#dialogo sulla violenza
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Le parole per capire: Un evento contro la violenza di genere a Novi LigureUn dialogo per la consapevolezza e il cambiamento
Un incontro per riflettere e agire
Un incontro per riflettere e agire Mercoledì 27 novembre 2024, alle ore 17:30, presso la Sala Conferenze della Biblioteca Civica di Novi Ligure (Via Marconi 66), si terrà l’evento “Le parole per capire”, organizzato dalla Consulta Comunale per le Pari Opportunità. L’iniziativa, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, rappresenta un momento…
#Alessandria today#Arte e Musica#Biblioteca Civica Novi Ligure#comunità locale#Consulta comunale Pari Opportunità#cultura comunitaria#cultura inclusiva#dialogo sulla violenza#educazione alla parità#Euripide#eventi Novi Ligure#Evento culturale#giornata internazionale contro la violenza sulle donne#Google News#intermezzi musicali#interventi istituzionali.#italianewsmedia.com#Laboratorio Teatrale Officina Mercuzio#Le parole per capire#lotta alla discriminazione#Lucina Alice#Marco Pingaro#Martina Cornagliotto#monologo Medea#Noha Dhimi#Novi Ligure#Orchestra Note di Classe#Pari Opportunità#Partecipazione Attiva#Pier Carlo Lava
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Il liberalismo, unica ideologia dogmatica rimasta, rivela la sua essenza proprio nella gestione del fenomeno migratorio. Ma andiamo per gradi e dall’inizio: il liberalismo nasce come ideologia borghese e mercantile per tutelare gli interessi della nascente borghesia compradora che liberatasi di Trono e Altare, trova la sua legittimazione culturale e politica nell’utilitarismo di Locke, Hume e altri , basandosi soprattutto sulle teorie di Hobbes dove l’assetto sociale e statuale è determinato dal ” contratto sociale ” tra i componenti e in quelle di Montesquieu sulla divisione dei poteri , dove prevale però chi detiene i mezzi economici.
Il liberalismo infatti concepisce solo diritti del tutto ” astratti” e non collegati in alcun modo alla concretezza materiale tranne quello alla proprietà privata ( anche questo soggetto alle differenze di censo) e alla libera impresa. Ad esempio il CD diritto al lavoro e’ il classico esempio di diritto che in realtà è esercitabile a condizione che la dinamica domanda/ offerta corrisponda alle necessità del ” mercato del lavoro ” ergo alle necessità del Capitale, altrimenti è un diritto inesigibile da parte del titolare del diritto stesso. Potremmo citare altri esempi di diritti totalmente svincolati dalla realtà e dalla dinamica materiale ( libertà di espressione, alla salute, alla sicurezza…) ed è proprio per questo che ad esempio in Italia dal 1948 si parla di Costituzione formale, in pratica mai attuata , e Costituzione reale, cioè quella parte che per prassi necessita per il funzionamento dell’economia di mercato.
Posto questo dato , nel caso del fenomeno migrazione, controllata o meno, assistiamo ad un classico dello Stato liberale. Cercare di agevolare l’ingresso di un esercito industriale di riserva , in modo più o meno surrettizio, cercando al contempo di introdurre l’idea culturale che la persona, come le merci, è spazialmente e temporalmente ” fungibile” .Ergo un congolese ad Oslo o un norvegese in Congo possono ” integrarsi” a vicenda perché sono persone che , in teoria , non soffrono alcuna influenza identitaria o ambientale.
Ora il marxismo , che lo ricordiamo nasce come liberalismo ” rovesciato”, nella sua corrente rappresentata da Adorno , Horkheimer ma anche dalla corrente francese che fa capo a Guattari , pone invece l’uomo come prodotto delle condizioni sociali, ambientali e della società in cui vive. Si arriva a dire , ed è per certi versi assolutamente inconfutabile, che l’uomo è determinato dalla famiglia, dal clima e dal paesaggio in cui vive , tralasciando usi, costumi, credenze religiose etc. Questi fattori determinano non solo chi li vive ma anche le generazioni successive che dovessero emigrare altrove, come dimostrano anche gli italiani che da generazioni vivono in altri paesi che mantengono uno stretto legame, magari spesso folkloristico, con le proprie origini.
Quindi l’origine come il DNA di ogni persona è ineliminabile, a onta dei” costruttori di diritti a tavolino” che continuano a parlare di inesistenti ” diritti universali” che si concretizzano solo nel ” diritto del capitale ” di spostare manodopera da un capo all’ altro del pianeta. I tentativi quindi di eliminare i dati identitari e qualitativi sia degli europei che degli immigrati, in nome di un astrattismo materiale che vorrebbe solo ” replicanti” consumatori globali o ” cittadini del mondo” non è logico, non è razionale e soprattutto genera violenza e problemi psichici che ben vediamo nella cronaca nera quotidiana anche e soprattutto con gli immigrati di terza generazione. I tentativi surrettizi tipo lo ” ius scholae” sono semplicemente risibili , ancora una volta non basta studiare Dante per sentirsi europei, anche perché primo non si capisce perché un africano dovrebbe sentirsi ” europeo” e viceversa, ma soprattutto perché la cd integrazione non può avvenire su queste basi di astrattezza puramente mercantile che non permette un effettivo dialogo tra culture e identità, ma al contrario lo mortifica e lo soffoca in nome del puro profitto di pochi.
-Kulturaeuropa
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IL NEMICO DELLA COPPIA
Sai qual è il nemico n.1 di una coppia felice? La critica costante nei confronti del proprio partner.
La Testardaggine. Il non volersi mettere nei panni dell'altro.
Il Giudicare senza parlare, infatti, rovina la coppia al punto da portare alla rottura. A dirlo sono gli esperti di relazioni, come John Gottman, che l’ha identificata come una delle principali cause della rottura di un rapporto. Eh già, perché incolpare spesso l’altro/a e giudicare quello che fa e che dice può diventa un’abitudine dannosa, che lentamente logora il legame e può portare anche alla separazione.
Questo non vuol dire che bisogna accettare passivamente i comportamenti del partner che non ci piacciono o far finta che non abbia difetti, perché ne abbiamo tutti.
È normale lamentarsi quando qualcosa non ci sta bene. La differenza è come lo si fa, il modo in cui lo diciamo all’altro. Perché un conto è mettere in discussione un atteggiamento, altro è offendere una persona e sottolineare le sue mancanze per denigrarla. Nel primo caso la critica è costruttiva, nel secondo serve solo a ferire.
Come ha spiegato all’HuffPost il terapista Kurt Smith: “una critica salutare riguarda il comportamento e non la persona. Possiamo dire al nostro partner cosa pensiamo o come ci sentiamo senza criticarlo come individuo". Ecco perché in coppia è importante avere accanto un compagno o una compagna che non ti giudichi, ma che sia capace di incoraggiarti e farti vedere quello che non va, aiutandoti a migliorare.
I modi in cui giudicare rovina la coppia: non lo sai, ma quando giudichi parli di te stesso/stessa e corri il serio rischio di perdere il treno giusto.
Abbassa l’autostima e la fiducia nell’altro. Le critiche ripetute possono essere deleterie per la considerazione che abbiamo di noi stesse. Perché visto che vengono dette da qualcuno che dovrebbe amarci, rischiamo di credere che siano vere e mettiamo in discussione il nostro valore. Inoltre sentirsi sempre sotto giudizio, ci fa dubitare del fatto di poterci affidare liberamente all’altro. E questa mancanza di fiducia può far male come un tradimento.
Diminuisce l’intimità. I giudizi negativi creano una distanza emotiva, perché non ci si sente accolti e amati. E questo innesca dei risentimenti, che ci fanno allontanare dal partner.
Si creano dei giochi di “potere”. Chi critica, spesso si mette in qualche modo in una posizione di superiorità, perché dall’alto dei suoi giudizi afferma quello che è corretto o sbagliato, facendo sentire l’altro inferiore e in difetto. Così si sbilancia il rapporto, creando una possibile crisi di coppia.
Quando è costante è una forma di abuso emotivo. Ormai le sue offese sono all’ordine del giorno? Chi usa la tattica delle critiche per avere un controllo sulla relazione e avere il sopravvento sul partner, sta mettendo in atto una violenza psicologica. E se è così, è sano mettere un punto alla storia.
Come riconoscere una critica distruttiva nella coppia
Che sia tu a giudicare il partner o ad essere giudicata, è importante capire se la critica è costruttiva o distruttiva. Perché se la prima può esserti d’aiuto per aggiustare il tiro sul comportamento e quindi è un aiuto per migliorarsi, la seconda è solo controproducente, perché mina a svalutare e a ferire senza cambiare le cose. In questo caso si tratta di vera e propria offesa che rovina il rapporto. La critica distruttiva di solito ha queste caratteristiche:
è una dichiarazione in cui si usano le parole “sempre” o “mai”,
ha il tono di un’affermazione perentoria che non apre al dialogo,si usano parole offensive e umilianti, appiccicando all’altro/a etichette e giudizi che non lasciano spazi al dubbio.
