#editrice nord
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Cover illustration by Nico Keulers
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13esima: S. Auci, La saga dei Florio: I leoni di Sicilia e L'inverno dei leoni, Narrativa Nord
Da Mario Tempio riceviamo i due romanzi di Stefania Auci che costituiscono La saga dei Florio (ora anche in cofanetto). Già segnalati da Anna Valentini, Rosa Ghislandi e Alessandra Ferrari, Mario ci scrive: “Un romanzo bellissimo da togliere il fiato. Tratto dalla storia vera di una delle famiglie più importanti in Europa , la famiglia Florio estinta nel 1957 ma oltre a raccontare la storia dei…
#editrice nord#la saga dei florio#leggere#letteratura#lettori#lettrici#mario tempio#palermo#romanzi#stefania auci
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#ioleggoperchè: doniamo libri alle scuole fino al 17 novembre
#ioleggoperché è la più grande iniziativa nazionale di promozione della lettura e di raccolta libri a sostegno delle biblioteche scolastiche: al termine dell’evento gli Editori contribuiranno in favore delle Scuole con un numero di libri pari alla donazione nazionale complessiva. Qui potete trovare le librerie aderenti più vicine a voi (e conoscere anche quelle disponbili alla donazione a…
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#editrice nord#il battello a vapore#ioleggoperchè#leggere#lettura#libri#libri per bambini#libri per ragazzi#scuola
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Recensione "Libero scorre il fiume" di Eleanor Shearer
Libero scorre il fiume è un viaggio attraverso la speranza di una vita migliore e della libertà. Un bene prezioso nell’800 come oggi.
Casa Editrice: Editrice Nord Anno di pubblicazione: 2023 Pagine: 368 In fuga dalla schiavitù, il viaggio di una madre alla ricerca dei figli e della libertà… È questa la libertà? si chiede Rachel, mentre corre in una foresta immersa nel buio, sola, atterrita, esausta. Sta scappando dalla piantagione in cui ha trascorso tutta la sua esistenza, da un lavoro sfibrante, da un padrone brutale. Lo…
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Recensione di Il dilemma di B.A. Paris. A cura di Alessandria today
Un’intensa storia familiare in cui segreti, paure e scelte difficili si intrecciano, mettendo alla prova i legami più profondi
Un’intensa storia familiare in cui segreti, paure e scelte difficili si intrecciano, mettendo alla prova i legami più profondi. Titolo: Il dilemmaAutrice: B.A. ParisGenere: Romanzo psicologico / Dramma familiareCasa editrice: NordAnno di pubblicazione: 2020 (prima edizione italiana) Breve riassunto della trama:Il dilemma racconta la storia di una famiglia che si prepara a festeggiare un…
#atmosfera cupa#B.A. Paris#Casa Editrice Nord#Colpi di scena#conflitti interni#consapevolezza#dinamiche di coppia#dramma emotivo#dramma familiare#Drammi interiori#Emozioni profonde#evoluzione personale#finale sorprendente#GENITORI E FIGLI#Il dilemma#incertezze#introspezione#legami affettivi#lettura coinvolgente#lutto#menzogne#paure nascoste#psicologia dei personaggi#Recensione libro#Relazioni Familiari#Relazioni umane#Rimorsi#rimpianti#rivelazioni shock#romanzo psicologico
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Sto leggendo La portalettere, nuova uscita della casa editrice Nord dell'autrice Francesca Giannone, e finora è una bocciatura su tutta la linea.
Sulla carta dovrebbe essere il mio nuovo libro preferito, e lo sa bene mio fratello che me l'ha regalato per Natale scegliendolo in libreria con tanta cura. "A mia sorella piace molto Elena Ferrante," ha detto al libraio. Peccato che della Ferrante in questo libro ci sia solo l'ambientazione nel sud Italia e la narrazione corale e familiare.
I problemi principali sono due: i personaggi e lo stile di scrittura.
La scrittura è melodrammatica e infarcita di cliché, ma soprattutto non si sofferma sui dettagli narrativi né sulla psicologia dei personaggi (gravissimo per un romanzo familiare). Il risultato è che la trama sembra quella di una fiction Rai, raccontata come un riassunto delle puntate precedenti. Non c'è mordente, e i colpi di scena telefonatissimi non fanno effetto.
