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Speculazione Alimentare: Produttori e Consumatori Restano gli Anelli Deboli della Filiera
Coldiretti Alessandria denuncia pratiche sleali e squilibri nella distribuzione del valore agroalimentare
Coldiretti Alessandria denuncia pratiche sleali e squilibri nella distribuzione del valore agroalimentare. Secondo un’indagine condotta dalla Coldiretti Alessandria basata su un rapporto Ismea e dati Istat, il settore agroalimentare continua a soffrire di gravi squilibri economici lungo la filiera. Produttori agricoli e consumatori risultano essere i più penalizzati, mentre commercio e trasporto…
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La certificazione delle aziende agricole
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Per ottenere una agricoltura certificata è necessario rivolgersi a quelle aziende che decidono di dotarsi di norme e di regole di condotta e di produzione che soddisfino determinati criteri di sostenibilità, efficacia ed efficienza. Nel caso di aziende agricole con certificazioni di sistema molte di queste utilizzano la solarizzazione come tecnica produttiva per il miglioramento del suolo.
E proprio la solarizzazione e la biofumigazione sono due tecniche agricole che hanno l'obiettivo di migliorare il terreno e la qualità delle colture senza l'aggiunta di additivi chimici.
Their responsibility through ISO certification are probably be viewed more favorably by ESG-conscious investors.
La solarizzazione è una tecnica agricola che prevede l'uso del calore del sole per migliorare il suolo e controllare i patogeni, le erbacce e i parassiti. Questo processo consiste nell'interrare o coprire il suolo con teli di plastica trasparente per un certo periodo di tempo, generalmente durante i mesi più caldi dell'anno.
That could be a significant aggressive gain, particularly in industries licensed body wherever attracting and retaining prime skill is critical.
Il calore accumulato sotto il telo provoca l'innalzamento della temperatura del suolo, creando condizioni non favorevoli per molti organismi nocivi. Anche le certificazioni iso riescono ad essere competitive all'interno di un sistema compelsso ocme quello agrario.
Vantaggi della solarizzazione:
Controllo delle malattie: Aiuta a ridurre i patogeni del suolo, migliorando la salute delle piante.
Controllo delle erbacce: La temperatura elevata uccide molte piante infestanti, riducendo la competizione per le risorse.
Miglioramento della struttura del suolo: Può contribuire a migliorare la struttura e la fertilità del suolo, favorendo l'attività microbiologica.
Facilità d'uso: È una tecnica relativamente semplice e sostenibile che non richiede l'uso di sostanze chimiche.
Limitazioni:
La solarizzazione richiede un periodo di esposizione prolungato e condizioni climatiche favorevoli.
Non tutti i patogeni e tutte le erbacce sono completamente eliminati.
È più efficace in climi caldi e soleggiati.
In sintesi, la solarizzazione è una pratica utile nella gestione sostenibile dell'agricoltura, contribuendo a migliorare la salute del suolo e ridurre l'impatto di agenti patogeni e infestanti.
L'agricoltura certificata da un organismo certificato per il rilascio di certificazioni di sistema della serie ISO e non solo, si riferisce a pratiche agricole che seguono standard specifici e riconosciuti, garantendo che i prodotti agricoli siano coltivati e trattati in conformità a determinati criteri di qualità, sostenibilità e sicurezza. La certificazione può riguardare vari aspetti, tra cui:
Qualità del prodotto: I prodotti possono essere certificati per garantire che soddisfino determinati standard di qualità, come la presenza di sostanze tossiche, residui chimici o altre impurità.
Sostenibilità ambientale: Esistono certificazioni che promuovono metodi di coltivazione sostenibili, come l’agricoltura biologica, che vietano l'uso di pesticidi chimici e fertilizzanti di sintesi, e richiedono pratiche che rispettano la biodiversità e il suolo.
Tracciabilità: La certificazione può garantire che i prodotti siano tracciabili lungo tutta la filiera produttiva, dal campo alla tavola, aumentando la trasparenza per i consumatori (Jeff Hughes).
