#dinamiche umane
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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"Siamo di chi ci merita" di Angelo De Pascalis: Un'analisi della poesia sull'appartenenza e la comprensione. Recensione di Alessandria today
Esplorando le profondità dell'animo umano attraverso i versi di Angelo De Pascalis
Esplorando le profondità dell’animo umano attraverso i versi di Angelo De Pascalis Angelo De Pascalis è un poeta e scrittore italiano noto per la sua capacità di esplorare temi come l’amore, l’anima e la spiritualità con un linguaggio semplice ma estremamente evocativo. Sin da piccolo, ha coltivato la passione per la radio e per la scrittura, collaborando con diverse emittenti radio-televisive…
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darktimemachinechaos · 4 months ago
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Monografia: 𝗚𝗶𝗹𝗹𝗶𝗮𝗻 𝗙𝗹𝘆𝗻𝗻📚
𝐆𝐢𝐥𝐥𝐢𝐚𝐧 𝐅𝐥𝐲𝐧𝐧 (24 febbraio 1971, Kansas City, Missouri) è una scrittrice, giornalista e sceneggiatrice statunitense, nota per i suoi romanzi thriller che esplorano tematiche oscure e complesse.
Oltre alla scrittura di romanzi, Gillian Flynn ha lavorato come sceneggiatrice e critico televisivo. Il suo stile è caratterizzato da una narrazione intensa e da una profonda analisi psicologica dei personaggi, spesso ritratti in situazioni moralmente ambigue. Le sue opere tendono a esplorare le complessità delle relazioni umane e le dinamiche familiari.
Opere principali
Sulla pelle (2006): romanzo di esordio che ha ricevuto riconoscimenti significativi tra cui due Dagger Award e una nomination per l'Edgar Award; la storia segue una reporter che torna nella sua città natale per coprire un omicidio, affrontando il suo oscuro passato.
Nei luoghi oscuri (2009): il romanzo racconta la storia di Libby Day, l'unica sopravvissuta a un massacro familiare; costretta a rivisitare i traumi del suo passato, Libby si imbatte in segreti inquietanti.
L'amore bugiardo (2012): thriller psicologico che esplora la scomparsa di Amy Dunne e le indagini che coinvolgono il marito Nick; il romanzo ha avuto grosso impatto culturale ed è stato trasformato in un film diretto da David Fincher.
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ambrenoir · 6 months ago
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"Un tempo non era permesso a nessuno di pensare liberamente. Ora sarebbe permesso, ma nessuno ne è più capace. Ora la gente vuole pensare ciò che si suppone debba pensare. E questo lo considera libertà"
Oswald Spengler, “Il tramonto dell'Occidente”
‎ "Il tramonto dell'Occidente" di Oswald Spengler è un'opera monumentale che si pone come uno dei pilastri della filosofia della storia del XX secolo. Pubblicato in due volumi tra il 1918 e il 1923, il saggio esplora la ciclicità delle civiltà umane attraverso una "morfologia della storia universale".
Spengler propone una visione pessimistica del futuro dell'Occidente, paragonando le civiltà a organismi viventi che attraversano cicli di nascita, crescita, declino e morte. Secondo lui, ogni civiltà possiede un'anima, un ethos che ne guida lo sviluppo e il destino. La civiltà occidentale, caratterizzata da un impulso "faustiano" verso l'espansione e la conquista, si troverebbe, secondo Spengler, nella fase di decadenza, o "Zivilisation", dove i valori culturali e spirituali vengono sostituiti dal dominio del denaro e della tecnica.
La profondità di Spengler sta nella sua capacità di intrecciare filosofia, storia, arte e scienza per creare un quadro complessivo delle dinamiche storiche. Egli non si limita a descrivere il declino dell'Occidente, ma fornisce anche una critica acuta della modernità, evidenziando come la perdita di valori autentici porti a una civiltà vuota e senza scopo.
L'opera di Spengler è stata oggetto di molteplici interpretazioni e controversie, soprattutto per il suo fatalismo e il suo determinismo storico. Tuttavia, non si può negare l'impatto che "Il tramonto dell'Occidente" ha avuto sul pensiero contemporaneo, stimolando riflessioni sul significato della storia e sul destino delle società umane.
La sua opera rimane un testo fondamentale per chiunque sia interessato alla filosofia della storia e alle grandi domande sul futuro dell'umanità. La sua lettura richiede un impegno non indifferente, ma offre in cambio una prospettiva unica e provocatoria sulla storia mondiale e sul nostro posto in essa.
Oswald Spengler è stato un filosofo tedesco nato il 29 maggio 1880 a Blankenburg, Germania. È noto principalmente per il suo lavoro "Der Untergang des Abendlandes" (Il tramonto dell'Occidente), pubblicato tra il 1918 e il 1922, che è considerato un importante contributo alla teoria sociale. Dopo aver conseguito il dottorato all'Università di Halle nel 1904, Spengler lavorò come insegnante fino al 1911, per poi dedicarsi alla scrittura della sua opera principale. Nonostante il successo iniziale, visse in isolamento dopo l'ascesa al potere di Hitler nel 1933 e morì a Monaco il 8 maggio 1936.
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smokingago · 8 months ago
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LA MAPPA DELL’AMORE
L’amore si manifesta in molte forme, ognuna con la sua unica sfumatura e intensità. Esplorare questi diversi tipi di amore ci aiuta a comprendere meglio le dinamiche delle nostre relazioni.
Simpatia (intimità) è l’amore che nasce dalla connessione emotiva e dalla complicità. Non c’è passione o impegno, ma un profondo senso di comprensione e sostegno reciproco. È l’amicizia nella sua essenza più pura.
Amore Romantico (passione + intimità) combina l’ardore della passione con la profondità dell’intimità. È l’amore dei primi sguardi, dei cuori che battono forte, del desiderio e dell’affetto che si intrecciano. Tuttavia, senza impegno, può essere transitorio.
Amore-Amicizia (intimità + impegno) rappresenta un legame duraturo costruito su fiducia e affetto. Qui l’intimità è consolidata dall’impegno, creando una relazione stabile e rassicurante. È l’amore che resiste alle prove del tempo.
Infatuazione (passione) è l’esplosione del desiderio, un fuoco di breve durata che spesso manca di profondità. È attrazione pura e travolgente, ma senza intimità o impegno tende a svanire rapidamente.
Amore Fatuo (impegno + passione) è un amore paradossale. Esiste un forte impegno e una potente attrazione fisica, ma manca l’intimità necessaria per una vera connessione emotiva. Questo può rendere la relazione instabile e insoddisfacente a lungo termine.
Amore Vuoto (impegno) è un legame mantenuto solo dal dovere o dalla convenienza. Senza passione o intimità, diventa una relazione fredda e formale, spesso priva di gioia e coinvolgimento emotivo.