I personaggi sono uno stereotipo dopo l'altro: la coppia di fratelli inseparabili, uno estroverso e l'altro riservato; la moglie comare che incarna i ruoli tradizionali in tutto e per tutto; l'amante che ha nascosto di aver avuto un figlio dall'amato; il tradimento e l'amore tra due cognati. Peggiore di tutti è la protagonista: la perfetta Anna, donna forte, femminista, atea che la vince su tutti dimostrando quanto sono toste le donne. Il messaggio è sacrosanto, ma anche terribilmente - purtroppo - irrealistico per l'epoca, oltre che un altro stereotipo bidimensionale. Vorrei ricordare che siamo tra gli anni '30 e '50 in un paesino rurale nel pugliese.
Sottolineo che queste trame melodrammatiche e i temi femministi non sono impossibili da gestire in un buon romanzo con questo tipo di ambientazione: c'è riuscita la Ferrante, ma anche Michela Murgia, o più recentemente Aurora Tamigio con il suo valido sebbene ingenuo esordio Il cognome delle donne. Le cose, però, bisogna saperle raccontare (e scrivere).
Forse farò un reblog con altre considerazioni a fine lettura.
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Distruggete le macchine
Il compito principale dell’umanità è di vivere da esseri umani nella maniera migliore, — disse Paul — non di fungere da appendici a macchine, istituzioni e sistemi.
K. Vonnegut, [Player piano, 1952], Piano meccanico, Milano, Mondadori, 2000 [Trad. A. Roffeni]
Immagine: dalla copertina di K. Vonnegut, Distruggete le macchine, Milano, Editrice Nord, 1979. Un'altra versione italiana dello stesso libro.
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“ Il mio mondo, la mia Terra, è una rovina. Un pianeta rovinato dalla specie umana. Ci siamo moltiplicati e ci siamo ingozzati e abbiamo combattuto finché non è rimasto più nulla, e poi siamo morti. Non abbiamo controllato né gli appetiti né la violenza; non ci siamo adattati. Abbiamo distrutto noi stessi. Ma prima abbiamo distrutto il nostro mondo. Non rimangono più foreste sulla mia Terra. L’aria è grigia, il cielo è grigio, fa sempre caldo. È abitabile, è ancora abitabile, ma non come questo mondo. Questo è un mondo vivo, un’armonia. Il mio è una dissonanza. Voi Odoniani avete scelto un deserto; noi Terrestri abbiamo fatto un deserto…
Laggiù noi sopravviviamo, come voi. La gente è resistente! C’è quasi mezzo miliardo di noi. Una volta ce n’erano nove miliardi. Puoi vedere ancora dappertutto le vecchie città. Le ossa e i mattoni vanno in polvere, ma i piccoli pezzi di plastica no… anch’essi non s’adattano. Noi abbiamo fallito come specie, come specie sociale. Noi siamo qui, ora, a trattare da pari a pari con le altre società umane sugli altri mondi, soltanto grazie alla carità degli Hainiti. Essi vennero da noi; essi ci portarono aiuto. Costruirono navi e ce le donarono, in modo che potessimo lasciare il nostro mondo rovinato. Ci trattano gentilmente, caritatevolmente, come un uomo forte può trattare uno malato. Sono un popolo molto strano, gli Hainiti; più antichi di qualsiasi altro; infinitamente generosi. Sono degli altruisti. Sono spinti da un sentimento di colpa che noi non riusciamo neppure a capire, nonostante tutti i nostri crimini. Essi sono spinti, in tutto ciò che fanno, io credo, dal passato, dal loro interminabile passato. Ebbene, abbiamo salvato il salvabile, e organizzato una sorta di vita nelle rovine, su Terra, nell’unico modo in cui la si poteva organizzare: centralizzazione totale. Totale controllo sull’uso di ogni acro di terreno, ogni pezzo di metallo, ogni grammo di carburante. Totale razionamento, controllo delle nascite, eutanasia, coscrizione universale nella forza lavoro. L’assoluta irreggimentazione di ciascuna vita per raggiungere la meta della sopravvivenza razziale. Eravamo arrivati a questo, quando giunsero gli Hainiti. Essi ci portarono… un po’ più di speranza. Non molta. Noi l’abbiamo oltrepassata… Noi possiamo soltanto guardare a questo splendido mondo, a questa vitale società, a questo Urras, questo paradiso, dall’esterno. Siamo capaci solo di ammirarlo, e forse di invidiarlo un poco. Non molto. “
Ursula K. Le Guin, I reietti dell'altro pianeta, traduzione di Riccardo Valla, Collana Narrativa di anticipazione n.6, Editrice Nord, 1976¹, pp. 299-300.
