo volume pubblicato in Germania nel 1980 e in Italia 12 anni dopo.
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SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
IL DESIDERIO DI ULISSE
Perchè Ulisse all'Inferno? L'esegesi letteraria e la filosofia s'interrogano da tempo immemore sulla scelta di Dante, che colloca l'eroe omerico tra i consiglieri fraudolenti dell'VIII Bolgia. Ulisse, colui che nel racconto dell'ultimo "folle volo", pronuncia un inno all'uomo dal valore e consistenza monumentali. Eppure, l'implacabile "cupiditas sciendi" condanna l'uomo indifferente alla contemplazione di un traguardo atteso. Il desiderio perenne, che è "privazione", sorge e si rinnova, senza trovare completezza. Fame insaziabile. Non è anabasi, ascesa. È corsa frenetica che avanza solo in un moto orizzontale. Fino all'estremo mondo, "infin che ’l mar fu sovra noi richiuso".
"O frati", dissi "che per cento milia perigli siete giunti a l'occidente, a questa tanto picciola vigilia d'i nostri sensi ch'e' del rimanente non vogliate negar l'esperďenza, di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza".
- Frammento dal Canto XXVI - Inferno - Dante Alighieri
- William Turner (1775-1851) "Nave di schiavi", 1840, Boston, Museum of Fine Arts
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“ «Vi era una donna allora in Alessandria — narra la Storia ecclesiastica del contemporaneo Socrate [Scolastico], avvocato alla corte costantinopolitana — il cui nome era Ipazia. Costei era figlia di Teone, filosofo in Alessandria, ed era giunta a un tale culmine di sapienza da superare di gran lunga tutti i filosofi della sua cerchia, ricevere in eredità (diadochè) l'insegnamento della scuola platonica derivante da Plotino, esporre a un libero uditorio tutte le discipline filosofiche [...]. Da ogni parte accorrevano a lei quanti volevano filosofare.» Ipazia «aveva raggiunto un tale vertice d'efficacia nell'insegnamento, ed era così giusta e saggia e così straordinariamente bella e attraente» che gli allievi s'invaghivano di lei, si legge in Suida, il lessico bizantino del X secolo, nel lungo articolo intitolato Ipazia, o della faziosità degli Alessandrini. Le notizie di Suida derivano da due narrazioni, oggi perdute, del tempo di Giustiniano: quella, vera o presunta, di Esichio di Mileto e la Vita di Isidoro, ultimo sacerdote del tempio di Serapide, composta dall'ultimo scolarca dell'Accademia di Atene, il neoplatonico Damascio; di questa ci restano assai scarni frammenti. È presumibile sia la prima a dichiarare che Ipazia, «essendo per natura più dotata del padre, non si fermò agli insegnamenti tecnico-matematici praticati da lui ma si diede alla filosofia vera e propria, e con valore: pur essendo donna ella indossava il tribon [il mantello dei predicatori cinici] e andava per le vie del centro della città a spiegare pubblicamente a chiunque volesse ascoltarla Platone, Aristotele o qualcun altro dei filosofi.» “
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Brano tratto da Ipazia, l’intellettuale, saggio di Silvia Ronchey raccolto in:
AA. VV., Roma al femminile, a cura di Augusto Fraschetti, Laterza (collana Storia e Società), 1994¹; pp. 214-15.
#Silvia Ronchey#Ipazia l’intellettuale#femminicidio#scienziate#Impero Romano d'Oriente#saggistica#letture#leggere#libri#Storia delle donne#saggi#citazioni#civiltà romana#filosofia#Alessandria d'Egitto#oscurantismo#cristianesimo#astronome#fanatismo religioso#basso impero#donne intellettuali#filosofe#Storia della Chiesa#razionalismo#parabolani#settarismo#intellettuali del passato#insegnanti#maestri#educatori
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La scorsa settimana una delle mie clienti, insegnante di Pilates bravissima sul tappetino ma con l'abilità comunicativa di una bavosa, mi ha detto che in call che le sarebbe piaciuto riallocare il budget per il mio lavoro di copywriter social e community manager nella scrittura di articoli per il suo blog.
Peccato che le sue scarse abilità di linguaggio, probabilmente sterminate dalla lettura di troppi libri di autoaiuto e poesie di Gio Evan, non le facciano capire che riallocare è un sinonimo di spostare e che spostare significa destinare a uno spazio nuovo qualcosa nella sua interezza.
Ecco, il risicato patrimonio lessicale della Maestra di Pilates voleva tradurre un effettivo dimezzamento del mio onorario. Quindi da €300 euro mensili prenderò la bellezza di €160.
E questo incide sul mio bilancio mensile, visto che a malapena riesco a superare la soglia della povertà assoluta quando metto insieme tutte le commissioni corrisposte dagli altri clienti.
Sto cercando di prenderla con filosofia, almeno per dare un senso esistenziale alla mia laurea, convincendomi che il tempo che risparmierò dalla gestione dei post di questa persona egoriferita e deficiente potrò riallocarlo nella creazione di un mio sito web, nell'arricchimento della pagina IG che ho creato per parlare di libri, nella formazione.
