#narrazione intensa
Explore tagged Tumblr posts
Text
Monografia: 𝗚𝗶𝗹𝗹𝗶𝗮𝗻 𝗙𝗹𝘆𝗻𝗻📚
𝐆𝐢𝐥𝐥𝐢𝐚𝐧 𝐅𝐥𝐲𝐧𝐧 (24 febbraio 1971, Kansas City, Missouri) è una scrittrice, giornalista e sceneggiatrice statunitense, nota per i suoi romanzi thriller che esplorano tematiche oscure e complesse.
Oltre alla scrittura di romanzi, Gillian Flynn ha lavorato come sceneggiatrice e critico televisivo. Il suo stile è caratterizzato da una narrazione intensa e da una profonda analisi psicologica dei personaggi, spesso ritratti in situazioni moralmente ambigue. Le sue opere tendono a esplorare le complessità delle relazioni umane e le dinamiche familiari.
Opere principali
Sulla pelle (2006): romanzo di esordio che ha ricevuto riconoscimenti significativi tra cui due Dagger Award e una nomination per l'Edgar Award; la storia segue una reporter che torna nella sua città natale per coprire un omicidio, affrontando il suo oscuro passato.
Nei luoghi oscuri (2009): il romanzo racconta la storia di Libby Day, l'unica sopravvissuta a un massacro familiare; costretta a rivisitare i traumi del suo passato, Libby si imbatte in segreti inquietanti.
L'amore bugiardo (2012): thriller psicologico che esplora la scomparsa di Amy Dunne e le indagini che coinvolgono il marito Nick; il romanzo ha avuto grosso impatto culturale ed è stato trasformato in un film diretto da David Fincher.
#monografia#𝗚𝗶𝗹𝗹𝗶𝗮𝗻 𝗙𝗹𝘆𝗻𝗻#Sulla pelle (2006)#romanzo#sceneggiatrice#critico televisivo#stile#narrazione#narrazione intensa#analisi#analisi psicologica#morale#ambiguo#moralmente ambiguo#complessità#relazioni#relazioni umane#dinamiche familiari#famiglia#Nei luoghi oscuri (2009)#L'amore bugiardo (2012)#David Fincher#libri da leggere
8 notes
·
View notes
Text
Estremista della vita di Ernesto Gallarato: un romanzo di coraggio e autenticità.
Fragilità, accettazione e dignità in una storia di vita intensa e profondamente umana.
Fragilità, accettazione e dignità in una storia di vita intensa e profondamente umana. Ernesto Gallarato, con il suo ultimo romanzo Estremista della vita, ci regala un’opera intensa e commovente, che scava nelle profondità dell’esperienza umana. Pubblicato da TraccePerLaMeta edizioni nella collana Oltremare Narrativa, il libro affronta temi universali con una prospettiva personale e coraggiosa,…
#accettazione#Alessandria today#arte e narrativa#autori contemporanei#collana Oltremare Narrativa#coming out#copertina simbolica#Coraggio#dignità e rispetto#dignità umana#Ernesto Gallarato#Estremista della vita#Fragilità#Google News#I velieri del cielo#identità#integrità#introspezione#italianewsmedia.com#lettura emotiva#lotta contro i limiti#Lotta interiore#morbo di Parkinson#narrativa contemporanea#narrativa e arte#narrativa e introspezione#narrazione intensa#Pier Carlo Lava#resilienza#Riflessione
0 notes
Text
L’ora di greco - di Han Kang, Adelphi
Premessa: sono tra coloro che ritengono che il Nobel per la letteratura ad Han Kang si assolutamente meritato. Inutile proseguire la lettura se si è già convinti del contrario.
Probabilmente per me questo è il romanzo più bello tra quelli fin qui tradotti in italiano (o inglese). Molto breve ma denso, esplora temi profondi come la perdita, la solitudine, e la ricerca dell’identità. È del 2011 anche se qui da noi è arrivato appena l’anno scorso. Un viaggio introspettivo in cui due persone, apparentemente molto diverse, si incontrano e si comprendono attraverso la condivisione di un dolore nascosto e silenzioso.
Lei, Hanja, dopo aver vissuto un periodo di intensa sofferenza, ha trovato il silenzio come rifugio: non parlare, più che una scelta volontaria, è una reazione istintiva e fisiologica alla sua sofferenza. Le parole per lei si sono trasformate in strumenti di dolore, tanto che la voce stessa le sembra ormai qualcosa di estraneo. Dopo in matrimonio fallito e la perdita di custodia del figlio, persa anche la madre le sembra di aver ormai perso qualsiasi contatto con la propria identità e il mondo che la circonda. Come via di fuga da questo dolore, inizia a seguire lezioni di greco antico, una lingua che per lei diventa una sorta di “nuovo inizio”, poiché le consente di esprimere e riscoprire sé stessa senza le ferite che l’uso della lingua madre le provoca.
È così che la sua vita incrocia il suo insegnante di greco, un uomo non vedente che vive anche lui un’esistenza profondamente segnata dalla perdita. Per lui la cecità ha rappresentato un graduale distacco dal mondo, ma nonostante le difficoltà quotidiane ha imparato a navigare attraverso questo vuoto grazie all’amore per le parole e per la letteratura. Egli usa il greco come strumento per mantenere un legame con il mondo esterno e per dare un senso al proprio passato.