Allora come si fa a criticare in modo costruttivo?
Sei la criticone/a della coppia? Ci sono degli efficaci escamotage che puoi usare per far vedere al partner che sta sbagliando senza farlo sentire vulnerabile.
Purtroppo si rischia di vivere di rimpianti.
Sooprattutto non offendere. Secondo il coach Kyle Benson, di solito le persone ricorrono alle critiche come forma di autoprotezione, cioè attaccano e danno la colpa all’altro dei problemi, invece di abbassare le difese e dire ciò di cui hanno realmente bisogno. Quindi un primo passo può essere quello di dichiarare le tue esigenze e quello che desideri, che sia la sua attenzione, la sua empatia o altro ancora. Un’altra dritta è di usare parole più amorevoli, iniziando la frase con “vorrei che…”, invece che partire subito con un’offesa. In questo modo prendi atto che la critica è un desiderio mascherato e che ti assumi la responsabilità di quello che vuoi nella vostra relazione.
E se sei tu a ricevere le critiche nella coppia?
Nessuno ama essere giudicato e spesso la tendenza è quella di contrattaccare con altrettante critiche. Oppure di chiudersi e alzare un muro difensivo, perché ti senti ferita. Il risultato? Dialogo zero.
Per sbloccare la situazione, il terapista Zach Brittle suggerisce di fare uno sforzo e di chiedere al tuo partner cosa vorrebbe in realtà, qual è la richiesta che sta nascondendo dietro la critica. Così grazie alle domande, iniziate a parlare e potete trovare una risoluzione anziché giudicare.
Dal web su Essere Indaco
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Si vis pacem, para pacem.
Promuovere la guerra come strumento per garantire la pace e' una contraddizione profonda e pericolosa. La violenza genera solo altra violenza, creando cicli di distruzione e sofferenza che lasciano cicatrici profonde nella societa'. La storia e' piena di esempi in cui la guerra, lungi dal portare stabilita' e sicurezza, ha creato instabilita' duratura, devastazione economica e una perdita incalcolabile di vite umane. La pace non può essere raggiunta attraverso la forza delle armi, ma tramite il dialogo, la cooperazione e la comprensione reciproca. Le risorse che vengono impiegate nella guerra potrebbero essere destinate a migliorare la vita delle persone, affrontando i veri problemi come la poverta', l'ingiustizia e l'ineguaglianza, che spesso sono alla radice dei conflitti. Promuovere la guerra non solo distrugge vite e infrastrutture, ma erode anche la nostra umanita', spingendoci a vedere l'altro come un nemico piuttosto che come un essere umano. Se vogliamo davvero la pace, dobbiamo investire nella pace stessa: educare alla tolleranza, risolvere i conflitti con il dialogo e creare un mondo basato sulla giustizia e la dignita' per tutti.
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Gaza will be free! All of Palestine will be free!
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Translation is at the bottom
The collective is on telegram
🐲 ZHANG JUN: «ISRAELE, POTENZA OCCUPANTE, DEVE REVOCARE L'ASSEDIO TOTALE SU GAZA» 🕊
🇨🇳 Lunedì, 30 ottobre, il Compagno Zhang Jun - Rappresentante Permanente della Cina alle Nazioni Unite, ha esortato le parti coinvolte nel Conflitto Israelo-Palestinese a promuovere un "Cessate il Fuoco", revocare l'assedio totale di Israele a Gaza, ripristinare i corridoi umanitari, rilasciare i prigionieri e promuovere il Dialogo per una Soluzione Politica 🕊
🇨🇳 Il Compagno Zhang Jun ha espresso profonda solidarietà alla Popolazione di Gaza, che lotta sull'orlo della vita e della morte, e ha osservato che il Processo di Pace in Medio Oriente è al collasso, verso un punto di non ritorno 😡
🇺🇸 Gli USA, in quanto guerrafondai n°1 al Mondo e principale Paese irresponsabile, continuano a militarizzare la regione, offrendo un sostegno pressoché totale ad Israele 😡
💬 «La Cina invita Israele, in quanto potenza occupante, [...] a revocare l'assedio su Gaza» - Zhang Jun 🇨🇳
😡 La violenza contro i civili la punizione collettiva imposta al Popolo Palestinese non faranno altro che esacerbare l'odio e lo scontro, ha sottolineato Zhang Jun 🇨🇳
🔍 Approfondimenti:
一 120 Paesi, tra cui la Cina, chiedono una tregua umanitaria a Gaza - solo 14 voti contrari, tra cui quelli di USA e Israele 🇺🇳
二 La Cina sostiene il ruolo della Lega Araba, dei Paesi Arabi e dell'Organizzazione della Cooperazione Islamica per la Risoluzione del Conflitto Israelo-Palestinese 🤝
三 🇺🇳 Coordinamento tra Cina e Russia all'ONU sulla Questione della Palestina 🇨🇳🤝🇷🇺
四 Zhang Jun: «Fermare la Crisi Umanitaria, promuovere l'Istituzione di uno Stato di Palestina che sia indipendente e sovrano» 🇵🇸
五 La Cina ha sempre sostenuto, sostiene e sosterrà l'Istituzione di uno Stato di Palestina 🇵🇸
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🐲 ZHANG JUN: «ISRAELE, POTENZA OCCUPANTE, DEVE REVOCARE L'ASSEDIO TOTALE SU GAZA» 🕊
🇨🇳 Lunedì, 30 ottobre, il Compagno Zhang Jun - Rappresentante Permanente della Cina alle Nazioni Unite, ha esortato le parti coinvolte nel Conflitto Israelo-Palestinese a promuovere un "Cessate il Fuoco", revocare l'assedio totale di Israele a Gaza, ripristinare i corridoi umanitari, rilasciare i prigionieri e promuovere il Dialogo per una Soluzione Politica 🕊
🇨🇳 Il Compagno Zhang Jun ha espresso profonda solidarietà alla Popolazione di Gaza, che lotta sull'orlo della vita e della morte, e ha osservato che il Processo di Pace in Medio Oriente è al collasso, verso un punto di non ritorno 😡
🇺🇸 Gli USA, in quanto guerrafondai n°1 al Mondo e principale Paese irresponsabile, continuano a militarizzare la regione, offrendo un sostegno pressoché totale ad Israele 😡
💬 «La Cina invita Israele, in quanto potenza occupante, [...] a revocare l'assedio su Gaza» - Zhang Jun 🇨🇳
😡 La violenza contro i civili la punizione collettiva imposta al Popolo Palestinese non faranno altro che esacerbare l'odio e lo scontro, ha sottolineato Zhang Jun 🇨🇳
🔍 Approfondimenti:
一 120 Paesi, tra cui la Cina, chiedono una tregua umanitaria a Gaza - solo 14 voti contrari, tra cui quelli di USA e Israele 🇺🇳
二 La Cina sostiene il ruolo della Lega Araba, dei Paesi Arabi e dell'Organizzazione della Cooperazione Islamica per la Risoluzione del Conflitto Israelo-Palestinese 🤝
三 🇺🇳 Coordinamento tra Cina e Russia all'ONU sulla Questione della Palestina 🇨🇳🤝🇷🇺
四 Zhang Jun: «Fermare la Crisi Umanitaria, promuovere l'Istituzione di uno Stato di Palestina che sia indipendente e sovrano» 🇵🇸
五 La Cina ha sempre sostenuto, sostiene e sosterrà l'Istituzione di uno Stato di Palestina 🇵🇸
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🐲 ZHANG JUN: «ISRAEL, THE OCCUPING POWER, MUST LIFT THE TOTAL SIEGE ON GAZA» 🕊
🇨🇳 On Monday, October 30, Comrade Zhang Jun - Permanent Representative of China to the United Nations, urged the parties involved in the Israeli-Palestinian Conflict to promote a "Ceasefire", lift Israel's total siege of Gaza, restore humanitarian corridors, release prisoners and promote Dialogue for a Political Solution 🕊
🇨🇳 Comrade Zhang Jun expressed deep solidarity with the People of Gaza, who are fighting on the brink of life and death, and noted that the Peace Process in the Middle East is collapsing, towards a point of no return 😡
🇺🇸 The USA, as the No. 1 warmonger in the world and the main irresponsible country, continues to militarize the region, offering almost total support to Israel 😡
💬 «China invites Israel, as an occupying power, [...] to lift the siege on Gaza» - Zhang Jun 🇨🇳
😡 Violence against civilians and collective punishment imposed on the Palestinian people will only exacerbate hatred and conflict, stressed Zhang Jun 🇨🇳
🔍 Further information:
一 120 countries, including China, call for a humanitarian truce in Gaza - only 14 votes against, including those of the USA and Israel 🇺🇳
二 China supports the role of the Arab League, Arab countries and the Organization of Islamic Cooperation in resolving the Israeli-Palestinian conflict 🤝
三 🇺🇳 Coordination between China and Russia at the UN on the Palestine Issue 🇨🇳🤝🇷🇺
四 Zhang Jun: «Stop the Humanitarian Crisis, promote the establishment of an independent and sovereign State of Palestine» 🇵🇸
五 China has always supported, supports and will support the establishment of a State of Palestine 🇵🇸
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Il Papa
"La sacra Connessione tra Cielo e Terra"
Si conclude l'Era della Ragione.
