#educazione comunitaria
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NATURALmente al NIDO: Giochi ed Esperimenti per i Più Piccoli a Casale Monferrato
Laboratori per bambini 0-3 anni, uniti ai valori di sostenibilità e solidarietà, nel cuore del Festival della Virtù Civica.
Laboratori per bambini 0-3 anni, uniti ai valori di sostenibilità e solidarietà, nel cuore del Festival della Virtù Civica. Il prossimo 19 novembre alle ore 16:30, presso il Salone Tartar in Piazza Castello a Casale Monferrato, si terrà NATURALmente al NIDO, un’iniziativa dedicata ai bambini dai 0 ai 3 anni e alle loro famiglie. L’evento si inserisce nel calendario del Festival della Virtù…
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Rafforzare la Tutela Ambientale: Il Ruolo Chiave del Servizio Ambientale Civile
Nel panorama della conservazione ambientale e della sostenibilità, il Servizio Ambientale Civile emerge come un punto di riferimento fondamentale. Con una dedizione alla protezione e alla salvaguardia del nostro ecosistema, incarna l'essenza del dovere civico verso la tutela ambientale.
Il Servizio Ambientale Civile opera tra strategie governative, partecipazione comunitaria e promozione della sostenibilità, affrontando problematiche ambientali con misure proattive e interventi mirati, dal controllo dell'inquinamento alla tutela della biodiversità.
Promuovendo iniziative che favoriscono lo sviluppo sostenibile, collabora con enti governativi, organizzazioni non-profit e comunità locali. Questo approccio integrato include azioni di sensibilizzazione, educazione e riforme normative per affrontare le sfide dei cambiamenti climatici e della gestione ambientale.
In una recente analisi condotta da Stradenuove.net, il Servizio Ambientale Civile è stato riconosciuto per l'impegno proattivo nella gestione delle questioni ambientali, diventando una risorsa fondamentale per decisori, esperti del settore e cittadini interessati.
La tutela ambientale è una responsabilità condivisa che necessita di collaborazione e azione collettiva. Il Servizio Ambientale Civile dimostra l'importanza della sinergia nel fronteggiare le sfide ambientali contemporanee, contribuendo a costruire un futuro più sostenibile e resiliente.
Per ulteriori dettagli su iniziative ambientali e ultime notizie, visitate stradenuove.net.
Per maggiori informazioni:-
Notizie Turismo Italia
Servizio Civile Ambiente
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Un pomeriggio di multilinguismo a Londra con il Laboratorio gratuito di Ambarabà
Di Pietro Nigro @ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND Un Pomeriggio di Multilinguismo a Londra con il Laboratorio Gratuito per Genitori ed Educatori Italiani organizzato dal Comites di Londra e dalla comunità di Ambarabà. Se sei un genitore o un educatore nella comunità italiana di Londra e vuoi scoprire il magico mondo del multilinguismo, allora segna la data: il 15 ottobre è la giornata da non perdere! Il Comites Londra in collaborazione con la comunità di Ambarabà ti invitano a un workshop interattivo e gratuito dedicato al multilinguismo. L'evento, parte della XXIII Settimana della Lingua e Cultura Italiana nel Mondo, si svolgerà dalle 14.30 alle 16.30 presso gli spazi Inca-GGIL, situati al numero 124 di Canonbury Road, Londra (N1 2UT). Questo laboratorio segue una serie di webinar organizzati dal Comites di Londra per supportare le famiglie italiane nel Regno Unito e in tutto il mondo nel loro percorso di educazione dei figli in ambienti multilingue. Durante questi webinar, esperti del settore hanno condiviso le loro conoscenze e risposto alle domande dei genitori. La novità di questo incontro? Sarà un'occasione per incontrarsi di persona anziché virtualmente. A guidare il workshop ci saranno Carmen Silvestri dell'University of Essex e Giulia Pepe dell'University of Westminster, due ricercatrici ed esperte in didattica dell'italiano come lingua comunitaria e lingua d'origine. Durante il laboratorio, genitori ed educatori avranno l'opportunità di partecipare a discussioni e riflessioni sulle pratiche linguistiche in famiglia e nei contesti educativi, con un focus speciale sul mantenimento dell'italiano. Sarà un momento unico per imparare dagli altri partecipanti e per ottenere consigli dagli esperti del settore. Durante la sessione, verranno progettati giochi e attività per coltivare le abilità linguistiche dei bambini e promuovere un profondo apprezzamento per la lingua e la cultura italiane. Alla fine del workshop, i partecipanti avranno riflettuto sulla loro esperienza di multilinguismo, condiviso esperienze con altre famiglie ed educatori, e avranno imparato a progettare attività per il mantenimento dell'italiano come lingua d'origine. Un altro punto forte di questo evento è la sua natura multilingue: il workshop sarà condotto sia in inglese che in italiano, per garantire che tutti possano partecipare pienamente. ... Continua a leggere su www.
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Sahar Pirzada
https://www.unadonnalgiorno.it/sahar-pirzada/
Sahar Pirzada, attivista statunitense di origine pakistana, è l’advocacy manager di HEART Women & Girls Project, organizzazione no profit che esplora le intersezioni tra islamofobia e violenza di genere.
Si occupa dei diritti delle donne musulmane che, quotidianamente, vengono discriminate in molti aspetti della loro vita, inclusa l’assistenza sanitaria, per promuovere la giustizia riproduttiva e sradicare la violenza di genere garantendo la possibilità di libera scelta sessuale e l’accesso ai servizi. Promuove spazi sicuri di ascolto e sostegno per interrompere le consuetudini di silenzio generazionale e istituzionale.
Ha una vasta esperienza di lavoro come organizzatrice ed educatrice.
Cresciuta nella Bay Area di San Francisco, ha frequentato una scuola islamica fino all’11 settembre, quando la struttura ha cominciato a subire pesanti minacce ed è stata costretta a chiudere. Sebbene fosse piccola e non ancora esposta alle micro aggressioni e discriminazioni quotidiane in quanto musulmana, ha cominciato a sperimentare l’islamofobia sulla sua stessa persona e questo ha scaturito una diversa consapevolezza del suo stare al mondo e il conseguente attivismo.
Dopo la laurea in Studi su Sviluppo e Inclusione comunitaria a Berkeley, nel 2012, si è trasferita per qualche anno a Singapore dove ha lavorato come coordinatrice di un progetto finanziato dalle Nazioni Unite che promuoveva un’interpretazione equa dell’Islam.
Tornata negli Stati Uniti nel 2015, è diventata co-presidente di Vigilant LOVE, comunità che sfida l’islamofobia e altre forme di violenza interpersonale, comunitaria, istituzionale e statale attraverso azioni dirette, seminari di educazione politica, campagne e programmi di solidarietà e sostegno culturale e materiale.
Ha un master di Studi Sociali all’Università della California del Sud.
Attualmente vive a Los Angeles e gira il paese per tenere discorsi e seminari apportando il suo contributo a un’idea di Islam sana ed equa che rispetti le scelte e le differenze di genere e identità sessuale.
Ha partecipato a importanti campagne di impatto internazionale come SHOUT (Sexual Harrassment Out) rivolta alle donne vittime di violenza.
Il suo lavoro è stato segnalato dalle maggiori testate americane.
Sahar Pirzada è stata tra le diciassette attiviste segnalate da Lizzo, durante la cerimonia dei People’s Choice Awards 2022 che presentandola ha dichiarato: Lavora per le donne musulmane per promuovere la giustizia riproduttiva e proteggere la comunità dalla violenza di genere e da sistemi oppressivi nei loro confronti.
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Bologna, oltre 2 milioni di euro dalla Regione contro criminalità e degrado urbano
Bologna, oltre 2 milioni di euro dalla Regione contro criminalità e degrado urbano. Gli street tutor, operatori formati impegnati a prevenire rischi e mediare conflitti in diversi centri storici della regione (Bologna, Imola, Comune Alto Reno Terme, Cattolica), in zona stazione (Parma e Cesena) e in altre aree particolari (Marebello/Bellariva di Rimini). Un’area fitness corpo libero, servita da panchine in legno e tavoli, nell’area verde di via Pio Donati a Modena. Ancora, l’installazione di arredi urbani (incluse telecamere di contesto, rete wi-fi, prese usb e punti di ricarica per biciclette elettriche) a Sorbolo Mezzani, nel parmense. E la riqualificazione urbanistica e sociale di un ex cinema a Sarmato, nel piacentino. Il tutto affiancato da attività di educazione, animazione e sensibilizzazione, rivolte soprattutto ai più giovani, ma anche di aiuto agli anziani, con il contributo di compagnie teatrali, per difendersi da eventuali truffe. Sono 26 gli Accordi di programma sottoscritti nel corso del 2022 dalla Regione con i territori per la sicurezza urbana, la prevenzione della criminalità e del disordine urbano. Accordi che possono contare quest’anno su oltre 2,6 milioni di euro di contributi regionali (su un investimento complessivo che supera i 3,3 milioni) per i progetti di 21 Comuni, 4 Unioni e una Università (Bologna). “Rinnoviamo anche quest’anno il nostro impegno sulle politiche per la sicurezza urbana – sottolinea il presidente della Regione Stefano Bonaccini – affiancando il lavoro portato avanti quotidianamente da Istituzioni, magistratura, forze dell’ordine, Polizie locali. I numeri del Ministero dell’Interno dimostrano un calo costante, negli anni, di fenomeni criminosi sul nostro territorio, ma l’impegno deve essere costante, in un dialogo continuo coi cittadini e i territori, lavorando assieme agli enti locali. E’ infatti importante anche la percezione di sicurezza delle persone, la convivenza civile e partecipata, soprattutto negli ambiti urbani e nei luoghi più frequentati, per questo intendiamo rafforzare il lavoro per una sicurezza di prossimità costruita insieme alla comunità”. Il “filo rosso” che accomuna i progetti è la prevenzione integrata. Un termine tecnico per dire che non esiste un intervento a favore della sicurezza urbana che possa realizzarsi senza mettere insieme, in modo adeguato e coordinato, interventi di tipo diverso: il recupero urbano, l’intervento di riqualificazione e fisico sui luoghi, la prevenzione sociale e comunitaria, il coinvolgimento attivo delle comunità, la mediazione dei conflitti, la promozione culturale e l’intervento sulle relazioni sociali. A questi due momenti, si aggiunge la necessaria azione di controllo e vigilanza rispetto alla criminalità da parte delle Polizie nazionali e locali. In provincia di Bologna vengono realizzati 5 progetti (di cui uno con l’Università), finanziati dalla Regione con 368.900 euro; nel modenese i progetti sono 4, con un intervento regionale di 412.000 euro; 5 nel reggiano, con 537.000 euro di contributi; per la provincia di Parma i progetti sono 2, sostenuti dalla Regione con 228.000 euro. Tre quelli nel piacentino, con contributi per 258.000 euro, altri due nel ferrarese (215.000 euro dalla Regione). In provincia di Forlì-Cesena viene realizzato un progetto, con 150.000 euro di contributi; un altro in provincia di Ravenna, sostenuto dalla Regione con 141.000 euro. Infine, tre progetti in provincia di Rimini (con 336.500 euro di sostegno). ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠️
AA. VV.
L’ESEMPIO DI SPARTA
Storia, eredità e mito di una Civiltà immortale
Quello di Sparta è un mito senza tempo, capace di illuminare i secoli e fornire perenni linee di vetta. Fonte di ispirazione per guerrieri, filosofi e rivoluzionari, Lacedemone ha tracciato un solco unico e irripetibile: dalla totalità organica del suo ordinamento alla ferrea educazione dell’Agoghé; dall’essenziale austerità del suo stile di vita alla centralità comunitaria delle sue istituzioni; dalla celebre potenza della sua falange alla formidabile tempra dei suoi soldati.
Il presente testo – che raccoglie saggi, immagini e citazioni – vuole essere uno strumento di analisi storica ed un contributo alla Formazione di sé, nel solco di una Weltanschauung eroica, marziale e solare.
Dinanzi al livellamento globalista, alla devirilizzazione del “pensiero debole” e allo sradicamento iconoclasta della “cancel culture”, si rende necessaria una potente “cultura delle origini” che attinga alla memoria ancestrale della nostra Civiltà.
Con i contributi di Marco Scatarzi, Maurizio Rossi, Pino Rauti, Comunità Sportiva Nemeton, Comunità Militante Raido, Rutilio Sermonti, Nello Gatta, Adriano Scianca.
INFORMAZIONI & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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Cultura ed educazione
C'è un legame profondo fra educazione e cultura da mettere al centro degli indirizzi delle politiche cittadine. Quello che siamo dipende in grande parte dalle esperienze che facciamo, dai luoghi che visitiamo, dagli incontri con "gli altri" che avvengono anche attraverso l'arte, luogo di un potenziale confronto con l'alterità. Può essere grazie all'arte che incontriamo qualcosa o qualcuno che differisce da noi, dai nostri modi di pensare e ragionare. Può essere grazie all'arte che ci educhiamo a scardinare le chiusure identitarie e le "paure dei barbari", per dare forza a un processo emancipazione che alimenta il senso critico. Per farlo serve però una nuova utopia pedagogica e comunitaria, proprio nei prossimi anni, alle soglie di un isolamento che dovrebbe averci insegnato qualcosa. Dobbiamo riscoprire le dichiarazioni "massimaliste", innamorate, fondative di chi ha reimmaginato da capo una società in cui vivere: 1947, Piccolo Teatro di Milano: «Un teatro necessario come la metropolitana e i vigili del fuoco». 1953, Théâtre Nationale Populaire di Parigi: «il teatro sia un servizio pubblico come l’acqua, il gas e la luce». Riportando questi nodi nella città di oggi: dobbiamo potenziare o ricostruire il legame fra cultura, arte ed educazione. Ogni istituzione e istituto culturale e artistico, dai più grandi a quelli indipendenti, dovrebbe porsi il problema dell'educazione, articolando percorsi di relazione strutturali con studenti e giovani, ovviamente trovando negli indirizzi delle politiche culturali ed educative delle sponde e delle occasioni di sostegno; d'altro canto ogni istituto educativo, formativo e scolastico dovrebbe generare relazioni non occasionali con chi opera nell'arte e nella cultura. Servono ovviamente azioni di sistema a livello nazionale, noi possiamo indicare la via, sperimentando in città. «Così abbiamo capito cos'è l'arte. È voler male a qualcuno o a qualche cosa. Ripensarci sopra a lungo. Farsi aiutare dagli amici in un paziente lavoro di squadra. Pian piano viene fuori quello che di vero c'è sotto l'odio. Nasce l'opera d'arte: una mano tesa al nemico perché cambi». Don Lorenzo Milani, Lettere a una professoressa, 1967
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Minori in difficoltà: fidati dell’affido, c‘è chi ha bisogno
Minori in difficoltà: fidati dell’affido, c‘è chi ha bisogno
La Fondazione comunitaria della Valle d’Aosta promuove un progetto pilota. L’obiettivo è coinvolgere i cittadini e trovare genitori (a termine) per bimbi in difficoltà. Incontri aperti a tutti per presentare il programma incentrato su educazione e sostegni source
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A volte si tratta di riscoprire prima di tutto la gioia e la ricchezza del camminare insieme: in questo frastagliato orizzonte la Rete di Cooperazione Educativa “C’è speranza se accade @” (nata intorno al pensiero e all’amicizia di Mario Lodi e Gianfranco Zavalloni, ma anche alla pedagogia critica, tra gli altri, di don Lorenzo Milani, Maria Montessori, Célestin Freinet…), la redazione di Comune e l’Asilo Bosco Caffarella promuovono due giorni a Roma (sabato 6 e domenica 7 ottobre) di scambio e approfondimento all’interno di “Fabbrica di Roma ReAct”, festival multidisciplinare promosso dall’associazione Comunitaria all’ex Cartiera Latina (Via Appia antica 42). A questa iniziativa, parteciperà anche Lunaria, con un laboratorio sul
“Come possiamo creare un mondo nuovo dal basso nei territori dove viviamo e nelle scuole che frequentiamo ogni giorno? La scuola e più in generale l’educazione sono destinati soltanto a imitare il proprio tempo? È evidente: abbiamo bisogno di un apprendimento diverso e diffuso oltre le pareti delle classi, aperto al territorio e al mondo, per creare prima di tutto comunità di ricerca e sperimentare pedagogie interculturali. Esperienze, reti e libri dimostrano che, nonostante gli ostacoli, è comunque possibile e che non serve per forza attendere interventi dall’alto”. Qui di seguito il programma delle iniziative organizzate da Rete di Cooperazione Educativa, la redazione di Comune e Bosco Caffarella, nell’ambito di “Miraggi migranti”, alcuni laboratori e momenti di approfondimento rivolti a insegnanti, educatori e genitori dedicati ai nessi che legano accoglienza, condivisione ed educazione.
All’interno di Miraggi Migranti, domenica 7 ottobre, sarà promossa anche la videoproiezione del film “La mia classe” (di Daniele Gaglianone con Valerio Mastandrea nelle parti del maestro di una classe di immigrati, un viaggio tra finzione cinematografica e realtà). Interverrà Gino Clemente, sceneggiatore del film. La partecipazione a questa seconda iniziativa, fortemente legata ai temi di Miraggi migranti, sarà libera e gratuita.
SABATO 6
1) Lunaria. Prevenzione del razzismo (sab 6, ore 15/18) Alcuni casi esemplari (maturati dall’esperienza del Libro bianco sul razzismo e da Cronachediordinariorazzismo.org
2) Cemea. Le forme del gioco dal singolare al plurale (sab 6, ore 15/18) La lingua come contesto educativo
3) Asinitas. Fare scuola, fare pensiero, fare anima (sab 6, ore 15/18) La narrazione come strumento educativo
4) Ass. Altramente. Io leggo, dunque sono (sab 6, ore 15/18) Pezzettini (festa della lettura) tutto l’anno
5) Caritas di Roma (…) (sab 6, ore 15/18)
DOMENICA 7
6) Lìscìa Sulle tracce di Tik (dom 7, ore 10/13) Laboratorio di ludopedagogia “Tik” è un’assemblea politica, una ricerca e una sperimentazione che dal 2016 Liscìa porta avanti sul tema delle migrazioni con il metodo della ludopedagogia (giocare per conoscere conoscere per trasformare)
7) Ass. Matura Infanzia/Circ. G. Rodari La radio-scuola (dom 7, ore 10/13) Una radio per fare scuola fra oralità, tecnologia e scrittura Inventare, produrre, comunicare i saperi attraverso centri d’interesse, apprendimento cooperativo e grammatiche fantastiche. La radio-scuola fra oralità, tecnologia e scrittura
8) ZaLab. Flying Roots. Video partecipativo (dom 7, ore 10/13) La percezione delle identità, l’altro, lo straniero Videoproiezione dedicata a un progetto di cinema sociale che si è svolto nel quartiere Esquilino, dedicato ad adolescenti per lo più di seconda generazione.
9) Movimento di Cooperazione Educativa Il nome (dom 7, ore 10/13) Un buon avvio d’accoglienza di una persona è fare spazio nella testa al suo nome Il nome porta una confidenza e la confidenza porta a sentirsi a casa, anche quando la tua casa è lontana. Nel nostro nome rileggiamo storie familiari, gli affetti più intimi, l’infanzia. Ma ogni nome rimanda anche a una “cultura” e a una storia collettiva. Un viaggio tra gestualità, narrazioni, manipolazione di materiali e uso di linguaggi teatrali
10) Roberta Ventura. Alfabetizzazione al conflitto (dom 7, ore 10/13) Sperimentiamo la gestione nonviolenta del conflitto (interpersonale e sociale) Cosa si intende per “conflitto”? Da cosa nasce e a quali conseguenze può portare? Laboratorio/training con attività e giochi di simulazione sul conflitto a livello micro (relazioni interpersonali) e macro (quello che J. Galtung definisce “violenza strutturale”) e sulla gestione nonviolenta del conflitto secondo D. Dolci (laboratori di maieutica)
11) Anna Maria Bruni. L’altro di me (dom 7, ore 10/13) Tre ore di laboratorio teatrale per scoprire se stessi attraverso gli altri Siamo tutti connessi. Di più, ognuno è parte dell’altro. Dentro lo specchio io posso vedere una moltiplicazione esponenziale di me, che come cerchi nell’acqua appartengono al mio centro come io appartengo a loro. Posso lasciarmi incantare dal mio aspetto, preoccuparmene e occuparmene, e posso guardare oltre. Lo specchio è lì… Un laboratorio teatrale per scoprire se stessi attraverso giochi di relazione
12) Sabrina D’Orsi. Vivere semplice (dom 7, ore 10/13) Un incontro con l’autrice del libro “Vivere semplice. Con i figli, con se stessi” Un momento di confronto sulla necessità che i genitori facciano la loro parte a proposito di educazione interculturale, accoglienza, inclusione sociale, solidarietà con le scelte degli insegnanti.
13) Liberi Nantes. Pietralata open, giochi in campo (dom 7, pomeriggio) Giochi, sport, divertimento per tutti e tutte, migranti e non, grandi e piccoli Al campo Campo Sportivo XXV Aprile, Pietralata: un pomeriggio di giochi in campo. Una giornata all’insegna del gioco e del divertimento per tutte e tutti, bambini compresi. Palla in campo e giochi a sorpresa. Nel corso dell’iniziativa saranno presentati i risultati del nostro progetto Erasmus+ S(up)port Refugees Integration interamente dedicato alle donne migranti coinvolte con diverse discipline sportive
Per partecipare è necessario prenotarsi in anticipo (proposta quota/donazione di 10 euro a laboratorio-incontro, 15 euro per due laboratori-incontri, uno il sabato e uno la domenica). È possibile prenotare – a partire da martedì 11 settembre – con PAYPAL oppure con un BONIFICO (l’IBAN IT58X0501803200000000164164; Banca Pop. Etica, Roma; nella causale bisognerà indicare il numero di laboratorio-incontro scelto). Subito dopo occorre inviare una email a [email protected] segnalando nome, cognome, numero e titolo del laboratorio-incontro (per l’evento numero “13” promosso da Liberi Nantes, l’unico non ospitato all’ex Cartiera Latina di Via Appia antica, non occorre la prenotazione ma molta voglia di mettersi in gioco).
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Alexander Langer e il suo tentativo di decalogo per la convivenza
Alexander Langer e il suo tentativo di decalogo per la convivenza È stato scritto 23 anni fa. Tanto per capire quanto l'emergenza non sia un'emergenza e quanto tempo abbiamo perso nel non cercare soluzioni. E, come tutti gli scritti di Langer, è attualissimo. (1.11.1994, Arcobaleno TN) 1. La compresenza pluri-etnica sarà la norma più che l'eccezione; l'alternativa è tra esclusivismo etnico e convivenza Situazioni di compresenza di comunità di diversa lingua, cultura, religione, etnia sullo stesso territorio saranno sempre più frequenti, soprattutto nelle città. Questa, d'altronde, non è una novità. Anche nelle città antiche e medievali si trovavano quartieri africani, greci, armeni, ebrei, polacchi, tedeschi, spagnoli... La convivenza pluri-etnica (1), pluri-culturale, pluri-religiosa, pluri-lingue, pluri-nazionale... appartiene dunque, e sempre più apparterrà, alla normalità, non all'eccezione. Ciò non vuol dire, però, che sia facile o scontata, anzi. La diversità, l'ignoto, l'estraneo complica la vita, può fare paura, può diventare oggetto di diffidenza e di odio, può suscitare competizione sino all'estremo del "mors tua, vita mea". La stessa esperienza di chi da una valle sposa in un'altra valle della stessa regione, e deve quindi adattarsi e richiede a sua volta rispetto e adattamento, lo dimostra. Le migrazioni sempre più massicce e la mobilità che la vita moderna comporta rendono inevitabilmente più alto il tasso di intreccio inter-etnico ed inter-culturale, in tutte le parti del mondo. Per la prima volta nella storia si può - forse - scegliere consapevolmente di affrontare e risolvere in modo pacifico spostamenti così numerosi di persone, comunità, popoli, anche se alla loro origine sta di solito la violenza (miseria, sfruttamento, degrado ambientale, guerra, persecuzioni...). Ma non bastano retorica e volontarismo dichiarato: se si vuole veramente costruire la compresenza tra diversi sullo stesso territorio, occorre sviluppare una complessa arte della convivenza. D'altra parte diventa sempre più chiaro che gli approcci basati sull'affermazione dei diritti etnici o affini - p.es. nazionali, confessionali, tribali, "razziali" - attraverso obiettivi come lo stato etnico, la secessione etnica, l'epurazione etnica, l'omogeneizzazione nazionale, ecc. portano a conflitti e guerre di imprevedibile portata. L'alternativa tra esclusivismo etnico (comunque motivato, anche per auto-difesa) e convivenza pluri-etnica costituisce la vera questione-chiave nella problematica etnica oggi. Che si tratti di etnie oppresse o minoritarie, di recente o più antica immigrazione, di minoranze religiose, di risvegli etnici o di conflittualità inter-etnica, inter-confessionale, inter-culturale. La convivenza pluri-etnica può essere percepita e vissuta come arricchimento ed opportunità in più piuttosto che come condanna: non servono prediche contro razzismo, intolleranza e xenofobia, ma esperienze e progetti positivi ed una cultura della convivenza. 2. Identità e convivenza: mai l'una senza l'altra; nè inclusione nè esclusione forzata "Più chiaramente ci separeremo, meglio ci capiremo": c'è oggi una forte tendenza ad affrontare i problemi della compresenza pluri-etnica attraverso più nette separazioni. Non suscitano largo consenso i "melting pots", i crogiuoli dichiaratamente perseguiti come obiettivo (ad esempio negli USA), e non si contano le sollevazioni contro assimilazioni più o meno forzate. Al tempo stesso si incontrano movimenti per l'uguaglianza, contro l'emarginazione e la discriminazione etnica, per la pari dignità. Non hanno dato buona prova di sè nè le politiche di inclusione forzata (assimilazione, divieti di lingue e religioni, ecc.), nè di esclusione forzata (emarginazione, ghettizzazione, espulsione, sterminio...). Bisogna consentire una più vasta gamma di scelte individuali e collettive, accettando ed offrendo momenti di "intimità" etnica come di incontro e cooperazione inter-etnica. Garanzia di mantenimento dell'identità, da un lato, e di pari dignità e partecipazione dall'altro, devono integrarsi a vicenda. Ciò richiede, naturalmente, che non solo le regole pubbliche e gli ordinamenti, ma soprattutto le comunità interessate so orientino verso questa opzione di convivenza. 3 Conoscersi, parlarsi, informarsi, inter-agire: "più abbiamo a che fare gli uni con gli altri, meglio ci comprenderemo" La convivenza offre e richiede molte possibilità di conoscenza reciproca. Affinché possa svolgersi con pari dignità e senza emarginazione, occorre sviluppare il massimo possibile livello di conoscenza reciproca. "Più abbiamo a che fare gli uni con gli altri, meglio ci comprenderemo", potrebbe essere la controproposta allo slogan separatista sopra ricordato. Imparare a conoscere la lingua, la storia, la cultura, le abitudini, i pregiudizi e stereotipi, le paure delle diverse comunità conviventi è un passo essenziale nel rapporto inter-etnico. Una grande funzione la possono svolgere fonti di informazioni comuni (giornali, trasmissioni, radio, ecc. inter-culturali, pluri-lingui, ecc.), occasioni di apprendimento o di divertimento comune, frequentazioni reciproche almeno occasionali, possibilità di condividere - magari eccezionalmente - eventi "interni" ad una comunità diversa dalla propria (feste, riti, ecc.), anche dei semplici inviti a pranzo o cena. Libri comuni di storia, celebrazioni comuni di eventi pubblici, forse anche momenti di preghiera o di meditazione comune possono aiutare molto ad evitare il rischio che visioni etnocentriche si consolidino sino a diventare ovvie e scontate. 4. Etnico magari sì, ma non a una sola dimensione: territorio, genere, posizione sociale, tempo libero e tanti altri denominatori comuni Ha la sua legittimità, e talvolta forse anche le sue buone ragioni, l'organizzazione etnica della comunità, delle differenti comunità: purchè sia scelta liberamente, e non diventi a sua volta integralista e totalitaria. Quindi dovremo accettare partiti etnici, associazioni etniche, club etnici, spesso anche scuole e chiede etniche. Ma è evidente che se si vuole favorire la convivenza più che l'(auto-) isolamento etnico, si dovranno valorizzare tutte le altre dimensioni della vita personale e comunitaria che non sono in prima linea a carattere etnico. Prima di tutto il comune territorio e la sua cura, ma anche obiettivi ed interessi professionali, sociali, di età... ed in particolare di genere; le donne possono scoprire e vivere meglio obiettivi e sensibilità comuni. Bisogna evitare che la persona trascorra tutta la sua vita e tutti i momenti della sua giornata all'interno di strutture e dimensioni etniche, ed offrire anche altre opportunità che di norma saranno a base inter-etnica. E' essenziale che le persone si possano incontrare e parlare e farsi valere non solo attraverso la "rappresentanza diplomatica" della propria etnia, ma direttamente: quindi è assai rilevante che ogni persona possa godere di robusti diritti umani individuali, accanto ai necessari diritti collettivi, di cui alcuni avranno anche un connotato etnico (uso della lingua, tutela delle tradizioni, ecc.); non tutti i diritti collettivi devono essere fruiti e canalizzati per linee etniche (p.es. diritti sociali - casa, occupazione, assistenza, salute... - o ambientali). 5. Definire e delimitare nel modo meno rigido possibile l'appartenenza, non escludere appartenenze ed interferenze plurime Normalmente l'appartenenza etnica non esige una particolare definizione o delimitazione: è frutto di storia, tradizione, educazione, abitudini, prima che di opzione, volontà, scelta precisa. Più rigida ed artificiosa diventa la definizione dell'appartenenza e la delimitazione contro altri, più pericolosamente vi è insita la vocazione al conflitto. L'enfasi della disciplina o addirittura dell'imposizione etnica nell'uso della lingua, nella pratica religiosa, nel vestirsi (sino all'uniforme imposta), nei comportamenti quotidiani, e la definizione addirittura legale dell'appartenenza (registrazioni, annotazioni su documenti, ecc.) portano in sè una insana spinta a contarsi, alla prova di forza, al tiro alla fune, all'erezione di barricate e frontiere fisiche, alla richiesta di un territorio tutto e solo proprio. Consentire e favorire, invece, una nozione pratica più flessibile e meno esclusiva dell'appartenenza e permettere quindi una certa osmosi tra comunità diverse e riferimento plurimo da parte di soggetti "di confine" favorisce l'esistenza di "zone grigie", a bassa definizione e disciplina etnica e quindi di più libero scambio, di inter-comunicazione, di inter-azione. Evitare ogni forma legale per "targare" le persone da un punto di vista etnico (o confessionale, ecc.) fa parte delle necessarie misure preventive del conflitto, della xenofobia, del razzismo. L'autodeterminazione dei soggetti e delle comunità non deve partire dalla definizione delle proprie frontiere e dei divieti di accesso, bensì piuttosto dalla definizione in positivo dei propri valori ed obiettivi, e non deve arrivare all'esclusivismo ed alla separatezza. Deve essere possibile una lealtà aperta a più comunità, non esclusiva, nella quale si riconosceranno soprattutto i figli di immigrati, i figli di "famiglie miste", le persone di formazione più pluralista e cosmopolita. 6. Riconoscere e rendere visibile la dimensione pluri-etnica: i diritti, i segni pubblici, i gesti quotidiani, il diritto a sentirsi di casa La compresenza di etnie, lingue, culture, religioni e tradizioni diverse sullo stesso territorio, nella stessa città, deve essere riconosciuta e resa visibile. Gli appartenenti alle diverse comunità conviventi devono sentire che sono "di casa", che hanno cittadinanza, che sono accettati e radicati (o che possono mettere radici). Il bi- (o pluri-)linguismo, l'agibilità per istituzioni religiose, culturali, linguistiche differenti, l'esistenza di strutture ed occasioni specifiche di richiamo e di valorizzazione di ogni etnia presente sono elementi importanti per una cultura della convivenza. Più si organizzerà la compresenza di lingue, culture, religioni, segni caratteristici, meno si avrà a che fare con dispute sulla pertinenza dei luoghi e del territorio a questa o quella etnia: bisogna che ogni forma di esclusivismo o integralismo etnico venga diluita nella naturale compresenza di segni, suoni e istituzioni multiformi. (Franjo Komarica, vescovo di Banja Luka, cità pluri-etnica a maggioranza serba in Croazia, oggi assai disputata tra serbi e croati, lo dice in modo semplice: "un prato con molti fiori diversi è più bello di un prato dove cresce una sola varietà di fiori".) Faticosamente l'Europa ha imparato ad accettare la presenza di più confessioni che possono coesistere sullo stesso territorio e non puntare a dominare su tutti e tutto o ad espellersi a vicenda: ora bisogna che lo stesso processo avvenga esplicitamente a proposito di realtà pluri-etnica; convivere tra etnie diverse sullo stesso spazio, con diritti individuali e collettivi appropriati per assicurare pari dignità e libertà a tutti, deve diventare la regola, non l'eccezione. 7 . Diritti e garanzie sono essenziali ma non bastano; norme etnocentriche favoriscono comportamenti etnocentrici Non si creda che identità etnica e convivenza inter-etnica possano essere assicurate innanzitutto da leggi, istituzioni, strutture e tribunali, se non sono radicate tra la gente e non trovano fondamento in un diffuso consenso sociale; ma non si sottovaluti neanche l'importanza di una cornice normativa chiara e rassicurante, che garantisca a tutti il diritto alla propria identità (attraverso diritti linguistici, culturali, scolastici, mezzi d'informazione, ecc.), alla pari dignità (attraverso garanzie di piena partecipazione, contro ogni discriminazione), al necessario autogoverno, senza tentazioni annessionistiche in favore di qualcuna delle comunità etniche conviventi. In particolare appare assai importante che situazioni di convivenza inter-etnica godano di un quadro di autonomia che spinga la comunità locale (tutta, senza discriminazione etnica) a prendere il suo destino nelle proprie mani ed obblighi alla cooperazione inter-etnica, tanto da sviluppare una coscienza territoriale (e di "Heimat") comune: ciò potrà contribuire a scoraggiare tentativi di risolvere tensioni e conflitti con forzature sullo "status" territoriale (annessioni, cambiamenti di frontiera, ecc.). E non si dimentichi che leggi e strutture fortemente etnocentriche (fondate cioè sulla continua enfasi dell'appartenenza etnica, sulla netta separazione etnica, ecc.) finiscono inevitabilmente ad inasprire conflitti e tensioni ed a generare o rafforzare atteggiamenti etnocentrici, mentre - al contrario - leggi e strutture favorevoli alla cooperazione inter-etnica possono incoraggiare ed irrobustire scelte di buona convivenza. 8. Dell'importanza di mediatori, costruttori di ponti, saltatori di muri, esploratori di frontiera. Occorrono "traditori della compattezza etnica", ma non "transfughi" In ogni situazione di coesistenza inter-etnica si sconta, in principio, una mancanza di conoscenza reciproca, di rapporti, di familiarità. Estrema importanza positiva possono avere persone, gruppi, istituzioni che si collochino consapevolmente ai confini tra le comunità conviventi e coltivino in tutti i modi la conoscenza, il dialogo, la cooperazione. La promozione di eventi comuni ed occasioni di incontro ed azione comune non nasce dal nulla, ma chiede una tenace e delicata opera di sensibilizzazione, di mediazione e di familiarizzazione, che va sviluppata con cura e credibilità. Accanto all'identità ed ai confini più o meno netti delle diverse aggregazioni etniche è di fondamentale rilevanza che qualcuno, in simili società, si dedichi all'esplorazione ed al superamento dei confini: attività che magari in situazioni di tensione e conflitto assomiglierà al contrabbando, ma è decisiva per ammorbidire le rigidità, relativizzare le frontiere, favorire l'inter-azione. Esplosioni di nazionalismo, sciovinismo, razzismo, fanatismo religioso, ecc. sono tra i fattori più dirompenti della convivenza civile che si conoscano (più delle tensioni sociali, ecologiche o economiche), ed implicano praticamente tutte le dimensioni della vita collettiva: la cultura, l'economia, la vita quotidiana, i pregiudizi, le abitudini, oltre che la politica o la religione. Occorre quindi una grande capacità di affrontare e dissolvere la conflittualità etnica. Ciò richiederà che in ogni comunità etnica si valorizzino le persone e le forze capaci di autocritica, verso la propria comunità: veri e propri "traditori della compattezza etnica", che però non si devono mai trasformare in transfughi, se vogliono mantenere le radici e restare credibili. Proprio in caso di conflitto è essenziale relativizzare e diminuire le spinte che portano le differenti comunità etniche a cercare appoggi esterni (potenze tutelari, interventi esterni, ecc.) e valorizzare gli elementi di comune legame al territorio. 9. Una condizione vitale: bandire ogni violenza. Nella coesistenza inter-etnica è difficile che non si abbiano tensioni, competizione, conflitti: purtroppo la conflittualità di origine etnica, religiosa, nazionale, razziale, ecc. ha un enorme potere di coinvolgimento e di mobilitazione e mette in campo tanti e tali elementi di emotività collettiva da essere assai difficilmente governabile e riconducibile a soluzioni ragionevoli se scappa di mano. Una necessità si erge pertanto imperiosa su tutte le altre: bandire ogni forma di violenza, reagire con la massima decisione ogni volta che si affacci il germe della violenza etnica, che - se tollerato - rischia di innescare spirali davvero devastanti e incontrollabili. Ed anche in questo caso non bastano leggi o polizie, ma occorre una decisa repulsa sociale e morale, con radici forti: un convinto e convincente no alla violenza. 10. Le piante pioniere della cultura della convivenza: gruppi misti inter-etnici Un valore inestimabile possono avere in situazioni di tensione, conflittualità o anche semplice coesistenza inter-etnica gruppi misti (per piccoli che possano essere). Essi possono sperimentare sulla propria pelle e come in un coraggioso laboratorio pionieristico i problemi, le difficoltà e le opportunità della convivenza inter-etnica. Gruppi inter-etnici possono avere il loro prezioso valore e svolgere la loro opera nei campi più diversi: dalla religione alla politica, dallo sport alla socialità del tempo libero, dal sindacalismo all'impegno culturale. Saranno in ogni caso il terreno più avanzato di sperimentazione della convivenza, e meritano pertanto ogni appoggio da parte di chi ha a cuore l'arte e la cultura della convivenza come unica alternativa realistica al riemergere di una generalizzata barbarie etnocentrica. (testo riveduto nel novembre 1994) ___________________________________________ 1) Il termine "etnico", "etnia" viene usato qui come il più comprensivo delle caratteristiche nazionali, linguistiche, religiose, culturali che definiscono un'identità collettiva e possono esasperarla sino all'etnocentrismo: l'ego-mania collettiva più diffusa oggi. (fonte)
È stato scritto 23 anni fa. Tanto per capire quanto l’emergenza non sia un’emergenza e quanto tempo abbiamo perso nel non cercare soluzioni. E, come tutti gli scritti di Langer, è attualissimo. (1.11.1994, Arcobaleno TN) 1. La compresenza pluri-etnica sarà la norma più che l’eccezione; l’alternativa è tra esclusivismo etnico e convivenza Situazioni di compresenza di comunità di diversa lingua,…
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Festival “1, 2, 3… Stella!”: Alessandria Celebra la Giornata Internazionale dei Diritti dell'Infanzia
Dal 18 al 23 novembre, eventi e laboratori per bambini e famiglie tra Borgo Rovereto, Spinetta Marengo e il Quartiere Cristo, per promuovere inclusione e diritti dei più piccoli.
Dal 18 al 23 novembre, eventi e laboratori per bambini e famiglie tra Borgo Rovereto, Spinetta Marengo e il Quartiere Cristo, per promuovere inclusione e diritti dei più piccoli. Alessandria si prepara a festeggiare la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia con il festival “1, 2, 3… Stella!”, un’iniziativa dedicata ai bambini e alle loro famiglie, che si terrà dal 18 al 23 novembre…
#1 2 3 Stella#Alessandria cultura#Alessandria eventi#Alessandria sociale.#Alessandria today#ASL AL#Associazione Cultura e Sviluppo#bambini e famiglie#Borgo Rovereto#Cambalache#celebrazione infanzia#Centro Gioco Il Bianconiglio#Cissaca#Compagnia Teatrale Stilema#consultorio famigliare#CrescereInsieme#Cultura Alessandria#diritti dei bambini#diversità culturale#educazione comunitaria#educazione e inclusione#Eventi Gratuiti#festival diritti infanzia#FONDAZIONE COMPAGNIA DI SAN PAOLO#Francofoni Uniti#Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia#Google News#Inclusione sociale#italianewsmedia.com#laboratori creativi
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Un pomeriggio di multilinguismo a Londra con il Laboratorio gratuito di Ambarabà
Di Pietro Nigro @ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND Un Pomeriggio di Multilinguismo a Londra con il Laboratorio Gratuito per Genitori ed Educatori Italiani organizzato dal Comites di Londra e dalla comunità di Ambarabà. Se sei un genitore o un educatore nella comunità italiana di Londra e vuoi scoprire il magico mondo del multilinguismo, allora segna la data: il 15 ottobre è la giornata da non perdere! Il Comites Londra in collaborazione con la comunità di Ambarabà ti invitano a un workshop interattivo e gratuito dedicato al multilinguismo. L'evento, parte della XXIII Settimana della Lingua e Cultura Italiana nel Mondo, si svolgerà dalle 14.30 alle 16.30 presso gli spazi Inca-GGIL, situati al numero 124 di Canonbury Road, Londra (N1 2UT). Questo laboratorio segue una serie di webinar organizzati dal Comites di Londra per supportare le famiglie italiane nel Regno Unito e in tutto il mondo nel loro percorso di educazione dei figli in ambienti multilingue. Durante questi webinar, esperti del settore hanno condiviso le loro conoscenze e risposto alle domande dei genitori. La novità di questo incontro? Sarà un'occasione per incontrarsi di persona anziché virtualmente. A guidare il workshop ci saranno Carmen Silvestri dell'University of Essex e Giulia Pepe dell'University of Westminster, due ricercatrici ed esperte in didattica dell'italiano come lingua comunitaria e lingua d'origine. Durante il laboratorio, genitori ed educatori avranno l'opportunità di partecipare a discussioni e riflessioni sulle pratiche linguistiche in famiglia e nei contesti educativi, con un focus speciale sul mantenimento dell'italiano. Sarà un momento unico per imparare dagli altri partecipanti e per ottenere consigli dagli esperti del settore. Durante la sessione, verranno progettati giochi e attività per coltivare le abilità linguistiche dei bambini e promuovere un profondo apprezzamento per la lingua e la cultura italiane. Alla fine del workshop, i partecipanti avranno riflettuto sulla loro esperienza di multilinguismo, condiviso esperienze con altre famiglie ed educatori, e avranno imparato a progettare attività per il mantenimento dell'italiano come lingua d'origine. Un altro punto forte di questo evento è la sua natura multilingue: il workshop sarà condotto sia in inglese che in italiano, per garantire che tutti possano partecipare pienamente. ... Continua a leggere su www. Read the full article
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PIANO STRATEGICO DELLA METROCITY Continuano i tavoli tematici
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/piano-strategico-della-metrocity-continuano-i-tavoli-tematici/
PIANO STRATEGICO DELLA METROCITY Continuano i tavoli tematici
PIANO STRATEGICO DELLA METROCITY Continuano i tavoli tematici
PIANO STRATEGICO DELLA METROCITY Continuano i tavoli tematici Lente Locale
R. & P.
Piano Strategico della Città Metropolitana. Grande risposta, in termini di partecipazione e contenuti, per i primi tre tavoli tematici che accompagnano la redazione del Piano Strategico della Città Metropolitana I tavoli tematici su “Beni Culturali e Paesaggio”, “Tutela e sostenibilità ambientale” e “Agricoltura”, che si sono svolti nei giorni scorsi a Palazzo Alvaro, hanno consentito di far emergere elementi rilevanti al fine di orientare le scelte del Piano Strategico ed hanno contribuito fattivamente a riaffermare la capacità della comunità metropolitana, nelle sue varie espressioni, di creare sinergie al passo con le potenzialità del nuovo modello di governance. Soggetti istituzionali e tutto il mondo locale for e non profit, con la collaborazione degli esperti del Piano Strategico, sono stati protagonisti di significativi momenti di partecipazione, aperti ed efficaci, su settori di rilievo per il futuro della Città Metropolitana. Il ciclo di incontri, che proseguirà nelle prossime settimane, si è aperto dando spazio a riflessioni e visioni comuni sul patrimonio culturale e sul paesaggio della Città Metropolitana. Il tavolo, che si è proposto come luogo in cui individuare nuove progettualità da far confluire nel Piano, ha posto l’attenzione sulla necessità di costruire una vision e di individuare temi utili alla costruzione di un’identità “metropolitana” su cui avviare un processo di valorizzazione e di promozione, sostenibile e inclusiva, riferita non soltanto ai beni culturali o paesaggistici quanto all’intera comunità. Al centro delle riflessioni, oltre ai “beni convenzionali” già riconoscibili e soggetti a forme di tutela e circuiti di fruizione consolidati, soprattutto quelle risorse culturali e paesaggistiche che, per difficoltà di accessibilità e fruizione, vivono una condizione di fragilità e che difficilmente possono essere riconosciute come patrimonio. Per esaltare tali potenzialità endogene, in una logica di sistema e di gestione integrata, occorre una visione progettuale futura a cui accompagnare meccanismi che rendano il patrimonio culturale produttore di economia: partendo dalla comunicazione, per poi passare dalla formazione degli operatori fino alla introduzione di elementi di innovazione. Analoga prova di dialogo, condivisione e fiducia tra stakeholder e Città Metropolitana, nel quadro del Piano Strategico, è stata offerta nel corso del confronto sulla tutela e sostenibilità ambientale. Anche su questo tema il Piano deve individuare traiettorie che sostengano l’ambiente come asse principale di sviluppo della Città Metropolitana, e come chiave identitaria del territorio. L’atto di indirizzo deve lavorare su depurazione e rifiuti, su economia del riciclo, sul consumo del suolo e rigenerazione urbana, su rischio idrogeologico e sismico. È necessario, proprio in questa direzione, dialogare con la pianificazione urbanistica e con i privati che investono nel territorio e attivare interventi di educazione e conoscenza ambientale, nonché avviare un rinnovamento delle competenze delle risorse umane. Importanti sinergie progettuali, da veicolare mediante un disegno strategico comune e condiviso, hanno caratterizzato anche il terzo tavolo tematico dedicato al confronto su agricoltura, agroalimentare e forestale Questo terzo tavolo, ha dato ulteriori indicazioni e proposte da approfondire nei prossimi incontri: dal marketing territoriale alla specializzazione per la costruzione di nuove filiere e il rilancio delle esistenti, dalla multifunzionalità del mondo rurale alla promozione delle eccellenze del territorio. Il processo partecipativo proseguirà con nuove occasioni di ascolto, sia in modalità diretta convocando i singoli stakeholder per ulteriori approfondimenti che attraverso nuovi tavoli. La Città Metropolitana intende portare a sintesi le visioni e le riflessioni condivise durante gli incontri tematici per costruire una strategia che definisca prospettive di crescita concrete e realizzabili e che consenta, inoltre, di proporre ai tavoli della nuova programmazione comunitaria 21/27 una progettualità definita con cui attivare le risorse necessarie per creare opportunità di sviluppo. Le discussioni future dovranno, altresì, individuare soluzioni e prospettive per la governance dei processi di attuazione di tale progettualità.
PIANO STRATEGICO DELLA METROCITY Continuano i tavoli tematici Lente Locale
PIANO STRATEGICO DELLA METROCITY Continuano i tavoli tematici Lente Locale
R. & P. Piano Strategico della Città Metropolitana. Grande risposta, in termini di partecipazione e contenuti, per i primi tre tavoli tematici che accompagnano la redazione del Piano Strategico della Città Metropolitana I tavoli tematici su “Beni Culturali e Paesaggio”, “Tutela e sostenibilità ambientale” e “Agricoltura”, che si sono svolti nei giorni scorsi a Palazzo […]
PIANO STRATEGICO DELLA METROCITY Continuano i tavoli tematici Lente Locale
Gianluca Albanese
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Presentato il calendario Cites 2023 dell’Arma dei Carabinieri
Presentato il calendario Cites 2023 dell’Arma dei Carabinieri. Si è svolta ieri presso la “Casa del Cinema di Roma” la presentazione del Calendario CITES 2023, alla presenza del Gen. C.A. Antonio Pietro Marzo, Comandante delle Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri. Il tema centrale che l'edizione 2023 del Calendario, la cui realizzazione è stata curata dal Raggruppamento Carabinieri Cites, si propone di diffondere è rappresentato dal significativo valore conservazionistico di dodici specie in via di estinzione tutelate dalla Convenzione di Washington, alcune mai trattate prima, e di altrettante Aree naturali protette del Mondo dove queste specie vivono e vengono protette. Luoghi dai quali spesso vengono strappate per essere avviate al commercio illegale: il bracconaggio e il prelievo illegale sono le prime piaghe che affliggono queste specie, pratiche condotte spesso con mezzi e dinamiche distruttivi per gli animali e le piante. Nelle tavole del calendario, si illustrano le peculiarità naturalistiche e paesaggistiche delle dodici aree protette dei diversi continenti, primo baluardo di conservazione della biodiversità animale e vegetale, ad ognuna delle quali è associata una specie dai particolari connotati biologici ed etologici con l’indicazione delle cause che ne minacciano l’estinzione. La CITES (Convenzione per il Commercio Internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione) è una convenzione internazionale, firmata a Washington ed entrata in vigore il 1° luglio del 1975, alla quale attualmente aderiscono 184 Stati, che sottopone il commercio internazionale di esemplari di determinate specie, vivi, morti o parti di esse, a specifici controlli. Lo scorso anno 7.100 i controlli eseguiti, mentre le sanzioni elevate sono state pari a 9 milioni e 500mila euro. 588 i controlli invece nel settore del commercio internazionale di legname. Il Raggruppamento Carabinieri CITES con i suoi 35 Nuclei, 11 Distaccamenti in area doganale ed una Sezione Operativa Centrale nell'ambito del Reparto Operativo, sovrintende alle attività previste dalla normativa nazionale e comunitaria di attuazione della Convenzione con attività di certificazione, controllo e di polizia giudiziaria. Il Calendario CITES dei Carabinieri rappresenta un’opportunità significativa per la sensibilizzazione del grande pubblico e la diffusione della cultura sui temi della conservazione, anche al fine di promuovere una diffusa azione di educazione ambientale con particolare riguardo alla popolazione scolastica. Il progetto del Calendario, che rientra fra le attività realizzate nell'ambito della convenzione sull'attuazione della Convenzione di Washington in atto con il Ministero della Transizione Ecologica, ha visto la preziosa collaborazione dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato per la stampa e la grafica e del Ministero dell'Economia e delle Finanze, che lo ha inserito nell'ambito degli interventi educativi-divulgativi meritevoli di essere sostenuti. Diversi i videomessaggi inviati da Parchi nazionali dei diversi continenti nel corso dell’evento che è stato moderato dal Prof. Francesco Petretti e al quale ha partecipato, tra gli altri, la Dott.ssa Isabella Pratesi – International Conservation director – WWF Italia.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Osservazioni - proposte di Legambiente al PSC, 8 agosto 2002
Il presente documento venne realizzato dal Circolo Legambiente di Petilia Policastro. come contributo dell’associazione per la realizzazione del Piano Strutturale Comunale, che non venne realizzato, solo da pochi anni il PRG, molte osservazioni, sono purtroppo molto attuali..
AREA (Ex) VERDE TANGENZIALE
PIANO STRUTTURALE COMUNALE
PETILIA POLICASTRO (KR)
Osservazioni, Proposte, Valutazioni
Premessa
Abusivismo Edilizio
Valorizzazione del territorio e Parco Nazionale della Sila
Parchi Pubblici e Territoriali
Elettrosmog
Le Acque
Premessa
Il Circolo Legambiente di Petilia Policastro partecipa alla Conferenza di Pianificazione, contribuendo alla formazione del Piano Strutturale Comunale, così come prescritto dalla Legge Regionale del 16 aprile 2002, N.19 – norme per la tutela, governo e uso del territorio- . La presente nota nasce dopo un’attenta lettura del “Documento preliminare”; poiché sono assenti in tale documento alcuni aspetti di dettaglio, elaborati grafici, il circolo si riserva di esprimere ulteriori osservazioni nella fase di pubblicazione del P.S.C. La Legge Urbanistica della Calabria, deliberata dopo un iter lungo e travagliato, ha introdotto importanti aspetti innovativi a cui si deve attenere il P.S.C.: definisce una pianificazione territoriale che si deve basare sul principio generale della “sostenibilità ambientale dello sviluppo” e ha tra le finalità: “un uso appropriato delle risorse ambientali, naturali, territoriali e storico culturali” (art. 1 “oggetto della legge”). Dopo una lunga attesa, quasi un trentennio, anche Petilia Policastro, come gli altri Comuni contermini, potrà avere l’auspicato Piano Regolatore Comunale, oggi definito dalla nuova legge: “Piano Strutturale Comunale”. Una domanda che è ricorrente nella cittadinanza: “Ha ancora senso il piano regolatore, dopo il dilagare dell’abusivismo edilizio che dagli anni ’70 ha portato ad un saccheggio del territorio, ad un abnorme consumo di suolo e di risorse economiche ? Certamente si, se la scelta pianificatoria, che nascerà anche grazie all’apporto delle forze economiche – sociali, sarà in grado di dare una prospettiva di sviluppo ad un territorio in cui è ripresa con drammaticità l‘emorragia dell’emigrazione e il continuo depauperamento delle risorse ambientali.
Osservazioni, proposte, valutazioni
1. Abusivismo Edilizio
Lo spinoso problema dell’abusivismo già oggetto del P.S.C., che sarà approfondito attraverso un “Programma di recupero degli insediamenti abusivi” (P.R.A.), dovrà attenersi agli obiettivi generali della Pianificazione Territoriale Urbanistica (art. 3 della L.R. n.19/2002):
· Promuovere un ordinato sviluppo del territorio
· Migliorare la qualità della vita e la salubrità degli insediamenti urbani
· Ridurre e mitigare l’impatto degli insediamenti sui sistemi naturali e ambientali
· Promuovere e la salvaguardia, la valorizzazione ed il miglioramento delle qualità ambientali
· Prevedere l’utilizzazione di nuovo territorio solo quando non sussistano alternative derivanti dalla sostituzione dei tessuti insediativi esistenti, ovvero dalla loro riorganizzazione e riqualificazione
Inoltre nell’individuazione delle aree soggette al P.R.A. si dovrà tener conto del seguente principio fondamentale (art.36, comm.2, lett. b, della L.R. n.19/2002):
· Rispettare gli interessi di carattere storico, artistico, archeologico, paesistico, ambientale, idrogeologico
Quindi un’attenzione particolare nell’azione di risanamento per tutte quelle aree sottoposte a vincolo: storico-artistico, ambientale (D.L. n.490/99), idrogeologico, al Piano di Assetto Idrogeologico, siti di importanza comunitaria, non risparmiate dall’abusivismo che in diversi casi ha interessato suoli demaniali. Un primo intervento di riqualificazione del territorio urbano dovrà partire dalla “salvaguardia dei pochi spazi urbani rimasti inedificati e destinarli a verde” (criteri indicati dal Consiglio Comunale delib. n.31/96). Importante sarà la tutela e il recupero del centro storico, anche come luogo e risorsa di valore testimoniale, caratterizzato in questi ultimi anni da un progressivo degrado e spopolamento. Il recupero degli insediamenti abusivi e del centro storico potrebbe soddisfare le esigenze abitative per il prossimo decennio, senza dover oggi individuare nuove aree di espansione edilizia. Ci appare eccessivo il fabbisogno abitativo di n.656 nuove costruzioni quando si assiste ad un netto declino della popolazione e allo scempio degli “scheletri di mattoni”.
2. Valorizzazione economica del territorio di Petilia Policastro legata alla presenza dell’area protetta del Parco Nazionale della Sila
La presenza del Parco Nazionale della Sila costituisce un’occasione di sviluppo , forse “unica”, per il territorio di Petilia Policastro. Pertanto occorre offrire soluzioni alternative a quelle tradizionali legate essenzialmente ad insediamenti residenziali (è provata l’inutilità delle seconde case, incapaci di generare un apporto all’economia locale) o ad esempio ad impianti di risalita ad alto impatto ambientale, non compatibili con l’esistenza di un’area protetta. Giudichiamo positivamente che il P.S.C. abbia recepito le linee fondamentali del PIT “12 Sila Crotonese”, per uno sviluppo ecocompatibile e per la valorizzazione ed il rilancio dei prodotti locali agricoli e zootecnici. A tali linee guida si dovrebbe attenere il Parco della Neve individuato in località Principe, dar spazio allo sci di fondo utilizzando i tracciati dell’ex ferrovia della SO.FO.ME.. Il circolo Legambiente di Petilia da diversi anni promuove per il nostro territorio un turismo naturalistico - scolastico. Ricordiamo il progetto per la realizzazione di un Centro di Educazione Ambientale – Centro Visitatori, proposto nel 1999 all’Amministrazione Comunale, recuperando la ex caserma forestale sita nel Villaggio Principe; il progetto di un campo estivo naturalistico per gli studenti alla S.Spina. Inoltre riteniamo importante la valorizzazione dell’area di Vaccarizzo, indicata da anni come “porta del parco”, con strutture ricettive, centro di accoglienza per i visitatori, anche attraverso la realizzazione di un orto botanico nell’area della caserma forestale. Infine, noi chiediamo che le aree montane escluse nel corso della perimetrazione del Parco Nazionale della Sila siano indicate come possibili aree di ampliamento del Parco.
3. Parchi Pubblici e Territoriali
Si coglie favorevolmente la volontà di dotare il nostro Comune di due parchi pubblici territoriali:
· Il Parco fluviale del Soleo – Tacina, che sarà accolto favorevolmente da tutti coloro: cittadini, associazioni, enti, che hanno come principale interesse la tutela e la valorizzazione dell’ambiente fluviale, anche attraverso la costituzione di una associazione per il Parco Fluviale.
· Parco della Neve a Principe, v.s.
Il circolo propone un ulteriore parco:
Il Parco delle Grotte Basiliane di San Demetrio, per la loro importanza storico-religiosa, geomorfologica-paesaggistica.
Tutela di altre aree di valore paesaggistico –ambientale
Non intendiamo fornire un elenco, anche perché sarebbe incompleto, ma intendiamo indicarne solo alcune che necessitano di una maggiore tutela, alcune sono già vincolate:
L’area di Giardino
Zona della “Punta della serpe”
Il torrente Cropa
Le grotte carsiche di “Cerratuddu”
I pini secolari del Vill. Principe (individuando un’ampia fascia di rispetto)
I castagni secolari di Musco-Ferro
5. Elettrosmog
Sin dal 1998 il nostro circolo ha condotto una battaglia per impedire inizialmente l’installazione e successivamente per la rimozione dell’antenna TIM di loc. Canalette. Pertanto si chiede di individuare nel P.S.C. aree idonee per l’installazione di antenne per telefonia mobile, che siano al di fuori dei centri abitati e dai luoghi di particolare pregio ambientale-paesaggistico.
6. Le Acque
La Legge Urbanistica della Calabria ha introdotto nell’ambito della pianificazione urbanistica il concetto di “Valutazione di sostenibilità e di impatto ambientale” da realizzarsi anche attraverso una verifica di compatibilità che accerti che gli usi e le trasformazioni del territorio siano compatibili con i sistemi naturalistico-ambientali, insediativi e relazionali. Tale verifica trova applicazione nelle modalità d’intervento della pianificazione strutturale ed operativa ed è rivolta tra l’altro a “perseguire la sostenibilità degli interventi antropici rispetto alla quantità e qualità delle acque superficiali e sotterranee, alla criticità idraulica del territorio ed all’approvvigionamento idrico, alla capacità di smaltimento dei reflui , ai fenomeni di dissesto idrogeologico e di instabilità geologica, alla riduzione ed alla prevenzione del rischio sismico, al risparmio e all’uso ottimale delle risorse energetiche e delle fonti rinnovabili” (art.10,comma 2, lett. a, L.R. n.19/2002). Una valutazione “preventiva” della sostenibilità ambientale, nel rispetto della normativa dell’Unione Europea e della Repubblica. Un articolo che trova applicazione in tutti quei processi di trasformazione che potrebbero comportare un uso non sostenibile del territorio. La nostra associazione ha condotto una lunga battaglia contro un progetto “non sostenibile”: il progetto Enel –Soleo, che da un ventennio minaccia di alterare definitivamente non solo l’assetto idrogeologico – ambientale del territorio, ma di pregiudicare la perdita di una risorsa idrica preziosa per il suo uso plurimo. Chiediamo che nel P.S.C., nelle sue linee di indirizzo, sia esclusa ogni possibilità di derivazione delle acque del fiume Soleo e dei suoi affluenti, un fiume che per il suo valore ambientale è stato inserito nei siti di interesse comunitario.
Petilia Policastro, 08 / 08 / 2002 Per il Consiglio Direttivo Luigi Concio
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