#educazione nei Nidi
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NATURALmente al NIDO: Giochi ed Esperimenti per i Più Piccoli a Casale Monferrato
Laboratori per bambini 0-3 anni, uniti ai valori di sostenibilità e solidarietà, nel cuore del Festival della Virtù Civica.
Laboratori per bambini 0-3 anni, uniti ai valori di sostenibilità e solidarietà, nel cuore del Festival della Virtù Civica. Il prossimo 19 novembre alle ore 16:30, presso il Salone Tartar in Piazza Castello a Casale Monferrato, si terrà NATURALmente al NIDO, un’iniziativa dedicata ai bambini dai 0 ai 3 anni e alle loro famiglie. L’evento si inserisce nel calendario del Festival della Virtù…
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Bologna, Patto per il Lavoro e per il Clima. Asili nido: obiettivo 'Emilia-Romagna, regione della conoscenza e dei saperi'
Bologna, Patto per il Lavoro e per il Clima. Asili nido: obiettivo 'Emilia-Romagna, regione della conoscenza e dei saperi'. Il 40% delle bambine e dei bambini 0-3 anni in Emilia-Romagna va al nido. Un servizio reso gratuito in montagna e nelle aree interne, con ben 2.350 nuovi posti creati per abbattere le liste d'attesa. E poi l'approccio alla lingua inglese, attività sempre più diffusa nelle strutture di tutto il territorio. La rete dei servizi educativi e delle scuole per l'infanzia è il tema dell'approfondimento che si può trovare online da oggi sul nuovo sito tematico dedicato al Patto per il Lavoro e per il Clima, sottoscritto dalla Regione nel 2020 con oltre 60 tra istituzioni e forze economiche e sociali. Con notizie, video e una campagna social che raccontano gli obiettivi e le politiche realizzate negli ultimi quattro anni, spiegandone anche l'impatto sulla società emiliano-romagnola. Investire sulla rete dei servizi educativi e delle scuole per l'infanzia è una delle linee di intervento condivise con i firmatari del Patto per il Lavoro e il Clima nell'obiettivo 'Emilia-Romagna, regione della conoscenza e dei saperi'. Nel documento si indica con chiarezza la necessità di sviluppare e rafforzare la rete dei servizi 0-6 anni, assicurando che siano accessibili a tutte le bambine e i bambini e diffusi su tutto il territorio regionale attraverso l'abbattimento progressivo delle liste d'attesa e il costo a carico delle famiglie, alzando la qualità dell'offerta dell'intero sistema integrato, anche estendendo le esperienze di avvicinamento alla lingua inglese nei nidi e nelle scuole d'infanzia. D'altra parte, l'Emilia-Romagna è un pezzo fondamentale della storia italiana in questo settore. È la regione in cui sono nati i primi nidi comunali, quella delle materne studiate in tutto il mondo, in cui grandi pedagogisti hanno dimostrato che la scuola dell'inclusione e dell'innovazione didattica genera innovazione sociale. Si può anche dire che, se il sistema socioeconomico ha raggiunto performance di eccellenza nel Paese e in Europa, un merito va anche al modello educativo per l'infanzia realizzato qui in oltre mezzo secolo. Soprattutto cura ed educazione di qualità per lo sviluppo cognitivo e sociale dei bambini fin dalla prima infanzia. Ma anche conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e opportunità di emancipazione delle donne favorendo la loro partecipazione al mondo del lavoro che in Emilia-Romagna, storicamente, registra uno dei tassi più alti del Paese. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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GIULIANA CECCARELLI
Rete nazionale degli assessori alla gentilezza
Assessore alla Gentilezza di Pesaro (PU)
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Secondo lei qual è il compito di un assessore con delega alla gentilezza?
Una sorta di rieducazione alla capacità di instaurare rapporti diretti con le persone con cui ci relazioniamo, sensibilizzando in particolare le giovani generazioni al recupero del rispetto reciproco.
La gentilezza cosa può contribuire a prevenire?
Innanzitutto la violenza e l'uso incontrollato delle parole d'odio. Per questo dobbiamo individuare e fornire gli strumenti per recuperare la capacità di instaurare rapporti sani ed equilibrati. Insegnare, in particolare, la conoscenza critica dei nuovi media: i ragazzi li usano tantissimo ma spesso sono inconsapevoli degli effetti che questi possono provocare a livello cognitivo, affettivo e di capacità relazionale.
In cosa può essere considerato innovativo l’assessorato alla gentilezza?
Nel rieducare al senso di umanità nei rapporti. Io ho da 6 anni la delega alla Crescita (= Educazione e Istruzione) e credo sia fondamentale, ai fini educativi, riappropriarci della voglia di esserci in un contesto di crescita (famiglia, scuola, centri di gioco e aggregazione, ecc.) per capire la bellezza della condivisione sia dei momenti felici che di quelli più difficili.
La prima reazione che ha avuto quando ha saputo di avere ricevuto la delega alla gentilezza?
Piacevole, perché per me ha significato la comprensione del mio sindaco per il lavoro che già sto portando avanti.
Come può la gentilezza contribuire al benessere di una Comunità locale?
Perché ci permette di tornare a parlare di sentimenti, di valori, di emozioni e alla traduzione delle emozioni in Parola.
La parola gentile che pronuncia più spesso?
Grazie.. per favore... scusa...
In che modo la gentilezza può contribuire a crescere un bambino felice?
Un bambino è felice quando cresce attorniato da persone che si prendono cura di lui con indicazioni, suggerimenti, consigli coerenti (es. della coppia genitoriale), mostrando affetto, offrendogli un ambiente stabile e sicuro (v. nidi e scuole ben organizzate) e interessandosi alla sua vita.
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Leggi le altre testimonianze di Sindaci e Assessori che stanno lavorando per costruire comunità più umane e positive
Guarda il programma della Rete nazionale degli assessori alla gentilezza
Partecipa con il tuo Comune - coinvolgi la tua comunità nella gentilezza
#politica#Mezzopieno#rete nazionale degli assessori alla gentilezza#comuni gentili#giornata nazionale dei giochi della gentilezza
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Ipsia Siderno, il 25 Gennaio Open Day con sfilata di Moda
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/ipsia-siderno-il-25-gennaio-open-day-con-sfilata-di-moda/
Ipsia Siderno, il 25 Gennaio Open Day con sfilata di Moda
Ipsia Siderno, il 25 Gennaio Open Day con sfilata di Moda
Ipsia Siderno, il 25 Gennaio Open Day con sfilata di Moda Lente Locale
SIDERNO- Sabato 25 Gennaio, con inizio alle ore 16.00, l’I.P.S.I.A. di Siderno/Locri aprirà le sue porte agli allievi delle scuole secondarie di primo grado del comprensorio ed alle loro famiglie, nonché a quanti vogliano visitarne gli attrezzati laboratori e ricevere informazioni sull’offerta formativa dell’Istituto, che di anno in anno, si arricchisce di nuovi ed interessanti percorsi di studio, molto promettenti sotto il profilo dei futuri sbocchi occupazionali.
L’Open Day dell’IPSIA, con la consueta “sfilata” di abiti realizzati ed indossati dalle studentesse del Corso ”Produzioni tessili e sartoriali, Abbigliamento e Moda” (Industria ed Artigianato per il Made in Italy), è organizzato in concomitanza con lo svolgimento delle procedure di iscrizione telematica (in scadenza il prossimo 31 gennaio) per la scelta dell’Istituto superiore da frequentare nel prossimo anno scolastico e per le quali la Segreteria dell’Istituto fornisce adeguato supporto.
L’Istituto intende così offrire un “saggio” delle attività formative e didattiche promosse al suo interno, far conoscere i percorsi di alternanza scuola/lavoro che in questa tipologia di scuola iniziano sin dal secondo anno di studi, ma soprattutto informare in merito agli sbocchi professionali garantiti dal conseguimento del diploma quinquennale, quest’ultimo utile pure per l’accesso ai corsi dell’Istruzione Tecnica Superiore e a qualsiasi corso di studio universitario.
Molto ricca è la dotazione laboratoriale attualmente esistente all’interno della scuola, che dispone di un’ampia gamma di dispositivi e di strumentazioni, recentemente ammodernata grazie all’impiego di fondi comunitari. L’Istituto dispone di numerosi Laboratori, ossia: Laboratori di Elettrotecnica e di Elettronica, Meccanici e di manutenzione/riparazione dell’autoveicolo, Sartoriali, Chimico-Microbiologico, Odontotecnici, di Fisica, Scientifici, Linguistici, “Fab Lab”, quest’ultimo munito di stampanti 3/D di ultima generazione, nonché Laboratori informatici e aule dotate di lavagne interattive multimediali (LIM), ed altri Ambienti di apprendimento tecnologicamente attrezzati, come la Palestra e l’Aula Magna.
L’I.P.S.I.A. di Siderno/Locri si è di fatto trasformato in un qualificato Istituto d’Istruzione Superiore (I.I.S.), con al suo interno percorsi di studio dell’Istruzione Professionale unitamente a percorsi di studi dell’Istruzione Tecnica ed ha assunto le caratteristiche di vero e proprio “polo tecnico professionale”, grazie alla presenza di nuovi indirizzi di studio finalizzati alla formazione di competenze professionali più confacenti alle richieste del mondo del lavoro. L’ampio ventaglio di opzioni, dai potenziali migliori sbocchi occupazionali, discende dall’aver ottenuto l’autorizzazione ad istituire nuovi corsi di studio, alcuni dei quali rappresentano una vera novità nel panorama scolastico del territorio di riferimento, in quanto trattasi di percorsi di studio attualmente inesistenti nel distretto scolastico nel quale ricade questo Istituto. Una delle novità più significative dell’Offerta Formativa, già in vigore nel corrente anno scolastico, è rappresentata dalla possibilità di frequentare i nuovi indirizzi di studio del settore Tecnologico (quest’ultimo rientrante nei percorsi di studi degli Istituti Tecnici), ossia: “Elettronica ed Elettrotecnica -nelle sue due articolazioni: “Elettronica ed Automazione”, con sbocchi lavorativi nel settore dell’elettronica, dell’informatica, della robotica e dell’automazione industriale.