Essa ha dominato per secoli e secoli, portando l'Umanità a disgregare e allontanare le forme più elementari di Connessione all'Origine.
La Mente ha imposto il suo predominio. Ed ha tentato di annientare le leggi della Natura, con prepotenza e arroganza, arrogandosi il potere illusorio della "superiorità".
Ha spento la Connessione.
Ha ridicolizzato, respinto, antropomorfizzato, strumentalizzato, ogni canale di comunicazione con l'Invisibile, con la sacra Fonte.
Ma l'Origine è Vita.
Ed è anche Morte e Resurrezione.
E questo Tempo così prezioso ce lo sta ricordando.
Nulla accade che non sia parte di un maestoso e sacro circolo di dialogo e comunicazione tra Spirito e Materia.
Nulla accade che non voglia riportarci all'Amore.
Possiamo resistere. Possiamo continuare ad esprimere il nostro "senso di ingiustizia" attraverso l'autodistruzione e la rabbia.
Ma non cambierà nulla.
Perché Rabbia ed Ingiustizia lavorano sul piano dell'immaturità di Coscienza e materializzano "mostri". Proiettano finzione e veli interpretativi.
Sono sentimenti legati alla "resistenza" dove albergano ancora indisturbati i ruoli di Vittima e Carnefice, dove c'è un Buono e un Cattivo, c'è un Giusto e un Sbagliato.
Ma non c'è "risoluzione".
Noi Umani non possiamo puntare sul "perdono". Perché non c'è nulla per cui l'altro debba chiederci "scusa". E nessuno ha "sbagliato".
E' una distorsione di schema la "colpa".
Ciò che è accaduto intorno a noi, e magari continua ad accadere ancora oggi, in termini di disfunzione è frutto dell'immaturità di Sistema Interiore.
E tutto ciò che accade quotidianamente nella nostra Vita, nasconde un messaggio evolutivo e un dono pronto per essere scartato dalla nostra Coscienza.
L'esperienza della Sottomissione ci ha insegnato la Libertà, la Violenza ci ha insegnato il Rispetto per noi stessi, la Morte interiore ci ha insegnato il vero valore della Vita.
Nulla di ciò che accade è "vano". Nulla viene per nuocere o per ferire.
Tutto ciò che viviamo, ci regala un sincero spaccato di ciò che dobbiamo ancora integrare nella nostra Struttura per esprimere la nostra autentica e sincera Manifestazione e il nostro pieno Potere interiore.
E se anche la fatica di "affrontare" ci sembra inizialmente che non porti i risultati evolutivi sperati, piano piano vedremo i nostri pensieri cambiare, le nostre opportunità fare capolino tra l'ombra della perdita e della mancanza, i nostri sforzi produrre i primi sorrisi intorno a noi.
Rompere gli schemi disfunzionali è un "lavoro a tempo pieno".
Occupa ogni istante del nostro piano di percezione umana.
Ma è un campo fertile. E ci dona giorno dopo giorno tanti piccoli semini da interrare, curare e annaffiare con Amore e Dedizione.
Il ritorno all'Origine è un viaggio mozzafiato, è un "sola andata" per la felicità e pienezza.
Si parte nella totale Incoscienza e con tanta paura dell'Ignoto, ma poi non si vorrebbe più scendere da quel meraviglioso Treno che corre all'impazzata e che ci porta ad esplorare tutte le sopite e straordinarie parti magiche che albergano dentro di noi.
I prossimi giorni saranno importanti.
Saranno i giorni della "trascendenza".
Le esperienze del mese di Agosto, siano esse state visibili o invisibili, coscienti o vissute nell'oblio della memoria, si riuniranno per preparare la "chiusura del Ciclo" dell'Anno del Cuore.
Sentiremo convogliarsi dentro di noi movimenti di "riaggregazione" di singoli "pezzi evolutivi", come la sensazione di ricomporre un puzzle, per creare una nuova figura omogenea e distinguibile nelle sue forme essenziali.
L'Autunno ci renderà partecipi di un intenso processo di "sperimentazione" dei nuovi "Strumenti della Funzione", che per chi avrà lavorato alacremente sulla distorsione, sulla vittima, sul boicottaggio dello schema di disfunzione, produrranno sbalorditivi effetti nella Materia.
La Connessione tra Cielo e Terra sarà esplosiva. Ci renderà definitivamente consapevoli del Potere Creativo negato per secoli e secoli dalla Coscienza.
E ci permetterà di sperimentarci nell'Amore vero, quello Cristallino, quello "puro", quello ripulito dalle distorsioni del Passato.
Approfittiamo di questi ultimi rigurgiti di Agosto per regalarci l'ennesimo atto di purificazione interiore.
Concentriamo, in queste ultime giornate estive, l'attenzione su quali sono ancora i nostri "campi di distorsione" e di impotenza, i nostri "temi fragili e scomposti".
Poi non avremo più tempo.
Il vortice autunnale è alle porte.
E qualsiasi "distorsione interiore" ancora attiva verrà amplificata cento volte tanto nella Materia.
E allora vedremo palesarsi davanti ai nostri occhi la pura "Verità".
Su tutto ciò che alberga "di vero o illusorio" dentro di noi e sulle zone d'Ombre più indicibili e obliate di chi ci circonda.
E allora, forza! Avanti tutta con le pulizie!
Mirtilla Esmeralda
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Il corpo è Mio e lo gestisco come voglio Io.
Il corpo d'una persona appartiene a quella persona soltanto, che ha il pieno diritto di gestirlo come meglio pensa; ciò decade soltanto quando vi siano problematiche di salute pubblica. La nostra libertà termina quando i terzi (già nati) non incorrono in danni, attraverso il nostro comportamento.
Ciò che si forma all'interno del corpo di una donna è parte integrante del corpo di quella donna, pertanto le appartiene: solo lei, quella donna, ha diritto a decidere cosa farne. I terzi non hanno alcun diritto di intromettersi sulla gestione del Suo corpo.
I Diritti Civili non obbligano alcuno ad aderirvi, solo a rispettare le altrui scelte: in questo si differenziano rispetto alla moralità repressiva imposta ai credenti di religioni moleste, che opprimono le persone invece di favorirne la felicità.
L'aborto rientra nel diritto inalienabile di una persona ad autodeterminarsi; non è una ideologia, ma il riconoscimento oggettivo che il corpo di una donna appartiene solo a quella donna. Qualsiasi tentativo liberticida contro la gestione autonoma del proprio utero va considerato come reato: è uno stupro.
Chiunque, in veste religiosa o meno, pretenda perentoriamente di gestire il corpo altrui come se fosse il proprio, va trattato per quello che è oggettivamente: uno psicopatico e gentilmente invitato a sottoporsi a trattamento sanitario, di cui ha, senza alcun dubbio, urgente necessità.
Rispettare le donne non è un ideale politico, appartenente a precise aree, ma segno di Civiltà - è la Civiltà che contraddistingue coloro che hanno messo da parte e superato disvalori religiosi, maleducazione religiosa, moralità, pregiudizi, per comportarsi con Etica.
Il fatto che la vita di molti organismi viventi, tra cui la nostra, si sia sviluppata ed evoluta, a partire da miliardi di anni fa, non significa in alcun modo che una donna debba sentirsi obbligata a partorire: una donna è una Persona, non una 'incubatrice di figli'. Coloro che hanno una visione strumentale della donna appartengono ad aree religiose - e la religione non ha nulla a che vedere con la Verità e il rispetto per le persone.
Autodeterminarsi è un diritto inalienabile di ogni individuo: un credente ha diritto a vivere la propria 'fede', anche come martire di una iniqua sofferenza, ma non di imporre a terzi il suo 'credo'.
Esistono milioni di bambini nati in Paesi poveri, la cui speranza di vita è molto bassa; ci sono milioni di bambini oggetto di abusi, di violenza, di schiavitù d'ogni sorta: non è logico occuparsi di un 'grumo di cellule' incoscienti ignorando i diritti di chi è già nato, è minore, è cosciente e ha bisogno di protezione. Coloro che si battono per la Felicità dei bambini, si occupano di bambini, cioè di Persone nate.
Un ovulo fecondato non è una persona: perché lo diventi, deve affrontare una gravidanza, cioè un periodo di formazione, durante il quale non esiste certezza alcuna che il processo vada a buon fine. Per tali motivi scientifici, definiamo persone solo coloro che sono già nate.
Chi pensa che l'aborto sia omicidio, non abortisca o intervenga sul proprio corpo con una vasectomia. Gli altri, con il loro corpo - che è solo il loro! - fanno ciò che meglio pensano. Si può essere pro-vita, ma non con gli uteri degli altri.