Ma nonostante i miei titoli da filosofa davvero non riesco a scendere a patti con questa cosa, nonostante non si tratti di un fallimento.
Perché non è un fallimento: io so scrivere e questa idiota funzionale se n'è accorta. Perché i miei testi hanno un senso, un'armonia di lettura, sono privi di ripetizioni e tautologie, intrattengono e informano occupando meno di 2200 caratteri - spazi inclusi.
La mia rabbia deriva dal discorso pretenzioso e supponente che questa persona mi ha propinato durante la famosa call. Un discorso fatto di questo è il mio lavoro, la gente mi deve pagare in risposta al mio consiglio di non chiedermi di inserire marchette del cazzo dentro degli articoli blog perché rovinano l'esperienza utente.
Non so, forse se avessi avuto una laurea alla IULM o al San Raffaele, forse se avessi fatto la gavetta con stage sottopagati sull'asse Roma-Milano potendo contare sulla borsetta di mammà, forse se avessi preso un Master con l'ennesima realtà chs propina corsi di formazione inutili a prezzi modici, ecco forse la Maestra di Pilates mi avrebbe dato ascolto e io mi sarei risparmiata la geremiade sul valore monetario dei suoi esercizi del cazzo.
Invece ho sgobbato 4 anni in un pub del cazzo per pagarmi gli studi e un letto, il cibo e la luce e il riscaldamento. Quindi posso solo vantare la mia laurea in Filosofia nel classico Ateneo dimenticato da Cristo nel Sud Italia.
E forse sarà un limite mio, ma a 27 anni l'idea di spendere soldi per un master mi fa salire il vomito.
Quindi il senso di fallimento non è dovuto a questa deficiente illitterata, ma alle scelte che non ho avuto la libertà di compiere.
Per questo, forse, in queste ultime settimane ho riaperto il cassetto del mio Piano Infallibile In Caso Di Fallimento Totale e Conto In Rosso.
In questo cassetto ci sono due blister di pillole sublinguali, circa 20 pasticche in tutto.
Quanto vorrei poter rivelare alla Maestra di Pilates che la persona che traduce in post i suoi deliri sulla consapevolezza e sul vivere il presente ha pronte 20 pillole per farla finita.
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Seguici sul:https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/01/la-lezione-di-dolce-e-gabbana-sulla.html La lezione di Dolce e Gabbana sulla Ferragni: "Influencer? Noi..." Non si placa la bufera che si è abbattuta su Chiara Ferragni, e anche gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana sono intervenuti sullo scandalo che ha investito l'ex Blonde Salad, dando un giudizio molto duro sul mondo degli influencer. Il tracollo della Ferragni – se alla fine si parlerà veramente di tracollo – potrebbe trasformarsi in un pericoloso effetto domino per il mondo patinato dei tanti personaggi social che in questi anni hanno fatto una vera e propria fortuna sul web. Senza mai fare il nome di Chiara Ferragni, Dolce e Gabbana hanno spiegato molto pacatamente che quella degli influencer è una fama effimera, destinata a non durare, in quanto non fondata su basi solide. Presenti oggi alla sfilata di Milano – evento che quest'anno si è aperto proprio senza la presenza della Ferragni – i due celebri stilisti hanno affermato che "gli influencer in automatico vanno a cadere". Come ricordato da entrambi, inervistati poco prima dello show di D&G, non è mai stata loro prerogativa affidarsi troppo a queste figure. "Siamo stati gli unici a non lavorare con gli influencer, li abbiamo fatti sfilare ma non abbiamo mai pagato nessuno. Si commentano da soli e da tanto, non è una novità ora che è uscita questa 'bomba'", è stato il loro commento, riportato da Ansa. "Da un anno e mezzo abbiamo cambiato registro, siamo tornati a lavorare con maestri come Meisel e Klein e alcune modelle, a noi piace la moda, e chi più di loro può esprimere questo concetto? Il fotografo, come il giornalista, fa un mestiere per cui ha studiato, ha una cultura, si può avere un dialogo alla pari", hanno aggiunto. In poche parole, la filosofia di Domenico Dolce e Stefano Gabbana è quella di scegliere la professionalità e l'esperienza, lavorando con persone del settore formate e preparate. Qualcosa che, con l'era degli influencer, era stato forse messo un po' da parte. "Un influencer di 20 anni non ha colpa, ma non ha quella cultura, e, con tutto il rispetto, il suo è un lavoro diverso, oggi bisogna tornare alla qualità, che è anche amore, perché la carezza di un padre non ha il valore di un like", hanno aggiunto i due stilisti. Una lezione molto seria, quella impartita da Dolce e Gabbana, che hanno invitato tutti a tornare a dare valore ai settori e alle competenze. "In questi anni ci siamo tutti ubriacati con la comunicazione globale, oggi tutti parliamo di tutto, dalla medicina alla moda, dalla scienza alla cultura, ma per farlo bisogna aver studiato, altrimenti cosa esisterebbero a fare le università? Dobbiamo dar voce in tutti i settori, a chi ha competenze, è arrivato il momento in cui siamo tutti stanchi, dobbiamo trovare una soluzione per migliorare. Dicono che la bellezza salverà il mondo e noi ci crediamo", hanno concluso.
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