Attraverso questo incontro tra la donna e il suo insegnante, Han Kang esplora l’intimità della comunicazione e del linguaggio come mezzo di guarigione. Entrambi i protagonisti sono segnati da ferite invisibili e trovano nella lingua greca un terreno neutrale in cui potersi esprimere senza il peso delle loro storie personali. Il greco antico diventa simbolo di un viaggio interiore, che permette loro di riconoscere il proprio dolore e, in qualche modo, di riappropriarsi delle proprie vite.
Han Kang utilizza una prosa poetica e riflessiva per approfondire i sentimenti complessi dei protagonisti. La narrazione alterna i punti di vista della donna e dell’insegnante, e attraverso le loro prospettive frammentate il lettore è invitato a riflettere sul significato dell’empatia, della perdita, e della redenzione. I dialoghi sono ridotti al minimo, quasi come se l’autrice volesse rispettare il silenzio che i due protagonisti sembrano cercare.
In sostanza, un romanzo che parla di sopravvivenza emotiva. Attraverso la storia dei protagonisti, Han Kang esplora la possibilità di trovare una via d’uscita dal dolore e dalla perdita senza negare le proprie ferite. La lingua greca diventa metafora del processo di auto-ricostruzione, una lingua che, con le sue radici antiche, permette ai personaggi di esprimere sentimenti che sembravano impossibili da comunicare.
Un delicatissimo racconto di Han Kang, che con la sua scrittura minimalista invita alla riflessione sulla complessità dell’animo umano, sul ruolo del linguaggio, e sulla possibilità di una rinascita anche nei momenti più bui. Leggetelo solo se questi temi vi appassionano. Diversamente state andando incontro a una delusione.
6 notes
·
View notes
Text
Midnight Mass: Un Venerdì Santo da Paura in Sette Puntate
Midnight Mass: Benvenuti nell'Altare del Terrore Televisivo
Cosa ottieni se mescoli il sacro con il profano, l'horror con il dramma, e aggiungi un pizzico di mistero soprannaturale? Ottieni "Midnight Mass", una miniserie che ridefinisce il concetto di genere televisivo. Diretto da Mike Flanagan, noto per i suoi lavori nel campo dell'horror psicologico, "Midnight Mass" si distingue per la sua capacità di fondere elementi di horror classico con riflessioni esistenziali e morali. Chi avrebbe mai pensato che una serie ambientata su un'isola sperduta, con un prete carismatico e una congregazione di fedeli, potesse diventare un cult del piccolo schermo?
Non è la prima volta che l'horror viene imbastito all'interno di un contesto religioso. Sono moltissimi gli esempi di film dove preti e suore vengono posseduti da entità maligne. Tuttavia nel mondo della serialità, "Midnight Mass" diventa un esempio di miniserie paurosa ma anche elegante e profonda.
Flanagan e la Scalata Tensiva: Prendete i Popcorn, ma Non Abbiate Fretta
Mike Flanagan, il maestro dell'horror contemporaneo, dimostra ancora una volta di sapere come costruire una narrazione intensa e coinvolgente. La tensione in "Midnight Mass" cresce come un’onda di marea, lenta ma inesorabile. Ogni episodio aggiunge un pezzo al puzzle, portando lo spettatore sempre più vicino all'inevitabile climax. Questo non è uno show da binge-watching distratto; richiede attenzione e pazienza, ma la ricompensa è una storia che ti tiene incollato allo schermo.
La Recitazione: Un'Ensemble di Talenti Celestiali
La recitazione in "Midnight Mass" è semplicemente stellare. Zach Gilford, Kate Siegel, Hamish Linklater e il resto del cast offrono performance che sono tanto intense quanto credibili. Linklater, in particolare, brilla nel ruolo di Padre Paul, il misterioso sacerdote che porta con sé un'aria di inquietudine e segreti oscuri. I personaggi sono ben sviluppati, e gli attori riescono a trasmettere una gamma di emozioni che vanno dalla devozione cieca alla disperazione più profonda.
Infatti, è proprio l'eterogeneità del cast che rende questo racconto speciale e intenso, secondo me. Dagli adulti ai pochi giovani presenti sull'isola, l'umanità viene incarnata in questa piccola ma speciale comunità.
Monologhi Lunghi e Dialoghi Teatrali: Shakespeare, Prendi Appunti
Una delle caratteristiche più distintive di "Midnight Mass" è l'uso di riprese lunghe e dialoghi che sembrano monologhi teatrali. Ogni parola è pesata e ogni silenzio carico di significato. Questi momenti possono sembrare lenti, ma sono essenziali per costruire l'atmosfera e sviluppare i temi della serie.
È come se Flanagan avesse deciso di portare il teatro in televisione, regalando agli spettatori scene di pura intensità emotiva che rimangono impresse nella memoria.
Il Messaggio: Non Solo Vampiri e Messa di Mezzanotte
"Midnight Mass" non è solo una storia di terrore; è una riflessione profonda sulla fede, il fanatismo religioso, il senso di colpa e la redenzione. Attraverso i suoi personaggi, la serie esplora le motivazioni che spingono le persone a credere e a sacrificarsi per ciò in cui credono. Il risultato è un messaggio potente che invita a riflettere su ciò che significa veramente avere fede e su quanto possa essere pericoloso quando diventa cieca e incontrollata.