Amore Perfetto (passione + intimità + impegno) è l’ideale che molti sognano. Combina la passione, l’intimità e l’impegno in un equilibrio armonioso. È un amore completo, che evolve e si rafforza nel tempo. Raro e prezioso, rappresenta il culmine delle relazioni umane, dove ogni aspetto dell’amore è presente e valorizzato.
Ogni tipo di amore ha il suo valore e significato, contribuendo a tessere la ricca trama delle nostre vite affettive.
Francesco Sgaravatti
Dalla pagina Facebook
Elisabetta Notaro Psicoterapeuta
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susieporta · 4 months ago
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Sette di Spade
"Io sono qui per te"
Questa fase di profondo rilascio che stiamo vivendo ci racconta di quanto sia stato duro "interpretare ruoli e funzioni" che limitavano la nostra autentica spinta vitale.
I Patti Antichi, le Eredità Traumatiche, le Alleanze Familiari, ci legavano ad automatismi severi ed inflessibili. Non era possibile scollegarsi al sistema di interdipendenze.
Tutto chiedeva salvezza. Tutto voleva essere guarito e integrato.
Da bambini non avremmo potuto sottrarci in alcun modo al "massacro". Nemmeno se avessimo "visto prima". Nemmeno se ci fossimo impegnati con sangue e sudore a risolvere.
Eravamo "piccoli". Con addosso pesi troppo grandi.
Ma oggi non lo siamo più. Non siamo più "indifesi".
Possiamo aiutarci a guarire.
Con dedizione, pazienza e azione partecipata.
Il Tempo è una variabile fondamentale nelle guarigioni umane. Variabile alla quale non ci si può sottrarre.
Il Corpo necessita di uno spazio di ricomposizione della Ferita. Va assecondato, incoraggiato ad adempiere il suo Destino, riconosciuto nella sua infinita saggezza risolutiva.
Il Corpo sa. Parla, si esprime, sente.
Rimane "bambino" per sempre.
Non viene intaccato dalle nostre nefandezze.
I suoi ancestrali automatismi di guarigione sono impressi da sempre nella nostra struttura base. Si ereditano. Tanto quanto i traumi.
Se posso ammalarmi, allora posso anche guarire.
Se posso far entrare così in profondità le emozioni, posso altrettanto lasciarle andare con la stessa intensità sensoriale e psichica.
Le dipendenze, le malattie del corpo e della mente, i comportamenti disfunzionali, sono "risposte adattive".
Sono soluzioni che non abbiamo "inventato noi". Preesistevano alla nostra incarnazione.
Sono "difese di sopravvivenza apprese". Sono state vitali per difenderci quando tutto era "troppo" e "troppo sbagliato".
Ma allo stesso modo in cui noi "non siamo il nostro trauma", così noi "non siamo la nostra compensazione", noi non siamo il nostro comportamento adattivo, noi non siamo la nostra disabilità.
Il Corpo non compensa. Non è il suo compito. Il Corpo vorrebbe risolvere.
Se non trova strada aperta per la guarigione, sviluppa sistemi adattivi. Il suo compito è mantenerci in Vita.
Se fossimo consapevoli e partecipassimo alla meravigliosa esperienza della guarigione emotiva e fisica, se ci concedessimo di esplorare e ripristinare lo "schema originale" di funzionamento, ne saremmo spaventati.
Troppa bellezza. Troppo potere. Troppa responsabilità. Troppa Luce.
Non potremmo più accettare situazioni di compromesso, mancanze di rispetto, relazioni squilibrate, ruoli di salvatori o di vittime, invisibilità, impotenza, umiliazione, povertà.
Non potremmo più attribuire colpe all'esterno. Al carnefice di turno. All'aguzzino che abbiamo assoldato noi per confermare il nostro tanto affezionato ruolo di "martirio".
Dovremmo "risplendere".
E smetterla di rubare energia all'Altro, di incolparlo della nostra "non scelta".
Siamo noi che abbiamo aderito al ruolo. Siamo noi che ancora oggi lo "foraggiamo" di Energia. E noi dobbiamo portarlo a chiusura.
Non è l'Altro che "deve cambiare". Siamo noi che non ci sentiamo più confortevoli nelle dinamiche di disfunzione dell'Antica eredità traumatica e vogliamo rinascere a noi stessi.
Perciò noi dobbiamo muoverci nella Direzione che sentiamo accendersi dentro.
Non chiediamo all'Altro di facilitarci la strada, di benedirci, di assecondare la nostra trasformazione o la nostra "partenza".
Chiediamo a noi stessi di essere i più fervidi sostenitori del nostro straordinario processo di trasmutazione.
L'Altro non vuole, non può, non riesce a cambiare?
Va ascoltato, compreso. Ma non "preso in carico".
Se dobbiamo spostarci, spostiamoci da dove non c'è più nulla da dire o da fare. Non restiamo complici di un sistema che non cambia, che non si riconosce alcuna responsabilità, che non vuole o non può crescere.
C'è tanta gente che sta tanto tanto male intorno a noi.
Spesso non se ne accorge nemmeno. Non si problematizza.
A volte non può.
A volte invece non vuole. Troppa fatica affrontare. Troppo dolore dentro. Troppa paura di frantumarsi.
Spesso è la stessa struttura psichica ed emotiva ad impedire a priori di vedere o di sentire la disfunzione e il blocco emotivo.
Il male dei nostri Tempi sono i "disturbi di personalità" e le "patologie psichiatriche".
Essi rappresentano, a livello endemico e diffuso, la cristallizzazione pressoché definitiva di schemi di auto-distruttività, di violenza, di abuso etero o auto-inflitto.
Nell'individuo malato è il "corpus emotivo e psichico" che non ce la fa più a reggere l'eredità traumatica ed il carico ad essa conseguente.
Non si può fare nulla.
E' tardi.
Esistono professionisti per questo.
Impariamo a riconoscere, sentire ed ammettere ciò che "non può essere cambiato" e distinguerlo da ciò che invece ha una reale possibilità e volontà di trasformazione.
E' sano prenderne coscienza. E' giusto. Anche se fa male.
Non possiamo soccombere alla resa dell'Altro. Non possiamo sostituirci al suo dolore, alla sua scelta di "non vivere", all'impotenza, alla rabbia.
Possiamo solo operare scelte di salute per noi stessi.
Lavorare sul nostro prezioso sistema emozionale. Prendercene carico. E allontanarci da ciò che lo ferisce e lo annienta.
Questo è ciò che ci dobbiamo.
Dobbiamo ripetere al nostro Corpo sensibile e sensitivo innumerevoli volte al giorno: "Io sono qui per te".
Noi ci siamo per noi stessi.
Ora sì. Siamo presenti.
Non stiamo andando via. Non scappiamo più. Non ci nascondiamo dietro ai ruoli antichi. Non ci abbandoniamo.