La decisione di una donna di abortire deve essere rispettata, indipendentemente dalle opinioni personali di chi osserva un fenomeno, come l'aborto, che riguarda solo la donna coinvolta, non i terzi.
È importante rispettare le decisioni delle donne sul proprio corpo, non giudicarle, nonché promuovere un dialogo rispettoso, un ambiente inclusivo, anche per garantire che le donne abbiano accesso a opzioni di assistenza sanitaria sicure, sostegno psicologico, quando vogliono abortire.
L'aborto non è omicidio, ma interruzione di gravidanza: ogni 'opinione' volta a colpevolizzare le donne relativamente alle scelte fatte sul loro corpo, sul loro diritto ad autodeterminarsi, si configura come molestia - e come tale va denunciata alle Autorità di Polizia.
#donna#autodeterminazione#gestione del Proprio corpo#Il corpo è Mio e lo gestisco come voglio Io#diritto inalienabile#aborto
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Il corpo è mio e lo gestisco come voglio io.
Il corpo d'una persona appartiene a quella persona soltanto, che ha il pieno diritto di gestirlo come meglio pensa; ciò decade soltanto quando vi siano problematiche di salute pubblica. La nostra libertà termina quando i terzi (già nati) non incorrono in danni, attraverso il nostro comportamento.
Ciò che si forma all'interno del corpo di una donna è parte integrante del corpo di quella donna, pertanto le appartiene: solo lei, quella donna, ha diritto a decidere cosa farne. I terzi non hanno alcun diritto di intromettersi sulla gestione del Suo corpo.
I Diritti Civili non obbligano alcuno ad aderirvi, solo a rispettare le altrui scelte: in questo si differenziano rispetto alla moralità repressiva imposta ai credenti di religioni moleste, che opprimono le persone invece di favorirne la felicità.
L'aborto rientra nel diritto inalienabile di una persona ad autodeterminarsi; non è una ideologia, ma il riconoscimento oggettivo che il corpo di una donna appartiene solo a quella donna. Qualsiasi tentativo liberticida contro la gestione autonoma del proprio utero va considerato come reato: è uno stupro.
Chiunque, in veste religiosa o meno, pretenda perentoriamente di gestire il corpo altrui come se fosse il proprio, va trattato per quello che è oggettivamente: uno psicopatico e gentilmente invitato a sottoporsi a trattamento sanitario, di cui ha, senza alcun dubbio, urgente necessità.
Rispettare le donne non è un ideale politico, appartenente a precise aree, ma segno di Civiltà - è la Civiltà che contraddistingue coloro che hanno messo da parte e superato disvalori religiosi, maleducazione religiosa, moralità, pregiudizi, per comportarsi con Etica.
Il fatto che la vita di molti organismi viventi, tra cui la nostra, si sia sviluppata ed evoluta, a partire da miliardi di anni fa, non significa in alcun modo che una donna debba sentirsi obbligata a partorire: una donna è una Persona, non una 'incubatrice di figli'. Coloro che hanno una visione strumentale della donna appartengono ad aree religiose - e la religione non ha nulla a che vedere con la Verità e il rispetto per le persone.
Autodeterminarsi è un diritto inalienabile di ogni individuo: un credente ha diritto a vivere la propria 'fede', anche come martire di una iniqua sofferenza, ma non di imporre a terzi il suo 'credo'.
Esistono milioni di bambini nati in Paesi poveri, la cui speranza di vita è molto bassa; ci sono milioni di bambini oggetto di abusi, di violenza, di schiavitù d'ogni sorta: non è logico occuparsi di un 'grumo di cellule' incoscienti ignorando i diritti di chi è già nato, è minore, è cosciente e ha bisogno di protezione. Coloro che si battono per la Felicità dei bambini, si occupano di bambini, cioè di Persone nate.
Un ovulo fecondato non è una persona: perché lo diventi, deve affrontare una gravidanza, cioè un periodo di formazione, durante il quale non esiste certezza alcuna che il processo vada a buon fine. Per tali motivi scientifici, definiamo persone solo coloro che sono già nate.
Chi pensa che l'aborto sia omicidio, non abortisca o intervenga sul proprio corpo con una vasectomia. Gli altri, con il loro corpo - che è solo il loro! - fanno ciò che meglio pensano. Si può essere pro-vita, ma non con gli uteri degli altri.
La decisione di una donna di abortire deve essere rispettata, indipendentemente dalle opinioni personali di chi osserva un fenomeno, come l'aborto, che riguarda solo la donna coinvolta, non i terzi.
È importante rispettare le decisioni delle donne sul proprio corpo, non giudicarle, nonché promuovere un dialogo rispettoso, un ambiente inclusivo, anche per garantire che le donne abbiano accesso a opzioni di assistenza sanitaria sicure, sostegno psicologico, quando vogliono abortire.
L'aborto non è omicidio, ma interruzione di gravidanza: ogni 'opinione' volta a colpevolizzare le donne relativamente alle scelte fatte sul loro corpo, sul loro diritto ad autodeterminarsi, si configura come molestia - e come tale va denunciata alle Autorità di Polizia.
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Sciascia Alien
Universo senza donne: Sciascia non narra mai di grandi passioni sentimentali. Nel suo universo la donna, come costante essenziale di tutte le altre vicende umane, non esiste.
Protagonisti sono i capipopolo e gli assassini, i cardinali, i ruffiani, i colonnelli dei carabinieri, i ministri, i confidenti di polizia, i teologi, i viceré, gli accattoni: la donna mai!
In quello che probabilmente resta il suo libro esemplare, per perfezione narrativa e nitidezza di significati morali, “Il giorno della civetta”, unico personaggio femminile presente in tutto l’arco del racconto è la vedova Nicolosi, che praticamente costituisce il perno dialettico dell’intera vicenda: il marito è stato assassinato per un delitto di mafia, e tuttavia qualcuno vuole dimostrare com’egli sia stato semplicemente trucidato da un misterioso amante della donna. C’è, per un attimo, un presentimento da tragedia greca. Ma appena la vedova Nicolosi fa un passo avanti (che diamine, l’uomo che hanno ucciso era il suo uomo, tutto dovrebbe gridare vendetta, violenza, passione in lei) Sciascia la ricaccia subito gelidamente indietro. E’ gelido anche nel descriverla, quasi con l’involontaria ironia di un verbale di carabinieri: «Era bellina la vedova; castana di capelli e nerissimi gli occhi, il volto delicato e sereno ma nelle labbra il vagare di un sorriso malizioso. Non era timida. Parlava un dialetto comprensibile. Qualche volta riusciva a trovare la parola italiana, o con una frase in dialetto spiegava il termine dialettale!».
Tutta la storia d’amore di questa donna, giovane, bella, alla quale hanno letteralmente strappato il marito per farne pupo da zucchero (un dolce tipico siciliano che si regala ai bambini nel giorno dei Morti), tutta la passione, i fremiti, il desiderio tradito, il dolore, la violenza sensuale, i sogni spezzati, l’essere donna di questa vedova, tutto il suo grido di femminilità violentata, si racchiude in questo placido periodo, allorché ella racconta il suo rapporto con l’ucciso:
«Egli ha conosciuto me ad un matrimonio: un mio parente sposava una del suo paese, io sono andata al matrimonio con mio fratello. Lui mi ha vista e quando quel mio parente è tornato dal viaggio di nozze, lui gli ha dato incarico di venire da mio padre per chiedermi in moglie. Dice “è un buon giovane, ha un mestiere d’oro”, e io dico che non so che faccia ha, che prima voglio conoscerlo. E’ venuto una domenica, ha parlato poco, per tutto il tempo mi ha guardata come fosse in incantamento. Come gli avessi fatto una fattura, diceva quel mio parente. Per scherzare, si capisce. Cosi mi sono persuasa a sposarlo!». Nelle donne di Sciascia non ci sono proiezioni d’ombre e trasalimenti di Ecuba, Fedra, Medea, nessuna femminilità tragica e furente, nessuna donna come madre della vita. Il rapporto sentimentale fra uomo e donna è sempre grigio, usuale, senza misteri. Sciascia probabilmente non ritiene la donna pari all’uomo, né come individuo, né dentro la storia. Una aggregazione, una appendice, un elemento di spettacolo. Le donne: mogli, amanti, duchesse e puttane, vengono sulla scena a recitare la loro parte e basta. Sono ininfluenti, emettono suoni, non comunicano sentimenti. Comparse che servono semmai alla battuta del maschio, alla sua riflessione; al più sono comprimarie utili al dialogo, in cui tuttavia gli uomini protagonisti formulano infine il pensiero essenziale, l’unico degno di rispetto.