[1ª Edizione originale: The Dispossessed: An Ambiguous Utopia, Harper & Row, New York City, 1974]
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Uccellini
Questi tre stupendi disegni sono tratti da un libro che è uno dei pilastri dell'ornitologia moderna: Birds Of America, pubblicato tra il 1827 e il 1838 da John James Audubon. Figlio di un ufficiale della marina francese, nacque a Saint Domingue, la colonia francese caraibica che diventerà Haiti, nel 1785. Quando ritornò in Francia, studiò presso la bottega del grande pittore David. Quando ci furono le primo costrizioni napoleoniche, nel 1803, tramite il padre ufficiale ebbe un passaporto e si trasferì negli Stati Uniti. Qui si sposò, ebbe dei figli e vivendo in una casa in campagna iniziò a ritrarre la fauna ornitologica del Massachusetts, ma piano piano ampliò le ricerche finendo per completare, in vari anni, la sua opera, che comprende 435 stampe di specie di uccelli del Nord America, 35 delle quali sono le uniche testimonianze di specie ormai estinte. Il libro è considerato uno dei capolavori del settore, nonché il primo Atlante Naturalistico in senso proprio. Tra l'altro molte specie di uccelli sono a lui dedicate in quanto fu il primo a descriverne le caratteristiche e a ritrarne i lineamenti.
Tra queste, una delle più famose è la berta di Audubon, che è questa:
Nome scientifico Puffinus lherminieri, e deve il suo nome al fatto che René Primevère Lesson, celebre naturalista francese, ne classificò la natura di specie unica dai disegni di Audubon.
Orbene, la Società Statunitense di ornitologia (American Ornithologists' Union) ha al proprio interno un Comitato per la nomenclatura delle specie ornitologiche (American Classification Committee) che ha preso questa decisione, dopo una lunga discussione interna: eliminare nella classificazione delle specie ornitologiche tutti i riferimenti a persone o figure storiche del passato: oltre alla berta di Audobon, rischiano la ghiandaia di Steller, dal nome del botanico, zoologo, medico ed esploratore tedesco attivo in Russia, considerato un pioniere della storia naturale dell'Alaska, il colibrì di Anna, chiamato in onore di Anna Massena, Duchessa di Rivoli, vari tipi di orioli e decine e decine di altre specie. Questo, secondo le parole della presidentessa della Società Coleen Handel perchè "C'è potere in un nome, e alcuni nomi di uccelli inglesi hanno legami con il passato che continuano ad essere non inclusivi e offensivi oggi (...) Abbiamo bisogno di un processo scientifico molto più inclusivo e coinvolgente che concentri l’attenzione sulle caratteristiche uniche e sulla bellezza degli uccelli stessi. Tutti coloro che amano e che si prendono cura degli uccelli dovrebbero poter goderne e studiarli liberamente, e gli uccelli hanno bisogno del nostro aiuto ora più che mai". Aggiunge poi che le tassonomie ottocentesche erano misogine e razziste e che "Come scienziati, lavoriamo per eliminare i pregiudizi nella scienza".
Questo è l'apice di un processo ideologico, comunemente definito cancel culture, che da alcuni anni ha preso piede in maniera devastante nel mondo culturale, e anche accademico, anglosassone. Caso emblematico fu la decisione della casa editrice di Amanda Gorman, la giovane poetessa che declamò i suoi versi alla cerimonia di insediamento del presidente Biden. Il suo libro, The Hill We Climb, su precise direttive della casa editrice americana, non fu tradotto in Spagna da Victor Obiols, ritenuto inadatto dall’editore americano in quanto uomo, non nero, non attivista. Ma casi analoghi sono avvenuti in altri paesi sulle generalità dei traduttori e traduttrici.
È l'apoteosi di un assunto, che ormai impera nella nostra società contemporanea (direi per colpa dell'assuefazione al loro pensiero dominante): non importa mai cosa e come dici le cose, le sostieni o le fai, ma solo chi le dice, chi le sostiene e chi le fa. Oggi Chiara Valerio ha scritto: "Non discutiamo più, rispondiamo a sondaggi e a incitamenti di una curva, il cui principio e la fine è la riduzione a macchietta dell'altro e della sua posizione che si suppone parimenti basata su sondaggio e tifo (...) Indossare una casacca è, mi pare, la fine della cultura intesa come esercizio dell'altro che abbiamo sempre praticato" (la Repubblica, Zerocalcare, Lucca e il ruba bandiera, pag. 37 del giornale del 3/11/2023).
L'esempio di Audubon è calzante poichè la decisione di cancellare il suo nome per la berta si deve al fatto che, come molti uomini del suo tempo, aveva degli schiavi, e aveva posizioni che oggi definiremmo "contraddittorie" sullo schiavismo. Tipico del sistema della Cancel Culture è di fare il più classico degli errori: prendere solo il pezzo di Storia che ci interessa, relazionarlo al nostro modo attuale di pensare, e condannare l'altro che, nella maggior parte dei casi, non può manco difendersi essendo morto da centinaia di anni. Tra l'altro in nome di Audubon fu fondata nel 1905 la National Audubon Society che è ancora oggi negli USA una delle più grandi e battagliere associazioni per la salvaguardia della Natura.
Quello che mi chiedo è che effetto avrà sulla berta, sul suo habitat, sulle politiche in favore della sua conservazione, studio e ricerca, il fatto di non chiamarsi più di Audubon. E se qualcuno ha mai avuto difficoltà a studiarla, a proteggerla perchè il suo nome era dedicato ad un uomo unanimemente considerato come uno dei padri della ornitologia mondiale (cosa che non viene smentita nel comunicato della Società di ornitologia americana).
Victor Obiols disse dopo che gli fu impedito di tradurre la Gorman:"Se non posso tradurre una poetessa perché donna, giovane e afroamericana nel mio medesimo secolo, non posso neanche tradurre Omero giacché non sono un greco dell’ottavo secolo a.C. E nemmeno Shakespeare non essendo un inglese del 16esimo secolo".
Gli proporrei di tradurre un libro di ornitologia. Possibilmente non scritto negli Stati Uniti.
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#bibliotecasanvalentino
Ed eccoci di nuovo qui con la rubrica a cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica Valentina Pace
Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: ʟᴇᴛᴛᴜʀᴇɪɴᴅɪᴇ.
La casa editrice di questo mese è: Milieu Edizioni
Buona lettura a tutti!
SUL FONDO DEL BLACK’S CREEK di Sam Millar
In una torrida e sonnolenta giornata d’estate sulle rive del Jackson’s Lake, il quattordicenne Tommy e i suoi amici Brent e Charlie, detto Ferro per la sua fortuna sfacciata, fanno il bagno nudi nel lago, bevono Coca ghiacciata, leggono fumetti della Marvel e, d’improvviso, assistono impotenti al suicidio di Joey Maxwell, un ragazzino di poco più giovane che sceglie di lasciarsi morire nel lago a poca distanza da loro.
La piccola cittadina di Black’s Creek, a nord dello stato di New York, dove i ragazzi vivono da sempre con le loro famiglie, viene scossa da questo tragico evento e in molti pensano di sapere cosa, o meglio chi, abbia spinto il piccolo Joey a togliersi la vita. In città, infatti, gira un losco figuro che lavora come custode part time al cinema Strand e si dice in giro che vada molestando i ragazzini. Jeremiah, il papà del giovane Maxwell con il quale è meglio non scherzare perché “Lui non perdona e non dimentica…”, chiede a gran voce che venga fatta giustizia. Lo sceriffo Henderson, padre di Tommy, si sente sotto pressione ma non ha abbastanza prove per procedere all'arresto del presunto colpevole. La situazione degenera quando a Black’s Creek vengono commessi due omicidi.
Sul fondo del Black’s Creek è un noir coinvolgente, dal ritmo tesissimo e dal linguaggio crudo, che cattura l’attenzione del lettore fin dalle prime pagine, ma è anche un racconto di formazione che descrive la perdita dell’innocenza di un ragazzino e dei suoi amici che si trovano ad affrontare un nemico feroce, malvagio e subdolo e che, pur di sconfiggerlo, sono pronti a commettere atti irreversibili.
COSA MI È PIACIUTO
All'interno del romanzo l’amicizia appare come un elemento fondamentale, ma anche estremamente fragile. Il primo amore è vissuto come un’esperienza memorabile, ma che genera confusione e dolore. Con grande intensità Sam Millar ci descrive il rapporto speciale che Tommy ha con suo padre, lo sceriffo Henderson, un uomo coraggioso, retto, sensibile, che ha una profonda fede nella giustizia: “…È per questo che abbiamo la legge, Tommy. Se consentissimo alle persone di farsi giustizia da sole, avremmo anarchia e linciaggi. Lo capisci questo, vero?”. In alcuni punti del libro l’autore stempera la tensione con situazioni e dialoghi ricchi di umorismo, ad esempio quando Tommy si caccia nei guai, oppure quando viene rimproverato ripetutamente da sua madre, una sorta di generale in gonnella, per le amicizie che frequenta, i continui ritardi e la sua disobbedienza. Del resto, la signora Henderson fa bene a stare in apprensione per quel suo figlio irrequieto. Black’s Creek è un paesino all’apparenza tranquillo, ma quando arriva il buio il pericolo è in agguato; dopotutto, come dice Ferro a Tommy “La notte e le tenebre appartengono ai mostri. Non ai supereroi”.
COSA NON MI È PIACIUTO
Come sempre quando un libro mi appassiona, mi trovo in difficoltà a evidenziarne gli aspetti negativi. Sinceramente, in questo caso, non ne ho trovato nessuno.
L’AUTORE
Sam Millar è uno scrittore e sceneggiatore nato a Belfast e, dopo la lunga militanza nell’IRA, è diventato uno degli scrittori di crime e thriller irlandesi più famosi. I suoi libri sono tradotti con successo in tutto il mondo. Per Milieu ha pubblicato il memoir “On the Brinks. Memorie di un irriducibile irlandese” e “I cani di Belfast”.
LA CASA EDITRICE
Milieu edizioni nasce a Milano come progetto di ricerca sulla storia criminale e sociale del Novecento e, in un secondo momento, si sviluppa come proposta editoriale a partire dal maggio 2012. Nel nome stesso della casa editrice sta il senso di questo percorso, nel fascino verso una mala a suo modo romantica e nella ricerca dei meccanismi “ambientali”, il milieu appunto, che influiscono sulle scelte dei singoli.
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Ogni tanto, una buona notizia: torna in libreria - in nuova edizione a firma unica, ripensata ed aggiornata - RAZZA PARTIGIANA, STORIA DI GIORGIO MARINCOLA (1923-1945). Si tratta di un piccolo classico di storiografia che, dopo alcuni anni di insensata e inspiegabile assenza, è di nuovo in catalogo, grazie alla cura determinata di Carlo Costa e alla lungimiranza della casa editrice Milieu. Un ragazzo italo-somalo cresciuto tra la Calabria e Roma, studente “dalla pelle nera” nella Roma fascista, allievo di Pilo Albertelli, partigiano azionista, tenente arruolato dai servizi inglesi del SOE per combattere in nord Italia, prigioniero di guerra e, infine, di nuovo in armi fino all’ultimo dei suoi giorni: questi alcuni dei momenti che hanno scandito la vita di Giorgio Marincola. Finalmente sarà nuovamente acquistabile una sua accurata biografia. Sono felicissimo che si possa festeggiare in questo modo il centenario della nascita di Giorgio, e sono felicissimo di essere stato invitato a scrivere la prefazione del libro. Nell’iper-prudente (eufemismo!) mondo editoriale italiano questa uscita rappresenta, a mio avviso, un’ammirevole e coraggiosa eccezione. Sarò grato a chiunque aiuti a diffondere la notizia che da domani, venerdì 24 novembre, RAZZA PARTIGIANA è ordinabile su tutte le piattaforme di vendita online e in tutte le librerie (grandi e piccole) d’Italia. Grazie di cuore e buona lettura!
Urbano Grandier, Facebook
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7 ago 2024 18:43
CENT’ANNI DI OTTONE – IL 3 AGOSTO DEL 1924 NASCEVA IL GRANDE PIERO OTTONE, DIRETTORE DEL “SECOLO XIX” E DEL “CORRIERE DELLA SERA” – IL RICORDO DI CARLO ROGNONI: “È STATO UN BRAVO GIORNALISTA, UN GRANDE DIRETTORE, UN APPASSIONATO CONSIGLIERE DI CHI PER MESTIERE FA L'EDITORE” – IL GRAN RIFIUTO AL SUO AMICO GIANNI AGNELLI, LA PASSIONE PER LA VELA, IL LICENZIAMENTO DI MONTANELLI E L’ASSUNZIONE DI PASOLINI, NONOSTANTE GLI AVESSE DATO DELLA “VECCHIA BALDRACCA”: “L’HO FATTO PERSO…” -
Estratto dell’articolo di Carlo Rognoni per “il Secolo XIX”
Nasce a Sampierdarena il 3 agosto 1924 nella famiglia Mignanego. E questo è il suo vero cognome fino a verso la fine della guerra. Quando a 18 anni decide che gli piacerebbe fare il giornalista. Va a Torino per incontrare il direttore de "La gazzetta del popolo", Massimo Caputo.
«Se vuoi scrivere sui giornali scegli un nome più corto e più pronunciabile». Lui torna a casa dalla mamma, contento che potrà fare il giornalista. Ma la mamma non apprezza affatto che cambi cognome... a meno che non scelga quello della sua famiglia, Ottone.
Piero Ottone farà il redattore, l'inviato, il corrispondente. Prima in Germania, poi a Mosca, dove conosce la futura moglie Hanne Winslow, che lavora nell'Ambasciata danese. Nel '56 va a Londra e nel '58 è lì che nascerà suo figlio Stefano Mignanego. Negli Anni Sessanta farà l'inviato per Il "Corriere della Sera". Poi nel 1976 il primo successo professionale: viene scelto dalla famiglia Perrone per dirigere "Il Secolo XIX", dove resterà per tre anni.
È un ritorno nella sua Liguria e può affrontare il mare con quella che resterà una passione autentica, la sua barca a vela di dodici metri, battezzata "Ciaika" , gabbiano in russo. L'esperienza genovese è molto positiva e la famiglia Crespi, proprietaria del "Corriere della Sera", lo sceglie. Farà il secondo grande e decisivo salto: diventa direttore del quotidiano della borghesia del Nord Italia.
E a Milano vive due esperienze indimenticabili, fa due scelte fondamentali, nel be- ne e nel male. Assume come editorialista Pier Paolo Pasolini. Lo scrittore, autore de "Gli scritti corsari" l'aveva pesantemente criticato. In una lettera di fuoco - scritta in occasione di alcune cronache sulla guerra del Vietnam - dava a Piero Ottone della «vecchia baldracca».
Ma perché lo assumi dopo quegli insulti? Fu chiesto a Ottone. E lui: «Penso che sia un valore aggiunto per il giornale. E questo conta più di qualsiasi insulto che io possa aver ricevuto».
Che Piero Ottone mettesse il giornale al di sopra di ogni altra considerazione lo testimonia «la scelta dolorosa» di licenziare Indro Mon-tanelli. Il grande giornalista […] lo aveva criticato per il modo in cui gestiva i rapporti sindacali e la politica […] . Ottone da direttore aveva un'idea forte del suo lavoro, della sua respon-sabilità, e non poteva tollerare che un suo importante giornalista lo criticasse per come conduceva il giornale. Ottone prima informò la sua editrice, Giulia Maria Crespi, e poi chiamò Montanelli: «O ammetti di avere sbagliato oppure qui finisce la nostra collaborazione». E così fu.
[…] Dopo cinque anni al "Corriere", cogliendo tutti di sorpresa, Piero Ottone si dimette. E non vorrà più accettare incarichi di direttore. Rifiuta, per esempio, una proposta dell'avvocato Agnelli, con il quale aveva un autentico rapporto di amicizia, per la barca ma anche per il giornalismo. Diventerà un ascoltato consigliere di chi fa il mestiere dell'editore.
Negli anni in cui l'ho conosciuto aveva un ufficio in Mondadori, era in buoni rapporti con Mario Formenton, il vero capo azienda. […] Nel frattempo, Ottone era entrato […] nel consiglio di amministrazione de "La Repub-blica", e fu nominato da Eugenio Scalfari e da Caracciolo "Garante del lettore" .
[…] È in questa fase finale della sua vita, quando ormai viveva a Camogli in un villino sul mare, che ha scritto "Novanta" un libro che mi fu chiesto di presentare. Perfino pensando e scrivendo della morte, in Ottone vince il sentimento della pacatezza, della cautela, molto british. “Chi siamo, dove andiamo: ebbene andiamo nel nulla. E lasceremo per qualche tempo una traccia, sempre più debole. Poi si cancellerà anche questa". E scrive: "Giunto al termine del viaggio, non credo che continuerò a sorvegliare dall'aldilà le vicende dei mortali".
Sembra che a Camogli il Comune abbia deciso di dedicargli un belvedere vicino alla casa dove ha vissuto fino al 17 aprile del 2017. Il 3 agosto di quest'anno saranno passati 100 anni dalla sua nascita. È stato un bravo giornalista, un grande direttore, un appassionato consigliere di chi per mestiere fa l'editore.
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Libri: A. Selmi, Al di qua del fiume, Nord ediz.
Da Barbara Brancato riceviamo il romanzo Al di qua del fiume di Alessandra Selmi. Barbara ci scrive: “Se vi piace questo genere di storie, vi consiglio “AL DI QUA DEL FIUME” Il sogno della famiglia Crespi. Di Alessandra Selmi. Storia della famiglia, del loro storico villaggio e dei loro abitanti.” Dalla presentazione dell’editore: È solo un triangolo di terra delimitato dal fiume Adda, lo si…
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#al di qua del fiume#alessandra selmi#barbara brancato#editrice nord#leggere#letteratura#lettori#lettrici#nord edizioni#romanzi
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#ioleggoperchè: l’iniziativa vi aspetta in libreria fino al 12 novembre
Si comincia oggi! #IOLEGGOPERCHÉ si conferma anche quest’anno come la più grande iniziativa nazionale di promozione della lettura e di raccolta libri a sostegno delle biblioteche scoltastiche, organizzata dall’Associazione Italiana Editori e sostenuta dal Ministero della Cultura. Grazie all’energia, all’impegno e alla passione di insegnanti, librai, studenti, autori, famiglie ed editori, finora…
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#ioleggoperchè#editrice nord#il battello a vapore#il custode di elias#io leggo perchè#leggere#libri#libro#narrativa#ogni giorno come il primo giorno#piemme
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[Books] Draw down the moon. L'Accademia della Luna (Moonstruck #1) di P. C. Cast e Kristin Cast
Titolo originale: Draw down the moon (Moonstruck #1) Autore: P. C. Cast e Kristin Cast Prima edizione: 2024 Edizione italiana: traduzione di Veronica Sibilla Ghiorzi (Casa Editrice Nord, 2024) Continue reading [Books] Draw down the moon. L’Accademia della Luna (Moonstruck #1) di P. C. Cast e Kristin Cast
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Storia dell’uomo che smise di amare i gatti di Isabelle Aupy edito Editrice Nord. A cura di Ilaria Grossi
“Che cos’è un gatto secondo lei?”Avrei dovuto rispondere “un animale che non si può tenere al guinzaglio “ e avrei dovuto rispondere “la libertà di essere se stessi”È una favola moderna, dolce e amara.Un’isola, pochi abitanti liberi di essere se stessi, con le loro abitudini e quotidianità.E gatti, abitanti silenziosi e indipendenti.Un giorno, i gatti tutti i gatti dell’isola scompaiono e nessuno…
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