Siamo qui. Fermi. Composti e risoluti. Amorevoli.
Pronti ad abbracciarci. Pronti a incoraggiare i nostri passi.
Pronti a trasmutare nel nuovo "schema".
Oggi ripetiamo più volte a noi stessi con amore e risolutezza: "Io sono qui per te. E non andrò più via".
Mirtilla Esmeralda
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bloodyfairy83 · 2 months ago
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"La Cosa" di John Carpenter (1982)
Scifi/horror del 1982 diretto da John Carpenter. È basato sul racconto "La cosa da un altro mondo", scritto da John W. Campbell.
È la storia di un gruppo di scienziati americani stazionati in una base di ricerca in Antartide che scoprono un extraterrestre in grado di assumere le sembianze di altri organismi.
Con un'atmosfera claustrofobica e tesa, la pellicola esplora temi come l'isolamento, la paura dell'ignoto e la perdita dell'identità.
Uno degli aspetti più noti di "La cosa" è l'innovativo uso degli effetti speciali, realizzati da Rob Bottin, che hanno contribuito a rendere le trasformazioni della creatura estremamente memorabili e disturbanti. Nonostante inizialmente non abbia ottenuto un grande successo al botteghino, col tempo il film è diventato un cult e ha influenzato notevolmente il genere horror e fantascienza.
La colonna sonora, composta dallo stesso Carpenter, aggiunge ulteriore tensione alla narrazione, contribuendo a creare un'atmosfera opprimente che pervade l'intero film. "La cosa" è spesso lodato per la sua capacità di combinare suspense, horror e una riflessione sulle dinamiche umane in situazioni estreme.
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ma-mu-nia · 1 month ago
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Le dinamiche che creano ansia gonfiano il cuore di perplessità e paure. Si perde razionalità su ciò che ci circonda, si diventa ciechi perché subissati dal fragore del muscolo che talvolta pare uscire dalla cassa toracica.
Queste due illustrazioni vogliono rappresentare lo stato d'ansia che le dinamiche esercitano sul quel muscolo fragile che sta al centro delle debolezze umane.
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dilebe06 · 3 months ago
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A Portrait Of Jianghu: Reincarnated Disciple
..." per qualche motivo che non mi spiego..."
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Non mi spiego, ad esempio perché il drama si chiami A Portrait Of Jianghu: Reincarnated Disciple se non c'è né un ritratto, né si parla di reincarnazioni né tantomeno di discepoli. E' un titolo a caso? Hanno estratto da un sacchettino parole casuali e quello che è uscito è uscito?!
Oppure perché cambiano dinamiche degli eventi da un episodio all'altro? Perché questa serie sembra ambientata in un canile dove nessuno sa davvero recitare? Perché le persone non hanno reazioni umane e normali? Sono alieni?!
Non posso ahimè rispondere a queste domande e l'unica cosa che posso fare è chiudere questo abominio con il commento delle ultime tre puntate. Per poi andare a sbronzarmi per dimenticare di aver buttato 24 episodi della mia vita a vedere questa roba.
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Partiamo verso il finale con Only Fans e Divini Codini con quest'ultima che imperterrita dai rifiuti ricevuti e facendo finta di non notare gli sguardi terrorizzati di lui, progetta la loro futura vita insieme. Una volta conclusasi il Torneo Birra Moretti, dice lei, scapperanno e vivranno insieme in una casetta nel bosco, lontani da tutti e tutto. Da soli. più che fuga romantica pare un sequestro.😐
Chiaramente questo piano scellerato che poggia su una relazione d'amore inesistente sarebbe facilmente risolvibile se Only Fans dicesse la verità alla ragazza. Ma - per motivi che non mi spiego - la serie decide di tirare avanti questa dinamica fino allo sfinimento.
Molte serie poggiano sui fraintendimenti tra i personaggi ma di solito durano 3 o 10 puntate massimo. A Portrait decide di vincere il premio "fraintendimento" più lungo della storia dei drama con questo malinteso che dura ormai da 20 puntate.
Venti lunghissime e interminabili puntate.
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Spostiamoci dunque a questo fantomatico Torneo dove osserviamo i partecipanti fare a botte in dei ring per poi incoronare vincitori i 4 rimanenti.
Ovviamente sono combattimenti brutti come poche cose.
E - per motivi che non mi spiego - adesso, alcuni dei personaggi hanno dei "poteri" tipici dei wuxia. 😐 Ma onestamente non me ne frega assolutamente niente.
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L'unica cosa degna di nota accaduta a questo carosello di brutture è il nostro Only Fans che proprio mentre stava perdendo, viene salvato da qualcuno che ferma il tempo e lo fa vincere. questo è barare sorella!
Goccia D'acqua! realizza scioccato il Padre delle Due Ariel. Divin Codini! dico io che ormai ho fatto 2+ 2 da diverse puntate e il colpo di scena l'ho visto arrivare da chilometri.
Siccome questo torneo da quattro soldi non serve unicamente per dare il Molo e la mano di Ariel Minore in matrimonio a qualcuno ma anche per riuscire a catturare Goccia D'acqua, il Padre delle Due Ariel comprende come mettere in pericolo il buon Only Fans possa essere un ottimo modo per stanare Goccia d'acqua.
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Goccia d'acqua/Divin Codini che finalmente, all'alba di tre episodi dal finale, si sente rifiutare definitivamente da Only Fans.
Che potrei essere contenta se solo il ragazzo le avesse detto il PERCHé. Sai no, la storia dei due universi...di lui che è già fidanzato e innamorato di un altra... che questa ragazza morirà se Barbie Strega Bianca di Narnia dovesse essere uccisa... niente.
Ma sì... trasciniamolo fino alla fine dei nostri giorni.
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A livello amoroso non è messa bene manco Ariel Minore che prigioniera di Barbie Anonima Sequestri, è condannata a subire le molestie del nano che già pensa di aver vinto il Torneo e di dichiararla sua moglie.
E qui c'è un altro fantastico cambiamento degli eventi rispetto alle puntate precedenti: si era detto che chi vinceva il Torneo si prendeva Molo e Ariel. Abbiamo visto la ragazza disperata di non poter scegliere la sua vita ed essere libera di vivere come vuole...
Ma in realtà, ora ci viene detto che c'è una scelta. Ossia Ariel deve scegliere il vincitore. Ed ecco perché lo switch tra le due sorelle e perché questa sta qui.
Ora... pure i bambini di due anni si rendono conto che questo cambiamento è nato in due secondi mentre gli sceneggiatori stavano sul cesso: in un Torneo c'è un vincitore. Uno. Non mille.
Tuttavia siccome, come vedremo a breve, alla fine restano in due, A portrait ha dovuto modificare la storia e dire che Ariel adesso può scegliere.