Musica da Brividi: Un Coro di Note Angoscianti
La colonna sonora di "Midnight Mass" è un altro elemento chiave che contribuisce all'atmosfera inquietante della serie. Composta da The Newton Brothers, la musica utilizza cori angelici e melodie spettrali per amplificare la tensione e l'angoscia.
Ogni nota sembra avvolgere lo spettatore, immergendolo ancora di più nel mondo oscuro e misterioso dell'isola di Crockett. La musica non è mai invadente, ma sempre presente, come un sussurro inquietante all'orecchio.
Drammaticità e Impatto Emotivo: Preparati a Lacrime e Riflessioni
Il finale di "Midnight Mass" è un vero e proprio pugno nello stomaco emotivo. La drammaticità delle ultime scene, accompagnata dai dialoghi profondi e toccanti. Vengono toccati infatti temi universali come la fede e la morte.
I personaggi, giunti al loro momento di resa dei conti, offrono riflessioni che non solo danno senso alle loro azioni, ma costringono anche il pubblico a interrogarsi su ciò in cui crede. Il finale porta lo spettatore a pensare non solo alla fede ma anche sul significato della vita e della morte.
È un finale che lascia un segno profondo, sia per la sua potenza narrativa che per l'intensità emotiva, rendendo "Midnight Mass" una visione che resta nel cuore e nella mente ben oltre l'ultimo episodio.
Un'Esperienza Divina (ma Spaventosa) da Non Perdere
"Midnight Mass" è una miniserie che si distingue per la sua capacità di combinare elementi di horror e dramma con una narrazione profonda e riflessiva. Mike Flanagan ha creato un'opera che è tanto affascinante quanto inquietante.
Una serie che richiede attenzione ma ripaga con momenti di pura tensione e riflessione. Con una recitazione straordinaria, dialoghi che sembrano monologhi teatrali e una colonna sonora perfettamente calibrata, "Midnight Mass" è un must per chiunque ami le storie che fanno pensare e, al contempo, tremare di paura.
Non perdetevela, ma ricordate: guardatela a luci spente e con il cuore pronto a un bel batticuore.
Se vi è piaciuta come serie, commentate qui sotto. Non perdetevi i prossimi articoli e gli aggiornamenti sul mio profilo TikTok.
La vostra Easy Tears.
2 notes
·
View notes
Text
Jessica Morlacchi - Ambaradam
Jessica Morlacchi torna sulle scene musicali con il suo nuovo singolo “Ambaradam”, un brano pop dal sound fresco e attuale, capace di unire ritmo e melodia in una narrazione intensa e coinvolgente. Con la produzione artistica di Rosario Albanese, Keep Hold “Ambaradam” esplora il caos emozionale di una relazione vissuta con passione e istinto, in cui amore e contraddizioni si intrecciano in un…
0 notes
Text
My Left Foot: Il Capolavoro del Cinema Biografico
Nel 1989, il mondo del cinema ha assistito alla straordinaria rappresentazione della vita di Christy Brown grazie al film My Left Foot: The Story of Christy Brown. Diretto da Jim Sheridan, al suo debutto come regista, e co-sceneggiato insieme a Shane Connaughton, il film è un adattamento delle memorie del 1954 scritte dallo stesso Brown. Questa pellicola biografica, frutto della collaborazione tra Irlanda e Regno Unito, ha portato sul grande schermo una storia ispiratrice, consacrata dalla magistrale interpretazione di Daniel Day-Lewis.
Una Storia di Resilienza Straordinaria
My Left Foot si apre nel 1932, con la nascita di Christy Brown in una povera famiglia della classe operaia a Dublino. Cresciuto in una casa con quindici fratelli e sorelle, Christy ha affrontato enormi sfide a causa della paralisi cerebrale. I medici avevano diagnosticato che non sarebbe mai stato in grado di camminare o parlare. Tuttavia, il supporto amorevole della madre gli permise di dimostrare la sua intelligenza e il suo talento in modi che stupirono la famiglia e il mondo intero.
Una scena iconica del film mostra Christy mentre utilizza il piede sinistro per scrivere la parola “madre” sul pavimento con un pezzo di gesso, un momento che rappresenta un punto di svolta nella sua vita. Questo gesto, apparentemente semplice, convinse il padre di Christy, inizialmente scettico sulle sue capacità, a credere nel suo potenziale. Da quel momento in poi, la determinazione di Christy lo spinse a esplorare la pittura e la scrittura, due mezzi che gli permisero di esprimere la sua creatività e le sue emozioni.
Un Successo Senza Precedenti nel Cinema
My Left Foot venne accolto con entusiasmo dalla critica e dal pubblico sin dalla sua uscita nelle sale il 24 febbraio 1989. Realizzato con un budget di appena 600.000 sterline, il film incassò ben 14,7 milioni di dollari, dimostrando che una grande storia può catturare il cuore degli spettatori senza bisogno di effetti speciali costosi. Il cinema, in questo caso, si è concentrato sulla forza della narrazione e sulla profondità delle interpretazioni.
Daniel Day-Lewis, nel ruolo di Christy Brown, offrì una performance che venne ampiamente elogiata. La sua dedizione al metodo di recitazione lo portò a rimanere nel personaggio per tutta la durata delle riprese, rifiutandosi di compiere azioni che Christy non avrebbe potuto fare. Questo approccio garantì un’autenticità rara, che venne premiata con l’Oscar come Miglior Attore alla 62ª edizione degli Academy Awards. Anche Brenda Fricker, nel ruolo della madre di Christy, ricevette l’Oscar come Miglior Attrice non Protagonista, un riconoscimento alla sua straordinaria interpretazione.
Il Contributo di Jim Sheridan al Cinema Biografico
Jim Sheridan, al suo debutto come regista, dimostrò un incredibile talento nel portare sullo schermo una storia così intensa. La sua regia e la sceneggiatura catturarono la complessità della vita di Christy Brown senza indulgere nel sentimentalismo. Al contrario, il film celebra la resilienza e il talento di Christy, offrendo al pubblico una prospettiva autentica e coinvolgente.
Sheridan scelse con cura il cast, includendo attori come Hugh O’Conor, che interpreta il giovane Christy, e Ray McAnally, che interpreta il padre di Christy. Il cinema, in questo caso, è stato utilizzato come mezzo per esplorare la condizione umana in tutte le sue sfaccettature, mostrando sia le difficoltà che le vittorie della vita di Christy.
Un’Eredità Duratura nel Cinema
Nel 2018, il British Film Institute classificò My Left Foot come il 53° miglior film britannico del XX secolo, un riconoscimento al suo impatto duraturo. Il film continua a ispirare generazioni di spettatori, dimostrando che il cinema può essere uno strumento potente per raccontare storie che altrimenti potrebbero rimanere sconosciute.
Le interpretazioni di Daniel Day-Lewis e Brenda Fricker, insieme alla regia di Jim Sheridan, hanno reso My Left Foot un esempio di come il cinema possa affrontare temi complessi con sensibilità e autenticità. Questo film non è solo un tributo alla vita straordinaria di Christy Brown, ma anche una celebrazione del potere della narrazione cinematografica.
Conclusione
My Left Foot: The Story of Christy Brown è molto più di un semplice film biografico. È una testimonianza del potenziale umano e una celebrazione della resilienza e del talento. Grazie alla sua rappresentazione autentica e toccante, questo film rimane una pietra miliare nella storia del cinema. Che si tratti della sua trama coinvolgente, delle sue interpretazioni eccezionali o della sua regia magistrale, My Left Foot continua a occupare un posto speciale nel cuore degli amanti del cinema.
Leggici su Linkedin
Indicaci come contattarti
#arcobaleno#associazione#associazioneculturale#associazioni#associazionimondovi#cooperativaarcobaleno#eventi#eventiperilsociale#mondovi#monregalese#onlus#sociale#socialemondovi#oltrearcobaleno#cinema#disabilità#solidarietà#poesia#oscar#DanielDayLewis#inclusione#lotta#bellestorie#forza#resilienza#irlanda
0 notes
Text
“Come vasi di ceramica (Flares of Freedom)” di Giacomo Barzaghi: dal buio alla luce
Un viaggio alla scoperta di sé e della rinascita contro un regime crudele insegnando a non arrendersi mai
“Come vasi di ceramica (Flares of Freedom)” è il romanzo dello scrittore Giacomo Barzaghi, un'opera intensa e profonda disponibile dal 30 giugno 2024. Il libro racconta una storia di lotta e speranza ambientata in un mondo oppresso da un regime tirannico, mostrando come il coraggio, la forza, la speranza e il sostegno reciproco possano spezzare anche le catene più feroci.
Attraverso una narrazione iperrealistica, talvolta cruda ma sempre intensa e autentica, Barzaghi accompagna il lettore in una realtà dominata dalla schiavitù e da pene corporali brutali. Tuttavia, il cuore pulsante della storia è un messaggio di forza e rinascita. Non importa quanto profonda sia la caduta, c'è sempre una strada per rialzarsi, soprattutto quando si trova il coraggio di farlo al fianco di persone fidate, unite da un legame indissolubile.
Acquista il libro
L’autore con la sua sensibilità e il suo stile ricco di emozioni, trae ispirazione da esperienze personali che hanno segnato il suo percorso di crescita interiore. “L'idea di questo libro è nata durante un periodo di sofferenza che ho vissuto anni fa. Le persone che mi erano accanto, i miei amici, mi hanno aiutato a trovare la forza dentro di me”, ha dichiarato Barzaghi. Questo slancio personale ha preso forma nella stesura dell'opera, sviluppata con pazienza e passione.
“Come vasi di ceramica (Flares of Freedom)” non è solo una storia; è un inno alla resilienza umana, alla capacità di superare le avversità e trovare la propria forza interiore. È un romanzo che tocca temi universali entrando con sincerità nella parte più intima della propria anima e invita il lettore a riflettere sul potere della comunità e della speranza, anche nei momenti più bui.
Instagram: https://www.instagram.com/giacomo.barzaghi_official
TikTok: https://www.tiktok.com/@giacomobarzaghi_official?_t=ZN-8sS5g7bP4p4&_r=1
0 notes
Text
"La Fémmina" vince il premio Miglior Cortometraggio Italiano al Fabrique du Cinéma Festival: un capolavoro di immagini, musica e poesia
Il cortometraggio diretto da Nuanda Sheridan e prodotto da Pink Weapon vede l’eccellenza del montaggio e della supervisione alla post-produzione di Paolo Damiano Dolce.
Roma, 18 dicembre 2024 – Grande successo per il cortometraggio La Fémmina, vincitore del premio Miglior Cortometraggio Italiano al prestigioso Fabrique du Cinéma Festival di Roma. Diretto dalla talentuosa regista Nuanda Sheridan e prodotto da Pink Weapon, il film si distingue per la sua intensa narrazione visuale e musicale, che raggiunge il culmine con una toccante poesia in dialetto siciliano nel finale.
Il montaggio, elemento centrale dell’opera, è stato realizzato presso lo studio Paolo Damiano Dolce - Visual Storyteller a Sannicola (LE). Un lavoro straordinario, reso ancora più stimolante dalla collaborazione a distanza con la regista, che ha seguito in diretta dall’Argentina le sessioni di montaggio, dimostrando che l’arte non conosce confini.
Il successo di La Fémmina è frutto di un team di talenti che hanno dato il massimo in ogni fase della produzione:
Direttore della Fotografia: Matteo Castelli
Colorist: Antonino Torrisi
Sound Design e Mix: Luigi Tarantino
VFX Artist: Federico Pistoiesi
“Sfida dopo sfida, raccontare tutto con immagini e musica, senza dialoghi, è stato un percorso emozionante e coinvolgente. La poesia finale è la voce di un’identità culturale che unisce profondamente linguaggio e sentimento,” commenta Paolo Damiano Dolce, responsabile del montaggio e supervisore della post-produzione.
La Fémmina rappresenta un inno alla forza narrativa del cinema e all’importanza della collaborazione internazionale, una testimonianza del valore artistico che il Fabrique du Cinéma Festival ha voluto celebrare con questo riconoscimento.
Per maggiori informazioni, contattare: Paolo Damiano Dolce – Visual Storyteller 📧 Email: [email protected] 🌐 Sito Web: www.paolodamianodolce.com
#LaFemmina#FabriqueDuCinema#VisualStorytelling#CinemaItaliano#Cortometraggio#PostProduzione#Editing#Sannicola#VisualStoryteller#PaoloDamianoDolce#FilmMaking#CulturaItaliana#PremioCinema#ArteSenzaConfini
0 notes
Text
Endless Love Anticipazioni: La tensione sale alle stelle! Scopri il destino di Nihan e Kemal!
https://ift.tt/DcLwV8T https://www.youtube.com/watch?v=-lzqyqr8R5o Il piano di Emir prende forma, e con esso cresce la suspense in questa intensa narrazione. Ogni decisione dei protagonisti potrebbe avvicinarli a un destino fatale, mentre il legame tra Nihan e Kemal si fa sempre più profondo. L’ultimo sguardo tra i due trasmette una carica emotiva ineguagliabile, segnando la fine di un viaggio ricco di amore e sacrificio. Non perdere questo emozionante finale che esplora le sfide e le prove dell’amore, facendoti riflettere su quanto possa essere fragile. Un’opera che va oltre la semplice trama, toccando il cuore e l’anima. #shorts #shortsvideo #shortsfeed #shorts #shorts #shorts from Tv Trend Italia https://www.youtube.com/channel/UCHqQYJ9rtTKFYW8IYlgCqWQ via Formula 1 Live https://ift.tt/adOvlr2 December 19, 2024 at 11:20PM
0 notes
Text
Allegoria che sfida la nostra percezione del mondo Nel libro VII de "La Repubblica", (Platone presenta una delle allegorie più celebri e profonde della filosofia occidentale) il Mito della Caverna. Questo racconto non è solo una narrazione affascinante, ma anche uno strumento potente per comprendere la teoria della conoscenza e la percezione della realtà, concetti centrali nel pensiero platonico Immaginate una caverna oscura dove un gruppo di prigionieri è incatenato fin dalla nascita. Questi prigionieri sono immobilizzati in modo tale che possono guardare solo verso una parete di fronte a loro. Dietro i prigionieri, c'è un fuoco e, tra il fuoco e i prigionieri, c'è un sentiero rialzato. Su questo sentiero passano persone che portano oggetti e figure di varie forme, proiettando ombre sulla parete che i prigionieri possono vedere. Per questi prigionieri, quelle