#narrazione intensa
Explore tagged Tumblr posts
Text
Monografia: 𝗚𝗶𝗹𝗹𝗶𝗮𝗻 𝗙𝗹𝘆𝗻𝗻📚
𝐆𝐢𝐥𝐥𝐢𝐚𝐧 𝐅𝐥𝐲𝐧𝐧 (24 febbraio 1971, Kansas City, Missouri) è una scrittrice, giornalista e sceneggiatrice statunitense, nota per i suoi romanzi thriller che esplorano tematiche oscure e complesse.
Oltre alla scrittura di romanzi, Gillian Flynn ha lavorato come sceneggiatrice e critico televisivo. Il suo stile è caratterizzato da una narrazione intensa e da una profonda analisi psicologica dei personaggi, spesso ritratti in situazioni moralmente ambigue. Le sue opere tendono a esplorare le complessità delle relazioni umane e le dinamiche familiari.
Opere principali
Sulla pelle (2006): romanzo di esordio che ha ricevuto riconoscimenti significativi tra cui due Dagger Award e una nomination per l'Edgar Award; la storia segue una reporter che torna nella sua città natale per coprire un omicidio, affrontando il suo oscuro passato.
Nei luoghi oscuri (2009): il romanzo racconta la storia di Libby Day, l'unica sopravvissuta a un massacro familiare; costretta a rivisitare i traumi del suo passato, Libby si imbatte in segreti inquietanti.
L'amore bugiardo (2012): thriller psicologico che esplora la scomparsa di Amy Dunne e le indagini che coinvolgono il marito Nick; il romanzo ha avuto grosso impatto culturale ed è stato trasformato in un film diretto da David Fincher.
#monografia#𝗚𝗶𝗹𝗹𝗶𝗮𝗻 𝗙𝗹𝘆𝗻𝗻#Sulla pelle (2006)#romanzo#sceneggiatrice#critico televisivo#stile#narrazione#narrazione intensa#analisi#analisi psicologica#morale#ambiguo#moralmente ambiguo#complessità#relazioni#relazioni umane#dinamiche familiari#famiglia#Nei luoghi oscuri (2009)#L'amore bugiardo (2012)#David Fincher#libri da leggere
0 notes
Text
La Donna nel Pozzo di Piergiorgio Pulixi: Un Thriller Psicologico tra Mistero e Fantasmi del Passato. Recensione di italianewsmedia.com
Piergiorgio Pulixi ci regala un viaggio nell'oscurità dei segreti e delle fragilità umane, tra colpi di scena e rivelazioni sconvolgenti.
Piergiorgio Pulixi ci regala un viaggio nell’oscurità dei segreti e delle fragilità umane, tra colpi di scena e rivelazioni sconvolgenti. La Donna nel Pozzo di Piergiorgio Pulixi è un thriller psicologico che mescola abilmente suspense, introspezione e critica sul mondo della narrativa crime. La trama segue Cristina Mandas, una donna che vive in un tranquillo paesino della Sardegna,…
#Alessandria today#Arturo Panzirolli#auto-analisi#colpe del passato#Colpi di scena#cultura sarda#detective story#Ermes Calvino#fabbrica del crime#Feltrinelli#ghostwriting#Google News#introspezione#introspezione psicologica#italianewsmedia.com#La donna nel pozzo#letteratura noir#lettura avvincente#Lorenzo Roccaforte#mistero#mondo editoriale#narrativa contemporanea#narrativa crime#narrativa italiana#narrazione intensa#noir italiano#noir.#Omicidio#personaggi complessi#personaggi intricati
0 notes
Text
L’ora di greco - di Han Kang, Adelphi
Premessa: sono tra coloro che ritengono che il Nobel per la letteratura ad Han Kang si assolutamente meritato. Inutile proseguire la lettura se si è già convinti del contrario.
Probabilmente per me questo è il romanzo più bello tra quelli fin qui tradotti in italiano (o inglese). Molto breve ma denso, esplora temi profondi come la perdita, la solitudine, e la ricerca dell’identità. È del 2011 anche se qui da noi è arrivato appena l’anno scorso. Un viaggio introspettivo in cui due persone, apparentemente molto diverse, si incontrano e si comprendono attraverso la condivisione di un dolore nascosto e silenzioso.
Lei, Hanja, dopo aver vissuto un periodo di intensa sofferenza, ha trovato il silenzio come rifugio: non parlare, più che una scelta volontaria, è una reazione istintiva e fisiologica alla sua sofferenza. Le parole per lei si sono trasformate in strumenti di dolore, tanto che la voce stessa le sembra ormai qualcosa di estraneo. Dopo in matrimonio fallito e la perdita di custodia del figlio, persa anche la madre le sembra di aver ormai perso qualsiasi contatto con la propria identità e il mondo che la circonda. Come via di fuga da questo dolore, inizia a seguire lezioni di greco antico, una lingua che per lei diventa una sorta di “nuovo inizio”, poiché le consente di esprimere e riscoprire sé stessa senza le ferite che l’uso della lingua madre le provoca.
È così che la sua vita incrocia il suo insegnante di greco, un uomo non vedente che vive anche lui un’esistenza profondamente segnata dalla perdita. Per lui la cecità ha rappresentato un graduale distacco dal mondo, ma nonostante le difficoltà quotidiane ha imparato a navigare attraverso questo vuoto grazie all’amore per le parole e per la letteratura. Egli usa il greco come strumento per mantenere un legame con il mondo esterno e per dare un senso al proprio passato.