Un geniale cambio di sceneggiatura. Bravi. 😐
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Che poi..porella Ariel. I finalisti alla sua mano sono rispettivamente: Trinciabue che ok è bravo e molto forte ma ha un quoziente intellettivo di un neonato. Poi c'è il Nano che mi mette i brividi in ogni scena e che festeggerò quando lascerà questa valle di lacrime, Only Fans che ama un altra ed è impelagato in una relazione tossica con Divin Codini ed infine un cieco. Io punterei al cieco. Sembra il più normale qui dentro.
E chiudiamo anche questo torneo: L'ultima prova è di Letteratura. E se qualcuno qui pensa a recitare poesie, scrivere temi o dimostrare talenti nell'eloquio...ovviamente si sbaglia.
Le prove sono rispettivamente quattro - suonare delle ciotole, gara di sbronza, composizione floreale e pittura- in modo tale che possano vincerne una a testa e decretare un vincitore, solo con un indovinello sparato completamente a caso.
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Non so cosa c'entri il bere alcolici con la letteratura ma ho invidiato che almeno loro abbiano annegato i loro disagi nell'alcool. Beati loro.
Rimasti il Nano e Only Fans, accadono diverse cose una dietro l'altra:
Topolino ipnotizza Barbie Camorra per farle confessare i suoi crimini davanti a tutti mentre Il padre delle due Ariel fa attaccare Only Fans da degli uomini per vedere se di nuovo, Goccia d'acqua sarebbe venuta in suo soccorso. E accertata la cosa... niente. Questo non porta a nessuna conseguenza.
Come non porta a niente la confessione involontaria di Barbie CapoMafia, visto che la donzella di ripiglia e si riprende pure le parole che stava per dire.
Due scene TOTALMENTE inutili messe qui per allungare la solfa il più possibile. 😐
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Stabilito l'ovvio, possiamo tornare alla storia, con Ariel che incorona come suo vincitore/marito... Only Fans. C
ome Only Fans?!
Eh sì, perché quella che doveva essere Ariel Maggiore scambiata per la Minore - che appunto doveva far vincere il Nano - è in realtà la vera Ariel Minore. E rimessa al suo posto fa esattamente quello che si era prefissata di fare: far vincere Only Fans.
Non solo: la ragazza è così sveglia che avendo compreso che Barbie Messina Denaro è troppo potente, si affida al padre che è più potente della Bionda per farla fuori.
Insomma: per fare fuori un potente ci vuole qualcuno ancor più potente.
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Pertanto accusa Barbie 'ndrangheta di averla rapita e tenuta prigioniera fino a mo' e chiede al padre di darle vendetta. Non dice giustizia. Vendetta. Brava Ariel...sei l'unica che mi ha sempre dato soddisfazioni!
E' quindi ovvio che il Padre - Padrone e Signore di questa città - ordini alla polizia di arrestare Barbie Ergastolo senza prove né testimoni. Che poi... ma perché la Polizia dà retta a quest'uomo? anche se fosse il Sindaco/Capo della città, non dovrebbe seguire la legge?!
Comunque sia non sono stupita di come il piano della Nostra Bionda Preferita sia andato a puttane e lei sia nella merda: d'altronde nessun piano di Barbie Magica Accusa ha mai funzionato. Nessuno. Era quindi palese che manco questo sarebbe arrivato fino in fondo.
Barbie Magiche Certezze. 💗
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Ed è proprio qui che la nostra Bionda Signora Del Male ci offre un interpretazione che gli sarà sicuramente valsa un Oscar per la Recitazione al canile da dove l'hanno presa:
messa la muro e accusata da più parti, Barbie Disperazione ripercorre le 23 puntate passate, ammettendo sì di aver ammazzato/rapito/minacciato/ricattato un po' di gente... ma che l'ha fatto perché i personaggi di questa serie l'hanno costretta.
Lei ha solo fatto fuori il Padre di Only Fans dando inizio a tutta questa storia... ma sono gli altri i cattivi che le hanno ammazzato il fratello lasciandola sola e disperata a gestire la sua setta.
Un povera donna solitaria in mezzo al lupi cattivi: cosa doveva fare per salvarsi?
Se la serie sta cercando di fare femminismo la prego di smettere perché di femminismo Barbie non c'ha manco l'anima.
E' una scena straziante e drammatica - resa ancor più intensa dall'interpretazione densa di pathos e sentimento - di questo cartonato biondo con l'espressività di un sasso.
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Vista la mal parata i due sgherri di Barbie Nostra Signora del Dolore intervengono per salvarla ed è qui che ho finalmente tirato una parola di entusiasmo per la Capa. Come detto prima, per uccidere un mostro ci vuole qualcuno che sia più mostro di lui.
La Capa della Polizia prima spara alla guardia con il mantello e poi anche al Nano. Così. Tenendo la pistola puntata all'orizzonte nonostante l'avversario gli arrivi alla vita. Ma non importa...finché il Nano muore sono disposta a chiudere un occhio anche sulla balistica.
Ma d'altronde la Capa è ormai ferrata con le armi da fuoco. Infatti, in una scena successiva, vediamo l'Emo della setta Daoke andare da Cazzo Duro per rivelargli finalmente la verità sulla morte dei genitori.
Per motivi che non comprendo onestamente.
Pensavo che confessasse come erano andate le cose per salvare Barbie Amore Mio ma poiché manco la nomina, non capisco i motivi di questa rivelazione.
O meglio, la capisco in termini di trama. Ma non di motivazioni del personaggio.
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Comunque per farla brevissima: in passato l'Emo stava a casa dei genitori di Cazzo Duro. - Non so nemmeno il perché -
Genitori che sapevano dell'esistenza di Goccia D'acqua e che per questo il Padre delle Due Ariel ordina di far fuori. E così avviene: La Capa fa irruzione a casa dei genitori e ammazza tutti.
Ma l'ordine è partito dal Padre delle Due Ariel e quindi è da lui che Cazzo Duro si dirige, inferocito da queste scoperte. Anche perché aveva letto qualche episodio fa una lettera del padre che grondava miele sul Signore/Sindaco di questa città.
A sbarrargli il passo è la fidanzata - ormai ex - che di fronte alle accuse di Cazzo Duro ammette di avergli ammazzato male i genitori ma che l'ordine non è mai partito dal Padre delle Due Ariel. E' lei che ha capito male gli ordini. Cito testuale.
Coraggiosa la ragazza a prendersi la colpa di essere una subordinata scema e incompetente piuttosto che essere una cattiva che ha semplicemente fatto il suo lavoro.
Comunque sia, Cazzo Duro getta il suo cappello di poliziotto e se ne va. Single.
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Ma meglio così perché a casa del Padre di Cazzo Duro sta andando in scena quella che dovrebbe essere una cosa drammatica ma che le scimmie che hanno fatto questa serie hanno fatto così male che pare comica.