da I Siciliani (maggio 1983)
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Bergamini: No all'odio nelle manifestazioni delle piazze
La vicesegretario nazionale di Forza Italia e responsabile esteri del partito azzurro Deborah Bergamini: "Politica sia unita nella condanna unanime a manifestazioni di odio" Nel quadro delle recenti manifestazioni studentesche che hanno visto episodi di violenza e odio, l'On. Deborah Bergamini, responsabile Esteri e Vice Segretario Nazionale di Forza Italia, ha rilasciato una dichiarazione forte e chiara contro tali atti. "Non possiamo, non dobbiamo rassegnarci all'odio e alla violenza evocati e praticati da chi appartiene alle generazioni più giovani," afferma Bergamini. Durante le proteste a Milano e Torino, si sono verificati atti di vandalismo come immagini di esponenti di governo imbrattate con vernice rossa, manichini appesi, e aggressioni alle forze dell'ordine. Bergamini esprime la sua totale solidarietà ai bersagli di queste azioni, includendo il Presidente Meloni, Annamaria Bernini, Giuseppe Valditara, Matteo Salvini, il Presidente di Confindustria Orsini, e tutto il personale in divisa che ha dovuto affrontare tali violenze. Estende la sua solidarietà anche a Elly Schlein, sottolineando l'importanza dell'unità politica di fronte a tali episodi. "Da tempo si è accesa una spia preoccupante su quanto le crisi geopolitiche facciano da detonatore per piazze antidemocratiche e pericolose," continua Bergamini. Ella richiama l'attenzione sulla necessità di separare il dissenso legittimo dall'odio, promuovendo un impegno collettivo per affermare il senso pieno della libertà. "Chi è responsabile di questi gesti deve essere isolato e punito," dichiara con fermezza, evidenziando l'importanza di intervenire prima che la situazione degeneri ulteriormente. La sfida di promuovere un dibattito pubblico libero dall'odio è una responsabilità che Bergamini vede come impellente. La Toscana, come tutta l'Italia, è chiamata a riflettere su questi eventi, promuovendo valori di rispetto, dialogo e civile confronto, valori che Forza Italia si impegna a difendere e promuovere in ogni contesto. Edoardo Fabbri Nitti Forza Italia - Coordinamento Regione Toscana Follow @FI_ToscanaTweet to @FI_Toscana
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"Amori" di Barbara Superina: una celebrazione dell’amore e una riflessione sulla violenza di genere
Lunedì 25 novembre 2024, alle ore 18:00, presso la Sala SOMS di Arquata Scrivia, Barbara Superina presenterà il suo romanzo in versi "Amori".
Lunedì 25 novembre 2024, alle ore 18:00, presso la Sala SOMS di Arquata Scrivia, Barbara Superina presenterà il suo romanzo in versi “Amori”. L’evento, organizzato in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, sarà un momento di riflessione e dialogo su tematiche attuali e universali. Presentazione Libro SuperinaDownload Un’opera prima che esplora…
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mito->poesia->tragedia->metodo scientifico: uno sviluppo straordinario
Il genere tragico in Grecia: riproposizione ed evoluzione del mito arcaico.
La forma della tragedia classica greca è il punto di arrivo di un processo sviluppato a partire da un primitivo nucleo del coro, progressivamente ridimensionato a favore di uno spazio sempre maggiore riservato al dialogo dei personaggi. La tragedia ripropone e riplasma del materiale mitico ereditato dal mondo arcaico. Il suo appellativo si collega etimologicamente alla parola tragos con riferimento al capro, riferimento che è stato interpretato in vari modi quali: a) il sacrificio rituale celebrato alla fine della rappresentazione; b) la maschera indossata dal coreuta, c) il premio dato al vincitore. In ogni caso, si tratta di un riferimento a qualcosa di animalesco, ferino, primitivo, selvaggio (si veda ciò come traccia dell’animalesco selvaggio dionisiaco rispetto all’olimpico armonioso compositore delle passioni rappresentato da Apollo).
La struttura era articolata in un prologo sugli antefatti dell’azione, un parodo, canto di ingresso del coro, gli episodi costituiti da dialoghi con gli stasimi, i canti di stacco tra gli episodi, e l’esodo, canto di uscita. Il coro (12 coreuti ai tempi di Eschilo con uno di loro, il corifeo, dialogante a nome degli altri con gli attori) cantava in armonia con la musica e la danza ( infatti il verbo koreuein significa danzare). Gli attori, tutti di sesso maschile, indossavano maschere, coturni, ovvero alti calzari per essere più visibili agli spettatori e la scena era dotata di macchine teatrali. In genere le rappresentazioni avvenivano in occasioni di feste in onore di Dioniso, dio rurale patrono della fertilità. Erano dei veri e propri festival in cui gareggiavano i poeti tragici con la loro tetralogia (3 tragedie ed un dramma satiresco). C’era una commissione selezionatrice fatta da un arconte ed altri due membri che sceglieva i tre concorrenti per la gara finale, ogni tetralogia veniva rappresentata in una giornata intera e quindi il concorso durava 3 giorni. La giuria per assegnare la vittoria della corona di edera era formata da 1 rappresentante per tribù estratto a sorte da una lista fornita da ognuna delle 10 tribù, che dava una classifica dei concorrenti su una tavoletta, delle 10 poi ne venivano estratte 5 a sorte per avere il vincitore. I contenuti delle opere attingevano ad un patrimonio di racconti mitici tradizionali e la rappresentazione drammatica era fondata sul contrasto, la lacerazione tragica tra protagonista umano e divino e degli uomini tra loro. Tutto il popolo partecipava, lo stato finanziava i poveri con due oboli per indennizzo delle ore di lavoro perdute ed i costi degli spettacolo (scenografia, costumi, attori, coreuti, musicisti) che erano in parte sostenuti anche dalle famiglie ricche, c’era anche un servizio d’ordine dotato di robusti manganelli contro eventuali disturbatori. La partecipazione popolare al "RITO COLLETTIVO" funzionava da presa di coscienza, grazie a questa esteriorizzazione del dramma tragico reso nello spettacolo teatrale, che determinava una presa di distanza, una assunzione di responsabilità collettiva di fronte alle tensioni tremende dell’esistenza umana secondo una visione che affondava le sue radici nei sanguinosi rituali del mondo pre-greco. In questo consiste la CATARSI di cui parla Aristotele: LA RAPPRESENTAZIONE HA UN EFFETTO LIBERATORIO DALLE PASSIONI (i patemata = patemi di animo).
La tragedia si differenzia dal mito per un tratto sostanziale: se nel mito lo scontro è nel mondo divino, qui il piano si sposta sulla violenza tra dei e uomini e degli uomini tra di loro. Questo è testimoniato dal lessico tragico. Sono fondamentali alcune parole chiave ricorrenti nei dialoghi, che mostrano la inconciliabilità nella tragedia di polarità opposte di comportamento: parole da un lato come collera (che però è anche invidia!) (ϕθόνος),e accecamento divino (΄Άτη) , tracotanza (ύβρις), e violenza brutale (βία) , dall’altro legge (νόμος), diritto (δίκη), autorità legale (κράτος), timore (ϕóβος), e pietà (ʹΈλεος), parole che segnano nella loro opposizione il contrasto inconciliabile che caratterizza la tragedia. Viene bollata la tracotanza, si esibiscono i valori morali e le norme etico-sociali cui conformare i comportamenti dei cittadini della polis ed il ricorso al mito serve a rinsaldare il tessuto connettivo della convivenza. Nella trilogia più famosa, l’Orestea, formata da Agamennone, Coefore, Eumenidi, la tragedia si risolve con Oreste portato nella sede suprema della istituzione della polis, l’Areopago, dove Oreste è alla fine assolto e le furiose persecutrici Erinni si trasformano nelle benigne Eumenidi. Si impone la Giustizia, la DIKE, che si esplica nel NOMOS, nella Legge della città, a fronteggiare la violenza, ma ciò non sarà sufficiente se nell’Antigone la legge del cuore e degli affetti si scontrerà con la legge ufficiale della città stessa, che tuttavia prevarrà alla fine. Ma a questo punto, gli Dei c’entrano poco, il conflitto è tra gli uomini, gli Dei sono solo spettatori. I drammi umani riportano le scorie dei drammi divini. Più i conflitti "si umanizzano", più si perde la carica istintiva, travolgente dell’eros e della violenza primitiva e questo porta alla famosa tesi di Nietzsche che ne La nascita della tragedia (1871) vede nelle prime tragedie un equilibrio tra le parti del coro che rappresentano la potenza dionisiaca degli istinti e le parti del dialogo degli attori che moderano con la razionalità apollinea lo scatenamento degli istinti, fino ad arrivare ad Euripide che descrivendo con realismo delle vicende umane fa prevalere il distacco dello spirito superiore ed equilibrato apollineo in contemporanea all’avvento del razionalismo di Socrate in filosofia e la definitiva eclissi del dionisiaco, evento che il filosofo tedesco denuncia come la più grande perdita per tutta la cultura occidentale.
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Più i miti perdono valore di Verità, staccati dal culto dionisiaco, più i paragoni e le similitudini linguistiche, da "strati intermedi" tra il mondo degli dei e quello umano subiranno una trasformazione che costituirà i primi gradini delle deduzioni analogiche di cui il metodo empirico si servirà più tardi.