Attraverso questo incontro tra la donna e il suo insegnante, Han Kang esplora l’intimità della comunicazione e del linguaggio come mezzo di guarigione. Entrambi i protagonisti sono segnati da ferite invisibili e trovano nella lingua greca un terreno neutrale in cui potersi esprimere senza il peso delle loro storie personali. Il greco antico diventa simbolo di un viaggio interiore, che permette loro di riconoscere il proprio dolore e, in qualche modo, di riappropriarsi delle proprie vite.
Han Kang utilizza una prosa poetica e riflessiva per approfondire i sentimenti complessi dei protagonisti. La narrazione alterna i punti di vista della donna e dell’insegnante, e attraverso le loro prospettive frammentate il lettore è invitato a riflettere sul significato dell’empatia, della perdita, e della redenzione. I dialoghi sono ridotti al minimo, quasi come se l’autrice volesse rispettare il silenzio che i due protagonisti sembrano cercare.
In sostanza, un romanzo che parla di sopravvivenza emotiva. Attraverso la storia dei protagonisti, Han Kang esplora la possibilità di trovare una via d’uscita dal dolore e dalla perdita senza negare le proprie ferite. La lingua greca diventa metafora del processo di auto-ricostruzione, una lingua che, con le sue radici antiche, permette ai personaggi di esprimere sentimenti che sembravano impossibili da comunicare.
Un delicatissimo racconto di Han Kang, che con la sua scrittura minimalista invita alla riflessione sulla complessità dell’animo umano, sul ruolo del linguaggio, e sulla possibilità di una rinascita anche nei momenti più bui. Leggetelo solo se questi temi vi appassionano. Diversamente state andando incontro a una delusione.
6 notes
·
View notes
Text
This Is Going To Hurt - Medical Drama (2022)
Quando la Vita in Ospedale è una Tragicommedia.
Se sei un amante delle serie TV come me, saprai che la combinazione di dramma e commedia è una miscela perfetta. "This Is Going to Hurt" riesce a catturare proprio questa magia, portandoci dietro le quinte di un ospedale pubblico con un'ironia graffiante e un realismo crudo che non lascia spazio a mezze misure.
Dalla mente di Adam Kay, (protagonista e autore del libro da cui è tratto lo show), ogni episodio ci trascina tra i corridoi di un normalissimo ospedale, dove lavorano persone tutt'altro che ordinarie.
Benvenuti nel Caos della Ginecologi
La serie ci introduce immediatamente nel reparto di ginecologia, dove ogni giorno è una nuova sfida e niente è mai prevedibile.
Adam Kay, il nostro protagonista (interpretato da un brillante Ben Whishaw), ci guida attraverso un mondo fatto di urgenze mediche, decisioni difficili e momenti di esilarante assurdità. E non è solo una questione di partorire bambini, ma di gestire l'inimmaginabile con un sorriso (o almeno provarci).
Non è il mondo di Grey’s Anatomy, non ci sono mille specializzandi pronti a battersi per avere il prossimo caso. Qui sembra esserci solo Adam.
La Realtà Dietro il Camice
Se pensi che lavorare in un ospedale sia tutto camici bianchi e stetoscopi, ripensaci. "This Is Going to Hurt" ci mostra la dura verità: turni infiniti, pressione costante e l'inevitabile sensazione di dover fare sempre di più con sempre meno. Adam non è solo un medico, ma un funambolo che cerca di bilanciare vita personale e professionale su un filo sottilissimo.
Nessun filtro rosa e nessuna licenza poetica: semplicemente la realtà di un ospedale pubblico inglese.
Specializzandi: Tra Fuoco e Fiamme
Ah, i poveri specializzandi. La serie non risparmia nessuno, tantomeno i medici in formazione che si trovano gettati nel fuoco del reparto di ginecologia. Ogni errore, ogni esitazione può avere conseguenze devastanti, ma la serie ci ricorda anche che l'umanità e l'empatia sono fondamentali tanto quanto la competenza.
Shruti, la co-protagonista (interpretata dalla intensa Ambika Mod) è l’unica a dare il cambio ad Adam. La giovane specializzanda cerca di giostrarsi tra i suoi studi, il carattere tagliente del suo responsabile e le difficoltà del suo nuovo lavoro.
Infermiere: Gli Eroi Silenziosi
Non possiamo dimenticare le infermiere, i veri pilastri del reparto. Con un mix di professionalità e calore umano, affrontano situazioni impossibili con una resistenza incredibile. La loro interazione con i medici e i pazienti aggiunge un ulteriore strato di profondità alla narrazione, rendendo la serie ancora più coinvolgente.
Ironia e Dramma: Un Equilibrio Perfetto
Il vero colpo di genio di "This Is Going to Hurt" è l'equilibrio tra momenti di puro dramma e lampi di ironia tagliente. Le battute sarcastiche di Adam, i momenti di imbarazzo e le situazioni assurde strappano sorrisi anche nei momenti più bui. È questo mix che rende la serie così avvincente: riesce a farci ridere e riflettere allo stesso tempo.
Il Coraggio di Mostrare Tutto
"This Is Going to Hurt" non ha paura di mostrare la cruda realtà della vita in ospedale. Le difficoltà, le ingiustizie e i sacrifici sono tutti lì, in bella vista. Ma è proprio questa onestà che la rende una visione imprescindibile. La serie ci ricorda che dietro ogni camice c'è una persona con le sue vulnerabilità e i suoi sogni.
Conclusione: Un Viaggio Indimenticabile
Se non hai ancora visto "This Is Going to Hurt", preparati per un viaggio indimenticabile. Questa miniserie è un tuffo nel cuore della medicina pubblica, visto attraverso gli occhi di chi ci lavora ogni giorno. Con il suo mix perfetto di ironia e dramma, ti farà ridere, piangere e riflettere. E, soprattutto, ti farà apprezzare ancora di più il lavoro incredibile di medici, specializzandi e infermiere.