Dopo esser tornata a casa e aver scelto il marito, Ariel Minore si mette subito all'opera per aiutare Only Fans a trovare questa benedetta Goccia D'acqua.
Fruga tra gli oggetti del padre, indaga e mentre è lì che rovista tra le scartoffie, arriva proprio il padre.
Che ora gli chiede: - "ma a proposito...non eri prigioniera di Barbie Sequestro fino a mo'? Come ti sei salvata e sei arrivata qui? mo' glielo chiediiii?????
E siccome il diavolo fa le pentole e pure i coperchi, la figlia rivela che si è salvata grazie ad Ariel Maggiore che è morta al posto suo. MORTA. Un personaggio è crepato e per nessuno è la prima cosa da dire alle persone? Al padre, ad esempio?
Ariel, io ti voglio bene. Sei la mia stella di questo abominio...ma Crist..!!! iano Ronaldo di Bhudda! Anziché incoronare Only Fans nelle scene precedenti, dovevi dire che tua sorella era appena stata ammazzata con del veleno da Barbie Grimilde.
Perché lo dici adesso??????
E' chiaro dunque che Barbie Ergastolo diventi quindi Barbie Ghigliottina con il Padre delle Due Ariel che l'ordina l'esecuzione capitale per la nostra Maria Antonietta dei Poveri.
Ovviamente senza prove, indagini o quantomeno processi. Sia mai...
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Ma come è morta questa benedetta ragazza?
Ariel Maggiore, che aveva fatto accordi con Barbie Camorra per rapirne la sorella e prenderne il posto, all'ultimo si rende conto che in realtà sua sorella le vuole bene e decide perciò di salvarla. Tutta sta manfrina tra le sorelle è abbastanza sul vago poiché mai durante la serie è stata mostrata la gelosia della Maggiore. Ergo, quando la senti parlare di gelosia rimani un attimo confusa da questa nuova emozione che ciccia fuori all'improvviso.
Comunque vediamo una scena molto strana - che ovviamente non mi spiego - dove Ariel Maggiore dice a Barbie Anonima Sequestri di voler salutare la sorella prima che venga portata via. Non si capisce se Barbie sapesse che Ariel Minore venisse avvelenata o se ne fosse ignara e le sue guardie hanno fatto tutto alle sue spalle. Non sarebbe certo la prima volta che gli sgherri dei Capo Famiglia fanno cose di nascosto ai loro capi o ignorano palesemente i loro ordini.
Ma ci frega qualcosa di ciò?! assolutamente no.
L'unica cosa che non tollero è come questa morte sia avvenuta in sordina e non sia stata manco nominata da Ariel Minore fino a quando il padre non entra nell'argomento. Roba da galera.
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Ma tornando agli sgherri che fanno quello che cazzo gli pare: nonostante i Daoke ordinino a Moby Dick di liberare Divin Codini - che era stata precedentemente rapita ma del cui destino onestamente non me ne frega niente - l'aberrante uomo la lega ai binari del treno per farla morire male.
E mentre posso apprezzare il tentativo di liberarsi di lei, non riesco a capire il perché Moby Dick ignori gli ordini del suo Capo né perché voglia ucciderla.
Gli ha fatto qualcosa? C'è del risentimento nascosto? Per quale cazzo di motivo Moby Dick dovrebbe ucciderla? altro motivo che non mi spiego
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La notizia della futura morte di Divin Codini raggiunge Only Fans che corre assieme a Ron a salvarla ma...c'è un ma.
Nello stesso momento anche Barbie Ergastolo verrà giustiziata.
Salvare la psicopatica o la terrorista? questo è il dilemma.
Chiaramente io voto per Barbie Maria Antonietta al Patibolo visto che almeno è interessante. Fa cose. Certo, al 90% sono cose che le si ritorcono contro o non raggiungono il risultato sperato. Però almeno è proattiva. Divin Codini oltre a stare appresso a Only Fans e vivere in sua funzione, altro non fa. E' noiosa come la morte.
Only Fans vorrebbe salvare quest'ultima - almeno come amica/ conoscente - ma così facendo Barbie Comunione nell'altro Universo morirebbe. E siccome siamo venuti qui solo per LEI e siamo innamorati di LEI, Only Fans decide di salvare la Bionda.
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Ma ci tiene a ricordare a lei e a noi che lo fa unicamente per la sua Barbie Comunione.
Anche se qualche episodio fa siamo venuti a conoscenza che tutto questo viaggio di Only Fans per salvare la sua amata era una truffa e quindi non sappiamo con certezza se sta cosa che se si muore in un universo si crepa anche nell'altro, sia vera.
Ma noi facciamo finta che sia vera perché ci piace il dramma.
E perché godo internamente che Divin Codini sia rimasta a bocca asciutta.
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Segue poi un grande ritorno: direttamente dalla prima puntata rivediamo l'indimenticabile Action Man ancora vivo ma prigioniero di quella che è ormai assodato essere la Divin Codini dell'altro Universo. E non posso fare a meno di notare che il vizio di rapire e molestare Action Man non gli sia mai passato.
A quanto ho capito - ma non ci giurerei troppo - sta tizia ha rapito Action Man perché è l'unico modo che ha per comunicare con Only Fans. Inoltre ha mandato quest'ultimo nell'altro Universo dicendogli una balla ma non ho capito quale sia la puttanata: che se Barbie muore, muore anche la sua amata? Che Barbie era in pericolo? che la tizia con il segno rosso voleva uccidere Barbie?
A quanto ho intuito, la Divin Codini legata ai binari del treno, proviene dall'altro Universo - perché ha gli stessi poteri del lead - e la rapitrice di Action Man è la sua copia.
La Divin Codini che vediamo nel flashback con il Padre delle Due Ariel - ossia Goccia d'acqua - è la Nostra Divin Codini che però non è invecchiata di un giorno. Come è possibile?!
Dalle parole che la rapitrice di Action Man dice a Only Fans poi, viene fuori che "per salvare Barbie Comunione i due universi dovranno unirsi per diventare uno solo. Per infrangere il legame di vita e morte delle persone identiche nei due universi devi trovare la persona che li governa. " EHHHH???!!!!
Oh...un indovinello. Mi mancava. La ciliegina sulla torta di merd...a.
Chiaramente si sta riferendo a Divin Codini, la Regina degli Psicopatici e degli Ossessivi.
Ma se è sempre stata lei l'obiettivo, perché cazzo non si è fatta vedere in faccia la tipa del Tempo e non gli ha detto a Only Fans:-" oh, trova una uguale a me." perché sto rigirio di caviglie e segni rossi?!
Ok. Basta.
Alzo bandiera bianca. Io ho provato a capirci qualcosa, a stare attenta ma non solo le informazioni sono discordanti e si contraddicono tra loro ma se fanno pure il gioco delle tre carte per allungare appositamente la solfa, allora mi spiace ma basta.
Fanculo Divin Codini, Goccia d'Acqua, i piani della sacerdotessa del Tempo e pure Only Fans!!
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Che poi...Divin Codini non ha manco bisogno di essere salvata visto che non solo è la Regina di sto cazzo ma ferma i treni con la sola imposizione delle mani. e provoca incidenti mortali. Povero treno.
La donzella infatti è super arrabbiata con Only Fans. Comprensibile.
Lei si è sbattuta un sacco per lui. Vive per lui. L'ha aiutato, curato, salvato e lui manco la protegge? Preferisce salvare Barbie che lei?!
Inserisco qui il fatto che questa maledetta tizia essendo anche lei dell'altro Universo e avendo visto l'arrivo di Only Fans nella prima puntata, ha sempre saputo che erano "compaesani" e NON GLI HA MAI DETTO NULLA. Perché?!
Inoltre Only Fans ha pure infranto la promessa che le aveva fatto precedentemente: quella che l'avrebbe salvata qualsiasi cosa le fosse successa.
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Perciò questo incredibile drama si chiude con una Divin Codini in modalità Serial Killer - e con dei capelli improponibili. Perché dietro le stanno così? ha l'attaccatura dei capelli cementificata? - che ci fa pregustare, a causa della promessa infranta da Only Fans, il suo passaggio al lato oscuro della forza. Ci importa? onestamente no.
E si chiude così.
Finish.
Sì perché questa era solo la prima stagione. E spero che fosse anche l'ultima. Un finale con un colpone di scena che se onestamente non mi aspettavo, non riesce comunque a darmi la forza e l'intenzione di continuare questa storia.
Per me A Portrait finisce qui.
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Che dire... uno dei drama peggiori che ho visto quest'anno.
A partire dalla recitazione imbarazzante per gran parte del cast con picchi tragici per l'espressività di Barbie, ad esempio. I dialoghi sono anche decenti ma certe volte confusi e più che illuminarti, ti mandano al manicomio.
La parte peggiore però è la sceneggiatura con scene senza senso, fraintendimenti portati all'eccesso, giri a vuoto senza alcun motivo, caos nelle dinamiche degli eventi, reazioni e motivazioni dei personaggi incomprensibili... e potrei continuare per ore e ore. Ma basta. Basta davvero...
Voto: 4
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tiaspettoaltrove · 1 year ago
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Sentitevi libere di diffidare delle altre donne.
Le donne migliori che conosco, sono alquanto scettiche nei confronti delle altre donne. Critiche, diffidenti, disinteressate a cercare un vero contatto. Le conoscono bene, e sanno quello che ci si può aspettare. Il loro non è un odio, non avrebbe senso, e da persone intelligenti le squalificherebbe. Ogni essere umano è a se stante, sempre, e pertanto generalizzazioni assolute non se ne possono mai fare. Questa è una regola aurea. No, loro semplicemente sanno chi hanno di fronte (a parte eccezioni, appunto). Paradossalmente, una persona superficiale dall’esterno potrebbe dire che sono più misogine di me. Con la differenza, però, che io misogino non lo sono. Sono solo estremamente critico, sia nei confronti delle donne, che degli uomini (soprattutto per quanto mi riguarda personalmente). Quello che voglio dire, è che le donne che disprezzano le altre donne le comprendo benissimo. A patto che non sia per invidia, perché la questione lì cambia radicalmente. No, dico solo che secondo me è normale, quasi auspicabile in una parabola ideale, che le donne abbiano delle forti rimostranze nei riguardi delle altre posseditrici della vagina. Sto facendo un discorso molto concettuale, ideologico se vogliamo. Quando trovo un tallone d’Achille del mondo femminile, parlo con queste donne e trovo un riscontro. È quasi un conforto, se vogliamo. So che con loro posso confrontarmi senza peli sulla lingua, dicendo quello che penso. E solo se avrò ragione, allora ci sarà un compiacimento. Ma non è necessario, non è scontato. Ci si confronta e basta, in serenità. Però lo ammetto, che una ragazza che si esprime in modo duro (e non necessariamente volgare) nei confronti di un’altra, mi smuove qualcosa dentro. Nel senso che mi fa sentire meno sbagliato, mi fa capire che non sono matto, ma solamente attento alle dinamiche umane. Anzi, il paradosso è che spesso sono più io a delineare pregi e caratteristiche positive, piuttosto che loro. Sono io a cercare il buono che loro non sempre vedono. Perché dobbiamo dirlo, dai: mica è tutto brutto e terribile, assolutamente. Ci sono difetti, ma anche qualità nascoste. Bisogna solo farle venire fuori, quando le si possiedono. Io penso che il problema vero del mondo femminile, sia un timore nell’andare fino in fondo. Per ipocrisia, per immaturità, per finzione. Non tutto è deprecabile, assolutamente. Ma serve più verità. Serve più testa, e meno corpo. Serve una profondità di pensiero che, ahimé, troppo raramente riscontro. E logicamente (senza ironia), la colpa è ovviamente di noi uomini. Che troppo spesso rincorriamo in maniera infantile e animalesca ideali di donna sbagliati, che vengono quindi esaltati anziché soffocati dall’oblio. Siamo noi la causa di tutti i problemi che riguardano le donne, perché tutto è partito e a tutt’oggi parte ancora da noi. Un giorno, auspico, ci sarà un risveglio collettivo. E si riprenderà in mano il destino delle sorti del mondo. In modo assolutamente serio, maturo, lungimirante. Verso cose più grandi.
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greenthink · 6 months ago
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Tra Natura e Professione, viaggio attraverso collaborazioni ed ecosistemi..
Sono un'appassionata della natura, un'eterna esploratrice di boschi, monti e sentieri, ma la mia vita va ben oltre le meraviglie del mondo naturale.
Mi occupo di diverse attività, interagendo regolarmente con professionisti di vari settori, da creativi a ingegneri, da esperti di marketing a tecnici.
Ogni volta che mi confronto con queste menti brillanti, non posso fare a meno di vivere ogni interazione attraverso la lente della natura.
Per me, ogni discussione è come un'escursione in un ecosistema unico: ci sono dinamiche da osservare, relazioni da esplorare e, perché no, un po’ di ironia da cogliere.
Le strategie aziendali si intrecciano con i cicli delle stagioni, e le collaborazioni professionali richiamano alla mente le simbiosi tra piante e animali.
In questo modo, riesco a portare la mia passione per la natura anche nel mondo del lavoro, trasformando ogni incontro in un'opportunità di riflessione e scoperta.
E allora mi chiedo:
In un mondo dove le interazioni sociali sembrano sempre più informali, ci sono ancora quei rari angoli in cui il “lei” regna sovrano, come una maestosa quercia nel bel mezzo di un campo di margherite.
Ma perché, ci chiediamo, questa necessità di dare del “lei”?
Forse perché, come una farfalla che si posiziona delicatamente su un fiore, c'è il desiderio di rispettare la delicatezza delle relazioni umane?
Immaginate di trovarvi in un ufficio, circondati da colleghi che si scambiano battute amichevoli e si danno del tu.
A un certo punto, entra il nuovo manager. Con il suo portamento regale e il suo sguardo che ricorda un gufo saggio, si avvicina e, con un tono grave, inizia a dare del “lei” a tutti. Ecco... in un attimo, l'atmosfera cambia: si passa da un picnic spensierato a una riunione di giurisdizione tra pinguini in un iceberg.
La verità è che il “lei” ha un suo fascino, come un cactus fiorito nel deserto.
Esprime una certa distanza, una sorta di rispetto, come se stessimo dicendo “sì, siamo in un ambiente professionale, ma voglio che tu sappia che ti considero una creatura dignitosa, non un semplice criceto nel mio ingranaggio aziendale”.
È un po’ come se volessimo proteggere il nostro spazio personale, come fa un riccio quando si rannicchia per difendersi.
In natura, ci sono animali che si avvicinano con cautela per non disturbare l’ecosistema. Pensate agli elefanti: non si avvicinano mai a un altro animale senza prima stabilire una sorta di protocollo.
Ecco, il “lei” è un po’ come il rituale degli elefanti: una forma di rispetto per la gerarchia, per il territorio altrui.
In questo modo, possiamo continuare a coesistere senza fare troppi danni, come se stessimo danzando in un bosco incantato.
Quindi, mentre ci ritroviamo a dare del “lei” a chi ci sta di fronte, ricordiamoci che stiamo solo cercando di mantenere quell’equilibrio delicato che rende le nostre interazioni un po’ più simili a un giardino fiorito, piuttosto che a una giungla caotica.
Magari, in fondo, il “lei” è solo un modo per dirci che, nonostante le apparenze, siamo tutti parte dello stesso ecosistema umano, e un po’ di cortesia non guasta mai...
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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"L'Ospite Indesiderato": Un Thriller Avvincente di Shari Lapena. Segreti e Suspense in un Isolato Hotel di Montagna. Recensione di Alessandria today
Biografia dell’Autrice. Shari Lapena è un’autrice canadese di grande successo, nata a Toronto. Dopo una carriera come avvocato e insegnante, Lapena ha deciso di dedicarsi alla scrittura, rivelandosi una maestra del thriller psicologico
Biografia dell’Autrice.Shari Lapena è un’autrice canadese di grande successo, nata a Toronto. Dopo una carriera come avvocato e insegnante, Lapena ha deciso di dedicarsi alla scrittura, rivelandosi una maestra del thriller psicologico. Conosciuta per il suo stile teso e ricco di colpi di scena, ha raggiunto la fama internazionale con il bestseller “La coppia della porta accanto”, a cui sono…
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fallimentiquotidiani · 2 years ago
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Quindi possiamo dire che Mad Men è la tua serie preferita di sempre?
È sicuramente una serie che sento molto mia per alcune dinamiche umane e per il superbo modo in cui i personaggi sono scritti.
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italiani-news · 5 hours ago
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"Non chiamatela guerra" di Luca Del Re è un libro che affronta con coraggio e lucidità uno degli aspetti più complessi e dolorosi dei conflitti moderni: la guerra in tutte le sue sfumature, che non si limita agli scontri tra eserciti, ma coinvolge la vita quotidiana, le persone e la loro umanità. Con una scrittura incisiva e accessibile, Del Re riesce a portare il lettore nel cuore delle dinamiche più sfumate e drammatiche dei conflitti contemporanei, spesso ignorate o fraintese.Il titolo stesso, "Non chiamatela guerra" suggerisce un invito a riflettere sulla natura ambigua e poliedrica dei conflitti moderni. L'autore si allontana dal linguaggio tradizionale della guerra e dell'eroismo, per esplorare invece le sue implicazioni sociali, politiche ed emotive. Attraverso una serie di racconti, riflessioni e testimonianze, Del Re ci guida in un viaggio che smonta i luoghi comuni sulla guerra, invitando il lettore a comprendere la devastazione che essa porta non solo in termini di perdite materiali, ma anche a livello psicologico, culturale e umano.L'autore, con la sua esperienza e una prospettiva maturata sul campo, non si limita a fare reportage, ma offre una visione critica del fenomeno della guerra, che non è mai solo una questione di "vittorie" e "sconfitti", ma un evento che minaccia di annientare le vite, le speranze e le identità di chi ne è coinvolto. La guerra diventa quindi un'esperienza universale, che va oltre i confini geografici e politici, e che colpisce in modo particolare le persone vulnerabili: civili, donne, bambini.In "Non chiamatela guerra" Del Re ci invita a guardare oltre le immagini di violenza che spesso vengono trasmesse dai media e a comprendere che dietro ogni conflitto ci sono storie di sofferenza, sacrificio e resilienza. Le sue parole sono un richiamo alla necessità di una maggiore consapevolezza rispetto agli effetti devastanti delle guerre, non solo per chi le combatte, ma per l'intera umanità.La prosa di Del Re è chiara e senza fronzoli, ma carica di emozioni e riflessioni profonde, con un ritmo che tiene il lettore sempre coinvolto. Il libro è un'importante testimonianza che invita alla riflessione critica sulla guerra e sui suoi costi, non solo in termini di vite umane, ma anche in termini di valori, speranze e sogni infranti.Non chiamatela guerra è una lettura fondamentale per chiunque voglia comprendere le sfumature più complesse e tragiche dei conflitti moderni. Un libro che va al di là della cronaca e della polemica politica, offrendo uno sguardo più profondo e umano sulla realtà della guerra. Read the full article
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micro961 · 13 days ago
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Federico Bonati presenta “Influencer - La seconda indagine di Loriano Zaccari”: un noir avvincente ambientato nella Val di Rabbi
Un thriller intenso che intreccia segreti inconfessabili e la fragilità delle maschere sociali
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Lo scrittore Federico Bonati presenta “Influencer – La seconda indagine di Loriano Zaccari”, il suo nuovo romanzo edito da Affiori. Dopo il successo de “L'occhio del falco”, Bonati ripropone la coppia investigativa formata dal giornalista Loriano Zaccari e dal vicequestore Clara Neccini in un noir avvincente che esplora i lati più oscuri della mente e delle relazioni umane. Ambientato nella suggestiva Val di Rabbi, il romanzo si apre con il ritrovamento scioccante del cadavere di Ludovica Zortea, una giovane ex reginetta di bellezza e influencer. L'indagine che segue porterà Zaccari e Neccini a scontrarsi con una crudele realtà fatta di violenza, manipolazione e demoni interiori, sia propri che altrui. La narrazione si snoda tra i segreti di una comunità apparentemente tranquilla e le oscurità di un crimine brutale che scava nelle fragilità della società contemporanea.