-Franco Sarcinelli (WeSchool)
-Bruno Snell (le origini del pensiero europeo)
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Marcia della Pace a Lodi
Comunicato stampa di Lodi Solidale
<< Le associazioni del territorio lodigiano, in collaborazione con il Comune di Lodi, organizzano una nuova edizione della Marcia della Pace del Lodigiano, che si terrà sabato 12 ottobre 2024. L’evento, aperto a tutta la cittadinanza, prenderà il via alle ore 9.30 dalla Casa del Quartiere di San Fereolo, a Lodi, e si concluderà presso la Colonia Caccialanza.
Il tema di quest'anno, “La guerra non è un film”, invita a riflettere sulla cruda realtà dei conflitti, che non sono semplici spettacoli mediatici, ma tragedie che distruggono vite, comunità e risorse. La marcia vuole essere un’occasione per confrontarsi sui compiti e sulle responsabilità di cittadini, associazioni e istituzioni nel promuovere una cultura della pace.
Questo evento sarà anche un momento simbolico importante, poiché si terrà esattamente un anno prima della Marcia Perugia-Assisi, prevista per il 12 ottobre 2025, segnando un percorso di continuità tra le iniziative di pace a livello nazionale e locale.
Non basta invocare la fine dei conflitti: è necessario un impegno concreto per prevenire l’escalation della violenza, basato sul dialogo e la giustizia sociale.
Partecipare alla Marcia della Pace del Lodigiano significa contribuire a rafforzare un movimento che crede nella possibilità di costruire un futuro senza guerre.
La pace non è un sogno irraggiungibile, ma un obiettivo che richiede il contributo di tutti noi.
Sabato 12 ottobre 2024 sarà un’opportunità per unire il territorio lodigiano in un cammino di speranza e responsabilità, dimostrando che la costruzione della pace è possibile attraverso il coinvolgimento attivo di ciascuno.
La marcia rappresenta anche un momento per sottolineare l'importanza della solidarietà internazionale e per sensibilizzare la comunità lodigiana su quanto sia essenziale un’azione comune per contrastare le disuguaglianze, l’ingiustizia e la violenza.
Invitiamo associazioni, gruppi, scuole e famiglie a partecipare, perché la pace si costruisce insieme, un passo alla volta. Ogni gesto conta: la marcia sarà un’occasione per dimostrare che il nostro territorio non è indifferente al richiamo di pace, ma intende rispondere con fermezza e determinazione.>>
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Verona ricorda i 100 anni dalla morte di Giacomo Matteotti
Verona ricorda i 100 anni dalla morte di Giacomo Matteotti Il 30 maggio 1924 Giacomo Matteotti intervenne alla Camera dei Deputati denunciando i risultati elettorali del 6 aprile dello stesso anno, le violenze e le intimidazioni fasciste. Un discorso coraggioso, al termine del quale l'on. Disse ai suoi compagni di partito "Io il mio discorso l'ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me". E infatti il 10 giugno del 1924 Matteotti venne prelevato dalla propria abitazione da una squadra fascista e il suo cadavere venne poi ritrovato il 16 agosto, due mesi dopo l'omicidio. A cento anni dalla morte Verona vuole ricordare il politico, giornalista, antifascista e segretario del Partito Socialista Unitario, attraverso un serie di iniziative che hanno come obiettivo condividere, mantenere vivo e ravvivarne il pensiero, per tramandarlo alle nuove generazioni. "A cento anni di distanza c'è ancora molto da apprendere da questa figura, sia riguardo al pensiero politico ma anche in relazione al suo assassinio da parte del Fascismo con la violenza politica, fondante di quel movimento, e che ha toccato pesantemente anche la nostra città – ha detto l'assessore alla Memoria -. Una violenza proseguita durante tutto il regime. Questo centenario dunque ci dà anche l'opportunità di riflettere anche sulla continuità che si protraggono in quel pensiero violento, razzista e antidemocratico che una certa tradizione politica ha difficoltà a rinnegare. Grazie alle associazioni che compongono il Comitato Unitario per la Difesa delle Istituzioni Democratiche, e del Liceo Maffei, che promuove un'importante giornata di informazione e coinvolgimento di studenti e studentesse. Nel ricordare Giacomo Matteotti è fondamentale il passaggio di testimone ai giovani per comprendere l'importanza di poter partecipare alla vita pubblica e democratica senza subire pressioni e violenze". Il primo appuntamento è stato il 30 maggio all'aula Magna del Liceo ginnasio statale Scipione Maffei, dove verrà presentato il progetto "Giacomo Matteotti: il coraggio delle idee", seguito alle 19.30 dallo spettacolo teatrale "Io cerco la vita" con in scena studenti e studentesse del liceo. Mercoledì 5 giugno, alle 18 al Bastione San Giorgio, l'incontro "Matteotti Cent'anni dopo", moderato da Giovanni Corcioni e con ospiti Federico Melotto e Carlo Saletti, evento promosso dall' dell'Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea. Lunedì 10 giugno, alle 16.15, ci sarà una deposizione di una Corona al busto di Matteotti in via Indipendenza. Durante la cerimonia è previsto uno spettacolo durante il quale si potranno sentire le voci degli attori dello Spazio Teatro Giovani, il celebre discorso fatto da Matteotti e inoltre un suo dialogo con la moglie Velia Titta. Alle 17.30, nella Sala Farinati della Biblioteca Civica, verrà presentato il libro "Antifasciste e antifascisti" di Gianluca Fulvetti e Andrea Ventura. In serata poi, alle 20.45 al cinema teatro Aurora in via Fracastoro, 17, si potrà assistere alla proiezione del film "Il delitto Matteotti" serata promossa da Anppia Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti. Tutte le informazioni sul sito del Comune al seguente link. Le iniziative sono state presentate la mattina del 30 maggio in sala Arazzi. Sono intervenuti l'assessore alla Memoria storica, Roberto Bonente anche con la locandina del film il dirigente scolastico del Liceo Maffei Roberto Fattore, il direttore dell'Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea Andrea Martini, il regista Nicolò Bruno autore dello spettacolo teatrale "Sonno Senza Sogni" ispirato a "Lettere a Velia" di Giacomo Matteotti, Roberto Bonente di Anppia Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, la Segretaria Cisl di Verona Marta Castiglioni e il presidente Consiglieri Emeriti del Comune di Verona Silvano Zavetti. "Dalla scorsa estate abbiamo suggerito a studenti e studentesse di dedicarsi alla lettura di alcuni scritti di Matteotti – ha spiegato Roberto Fattore -. Lo scorso ottobre siamo stati invitati alla Camera per l'inaugurazione di una mostra fotografica dedicata a Matteotti, e da quel momento il percorso ha coinvolto alcune classi per elaborare all'interno del laboratorio di drammaturgia il testo teatrale che andrà in scena questa sera, con l'obiettivo di dare alla figura di Matteotti una vitalità e una intensità che a volte rischia di essere anche messa da parte o trascurata in ragione del tragico destino che egli subì dopo una vera e propria persecuzione". "L'Istituto della resistenza promuove tutta una serie di riflessioni e appuntamenti a Verona e in provincia dedicati a questo anniversario – ha affermato Andrea Martini –." "Vogliamo portare alla gente un Matteotti che non è arrivato a tanti – ha sottolineato Nicolò Bruno – un uomo che ha portato avanti delle idee, e noi dobbiamo cercare di non farle morire. Va fatto dunque un lavoro quotidiano sulla memoria, ed è grazie alla poetica di Velia, moglie di Matteotti, che questa memoria è stata raccolta e portata a noi". "È doveroso ma non scontato ricordare Giacomo Matteotti – ha concluso Roberto Bonente -. Queste attività, fatte per i giovani sono fondamentali, per cercare di ravvivare il pensiero di Matteotti ma anche del ventennio fascista. Fu un uomo a tutto tondo, di grande valore e pacifista, emarginato da altre forze politiche del parlamento e consapevole di doversi sacrificare per una rinascita dell'Italia che avverrà anni dopo e con tante sangue versato".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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China takes the best possible position for a piwer with the burden of mantaining balance in the world,recognising Palestinians right to a state and to be free from opression while striving for peace in the middle east.