L'intensità delle vicende mostrate mi hanno colpita talmente in profondità che ogni puntata sembrava un documentario o un servizio del telegiornale. L'equilibrio tra sarcasmo e verità taglienti rendono questa serie televisiva una perla. I due attori protagonisti, inoltre, riescono ad ipnotizzare gli spettatori. Non vi sorprenderà sapere che ho pianto la metà delle puntate.
Quindi non perdere tempo. Accendi la TV, mettiti comodo e preparati a entrare nel caotico e affascinante mondo di "This Is Going to Hurt". Non te ne pentirai!
Per altri articoli sulle ultime serie TV che mi hanno fatto emozionare, clicca qui!
Stay Tuned! EasyTears
2 notes
·
View notes
Text
Endless Love Anticipazioni: Confessioni Scioccanti: Chi Ha Davvero Ucciso Asu?
https://ift.tt/O7ZLgoR https://www.youtube.com/watch?v=qMbx__g8bek Un episodio imperdibile di Endless Love rivela una confessione che lascerà tutti senza parole. Emir sembra trionfare dopo il drammatico annuncio ‘Ho ucciso Asu!’, ma la lotta di Kemal è solo all’inizio. Le verità rimaste nascoste stanno per venire alla luce e la suspense è palpabile. Scoprite come si snoderà questa storia avvincente e quali sorprese riserverà il futuro per i protagonisti. Rimanete sintonizzati per le evoluzioni di questa intensa narrazione! #shorts #shortsvideo #shortsfeed from Tv Trend Italia https://www.youtube.com/channel/UCHqQYJ9rtTKFYW8IYlgCqWQ via Formula 1 Live https://ift.tt/3Om7CSB November 13, 2024 at 11:20PM
0 notes
Text
Alessandro Accardo - Il nuovo romanzo “Quando chiudo gli occhi”
Una riflessione intensa e interessante sulla vita
Lo scrittore Alessandro Accardo pubblica in self il romanzo “Quando chiudo gli occhi” appoggiandosi alla piattaforma Youcanprint. Il libro, disponibile dal 13 maggio 2024, narra la storia di Julien, un uomo che, ritrovatosi misteriosamente al volante della sua automobile, senza ricordare né perché né da dove sia partito, riceve inspiegabilmente un sms dalla moglie malata, quasi ridotta a un vegetale, che gli chiede di raggiungerla nel loro “posto segreto”. Julien, a questo punto, chiude gli occhi e inizia un viaggio alla sua ricerca, nella sua mente, rivivendo episodi della sua vita a cui sono legati dei forti sensi di colpa. La narrazione si apre con il prologo, dove un narratore non identificato descrive i sogni avuti durante un periodo di depressione. Inizia un discorso sulla relatività della morale e sulla natura umana, temi che saranno il fine della storia che verrà raccontata in prima persona dal protagonista. La storia è divisa in tre parti: nella prima, il viaggio ripercorre eventi della vita coniugale; nella seconda, invece, sono narrati episodi di infanzia e, nella terza, la vita di altri due personaggi che rappresentano l’uno l’istinto e l’altro la coscienza. Il tutto viene chiuso da un epilogo scritto in terza persona, in cui viene descritto un finale che può essere interpretato come effettivo o alternativo della storia. Lo scopo è quello di avvalorare la tesi della relatività della morale, utilizzandola come lente attraverso cui osservare e reinterpretare gli eventi della vita.
Acquista il libro
https://www.mondadoristore.it/Quando-chiudo-gli-occhi-Alessandro-Accardo/eai979122274063/
Storia dell’autore
Alessandro Accardo è nato a Napoli nel 1992 ed è cresciuto a Portici, città dove ha conseguito la maturità scientifica e si laureato in Scienze Agrarie. Nonostante la formazione scientifica, è da sempre attratto dalle discipline umanistiche, in particolare dalla filosofia, con una predilezione per il pensiero di Socrate. La scelta di studiare agraria, motivata dalla prospettiva di un rapido inserimento nel mondo del lavoro, si rivela però non allineata con le sue vere passioni. Dopo gli studi, Accardo entra nel settore della grande distribuzione, ricoprendo il ruolo di direttore di supermercato. L'esperienza, pur fornendogli competenze organizzative e gestionali di spessore, si rivela estremamente faticosa e alienante, costringendolo a ritmi lavorativi frenetici e a rinunciare a sempre più tempo della propria vita privata. A trent'anni, stanco di un'esistenza che percepiva come svuotata, decide di compiere una svolta radicale: abbandona il settore della grande distribuzione e opta per un lavoro nel campo della comunicazione. Questa scelta gli ha permesso di ritrovare un equilibrio tra vita professionale e personale, dandogli la possibilità di dedicarsi a quella che, da sempre, è stata una delle sue più grandi passioni: la scrittura. Tra i suoi interessi, spiccano il cinema d'autore, le commedie di Edoardo De Filippo e la letteratura, con una particolare predilezione per le opere di George Orwell, come 1984 e La Fattoria degli Animali.