ombre sono l'unica realtà che conoscono Le ombre nella caverna simboleggiano l'ignoranza e la percezione limitata di coloro che non hanno raggiunto la conoscenza vera. Rappresentano una realtà distorta e superficiale, una metafora di come le apparenze e le percezioni possano ingannare la nostra comprensione della vera natura delle cose. Il mito prende una svolta significativa quando uno dei prigionieri viene liberato. All'inizio, questo prigioniero prova un dolore acuto e una confusione intensa nel venire esposto alla luce del fuoco e, infine, al sole del mondo esterno. La luce è accecante, e il prigioniero lotta per comprendere questa nuova realtà. A poco a poco, i suoi occhi si abituano, e inizia a vedere il mondo così com'è: colori, forme, la vastità del cielo e lo splendore del sole. Questo processo simboleggia il cammino verso la conoscenza e l'illuminazione intellettuale, un viaggio arduo e doloroso, ma profondamente trasformativo. Il prigioniero liberato si rende conto che le ombre nella caverna non sono la realtà, ma semplici illusioni. Nel suo desiderio di condividere questa rivelazione, torna nella caverna per liberare gli altri. Tuttavia, al suo ritorno, trova resistenza e viene frainteso da coloro che sono ancora incatenati. Per loro, le ombre restano l'unica realtà valida, e l'idea di una realtà diversa è inconcepibile e minacciosa. Questo ritorno sottolinea la difficoltà di trasmettere e accettare la verità in un mondo abituato alle illusioni, un riflesso della resistenza umana al cambiamento e all'accettazione di nuove verità. Il Mito della Caverna, quindi, non illustra solo la teoria epistemologica di Platone, ma anche la sua visione sull'educazione e il ruolo del filosofo nella società. Il filosofo, come il prigioniero liberato, ha la responsabilità di guidare gli altri verso la luce della conoscenza, anche se ciò comporta affrontare l'incomprensione e la resistenza. Web
0 notes
Text
IL COGNOME DELLE DONNE - AURORA TAMIGIO In questo anno ho avuto la fortuna di leggere dei libri veramente belli ed interessanti. Tra questi c’è “il cognome delle donne”di Aurora Tamigio. Quella raccontata è una storia familiare che ripercorre il Novecento e che mette come tema centrale della narrazione le donne. Il racconto parte da inizio secolo, da una Sicilia arcaica fino ad arrivare agli anni ottanta pieni di leggerezza, di musica e di progresso. La prima protagonista è Rosa, persona gentile, forte e resiliente che , per sfuggire alle angherie del padre, scappa con Sebastiano Quaranta, un uomo semplice e buono. Dalla loro unione nascono tre figli: Fernando, Donato e Selma. Quest'ultima semplice ed ingenua, va in sposa a Santi Meraviglia, un uomo inetto che sa imporsi soltanto con la forza. Quando diventa il capofamiglia iniziano i guai e a farne le spese sono le loro figlie, Patrizia , Lavinia e Marinella.Patrizia dal carattere ribelle e indomito, mentre Lavinia bella e sognatrice e l’ultima, Marinella, molto chiusa, ma che piano piano imparerà ad aprirsi al mondo. La vita di queste donne si intreccia inevitabilmente con altri personaggi, avendo come sfondo il tempo che passa portando con sé gli inevitabili cambiamenti: il voto delle donne, l’avvento della lavatrice, il cinematografo, i cibi tipici dell’epoca, la musica, le varie fazioni politiche, i mondiali di calcio del 1982, ecc. Il filo conduttore del romanzo è l’eredità femminile che si passa di generazione in generazione, attraverso anche agli oggetti simbolici che vengono tramandati come la macchina per cucire” Singer”. Sono tutte donne capaci di essere sempre resilienti.Un racconto vivo, dalla scrittura semplice, scorrevole e intensa. L’intercalare siciliano contestualizza e non appesantisce la lettura, anzi aiuta a tenere alta l’attenzione del lettore dalla prima all’ultima pagina. Ascolta la recensione play_arrow IL COGNOME DELLE DONNE SERENELLA MARIANI Read the full article
0 notes
Text
La Donna nel Pozzo di Piergiorgio Pulixi: Un Thriller Psicologico tra Mistero e Fantasmi del Passato. Recensione di italianewsmedia.com
Piergiorgio Pulixi ci regala un viaggio nell'oscurità dei segreti e delle fragilità umane, tra colpi di scena e rivelazioni sconvolgenti.