Benessere animale: Per i prodotti di origine animale, ci sono certificazioni che garantiscono il rispetto del benessere degli animali durante tutta la loro vita.
Sicurezza alimentare: La certificazione di un sistema può riguardare anche standard che assicurano la sicurezza alimentare, prevenendo la contaminazione e garantendo la salubrità dei prodotti.
In generale, l'agricoltura certificata mira a offrire maggiore garanzia ai consumatori, a supportare pratiche agricole responsabili e sostenibili, e a promuovere la qualità dei prodotti sul mercato. Tra i più noti schemi di certificazione ci sono il marchio biologico (Bio), il GlobalGAP e il Fair Trade.
Sì, la solarizzazione e la biofumigazione sono due tecniche agricole utilizzate per il controllo dei parassiti e delle malattie del suolo, migliorando nel contempo la salute del suolo. Grazie a sistemi certificati o ad altre forme di certificazione di sistema della serie ISO è possibile ottenere un certificato rapido e facile per migliorare le performance aziendali.
Solarizzazione
La solarizzazione è una tecnica che sfrutta il calore del sole per sterilizzare il suolo. Ecco come funziona:
Procedura: Il suolo viene dissodato e livellato, quindi viene coperto con un film di plastica trasparente per un periodo che varia da alcune settimane a diversi mesi, a seconda delle condizioni climatiche (temperatura e umidità).
Effetti: L'effetto combinato del calore e dell'umidità intrappolati sotto la plastica aumenta la temperatura del suolo, uccidendo patogeni, semi di erbacce e nematodi dannosi (certificazioni iso standard).
Vantaggi: Oltre a controllare i parassiti del suolo, la solarizzazione può migliorare la disponibilità di nutrienti e stimolare la crescita dei microrganismi benefici.
Biofumigazione
La biofumigazione è una tecnica che utilizza piante specifiche, in particolare quelle appartenenti alla famiglia delle Brassicacee (come cavoli, senape, rafano), per generare composti chimici naturali che hanno effetti antifungini e nematocidi. Ecco come funziona:
Procedura: Vengono coltivate piante da biofumigazione che, una volta mature, vengono trinciate e incorporate nel suolo. Durante la decomposizione dei residui vegetali, vengono liberati composti volatili (come l'isotiocianato) che agiscono come fumiganti naturali.
Effetti: Questi composti possono ridurre la popolazione di patogeni, insetti e nematodi, contribuendo così a una gestione sostenibile delle malattie delle piante.
Vantaggi: La biofumigazione è considerata una soluzione ecologica e può migliorare la fertilità del suolo, oltre a controllare i patogeni.
Quindi solarizzazione e biofumigazione sono tecniche parte di una gestione integrata delle colture e sono utilizzate per ridurre la dipendenza da pesticidi chimici, migliorando la sostenibilità delle pratiche agricole.
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Nestlè investirà 472 milioni di euro nella produzione di pet food
Nestlè ha individuato Mantova come il sito ideale per costruire la nuova fabbrica dedicata al cibo per animali. Lo ha annunciato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, dopo aver incontrato a Palazzo Piacentini Marco Travaglia, presidente e Ad di Nestlé Italiana. L’investimento prevede anche un nuovo polo logistico, precisa una nota del Mimit, spiegando che il progetto è ritenuto strategico per il Caie, il Comitato Interministeriale per l'attrazione degli investimenti esteri. l progetto La fabbrica sorgerà nell’area industriale Valdaro, a Mantova, precisa il Mimit, e gli investimenti riguarderebbero un'area di circa 180.000 metri quadri e 300 nuovi occupati, oltre all'indotto. Gli impatti saranno rilevanti anche per la filiera agricola. Infatti si stimano 50 milioni di euro annui per i prodotti agricoli e 30 milioni di euro l'anno per packaging e servizi industriali. Il completamento dell'impianto è previsto entro il 2027. La collaborazione con il Ministero “La volontà di rafforzare la propria presenza in Italia da parte di una significativa multinazionale come Nestlè conferma la rinnovata centralità del nostro Paese per gli insediamenti produttivi di importanti aziende globali” ha commentato il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Secondo il ministro, “la concretizzazione di questo progetto è il risultato di un grande lavoro di supporto del Mimit nei confronti dell'investitore, che è stato coadiuvato dal ministero in ogni fase fino ad oggi”. Travaglia ha ricordato “il grande lavoro di squadra con il Ministero ha portato a questo importante risultato che vede riconosciuto il ruolo strategico dell'Italia per Nestlè in questo settore in forte sviluppo”. Read the full article
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Molini Fagioli a Identità Milano 2024 con la nuova linea ‘Sintesi’ A portarla in scena grandi firme della cucina, dell’arte bianca e della filiera agricola dal 9 all’11 marzo al Congresso di cucina internazionale M...
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Prima le stalle: cosa prevede la legge europea che l'Italia cerca di bloccare
A Strasburgo si vota la direttiva sulle emissioni industriali. Agricoltori e industria della carne fanno pressione per far escludere gli allevamenti intensivi di bovini (Alessia Capasso – europa.today.it) – Evitare alle stalle di bovini di essere equiparate alle industrie. L’appello è stato lanciato da molteplici organizzazioni della filiera agricola e dell’industria della carne italiana ed è…
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Pubblicato Bando Contratti di filiera per il settore forestale
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Il giorno 26 aprile 2023 è stato approvato e pubblicato il bando - fortemente atteso da Uncem - recante le caratteristiche, le modalità e le forme per la presentazione delle domande di accesso ai contratti di filiera nel settore forestale e le modalità di erogazione delle agevolazioni, che costituisce provvedimento di attuazione del decreto del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste numero 48567 del 31/01/2023. Nel panorama nazionale degli accordi di filiere e reti d’impresa, l’Accordo di Foresta rappresenta uno strumento giuridico innovativo per lo sviluppo di sinergie virtuose a beneficio delle aree forestali e della multifunzionalità che caratterizza il settore. Questo nuovo strumento nasce con l’articolo 35-bis “Misure di semplificazione e di promozione dell'economia circolare nella filiera foresta-legno”, del decreto legge 31 maggio 2021, n. 77, convertito, con modificazioni, nella Legge 29 luglio 2021, n. 108. L’Accordo di Foresta rappresenta quindi, uno strumento giuridico innovativo per lo sviluppo di sinergie virtuose a beneficio delle aree forestali e della multifunzionalità che caratterizza il settore. Una scommessa lanciata dal Centro Oltreterra, nell’ambito dell’iniziativa di Slow Food Italia realizzata in collaborazione con Legambiente per la valorizzazione delle Foreste e della Montagna italiana. Nell’edizione del convengo annuale di Oltreterra, tenutosi a Santa Sofia il 6-7 novembre 2020, è stata dedicata una sessione speciale alla necessità di trovare soluzioni alla frammentazione fondiaria a cui è stato dato come titolo “L’Accordo di Foresta: Una necessità non prorogabile”. Alla sessione ha partecipato una importante platea di partner, tra i quali il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, PEFC Italia, il CREA, l’Università di Firenze, Romagna Acque-Società delle Fonti ed ERSAF Lombardia, e molti altri.
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Con l’entrata in vigore del decreto legislativo 3 aprile 2018 n. 34 la materia forestale ha acquistato un nuovo ruolo nelle politiche nazionali e regionali e il ruolo delle foreste e delle filiere forestali ha assunto un peso maggiore nella consapevolezza sociale. Il decreto ha introdotto importanti disposizioni per la gestione del patrimonio forestale nazionale, che copre attualmente più del 36% del territorio italiano, coinvolgono non solo lo storico settore produttivo del legno ma anche tutte le filiere che dalle foreste possono svilupparsi generando beni e servizi per la società di oggi e per le generazioni future. In particolare, il concetto internazionale di Gestione Forestale Sostenibile (GFS) viene ripreso (Articolo 3, comma 2, lettera b) nella sua definizione tecnica, riprendendo i valori di quella cultura forestale che per secoli ha caratterizzato e cadenzato le scelte e i tempi di sviluppo delle comunità montane del nostro paese. La gestione viene qui riproposta con una nuova valenza sociale, diventa infatti, un atto di responsabilità del proprietario, pubblico o privato che sia, nei confronti del bosco e della società. La scelta gestionale, produttiva o conservativa, si definisce nel rispetto delle norme vigenti assecondando i ritmi e le evoluzioni naturali del bosco, e si concretizza nello strumento pianificatore (costituito di norma dal Piano di Gestione Forestale), che esprime una assunzione di responsabilità nell’interesse pubblico da parte dei proprietari o titolari delle superfici forestali, pubblici o privati. Partendo da questo presupposto appare chiaro come la partecipazione e la condivisione nelle scelte di gestione per la realtà forestale italiana in ambito locale, debba rispondere alle esigenze e necessità presenti e future, integrandosi con le scelte di sviluppo socioeconomico del territorio. L’idea dell’Accordo di Foresta nasce proprio dall’esigenza di poter creare una nuova figura contrattuale, non agricola o agroalimentare ma forestale che rappresenti sempre di più i territori, 4Accordo di Foresta le comunità e le realtà socioeconomiche delle aree montane e interne del paese, coinvolgendo dal proprietario forestale (pubblico o privato), al produttore di beni e servizi, al trasformatore, ai segmenti di commercializzazione, fino alle popolazioni locali, ai consumatori e fruitori dei prodotti forestali e dei servizi ecosistemici. L’Accordo di Foresta costituisce uno strumento propedeutico allo sviluppo di azioni concrete di associazionismo volte a realizzare interventi condivisi per la conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio forestale da parte di una comunità locale. Si caratterizza per essere uno strumento vincolante che individua e definisce obiettivi, impegni e ruoli di collaborazione per un concreto sviluppo locale. Unirsi nella gestione attraverso la stipula di un Accordo di Foresta per dare attuazione poi a un Piano di Gestione Forestale vuol dire porre le basi per: lo sviluppo di filiere sostenibili (produttive, ambientali, socioculturali), creare occupazione, sviluppare innovazione, dare presidio; realizzare scelte condivise su un’area vasta; ricercare un equilibrio tra esigenze ecologiche, ambientali, paesaggistiche e necessità umane; ed infine realizzare una strategia territoriale di conservazione e/o sviluppo socioeconomico. Con il presente documento redatto nell’ambito delle attività previste dal programma Rete Rurale Nazionale 2014-2020/23 in collaborazione con il Centro Oltreterra, si vuole offrire una prima lettura all’articolato normativo che definisce l’Accordo di Foresta e proporre una prospettiva applicativa per una sua reale capacità operativa. Tutto il materiale è scaricabile qui: https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/19507 Una scommessa lanciata dal Centro Oltreterra, nell’ambito dell’iniziativa di Slow Food Italia per la valorizzazione delle Foreste e della Montagna italiana. Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste - BANDO Contratti di filiera Settore Forestale Il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste - Decreto_DEF_MIPAAF_2023_0048567_DecretoFiliereForestali Report di Approfondimento - Gli Accordi di Foresta Una nuova opportunità per il settore forestale nazionale Read the full article
#AccordodiForesta#bandoconcorso#contrattiforestale#contributiforestali#GFS#patrimonioforestale#serviziecosistemici#settoreforestale
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Risotti, Lambruschi e Birra a Mantova
Mantova ospiterà un mese di eventi che permetteranno di gustare i migliori risotti della tradizione modenese, mantovana, reggiana e parmense accompagnati dai pregiati Lambruschi delle terre emiliane. Infatti dal 14 aprile al 14 maggio 2023, presso la Grana Padano Arena di Mantova, ci saranno cinque weekend all'insegna della buona cucina e del divertimento. Il calendario degli appuntamenti prevede le cene il 14 e 15 aprile, il 21 e 22 aprile, il 28 e 29 aprile, il 5 e 6 maggio e il 12 e 13 maggio, mentre il 16 aprile, il 23, 24 e 25 aprile, il 30 aprile, il 1 maggio e il 7 e 14 maggio saranno serviti pranzi e cene. Gli orari di apertura dell’evento saranno dalle 12 alle 14.30 per il pranzo e dalle 19 alle 22.30 per la cena, mentre l'ingresso e il parcheggio sono gratuiti. Tutto questo per un weekend diverso, all'insegna della buona cucina e della convivialità, insieme al Festival della Cucina Mantovana e alla Grana Padano Arena. La Grana Padano Arena, un tempo il Palabam Banca Agricola Mantovana, è il principale palazzo dello sport di Mantova, con un nome che deriva alla sponsorizzazione di Grana Padano, il formaggio italiano famoso in tutto il mondo. Infatti dal 2003 il Consorzio Tutela Grana Padano è sponsor della Grana Padano Arena & Gran Padano Theatre, perfetto per ospitare numerosi eventi: concerti, spettacoli, eventi sportivi, fiere, convegni e congressi, dato che la bontà del territorio da cui proviene il suo rinomato formaggio è riflessa anche nella qualità della sua offerta artistica e culturale. Per questo il Consorzio negli anni ha ideato numerose iniziative ed eventi che coniugano l’eccellenza casearia Made in Italy con l’eccellenza del territorio, passando per la qualità della filiera di produzione controllata e certificata, oltre a quella della vita delle persone che vi abitano. Il rilancio di Grana Padano Arena & Gran Padano Theatre ha anche lo scopo di portare sul territorio star della musica, prestigiosi eventi culturali, di arte e di sport, per valorizzare uno dei principali territori di produzione di Grana Padano, sostenendo la sua visibilità a livello nazionale e internazionale in un luogo dalla capienza massima, comprensiva di tribune collocate sul parterre, di 5.000 persone per le manifestazioni sportive e di 6.200 persone per i concerti musicali. Read the full article
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La filiera agricola sociale in aiuto agli anziani: forum di Coldiretti
“Senior: tra salute, sicurezza e servizi. La filiera agricola sociale”. È il titolo del Forum Intergenerazionale regionale promosso da Coldiretti e Federpensionati Umbria, giovedì 23 marzo alle ore 10, presso la Comunità Incontro di Amelia. Un incontro di approfondimento con le Istituzioni e con tutti gli attori della società – spiega Coldiretti – sui temi legati a sicurezza, salute e servizi…
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Coldiretti. Alessandria. Etichettatura: Quante Nocciole ci Sono Davvero nella Crema di Nocciole?
Serve una normativa chiara per garantire al consumatore un acquisto consapevole e valorizzare le eccellenze locali come le nocciole piemontesi.
Serve una normativa chiara per garantire al consumatore un acquisto consapevole e valorizzare le eccellenze locali come le nocciole piemontesi. Le nocciole piemontesi e monferrine sono rinomate per la loro eccellenza, costituendo uno degli ingredienti chiave della celebre crema di nocciole. Tuttavia, nonostante la qualità delle nocciole, non esiste ancora una normativa che garantisca al…
#accordi di filiera#Agricoltura#agroalimentare.#agroindustria virtuosa#aromi artificiali#Cacao#Coldiretti Alessandria#crema di nocciole#crema spalmabile#eccellenze locali#Etichettatura#filiera agricola#Filiera Agroalimentare#Mauro Bianco#nocciole piemontesi#normativa alimentare#Novi Elah Dufour#olio di girasole#olio di palma#origine ingredienti#prodotto d’eccellenza#prodotto locale#prodotto Made in Italy#produzione corilicola#produzione corilicola piemontese#produzione sostenibile#qualità ingredienti#Roberto Bianco#Sostenibilità#trasparenza alimentare
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Feijoa, un frutto tropicale per l'Azienda Agricola Marcìa
Feijoa, un frutto tropicale per l’Azienda Agricola Marcìa
L’Azienda Agricola Marcìa è un’azienda che vive delle antiche tradizioni del territorio di San Sperate, ma ha saputo innovare con un frutto tropicale: la feijoa. Cos’è la feijoa L’albero di feijoa è un arbusto appartenente alla famiglia delle mirtaceae che trova il suo habitat naturale nelle zone tropicali, subtropicali e nelle zone calde. Come altre mirtaceae che troviamo sul nostro territorio…
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Aumentano i fondi del Pnrr per la filiera agricola, della pesca e forestale
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Il Governo supporta il mondo agricolo, della pesca e della silvicoltura. Una notizia più che positiva per gli operatori delle filiere, che come preannunciato nei giorni scorsi dal ministro Lollobrigida, consentirà di far scorrere le graduatorie grazie alla rimodulazione del Pnrr, fortemente voluto dal Governo Meloni, che assegna ulteriori due miliardi alle filiere e grazie anche ai fondi di accompagnamento del piano di ripresa e resilienza, di origine nazionale. "Si potranno così finanziare - prosegue il sottosegretario La Pietra - molti più progetti relativi anche alla filiera delle foreste, utilmente posizionati in graduatoria, purché ovviamente questi si impegnino a rispettare le condizionalità del piano nazionale di ripresa e resilienza, che saranno presto rese note. Si completa così l'avvio di un percorso innovativo e di rafforzamento per il settore forestale, mutuandolo da quello ben consolidato nel mondo agricolo, con ampio successo, come dimostrato dalle tante adesioni al bando da parte degli imprenditori del settore". Read the full article
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Oltre trecento pizzaioli e ristoratori alla terza Festa del raccolto della Molini Fagioli Doppio appuntamento alla società agricola Brugnoni di Perugia e a Borgo di Celle. Filiera Oirz digitalizzata per tracciabilità e al via il progetto Ze...
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Pensieri sparsi usciti parlando di questo articolo con un paio di amici che ringrazio di esistere. (i pensieri sparsi li ho in parte scippati a loro - perché come cantava bonovòxxe every poet is a thief, all kill their inspiration and sing about the grief)
Partirei da un grande adagio:
John Steinbeck once said that socialism never took root in America because the poor see themselves not as an exploited proletariat but as temporarily embarrassed millionaires. (Ronald Wright)
Ecco, ci hanno contagiato cvltvralmente anche con questo complicando un pochino il concetto di coscienza di classe. Che forse andrebbe ribattezzato come coscienza di ISEE che lascerebbe un po' meno ambiguità.
Parallelamente c'è stato un severo caso di autoavvelenamento, con vari movimenti europei di (ex) sinistra parlamentare che hanno accettato in maniera più o meno esplicita certi canoni di neoliberismo e conseguente individualismo. Questa cosa da un lato ha casualmente coinciso con un doloroso decadimento, dall'altro ha portato a declinare in maniera tristemente personalistica (e elitaria) istanze collettive. Invitare la gente a prendere la roba a km zero è più semplice rispetto a raccogliere le istanze di Aboubakar Soumahoro e della Lega Braccianti sulla riforma della filiera agricola. O anche il "non comprare plastica" come se il numero di persone che possono permettersi di comprare robe al negozietto bio Pratitya-Samutpada con incarti in foglie di hosta possa scalfire l'esercito di di quelli che optano per qualche prodotto discount con imballi a base di diossina e plutonio. Non è una nota di merito su comportamenti individuali più o meno virtuosi ma dal punto di vista politico sarebbe auspicabile un approccio sistemico che non scarichi in maniera classista la responsabilità di un problema produttivo sull'ultimo anello della catena e ma che si impegni a fare certi selezionati cvli ad certe selezionate aziende produttive (tipo quelle che si son messe a mettere sulla plastica "riciclami" che è come mettere un adesivo su un hummer "puoi usare la CO₂ che produco per farci le bibite frizze").
Per citare uno degli amici di cui sopra:
Il mondo delle identity politics ha una componente elitaria perché trascura il fatto che ci sia una classe ampia di persone che non ha né l'energia né gli strumenti di porsi in dialogo su argomenti che non ha mai avuto modo di capire. Ben venga una sinistra che rappresenti il proletariato e che da un lato faccia cultura verso il proletariato, e dall'altro porti i suoi temi in un discorso intersezionale, cercando di coordinare la direzione di certe arcrimonie verso l'alto invece che verso il basso, e chiedendo magari aiuto a portare consapevolezza dove manca.
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Frutti perfetti sugli scaffali dei supermercati: norme e politiche della grande distribuzione mettono in ginocchio il settore Quando compriamo la frutta, sullo scaffale del supermercato troviamo quasi sempre un prodotto all’apparenza perfetto: mele identiche le une alle altre, arance non più piccole di 53 millimetri di diametro, una vaschetta di kiwi delle stesse dimensioni. Non c’è traccia, sugli scaffali, delle criticità che mettono a rischio l’intera produzione agricola e di ciò che accade nelle campagne: l’aumento di eventi climatici estremi, le siccità prolungate, il pesante utilizzo della chimica che sta facendo strage di api e altri impollinatori, i parassiti che provocano danni alle piantagioni. A dispetto della strategia Farm to Fork, la stessa prassi di commercializzare prodotti esteticamente perfetti mette in ginocchio il settore, che non riesce più a produrli proprio a causa dei cambiamenti climatici (e di altri fattori spesso legati al clima). Migliaia di agricoltori ogni anno finiscono così sul lastrico per il combinato disposto di effetti climatici, politiche della grande distribuzione e un quadro normativo irrazionale. Negli ultimi 15 anni, la produzione di pere in Emilia-Romagna ha visto calare le superfici di 6mila ettari, mentre le arance di Sicilia oggi sono coltivate su 82mila ettari rispetto ai 107mila di vent’anni fa e la produzione nazionale di kiwi ha subìto un calo di quasi 100mila tonnellate dal 2014 al 2019. Non c’è traccia di tutto questo al supermercato, perché quando il prodotto italiano manca, aumentano le importazioni senza che il consumatore si renda conto di cosa accade. (...) UN SISTEMA CHE ALIMENTA GLI SPRECHI – Perché nonostante l’Assemblea Generale dell’Onu abbia dichiarato il 2021 l’anno internazionale della frutta e della verdura, anche per “indirizzare la politica alla riduzione delle perdite e degli sprechi”, la verità è che una parte significativa della produzione mondiale non può accedere al mercato del fresco, dove ogni frutto deve rispondere a standard di commercializzazione e a severe norme europee. “I frutti che arrivano nel nostro frigorifero sono i più belli, i più lucidi, i più rotondi mentre, tolta la parte che finisce all’industria della trasformazione e pagata a prezzi stracciati, il resto va al macero. Al volte gli agricoltori scelgono di non raccogliere la frutta imperfetta, perché a loro non conviene. Secondo la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite, è come se ogni anno venissero riempiti 33 milioni di tir di cibo da buttare”. In Italia, stando ai dati Ismea, su una disponibilità di prodotto di 3 milioni di tonnellate, il 57% è destinato al consumo fresco, il 30% all’industria di trasformazione di succhi e essenze, l’8% è esportato e il resto viene perso lungo la filiera o ritirato dal mercato. Parliamo di prodotti commestibili e di qualità. (...) Il settore delle pere, che ha il suo cuore economico in Emilia-Romagna, è in forte crisi a causa della riduzione dei redditi e delle superfici. In Italia, dal 2000 a oggi c’è stata una riduzione da 42mila a 30mila ettari coltivati. Secondo i diversi operatori, a causa di inverni troppo caldi, improvvise gelate, aumento delle specie invasive, impossibilità di utilizzare alcune molecole che conservano a lungo i frutti e, quindi, difficoltà di negoziare con i distributori. E ai rigidi capitolati della Gdo che fanno aumentare gli scarti, i produttori rispondono con poca capacità aggregativa. Anche la produzione di agrumi è scesa nei vent’anni: da 3 milioni a 2,6 milioni di tonnellate. (...) “Anche la politica nazionale, però, può adoperarsi per incentivare la commercializzazione di una quota maggiore di prodotti fuori calibro” spiegano gli autori, mentre la Gdo “dovrebbe cambiare le sue politiche di acquisto e prendere un serio impegno per aiutare l’agricoltura in tempi di crisi climatica”. Per esempio, acquistando frutta fresca con lievi imperfezioni senza abbattere i prezzi. di Luisiana Gaita
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