0 notes
Text
Match Point, la Rabbia di Flavia Catena vince l'edizione 2024 del concorso
Di Annalisa Valente E' Flavia Catena con il racconto Rabbia che vince l'edizione di quest'anno di Match Point, il concorso letterario organizzato da Il Circolo e Londra Scrive. Secondi e terzi, Alessia Piermarini con la Muscia Dentro e Max Mauro con Il Dito. Match Point, la Rabbia di Flavia Catena vince l'edizione 2024 del concorso E' Rabbia di Flavia Catena che vince l'edizione 2024 di Match Point, il concorso letterario riservato a racconti inediti scritti in italiano da residenti in Regno Unito. La musica dentro di Alessia Piermarini e Il dito di Max Mauro vincono rispettivamente il secondo e terzo premio. Come di consueto è stato l’Istituto Italiano di Cultura di Londra ad ospitare giovedì 17 Ottobre, all’interno della Settimana della lingua italiana nel mondo, la serata di premiazione del concorso organizzato da Il Circolo - Italian Cultural Association, charity italiana in UK in collaborazione con Londra Scrive, scuola di scrittura creativa fondata dallo scrittore Marco Mancassola col patrocinio del Consolato Generale d'Italia a Londra e nell’ambito delle attività di promozione integrata del Sistema Italia del Ministero degli Affari Esteri. Il Premio, giunto quest’anno alla sua terza edizione, è stato sponsorizzato dallo studio commercialista Del Vigna Dobson. Il tema della challenge 2024 è stato “FUTURO O NO?” e ha rappresentato l’occasione per parlarne in tutte le possibili declinazioni: visioni del futuro dell’umanità, tecnologie che avanzano o nuove società, storie contemporanee basate sulle nostre vite e sulle scelte, i progetti, i sogni, le relazioni, le speranze che possono influenzarle. E di racconti, incentrati sul topic, ne sono arrivati quasi un’ottantina. Tra questi, la giuria composta da Olga Campofreda, Luisella Mazza, Isabella d’Amico, Daniele Derossi, Marco Mancassola, Paolo Nelli, Caterina Soffici e Giovanna Salvia ha fatto un lavoro di cernita accurata e anche un po' combattuta, per arrivare a una scrematura di dodici finalisti. Importante sottolineare che la giuria ha giudicato i racconti, contrassegnati da un numero progressivo, senza sapere nulla degli autori. Perché l’intento fosse proprio quello di garantire completa trasparenza e obiettività nella scelta. La serata di premiazione di giovedì 17 Ottobre, aperta con i saluti del Console d’Italia a Londra Alessandro Mignini e della presidente de Il Circolo Simona Spreafico, è stata poi condotta da Etta Carnelli De Benedetti, direttrice de Il Circolo. Presente anche la moglie del Vice Capo Missione, Signora Marina Smimmo De Antonellis. I finalisti sono stati tutti invitati alla serata, e fino al momento della premiazione, è stato mantenuto dagli organizzatori il massimo riserbo sulle posizioni in classifica. Ecco, allora i risultati risultati e le menzioni speciali della giuria. - Premio - RABBIA di Flavia Catena - Premio – LA MUSICA DENTRO di Alessia Piermarini - Premio – IL DITO di Max Mauro Il primo racconto classificato, premiato dalla signora Marina Smimmo De Antonellis, si è aggiudicato un trofeo e un premio di 1.000 sterline. Motivazione del premio: “Per la capacità di esplorare il tema dell’incertezza del futuro con una forte, avvincente allegoria; il taglio originale nell’affrontare il genere distopico; la creazione di un’atmosfera intensa e inconfondibile; l’equilibrio di un racconto in bilico tra narrazione esplicita e mistero”. Il secondo racconto, premiato dal Console Mignini, e il terzo, premiato dallo sponsor Del Vigna Dobson, hanno ricevuto un trofeo e un premio in denaro di 500 sterline. Ma ci sono state anche tre menzioni speciali per i testi di Martina De Camillis "La storia del mio cuore”, di Marco Medugno “Quattro lezioni” e di Simone D’Aquino (“Tuffati picciri’!’’). Ma quest’anno Match Point ha riservato anche una novità rispetto alle edizioni passate: il premio Mondo Nuovo, istituito per sottolineare il crescente successo ottenuto dal nuovo bookclub de Il Circolo, appunto Mondo Nuovo, diretto da Olga Campofreda, e che attualmente vede il coordinamento di Luisella Mazza fino al prossimo mese di Gennaio. I dodici racconti finalisti sono stati sottoposti ad una giuria composta da grandi lettori del bookclub ai quali è stato chiesto di votare il vincitore. A maggioranza dei voti il Premio Mondo Nuovo è andato a "L’ultima conversazione" di Anna Sergi (premiata da Luisella Mazza) e a lei è andato un buono d’acquisto per libri del valore di 100 sterline. Ma ci sembra doveroso citare anche i nomi degli altri finalisti che hanno partecipato alla serata insieme ai colleghi decretati poi vincitori: Irene Morlino, Luciano Parisi, Marco Chiola, Martina Bozza, Paolo Barucca. Nel corso della serata l’attore Alex Marchi ha letto dei brani tratti dai tre racconti premiati, che vincono inoltre la possibilità di un percorso di editing professionistico e, nelle prossime settimane, la pubblicazione sulla rivista letteraria Cattedrale – Osservatorio sul racconto, partner del concorso. E, mentre si spengono i riflettori su Match Point edizione 2024, si inizia già a pensare alla prossima edizione del concorso, nel 2025, con un topic, se possibile, ancora più affascinante: “BUON VIAGGIO”. Un’occasione per essere fantasiosi, introspettivi, proiettati verso le più disparate forme di itinerario attraverso le esperienza di vita, i ricordi, gli obiettivi futuri, i territori ancora inesplorati. Vedremo di cosa saranno capaci i prossimi talenti letterari pronti a sfidarsi nella quarta edizione di Match Point. ... Continua a leggere su
0 notes
Text
- proteggimi se puoi -
L'ha detta un bambino l'altra sera durante La grande foresta. Eravamo in un bosco nel paese di Trepuzzi, nel Salento. Nel pubblico bambine, ragazzini più grandi, adulti. La grande foresta è una storia intensa, mi è capitato molte volte di spingere, ascoltare, poi allentare se sentivo che era troppo. Le emozioni sono palpabili. Nella scena finale sparo ad un lupo. E' un lupo che abbiamo imparato a seguire durante il racconto, lui, un bambino che cresce e suo nonno. Nella scena in cui sparo lo faccio con due colpi sordi sul petto. Bum. Bum. Con il pugno chiuso. I due colpi sono distanziati, sospesi mentre vedo, vediamo, il lupo che mi guarda e salta. Tutto è volutamente sospeso perché potrei mancarlo, lui potrebbe fuggire, io potrei fermarmi. Bum. Bum. L'altra sera, come ogni volta, il lupo mi guarda, io non abbasso il mio sguardo, il lupo salta e io mi preparo a sparare. Carico il colpo, allargo le braccia, come sempre, come sempre, e sento nel pubblico qualcuno dire - proteggimi se puoi - Il mio movimento è lento. Ho tutto il tempo di ascoltare e di dirmi,
è un bambino è andato in braccia alla sua mamma è quell'ombra che hai visto alzarsi le ha chiesto, proteggimi se puoi.