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🐲 冷静观察,从容应对 - «Osserva con calma, affronta i problemi con calma» | Deng Xiaoping, 1990 ⭐️
🇺🇳 Il 27/09/2023, è stato affrontato il Tema dell'espansione illegale di Israele nei territori della Palestina presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite 🌐
🇨🇳 Il Compagno Geng Shuang - Vice-Rappresentante Permanente della Cina alle Nazioni Unite, ha ricordato che l'espansione degli insediamenti israeliani nei territori palestinesi costituisce una violazione del Diritto Internazionale, e che deve cessare 🕊
🇨🇳 La Cina, come dichiarato da Geng Shuang, sollecita la cessazione di ogni attività d'insediamento e l'escalation della violenza dei coloni, invitando le parti a promuovere un percorso di Pace 🕊
🇨🇳 Inoltre, la Cina esorta la «potenza occupante ad allentare e rimuovere le restrizioni irragionevoli alla circolazione delle persone, alle merci e all'uso del territorio, e a revocare il blocco della Striscia di Gaza il prima possibile» 🕊
🤝 In quanto grandi Paesi e Membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, Cina e Russia hanno grandi responsabilità nella gestione della pacificazione delle questioni regionali ed internazionali:
🇷🇺 Ieri, 07/10, Maria Zakharova - Portavoce del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa, ha dichiarato:
💬 «Chiediamo alle parti Palestinese e Israeliana di attuare un cessate il fuoco immediato, di rinunciare alla violenza, di esercitare la necessaria moderazione e di istituire, con l'assistenza della Comunità Internazionale, un processo negoziale volto a stabilire una pace globale, duratura e attesa da lungo tempo in Medio Oriente»🕊
🔍 Approfondimento: | Lavrov: «La Russia sostiene la creazione di uno Stato di Palestina entro i confini del 1967 e con Gerusalemme Est come capitale» 🇷🇺
🇨🇳 Allo stesso modo, la Cina - legata al Principio 冷静观察,从容应对 e all'importanza del Dialogo, come per la Risoluzione della Crisi in Ucraina, è profondamente preoccupata per l'intensificazione delle tensioni e della violenza, e - tramite un Portavoce del Ministero degli Affari Esteri, ha invitato le parti a mantenere la calma e ottenere un immediato cessate il fuoco, come dichiarato anche dalla portavoce Russa 🕊
💬 «巴以冲突反复上演,充分说明和平进程长期停滞不可持续», ha ricordato il Portavoce, ovvero:
💬 «I ricorrenti conflitti tra Palestina e Israele dimostrano pienamente che la stagnazione a lungo termine del Processo di Pace non è sostenibile» 🕊
🇨🇳 Così come la Russia, anche la Cina sostiene una Soluzione Politica al Conflitto Israelo-Palestinese, legata ai confini del 1967, con Gerusalemme Est come Capitale 🇵🇸
🌐 La Comunità Internazionale, quella vera, che promuove un Vero Multilateralismo (真正的多边主义), dovrebbe promuovere la rapida ripresa dei Colloqui di Pace, cercando un percorso verso una Pace duratura, ha sottolineato il Portavoce.
🔍 Approfondimenti Cina - PLO:
🇨🇳 Xi Jinping: «La Cina sostiene la Causa Palestinese per la Creazione di uno Stato Indipendente della Palestina» 🇵🇸
🤝 Dichiarazione Congiunta Sino-Iraniana: «I due Paesi sostengono la giusta Causa del Popolo Palestinese per ripristinare i suoi legittimi diritti nazionali, compreso quello all'autodeterminazione» 🇵🇸
🔍 Approfondimenti Cina - HAMAS:
🇵🇸 Hamas loda la Cina per la sua posizione sulle demolizioni illegali a Gerusalemme commesse da Israele | 2019 👍
🇵🇸 Hamas accoglie favorevolmente la Proposta Cinese di Cessate il Fuoco | 2014 👍
🇵🇸 Abu Zuhri (HAMAS): «La posizione della Cina sostiene il diritto dei Palestinesi a vivere con dignità, senza assedi e chiusure. HAMAS vuole che questa posizione venga sviluppata finché Israele non soddisferà le giuste richieste umanitarie dei Palestinesi» | 2014 🕊
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🐲 冷静观察,从容应对 - «Observe calmly, face problems calmly» | Deng Xiaoping, 1990 ⭐️
🇺🇳 On 27/09/2023, the topic of Israel's illegal expansion into the territories of Palestine was addressed at the United Nations Security Council 🌐
🇨🇳 Comrade Geng Shuang - Vice-Permanent Representative of China to the United Nations, reminded that the expansion of Israeli settlements in the Palestinian territories constitutes a violation of International Law, and that it must stop 🕊
🇨🇳 China, as stated by Geng Shuang, urges the cessation of all settlement activities and the escalation of settler violence, inviting the parties to promote a path of Peace 🕊
🇨🇳 Furthermore, China urges the «occupying power to ease and remove unreasonable restrictions on the movement of people, goods and land use, and lift the blockade of the Gaza Strip as soon as possible» 🕊
🤝 As large countries and members of the United Nations Security Council, China and Russia have great responsibilities in managing the pacification of regional and international issues:
🇷🇺 Yesterday, 07/10, Maria Zakharova - Spokesperson of the Ministry of Foreign Affairs of the Russian Federation, stated:
💬 «We call on the Palestinian and Israeli parties to implement an immediate ceasefire, to renounce violence, to exercise the necessary restraint and to establish, with the assistance of the International Community, a negotiation process aimed at establishing comprehensive, lasting and long awaited in the Middle East"🕊
🔍 Further information: | Lavrov: «Russia supports the creation of a State of Palestine within the 1967 borders and with East Jerusalem as its capital» 🇷🇺
🇨🇳 Similarly, China - linked to the 冷静观察,从容应对 Principle and the importance of Dialogue, as for the Resolution of the Crisis in Ukraine, is deeply concerned about the intensification of tensions and violence, and - through a Spokesman of the Ministry of Foreign Affairs, invited the parties to remain calm and obtain an immediate ceasefire, as also declared by the Russian spokeswoman 🕊
💬 «巴以冲突反复上演,充分说明和平进程长期停滞不可持续», reminded the Spokesperson:
💬 «The recurring conflicts between Palestine and Israel fully demonstrate that the long-term stagnation of the Peace Process is not sustainable» 🕊
🇨🇳 Just like Russia, China also supports a Political Solution to the Israeli-Palestinian Conflict, linked to the 1967 borders, with East Jerusalem as the Capital 🇵🇸
🌐 The International Community, the real one, which promotes True Multilateralism (真正的多边主义), should promote the rapid resumption of the Peace Talks, seeking a path towards lasting Peace, stressed the Spokesperson.
🔍 China Insights - PLO:
🇨🇳 Xi Jinping: «China supports the Palestinian Cause for the Creation of an Independent State of Palestine» 🇵🇸
🤝 Sino-Iranian Joint Declaration: «The two countries support the just cause of the Palestinian people to restore their legitimate national rights, including that of self-determination» 🇵🇸
🔍 Insights China - HAMAS:
🇵🇸 Hamas praises China for its stance on illegal demolitions in Jerusalem committed by Israel | 2019 👍
🇵🇸 Hamas welcomes China's Ceasefire Proposal | 2014 👍
🇵🇸 Abu Zuhri (HAMAS): «China's position supports the right of Palestinians to live with dignity, without sieges and closures. HAMAS wants this position to be developed until Israel meets the Palestinians' just humanitarian demands." 2014 🕊
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Dal prof. Giovanni Giolo
L’ULTIMO LEOPARDI E LA GINESTRA
Benedetto Croce giudica la poesia di Giacomo Leopardi in base alla sua teoria estetica “poesia/non poesia” e condanna la sua posizione pessimistica, che attribuisce alla sua “vita strozzata”: si sentì premuto, avvinto e sopraffatto da una forza brutale, da quella che egli chiamò la “nemica natura”, che gli spezzò gli studî, gli proibì i palpiti del cuore, e lo rigettò su se stesso, cioè sulla sua offesa base fisiologica, costringendolo a combattere giorno per giorno per sopportare o lenire il malessere e le sofferenze fisiche che lo tormentavano invincibili. Questa “forza brutale”, questa violenza e questa sopraffazione, secondo il critico, scavarono in fronte a Leopardi quel “solco di dolore e di nobiltà”, per il quale fu ben presto riconosciuto in Europa come essere assunto nella pleiade degli altri spiriti straziati e sconsolati.
Bisogna però riconoscere che il pessimismo leopardiano coesiste con una natura schietta e nobile, trepida, aperta alla vita, al desiderio e alla speranza. La condanna di Croce è duplice e riguarda non solo la poesia ma anche il suo pensiero filosofico, in quanto, per lui, “ la filosofia non è né pessimistica né ottimistica”. Ottimismo e pessimismo rispecchiano stati d’animo e umori personali, sono interpretazioni soggettive di circostanze e situazioni della realtà: *la filosofia, in quanto pessimistica od ottimistica, è sempre intrinsecamente pseudofilosofia* e Leopardi non offre se non sparse osservazioni, non approfondite e non sistemate: a lui mancava disposizione e preparazione speculativa, e nemmeno nella teoria della poesia e dell’arte, sulla quale fu condotto più volte a meditare, riuscì a nulla di nuovo e importante, di rigorosamente concepito. Ma per Leopardi il male e il dolore non erano “sparse osservazioni non approfondite e non sistemate”, erano “la sostanza di tutta la filosofia” (Operette Morali, dialogo di Timandro ed Eleandro).
Il 1947 è l’anno in cui il panorama critico cambia radicalmente per opera di Walter Binni (La nuova poetica leopardina) e di Cesare Luporini (Leopardi progressivo). La poesia del recanatese viene vista, al contrario di Croce, come tensione speculativa, esaltazione del vitalismo e dell’agire come supremo rimedio alla noia, disprezzo della politica e celebrazione del nulla (Leopardi è, come nota Karl Vossler, il religioso amante del nulla). Ne nasce un nesso sempre più stretto, nel periodo post-fiorentino e in quello napoletano, fra poesia e pensiero, che segna il suo apice nella Ginestra. Leopardi è un intellettuale legato al materialismo illuministico (per questo il tergo / vigliaccamente rivolgesti al lume / che il fe’ palese) che lo induce a invitare gli uomini, come in un estremo appello messianico, ad allearsi “in social catena” contro la natura madre di parto e di voler matrigna. Ma, giustamente notano i critici, il nesso poesia-pensiero era presente già nelle canzoni del ’21-‘22 fino alla rottura del concetto di natura benefica che trova la sua proclamazione nell’Ultimo canto di Saffo.
Cesare Luporini sostiene che Leopardi sia un filosofo “moralista” “ed è soltanto sotto questo riguardo che egli conta”, “non è un filosofo tecnico della politica e della società”, anzi si oppone a chi vuol considerarlo un filosofo politico “tra i massimi del nostro Ottocento”, come Luigi Baldacci. Andrea Rigoni inoltre lo paragona ai veri teorici della politica e della società quali Rousseau, Montesquieu, Tocqueville e Schmitt. Altri, in effetti, potrebbero sostenere, alla stessa stregua, che Leopardi sia un metafisico e un filosofo dell’estetica, visto che la sua “riflessione storico-politica risulta coordinata e solidale” con quella metafisica ed estetica.
Ma Croce rifiuta questo giudizio e nota che in questo campo egli non approdò ad alcun risultato. Ma la critica successiva lo dichiara sia poeta che filosofo moralista e afferma che come moralista è il più grande che l’Italia possa vantare, come Nietzsche è il più grande moralista che possa vantare la Germania. Può Croce confutare la tesi leopardiana – si chiede Sossio Giametta - del male e del dolore della vita, della vanità e della nullità dell’esistenza? Può negare l’eterna distruzione ad opera della natura dei suoi figli e di tutte le cose umane: giovinezza, salute, bellezza, speranza, affetti, gloria, virtù, poesia? Certamente no: tutto questo è inconfutabile, e inconfutabile è il destino di miseria, vecchiaia, malattia e morte di tutti gli esseri.
Nel ’21 Leopardi si chiede: come si fa la poesia? E risponde che gli spiriti sommi potranno vincere qualsiasi ostacolo ed essere sommi poeti e sommi filosofi, anche se questo accade molto raramente. Nel ’23 sostiene che la poesia cerca il bello e la filosofia il vero e che il bello e il vero si conciliano nel grande filosofo e nel grande poeta. Nel periodo napoletano il poeta acquista maggior sicurezza di sé e le Operette morali concludono l’esperienza di un’altissima prosa poetica in chiave autobiografica-filosofico-etica che decreta il fallimento delle illusioni ed esprime il rimpianto dell’essere vissuto invano e il mito dolce-amaro della ricordanza. L’ultimo Leopardi della *Ginestra* si misura sul presente, si erge in lotta col suo tempo, con il secol superbo e sciocco, sente la sua infinita superiorità rispetto alla filosofia ottimistica e spiritualista dei *nuovi credenti,* è cosciente *di possedere un senso più alto della vita e approda a una concezione eroica della poesia, come detentrice di una verità diversa e superiore rispetto all’egoismo, all’utilitarismo e alla vuota retorica verbosa ed inerte, alla viltà di fronte alla morte e al Dio crudele: *sempre / codardi e l’alme / ingenerose, abbiette, / ebbi in dispregio.*
Nel ’36 rivendica l’originalità della sua filosofia che si oppone “ai preti, i quali qui e in tutto il mondo, sotto un nome o sotto un altro, possono ancora e potranno eternamente tutto." Nella Ginestra il pensiero leopardiano acquista una nuova ed estrema sicurezza di persuasione della assolutezza della sua verità. Egli si proclama illuminista, materialista, ateo e deride i sogni e i deliri della mente umana. Per lui l’uomo è il corpo, la materia sente e pensa, lo spirito è flatus vocis e nella materia *tutto* è male. Le sue “persuase” certezze sono la caducità e la fragilità dell’uomo, l’infinita vanità del tutto, la malvagità della natura, il naturale egoismo dell’uomo e l’opposizione degli uomini dabbene *contro la lega dei birbanti.*
Egli entra in polemica con gli intellettuali del suo tempo arretrati e *regressivi* (nella Ginestra li chiamerà astuti o folli), mentre nella Palinodia denuncia: *sempre il buono in tristezza, il vile in festa / sempre e il ribaldo.* Leopardi appare uno “sradicato”, un “ribelle”, un “democratico” per la sua scelta dello “stato franco” di una repubblica fondata sulla sovranità popolare che nella Ginestra diviene una organizzazione comunitaria di tanti uomini confederati nella lotta con la *inimica natura*. Egli da malpensante, come dice Leporini, è su un’onda più lunga degli uomini del suo tempo. La Ginestra, la più grande poesia dell’epoca moderna, può essere paragonata ai massimi capolavori dell’umanità per l’assoluta tenuta di ritmo, per la sconvolgente impetuosità, per l’invito a una gioia che è libertà e fraternità fra tutti gli uomini. Come scrive Natalino Sapegno: “Nella Ginestra il lirico, il solitario, maturatosi attraverso la passione, si è fatto degno di parlare ai fratelli, di erigersi profeta di una civiltà e umanità nuova. Anche il linguaggio è veramente nuovo, non il linguaggio vago, indefinito, tenero, nostalgico degli Idilli, ma una lingua intensa e vibrante, una sintassi concitata e piena di spezzature, una musica senza morbidezze e squisitezze melodiche, energica e piena di slancio, una poesia che lascia l’impressione di un’esperienza tutta aperta, non esaurita nella immobile perfezione, ma protesa verso il futuro”. Il poeta presenta la ginestra come un modello per il comportamento dell’umanità. Essa, fiore gentile, soffre senza orgoglio e senza viltà il destino che le è dato in sorte, commisera i danni altrui e prova compassione per tutti i viventi dei quali condivide la sofferenza, la debolezza e la sorte mortale. Essa non si comporta come l’uomo che stolto, nato a perir, nutrito in pene, / dice ; - A goder son fatto, - / e di fetido orgoglio / empie le carte, eccelsi fati e nove / felicità, quali il ciel tutto ignora, / non pur quest’orbe, promettendo in terra /a popoli che un’onda / di mar commosso, un fiato d’aura maligna, un sotterraneo crollo / distrugge sì che avanza / a gran pena di lor la ricordanza. Il suo comportamento è ben diverso da quello degli intellettuali spiritualisti del tempo di Leopardi che si ritengono destinati alla felicità terrena e ultraterrana, non vogliono riconoscere la loro mortalità, la sofferenza, l’estrema debolezza di fronte alla catastrofi naturali come quella del Vesuvio nel 79 che distrusse Pompei, Ercolano e i paesi circostanti. Leopardi sa quanto questi intellettuali sono interessati alla collaborazione con le forze reazionarie del suo tempo che vogliono lasciare il volgo nell’ignoranza e gli propinano menzogne, volgo che ha il diritto di conoscere la verità, nulla al ver detraendo, che è il blasone araldico più alto di Leopardi, verità denunciata con forza dalla sua suprema poesia della estrema fase della sua esistenza: via la speranza, via la felicità, via le illusioni sulla natura e sulla natura degli uomini, che sono prodotti della natura e della natura portano in sé istinti bassi, crudeli, egoistici, via il passato spiritualistico, teocentrico, geocentrico, antropocentrico, via le ideologie che detengono il potere del suo tempo, ma la proclamazione del vero e dell’amore per gli uomini generosi e saggi in lotta con la natura.
“Il pessimismo cosmico di Leopardi – scrive Binni – raggiunge ormai la sua meta combattiva e propositiva in un’apertura verso il futuro, in una offerta di “buona, amara novella”, priva di ogni afflato trionfalistico, ma sostenuta da un’energica persuasione di una via stretta e ardua, chiusa nei limiti di un destino di morte e sofferenza, di rinnovate stoltezze, di catastrofi naturali e cosmiche: “eroica” nella sua volontà di resistenza e contrasto, di non rassegnazione, nel doveroso tentativo di rifondare nelle sue amare verità una *polis* comunitaria, nell’alleanza prioritaria tra i veri intellettuali, portatori di verità e volgo pieno di forze potenziali autentiche, ben capace di “virtù” (la parola moralmente suprema mai abbandonata da Leopardi)”. La Ginestra – conclude il critico – propone una lotta contro la natura, “lotta il cui successo non ha nessuna garanzia e che è tanto più doverosa proprio nella sua ardua difficoltà, mentre attualmente sull’umanità incombe la minaccia della catastrofe nucleare”.
(Gianni Giolo)
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