Piergiorgio Pulixi ci regala un viaggio nell’oscurità dei segreti e delle fragilità umane, tra colpi di scena e rivelazioni sconvolgenti. La Donna nel Pozzo di Piergiorgio Pulixi è un thriller psicologico che mescola abilmente suspense, introspezione e critica sul mondo della narrativa crime. La trama segue Cristina Mandas, una donna che vive in un tranquillo paesino della Sardegna,…
#Alessandria today#Arturo Panzirolli#auto-analisi#colpe del passato#Colpi di scena#cultura sarda#detective story#Ermes Calvino#fabbrica del crime#Feltrinelli#ghostwriting#Google News#introspezione#introspezione psicologica#italianewsmedia.com#La donna nel pozzo#letteratura noir#lettura avvincente#Lorenzo Roccaforte#mistero#mondo editoriale#narrativa contemporanea#narrativa crime#narrativa italiana#narrazione intensa#noir italiano#noir.#Omicidio#personaggi complessi#personaggi intricati
0 notes
Text
Match Point, la Rabbia di Flavia Catena vince l'edizione 2024 del concorso
Di Annalisa Valente E' Flavia Catena con il racconto Rabbia che vince l'edizione di quest'anno di Match Point, il concorso letterario organizzato da Il Circolo e Londra Scrive. Secondi e terzi, Alessia Piermarini con la Muscia Dentro e Max Mauro con Il Dito. Match Point, la Rabbia di Flavia Catena vince l'edizione 2024 del concorso E' Rabbia di Flavia Catena che vince l'edizione 2024 di Match Point, il concorso letterario riservato a racconti inediti scritti in italiano da residenti in Regno Unito. La musica dentro di Alessia Piermarini e Il dito di Max Mauro vincono rispettivamente il secondo e terzo premio. Come di consueto è stato l’Istituto Italiano di Cultura di Londra ad ospitare giovedì 17 Ottobre, all’interno della Settimana della lingua italiana nel mondo, la serata di premiazione del concorso organizzato da Il Circolo - Italian Cultural Association, charity italiana in UK in collaborazione con Londra Scrive, scuola di scrittura creativa fondata dallo scrittore Marco Mancassola col patrocinio del Consolato Generale d'Italia a Londra e nell’ambito delle attività di promozione integrata del Sistema Italia del Ministero degli Affari Esteri. Il Premio, giunto quest’anno alla sua terza edizione, è stato sponsorizzato dallo studio commercialista Del Vigna Dobson. Il tema della challenge 2024 è stato “FUTURO O NO?” e ha rappresentato l’occasione per parlarne in tutte le possibili declinazioni: visioni del futuro dell’umanità, tecnologie che avanzano o nuove società, storie contemporanee basate sulle nostre vite e sulle scelte, i progetti, i sogni, le relazioni, le speranze che possono influenzarle. E di racconti, incentrati sul topic, ne sono arrivati quasi un’ottantina. Tra questi, la giuria composta da Olga Campofreda, Luisella Mazza, Isabella d’Amico, Daniele Derossi, Marco Mancassola, Paolo Nelli, Caterina Soffici e Giovanna Salvia ha fatto un lavoro di cernita accurata e anche un po' combattuta, per arrivare a una scrematura di dodici finalisti. Importante sottolineare che la giuria ha giudicato i racconti, contrassegnati da un numero progressivo, senza sapere nulla degli autori. Perché l’intento fosse proprio quello di garantire completa trasparenza e obiettività nella scelta. La serata di premiazione di giovedì 17 Ottobre, aperta con i saluti del Console d’Italia a Londra Alessandro Mignini e della presidente de Il Circolo Simona Spreafico, è stata poi condotta da Etta Carnelli De Benedetti, direttrice de Il Circolo. Presente anche la moglie del Vice Capo Missione, Signora Marina Smimmo De Antonellis. I finalisti sono stati tutti invitati alla serata, e fino al momento della premiazione, è stato mantenuto dagli organizzatori il massimo riserbo sulle posizioni in classifica. Ecco, allora i risultati risultati e le menzioni speciali della giuria. - Premio - RABBIA di Flavia Catena - Premio – LA MUSICA DENTRO di Alessia Piermarini - Premio – IL DITO di Max Mauro Il primo racconto classificato, premiato dalla signora Marina Smimmo De Antonellis, si è aggiudicato un trofeo e un premio di 1.000 sterline. Motivazione del premio: “Per la capacità di esplorare il tema dell’incertezza del futuro con una forte, avvincente allegoria; il taglio originale nell’affrontare il genere distopico; la creazione di un’atmosfera intensa e inconfondibile; l’equilibrio di un racconto in bilico tra narrazione esplicita e mistero”. Il secondo racconto, premiato dal Console Mignini, e il terzo, premiato dallo sponsor Del Vigna Dobson, hanno ricevuto un trofeo e un premio in denaro di 500 sterline. Ma ci sono state anche tre menzioni speciali per i testi di Martina De Camillis "La storia del mio cuore”, di Marco Medugno “Quattro lezioni” e di Simone D’Aquino (“Tuffati picciri’!’’). Ma quest’anno Match Point ha riservato anche una novità rispetto alle edizioni passate: il premio Mondo Nuovo, istituito per sottolineare il crescente successo ottenuto dal nuovo bookclub de Il Circolo, appunto Mondo Nuovo, diretto da Olga Campofreda, e che attualmente vede il coordinamento di Luisella Mazza fino al prossimo mese di Gennaio. I dodici racconti finalisti sono stati sottoposti ad una giuria composta da grandi lettori del bookclub ai quali è stato chiesto di votare il vincitore. A maggioranza dei voti il Premio Mondo Nuovo è andato a "L’ultima conversazione" di Anna Sergi (premiata da Luisella Mazza) e a lei è andato un buono d’acquisto per libri del valore di 100 sterline. Ma ci sembra doveroso citare anche i nomi degli altri finalisti che hanno partecipato alla serata insieme ai colleghi decretati poi vincitori: Irene Morlino, Luciano Parisi, Marco Chiola, Martina Bozza, Paolo Barucca. Nel corso della serata l’attore Alex Marchi ha letto dei brani tratti dai tre racconti premiati, che vincono inoltre la possibilità di un percorso di editing professionistico e, nelle prossime settimane, la pubblicazione sulla rivista letteraria Cattedrale – Osservatorio sul racconto, partner del concorso. E, mentre si spengono i riflettori su Match Point edizione 2024, si inizia già a pensare alla prossima edizione del concorso, nel 2025, con un topic, se possibile, ancora più affascinante: “BUON VIAGGIO”. Un’occasione per essere fantasiosi, introspettivi, proiettati verso le più disparate forme di itinerario attraverso le esperienza di vita, i ricordi, gli obiettivi futuri, i territori ancora inesplorati. Vedremo di cosa saranno capaci i prossimi talenti letterari pronti a sfidarsi nella quarta edizione di Match Point. ... Continua a leggere su
0 notes
Text
This Is Going To Hurt - Medical Drama (2022)
Quando la Vita in Ospedale è una Tragicommedia.
Se sei un amante delle serie TV come me, saprai che la combinazione di dramma e commedia è una miscela perfetta. "This Is Going to Hurt" riesce a catturare proprio questa magia, portandoci dietro le quinte di un ospedale pubblico con un'ironia graffiante e un realismo crudo che non lascia spazio a mezze misure.
Dalla mente di Adam Kay, (protagonista e autore del libro da cui è tratto lo show), ogni episodio ci trascina tra i corridoi di un normalissimo ospedale, dove lavorano persone tutt'altro che ordinarie.
Benvenuti nel Caos della Ginecologi
La serie ci introduce immediatamente nel reparto di ginecologia, dove ogni giorno è una nuova sfida e niente è mai prevedibile.
Adam Kay, il nostro protagonista (interpretato da un brillante Ben Whishaw), ci guida attraverso un mondo fatto di urgenze mediche, decisioni difficili e momenti di esilarante assurdità. E non è solo una questione di partorire bambini, ma di gestire l'inimmaginabile con un sorriso (o almeno provarci).
Non è il mondo di Grey’s Anatomy, non ci sono mille specializzandi pronti a battersi per avere il prossimo caso. Qui sembra esserci solo Adam.
La Realtà Dietro il Camice
Se pensi che lavorare in un ospedale sia tutto camici bianchi e stetoscopi, ripensaci. "This Is Going to Hurt" ci mostra la dura verità: turni infiniti, pressione costante e l'inevitabile sensazione di dover fare sempre di più con sempre meno. Adam non è solo un medico, ma un funambolo che cerca di bilanciare vita personale e professionale su un filo sottilissimo.
Nessun filtro rosa e nessuna licenza poetica: semplicemente la realtà di un ospedale pubblico inglese.
Specializzandi: Tra Fuoco e Fiamme
Ah, i poveri specializzandi. La serie non risparmia nessuno, tantomeno i medici in formazione che si trovano gettati nel fuoco del reparto di ginecologia. Ogni errore, ogni esitazione può avere conseguenze devastanti, ma la serie ci ricorda anche che l'umanità e l'empatia sono fondamentali tanto quanto la competenza.
Shruti, la co-protagonista (interpretata dalla intensa Ambika Mod) è l’unica a dare il cambio ad Adam. La giovane specializzanda cerca di giostrarsi tra i suoi studi, il carattere tagliente del suo responsabile e le difficoltà del suo nuovo lavoro.
Infermiere: Gli Eroi Silenziosi
Non possiamo dimenticare le infermiere, i veri pilastri del reparto. Con un mix di professionalità e calore umano, affrontano situazioni impossibili con una resistenza incredibile. La loro interazione con i medici e i pazienti aggiunge un ulteriore strato di profondità alla narrazione, rendendo la serie ancora più coinvolgente.
Ironia e Dramma: Un Equilibrio Perfetto
Il vero colpo di genio di "This Is Going to Hurt" è l'equilibrio tra momenti di puro dramma e lampi di ironia tagliente. Le battute sarcastiche di Adam, i momenti di imbarazzo e le situazioni assurde strappano sorrisi anche nei momenti più bui. È questo mix che rende la serie così avvincente: riesce a farci ridere e riflettere allo stesso tempo.
Il Coraggio di Mostrare Tutto
"This Is Going to Hurt" non ha paura di mostrare la cruda realtà della vita in ospedale. Le difficoltà, le ingiustizie e i sacrifici sono tutti lì, in bella vista. Ma è proprio questa onestà che la rende una visione imprescindibile. La serie ci ricorda che dietro ogni camice c'è una persona con le sue vulnerabilità e i suoi sogni.
Conclusione: Un Viaggio Indimenticabile
Se non hai ancora visto "This Is Going to Hurt", preparati per un viaggio indimenticabile. Questa miniserie è un tuffo nel cuore della medicina pubblica, visto attraverso gli occhi di chi ci lavora ogni giorno. Con il suo mix perfetto di ironia e dramma, ti farà ridere, piangere e riflettere. E, soprattutto, ti farà apprezzare ancora di più il lavoro incredibile di medici, specializzandi e infermiere.
L'intensità delle vicende mostrate mi hanno colpita talmente in profondità che ogni puntata sembrava un documentario o un servizio del telegiornale. L'equilibrio tra sarcasmo e verità taglienti rendono questa serie televisiva una perla. I due attori protagonisti, inoltre, riescono ad ipnotizzare gli spettatori. Non vi sorprenderà sapere che ho pianto la metà delle puntate.
Quindi non perdere tempo. Accendi la TV, mettiti comodo e preparati a entrare nel caotico e affascinante mondo di "This Is Going to Hurt". Non te ne pentirai!
Per altri articoli sulle ultime serie TV che mi hanno fatto emozionare, clicca qui!
Stay Tuned! EasyTears
2 notes
·
View notes