La scena va avanti. Bum. E poi un altro bum. La storia è compiuta. Lo spettacolo finisce, si accedono le luci.
Penso ancora e subito a quelle parole che ho ascoltato nel pubblico. Cosa è successo? Non ho cercato chi era quel bambino dopo. Potevano pure essere tutti. In quel momento tutti eravamo sul confine tra qui e la storia, tra qui e altrove, quella foresta. Eravamo, lui, io, tutti, ma lui con la forza di dirlo ad alta voce, nel vuoto d'aria di quel colpo di fucile, nell'arco del salto di quel lupo, in quell'attimo. Eravamo nella storia. Totalmente. Completamente. Quale forza mi chiedo arriva alle corde vocali di quel bambino per fargli dire, proteggimi se puoi. Cosa vive lì? Me la può spiegare la scienza o la magia? Cos'è quella cosa così profondamente umana che a scrivere ora mi mette i brividi? Proteggimi se puoi. Cosa può una storia, quali mondi sono accessibili ai bambini, quali a noi, cosa "tocchiamo", cosa "possiamo" toccare con le parole, il teatro, la narrazione, quale confine stavamo varcando. Qui c'era la realtà, lì cosa? Il brivido che corre nel corpo e che da qualche parte, gambe, pancia, cuore, sale e arriva alla voce: proteggimi se puoi. Nel buio, nel silenzio, del pubblico.
Ho le ossa dure ormai. Ma mi commuovo più facilmente mentre racconto. L'altra sera, grazie al medium di quel bambino, sono, siamo, arrivati sulla soglia di un altro mondo. (il "se puoi" non è una storia che riguarda me, noi)
0 notes
Link
0 notes
Text
Alice Munro
Alice Munro è stata la prima scrittrice canadese a vincere il Nobel e prima autrice di narrativa breve.
Celebrata dalla critica internazionale è stata anche insignita col Man Booker International Prize alla carriera, ha vinto per tre volte l’importante premio canadese Governor’s General Award, il Marian Engel Award e il Rogers Writers’ Trust Fiction Prize del 2004, per la raccolta di racconti In Fuga.
Ha pubblicato tredici raccolte di racconti e un romanzo, molti suoi testi sono stati pubblicati su riviste prestigiose come The New Yorker e The Paris Review.
Autrice di racconti, forma di narrativa spesso trascurata, con straordinaria abilità nel raccontare i dettagli, è riuscita a dare profondità psicologica alle tante donne di cui ha scritto, con una lingua semplice e intensa.
Ambientate nella sua regione natale, l’Ontario, le sue storie esplorano temi come sesso, il desiderio, l’insoddisfazione, l’invecchiamento, il conflitto morale, in ambienti rurali che le erano intimamente familiari. Storie illuminate spesso dal suo umorismo tagliente.
La sua scrittura è stata definita rivoluzionaria per come ristruttura completamente l’architettura del racconto breve, in particolare per il suo trattamento del tempo, la cui narrazione si sposta continuamente dal passato al futuro.
Nata col nome di Alice Ann Laidlaw a Wingham, il 10 luglio 1931, in una famiglia di contadini, solo grazie a una borsa di studio, era andata a studiare inglese alla University of Western Ontario. Il suo primo racconto, del 1950, è stato pubblicato sulla rivista letteraria studentesca.
Dopo due anni, ha lasciato l’università per seguire il marito, il libraio James Munro, da cui ha avuto quattro figlie. Si occupava della casa ritagliandosi il tempo per dedicarsi a scrivere i suoi racconti che, agli inizi, venivano pubblicati su riviste locali.
Ma il suo talento era destinato ad altro. Nel 1968 è uscita la sua prima raccolta di racconti La danza delle ombre felici (Dance of the Happy Shades) che le è valso il Governor General’s Award, il più alto premio letterario canadese.
Dopo la separazione dal marito, di cui ha mantenuto il cognome per firmare i suoi libri, ha potuto dedicarsi totalmente alla sua passione ed è diventata scrittrice residente presso la University of Western Ontario.
I suoi racconti hanno seguito una sorta di ordine cronologico, man mano che il tempo passava, da vicende di formazione di giovani donne le protagoniste sono diventate donne sempre più avanti con gli anni.