Acquista il libro
https://www.giulioperroneditore.com/prodotto/influencer-la-seconda-indagine-di-loriano-zaccari/
Bonati non si limita a tracciare la trama di un classico thriller, ma offre uno sguardo acuto e incisivo sulla condizione umana. Attraverso la psicologia intricata e ben dettagliata dei personaggi, l'autore esplora il sottile confine tra manipolatori e manipolati, mostrando come, a volte, il vero mostro risieda nelle paure e nei traumi non affrontati. La collaborazione con esperti, tra cui una psicologa e un giornalista specializzato in dinamiche di violenza di genere, garantisce una rappresentazione autentica e profonda delle dinamiche psicologiche e investigative.
“Il titolo Influencer non riguarda solo l’attività della vittima, ma anche il ruolo che abbiamo noi stessi nella società. Siamo influenzatori e influenzati, che si tratti di mode o rapporti umani.”
Federico Bonati
Con una scrittura coinvolgente e una narrazione carica di tensione, "Influencer" è un viaggio oscuro ma necessario che intreccia ambizione, follia e relazioni contorte. È un romanzo che invita i lettori non solo a cercare il colpevole, ma anche a riflettere su cosa significhi affrontare i propri demoni.
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susieporta · 24 days ago
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Dieci di Bastoni
"La comunione profonda tra le Anime del Messaggio"
I "messaggeri dell'Anima" sono esseri umani.
Sono persone comuni.
Mettono a disposizione un Dono.
Esso è incompleto. Lo è da sempre. E' bloccato da schemi, da credenze, da apprendimenti e codici Antichi.
Ma non desistono. Sanno che è prezioso e magico.
Comprendono che il lavoro di pulizia interiore rende la Manifestazione del Dono stesso sempre più pura, più cristallina, più completa, più vera.
Sono i primi a sperimentare "il limite".
Sono i primi a lavorare giorno dopo giorno su loro stessi per accogliere il Nuovo in ogni loro gesto, parola, espressione.
A volte ci riescono. Afferrano la nota e partono, suonano ad orecchio, si cimentano in ciò che nemmeno loro conoscono o ricordano con chiarezza. Improvvisano.
Altre volte cadono. Con un bel tonfo. Che risuona dentro ad ogni loro cellula, come un amplificatore a cui viene alzato il tono e assorda l'orecchio.
Ma si assumono le loro responsabilità. Di non essere "diversi" dagli Altri. Ma solo più aperti, curiosi e visionari.
Sanno che abbattere le barriere degli Antichi Schemi a volte significa "pestare i piedi" all'ereditarietà psichica, emotiva, culturale e sociale. Di loro stessi in primis.
Ma sono qui per evolvere, al pari degli altri Esseri Umani. E per abbattere barriere visibili e invisibili. Anche quelle più scomode. Anche quelle apparentemente "intoccabili".
Ci sono certi argomenti che sono ancora oggi "tabù" per l'Essere Umano e richiamano credenze molto profonde, utilizzate per "assolvere la vittima" che c'è dentro ciascuno di noi.
L'Empatia è uno di questi impronunciabili e intoccabili temi umani.
In questo specifico caso, inizialmente, non si tratta di temi legati allo Spirito.
Qui parliamo di Umano.
Di dinamiche ereditate di generazione in generazione. Di Codici della Paura. Di schemi appresi e integrati nel nostro agire psichico ed emotivo. Di millenni di funzionamenti interiori distorti, fragili e impotenti.
Parliamo di automatismi, di meccanismi di difesa, di sofferenza e di legami con l'amore mancato, perduto, assente.
In funzione di queste "distorsioni" relazionali, noi oggi siamo una civiltà orfana dell'Amore.
Nessuno è escluso da questo movimento di "perdita". C'è un collettivo che soffre, che sta male, che non reagisce a causa di queste "credenze intoccabili".
E' importante parlarne. Provare a parlarne.
Senza la presunzione che questa sia la "strada finale".
La "condivisione" è imprescindibile. Ciascuno può trarre insegnamento dall'Altro.
Chi semina separazione o conflitto, provocazione, paragone o pensiero distruttivo, è esso stesso "separato" nelle profondità di se stesso. E' addolorato. Non crede possa esistere "un altro modo di funzionare". Non lo vede. Non lo sente.
E accusa l'Altro, trattenendo stretto stretto tra le mani lo schema dell'impotenza.
Si protegge dal cambiamento utilizzando concetti "antichi", che rimuovono, bloccano o rallentano il mondo delle possibilità umane di crescita e guarigione.
Provare a scardinare ciò che è all'oggi "intoccabile", non significa detenere la presunzione di averlo risolto per primi.
Siamo tutti, ma proprio tutti, nella stessa "tempesta umana", nel caos, nella continua destrutturazione di "falsi miti".
E non c'è una "gara tra Anime messaggere".Non c'è mai stata e mai ci sarà.
C'è solo una potente e sincera Collaborazione.
Essa rende questo Viaggio un continuo "mettersi in discussione", un continuo interrogarsi e integrare.
Senza accusare, senza demolire, senza creare antico discepolato e senza voler "primeggiare".
Perché non è una competizione su chi è più bravo, chi è più "indovino" e chi è più "attrattivo".
L'unico traguardo da raggiungere per le Anime del Messaggio e per tutti i "volontari della Crescita e dell'Evoluzione", in questo Piano di Coscienza, è il ripristino del "Benessere umano", la collaborazione tra gli individui, lo scambio di Doni e la rinascita verso l'Amore puro.
Non certo il Dolore, il Paragone, il Conflitto e la Separazione.
E' importante "unirsi" per maturare insieme. E' importante confrontarsi per evolvere umanamente e spiritualmente.
Dentro ai messaggi che vengono portati nella Materia, c'è tanto lavoro umano.
Tanto davvero.
Tanta dedizione, tanto entusiasmo, tanto investimento emotivo, tanta cura e amore per ciò che si cerca di esprimere e manifestare. A volte anche tanto bagno di umiltà.
Ma mai "confronto scorretto".
Questo è Antico. E crea solo distanza, anziché spalancare finestre di puro progresso e vicinanza.
Ciascuno ha il proprio Compito. La propria Attitudine. La propria Strada.
Anche nelle relazioni della quotidianità. Secondo il proprio sentito, la propria attitudine, il proprio desiderio autentico.
Ma sempre dentro ad un "Collettivo in ri-unione".
Si cammina fianco a fianco, mano nella mano. Non divisi.
E' vero, da soli si viaggia più veloci, ma insieme si va più lontano.
Mirtilla Esmeralda
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enkeynetwork · 22 days ago
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