Molto articolata ed eterogenea è l’intera offerta formativa della Scuola, caratterizzata dai seguenti indirizzi di studio tipici dell’Istituto Professionale, e precisamente: 1) Manutenzione e assistenza tecnica (negli ambiti: Elettrico/Elettronico, Sistemi energetici e Meccanica; 2) Industria e artigianato per il Made in Italy (Abbigliamento e Moda); 3) Arti Ausiliarie delle Professioni Sanitarie (Odontotecnico e Ottico); a questi si aggiungono i seguenti indirizzi, ossia: 1) “Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale”, con importanti sbocchi lavorativi per il neodiplomato che sia interessato, in particolare, agli studi medico biologici delle professioni legate al mondo sanitario, le quali negli anni a venire saranno le meno interessate dalla crisi occupazionale. In sostanza: il tipo di formazione ideale per chi intende svolgere una qualsiasi professione in campo sanitario, specie nell’ambito infermieristico, farmaceutico, riabilitativo, tecnico sanitario, dell’assistenza sociale e della prevenzione (con possibili impieghi in ospedali, case di cura, strutture riabilitative e di assistenza, asili nidi, ecc.);
2)“Servizi Culturali e dello Spettacolo”, corso di studi che risponde all’interesse di una parte significativa dell’utenza scolastica verso sbocchi lavorativi tipici dell’industria audiovisiva, radiofonica, dello spettacolo e della riproduzione fotografica. Si pensi ad attività come quella di cineoperatori addetti alla produzione di cortometraggi, di spot pubblicitari, di documentari, ecc., quindi, con sbocchi lavorativi nel settore audiovisivo per la produzione di film, documentari, pubblicità, news, programmi televisivi e radiofonici e delle riprese di spettacoli o di eventi.In sostanza,tale corso di studi è finalizzato a formare un Tecnico che produce, edita e diffonde in maniera autonoma immagini e suoni, adattandoli ai diversi mezzi di comunicazione e canali di fruizione: dal cinema alla televisione, dallo smartphone al web, dai “social” all’editoria e agli spettacoli dal vivo e ogni altro evento di divulgazione culturale; 3) “Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane” che mira a far acquisire competenze relative alla produzione, valorizzazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, agroindustriali e forestali e nella gestione dei sistemi di allevamento e acquacoltura; 4) “Gestione delle acque e risanamento ambientale”, corso dalle significative potenzialità lavorative e finalizzato a formare figure professionali munite di competenze specifiche relative alla gestione delle acque, delle reti idriche e fognarie, degli impianti di depurazione, capaci di affrontare tecnicamente le problematiche relative alla salvaguardia dell’ambiente, alle attività di risanamento ed alla tutela della salute, per dare concrete risposte in termini di sostenibilità ambientale a intere aree del nostro territorio.
Altra significativa NOVITA’: già attivi dal corrente anno scolastico i corsi serali per Adulti negli Indirizzi: “Industria ed Artigianato per il Made in Italy “ e “Manutenzione ed Assistenza Tecnica”,al fine di venire incontro alle esigenze di un’utenza costituita da studenti lavoratori e da quanti hanno la necessità di conseguire un idoneo titolo di studio che possa agevolare il oro inserimento o miglior inquadramento nel mondo del lavoro; dal prossimo anno scolastico sarà possibile frequentare, anche in orario serale, un nuovo corso di studi, dalle potenzialità lavorative molto ampie, ossia: “Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale”. Molteplici, infatti, gli sbocchi professionali del diplomato in “Servizi per la sanità e l’assistenza sociale”. A titolo esemplificativo: all’interno delle strutture sociali in qualità di assistente sociale, operatore nei centri sociali per anziani e per persone che seguono percorsi di recupero psicologico, operatore in case di riposo, educatore di comunità e nelle case circondariali, operatore per l’integrazione sociale, operatore di consultori, assistente domiciliare e presso strutture sanitarie, pubbliche o private. Come pure nelle strutture educative in qualità di operatore per l’infanzia in asili, ludoteche, atelier per la prima infanzia, centri socio-ricreativi per minori o animatore di feste per l’infanzia e di turismo sociale. Ed anche nelle strutture sanitarie: in qualità di animatore e sostegno psicologico in ospedali/ospedali pediatrici/case di riposo. E sarà possibile svolgere (ancor di più con una laurea breve) le professioni di infermiere professionale, pediatrico, ostetrico, logopedista, puericultore, operatore neuro-psico-motorio. La preparazione maturata in tale corso di studi consentirà inoltre l’accesso a qualsiasi corso di Laurea. In particolare alle seguenti Facoltà: Scienze della Società e del Servizio Sociale (Assistente Sociale), Scienze della Formazione-Educazione, Psicologia, Sociologia, e quelle abilitanti alle professioni Sanitarie (Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, Logopedia, Fisioterapia, Dietistica, Podologia, Tecniche di Radiologia, Tecniche Audiometriche).
Tutti gli studenti che conseguono il Diploma dell’Istituto Professionale, qualunque sia l’indirizzo prescelto, oltre a poter accedere ai corsi dell’Istruzione Tecnica Superiore e a tutti i Corsi di Laurea, possono accedere ai percorsi di studio e di lavoro propedeutici all’iscrizione agli albi delle professioni tecniche. Possono altresì accedere al ruolo dell’insegnamento in qualità di Insegnante Tecnico-Pratico, nonché, sempre nell’ambito dell’istruzione pubblica o privata, al ruolo di Assistente Tecnico di Laboratorio. A conferma del fatto che la revisione degli ordinamenti dei Professionali (D.Lgs. n. 61/2017) ha inteso individuare in tale tipologia vere e proprie scuole dell’innovazione che forniscano agli studenti reali opportunità per l’ingresso nel mondo del lavoro.
Ipsia Siderno, il 25 Gennaio Open Day con sfilata di Moda Lente Locale
Ipsia Siderno, il 25 Gennaio Open Day con sfilata di Moda Lente Locale
SIDERNO- Sabato 25 Gennaio, con inizio alle ore 16.00, l’I.P.S.I.A. di Siderno/Locri aprirà le sue porte agli allievi delle scuole secondarie di primo grado del comprensorio ed alle loro famiglie, nonché a quanti vogliano visitarne gli attrezzati laboratori e ricevere informazioni sull’offerta formativa dell’Istituto, che di anno in anno, si arricchisce di nuovi ed interessanti […]
Ipsia Siderno, il 25 Gennaio Open Day con sfilata di Moda Lente Locale
Antonella Scabellone
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Confondere il piacere con la ferocia. Uomini & donne: una lotta continua. Su “Scene di violenza coniugale” (Elena Serra rielabora Gérard Watkins)
Forse una delle tendenze spontanee della mente umana è quella di ridurre i problemi complessi a spiegazioni semplici e definitive. Ci vuole un enorme lavoro su noi stessi e verso la realtà per studiare qualcosa senza cedere alla tentazione della risposta pronta, della soluzione che sacrifica le sfumature e le ambiguità insite in una cosa o in un fenomeno. Tra questi problemi che si tende a semplificare, potremmo far rientrare la violenza dell’uomo sulla donna e della donna sull’uomo. Essa è infatti normalmente spiegata con il ricorso ad alcune facili spiegazioni razionali: fattori sociali ed economici, mancanza di educazione, scarsa empatia, attacchi di follia, l’egoismo, o le passioni come l’ira e l’invidia. Nella rielaborazione di Elena Serra di Scene di violenza coniugale di Gérard Watkins, prodotto con i comuni sforzi del Teatro Stabile di Torino, del Teatro di Dioniso e di PAV-Fabulamundi, il tema della violenza maschile e femminile è invece affrontato in modo da metterne in risalto il mistero del suo accadere.
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La vicenda ha per protagonisti due coppie di diversa estrazione sociale, etnica, biografica e culturale. Abbiamo da un lato la puericultrice Annie Bardel e il fotografo Pascal Frontin, dall’altro la studentessa Rachida Hammad e il meccanico/spacciatore Liam Merinol. Dopo aver mostrato il loro casuale incontro e il successivo corteggiamento, Watkins immagina che le due coppie decidano di andare a convivere in due appartamenti diversi, ma siti nello stesso palazzo, anzi addirittura che si incrocino senza volerlo, il giorno in cui vanno a visitare lo spazio insieme alla loro futura affittuaria. Poco alla volta, però, i nidi d’amore di Annie/Pascal e Rachida/Liam si trasformano in luoghi di incubo. Gli uomini arrivano a picchiare le loro donne, che alla fine fuggiranno esasperate dai loro familiari e tenteranno, con l’aiuto di psicologi e altri operatori sociali, di superare il trauma della violenza subìta, per cominciare a costruirsi una nuova vita.
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Si potrebbe apparentemente pensare che questa vicenda di Watkins si situi su un piano realistico, così come che la violenza nasca e si esaurisca a causa della stretta convivenza. In realtà, il drammaturgo ambienta Scene di violenza coniugale in uno spazio astratto. La sua principale indicazione registica consiste, infatti, nel collocare tutti i personaggi nello medesimo spazio scenico, dunque nel mostrarli sempre insieme anche prima che arrivino a incontrarsi fisicamente per visitare i loro futuri appartamenti. Lo spettatore assiste così alla messa in atto di un “principio di irrealtà”. Lo spazio e il tempo mostrano in simultanea i dialoghi tra le due coppie che, secondo le regole del realismo, dovrebbero invece accadere in due luoghi e momenti distinti. Il principio è fondamentale per allontanare soprattutto lo spettatore dal caso di cronaca, che pure è sullo sfondo di Scene di violenza coniugale – sia Watkins che Serra hanno del resto attinto a casi giudiziari e altre fonti analoghe per costruire la loro performance. Le situazioni create dal drammaturgo e dalla regista sono piuttosto artifici teatrali, che intendono riflettere su casi singoli per studiare la violenza in universale.