In Italia ha iniziato a essere tradotta a partire dagli anni Novanta.
The Bear Came Over the Mountain è diventato un film dal titolo Away from Her – Lontano da lei, diretto da Sarah Polley e presentato al Toronto International Film Festival, nel 2006.
Nel 2013 ha vinto il Nobel per la letteratura, con la motivazione: “maestra del racconto breve contemporaneo, capace di racchiudere in poche pagine l’intera complessità epica del romanzo”.
Nello stesso anno ha annunciato che non avrebbe più scritto.
È morta nella sua casa di Port Hope, il 13 maggio 2024, in seguito a una lunga malattia neuro degenerativa.
Scrittrice altissima, regina del racconto, con le sue parole così esatte da essere insieme dolorose e liberatorie, è riuscita a portarci in numerose vite e in storie indimenticabili.
0 notes
Text
Il Percorso Accademico e la Trasformazione Personale con "STUDIO 54 - Laurearsi a cinquantaquattro anni" di Antonella Iadicicco Russo
Un evento speciale il 27 aprile 2024, presso la Chiesa di San Rufo. Antonella Iadicicco Russo presenterà il suo libro “STUDIO 54 – Laurearsi a cinquantaquattro anni”, una narrazione ispiratrice del suo ritorno all’università a cinquant’anni, che si conclude con una laurea con lode ottenuta dopo una sfida personale ed accademica intensa. Nel suo libro, Antonella esplora non solo la sua esperienza…
View On WordPress
#AntonellaIadiciccoRusso#CambiamentoPersonale#CrescitaPersonale#EducazioneAdulta#Frates#LetteraturaInspiratrice#misericordia#musikologiamo#RietiCultura#ScienzeDellaComunicazione#Studio54
0 notes
Text
"Caccia all'Orsa" di Giuseppe De Renzi. Un thriller denso di suspense e mistero tra le montagne. Recensione di Alessandria today
Caccia all’Orsa, scritto da Giuseppe De Renzi e pubblicato da Leone Editore, è un thriller che trasporta il lettore in un'atmosfera carica di tensione e mistero, ambientato tra le montagne, dove il paesaggio naturale diventa un personaggio tanto important
Caccia all’Orsa, scritto da Giuseppe De Renzi e pubblicato da Leone Editore, è un thriller che trasporta il lettore in un’atmosfera carica di tensione e mistero, ambientato tra le montagne, dove il paesaggio naturale diventa un personaggio tanto importante quanto gli stessi protagonisti. La trama ruota attorno a una caccia senza tregua, dove la natura selvaggia si mescola a misteri da svelare.…
#adrenalina e mistero#autore Giuseppe De Renzi#autori italiani#Caccia all&039;uomo#Caccia all’Orsa#Colpi di scena#Emozioni forti#Giallo Italiano#Giuseppe De Renzi#Leone Editore#letture intense#libri avvincenti#libri da leggere 2024#libri italiani#libro suspense#misteri montani#narrativa italiana#narrazione intensa#paesaggi montuosi#personaggi complessi#Recensione libro#romanzi di suspense#Romanzo thriller#scrittori contemporanei#storie di caccia#tensione narrativa#Thriller da leggere#thriller italiano#thriller noir.#Thriller Psicologico
0 notes
Photo
New Post has been published on https://www.tempi-dispari.it/2024/01/30/mind-control-oltre-il-complicato/
Mind Control: oltre il complicato
Quando si parla di influenze eterogenee e di mix di generi, probabilmente inconsciamente ci si riferisce ai Mind Control. Il loro ultimo Elements è impressionante. Questo è il solo aggettivo che può descrivere il disco. La band è preparatissima tecnicamente e si sente ad ogni solco. Questo gli permette di spaziare liberamente tra mille generi diversi. Loro tratto peculiare, tuttavia, è ave unito la furia del death metal al prog. In questo modo il gruppo ha rotto i confini di entrambe gli stili per crearne uno proprio.
All’interno delle canzoni c’è davvero di tutto. Dalle sfuriate tipiche del death a passaggi repentini al jazz (in Jinger style). Inevitabile lode va alla voce di Stefania Salladini capace di passare da potentissimi growl a momenti melodici ora jazz ora più poppeggianti. Davvero notevole. Il resto della band non è certo da meno. I cambi improvvisi, i cambi di atmosfera si susseguono in modo affastellante, quasi senza dare respiro.
Il che, nel suo essere stimolante, rende l’assimilazione del disco piuttosto ostica anche dopo ripetuti ascolti. Non si finisce mai di scoprire passaggi nuovi precedentemente passati inosservati. Un disco che non annoia, questo è certo. Farne una descrizione diventa difficile. All’interno delle stessa canzone sono talmente tante le tecniche utilizzate, talmente tanti i cambi che servirebbero pagine e pagine. Idem per per il tentativo di definire un’atmosfera dominante.
Ogni brano fa storia a sé. Ottima la produzione che è riuscita a rendere nel migliore dei modi questo mare in tempesta. Operazione non semplice considerando i suoni differenti utilizzati. Frammentando le composizioni possiamo trovare nel loro dipanarsi ambienti completamente diversi. Gli strumenti, così come la voce, non stanno mai fermi. Macinano in continuazione note su note, ritmiche su ritmiche.
Controtempi, poliritmia, tempi dispari si susseguono come il vento in un uragano. Da cavalcate metalliche super complesse si passa improvvisamente a momenti di calma apparente. I nostri non disdegnano neppure l’utilizzo di suoni elettronici. Il tutto al servizio di una narrazione intensa e variegata. Viene da sé che in un contesto di tal fatta la durata di ogni singolo brano non può essere breve.
Interessante e azzeccata la scelta di limitare le alte velocità lasciando spazio a mid tempo. In questo modo l’ascoltatore ha la possibilità di poter capire bene cosa sta accadendo. Uno sforzo davvero notevole da parte di tuta la band. Menzioni vanno a tutti. Dal batterista, una vera macchina da guerra, al chitarrista, che passa da a solo shrade a passi gilmouriani, per finire con il bassista che riesce a creare linee indipendenti dal canonico accompagnamento.
Insomma un disco davvero super. In tutta questa ‘perfezione’, all’ennesimo ascolto ancora insoddisfacente, cresce un dubbio, una domanda. Era davvero necessario mettere tutto questo materiale all’interno di un solo disco? A ben considerare la quantità di riff, passaggi, la lunghezza dei brani, di dischi ne sarebbero potuti uscire serenamente due, se non tre. Tutto questo marasma di informazioni, giova davvero alle composizioni? O non ne rende la fruizione un po’ manieristica?
La sensazione che si ha arrivati in fondo, compito davvero difficile con un solo ascolto, è quella di aver assistito ad uno spettacolo barocco. Bello, bellissimo, avvincente, ma fine a se stesso. Le capacità tecniche del gruppo non possono mai essere messe in discussione, neppure per un millisecondo. Sono talmente evidenti nella costruzione dei brani, che ribadirle appare superfluo. Quindi, perché? Che cosa ha guidato la band ad addentrarsi in un labirinto così intricato? Il rischio è che il messaggio, la bellezza dei brani, si perda in mille rivoli, dettagli, sfaccettature che non permettono di tenere ferma una visione di insieme.
Concludendo. Dire che il disco dei Mind Control è notevole, è persino riduttivo. È oltre. Ma proprio questo suo essere oltre può diventare il suo punto debole. È un lavoro consigliato a chi non solo è avvezzo a determinate strutture complesse, suoni decisi, passaggi repentini. Ma è anche interessato allo studio di un determinato strumento. Magari è un limite personale. Forse il realtà i Mind Control hanno aperto una frontiera musicale. Tuttavia trovo davvero difficile che un non addetto al genere possa apprezzare fino in fondo il disco. Allo stesso modo, anche per gli addetti, arrivare a capirlo fino in fondo non è cosa semplice. ‘Semplicità’ non vuol dire necessariamente banalità. Così come complicatezza non è sinonimo di qualità intrinseca.
youtube
0 notes
Text
"Girls": La Serie che Spoglia New York
Ironia Tagliente e Sceneggiatura Senza Limiti
"Girls" non ha paura di osare. La serie, creata e interpretata da Lena Dunham, si distingue per la sua scrittura ironica e senza peli sulla lingua. La sceneggiatura è audace, affrontando temi scomodi con un umorismo graffiante e una sincerità disarmante.
Dunham non teme di mostrare la vita reale, con tutte le sue imperfezioni e contraddizioni, offrendo un ritratto onesto e spesso esilarante delle difficoltà e delle gioie della gioventù.
Le Protagoniste: Lontane dalle "Amiche Perfette"
Le protagoniste di "Girls" sono un gruppo di giovani donne molto diverse dalle sofisticate e glamour eroine di "Sex and the City". Hannah, Marnie, Jessa e Shoshanna sono personaggi complessi e imperfetti, ognuna alle prese con le proprie insicurezze e ambizioni.
Infatti, la serie le ritrae in modo realistico, mostrando le loro lotte quotidiane e i momenti di crescita personale senza edulcorarli, rendendole incredibilmente umane e riconoscibili.
I Ragazzi di "Girls": Non Solo Amori e Flirt
I personaggi maschili in "Girls" non sono semplici comparse o interessi amorosi secondari. Adam Driver, nel ruolo di Adam Sackler, spicca per la sua interpretazione intensa e sfaccettata.
Quello che intendo è che i ragazzi della serie sono personaggi a tutto tondo, con le loro problematiche e peculiarità, che contribuiscono a creare dinamiche complesse e spesso imprevedibili con le protagoniste femminili. Infatti, le relazioni, romantiche o amicali, sono sempre trattate con un realismo crudo e una profondità emotiva che aggiunge ulteriore spessore alla narrazione.
New York, New York: La Città che non Dorme (e non Glorifica)
A differenza di "Sex and the City", che spesso dipingeva New York come una città scintillante e piena di opportunità glamour, "Girls" offre una visione molto meno patinata della Grande Mela.
La città è ritratta in modo realistico, con le sue sfide quotidiane, gli appartamenti minuscoli e i lavori precari. New York diventa così un personaggio a sé, una presenza costante che riflette e amplifica le difficoltà e le conquiste dei giovani protagonisti.
Camei da Sballo: Ospiti Inaspettati
Uno degli aspetti più divertenti di "Girls" sono i camei di personaggi famosi. La serie ha visto la partecipazione di numerose star del cinema e della televisione, che spesso appaiono in ruoli inaspettati e memorabili. Questi camei aggiungono un ulteriore livello di interesse e sorpresa, arricchendo la trama con momenti di pura gioia per i fan.
Destini Sospesi: L'Indeterminatezza della Vita
Una delle caratteristiche distintive di "Girls" è l'indeterminatezza dei destini delle protagoniste. La serie non offre risposte facili o finali perfetti. Al contrario, riflette la realtà delle giovani generazioni, in cui il futuro è spesso incerto e le strade da percorrere sono molteplici e confuse.