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Watkins suggerisce, inoltre, che la violenza che pure raggiunge il suo apice nello spazio domestico covava già prima in forme più subdole e discrete. I dialoghi tra le due coppie nelle fasi di incontro e corteggiamento mostrano spesso, infatti, che esse si trovano immerse in un contesto violento, o che si comportano violentemente a parole e nei fatti. Valgano due esempi. Pascal e Annie si conoscono in una stazione dei treni in cui si vede un bagaglio abbandonato, che genera nei due il timore di un attacco terroristico e che la coppia prova a scongiurare prima chiamando la polizia, che riattaccherà con violenta indifferenza il telefono, poi tentando di bloccare i passeggeri in uscita da un treno che, increduli, li spingono via con forza. Liam invece confessa a Rachita, mentre immagina la sua felicità futura nella loro vita in comune, di essere disposto a «spaccare i denti» di chiunque dovesse arrivare un giorno a minacciare il loro idillio.
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La scelta di collocare i personaggi nello stesso spazio-tempo e dentro uno sfondo di generalizzata violenza mostra pertanto che, per Watkins, le differenze che intercorrono tra le due coppie sono del tutto trascurabili. A prescindere che siano ricchi o poveri, umili o borghesi, in formazione o in carriera, intelligenti o ingenui, sostenuti dalla famiglia o reietti della società, i quattro personaggi sono accomunati dall’abitare uno spazio metafisico dove la violenza pervade ogni gesto e ogni rapporto umano.
La regia di Serra non fa che estendere questo sfondo violento oltre il piano della rappresentazione. Essa lo porta, infatti, fino allo spazio normalmente neutro del pubblico. Serra ambienta lo spettacolo non in un teatro, bensì nel perimetro della sala di un vero palazzo, che si immagina sia il piano in cui si trovano gli appartamenti di Pascal/Annie e di Liam/Rachita, separati in modo del tutto simbolico da pochi oggetti di scena. La scelta registica indica così che dalla violenza non è nemmeno esente il pubblico che assiste allo spettacolo e, obbedendo alla convenzione teatrale, non interviene per fermare gli uomini che picchiano le donne che dicono di amare.
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Alla luce di questo fosco e complesso scenario, ci si potrebbe chiedere che cosa anima i comportamenti violenti di Pascal e Liam, se si è constatato che la ragione non è l’estrazione socio-economica, né l’istruzione, né il carattere e simili fattori. Tenterò un’analisi a partire dalla fine di Scene di violenza coniugale, notando anche un’originale modifica registica di Serra sul testo originale di Watkins. Si diceva che l’opera si conclude con la fuga delle donne dai loro uomini e il loro rifugio nel supporto di familiari, psicologi e altri operatori. Va adesso aggiunto che, dal punto di vista scenico, questo cambio comporta anche una modifica sul piano della rappresentazione. Se prima gli spettatori vedevano le due coppie interagire tra loro, ora essi osservano un abbandono a un loro flusso di coscienza, durante il quale raccontano che cosa hanno provato e pensato sia del loro partner, sia delle ragioni della loro aggressività o della loro acquiescenza alla violenza coniugale. L’originale di Watkins chiude il testo con il monologo “fluttuante” di Annie, che narra di aver simulato la propria morte e un’insperata resurrezione. Ella racconta di aver scavato una fossa, di essersi sdraiata sulla terra, per infine alzarsi e fare ritorno alla casa di famiglia. La versione di Serra cambia invece l’ordine dei flussi di coscienza dei personaggi, mettendo in un’ultima posizione il monologo di Pascal che, nell’originale di Watkins, figurava per primo. Il personaggio si mette qui a nudo e, nel giudicare il suo operato, ammette «freddamente – clinicamente – e sinceramente» che non c’era alcuna ragione del suo operato. Pascal suggerisce al pubblico che occorre «forse anche di sondare il piacere», ossia pensare che egli picchiava Annie per qualcosa di prossimo al nulla, per il puro godimento di farlo: «qui ci sono persone – e ne sono certo – che non hanno alcuna ragione – di fare – quello che fanno – e lo fanno solo per il piacere».
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Ci troviamo così di fronte alla messa in scena dello stesso spettacolo, con un cambiamento considerevole di significato e di accento. Watkins vira la vicenda verso un esito positivo. Nonostante le terribili violenze ricevute dal suo compagno, Annie trova il modo creativo per scongiurare la tragedia passata e per guardare a se stessa con rinnovato amore («mi sono soltanto detta – grazie perché ci sei»). Serra sposta, di contro, Scene di violenza coniugale verso l’enigma vivente, più che sulla dimensione della cura. Se infatti viene messo in rilievo nel finale che tutto quello che si è assistito era per Pascal un puro gioco, o un modo di trovare benessere nel mondo con la sopraffazione e la negazione dell’altro, allora non c’è salvezza e riscatto. La rivelazione finale è che, nella natura umana, esiste l’ineliminabile tendenza a usare violenza per ricavare piacere. E questo tradisce, a conti fatti, un autentico mistero sul comportamento di Pascal, o per estensione su tutta l’umanità. Spiegare la violenza invocando come causa il piacere significa, infatti, che la violenza ha luogo senza causa (sine causa), o meglio per motivazioni futili e illogiche, di per sé del tutto insondabili.
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Questa atroce conclusione getta un’ombra sinistra sul resto della vicenda, persino in personaggi che sembrerebbero essere animati da intenti diversi, o slegati dal godimento della pratica violenta. Stando al suo monologo finale, ad esempio, Liam pare trovare la motivazione della violenza ai danni di Rachita in una carenza d’amore. L’uomo picchia la sua compagna, infatti, perché ha paura di perdere l’affetto che riceve da lei e non aveva mai avuto dai suoi familiari. E quando Rachita rimane incinta, Liam riversa la sua frustrazione e invidia contro il bambino in grembo, considerandolo come una minaccia per la sua solidità psichica. Le sue motivazioni – benché non meno aberranti – parrebbero allora almeno più comprensibili del piacere che è invocato da Pascal a “spiegazione” delle sue azioni. In realtà, si potrebbe sempre ricondurre a questa perversa dimensione edonistica del personaggio anche il comportamento di Liam. La violenza su Rachita quale paradossale rimedio alla carenza d’amore implica, del resto, una fuga dal dolore della solitudine e dell’angoscia, dunque (per converso) una ricerca del piacere. L’Epicureismo pervertito di Pascal vale insomma come regola generale, che non possiamo escludere si applichi potenzialmente anche alle due donne. Annie e Rachita sono state vittime più che carnefici solo per caso. Qualora avessero avuto compagni di vita e di letto diversi da Pascal/Liam, forse sarebbero state loro a esercitare la violenza per il perverso piacere di vedere un uomo soffrire e patire.
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Vorrei evitare con questo ultimo commento un possibile fraintendimento. Si potrebbe obiettare, dopo tutto, che la donna sia per natura un essere angelico e incapace di fare del male, giovandosi magari delle statistiche che mostrano che sono soprattutto gli uomini a usare violenza sul partner. La malvagità risulta allora essere uno specifico maschile e mai femminile. Ora, non voglio affatto negare che i dati statistici ci mostrino uno scenario concreto e indiscutibile: quello in cui sono i maschi a esercitare comportamenti violenti ai danni di mogli o compagne. Ciò che invece metto in discussione, a partire dalla riflessione di Watkins/Serra, è il presupposto ideologico che la tendenza al male sia un portato di genere. Se così fosse, tutti gli uomini sarebbero violenti o malvagi e tutte le donne sarebbero buone/amorevoli, il che è contraddetto dalla semplice esperienza. Bastano pochi casi di non-violenza maschile (si pensi banalmente a Ghandi) e di violenza femminile (che si possono ricostruire a partire da cronache o giornali) per trasformare in un dato storico-culturale quello che di norma si ritiene essere un portato biologico. Gli uomini sono più violenti delle donne in virtù di processi storici e sociali che hanno dato ai primi più potere rispetto alle seconde, quindi più possibilità di praticare il piacere della violenza. Considerato il torbido piacere della violenza che Pascal attribuisce alla natura umana nel suo complesso, bisogna insomma concludere con la ragione che gli atti violenti sono possibili per chiunque, o siano l’espressione di un abisso nero che, purtroppo, si annida in ciascuno di noi.
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Ammesso che l’interpretazione di Scene di violenza coniugale di Watkins e Serra sia plausibile, è forse lecito ricavare due conclusioni su questo mistero della violenza. Da un lato, la vicenda consente di ricavare una conseguenza generale di carattere antropologico. Se prendessimo in blocco tutte le azioni e le asciugassimo per individuare i loro moventi fondamentali, fin quasi a grattare le pareti molli del cervello, non troveremmo alla loro base che due affezioni primitive: o il piacere, o il dolore. La ricerca del godimento e la fuga dalla sofferenza si rivelano essere così, per così dire, due “puri neutri”. I piaceri e i dolori possono animare sia i grandi propositi umanitari, sociali e intellettuali, sia le violenze che nemmeno un dio che per assurdo si interessasse alle vicende umane potrebbe guardare senza orrore.
La seconda conseguenza riguarda l’uso responsabile e morale di queste due affezioni primarie. Se la violenza deriva dalla ricerca del piacere, allora sarà lavorando su quest’ultima, ossia cercando di individuare fini e modalità migliori della sopraffazione per massimizzare il godimento, che forse donne e uomini potranno un giorno arrivare a smettere di prevaricarsi l’un l’altro. Sul piano operativo, questo significa imparare a godere della giustizia, della bellezza, della cura amorevole per l’altro, invece che a praticare queste virtù controvoglia e per dovere. La rivoluzione morale e sociale deve partire da una trasformazione di se stessi, altrimenti si continuerà a confondere il piacere della violenza con il troppo amore, la reazione aggressiva contro chi minaccia la nostra felicità con la fuga dalla carenza affettiva.
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La speranza ricade, forse, su quel manipolo di spettatori che, posto rasente alle mura del palazzo in cui sono ambientate le Scene di violenza coniugale, partecipa sì della pratica violenta, ma non è ancora completamente corrotto – come Pascal e Liam – in ogni sua fibra. Ma per fare ciò, occorrerà per un po’ uscire dal teatro che rappresenta la violenza e trovare nella vita forme di ricerca di godimento nella non-violenza.
Enrico Piergiacomi
[Ringrazio Elena Serra per aver letto il testo in anteprima e averne discusso a lungo, con profitto per entrambi]
*In copertina: una fotografia da “Scene di violenza coniugale”, photo Luigi De Palma (l’immagine è tratta da qui)
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SAN BENEDETTO – Tonino Armata, presidente onorario dell’ associazione Città dei Bambini rivolge un appello al sindaco Pasqualino Piunti, agli assessori Emanuela Carboni e Antonella Baiocchi, alla consigliera comunale Brunilde Crescenzi e a Rita Tancredi, pedagogista comunale e responsabili dei Nidi dell’ Infanzia. L’obiettivo è quello di sensibilizzare l’amministrazione comunale sull’ operatività dell’ “Osservatorio permanente comunale ed adolescenza”, del “Garante dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza” e del “sindaco dei ragazzi” di San Benedetto del Tronto.
Lo fa attraverso una nota stampa che pubblichiamo integralmente.
“L’approvazione del regolamento dell’istituzione dell’“Osservatorio permanente comunale ed adolescenza” -scrive Tonino Armata- così come l’approvazione del regolamento dell’istituzione del “Garante dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza” di San Benedetto del Tronto, si sono svolte nel Consiglio Comunale del primo febbraio 2020. Il cinque marzo 2020, l’amministrazione comunale ha pubblicato il bando per le candidature a ricoprire la carica di Garante dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza, il venti luglio 2019, il Consiglio comunale ha approvato il regolamento per l’istituzione del consiglio comunale dei ragazzi che eleggerà presidente e vicepresidente e poi sindaco e vicesindaco.
Ma, purtroppo, fino ad oggi, nessun componente ha ricevuto la convocazione per nominare il Coordinatore e lo Staff operativo dell’“Osservatorio permanente comunale ed adolescenza”, né la comunicazione dell’incarico del Garante dell’infanzia e dell’adolescenza., né l’istituzione del consiglio comunale dei ragazzi che eleggerà presidente e vicepresidente e poi sindaco e vicesindaco.
Come facente parte dell’ex Staff e oggi componente dell’Osservatorio permanente, desidero far presente che la messa in opera dell’Osservatorio permanente, la nomina del Garante e l’elezione del sindaco dei ragazzi, non sono qualcosa di scarsa importanza. Nemmeno per tutti coloro i quali si sono prodigati a (ri)metterli sui binari per farli (ri)partire e andare lontano.
Come strumento di formazione, come risorsa individuale e collettiva, come forma di circolazione delle conoscenze e delle idee, anche come svago e divertimento, L’Osservatorio Permanente Comunale ed Adolescenza , dobbiamo intenderlo come bene comune. E quindi desidero che lo sia. E desidero immaginarne il futuro anzitutto a partire da questo. Occorre considerare l’Osservatorio permanente una risorsa, per tutti e di tutti i cittadini sanbenedettesi.
L’Osservatorio permanente inteso come ecosistema dell’innovazione culturale e sociale dei minori e degli adolescenti, nella varietà delle sue forme e delle sue articolazioni, nelle sue diversità bibliografiche e nell’estensione dei cittadini che lo abitano. Lo sviluppo dell’età dell’infanzia e quella dell’adolescenza servono molto a trasformare una persona ma il momento decisivo di questa trasformazione, arriva esattamente nei due o tre anni in cui l’adolescenza si trasforma in giovinezza.
Questo intendo con la mia partecipazione di volontario all’Osservatorio permanente. Fatta questa premessa, secondo un mio modesto parere, occorre mettere in campo un piano per l’Infanzia e l’adolescenza. Dai centri estivi ai progetti sperimentali di educazione e di cura messi in campo dal Comune e dal Terzo settore, insieme alla Regione; dal contrasto al digital divide, per assicurare a tutti i bambini e i ragazzi l’accesso agli strumenti digitali, sia a scuola che a casa, al potenziamento immediato dei servizi educativi e scolastici per l’inclusione dei bambini e ragazzi disabili e appartenenti ai gruppi sociali più vulnerabili, per accompagnare le famiglie che dovranno riorganizzarsi in questa nuova fase, senza che i costi di questa “riorganizzazione” ricadano sulle donne.
Come possono l’Osservatorio permanente, il Garante e il sindaco dei ragazzi, se non sono operativi affrontare i problemi che si presentano dopo la chiusura delle scuole? E come verranno organizzate i centri estivi dei minori e degli adolescenti? E come pensare alle riaperture delle scuole pubbliche e paritarie a settembre? E le scuole sono tutte a norma? E come affrontare altri problemi che non sono menzionati in questo elenco? A me piacerebbe che l’Osservatorio permanente, il Garante e il sindaco dei ragazzi, su queste problematiche avessero qualcosa da dire!!! La vera cruna dell’ago -conclude Tonino Armata- sta nell’effettività di questi provvedimenti”.
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Che Spettacolo!!! Questo parco è veramente una meraviglia, sicuramente il migliore Parco faunistico che io abbia visitato.
Con la sua superficie di 0,42 km² di verde il parco è riuscito ad ospitare numerose specie animali provenienti da tutto il mondo, all’interno del parco si trova anche una serra per ospitare piante e animali tropicali che richiedono una temperatura ed una umidità costante.
Gli animali sono immersi al meglio nel loro habitat naturale ricreato nei minimi particolari, gli animali vengono anche stimolati mediante dei giochi.
Dal 1969 ad oggi di strana ne ha fatta ospitando e “Salvando” numerose specie animali in quanto il parco più di una volta ha salvato specie maltrattate dando loro una seconda vita in un’ambiente amorevole e confortevole.
All’interno del parco si respira una tranquillità spettacolare si possono scoltare i vari versi degli animali e alzando gli occhi al cielo si possono scorgere nidi e uccelli che sorvolano in modo completamente libero il parco.
Il personale è molto preparato e attento alla pulizia sia degli animali che del parco, in quest’ultimi anni il parco sta anche creando e perfezionando l’area Educazione.
Il parco è a livello di qualsiasi tipo di famiglie, nel mio caso con due bambini non abbiamo mai avuto un problema sia a livello logistico che di servizi (ristorazione/Toilette).
Come prassi noi opteremo per la soluzione in abbonamento:
CHE COMPRENDE:
– Ingressi illimitati per un anno dalla sottoscrizione (usufruibile a Parco aperto) – L’abbonamento è valido 365 giorni dalla data di sottoscrizione. – Include sconto 20% nei punti ristoro e al negozio Bazar Natura** – Parcheggio gratuito, riservato nel P1 (il più vicino!) con identificativo “Io Sono Abbonato”***
NOTE
* Baby: tutti i visitatori per accedere al Parco devono essere in possesso di un titolo di ingresso, anche i “Baby” (0-5 anni). All’atto della sottoscrizione di un abbonamento Adulto o Famiglia, è indispensabile iscrivere (gratuitamente) anche eventuali Baby. Viene considerata l’età del bambino al momento della sottoscrizione dell’abbonamento.
** Sconto: 20% di sconto presso tutti i punti vendita di Natura Service del Parco Natura Viva (Shop + Ristorazione). Sconto applicabile unicamente su esibizione dell’Abbonamento in corso di validità prima dell’emissione dello scontrino di Natura Service. Offerta non cumulabile con altre in corso.
***Identificativo: l’identificativo adesivo da posizionare sulla propria auto verrà consegnato a coloro che sottoscrivono o rinnovano un abbonamento nella stagione 2019 (dal 14 gennaio 2019 al 6 gennaio 2020)
Per abbonarsi è possibile farso sia all’ingresso del parco che online al questo link
Oltre al parco visitabile a piedi c’è anche la possibilita con lo stesso biglietto/abbonamento di provare l’ebrezza di effettuare un safari in’auto all’interno di un’area ben recintata e protetta che ricrea l’ambiente Africano.
Nei prossimi giorni seguiranno nuovi aggiornamenti e foto con la nostra prima visita del 2019…
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Protected: Parco Natura Viva – Bussolengo (Verona)
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Perché utilizzare applicazioni per l' educazione è una buona cosa?
La tecnologia ha cambiato completamente la nostra vita e in una certa misura sembra che la nostra vita sarebbe incompleta senza di essa. Sia che abbiate bisogno di alcuni generi alimentari o di educare i vostri bambini, dovreste visitare l' app store. Anche coloro che stanno mandando i loro bambini all' asilo nido hanno bisogno di fare uso di app per l' asilo nido, applicazioni scuola dell' infanzia, così come nidi diario digitale come richiesto dalle scuole. Tutte queste applicazioni, come le app digitali per l' infanzia scolastica, hanno dimostrato il loro valore non solo per gli studenti, ma anche per i genitori. Non dovete preoccuparvi se vostro figlio ha notato o meno il lavoro a casa, quali test si svolgeranno nei prossimi giorni e che tipo di attività extrascolastiche si stanno svolgendo nella loro scuola. Ci sono molte altre cose che sono state semplificate dalle applicazioni mobili in termini di istruzione, qui i punti principali:
Apprendimento sistematico: l' apprendimento intelligente è una cosa mentre l' apprendimento sistematico è futuro. L' apprendimento e la partecipazione basati su app permetterebbero un apprendimento app digitale nido intelligente e sistematico. La maggior parte di queste applicazioni sono posizionate in modo tale da promuovere non solo la voglia di apprendimento, ma anche gestire il processo in modo graduale.
Better And More Efficient Interaction (Migliore e più efficiente): è superfluo dire che tali app migliorano il livello di comunicazione tra genitori, scuole, insegnanti e studenti. Se si sta utilizzando un asilo nido app scuola, può effettivamente migliorare il livello di apprendimento per voi bambino senza dare loro incubi circa dover lasciare a casa per lungo tempo.
Sostenibilità: l' utilizzo di applicazioni portatili per l' apprendimento è più pratico rispetto alle strategie di apprendimento convenzionali che incorporano carte, matite e penne. Ottenere note di riferimento è eccezionalmente semplice nell' apprendimento mobile, basta scaricarlo. Ciò comporta una riduzione del numero di alberi tagliati con l' avanzare dell' anno.
Aggiornamenti immediati: Ci sono alcune applicazioni che implicano non solo l' apprendimento, ma anche l' aggiornamento sulle occasioni di messa a terra, gli orari, le precauzioni e altri dati essenziali. Nei prossimi giorni le applicazioni vi consentiranno di effettuare pagamenti per l' istruzione, ad esempio, spese di istruzione, multe di biblioteca e così via. Danno anche la possibilità di interfacciare gli studi secondari per la durata del ciclo di vita delle prospettive, gli studi secondari arruolati e la classe graduata.=
Tenere traccia del progresso dei vostri figli: con alcune applicazioni, è possibile monitorare l' avanzamento dei vostri ragazzi, che è una delle cose critiche che ogni genitore ha bisogno di sapere. Accanto all' avanzamento, è possibile immaginare come ogni applicazione stia aiutando i vostri giovani a migliorare le loro attitudini, ad esempio, sfogliare, matematica e molto altro ancora.
Para más información: - app asilo nido
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Modena, scuola, cresciamo e outdoor education: 70.000 per giovani
Modena, scuola, cresciamo e outdoor education: 70.000 per giovani Funzionale ad affrontare problematiche diffuse tra i bambini, come sedentarietà e abitudini alimentari errate, scarsa possibilità di muoversi e mancanza di esperienze sensoriali e più in generale di autonomia, ma anche importante per stimolare lo sviluppo e le capacità di apprendimento nella relazione con gli altri e con l'ambiente. Questa è l'outdoor education, letteralmente "educazione fuori dalla porta", cioè fuori della sezione che si allarga all'ambiente esterno: un modello educativo complementare a quello tradizionale, che offre l'opportunità di vivere esperienze in situazioni reali per imparare attraverso l'osservazione e la sperimentazione. Al centro vi è il bambino in relazione all'ambiente esterno quale spazio privilegiato per favorire l'esperienza che è il cuore del processo di apprendimento e sviluppo. Nell'applicazione dei principi dell'outdoor education sono impegnati già da alcuni anni i servizi educativi del Comune di Modena e di Fondazione Cresci@mo che considerano la natura e lo spazio esterno come risorsa per lo sviluppo psicofisico della prima infanzia. Va in questa direzione il piano di rivisitazione dei giardini scolastici e degli spazi esterni che Fondazione Cresci@mo ha avviato nei nidi e nelle scuole d'infanzia e che comprende l'acquisto di nuove attrezzature per integrare o a sostituire, dove fosse necessario, quelle esistenti. Ammonta a 70mila euro la cifra impegnata per questa prima fornitura di giochi e attrezzature che a gennaio saranno consegnati ai plessi scolastici. Tunnel di legno e percorsi di equilibrio, ponti saliscendi e sbarre basse, scacchiere a saltelli e panche multiuso sono i giochi che andranno ad arricchire le aree esterne di quattro nidi e 14 scuole d'infanzia gestiti da Cresci@mo. Aiuteranno i bambini a conoscere i limiti, le forze e gli equilibri del proprio corpo; ad avvicinarsi ai concetti di spazio e distanza attraverso varie modalità di misurazione e a esplorare scientificamente gli elementi naturali presenti nel giardino. Imparando il rispetto per la natura, consentendo ai bambini di esprimersi attraverso diversi linguaggi, di provare diverse forme di socializzazione e di soluzione dei problemi il percorso di outdoor education diventa anche un progetto di avviamento alla cittadinanza che promuove lo sviluppo dell'identità, dell'autonomia e della competenza attraverso l'esplorazione.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Il Comune di Trento aderisce al Distretto dell’economia solidale, un’agricoltura a km 0 che favorisce l’inclusione sociale
Il Comune di Trento aderisce al Distretto dell’economia solidale, un’agricoltura a km 0 che favorisce l’inclusione sociale. Che ci fanno insieme il consorzio Consolida, la società Frutticoltori Trento, cinque cooperative sociali attive in agricoltura (La Rete, Progetto ‘92, Cs4, Gruppo 78 e Amalia Guardini), Città Futura (impegnata nella gestione dei Nidi), Mangiotrentino, Cantina sociale di Trento e Comune? Partecipano insieme al Distretto dell’economia solidale che ha l’obiettivo di trasformare alcuni contesti rurali in luoghi di cultura e pratica civica, economica e sociale. Questa rete di organizzazioni mette in comune competenze differenti – agricole, sociali, educative – per costruire un modello di produzione e di consumo che rispetti la natura e le caratteristiche dei singoli luoghi e insieme valorizzi le potenzialità inclusive (sociali e lavorative) dell’agricoltura per le persone fragili. Per esempio a Trento, su due ettari della fondazione Crosina Sartori, è già in corso la coltivazione di ortaggi da parte di Tuttoverde, impresa sociale che provvede anche alla produzione di piantine biologiche in serra. A Mas del Gnac di Isera c’è un laboratorio di trasformazione, a Rovereto, Civezzano e Pergine altri luoghi di produzione e insieme di inclusione: in una logica artigianale, l’obiettivo del Distretto non è la quantità, ma la qualità che rispetta i tempi della natura e delle persone, anche quelle fragili. Il Distretto dell’economia solidale intende rafforzare il sistema promuovendo la vendita dei prodotti delle cooperative che, essendo piccole realtà, hanno difficoltà nella logistica e nella commercializzazione. Qualcosa è già stato fatto grazie alla collaborazione tra i soggetti che aderiscono al Distretto: per esempio in alcuni dei Nidi gestiti da Città futura vengono serviti i prodotti a km 0 coltivati dalle persone svantaggiate impiegate nelle cooperative. Inoltre i bambini dei Nidi hanno potuto visitare gli orti, mettere le mani nella terra e vedere dove vengono coltivati gli ortaggi cucinati per loro. Infine, lo scorso Natale molti prodotti della rete sono stati venduti grazie alle Christmas Box pensate per le aziende che sono solite fare un omaggio ai dipendenti. La Giunta comunale ha aderito il 22 maggio al Distretto dell’economia solidale proprio per promuovere il rafforzamento della filiera di consumo di beni e servizi, produzione, distribuzione e inserimento lavorativo per le persone fragili. In particolare il servizio Welfare e coesione sociale sostiene l’attuazione di misure di inclusione sociale e lavorativa di persone svantaggiate, il servizio Sviluppo urbano Sport e Sani stili di vita ha il compito di attivarsi per verificare modalità e strumenti per la valorizzazione dei prodotti provenienti da agricoltura sociale nei bandi-appalti nelle mense scolastiche e per incentivare progetti di educazione alimentare che includano anche l’agricoltura sociale negli asili e nelle scuole di Trento. La cabina di regia formata dal Comune di Trento, Consolida e Sft potrà decidere, in qualsiasi momento, di estendere la rete ad altri enti.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Pistoia, al via la IX edizione di “Infanzia e città”: mostre, letture, spettacoli, laboratori e visite guidate.
Pistoia, al via la IX edizione di “Infanzia e città”: mostre, letture, spettacoli, laboratori e visite guidate. Torna da mercoledì 3 maggio l’appuntamento con Infanzia e città, la rassegna che mette al centro l’infanzia portandola nei contesti cittadini attraverso molteplici linguaggi, organizzata dal servizio Educazione e Istruzione del Comune di Pistoia in collaborazione con Teatri di Pistoia. Il tema di questa IX edizione è “Meravigliosi risvegli”, un invito a stupirsi e a lasciarsi sorprendere da ciò che ci circonda. Nasce da qui, un’ampia offerta di spettacoli, letture, mostre e laboratori in programma fino al 31 maggio. «Ritengo che Infanzia e città sia un’iniziativa molto importante – ha sottolineato Benedetta Menichelli, assessore all’educazione e formazione –, che permette ai bambini di conoscere e scoprire Pistoia. Grazia a questo progetto sarà possibile regalare un po’ di meraviglia agli occhi dei più piccoli, facendo conoscere loro luoghi vecchi e nuovi della città. Ringrazio per la collaborazione e il lavoro svolto i nostri servizi educativi e Teatri di Pistoia, la scuola di musica Mabellini e, per la parte commerciale, le associazioni di categoria e tutti coloro che si sono resi disponibili.» LE MOSTRE Dal 3 al 12 maggio, nei nidi d’infanzia e nelle scuole dell’infanzia comunali che hanno seguito la formazione “La Pratica della meraviglia. L'arte di riparare e la stanza” sarà allestito un “Museo diffuso: le stanze del meraviglioso”. Una buona pratica della Meraviglia si fa attraverso l'arte di riparare. Oggetti rotti e mancanti che hanno atteso mani gentili, piene di curiosità, per essere rivisitati. Ma cosa si ripara e quindi cosa si salva? Occorre esercitare lo sguardo, potenziare la visione verso una nuova possibilità, cogliere la necessita della trasformazione e della riparazione. Oggetti rivisitati dai genitori durante il laboratorio "La Pratica della Meraviglia", ovvero l'arte di riparare, con le educatrici e le insegnanti dei Servizi Educativi del Comune di Pistoia e dei Comuni della zona pistoiese. L’inaugurazione è prevista mercoledì 3 maggio, alle 16, al nido d’infanzia “il Grillo”. Le stanze del museo diffuso saranno aperte dalle 16 alle 18.30 al Melograno (in via Cavallerizza 7, 0573/23665) nei giorni 3, 4, 10 maggio; alla Filastrocca (in via Antonelli 305, 0573/451498) il 3, 8, 11 maggio; al Grillo (in via dei Salici, 0573/977303 ) il 3, 8 e 10 maggio, al Faro (in via Santa Maria Maggiore 23, 0573/570744 ) il 3, 9, 11 maggio; al Lagomago (in via del Lago, 6A, 0573/401716) il 3, 9, 11 maggio. La mostra è aperta a tutti, ma è necessaria la prenotazione, chiamando i servizi Educativi ai numeri indicati. C’è, poi, “Sulla punta delle cose. Dieci passi nella scrittura. Una mostra di risvegli poetici” dell'Associazione Librifatti a mano di Silvia Vecchini. Il percorso espositivo si sviluppa attorno a quella che è l’esperienza di poesia dell’artista e dei suoi libri. Si articola, così, in dieci postazioni, più una: queste sono delle soste di fronte a minimi incipit di brevi discorsi attorno alla scrittura in versi. La mostra sarà nelle sale Affrescate del Palazzo Comunale dal 13 maggio, con inaugurazione alle ore 11, al 19 maggio, nella fascia oraria che va dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30. I laboratori nella mostra sono previsti per sabato 13 maggio, dalle 15 alle 16 e dalle 16.30 alle 17.30. Le iscrizioni possono essere presentate dal 20 aprile al 5 maggio scrivendo all’indirizzo: [email protected]. Per informazioni, chiamare il numero 0573 371820 dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12.30, e il martedì e giovedì anche dalle 15 alle 17. La mostra è gratuita e aperta a tutti. LE LETTURE Anche quest’anno torna l’appuntamento con le “Favole a colazione”. Domenica 7 maggio, dalle 10 alle 12, i bambini dai 2 ai 10 anni, accompagnati da un adulto, potranno ascoltare storie e racconti all'interno dei locali del centro storico. L’iniziativa è a cura dei servizi educativi 0/6 del Comune di Pistoia e dei nidi privati, in collaborazione con Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Commercio Pistoia. L’evento è gratuito, ma è necessaria la prenotazione. Le iscrizioni saranno aperte fino al 4 maggio, scrivendo all’indirizzo mail dedicato: [email protected]. Per informazioni telefonare al numero 0573 371820 o dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12.30, e il martedì e giovedì anche dalle 15 alle 17. Da mercoledì 10 maggio si anima anche lo spazio dell’Areabambini Verde con PiantaStorie, un luogo di lettura, di scambio e di relazione, un contesto privilegiato dove libri e natura si intrecciano, dando vita a profumi di carta, di fiori, di piante e di mille emozioni. Il primo appuntamento, il 10 maggio è con "Il giardiniere dei sogni", laboratorio di parole seminate a cura di Alessandra Gonfiantini e Donatella Fanfani; mercoledì 17 maggio tocca a "Cenerina ha una grande stoffa a fiori", laboratorio di storie cucite a cura di Alessandra Gonfiantini e Donatella Fanfani; mercoledì 24 maggio, "Spunta -Storia", racconto a cura di Alessia Innocenti. Ingresso su prenotazione, fino ad esaurimento posti. Eventi per bambini dai 5 ai 8 anni al seguente numero 0573 452341, Areabambini Verde, via di Paterno 2/a Ponte Nuovo. GLI SPETTACOLI Martedì 16 e mercoledì 17 maggio andrà in scena al Teatro Manzoni, alle 21, il musical “Billy Elliot”, con musiche di Elton John, testi e libretti di Lee Hall, dal film di Stephen Daldry, con Giulio Scarpati nel ruolo del padre di Billy e Rossella Brescia nel ruolo della maestra di danza. Regia e adattamento Massimo Romeo Piparo, produzione PeepArrow Entertainment. Lo spettacolo, un’esclusiva regionale toscana, è rivolto a tutti (dai 7 anni). Biglietti a partire da 20 fino a 40 euro. Sabato 20 maggio, al Funaro, alle 16, sarà la volta di “Ossicini - Storia delle cose perdute e ritrovate”. Si tratta di un progetto della Compagnia Rodisio, di Manuela Capece e Davide Doro con Francesca Tisano, una produzione del Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti. Lo spettacolo è per per la fascia d’età 3 - 7 anni. Biglietti: 5 euro per gli under 14, 7 euro per gli adulti. Mercoledì 31 maggio, alle 19, al Funaro è in programma “Il gioco del teatro”, una dimostrazione del lavoro di circo ed equilibrismo a cura di Andrea Vanni e Stefano Bertelli, con i bambini del laboratorio annuale di teatro 22/23. Biglietti: 5 euro. Per informazioni e prevendite, rivolgersi al Teatro Manzoni in corso Gramsci 127, telefono 0573 991609 – 27112, www.teatridipiostoia.it; il Funaro, via del Funaro 16, telefono 0573 977225, bigliettoveloce Al Funaro sarà aperto anche il Cinetandem, il cinema più piccolo del mondo, edizione speciale per l’infanzia, con proiezione gratuita a sorpresa su prenotazione. Per informazioni: 0573 977225, [email protected]. INCONTRI e LABORATORI Sabato 13 maggio, al Funaro, dalle 10.30 alle 12, l’incontro per bambini dai 6 ai 10 anni “Come diventare un leone: lo zoo dello yoga” con Silvia Todesca. Costo di partecipazione, 10 euro. Sempre il Funaro, sabato 20 maggio, dalle 10.30 alle 12, ospiterà “Movimento creativo” a cura di Sara Balducci, per bambini dai 2 ai 5 anni (insieme ai genitori). Si tratta di uno spazio dove i bambini si esprimono e raccontano attraverso la comunicazione non verbale e con il gioco. Costo di partecipazione, 20 euro a coppia. Dal 15 maggio al 15 giugno, “Open 30” alla scuola di musica Mabellini. Trenta giorni con eventi musicali aperti a chiunque voglia ascoltare la musica della Mabellini, con possibilità di assistere alle lezioni e alle esercitazioni di classe degli allievi. Previste lezioni di prova gratuite. LE VISITE GUIDATE Nella settimana dall’8 al 13 maggio, visite guidate a Villa di Scornio, “I suoni e i colori della Mabellini - edizione speciale”. Per informazioni e prenotazioni: 0573 371477, [email protected]. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Modena, sabato 1° aprile al Centro Memo il laboratorio “i suoni racconti, la musica racconta...” per i più piccoli
Modena, sabato 1° aprile al Centro Memo il laboratorio “i suoni racconti, la musica racconta...” per i più piccoli. “I suoni raccontano, la musica racconta...” è il titolo del laboratorio per bambini in programma sabato 1 aprile, alle ore 15 e alle ore 16, presso il Centro Memo del Settore Servizi educativi del Comune, in viale Barozzi 172 Modena. L’iniziativa rientra nell’ambito del ciclo “Strumentando” a cura della Sezione Musicale della Biblioteca di Memo. I laboratori ludico didattico, condotti da Stefano Fiorini e Chiara Boldrini, sono gratuiti e rivolti a bambini dai 5 ai 10 anni di età accompagnati da un adulto. Sabato 1 aprile una storia musicale guiderà i bambini alla scoperta di suoni e musiche. Oggetti comuni si trasformeranno in strumenti musicali per creare una colonna sonora che accompagnerà il racconto: “C'era una volta una montagna lontana, lontana e in cima, lassù, in una casetta, viveva una strega...”. I partecipanti al laboratorio diventeranno orchestra e voce narrante per costruire insieme una performance di gruppo coinvolgente in cui il suono diventa suggestione per la narrazione. Per partecipare occorre iscriversi compilando il form on line (Form Office - iscrizione ). Il prossimo appuntamento con Strumentando è per sabato 15 aprile con “Musica e ritmo tra corpo e movimento”. In occasione dei laboratori la biblioteca di Memo segue un’apertura straordinaria dalle 15 alle 17.30 e propone una selezione di libri sulla musica. All'interno della biblioteca di Memo è presente la sezione di Educazione Musicale (aperta giovedì dalle 16.30 alle 18.30) che mette a disposizione libri dedicati all'argomento, testi per la didattica e una raccolta di esperienze realizzate nei nidi e nelle scuole dell'infanzia del Comune di Modena. I materiali disponibili al prestito comprendono anche un vasto repertorio di musiche per l'ascolto che spazia dalla musica classica a quella etnica. Funziona, inoltre, un servizio di consulenza che agli insegnanti che operano con la musica nella formazione di base della fascia d'età da 0 a 12 anni, aiutandoli nella programmazione di un'attività coinvolgente ed efficace.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Asti, l'Outdoor Education nei servizi civili
Asti, l'Outdoor Education nei servizi civili Nei nidi d’infanzia della Città di Asti da lunga data si pratica l’Outdoor Education, sia per la sensibilità che il personale educativo ha per questa tematica, sia per le caratteristiche dei nidi dotati tutti di ampi spazi verdi. Conta altresì il Territorio che li ospita, ovvero il Monferrato e le sue tradizioni. L’Outdoor Education non è solo educazione all’aperto ma è esperienza avviata con l’allestimento di ambienti strutturati nei giardini che favoriscono l’osservazione e la sperimentazione degli spazi naturali che si hanno a disposizione. I giardini diventano vere e proprie aule a cielo aperto dove i bambini possono vivere esperienze sensoriali utilizzando materiali in armonia con l’ambiente e che possono scegliere in autonomia. I materiali utilizzati sono interamente naturali, inoltre vengono svolte attività ludiche di giardinaggio, di orto coltura e pittoriche, utilizzando terra e alimenti coloranti. Importante in questi anni è stata la risposta di famiglie e genitori che si sono coinvolti concretamente nella preparazione e nell’allestimento dei giardini, grazie anche al supporto dell’Associazione Genitorinsieme. Negli ultimi anni le attività di outdoor sono state ampliate anche per mitigare il contagio da Sars-Cov2 e, conseguentemente, si è manifestata la necessità di documentare e narrare queste azioni, fermandoci a riflettere sull’operato svolto e le proposte progettuali avviate con un’intenzionalità educativa condivisa che già viene espressa e dispiegata in varie forme nei nostri nidi. Il “fare,” infatti, deve essere accompagnato dalla capacità di narrare per fermarsi a riflettere e seguire la rotta con maggior consapevolezza. Nel 2019 prende corpo l’idea di focalizzare il progetto di Servizio Civile Universale a supporto dell’Outdoor; in un primo momento i nidi della Città erano unico soggetto partecipante, in seguito sono stati coinvolti i Comuni di Mongrando e Mondovì quali partner del progetto, ciò ha consentito di ottenere un operatore volontario per ciascun nido. Questa figura in questi anni è risultata fondamentale nel supporto all’équipe educativa che riscontra in essa professionalità e dedizione. Nella giornata del 1 settembre i nidi d’infanzia e il Servizio Civile della Città di Asti racconteranno la loro esperienza di Outdoor Education con l’intervento di altri esperti e partner del settore come Giampiero Monaca, l’Associazione Genitorinsieme e la coordinatrice pedagogica dei nidi d’infanzia di Torino Daniela Ghidini. L’Amministrazione Comunale ritiene di supportare con forza il lavoro di outdoor svolto nei nidi considerando queste attività efficaci e fondamentali per la crescita dei nostri bambini, grazie all’importante valenza educativa che offrono in armonia con azioni ecologiche e di rispetto per l’ambiente.... Read the full article
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MACERATA – In questi giorni molto difficili per tutti a causa dell’emergenza Covid-19, il Comune di Macerata vuole accorciare le distanze ed essere vicino alle famiglie e ai bambini 0/6 anni. Arrivano nelle case dei nuovi nati dell’ultimo anno oltre 350 piccoli libri e 2000 Baby&Family Newsletter QUIsSICRESCE! per le famiglie con i bambini da 0 a 6 anni.
“Vogliamo stare vicino ai più piccoli e alle loro famiglie con delle azioni concrete e essere comunità educante anche in questo momento. Diamo continuità al grande lavoro di crescita che si fa nei nidi d’infanzia, nelle scuole e con il Tavolo 0-6 anni che dal 2014 abbiamo realizzato insieme a tante realtà del territorio, – afferma l’assessore alla scuola e alla cultura Stefania Monteverde – quest’anno non possiamo fare cerimonie del dono del libro ai nuovi nati, nidi e scuole sono chiuse. Ma sarà lo stesso una festa quando i grandi leggeranno ai loro piccoli il bel libro che arriverà a casa insieme alla BabyNewsLetter occasione per rafforzare a casa gli stimoli che i bambini ricevono a scuola”.
Nel kit che sarà consegnato ai bambini nati nell’ultimo anno si trova il piccolo libro scelto dai bibliotecari dalla selezione Nati per Leggere della Biblioteca comunale Mozzi Borgetti di Macerata accompagnato dalla lettera ai genitori firmata da tutti i pediatri di famiglia di Macerata che sottolineano come la lettura ad alta voce fin dai primissimi mesi contribuisca in modo determinante alla salute complessiva dei bambini.
Il kit dei bambini fino a sei anni, che sarà spedito a circa 1600 famiglie di Macerata, contiene la Baby e Family Newsletter QUIsSI CRESCE!, un tangram che i bambini potranno colorare ritagliare e comporre in tante forme secondo la loro creatività e dei semi da piantare in vaso per continuare quell’importante percorso di educazione alla natura che si sta compiendo da anni nei nidi e nelle scuole d’infanzia comunali di Macerata.
“La cura dei più piccoli e l’attenzione alla loro crescita consapevole non è solo un obbligo istituzionale, ma una vera e propria missione di vicinanza, soprattutto in questo complicato momento di confinamento, difficile da far comprendere ai bambini. – afferma il sindaco Romano Carancini – “Grazie alla professionalità e alla dedizione di educatrici, maestre e personale, vogliamo far arrivare il nostro sostegno alle famiglie per proseguire nell’attuazione partecipata del percorso formativo scelto e per fornire mezzi utili a impiegare questo tempo diverso, in qualche modo sospeso. L’augurio è che, come i semi che i bambini pianteranno, anche il nostro messaggio di presenza possa dare frutti di speranza e di futuro”.
Tutte le azioni nascono grazie al progetto QUIsSI CRESCE!! che è stato selezionato e finanziato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, mirato negli ultimi due anni alla creazione di una cultura di comunità educante e a iniziative come la progettazione partecipata tra famiglie e insegnanti e educatrici delle aree verdi e scolastiche.
È un progetto che ha fatto crescere una rete istituzionale che vede cooperare Comune, Nidi comunali, UNIMC, IRCR, Istituti comprensivi Fermi Alighieri e Mestica, Agrinido-agrinfanzia di san Ginesio, Zerosei Up e Nati per Leggere.
La Baby e Family Newsletter online (link https://bit.ly/2KtN8zI) è stata inviata, dunque, anche in formato cartaceo alle famiglie per rafforzare la reazione educativa e per arrivare in maniera capillare in tutte le abitazioni, anche in quelle dove non ci sono pc o connessioni internet.
L’obiettivo è dare continuità alla scelta educativa e strumenti alle famiglie per trascorrere al meglio il tempo della quarantena, offrendo contenuti utili per affrontare dal punto di vista educativo e della relazione l’emergenza e supportare le famiglie affinché questo tempo di isolamento diventi un tempo prezioso di cura e relazione con i più piccoli.
I genitori troveranno spunti di approfondimento e riflessioni sull’infanzia e sull’impatto dell’isolamento nei bambini e negli adulti, sul come trovare qualcosa di buono nella reclusione necessaria di questi giorni focalizzando l’attenzione sui pensieri positivi e “interattivi” senza avere l’ansia di riempire le loro giornate, sul diritto alla paura e su come i bambini possono sentire le nostre paure o provare paure diverse e come affrontarle.
Un particolare occhio è rivolto verso “le finestre” che possiamo aprire sul fuori pur vivendo all’interno e sull’educazione a distanza con l’iniziativa degli Ambiti Territoriali Sociale 16,17 e 18, insieme all’agrinido di San Ginesio partner del progetto maceratese, che ha redatto un pronto soccorso educativo pieno di consigli. Poi una presentazione dello straordinario lavoro fatto dagli istituti scolastici e nidi d’infanzia maceratesi che in pochissimo tempo, attraverso insegnanti e educatrici, sono riusciti ad utilizzare strumenti nuovi per un approccio inedito con i bambini e le famiglie.
Infine, focus sulle risorse messe a disposizione dal Comune per l’emergenza, da Macerata Vicina allo sportello di sostegno psicologico, fino ai servizi online e sui social dei musei e biblioteca, per far sì che questo tempo sia un tempo di approfondimento e anche di svago ricreativo, culturale e costruttivo.
Non mancano le storie per i più piccoli suggerite da Nati per leggere e disponibili online nella biblioteca digitale Mlol e le sorprese del Baule dei giochi disponibili nel sito di Macerata Musei (www.maceratamusei.it), con cui i bambini potranno cimentarsi in semplici attività da svolgere a casa, armati di fantasia, colori e forbici, per costruire una bella carrozza o bambole di carta dei personaggi dell’Eneide. Il fil rouge che ha tenuto legato tutto: il dono di un tempo che non sia perduto ma ritrovato.
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SAN BENEDETTO – Nel 2018 solo a un bambino su quattro viene garantito il diritto di frequentare un asilo nido. Una situazione che rappresenta una vera e propria emergenza. Secondo gli ultimi dati dell’Istat, nelle Marche ci sono 34.755 i bambini e bambine dai 0 ai 2 anni, a fronte dei quali i posti disponibili in asili nido, micro nidi o sezioni primavera, pubblici o privati, sono 8.793.
“Ciò significa che solo il 25,3%, ovvero un bambino su quattro, può usufruirne mentre ben 25.962 bambini e bambine sono esclusi dal circuito dei nidi”, dichiarano Daniela Barbaresi, Lilli Gargamelli e Matteo Pintucci, rispettivamente Segretari generali della CGIL Marche, della FLC e della FP Marche. Un dato peraltro notevolmente inferiore a quello dell’Umbria o della Toscana – proseguono – che fa delle Marche il fanalino di coda delle regioni del Centro.
Una situazione che riempie di amarezza soprattutto se si pensa che, in passato, la regione si era dotata di una delle normative più innovative a livello nazionale come la Legge 9/2003. Uno scenario preoccupante perché gli asili nido rappresentano una fondamentale occasione educativa e di socialità ed è per questo che devono essere garantiti a tutti: asili nido come diritto dei bambini e delle bambine e non più un servizio a domanda individuale”.
Ai dati sui nidi marchigiani si aggiungono 801 posti nei servizi integrativi per la prima infanzia (spazio gioco, servizio in contesto domiciliare, centro bambini genitori) che portano l’offerta complessiva a 9.594 posti (27,7% dei bambini con 0-2 anni), comunque insufficiente rispetto al potenziale bacino di utenza e ben al di sotto di quel 33% che l’Unione Europea si era data come obiettivo da raggiungere entro il 2010.
Complessivamente, nelle Marche, l’Istat ha censito 376 servizi socio-educativi per la prima infanzia di cui 180 a titolarità pubblica e 196 a titolarità privata, con il pubblico che garantisce 5.945 posti (pari al 62,0% del totale) e il privato 3.649 (38,0%).
Delicata anche la situazione del costo dei nidi. Dopo il Veneto, le Marche sono la regione con la più alta percentuale di compartecipazione ai costi richiesta agli utenti a livello nazionale, pari al 25,9% della spesa complessiva. Ciò è dovuto soprattutto ai bassi livelli di spesa media per utente a carico dei comuni: 4.354 euro per utente, ben al di sotto dei 6.542 euro medi a livello nazionale o anche ai 6.306 euro dell’Umbria o ai 5.385 euro della Toscana.
La quota pagata dalle famiglie per l’asilo nido è mediamente di 1.662 euro a bambino, sostanzialmente in linea con la media delle altre regioni del Centro ma superiore alla media nazionale; e comunque, a causa del peggioramento delle condizioni economiche e lavorative delle famiglie, per molti le rette sono insostenibili e sempre più spesso condizionano la scelta di affidamento dei bambini ai nidi.
Si parla spesso impropriamente dei costi dei servizi, soprattutto quelli pubblici, mentre non si parla abbastanza del costo della loro mancanza: costi educativi, sociali, economici in termini di povertà educativa, dispersione scolastica, diseguaglianze, denatalità.
Sottolineano Barbaresi, Gargamelli e Pintucci: “E’ importante che il Governo abbia posto il tema degli asili nido come prioritario: ora però occorre concretamente garantire le risorse necessarie all’ampliamento dell’offerta pubblica e all’assunzione di nuovo personale e al rinnovo del Contratto nazionale di lavoro. Il personale, e in particolare le educatrici, sono il fulcro della qualità del nostro sistema educativo e le loro competenze e professionalità devono tornare ad essere centrali, per questo la FP CGIL ha lanciato la campagna #ChiedoAsilo”.
“Occorre ricordare che, già dal 2017, è stato istituito il sistema integrato di educazione e istruzione 0-6 anni proprio allo scopo di garantire la continuità del percorso educativo e scolastico dalla nascita fino ai sei anni di età. Ora però -concludono i sindacalisti- è necessario trasformare questo servizio nel diritto di ogni bambino e bambina di accedere a percorsi educativi di qualità capaci di contrastare i gap culturali e sociali che influenzano negativamente i processi di inclusione scolastica e sociale. Dunque, asilo nido come diritto dei bambini e delle bambine, come la scuola dell’infanzia che ha rafforzato il proprio ruolo di primo segmento del sistema d’istruzione attraverso l’istituzione generalizzata negli Istituti comprensivi”.
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ANCONA – Da alcuni giorni, in molte realtà delle Marche, si sono riaperti gli asili nido ma non tutti i bambini e le bambine potranno accedervi perché solo a un bambino su quattro viene garantito il diritto di frequentare un asilo nido. Una situazione che rappresenta una vera e propria emergenza.
Secondo gli ultimi dati dell’Istat, nelle Marche ci sono 36.632 bambini e bambine dai 0 ai 2 anni, a fronte dei quali i posti disponibili in asili nido, micro nidi o sezioni primavera, pubblici o privati sono 8.796.
“Ciò significa che solo il 24,4%, ovvero meno di un bambino su quattro, può usufruirne mentre ben 27.836 bambini e bambine sono esclusi dal circuito dei nidi”, dichiara Daniela Barbaresi, Segretaria Generale della CGIL Marche.
“Un dato peraltro notevolmente inferiore a quello dell’Umbria o della Toscana e che fa delle Marche il fanalino di coda di tutte le altre regioni del Centro – aggiunge Barbaresi – una situazione che riempie di amarezza soprattutto se si pensa che, in passato, la nostra Regione si era dotata di una delle normative più innovative a livello nazionale come la Legge 9/2003. Uno scenario preoccupante perché gli asili nido rappresentano una fondamentale occasione educativa e di socialità ed è per questo che devono essere garantiti a tutti: asili nido come diritto dei bambini e delle bambine e non più un servizio a domanda individuale”.
Ai dati sui nidi marchigiani, si aggiungono 833 posti nei servizi integrativi per la prima infanzia (spazio gioco, servizio in contesto domiciliare, centro bambini genitori) che portano l’offerta complessiva a 9.629 posti (26,7% dei bambini con 0-2 anni), comunque assolutamente insufficiente rispetto al potenziale bacino di utenza e ben al di sotto di quel 33% che l’Unione Europea si era data come obiettivo da raggiungere entro il 2010.
Complessivamente, nelle Marche, l’Istat ha censito 379 servizi socio-educativi per la prima infanzia di cui 179 a titolarità pubblica e 200 a titolarità privata, con il pubblico che garantisce 5.861 posti (pari al 60,9% del totale) e il privato 3.768 (39,1%).
Delicata anche la situazione del costo dei nidi. Dopo il Veneto, le Marche sono la regione con la più alta percentuale di compartecipazione ai costi richiesta agli utenti a livello nazionale, pari al 25,9% della spesa complessiva. Ciò è dovuto soprattutto ai bassi livelli di spesa media per utente a carico dei comuni: 4.354 euro per utente, ben al di sotto dei 6.542 euro medi a livello nazionale o anche ai 6.306 euro dell’Umbria o ai 5.385 euro della Toscana.
La quota pagata dalle famiglie per l’asilo nido è mediamente di 1.525 euro a bambino, sostanzialmente in linea con la media nazionale; tuttavia, a causa del peggioramento delle condizioni economiche e lavorative delle famiglie, per molti le rette sono insostenibili e sempre più spesso condizionano la scelta di affidamento dei bambini ai nidi.
Si parla spesso impropriamente dei costi dei servizi, soprattutto quelli pubblici, mentre non si parla abbastanza del costo della loro mancanza: costi educativi, sociali, economici in termini di povertà educativa, dispersione scolastica, diseguaglianze, denatalità.
Secondo Matteo Pintucci, Segretario Generale della Funzione Pubblica CGIL Marche: “E’ importante che il Presidente del Consiglio abbia posto il tema degli asili nido come priorità del nuovo Governo: ora però occorre concretamente garantire le risorse necessarie all’ampliamento dell’offerta pubblica e all’assunzione di nuovo personale e al rinnovo del Contratto nazionale di lavoro. Il personale, e in particolare le educatrici, sono il fulcro della qualità del nostro sistema educativo e le loro competenze e professionalità devono tornare ad essere centrali, per questo la FP CGIL ha lanciato la campagna #ChiedoAsilo”.
Aggiunge Lilli Gargamelli, Segretaria Generale della FLC CGIL: “Occorre ricordare che, già dal 2017, è stato istituito il sistema integrato di educazione e istruzione 0-6 anni proprio allo scopo di garantire la continuità del percorso educativo e scolastico dalla nascita fino ai sei anni di età. Ora però è necessario trasformare questo servizio nel diritto di ogni bambino e bambina di accedere a percorsi educativi di qualità capaci di contrastare i gap culturali e sociali che influenzano negativamente i processi di inclusione scolastica e sociale. Dunque, asilo nido come diritto dei bambini e delle bambine, come la scuola dell’infanzia che ha rafforzato il proprio ruolo di primo segmento del sistema d’istruzione attraverso l’istituzione generalizzata negli Istituti Comprensivi”.
E’ proprio di questi temi che si discuterà più dettagliatamente nel convegno in programma a Pesaro per giovedì 19 settembre alle ore 15,30 a Palazzo Gradari, dal titolo “Oltre le telecamere. La qualità dei servizi è le migliore difesa dei bambini” a cui parteciperanno l’Ispettore tecnico Giancarlo Cerini, il Dirigente del Servizio Politiche educative del Comune di Pesaro, Valter Chiani, la Segretaria regionale Funzione Pubblica, Vania Sciumbata. I lavori saranno introdotti da Lilli Gargamelli, Segretaria FLC CGIL Marche e conclusi da Manuela Calza, Segretaria Nazionale della FLC CGIL.
Spesa per nidi, micronidi e sezioni primavera (pubblici e privati) spesa totale per asili nido (in €) quota media per utente pagata dai comuni (in €) quota media per utente pagata dagli utenti (in €) % di spesa pagata dagli utenti Marche 32.325.755 4.354 1.525 25,9% Centro 454.996.950 7.273 1.617 18,2% Italia 1.421.918.667 6.542 1.575 19,4%
Servizi socio educativi complessivi (nidi, micronidi, sezioni primavera e servizi integrativi) servizi socio educativi posti disponibili di cui pubblici Privati Marche 379 9.629 60,9% 39,1% Centro 3.004 91.006 49,8% 50,2% Italia 13.147 353.708 51,3% 48,7% Elab. CGIL – dati Istat
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