Questa incertezza è parte del fascino della serie, che cattura l'essenza della giovinezza con tutte le sue speranze e paure.
Realismo Crudo e Cinismo: La Vita Senza Filtri
"Girls" è famosa per il suo crudo realismo e il cinismo esasperato. La serie non edulcora le difficoltà della vita, affrontando temi come la disoccupazione, le relazioni tossiche e le crisi esistenziali con una schiettezza disarmante.
Questo approccio realistico e spesso brutale distingue "Girls" da molte altre serie televisive, rendendola un ritratto autentico e toccante della vita di una generazione.
In conclusione, "Girls" è una serie che ha saputo distinguersi grazie alla sua scrittura incisiva, ai personaggi autentici e alla rappresentazione realistica della vita a New York. È un viaggio emozionante e spesso doloroso attraverso le esperienze di giovani donne che cercano di trovare la loro strada in un mondo complesso e incerto.
E, per chi è fan di Adam Driver, offre anche l'opportunità di vedere una delle sue interpretazioni più memorabili e intense.
Se come me amate le serie televisive particolari e emozionanti, "Girls" fa per voi. Per altri consigli date un'occhiata agli altri post e alle EasyTears List!
0 notes
Text
Ancona, Giornata della Memoria, VII edizione
Ancona, Giornata della Memoria, VII edizione Il 25 gennaio la Cerimonia delle Pietre di inciampo, con la partecipazione delle scuole. Verranno ricordati i cittadini Clara Sereni, Bruno Cagli, Alvaro Pietrucci e Lamberto Morbidelli. Il 27 gennaio alla Mole "La Banalità del Male", Spettacolo filosofico musicale di Popsophia. Quattro nuove pietre d'inciampo saranno sistemate in città in occasione della settima edizione della Giornata della Memoria. Le pietre si aggiungono alle 23 già collocate di fronte alle ultime abitazioni di cittadini anconetani deportati e uccisi nei Lager nazisti o deceduti durante la prigionia. La cerimonia, alla quale parteciperanno anche vari istituti scolastici, si terrà giovedì 25 gennaio a partire dalle 9 del mattino prima in via Volturno 31, di fronte all'abitazione di Bruno Cagli, e poi si muoverà verso gli altri tre siti individuati. In via Volturno sarà presente anche il Sindaco, Daniele Silvetti. La posa delle pietre, che che rientra nell'ambito del calendario di iniziative della Giornata della memoria, è stata promossa grazie al coordinamento del Comune di Ancona da Anpi Ancona, Anmig Marche, Comunità ebraica di Ancona e dall'Istituto storia Marche, che ha seguito il coordinamento con la Fondazione tedesca guidata da Gunther Demnig (l'artista che ha inventato il progetto "Pietre d'inciampo" ormai diffuso in tutta Europa). Ad essa hanno dato supporto istituzioni, associazioni e organizzazioni del territorio, studiosi anconetani e gli Istituti scolastici che interverranno, ossia ISTVAS, Liceo Artistico Mannucci e Liceo Rinaldini. Voce narrante della giornata sarà quella di Attilio Bevilacqua, lo storico anconetano che ha seguito la ricerca dedicate alle quattro persone che saranno ricordate, assassinate in quanto ebree (Clara Sereno e Bruno Cagli), antifasciste (Alvaro Pietrucci) e IMI, ossia Internati militari italiani in Germania (Lamberto Morbidelli). Sulla base delle ricerche effettuate le ultime abitazioni anconetane dei deportati furono le seguenti: Bruno Cagli in via Indipendenza 31, oggi via Volturno 31; Clara Sereno in corso Vittorio Emanuele 42, oggi corso Garibaldi 44; Alvaro Pietrucci, in corso Carlo Alberto 68 e Lamberto Morbidelli, in via Osteria Nuova, oggi via Esino 90. Si intitola La Banalità del Male ed è il nuovo spettacolo filosofico musicale realizzato da Popsophia in occasione della Giornata della Memoria e in programma il 27 gennaio alle ore 21,15 alla Mole di Ancona. Ricordare la Shoah attraverso il racconto che di essa è stato fatto dal cinema, dal film hollywoodiano più celebre Schindler's List di Steven Spielberg alla controstoria di Bastardi senza Gloria di Quentin Tarantino, passando per il successo internazionale de La vita è bella di Roberto Benigni. E dall'altro lato la filosofia che si è interrogata su quella "banalità del Male" che ha segnato il Novecento secondo la definizione di Hannah Arendt: Popsophia si misura con una nuova sfida, al di là della commemorazione per capire, con le lenti della filosofia, come il male assoluto dell'Olocausto è stato ed è raccontato della cultura visuale e dall'immaginario collettivo. È possibile ricordare ciò che non può e non deve essere dimenticato, senza cadere in rappresentazioni rassicuranti o banalizzanti? Un viaggio che scende negli abissi dell'animo umano, tra memoria e oblio con le canzoni che hanno segnato il nostro immaginario sull'olocausto e che saranno realizzate dalla band Factory: dal canto ebraico Gam Gam fino all'inconfondibile tema per violino e piano del film Schindler's List o a canzoni "manifesto" come "Dio è morto". Ad accompagnare Lucrezia Ercoli in questa narrazione intensa e complessa Andrea Minuz, docente di Storia del cinema e Teoria e analisi della sceneggiatura all'Università La Sapienza di Roma e autore di saggi e libri dedicati a Shoah e cinema tra cui "La Shoah e la cultura visuale. Cinema, memoria, spazio pubblico". L'ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria. La prenotazione verrà aperta sul sito tramite Eventbrite mercoledì 24 gennaio alle ore 10).... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes